Romano e la sua fine, ECCO LA QUESTIONE

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Cominciamo da “Che cosa è lo spazio-tempo?” Se osserviamo il Sole dalla Terra, noi osserviamo come spazio quello che è il cosiddetto prospetto, in una visione, ossia la larghezza e l'altezza del piano frontale. Non distinguiamo invece la profondità, in quanto la linea perpendicolare al quadro visivo è tutta ben allineata e coperta, tanto che, delle innumerevoli onde che giungono a noi dal Sole, noi vediamo solo la prima e non quelle che sono dietro la prima, ma che ci sono. Possiamo valutare la distanza del Sole dalla Terra usando il tempo che ci mette la velocità della sua luce a percorrere tutta quella distanza spaziale: 8 minuti primi. Possiamo però convenire tranquillamente che, mentre è spazio tutta quella distanza, per noi si mostra realmente solo attraverso questa sfasatura del tempo, tale che noi in ogni attimo stiamo vedendo la luce che è partita otto minuti prima, per cui il Sole che noi vediamo e che sappiamo distare spazio da noi, mostra quella distanza mediante il tempo necessario

alla velocità della luce a percorrere quella distanza. Per tale considerazione, possiamo serenamente accettare che lo spazio sia anche tempo. Anche la luce osservata correre nel piano frontale e che ci appare come un intero seguito di onde, osservabili tutte, sta percorrendo quel piano frontale della nostra visione. Chi si trovasse su un pianeta posto alla stessa distanza tra la Terra e il Sole, vedrebbe come spazio quello che dalla terra percepiamo solo come tempo, e viceversa. Se dunque lo Spazio e il Tempo sono la stessa cosa, possiamo permetterci di affidare allo spazio anche la percezione del tempo. Possiamo darlo “definendo” che sia SPAZIO quanto appare più lungo di un puro punto, e che sia TEMPO quello che sia la dimensione zero, di un punto geometrico, seguita da un valore decimale della corrispondente unità di spazio. Tanto per capirci bene, se è spazio un valore lineare qualunque come 15, il corrispondente tempo è il suo valore inverso. Abbiamo questi 4 possibili valori inversi a 15, e non è detto che siano tutti: 1/15, -15, 51 e 10^15 1/15 inverte il 15/1, multiplo di 1, nel suo corrispondente sottomultiplo. -15 inverte il +15 nel suo valore espresso in negativo. 51 inverte la lettura da sinistra in quella da destra. 10^15 inverte il 15, che è il Logaritmo decimale di 10^15 nel suo valore posto in potenza di 10. Mentre è facile capire l'inversione tra 15/1 e 1/15, e quella


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tra +15 e -15, meno comune, anzi per niente comune t totalmente ignorata è quella che “gira” il 15 nel 51. Per capirne la validità, compreso che 10 sia l'unità del ciclo spaziale dell'unità, data da un suo decimo, se passiamo da 10 a 01 passiamo proprio dall'unità di 10/1 a quello 01 che è un suo decimo. Se coesistono questi due valori uguali e contrari, 10+ 01= 11 20+ 02= 22, etc. e mostra un numero uguale, letto da destra e da sinistra, mentre in un numero qualunque come: 1354287+ 7824531= 9178818 questa simmetria non appare evidente, in ragione dei riporti, ma sarebbe evidente se noi non li apponessimo, nel qual caso l'11, dato dalla somma di 8+3 determinerebbe un numero 8000000+ 1178700+ 118 in perfetta simmetria. Pertanto il ciclo intero di ogni numero intero è sempre come appare nei seguenti calcoli, alle varie cifre: 10+ 01= 11 che computa tutto quanto è un 10/1 che implica 10+1

100+ 001= 101 che sono i numeri in 100/1, tra numeratore e denominatore. 1000+ 0001= 1001 che sono i numeri in 1000/1 che possiamo chiamare semplicemente 1000 unità (1000 al numeratore e 0001 al denominatore, che abbiamo chiamato in parole: una unità). Una UNITA' è sempre la somma di valori inversi, come in questo caso che porta a contare non solo quanto risulta dal rapporto, ma tutti i numeri cui il rapporto è legato. Questo tipo di computo è di tipo “dimensionale” perché tiene conto di tutte le dimensioni che esistono. Una UNITA che sia invece data da 10/1 e 1/10, considerato che in essa si attuano divisioni, bisogna legare le due divisioni nell'inverso prodotto che le riunifica. Infatti 10/1 × 1/10 = 10/10 = 1/1. Se noi sommassimo 10/1 a 1/10, il calcolo 10/1 +1/10 è uguale (10×10 +1)/10 = 101/10 = 10,1 che è una altra forma dell'unità solo quando si moltiplica 10 con 0,1, o quando lo si divide per 10,1. Il risultato matematico che ottiene 10,1 è spazio in 10 mentre è tempo in 0,1, se ci ricordiamo che è spazio dell'unità il suo multiplo, mentre è tempo dell'unità il suo sottomultiplo. I Fisici, che considerano le unità costanti delle unità misurate come unità, e stimano, ad esempio, l'unità


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dell'elettrone come 9,1093898... × 10^-31 kg, accettando un numero contenente una virgola sono assolutamente “scorretti”. Se infatti la dimensione unitaria rispetto al chilo è proprio quella SOLA di 10^-31 kg, la quantità intera a quella dimensione è solo il 9, poiché tutto quanto segue come quantità decimale equivale al tempo 1/9, che unifica il 9 portando 9/9 ad essere 1. Posso anche dimostrarne la verità, ricorrendo al valore esatto assegnato in 9,109 382 6(16) × 10-31 kg. Poiché 1/9 = 0,1 periodico, 0,111111111 0,109382616= 0,001728495 è il modello unitario che è sempre chiamato in campo a commisurare ogni altra quantità. Infatti quando la velocità 1/1 si diffonde per i 6 versi totali dello spazio a tre direzioni componenti, ciascuna delle quali ha sempre 2 versi opposti di possibile movimento, il risultante nella velocità 6/1 è simile al lavoro di un Dio che lavora per 6 giorni e si riposa nel settimo. E' il famoso sabato cui non va mai mancato di rispetto (questo numerico sì! Va sempre osservato!). Allora ecco il modello unitario da che cosa è dato: 1/1.000 è la massa unitaria in un dc^3 rispetto a 1 m^3 7/10^4 è la velocità 6/1 di 7 D. rispetto alla realtà 10^4. 7×4/10^6 la diffonde nelle 4 D. del tempo ¼, a D 10^3^2 7×7/10^8 è il piano delle dimensioni di moto a D. luce 5/10^9 è il moto avanzante in 10/2 nel totale 10^10. Questo modello che tira in ballo l'unità millesima della

massa 1.000, e poi il moto a 7 dimensioni in 6/1 sia nel suo valore unitario nel tempo ¼, e poi nei 4 tempi ¼ e poi nel fronte di 7 volte 7 e infine nel puro moto 5 relativo a un 10^9 che indica tutto il moto di 10 in 10^10 è necessariamente richiamato nella misurazione del tempo 1/9, tanto che interferisce e si sottrae, in quanto la sottrazione tra indici del ciclo decimale sono questa divisione: 10^0,11111111 : 10^0,01728495 = 10^0,109382616 che indica QUANTE VOLTE esso è rispetto al MODELLO UNITARIO che, posto a denominatore, è sottratto nel suo indice, allo stesso modo con cui: X^4 ----X^2

= X^(4-2) = X^2

Quando la dimensione unitaria della particella elettrone è veramente data in 10^-31 kg, allora è questa SOLA dimensione a determinare la presenza, tanto che abbiamo per risultato un 9 avente un resto indiviso poiché INDIVISIBILE per 10^-31 kg, essendo inferiore. In sostanza noi abbiamo un numero intero che, diviso per 9, dà 9, con un resto che, diviso per 9, dà 0,109382616. Il resto allora è 9 volte 0,109382616, ossia 0,984443544. Dunque 81/1, quelle di 82, tanto che 82 : 9 da 9 di diviso con una unità 1 di resto da dividere per 9 come espresso da 1/9. questo quanto è dato esattamente da 3^4=81 unità presenti in 82 dimensioni. Messi di fronte ad una realtà che vale:


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82, sommandole il valore inverso 28= 110, ossia quanto, in un cubo il cui lato è 10, somma l'area 100, posta tutta in linea di tempo quando è divisa nel fronte 1^2 tanto che area 100 divisa per area 1, avanza di 100. Essa, sommata al lato 10 in flusso già in linea, assume il numero di 110. Ma quando tutto nasce dal 7 uno e trino, esso vale 7+21=28, e la lettura inversa 82 è quella che si divide per il fronte 3×3 e si risolve nel 9 come l'intero avanzamento di 1 nel ciclo 10, e con resto dato dal denominatore 1 di 81/1, che entra in campo come il tempo 1/9 di quel 9. Dimostrata la scorrettezza di ricorrere non solo alla dimensione 10^-31 kg, ma anche alla 10^-32, 10^-33 e così via nella determinazione dei tempi decimi e centesimi e così via, tutti i valori oggi determinati nelle costanti sono ERRATI, perché contengono SEMPRE il MODELLO UNITARIO cui inevitabilmente si ricorre nella misurazione reale, ed esso INTERFERISCE SEMPRE con il risultato. In alcuni casi si SOMMA, quando la sottrazione è fatta ad un quanto che in se stesso è già negativo, in altri casi SI SOTTRAE, quando la sottrazione è fatta ad una quantità che in se stessa è in positivo. L'elettrone, ad esempio, se sommassimo 9 a 1/9, sarebbe: 9,111111111 (con 9 esatte quantità decimali). Il modello unitario si sottrae al valore 9,11111111 che è espresso in positivo. Infatti il valore di carica della particella è in negativo, per cui quantificandolo in +9,11111111 noi so stiamo

valutandolo nel suo positivo. Anche la velocità di espansione di una massa, la c^2 di Albert Einstein, dovrebbe valere esattamente il quadrato del rapporto dimensionale 3/1 tra le 3 dimensioni dello spazio e la dimensione 1 del tempo. Ma il 9 in espansione quanto uno con 16 zeri: 90000000000000000 alias 9 × 10^16, rientra nello stesso caso della massa ammassata nella particella. Quanto è il modello unitario richiamato in atto? 90000000000000000 meno il valore misurato in 89875517873681764 = 00124482126318236 che è la differenza in area 11157155, è il lato suo con resto decimale indicante tempo. Se poniamo la dimensione 10^5 come l'unità elettrica o magnetica in 10^10 come il piano unitario elettromagnetico, vale: 111 unità elettriche (o magnetiche) il che, rispetto alle 110 unità ottenute prima da: 82+ 28= 110 unità, aggiunge anche questa unità nelle 111 dimensioni unitarie elettriche (o magnetiche). Come è DIMOSTRATO, è proprio il MODELLO UNITARIO a interferire nella C^2, quando esso è SOTTRATTO alla espansione dalla luce, essendo misurato solo nelle SUE VOLTE poste a numeratore. Dunque possiamo misurare IL TEMPO riferendoci allo SPAZIO e INVERTENDOLO nei vari modi corretti possibili.


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“Esiste lo Spazio/Tempo unitario?” Sì: è il ciclo 10 (spazio) del 14/14,444... (tempo periodico). Innanzitutto occorre chiedersi: “Che cosa è la Spazio/tempo, sapendo che il ciclo intero dello Spazio è il ciclo 10, ciclo del tempo suo posto in 1/10 suo?” La risposta, facilissima, è: “Lo Spazio/tempo unitario è' il rapporto 10/1, quando è considerato “presente” in 10 parametri unitari al numeratore, e nel tempo 1 posto a denominatore”. Il tempo periodico esiste invece quando la presenza in linea di un piano che abbia il lato 7, e la somma lineare 14 dei due lati che determinano l'area reale si condizione ad un eterno periodo di 4/10, tanto che l'unità, data da 14/14, muti in 14,44444... infinito il suo denominatore, praticamente sommandosi al 14 i 4/9 che rendono periodo eterno il 4. La somma di 14 +4/9 è uguale a (14×9+4)/9 = 130/9. Dividere 14 per 130/9 significa moltiplicare 14 per 9/130, il che determina 126/130. Pertanto il ciclo 10 di 126/130 è dato da 1260/130. Puro rapporto che quando si muta in una reale divisione, determina un 9 intero sommato all'eterno periodo di queste sei cifre

decimali: 692307. Ebbene, posta in atto la presenza unitaria posta 1 in 10/10, il movimento unitario nello spazio è tutto il moto intero 9, nell'eterno decimo di 14/14,4 periodico = 0,692307 periodico, che in 140/14,444444 = 9+0,692307 periodico. Insomma 10 × 14/14,4 periodico è uguale a 9 +14,14,4 periodico. La differenza tra questo calcolo, per il quale 14/14,4 periodico × 19 è uguale allo stesso rapporto + 9 sta nel differente significato esistente tra il prodotto tra indici e la somma tra di essi. Il prodotto tra indici indica “potenza della potenza” su base 10, mentre la somma indica “combinazioni” tra le due distinte potenze, su base 10. 10^10^0,693207 periodico potenzia 10^10 per una sua potenza di 0,693207 dato da 14/14,4 periodico. 10^9 × 10^(14/14,4 periodico) invece combina tra loro le due potenze poste sulla stessa base 10, tanto che gli indici si sommano nel 9,692307 periodico dato direttamente da 1260/130, uguale a 126/13, uguale a 9 +10/14,4 periodico. Pertanto, quando la potenza di potenza 10 imposta a 14/14,4 periodico si pone “in atto unitario”, tutto si condiziona alla reale presenza 1 che si muove interamente di tutto il 9, nello spazio unitario il cui ciclo è 10, mentre il tempo dell'unità resta in essere nel rapporto (unitario in 14/14), quando il denominatore 14, sommandosi al tempo unitario dato da 4/9, mostra le 4 dimensioni della realtà dello spazio cubico a 3 lati, sommato al tempo ad 1 dimensione, diventa una realtà infinita, in un infinito eterno decimo della realtà a 4 D.


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Compreso come 9 sia l'unità del moto 1 nel ciclo totale di 9+1=10, in unità decime, bisogna farsi una ragione dello 0,692307 periodico nelle sue 6 cifre. Questi decimi rivelano in: 1/10 il tempo unitario dell'unità. 1/100 il tempo unitario dell'area 100. 1/1.000 il tempo unitario del volume 1.000. 1/10.000 il tempo unitario della realtà 10^4. 1/100.000 il tempo unitario dell'Elettro-magnetismo 10^5. 1/1.000.000 il tempo complesso del complesso 10^3^2. Pertanto i valori nei numeri collocati alle rispettive dimensioni significano, ad uno ad uno, che: 6/10 occupano tutti i 6 versi esistenti nello spazio avente tre direzioni uguali e distinte, x, y, z. 9/100 muovono di 9, totalmente, l'area 100. 2/1.000 sono tutto il moto 1 di una massa millesima. 3/10^4 sono tutti i 3 lati di un cubo 10^3 in moto 10. 0/10^5 esprime concluso il ciclo intero elettromagnetico. 7/10^6 indica tutte le 7 dimensioni, nel moto complesso di 1.000 volte 1.000 in 6×1.000.000/1.000.000, il che implica 7 milioni di 7milionesimi. Possiamo considerare i significati anche a due a cifre: 69/100 sono tutto il moto di un 30/1 nel 99/1di 100 D. 23/10^4 son tutto il moto di 77 del 10^4, in cui 77 è 70+07, azione per azione nel tempo decimo. 07/10^6 indica questo 7 a dimensione del volume complesso, positivo-negativo. Il ripetersi eterno di queste condizioni rivela la dinamica

esistente nel tempo, allorché 7+7 si condizione a un se stesso cui sia sommato il 4/9 che ottiene lo scopo di mutarlo in una realtà a 4 dimensioni che sia esistente in un eterno decimo del tempo precedente. Possiamo considerare i significati anche a tre cifre. 692/1000 sono tutto il moto nel 1.000 di un 308 che esiste in un cubo a tre lati assoluti 100 che sono valutati tutti e tre nella pura lunghezza 300 dei loro tre lati, in cui si abbia un fronte trasversale il cui lato sia la dimensione 3+1 della realtà spaziotemporale, che agisce in due lati perpendicolari tra loro che esprimono la AZIONE 4 sommata alla REAZIONE 4, somme di indici che in verità sono 10^4 × 10^4, essendo il 4 la somma degli indici di 10^3 (lo spazio) per 10^1 (il tempo). 307/10^6 fissa unitariamente in 307/1 unità le 307+1 = 308 che abbiamo osservato prima come il soggetto reale del moto 692 nel 1000 cui esso è riferito, ora che il moto complesso riguarda il 1.000 × 1.000 in quel milionesimo che lo rende unitario. Possiamo anche considerare i significati a 4 cifre: 6923/10^4 fissa il valore decimillesimo della realtà 10.000 come tutto il moto in questo 10.000, dato da 10.000 -6923 = 3707, che in 37 centinaia esprime il ciclo unitario in 6×6/1 unità, dare da 36+1 = 37, che si combina con tutta la velocità di 6 volte 1/1, uguale al 6/1 che implica 7 D. 07/10^6 rivela questo stesso 6/1 implicante 7 dimensioni,


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esistere nel volume complesso 10^3 per 10^3. In sostanza 1.000.000 -7 = 999.993 è il cubo a dimensione 1+1+1 che si esiste in 99999 decine, nelle 5 dimensioni dell'elettromagnetismo. Tant'è che anche a dimensione 10^5 il valore 6923 si presenta moltiplicato interamente per il 10 che somma un 5 elettrico con il 5 magnetico esistente nel ciclo 10 elettro-magnetico. Possiamo infine esaminarlo in tutte e sei le cifre: 692307 milionesimi indicano che il milione in espansione reale, meno questo stesso 692307, mostra la quantità nascosta del soggetto intero del movimento che si muove per questa quantità di spazio lineare. Questo soggetto vien reso noto quando è dato da 1.000.000 -692.307 e vale la sua esatta inversione in 307.693. Infatti: 0.692.307 + 0.307.693 = 1.000.000, che è 10^3 × 10^3, il volume nel suo complesso positivo-negativo di quando il ciclo 10 è in atto in tutti i 6 versi delle 3 direzioni aventi 2 versi ciascuna. Ciò evidenzia l'inversione totale dei ruoli tridimensionali nella dimensione cubica. Questo è un eterno periodo dell'unità proprio perché la perfetta uguaglianza data da 692.307 = 307.692 / 1, ha aggiunto in 692+1=693 anche il denominatore 1. In altri termini, questo 1 di resto si divide per 1+4/9 e genera di nuovo questo esatto ed eterno periodo.

In tal modo, il 9,692307 periodico dimostra di avere un “padre”, che è dato dal rapporto esatto di 126/13 che ha il significato essenziale di una “frequenza”. Posto in 10+3 la combinazione data dal prodotto: 10^10 × 10^3. che moltiplica le mille masse millesime per il modello unitario matematico presente in 10 dieci che interagiscono tra di loro, il che si presenta in potenza come 10^10, la somma 10+3 degli indici muove la presenza tridimensionale dello spazio 1^3=1, come il diretto 13 che abbassa l'indice 3 e lo somma alla sua base 10. Questo somma direttamente al 10 le sue 3 “volte” in cui esiste come 10^3 e sintetizza nel 13 in una sola linea, tutto il tridimensionale 1.000 dato da 10×10×10. In altri termini, è aggiunto al ciclo 10 il Logaritmo decimale del mille. Poiché il Logaritmo decimale è quanto osserva in “modo uguale e contrario” il 10^3, tanto da ridurlo a 3, per eliminazione del mille, la somma del Log 10^3 al 10 attua quanto è ritenuto unitario, nel 3° principio generale della legge dinamica, che aggiunge sempre alla sua azione l'esistenza della sua azione uguale e contraria, come l'interazione tra gli opposti che sta a base di ogni unità. 10 +Log 1.000 parte dal cubo 1000 espresso nel suo indice 1/3 e lo riduce al suo valore 10 lineare, attuando in tal modo il processo inverso al 10 elevato a 3. Poi gli aggiunge un altro “inverso” al 10^3, quel Log 10^3 che lo riduce alle 3 volte del 1000.


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La somma di 10 al 3, che sono “indici” della base 10, combina tra loro i due inversi, tanto che la combinazione di due differenti inversi, relativi allo stesso 10^3=1.000 li rende interdipendenti, associando unitariamente il tutto in una pura funzione lineare. In quanto poi il 10^13 ottenuto è di nuovo osservato nel modo uguale e contrario del Logaritmo, che riporta il tutto alle pure “volte” in cui il 3 avanza totalmente di 10 in linea, occupando un totale 13 in pura entità di spazio espresso in pura lunghezza. Sicché, allorché l'assoluto 100 di puro flusso è relativo ad un volume ottenuto moltiplicandolo per un piano i cui due soli lati sono 13 uno e 13 l'altro, per una somma di 26, il volume che sarebbe dato da 100×13×13=16900 unità cubiche è espresso tutto in forma lineare lunga 126. quando questo 100×13×13 è diviso per 13, resta solo un 1300 espresso da una sola delle due perpendicolari del piano. Quando partiamo dagli 86.400 secondi d'un dì e li dividiamo per questo 1300 si ha come intero il 66 con resto indiviso 600. infatti 66×1300=85800 che, +600, porta a 86,400. Ridurre tutto ai centesimi di un giorno, i suoi 864/13 sono uguali a 66 con resto 6, il che idealizza un piano a lunghezza 33+33 ed un flusso 3+3. 864 contiene 6 versi di 126 ciascuno +108 di resto indicante ciò che è indivisibile, e che si pone come pura “premessa esistenziale”. Difatti è il valore assoluto 100 di flusso che ha come sezione le dimensione 4+4 della realtà complessa esistente nel suo piano.

Anche in 126/13 noi non possiamo dividere il resto, dato da 126 : 13 = 9 con resto 9. Infatti è 9/13 che poi porta al periodo eterno di 0,693207. Ecco perché, insomma, quando dividiamo 126 per 13 dobbiamo assolutamente fermarci al valore intero che abbiamo diviso. Se non lo facciamo, cominceremo a dividere per 13 tutto il moto 9 dell'unità, ed anche se è corretto farlo, in un processo che definisca i TEMPI DECIMALI, questi quantitativi non sono valori interi e non possiamo computarli fino a che con tali tempi non si raggiungeranno i valori interi. Capito questo, d'ora in poi assegneremo il valore intero solo alle parti interamente divise, considerando i resti non come una sorta di “incidente”, ma proprio la più importante delle cose esistenti IN PRINCIPIO, come una unità preesistente ed indivisibile che, dopo che si è affermata come tempo unitario e si ritaglia il suo preciso valore, provvede a dividere interamente la parte residua. Osserviamo per puro esempio un 100 che debba dividersi nei 6 versi dell'esistenza. 100 : 6 = 16 con resto 4, indivisibile, perché solo le 4 dimensioni di una realtà ETERNA. A questo punto, se le 4 dimensioni si ritagliano esattamente la loro presenza in linea, nel 100 posto in linea, il residuo dato da 100 -4 = 96 è diviso esattamente in 6 quantità date da un 4×4 ciascuna, a evidenziare IL SOGGETTO in atto di preesistenza lineare, che si scinde in 6 linee che, avendo due versi ognuna, vale il 4×4 che carica a 16 la realtà. Difatti 10^4 / 5^4 (che è la sua realtà nel solo 5 avanzante nel ciclo 10, vale quanto 10.000/625 = 16.


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Se dividiamo un giorno in 24 ore, non è arbitrario, in quanto 2^10 = 1.024 determina 24 unità di tempo di rotazione nelle totali 1.00o espresse in 10^3. 1000 : 24 = 41 con resto 16 e con ciò la massa 1000 esiste nelle unità delle sue 24 ore nel quanto esatto di 41 avente a resto la carica della realtà, che è indivisibile. 1024 : 24 = 42 con resto 16, paramenti indivisibili, si rivela nelle 42 unità del 41/1 relativo, ed è sempre 16 la carica indivisibile, Quando dividiamo le 24 ore nel numero dei 60 minuti primi contenute in esse, 24×60=1440 dimostra come sono esattamente quel valore di 1440 minuti primi che solo quanto di dividono per 14,444444 assumono il valore esattamente diviso in 99 unità con resto 10 da considerare indivisibile quanto un DIO che sia posto in una dimensione intera 10... Insomma operando le divisioni contenute in tutti i possibili rapporti della matematica, dobbiamo procedere ad un totale lavoro di RICONSIDERAZIONE per i resti. Sono proprio i VALORI grazie ai quali poi esiste una vera intera giustizia di rapporti totalmente divisi. Quando dividiamo dunque il ciclo 40, nei 6 versi ed otteniamo per risultato intero 6 con resto 4, esso è la realtà indivisibile. E se proseguiamo a dividere per 6 questo 4, possiamo solo farlo se prima moltiplichiamo per 4 tutta l'energia esistente in 10 come azione e 10 come la sua reazione. Allora otteniamo un 400 di energia totale estesa in tutta la realtà a 4 dimensioni. Dividere questo 400 per i 6 versi porta ad un diviso 66 con resto 4, indivisibile. Attuando

le possibilità offerte dalla matematica di scandagliare il tempo decimale fino alla dimensione che vogliamo, porta a 66 con l'eterno periodo di questo 66 di pura energia di movimento, che si attua nel tempo decimale se entra in atto il tempo di un puro calcolo. La nostra mente ricorre a queste possibilità della matematica per andare ad indagare come “sarebbe” il futuro, se si conservano quelle condizioni in essere. E allora un uomo si vede sotto un tram se non si toglie dai binari in cui il tram arriva. Poi deve ringraziare IL TEMPO che corre in modo tutto suo, tanto che quanto è presente sta solo in quanto è stato equamente diviso, e reso intero fino alla dimensione della virgola, che fa da spartiacque tra lo spazio della presenza, nei valori interi maggiori di 1, e il tempo dei valori ennesimi di quella unità. Per questo, quando si attua la divisione contenuta nella frequenza avente numeri 126/13, ottenuto il 9,692307 periodo eterno nel decimale, il presente è solo nel 9 e il quanto decimale che ripartisce la quantità poi sempre nelle sei cifre periodiche delle 6 dimensioni dei versi dello spazio è solo un tempo di futuro, non ancora presente, perché si riferisce al 9 di resto indivisibile dal 13. E se lo si fa, andiamo ad indagare il futuro in arrivo, che attua le sue regole. Mentre 13/9 è 1 con resto 4 di realtà indivisibile per 13, che poi in 4/9=0,44444... la fa esistere in un eterna realtà 4, tutta di futuro, i 9/13=organizzano il periodo in cicli alle 6 cifre dei 6 versi dello spazio.


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Sono i due modi inversi tra loro che se si moltiplicano tra di loro come 13/9 ×9/13, diventano i 117/117 che esistono in 117+117=234 dimensioni, che seguono ordinatamente crescenti dopo 1. Se si divide per 117 il numero 864 (che sono le centinaia di minuti secondi in un giorno), abbiamo 7 con resto 45 indivisibile per 117, laddove il 45 moltiplica per 9 tutti i 10/2 dello spazio reale. Non possiamo dividere i resti per un sostanziale altro motivo. Questi sono solo indici, ossia tutti esponenti della base 10 del calcolo decimale, e le divisioni, come le moltiplicazioni, esprimono potenze di potenze. Mentre i prodotti sono sempre espressi negli interi, le divisioni non lo sono, a meno che una certa potenza di potenza non si affermi come una potenza di potenza “divinamente indivisibile”, tale da assicurare al residuo la possibilità stessa di esistere in una potenza di potenza che sia intera anche a livello di divisione.

Cinque dimensioni “essenziali” e progressive come le 5 dita d'una mano “essenziale” o “divina”. In questo ordine di impostazioni, la quantità assoluta 400, dello spazio-tempo 300+100, riservandoci come tempo il quanto indivisibile 4 (che è quello che unifica il tempo ¼), divide interamente nei 6 versi dello spazio il 996 della lunghezza residua data da 1.000 -4. 1000 : 6 = 166 con resto 4. Nel mentre: 400 : 6 = 66 con resto 4. Da cui: 400 = 66×6+4. In tal modo la quantità assoluta 400 dello spazio-tempo è data dal 66×6+4 che la quantifica nei 6 versi, nel mentre il 166×6+4, che aggiunge 100 al 66, si riferisce al valore posto IN PRINCIO come 10^3. Abbiamo 132×3+4 = 400 nelle tre componenti lineari, il che rivela la dimensione 32=2^5 direttamente collegata al valore Trino del valore assoluto dello Spazio. Anche 132×3+4 = 10^3. Abbiamo anche che: 400 : 26 =15 con resto 10. Questa divisione viene da 400 : 66 =6 con resto 4. 11×1+4=15 moltiplicato per 6 nel solo quanto diviso, dà 66×6+4 = 400.


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Ciò dimostra che tra il 66 e il 26 esiste una riduzione a quanto vi sia di “essenziale” e di “reale” un cubo il cui lato sia il dimezzamento del solo avanzamento nel ciclo 10, tanto che 5+5+5=25 sia la lunghezza dei suoi tre lati generatori. Il rapporto diretto in 66/26 è 2 con resto 14 indivisibile per 26. Questo 14 è dato da 7+7 (il piano avente in linea le 7 dimensioni della velocità 6/1 che percorre nel tempo 1 tutti i 6 versi). Questo risultato è un quanto espresso in divisione tra i due indici (o esponenti) 66 e 26, come una “potenza di potenza”: 10^66^(1/26). 66 -26 = 40 (la differenza tra gli indici) viene da: 10^66 : 10^26 = 10^(66 -26) = 10^40, e dimostra che, partiti da 400 come dallo spazio-tempo assoluto, siamo discesi alla sua presenza decima attraverso la potenza di potenza data dà: 10^400^(1/10) = 10^(400/10) = 10^40. Da cui possiamo esprimere: 10^400 : 10^40= 10^360 = 10^26^10 × 10^10^10. 10^400 : 10^66= 10^334 = 10^333 × 10^1 Ma la relazione è più eloquente quando si scopre che: (10^66 : 10^1)^4 = 10^26^10. 65/1 × 4 = 26 × 10 nei soli esponenti. Ciò rivela che l'unità relativa 65 ad una delle unità di 66, esprimendosi alla dimensione 4 del suo tempo 1 che è in realtà ¼, si presenta come il ciclo 10 del 26. Ciò assegna al valore fondamentale le due differenti quantificazioni assegnabili all'unità: il 10 e il 26=DIO=YHWH,

Jahvè nella cabala ebraica. Nel mentre anche la cabala in italiano, che assegni le 21 lettere dell'alfabeto ai numeri da 1 al 21 dato da 7+7+7, quantifica anche il lemma DIO in 4+9+13=26. 260 combina il DIO=D.10 (dimensione 10) con il DIO 26 a valenza totalmente alfabetica nel suo totale numero. Invece la D.10 combina la lettera D=4 con il numero 10, dal che il combinato di 4×10=40 che abbiamo già visto esistere nell'unità decima dell'assoluto 400. Riferendo questo 40 al valore IN PRINCIPIO, di 10^3, in tutto il suo moto 10, che lo porta al 10^4=10.000: 10.000 : 40 = 25 sono le quantità unitarie nel 26 che è 25+1.(come fosse il 25 gennaio o il capitolo 25 del libro numero 1 della Bibbia, in cui al versetto 25 è dichiarato nato il nome di Esaù il cui primato sarà assunto dal fratello, mentre nel versetto 26 nasce il nome di Giacobbe che si affermerà come il primo). Io, che sono nato il 25/1 e nel mio nome numero 5 mi chiamo Torquato, come mio nonno, sono preceduto io pure da mio nonno, nato il 26/1, di cui io sono nipote, mentre una mia nipote, Paola Amodeo, è essa pure nata 26/1. Insomma io, che sono un maschio, ho un Paolo e Torquato, come 4° e 5° nome, che sono collegati al mio natale 25/1 dal loro comune natale 26/1... Sarà UN CASO? Nei puri numeri, ciò rivela che la Realtà a dimensione 10^4 riferito al 40 dato dal 66 -26, (che guarda caso sono il valore numerico del mio nome numero 1, ROMANO= 16+13+11+1 +12+13 =66 e numero 3, ANNA =1+12+12+1=26) sta al 40 come le sue 25/1 unità (che sono il tempo esatto, ¼, riferito


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all'assoluto 100, come il giorno esatto della mia nascita che poi è lo stesso del Natale di Gesù Cristo, in cui il mio 1 è sovvertito dall'ultimo mese dell'anno, come descritto è successo ad Esaù, costretto dalla MANO di Giacobbe a mettersi dietro di lui e a porre per primo l'ultimo mese, al posto del primo). Resta indeterminato solo il valore del mio secondo nome, essendo stati osservati finora il 66, che vale il mio primo nome ROMANO, il 26 che vale il mio terzo, ANNA, e il quarto e quinto accomunati a nati 26/1 che sono PAOLO e TORQUATO, a condizione che adatti al mio maschile il nome PAOLA della mia nipote, adattandola a Figlia mia mentre lo è di mio fratello Benito, e adattando a me suo nipote – come il mio quinto nome, il suo di TORQUATO 066=ROMANO, dato da 16+13+11+1+12+13 …......... 026=ANNA, dato da 1+12+12+1 051=PAOLO dato da 14+1+13+10+13 113=TORQUATO, dato da 18+13+16+15+19+1+18+13 se hanno una validità in ciò che mi riguarda, considerata la relazione: 10^400 : 10^66= 10^334 = 10^333 × 10^1 allora sono tenuti a valere 334 nella loro somma. La somma di questi 4 finora è il 256 equivalente a 16×16 come il PIANO impostato sulla R=16, in cui è chiamato ER il primogenito di Giuda, in genesi 38, Bibbia, libro 1-38. Questo 38 è il risultato esatto di: 1000 : 26 = 38 con resto di 12 (essenza 6+6 in 66). Questo valore è legato a Gesù Cristo, di Genesi 38ma dopo

quella di Giuda, come chiaramente descritto dalla genealogia fatta da San Matteo (e non da San Luca, né da altri). E' il Matteo che serviva il popolo Romano, raccogliendone le tasse, che che qui serve ROMANO, di genesi nell'anno 38, agganciandolo alla 38ma generazione di Gesù e a partire proprio dal racconto fatto in Genesi 38. Questo 38 è anche un Dio creatore di un giorno di rotazione terrestre, quando ciò si attua nel PIANO relativo al 38, piano che lo avvalora in 144 decine di un minuto 1°, come Romano, che vale 66. Ebbene l'indice assoluto 400, dell'Unità e Trinità assoluta in 100, meno l'indice 66 di ROMANO = 334. Solo se il nome numero 2, quello mancante al computo dei miei 5 nomi che ho, vale lo stesso che porta al 400 -66 = 334 tutti e 5, solo allora sono una cosa sola! Ebbene, 334 -256 deve assolutamente portare ad un secondo nome che rappresenti la Trinità di Dio=26! 334 -256 = 26+26+26 = 78 78=ANTONIO è il mio 2° nome= 1+12+18+13+12+9+13 È tanto UNA COSA SOLA con il 1° che 66+78=1 GIORNO esatto in un 1° a D.10=DIO. Pertanto qui abbiamo l'espressione di un primo “divino”, perché intero nel ciclo 10 assegnato alla presenza totale, che si avvalora attraverso un primo che vale 66 e un secondo che vale 78. Scomposto questo secondo nel suo terzo, il 26 è un valore tale che sommato al 144 porta a 10 cicli del ciclo di quanto esiste come uno e trino e vale 4.


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Quando, usando le 4 dimensioni, nel numeratore si presenta la carica 4×4 (che la avvalora a 16), e nel denominatore il suo calcolo inverso, dato dai 4/4 (che ne determinano l'unità), la somma di 4×4 (che l'espande al massimo valore dello spazio di area) ai 4/4 che la portano al massimo valore dell'ammassamento unitario, allora fa 'sì che l'espansione massima più l'ammassamento unitario vale 16+1=17. Essa è poi davvero massima quando si esprime nel massimo ciclo della presenza, che è delimitato nel 10, divenendo 170. 066+ 078+ 026= 170 è questo massimo ciclo dell'unità e Trinità. 044=UNO=19+12+13 028=DUE=4+19+5, in cui 28 è 7, Uno e Trino. 039=TRE=18+16+5 in cui 39 è 13+13+13 ----111 non per caso. 170/11 = 5+5+5 con resto 5 si rivela tener debito conto della sua relazione con 66/6 170/111 = 1 con resto di 170 -11 si rivela comunque legato ai 66/6 di 11, come quanto gli manchi rispetto al suo valore intero. Sommare il 111 di UNO+DUE+TRE al 170 dei primi tre nomi porta al 281 che esalta il DUO=28 alla D.10=DIO

sommata alla sua unità. Gli manca solo l'assoluto 100 per essere con 281 il 381 (del capitolo 38 del libro 1) che esalti a indice 4 la dimensione 4 del numero 334, tanto che sia il 300 +3^4 anziché il visto 200 +3^4 dato da UNO ROMANO + DUE ANTONIO +TRE ANNA. Ossia dato da 44+66=110 figura dell'Assoluto 10×10+10=D.10=DIO 28+78=106 38+26=64 = 2^6, figura del 26 Se proseguiamo con: 100=QUATTRO 063=CINQUE -------163 e lo sommiamo al 51+113 di Paolo Torquato abbiamo il 327 che in 3×(3×3×3)=3×27 è 381, come il 300+3^4. 281+327=608 vale il 334 dei cinque nomi più i valori di UNO+DUE+TRE+QUATTRO+CINQUE di 44+28+39+100+63 somma che vale 274. infatti 334 +274 =608 si palesa tutto il lavoro assoluto 600 compiuto da un 2^3=8. 608 diviso nei 6 lati vale 101 con resto il 2 del piano 1×1. 608/274 = 2,2 + il periodo eterno di (2,6+2,6)/274, ossia 52/2740, tutte le settimane di un anno di 26+26 settimane. 334/274 = 1 con il resto di quel 60 che è quello di 1 minuto primo espresso nei secondi. Quando al 274 del valore numerico dei numeri in lettere, da 1 a 5 espressi in lettere, si


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aggiunge il valore di un minuto primo espresso nei suoi 60 secondi, ecco che: 274 ( i 5 numeri in lettere) + 1 PRIMO, sommato a 060 il suo valore espresso in un SECONDO, dà quel 334, che – sommato al nome PRIMO =66 dà 400, L'unità e Trinità assoluta di una D.10=DIO. Sto cercando di dimostrare come questi cinque nomi e cinque valori, espressi come: UNO ROMANO = 44+66=110 DUE ANTONIO = 28+78+106 TRE ANNA = 39+26+65 QUATTRO PAOLO = 100+51=151 CINQUE TORQUATO =63+113=176 sono davvero abbinati. Il valore numerico 274 che somma i cinque numeri espressi in lettere, stanno a 1+2+3+4+5=15 come il: 274/15 = 18,2 con resto 1 Nel ciclo 10 di questo rapporto ci sono esattamente i 182 giorni con resto di 1 giorno da porre nell'anno bisestile. Insomma tra UNO+DUE+TRE=111 sommato a QUATTRO+CINQUE=163, tot 274 e la sommatoria espressa nei numeri, esiste il rapporto esatto esistente nel decimo del solo avanzamento posto nel ciclo di un anno. NON ACCADE PER CASO!

Facendo una altra espressione, data da: 063=PRIMO che è uguale al CINQUE 067=SECONDO 073=TERZO 082=QUARTO 086=QUINTO ------371 quanto tutto il moto di un 10 nel 381 In cui: 371/15 = 24,7 con resto 0,5 del tempo 1/2 il che rivela le 24 ore di un creatore in 7 giorni espressi nei decimi, che nella D.10=DIO valga il 247 che soprintende al virtuale Natale di Roma. Ciò accade allorché si antepone IN PRINCIPIO i 1.000 anni al Natale di Cristo e a partire dal 1.000 A.C. Sommiamo 274 anni, e ciò porta al 753 avanti Cristo del mitico Natale di Roma, ancora 1.000 -274 dopo quello di Roma, quello di Gesù Cristo. Egli deve totalmente a Roma il suo natale, essendo stato ricavato dalla celebrazione fatta a Roma il 25 dicembre al dio SOLE INVITTO, ossia il dio RA ROMANO. Nel 247 il flusso del piano assoluto avente i due lati di 100 e 100 è dato solo dal 47, che è proprio il solo numero da aggiungere al 334 per renderlo 300 +3^4 = 381. 334+ 047= 381. 74 è il mio cognome AMODEO =1+11+13+4+5+13.


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Tra il 274 dei numeri e il 371 deva valori di ORDINE la differenza sta nel 100 -3 da aggiungere ai numeri interi, un 97 che davvero ORDINA le cose in modo esatto quando la Trinità divina esiste nel suo valore assoluto uguale a 100. Riferito al 400 assoluto uno e trino, il 97 vi si muove le 297 volte esatte di 99/1+99/1+99/1 Io sto facendo tutti questi controlli poiché è diffusa l'idea che non ci sia una relazione chiaramente matematica tra i nomi assunti dai numeri e i numeri stessi... ma non è vero! Come UNO+DUE+TRE sono il 111 uno e trino, nella stesso modo il QUATTRO=100 si riferisce al valore assoluto assunto da 1+3, il valore Uno e Trino. 063=PRIMO che è uguale al CINQUE 067=SECONDO è ROMANO=66/1 di 67 073=TERZO --------------203. Il quale, diviso 111 è 1,82 con resto è 1/10 dei 182 giorni di un anno, più un periodo di 0,98/111. Come è evidente, i numeri ORDINALI, rispetto a quello dei numeri in lettere, sono lo stesso tempo di 274/15 che davano la somma tra i primi 5 numeri in lettere divisa per la sommatoria 15 dei numeri. AMOR è il massimo possibile ORDINE di una costruzione unitaria assolutamente in ordine.

01=A è l'inizio in 1 11=M è questo 1 che si muove di 10 13=O è ora il 3 che si muove di 10 16=R è ora il 3+3 complesso che si muove di 10. ------41 è il DIO=1 +10+30, un cubo a lati 30 che si muova per 10 e per 1. 11=M 01=A 18=T 05=E 11=M 01=A 18=T 09=I 03=C 01=A ------78 esprime saggiamente la Trinità 3×26 di DIO=26=YHWH 1O=L 19=U 17=S 17=S 13=O -------76 è 66 del nome primo, Romano che avanza da DIO!


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17=S 03=C 08=H 09=I 06=F 13=O -----56 è un divino 10 sottratto a ROMANO=66 SCHIFEZZA= 91 è un 9 intero (tutto il moto di 1) tolto all'ASSOLUTO 100. ONESTA'= 66=ROMANO. DIABOLICO=64, è sottrarre il DUO divino a ROMANO. PRINCIPIO=99 40=PADRE+ 54=FIGLIO+ 96=SPIRITO+ 61=SANTO --------251, come 10^3 / 4 sommato al tempo 1 di Dio. Viene dal libro 1-25 di Bibbia quando il numero 1 si mette in fondo e diventa in 251 PADRE+FIGLIO+SPIRITO+SANTO. SPIRITO SANTO vale 96+61=157 e risulta dai 549,54 secondi che esistono in ogni anno siderale. 86400 : 549,54 = 157, 2224041 in cui: 157= SPIRITO SANTO 40=PADRE, 41=AMOR e 0,222 corrisponde all'eterno

54=FIGLIO, espresso nell'INVERSO dell'INVERSO. Il valore assoluto 100 (presente in 157) diviso per 0,222, è uguale a 450,450 eterno periodo per sempre, Come 100/0,222 è eternamente un 450, ed è INVERSO allo 0,222. L'altro modo di esprimere l'INVERSO all'inverso dato dall'eterno 450 è dato dallo 054=FIGLIO ETERNO. L'inverso dell'inverso è solo una altra forma assunta nel suo DIRITTO. Pertanto 1 giorno diviso in tutti i secondi di un giorno ha un risultato numerico espresso nella unità del 157=SPIRITO SANTO, nel tempo reale espresso da FIGLIO, PADRE e AMOR Quando la Bibbia dunque afferma che Dio costruì il mondo nella unità del giorno, ma ricorse a un primo che fosse misurato nei secondi, è evidentissima la sua creazione fatta dallo SPIRITO SANTO dell'Unità, nel tempo reale di FIGLIO, PARE e AMOR, appari proprio in questo ordine di precedenza: prima il Figlio, e poi il PADRE, resosi incarnato in un AMOR reale, TRINO ed UNO in un AMODEO ROMANO. Ma quando si fissa in questo modo un giorno, è lecito attendersi anche IL CICLO INTERO DEI GIORNI. 26 × 12 (ore) +22 è dunque il 334 totale di tutto il moto dell'energia 66 nel 400, per come è ridotta nel ciclo delle 24 ore, calcolato solo nell'avanzamento del ciclo. Allora 26 +(26+26+26) = 104 è l'unità e trinità del DIO=26, che si presenta 10^4 in tutta la realtà Una e Trina


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su base 10. Essendo la totalità del tempo costruita su questi numeri, con 26 × 78 = 2.028 abbiamo tutto quanto esiste nel PRINCIPIO 10^3 della presenza di un cubo avente per lato 10 anni, quando si muove interamente di un altro 1.000 e crea in anni 7 Uni e Trini, dati da 7 +(7+7+7)=28 Un DIO che sia venuto al mondo con l'avvento di Gesù Cristo, compie tutta la sua dinamica una e trina in 7 unità espresse in anni, che è contenuta nel limite del 2028 dopo Cristo. Ma dentro questo valore totale dato dall'Unità e trinità del 26 quando interagiscono tra loro, ci deve essere un ente che vale il 400 che, diviso per 6, dà il 66 con resto di 4 (l'Unità e Trinità indivisibile di un solo Dio). Pertanto è 6+6 la dimensione complessa (in azione e azione uguale e contraria) del 66, che è presente nel 2028 e che va tolta, tanto che essa, presente virtualmente in 2028 si muove in tutto solo di 2028 -12 = 2.016. In sostanza sono le altre 12 unità che portano alla fine del ciclo, che noi abbiamo considerato solo in 26 × 12, nel totale di 334. Assegnando valori DIVINI a questi che si esprimono nel segno di quel 26 che abbiamo visto creatore del tempo, la storia divina di una incarnazione, dovrebbe cessare nel 2016.

Cosa dice la Bibbia del ciclo intero in 2.016 anni? Il primo libro della Bibbia, tradotto in Genesi, significa letterariamente IN PRINCIPIO nel lemma BRASYT. Se ci chiediamo su quale lavagna possa disegnare Dio la sua creazione, ci si rende conto che questa essenziale base, di verità, può esistere solo in una disciplina astratta, che tratti dei numeri decimali che hanno la prerogativa di essere creati tutti da un comune padre posto nel numero 10. Quando esiste il 10 e solo il 10, ma più e più volte, esistendo per tre volte e interagendo esclusivamente con se stesso, con 10×10×10 espresso come 1.000 unità e come il 10^3, determina il PRINCIPIO ASSOLUTO di una presenza unica e Trina, tridimensionale. Si mostra insomma nel principio assoluto di un DIO che è 10 ed è Trino. Posto un anno come il periodo intero della Terra, IN PRINCIPIO vanno posti 1.000 anni, che sono solo 10 allorché sono posti in pura linea. Adamo, il primo Uomo, è dunque creato nel PRINCIPIO 10 degli anni divini posti in linea di presenza. Poi occorrerà che questo DIO=10 si realizzi in 10 generazioni di 10 progenitori l'uno dell'altro. Che Adamo crei il suo figlio che poi diventa il padre di tutti quando ha esattamente 130 anni, sembra ben più di un caso. Che sia vissuto altri 800 anni, in cui generò altri figli e


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figlie, non è un caso. 800 : 126 = 6 con resto di 44 (che è il piano 22+22 dell'energia di sue linee) dimostra che questi 800 anni sono stati dati proprio da 126 estesi in tutti i 6 versi a dare 756 che +44 (il piano di energia) porta a 800. La divisione di 800/130 =6 con resto di 20 (che è tutto il moto 10 di 10, o se volete il piano a due lati, 10 e 10) mostra nel 6 × 130 =780 il ciclo 10 della trinità 26, di Dio. In parole povere, negli 800 anni, ne sono divisi solo 780, in relazione alla sua vita, per generare Set. Nel primo uomo creato, esiste il 660 in una vita intera di 930 – 660 =270 (che è il 260 che avanza interamente, di 10) Poiché sono indicati gli anni in cui ogni progenitore muta la sua vita in quella del primogenito, partendo DAL PRINCIPIO 10, questi sono gli anni in cui nacque il 10 e ultimo di queste 10 immedesimazioni del Dio che si incarna in 10 padri. 1° a 010 nasce Adamo, nel PRINCIPIO 1 di 10 PADRI. 2° a 130 di Adamo ha Set 3° a 105 di Set ha Enos 4° a 090 di Enos ha Kenan 5° a 070 di Kenan ha Malaleel 6° a 067 di Malaleel ha Iared 7° a 162 di Iared ha Enoch 8° a 065 di Enoch ha Matusalemme 9° a 187 di Matusal. ha Lamech 10° a 182 di Lamech ha Noè nel 1.066 (energia totale) ----------------1.066 + 950 di vita, muore nel 2016. Sicché, come volevasi dimostrare, la Bibbia CONCORDA in pieno !!!

Cosa dice in genera la Bibbia, sull'incarnazione di Dio? Ne parla? La Bibbia, con la descrizione minuziosa della vita dei 10 Padri fondatori della vita umana, non descrive la vita di 10 “reali” uomini, ma quantifica l'impostazione stessa della vita. Nei singoli 10 uomini, infatti, distingue due valori: gli anni di ciascuno, spesi alla determinazione del primo generato come maschio, e gli anni residui in cui ha generato altri figli, maschi e femmine insieme. Il rapporto tra gli anni in cui tutti gli altri gigli sono stati generati da ogni padre e gli anni per il maschio primogenito, determinano un rapporto unitario esistente tra N, una dimensione complessiva data dai due segni, il positivo e il negativo espressi nei due sessi, ed il numero 1, solo maschio, ad espressione del solo verso espresso in positivo. Il rapporto determina in che modo progressivo si genera la dimensione complessa rispetto a quella singola e positiva. 800/130 è il primo rapporto fondante tra tutto il moto di un complesso 100+100 assoluto (maschio e femmina) nel valore posto IN PRINCIPIO, nel 10^3,


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movimento 800 che poi è posto in relazione alla differente forma matematica, data da 130, in cui il principio vale 10^3 e rappresenta i 1000 decimetri cubi, che quando diventano 130 sono stati divisi per 7,692307 periodico, che è lo stesso quantitativo dato dal 1260/130 (uguale a 9,692307 periodico) quando gli si leva 2 dimensioni unitarie e lo si rende puro flusso di un volume avente la sezione a lati 1+1. Poiché 10^3 è volume, ma 800 è solo il flusso lineare del fronte a lati 100+100, la relazione a 10^3, posto come denominatore, in principio. Lo riduce nel 130 che costituisce il valore lineare del 1.000, ma in un altro modo, quello in cui il mille è stato diviso per il 7,692307 periodico (che è solo il flusso in linea, di quanto in linea sia dato dai 126/13, il che lo porta poi a essere 130. Quando 800/130 si affermano in 6 con resto di 20 indiviso, se esso si dividesse per 130 darebbe un nuovo periodo, dato da 153846. Ora, quando è SET il figlio che vale i 130 anni del padre, sostanzialmente pone questo 130 alla costrizione di subir una seconda proporzione, tra i suoi 807 anni in cui genera il quantitativo complessivo, e i 105 anni in cui egli si ritrasmette nel suo stesso figlio maschio. 807/105 = 7 con resto 72, da suddividere in 105 anni. Quando è suddiviso, dà 0,6 più un periodo eterno di 857142 che è lo stesso in 1/7=142857 periodico solo che si presenta a volumi invertiti, prima 857, poi 142, il che lo rende pari a 10/11,666666... = 10/(10+10/6). Questa ereditata

primogenitura, in sostanza, trasmette la vita paterna di figlio in figlio, mutando i 130 anni di Adamo nell'intera vista di 807+105 anni del figlio SET, in cui poi si attua la ripartizione in 7 parti divise e un periodo di tempo ancora indiviso che sarà poi compito del figlio di Set da suddividere. Insomma abbiamo una CAUSA prima in Adamo che vive in tutto 130+800 anni (che è tutto quanto gli ha trasmesso la CAUSA esistente IN PURO PRINCIPIO CAUSALE). Dio si è trasmesso in Adamo e nei suoi 930 anni nel segno di un 70 che è stata la sua opera 7, espressa nel PINCIPIO IN LINE della decina. Esiste alla base stessa di Adamo la vita di 70 anni di Dio Padre che si sono trasfusi nel suo primogenito, dato che ne sono restati solo 930 a numeratore. Ma Dio, nella sua preesistenza, vale per 10, tanto che i 930 valgono per 9300 9300 anni, in cui un Adamo a dimensione 10 (divina) genera figli e figlie, stanno ai 70 anni della vita di Dio trasfusa in lui come nel suo primogenito, tanto che: 9300/70 = 130 interamente diviso, con resto 200 di indiviso per 70, che sono poi quelli che sono stati posti in detrazione al 1000, per decretare gli 800 anni in cui Adamo avrebbe generato IL RESTO dei figli, dopo il primo che si è fatto carico dei 130 anni che erano stati interamente divisi e DISMOSTI nella CREAZIONE SECONDARIA. Ora se noi mettiamo in sequenza i vari valori causali, instaurati con le 10 CAUSE RELATIVE e successive alla CAUSA PRIMA, abbiamo:


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06,153846 periodico in 800/130 in Adamo 07,6857142 periodico nelle ultime 6, in 807/105 in Set 08,9444444 periodico in 815/90 in Enos 12,000 netto in 840/70 in Kenan 12,7692307 periodico in 830/65 in Malaleel 04,938271604 periodico nei decimali in 800/162 in Iared 04,615384 periodico in 300/65 in Enoch 04,18181818 periodico in 782/187 in Matusalemme 03,2692307 periodo a 6 cifre in 595/182 in Lamech 64,5579404 su 7 cifre decimali Ora noi abbiamo trascurato proprio quanto posto da Dio IN PRINCIPIO, come la sua vita di 130 anni in quei 130 anni in cui Adamo genera a sua volta Set. 130+ 064,5579404= 194,5579404 Il PRINCIPIO ASSOLUTO 1.000, diviso per questo tempo, dà luogo con esattezza a 5,138 volte più 0,0018570. Ebbene accade – come per caso – che nel 1857, (che in 1 si sormonta all'8 di 138, essendo 9 la terza cifra sommaria), un tempo decimale letto proprio come l'anno 1857, nacque Torquato Amodeo, quel mio nonno cui poi io stesso mi sono sormontato. avendo assunto da lui il mio nome numero 5, essendo io nato nel tempo decimo espresso in 138 come nel mese 1 dell'anno 38.

Sottratto, invece 1000,0000000 meno 0194,5579404 = 0805,4420 596 il che mostra 5,4420595 in più di quanto Adamo ha speso nella sua vita a generare TUTTI gli altri figli, ossia 800 anni. Sempre come per caso, il nome Adamo, in originale lingua ebraica, scritto da destra verso sinistra appare proprio in questo ordine: MDA, letto ADM, ADAMO. MDA è esattamente il Codice Fiscale del cognome AMODEO, appartenuto a quel Torquato AMODEO e a me che – SEMBRA SEMPRE PER CASO – corrisponde alla divisione tra il Principio assoluto 1000 corrispondente a 10^3, e questa energia totale appartenente tutta a questo DIVINO PRINCIPIO, che vale in tutto quel 194,5579404 espresso con definizione assolutamente certa dalla Sacra Bibbia. Questo principio vitale, quando si presenta nel 1.066 che è la somma della vita divina per come si è espressa attraverso la somma determinata in tutti i figli, è l'immagine stessa della energia, che quando è il segno di una presenza 10 nel moto di un tempo 1 di futuro, occupa un 11 che, se è occupato in tutti i 6 versi, oppure se si è disseminato in tutti i numeri interi contenuti in 11, ossia nella somma espressa da 0+1+2+3+4+5+6+7+8+9+10+11=66, uguagli l'11 nelle 6 dimensioni, quando in ciascuna esiste il valore medio dato da 6. La cosa strana è che questo medio 6, espresso nel 66 diviso per 11, è il valore medio che dimezza il 12!


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Sembra che 11 e 12 non possano essere divisi, e proprio in ragione del fatti che quando un primo che vale 66, vale nel 6 come il suo valore medio della sommatoria in 11, esso è il medio di 12! 11+ 12= 23 è infatti un valore che esprime un 20 in 3 unità, ed è il valore di un indissolubile accorpamento, in cui 3 sia il flusso del volume intero a tre dimensioni, mentre 20 è la lunghezza totale, 10+10, dei due lati quando si esprimono “divinamente” nella decina. Se infatti è 13 la presenza, sia di un 3, sia del suo ciclo totale che è espresso presente in 10 unità che poi sono decimi, 13 rappresenta una occupazione in linea, che se si muove interamente, o si esprime nel modo che la somma al 10, o in quello che la moltiplica per 10. Infatti, quando presentiamo i numeri 2 e 3 nella forma di 2^3, abbiamo il volume in tutto il suo complesso binario, positivo e negativo, che la Bibbia assimila ai figli MASCHI e FEMMINE. Insomma 10+3 esprime solo nel 10 il maschile, ma necessita anche il femminile! Necessita un PIANO generazionale di maschi e femmine e non solo di primogeniti e maschi in cui Dio assimila il suo aspetto al SINGOLARE. Questa è la fondamentale ragione in cui la religione ha fatto sempre e solo affidamento sui figli maschi. Essi sono espressi dai DISPARI, e tutti i numeri PRIMI sono dispari e indivisibili per 2. Il femminile, nei numeri, è invece assimilato nei numeri pari, nel mentre il Dio assoluto risulterà espresso in tutti i

numeri terminanti con uno o più zeri. Quando si considera l'accorpamento della molecola, essa lo è alla dimensione di 6 volte 10 elevato a 23 per ogni molecola. Anche quando si considera un segmento di linea, che esista 10/1, in 11 dimensioni in un verso, e in altrettante nel verso opposto, anche a questo 22 complessivo va congiunto un “sabato” di Dio, un tempo 1 che – opportunamente considerato – riporti nel numero primo 23 le 22 unità. Cosa è un numero primo? Lo è 1 oppure 2? Ebbene lo è 2 e non lo è 1. Infatti 1 è ASSOLUTO, essendo dato da N^0 =1.Affinché possa esistere un 1 primo, ma in modo “relativo” deve esistere il rapporto N/N posto tra 2. 23 , partendo dai numeri primi espressi in 2, 3, 5, 7, 11, 13, 17, 19, 23 è il primo nel NONO tra i primi, nel mentre associa in 23 i due numeri primi. L'aspetto “stravagante” che esiste nell'11, è che non è completo se non considera anche la sua unità e non diventa un 12. Quando tutto questo è espresso nella sommatoria dei numeri, allora la sommatoria dell'11, sommata alla sommatoria del 12, dà luogo con 66+78=144 al famoso PRIMATO espresso da DIECI PRIMI, come i 10 primi PROGEMITORI dell'uomo elencati e perfettamente dettagliati in Genesi, primo libro della Bibbia. Ci va di mezzo anche la famosa sezione aurea, regolata dalla serie di Fibonacci: 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144. in cui questo


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numero è il 12° ed è uguale a 12 × 12. 1+1+2+3+5+8+13+21+34+55+89+144 = 376. Nel mentre; 2+3+5+7+11+13+17+19+23 = 100! La somma da 1 a 144, della serie di Fibonacci è 376, e, considerandola espressa nelle 8 dimensioni del modello complesso a dimensioni 2^3=8, vale esattamente 47 il che esprime il flusso di 100/2, che comprende un cubo a 3 dimensioni che si muove quanto 50-3. E quando questo 8 si ritaglia una presenza il 376, tanto da ridurla a 368, ecco che abbiamo esattamente 16 volte 23, ossia questo indivisibile numero primo esteso a tutte le dimensioni di carico su una realtà 5^4 quando il carico è dato dal 10^4. Il capitolo 23 di Genesi si occupa della vita di Sara, e comincia dicendo che gli anni della vita di Sara furono 127. Anche questo è un numero fondamentale, poiché manda in avanti, nel tempo 1, i 126/13 numeri che regolano il tempo con questa esatta frequenza. Dal 126 considerata quantità tridimensionale, la sua parte unilaterale è data dal suo terzo, che lo riduce all'esatto 42 in cui i 7 giorni dell'intera opera divina si combinano con il solo lavoro esplicato in 6 giorni. Ma è SARA, che nel nome vale il 17+1+16+1=35 che abbiamo chi realmente determina la nascita di Gesù Cristo, sotto il profilo umano. Lo diventa da SARAI, quando era STERILE e – per come segnalatole da una trinità di Angeli divini – l'anno dopo sarà incinta. Una sterile non recepisce effetto alcuno dal seme del marito Abramo. L'effetto vero non

verrà AB R.AMO, ma da DIO che rende feconda, dunque feconda SARA. Ella rappresenta il S. ARA il santo altare di un AR e di un RA Dio del Sole, che sia nato a SA (Salerno) che che poi muoia a SAR (Saronno) essendo una A, un AMODEO. Ebbene questo AMODEO che è TORQUATO nel nome numero 5, per come lo abbiamo potuto vedere elencato nella determinazione umana, seguendo la traccia biblica, costui avrà esattamente 42 cifre al lavoro, nel suo nome, più 6 sabati, espressi nello zero di lettere alla fine di ogni nome, quando essi sono i 6, di tanti nomi al lavoro. ROMANO ANTONIO ANNA PAOLO TORQUATO AMODEO mostra queste 24 cifre che nel loro ente trino sono 126, e che sono 127 in Sara, e assolute per tre, in 127+127+127=381. Questo 381 è il 376 di tutta la serie di Fibonacci, sommata al 5 che divide in modo intero il 1000 per il potenziale 194,5579404 che abbiamo calcolato, e che mostrava un tempo dato da 138+1, quando si esegue il dettato in genesi 38 della Bibbia e si pone per ultimo quel primo che fu dichiarato in una MANO assegnata a RO estremi congiunti di ER ed Onan, i “congiunti” - inutilmente - a Tamar ch'era rimasta vedova e si farà rendere feconda dal loro vivente Padre. Se in Genesi, il libro 1 di Bibbia, capitolo 38, dunque Deuteronomio, libro 1-38 si prende il numero 1 e lo si pone in fondo, da 138 si passa a 381 e al valore Trino della vita di una SARA resa feconda solo da Dio, giacché era sterile. Questo 381 è proprio il valore numerico di questo nome a sei nomi, per un valore medio di 6×6, che vale il 66 congiunto nel primo, 78 nel secondo, 26 nel terzo, 51 nel 4°, 113 nel 5°


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e 47 nel cognome AMODEO, numero che già abbiamo visto derivare da tutti quelli della serie di Fibonacci, da 1 fino a 144, e che in questo 144 somma al 66 del 1° nome il 78 del secondo, divenendo essenziale in un solo dualismo, equivalente al cognome allorché il totale 376 si divide per il volume espresso da un DUO. 376 : 8 = 47=AMODEO. Io qui lo mostro solo come una STRANA CIRCOSTANZA. E' un nome che risponde a tutti i requisiti Biblici. 6×6 lettere al lavoro come media su sei nomi... 42 quando sono aggiunti i 6 Sabati della voce, e valgono non il triplo di quanto è terzo di 126 unità, perché, mentre sono 1/3 delle 126 unità, sono il triplo del valore intero del 126 quando si aggiunge al numero 126 anche quello di 1 CIFRA, a rendere intero quel 127 che allora è simile a quando si chiamino COLLI il numero di 127 COLLI e, con riferimento poi a una SCARPA come a un “collo” dei 127 diventino 126 volte una SCARPA enucleata a dare DIFFERENZA tra ”collo e collo”. E' ciò che attua il conteggio unitario nel contesto del computo TOTALE. Il TOTALE quando è 100 e vi si debba dettagliare un NOME, allora è come è descritto nel CREDO ISLAMICO, in cui i NOMI di ALLAH sono 99, dati esattamente da 100 -1. Anche la vita totale di SARA, la progenitrice di tutti gli uomini da Lei resa feconda, dunque Fecondata DA DIO, nei 127 anni in cui il rapporto unitario di 126/13, si condiziona ad UNO che mentre lo è nel 10, è anche a 3 dimensioni, tanto che 3 dimensioni si spostano di 10 e valgono 13 e poi si moltiplicano per 10 e valgono 130.

Quando questi 130 sono CICLI, e niente li rappresenta meglio della lettera O, che è la lettera numero 13 dell'alfabeto italiano a 21 lettere, ecco che un nome che rappresenti veramente DIO che assume il quanto 130 della vita di Adamo quando genera il suo trino Set, usando il numero 3 dei suoi, per esclusione di Caino e Abele, ecco che questo nome deve avere 10 O, nel segno di uno strano 100. Ebbene, contatele le O presenti in questo nome: ROMANO ANTONIO ANNA PAOLO TORQUATO AMODEO Un solo nome ANNA=26 non ne ha. Gli altri 5 ne hanno esattamente due, ossia 13+13=26 in ciascuno, per un totale del 130 che sono gli anni di Adamo quando si proietta nel suo primogenito degli uomini – UNO SOLO – preso nel terzo. Avendo visto in che modo il 23 debba essere salvaguardato, in questo nome, basta osservare come: 066=ROMANO+ 051=PAOLO+ 113=TORQUATO ------------------230 Che sono i 130 anni in cui Adamo genera tutti gli uomini, generando Set, quando gli si aggiunga il piano divino dato da 10×10. Se si voglia scoprire quanto sia il giorno, allorché esiste l'anno bisestile dato dal primo nome, 66 combinato con la trinità assoluta 300 di Dio espressa in giorni, questo giorno numero 230 dell'anno corrisponde al 7 di agosto del prossimo


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anno santo, il 2016, conforme al limite Biblico posto alla vita del 10° figlio. Il cui finale si esprime in quel <Noè> che anche di RomaNOè. Ebbene, questo 17 agosto, espressione del 230°, dovrà però condizionarsi al suo tempo decimo, umano, di un uomo relativo a questo 23, che nel suo terzo del primo, il 66, valga 22. Pertanto la fine deve essere arretrata di 22 giorni, rispetto al 230 espresso dai tre nomi che sono il numero 1°+4°+5°, di un virtuale 145 che rispetti il piano 70+70 di Dio, attraverso il flusso e l'opera di quel mediatore che in genesi 38 si presentò solo nelle 5 dita di una sola mano. 145/5=29 che è tutto il moto di un 1 che esiste nel divino 30 dato da 10+10+10. Questi tre nomi infatti fanno parte di 5 che negli altri due sono proprio ed esattamente la Trinità e l'Unita di un Dio che sia un creatore di un ANNO intero in 7 giorni. Allora lo crea con 26×14 (in figura del nome 1 e 4) in cui DIO=26. E la sua Trinità vale il 78 del secondo nome ANTONIO. Usando soltanto questi 5 nomi, mentre quelli che escludono il 78 e il 26 (della Trinità e dell'Unità di Dio) portano all'esclusione della vita, definendola a 22 giorni dal giorno 130 dato dai tre, il nome Uno e Trino di Dio dimensionano tutta la presenza umana assunta da Dio in questa terra. 26 volte 78 porta al 2028 dell'anno 2.028 dopo l'avvento del Figlio e sono tutta la delimitazione, che comprenda quel 12 che nel primo è stato escluso dal nome numero due, che lo rappresenta della Trinità del DIO=6. Lo abbiamo già ragionato che il vero numero primo è il

numero due, che nel 78 ha la trinità di Dio e che, essendo sommatoria del 12, vale il 144 in cui il 78 vale solo se si aggiunge al nome numero 1, che manca di 12 rispetto a 78. Allora questo 2.028 che nel 28 ha l'unità e Trinità dell'opera 7 di Dio, da essa deve sottrarre il 12 che è sottratto nel 1° che lo rappresenta da solo. 2.028, meno 12, diventa il 2.016 descritto in Bibbia nella fine del Decimo Figlio Noè, che ha la stessa finale di RomaNO, la stessa FINE di Romano. Generata la vita dal 26 per 78, dell'Unità e Trinità di Dio, dunque anche il Padre uscirà di scena nell'anno 2.016. In quanto al giorno, esso pure sarà dato interamente dal DIO=26 e dalla sua Trinità =78. Quello che è Uno e Trino, in tal modo, e vale in somma 26+78=104, è quanto poi sarà rappresentato dalla realtà a dimensione 10^4. Si tratta però sempre di un valore primo che è veramente primo solo nel suo porsi in 2. 104 + 104 = 208 è il giorno 27 luglio che dista con totale esattezza 22 giorni dal numero 130 rappresentato dagli altri 3 nomi. Può un nome contenere in se stesso tutti gli estremi della sua vita? Ma fate attenzione: l'estremo in 2.016 comincia con l'avvento del Figlio, e non con quello del Padre. Quando può essere inquadrato l'avvento del Padre?


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Nei numeri, quello che si abbina al Padre è il numero 8. Lo abbiamo visto negli 800 anni assoluti di Adamo in cui genera ALTRI FIGLI E FIGLIE. Ma quando Dio vale IN PRINCIPIO come 1.000 e si divide in ottavi, allora da 1.000/8 si hanno 125 unità. Diventano “divinamente” 251 quando, in genesi 25, chi è il gemello numero 1 si pone in fondo. 040=PADRE=14+1+4+16+5 dando numeri alle lettere. 054=FIGLIO=6+9+7+10+9+13 096=SPIRITO=17+14+9+16+9+18+13 061=SANTO=17+1+12+18+13 251 Perché il libro 1-25 del Pentateuco? In esso sono descritti due gemelli: 42=ESAU=5+17+1+19 42=GIACOBBE=7+9+1+3+13+2+2+5 84, ove Esaù ha 4 cifre e Giacobbe 8, dunque 48 48=GESU'=7+5+17+1+19 rispetta esattamente quanto tenta di fare la MANO di Giacobbe che cinge il calcagno di Esaù perché aspira al primato, e poi acquisterà da lui la primogenitura. In ESAU' la primogenitura è la Alef=1 in posizione n.3. Quando la perde diventa ESU'. Giacobbe che l'acquista, l'ottiene nella sua iniziale G. G+ESU' è quanto realmente avviene ed è descritto in Genesi 25.

E' formato dalle stesse 42 cifre che sono lo stesso DNA numerico dei due gemelli, e la cabala Ebraica sostiene che Dio ha un nome segreto di 42 cifre... Ma ci sono anche DUE POPOLI, dichiarati essere dal Signore, nel grembo di Rebecca: ilo maggiore è chiaramente il ROMANO che comanderà si USRAELE (il nome che sarà dato proprio a QUESTO GIACOBBE). Pertanto se in un senso letterario deriva il nome del FIGLIO GESU', sarà ROMANO il nome del Padre che si imporrà su quello di Gesù ma infine servitù a Gesù, quando proprio il SOLE INVITTO celebrato dalla fede del popolo ROAMANO, nel Dio RA ROMANO servirà a determinare il GIORNO NATALE di Gesù Cristo. E il 47 di Amodeo determinerà la stessa mitica nascita di Roma. Infatti, tolto IL PRINCIPIO 1000 al natale di Cristo, occorrono esattamente 247 anni, che sono il piano 100+100 il cui solo flusso è il 47, a crescere di 247 dal meno 1000, tanto che -1000 +247 = 753 avanti del Natale di Cristo, il Natale di Roma. 753 rappresenta nel 750 o il tempo di ¼ del 100 che vale IN PRINCIPIO, e avanza in tre tempi di 250 ciascuno, raggiungendo i 750. la somma di 3 combina questo valore assoluto 750, assoluto terminando con 0, con una reale terna unitaria negli anni. Quando si sommi tutto lo spazio divino che vale 75 cicli alle 3 dimensioni di Dio, 75+3 diventa tutta la vita reale di un DIO=26, perché raggiunge in anni il suo triplo.


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Ma quando è nato questo ROMANO ANTONIO ANNA PAOLO TORQUATO AMODEO che sono io? Il 25-01-38 del famoso libro 01 nel suo capitolo 38, in cui sono descritti altri due gemelli Zerach e Perez Messi insieme, ZERACH+PEREZ trinitariamente parlando, sono ZER sia da destra, sia da Sinistra, e alludono a quanto è ZERO, come un I.SACCO che vada eliminato a vantaggio solo del suo contenuto divino. Ciò accade in ogni uomo. E' divino il contenuto da cui siamo stati tratti in questo modo, da parte di un DIO che ci ha trasmesso del SUO, dandolo a tutti ma celandosi in PERSONAGGI che sono solo puri INVOLUCRI, che dovranno tutti essere eliminati. Io in particolare, Italiano, sono quell' I. SACCO da eliminare, perché in me Iddio sia manifesto, nel solo contenuto di me stesso. Posto dune ZERO il contenitore dato dal duo dei gemelli, essi si congiungono in uno solo, nel loro contenuto. CH+P indica esattamente quel CHI-RO che in greco risuonava CHI ed era espresso P in RO. Il contenuto dei due gemelli in genesi 38, è CH-P, è XP, è Cristo. Che valore dobbiamo dargli? E' un DUO che vale in un PRIMO, e lo fu decretato solo ZERACH, nel primato assegnato quando uscì con una sola mano dal Grembo di TAMAR. 54=ZERACH=21+5+16+1+3+8. Ma per far ZER, la sua trinità, è usato solo ½ di 54, ossia 27. Accertato la presenza di un 3^3, in forma divina di trinità,

uno 27=ZER esiste associato ad un valore che dovrà essere letto tutto da destra, come il REZ=72 che ne capovolge la totale lettura. Cosa vale il contenuto? Escluso lo ZERO del suo sacco? ACH+PE vale 1+3+8 (GENESI 38 !!!) +14+5 (il già visto 145 !!!) Il totale di 1+3+8+14+5=31, la trinità divina data da 10 volte 3, sommata all'unità! Di fronte a un DIO SONO, quando egli si esprime nel TU SEI ROMANO nel primo nato ES-AU', e dobbiamo mutarlo in un VERBO, associato a un numero, qual è? E' esattamente il 6=SEI che è esattamente 17+5+9=31. ZERACH+PEREZ diventa i numeri: 27 +6 +72, il 27.672 cui bisogna aggiungere il DIO 1 e nel PRINCIPIO di 1000. allora 27.672 giorni, sommati al 1.001 di ciò che è 1 essendolo IN PRINCIPIO, diventa 28.673 giorni, e sono quelli che esattamente hanno termine il 26 luglio 2016. considerata la mia nascita nel 25 gennaio del 1938. Ora in che data si sarebbe dovuto RIPRESENTARE Gesù, in quale vita? In quella del Duo Paterno che sia in Padre e Spirito santo. E possiamo farne un calcolo esatto, poggiato su questi assunti. La vita di Gesù cristo, di 33 anni ha avuto la sua ragion d'essere dall'assoluto 100, postosi unitario nel 99 dei nomi 99 di Allah, che non accetta divisione per tre, ma che quando lo è diventa 99/3=33, ed è la divina vita terza dei 99 nomi di


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Allah, che “non si è fatto un figlio” perché il 99 nomi di Alla sono i 3 terzi della vita di 33 anni di Gesù Cristo. Allah è UNO in tre/terzi, che sono veramente 1, come 3/3. Se il 33 lo dividiamo per la Trinità, tanto da averne l'Unità, essa, da 33 : 3 =11 si riduce al valore che in se stesso ha tutti i numeri in 66=ROMANO. Pertanto, se rilanciamo la vita 33nnale di 11, arriviamo al 44 che esprime quanto sono i 2/3 nel 66=ROMANO. Pertanto quando il 33 diventa 44, il suo dualismo interattivo, 44×44 = 1936 crea l'antefatto e i genitori di Romano fissano le nozze per l'anno dopo. Sposati e passati i 9 mesi di gestazione, Romano Nascerà il 25 gennaio del 38. Ma – visto il dualismo che esiste nelle date – e che dalla radice quadrata del 1936 deriva l'indice in linea tempo data da 44, che vale la radice quadrata di tutta la data, espressa tutta in ragione puramente decimale nel numero 1938,01.25 che assegna all'anno il valore unitario, i centesimi ai 12 mesi e i decimillesimi ai giorni? Innanzitutto ciò è ammissibile? Vediamolo. Se i mesi sono in centesimi, perché abbiamo solo fino a 31 giorni e non 100? La ragione è che il 100 deve essere commisurato dal ciclo 10, e il moto di 10 nel 100 è solo 90. Essendo TRINO nel 90, nel verso del tempo che esiste in una trinità di spazio, ne compaiono solo per 90/3, dunque 30. Ma osserviamolo in 4 anni, perché solo allora abbiamo l'intero.

Un anno avrebbe 1200 giorni, e quattro ne sarebbero 4800. Considerato “indice”, ossia “esponente” della base 10, questo 4800 che indica tutto, perché noi lo riduciamo a tre volte 365, ossia 1095 e una a 366, tanto che il totale è di 1461 giorni? Chiaro, anche 1461 è un esponente della base 10. Allora da 10^4800 : 10^1461 = 10^3339 accertiamo che abbiamo diviso la quantità decimale espressa in 10^4800 per quel 10^3339 il cui indice tiene conto di 3333 giorni come flusso e di una area 3+3 come sezione. Infatti 3339 = 3333+3+3. Abbiamo esattamente ridotto il numero decimale in modo da renderlo rispettoso della forma assolutamente a 3 dimensioni del suo spazio. Allora possiamo con diritto esporre il 25 gennaio 1938 nella gerarchia del numero 1938,01.25 che ne presenta il tempo nella giusta gerarchia di valori, totalmente espressi nel ciclo decimale. La sua radice quadrata porta a 44,02268338, accresciuto di 1 nell'ultima cifra, a contenere i numeri restanti eliminati. L'analisi di questo potenziale in linea rivela: 44 intero i 2/3 del 66 che sono tutto il piano a 4 dimensioni, del valore 11 posto alla base del 66, quando si divide nei 6 versi e si riduce al solo avanzante nel tempo a velocità 10/1 composta da 11 dimensioni. 44 che ha due dimensioni del 22, vale come il piano 22+22 in linea che in uno solo vale la metà. Poiché deve avanzare l'unità della massa, che è espressa


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dai millesimi dell'unità, debbono essere 22 millesimi. Avendo ridotto a mezzo il 44, possiamo compensare solo esprimendolo ora nel suo doppio, che lo porta a quel valore 8 di tutto il complesso 2^3 moltiplicato per 11. Ma questo totale 88 deve dimensionarsi in relazione ad DUO paterno, tanto che 88 -2 = 86 esprime solo il FLUSSO in linea del valore paterno. Va aggiunta ora la vita del Figlio, che è stata del 33 e che è anche quella di qualcuno dei due della terna divina. Infine va dimensionato quanto 8 il duo al cubo. 44,02286338 moltiplicato per se stesso ed agendo come Padre per Spirito Santo, si incarnano nel 1938,01.25 che ne risulta come tempo. Insomma è DIMOSTRATO, conti alla mano e a partire dalla vita di 33 anni del Figlio che essa si rilancia in quella del Padre quando porterà il 33 a divenire 44, sommandogli il valore 11 che rappresenta l'Unità posta in 10 e l'Unità posta in 1. Questa vita però non contiene ancora la vita del Figlio. Devono attuarsi tutti i presupposti DOVEROSI. Uno è che i giorni del Padre debbono essere i 1000 dati da quanto esiste IN PRINCIPIO. Poi esiste il 138 della premessa Genesi decritta nel libro 1 e nel suo capitolo 38. Il 1000 deve porsi unitario in 999 volte un suo valore millesimo. Con 999 -138 = 861 c'è tutta la vita. Come mai 861 quando quella di Adamo che FA FIGLI E FIGLIE è stata solo di 800? Non è vero! Tutta la vita ha contenuto anche i 130 anni che

aveva quando generò SET. 130/61 = 2 con resto 8, per cui vanno considerati i due gemelli, sia di Genesi 25, sia di Genesi 38, in cui sempre il primo si lascia misurare dal secondo. Quando un MINUTO PRMO si lascia misurare dal secondo vale 60 secondi. Aggiunti ai quali 1 primo, i due, misurati tutti dal secondo sono 61. In tal modo al primo, che ha avuto come premessa il 138 si aggiungerà il secondo e si passerà alla presenza dei due. Questo vale esattamente il numero 861 che aggiunto a 138 porta alle 999 unità di quanto sia IN PRINCIPIO, come 1000, e in cui UNO esista in principio, e si muova per 999, quanti tutti i valori dei tre cicli cabalistici ebraici che sommino 9 unità a 9 decine e a 9 centinaia. Da questo deriva anche un anno espresso in secondi, quando nel 999 il 9 di mezzo resta di 9 secondi, mentre i due 9 estremi si considerino nei 60 Primi e nei 60 terzi. Allora i 9 primi diventano 9×60=540 secondi. I 9 terzi, a loro volta, diventeranno 540 minuti quarti, i quali, per essere ricondotti ai secondi lo saranno, correttamente, in 54 centesimi di secondo. Ne derivano i 549,54 minuti secondi che esistono in un anno siderale, e li abbiamo ricavati dal 999 che esiste nel mille, quando abbiamo moltiplicato per 60 i minuti primi e i minuti terzi, ma come il primi saranno 540 nei secondi, i 540 terzi saranno 0,54 secondi, alias 54/100. Aggiungere 861 giorni al 25 gennaio 1938 ha portato al 4 giugno 1940 e io sono stato davvero sul punto di morire. Nello stesso giorno si è presentato il mio secondo, perché fu


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concepito mio fratello Benito, destinato, nella sua aggiunta trina al mio RU (finale in ESAU') dualistico, come il RU+BEN del primogenito reale di Giacobbe. Ma da RUBEN a BENIAMINO, l'ultimo figlio di Giacobbe, esiste so stesso Duo esistente tra Romano E Benito. Risulta descritto tutto questo in Bibbia? Dobbiamo andare a quanto è insito nella data del 1940,06.04, e andare a leggere il capitolo 40, arretrando dal versetto 6 al 4. Vi si parla di due sogni fatti e raccontati a Giuseppe, uno foriero di vita e l'altro di Morte. Il terzo sogno, reale accaduto secondo questi numeri fu riportato a mia madre, da una sua scolaretta. “Maestra, stanotte ho sognato la Madonna che mi ha detto di provare molta pena per vostro Figlio. Mi ha incaricato di riferire di non temere più, perché ci penserà LEI. Vi chiede solo di accendere una candela sul suo altare, in segno di ringraziamento e di devozione. Accadde il miracolo annunziato e – come nelle preghiere incessanti di mia madre alla Madonna (Salva Romano, innocente come Gesù) la Madre di Cristo salvò la vita di suo padre, attraverso il ritorno in vita di Gesù. Io fui tra la vita e la morte, come i due servi del Faraone, il coppiere e il panettiere, uno dei quali fu salvato e l'altro no. Ma questo 4 giugno è a cavallo tra la nascita il 3 giugno di Giuseppina, la mia seconda mamma per attributo di no0zze (come San Giuseppe, attribuito come padre a Gesù), e la morte reale il 5 maggio di mio Padre, Luigi, che sulla maturità

della sua vita si era messo a fare il... San Giuseppe, falegname, nel mentre costruiva RADIO (il DIO RA). Giuseppina il mio attributo paterno in vita e mio Padre, una nata e l'altro morto, rappresentati dai due servi: il coppiere salvato e il panettiere messo a morte. Nel sogno della bambina, riguardante me, tra la vita e la morte e la madonna che provava pena per me... La morte di mio Padre è stata contornata da un ufficiale avvento del Santo Padre a Milano, il 22 maggio 1983, quando vi si è recato nella sua visita ufficiale, apostolica, che non aveva fatto ancora. Quella stessa mattina, in cui arrivava a Milano il Santo Padre, il mio papà reale si paralizzo per salire in cielo il 5 giugno successivo dopo 14 giorni esatti di personale via Crucis, egli già straordinario per il suo avvento il 7-7-7, nel segno esatto di quanto accade tramite SET e tramite il nono dei 10 Padri, chiamato L'AMECH, con mio padre che era l'AM, in Amodeo che è scritto vissuto – in Bibbia – esattamente per 777 anni. Il 2° e il 9°, nel segno trascendente di quel 29=RO=16+13. L'AM 777 sembra mio padre e io Noè nella FINE reale di Romano, se muore nel 2.016 in cui morì Noè.


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Dà l'idea, la Bibbia, del nuovo Principio? In modo pieno ed assoluto, è scritto che Noè visse 350 anni dopo il Diluvio, nel nuovo mondo. 350/1.000 anni/anni vale 0,35 e valuta gli anni nel nuovo mondo in relazione ai 1.000 posti IN PURO PRINCIPIO di calcolo matematico. Ebbene, questo tempo assoluto messo in relazione con se stesso come ogni AZIONE va comparata con quella UGUAE E CONTRARIA che coesiste, porta a 0,12.24, che – per come ho dimostrato, esprime IL NUOVO INIZIO nell'anno 0 in cui Gesù è dichiarato nato il 25 dicembre. Ma esiste anche un modo esclusivamente in linea. 10 è il PRINCIPIO quando è espresso in principio. Quando esiste in un principio secondario, esiste come il 9/1 che è unitario in questo 10 Assoluto. Partendo dunque da un principio che vale 9 unità relative alle 10, e sommando il 350 di vita nel nuovo mondo, degradato esso pure ed ora in giorni, 9+350 sono il giorno numero 359 che è proprio il 25 dicembre. Se infatti sommiamo i 6 giorni che mancano per 1 anno, al 359, abbiamo i 365 giorni in cui un anno esiste per tre anni. Nel mentre 10, il principio assoluto, sommato a 350, porta al giorno 360 che è il Natale nell'anno Bisestile, a 366 giorni

Dio crea in 7 giorni, ma che cosa è “fisicamente” 1 giorno? Si deve partire da tutta la massa terrestre, perché 1 giorno è il tempo in cui avviene tutta la sua rotazione elementare, che è quella di due dimensioni, sulle tre che ha lo spazio, rispetto a quella delle tre che è perpendicolare al piano della rotazione. ! giorno è dunque tutta la rotazione che avviene nel piano della rotazione, riferita al sistema delle stelle fisse che è osservato esistere nell'Universo e può essere posto a base di lettura di fenomeni che siano complessi, quando rotazioni accadono all'interno di altre rotazioni, che a loro volta esistono rispetto a quanto appare esente da rotazioni e, pertanto, assegna alla rotazione terrestre quel tanto che essa possiede, in relazione a ciascuna. Pertanto, considerato che un anno rispetto alle stelle fisse misura esattamente 365,25 giorni di rotazione relativa al sole, più ¼ di giorni per la rotazione intera del sole in 4 anni, attorno al suo centro relativo di rotazione, e infine 549,54 minuti secondi per la rotazione che implica 157,2224041 anni per la rotazione del sistema solare rispetto al sistema delle stelle fisse, il valore di un giorno siderale si dovrebbe far carico anche di questi due ultimi tempi, ed apparire più lungo


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di quello che appare rispetto al sole. Ciò non sarebbe reale e dunque nemmeno giusto. Infatti le misurazioni che accadono nel nostro sistema numerico, che rivelano nel ciclo 10 il raggiungimento dell'unità, pongono tutti i numeri interi 1, 2, 3 eccetera interni alla decina, come “tempi” di una unità che non appare essere intera fino a quando non esistono 10 decimi. Pertanto, mentre noi osserviamo il contatore che manifesta la crescita dei tempi, dobbiamo sapere che ogni numero è sempre “spazio presente” dei suoi tempi decimi, nel mentre è “tempo presente” nel suo “spazio” decuplo. Con il presentarsi del numero 1, esso è il “primo tempo” dell'unità raggiunta come spazio intero solo dopo 9 altri tempi decimi. In tal modo, il tempo di rotazione della terra non contiene ancora l'interezza del suo fenomeno rotatorio fino a quanto esso si è compiuto, e il 1° giorno possederà solamente i 364 giorni unitari, dunque tutti i suoi 364+1=365, fino a quando non trascorreranno interamente tre anni terrestri, tanto che il 4° possa essere accreditato di 1 giorno in più, rientrando il sistema solare in un fenomeno apparente in 3 +1 anni come il “principio” trino dello spazio a 3 dimensioni di 365 anni interi ciascuna, ed uno del tempo intero e unitario espresso in 366 giorni. In tal modo il 4° anno terminerà la sua intera rotazione “spazio-temporale della massa terrestre. Dopo i 4 anni inizia un periodo lungo quanto la divisione tra un giorno intero di 86.400 secondi e quei 549,54 secondi che appaiono presenti in un anno siderale. Solo al compimento del tempo dato da 86.400 : 549,54 =

157,222404194597441513593187029152... e qui mi fermo solo perché il computer mi fornisce fino a 33 cifre, nelle quali vedo uno zero alla 28ma definizione, pari alla 25ma cifra decimale del tempo esatto dato da 100/4=25. Questo 10^-25 è la dimensione esatta da dare alla costante dei gas, espressa nella Costante denominata “di Boltzman” assegnata a lui da un grande fisico che non era Boltzman ma Max Planck. Non è quella di Stefen Boltzman a simbolo sigma ma quella a simbolo K o più precisamente KB. Va detto, per correttezza, che – come Planck attribuì a Boltzman il valore ricalcolato da lui a partire dalla Costante di Stefen Boltzman, così io ora attribuisco a questa costante il ricalcolo esatto del suo valore, definendolo esattamente 138 volte 10^-25 J K^-1, non avendolo calcolato Max Planck in questo “puro” 138, ma in 1,3806488(13) ×10^-23 JK^-1. La “purificazione” introdotta da chi sta scrivendo, innanzitutto parte proprio dalla dimensione assoluta esistente come 10^10^10, che è uguale a 10^100, la quale, quando esiste nel tempo della presenza, che è solo ¼ delle 4 dimensioni apparenti nello spazio a 3 dimensioni, sommato al tempo ad 1 dimensione, diventa un 10^100 esistente nel suo esponente ¼ che riduce 10^100 a 10^25 unità, il cui quanto unificante il 10^25 è decisamente il suo valore inverso, dato da 10^-25. Sicché, per questa ragione, 1,3806488(13) ×10^-23 diventa 138,06488(13) ×10^-25, sempre in J K^-1, Successivamente io che scrivo sostengo e dimostro che la quantità decimale, esistente a questa dimensione, certamente


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esiste, ma come un puro “tempo” dell'unità del ciclo e che non appare ancora nel valore unitario, tanto da non dovere ancora essere giudicata “presente” così come accade che non possiamo giudicare “presente”, in un giorno intero, quel tempo ¼ del giorno che si afferma solo al termine di 1 anno, ma che ancora non può entrare nel calcolo esatto e compiuto se non alla fine del 4° anno. Lo stesso Max Planck aveva affermato esistere come “accumulo di energia” una doverosa quantità definita, che solo al raggiungimento di una quantità intera era in grado, ad esempio, di spostare una orbita su una superiore, e senza alcuna possibile esistenza di fasi intermedie. Lo scrivente, dunque, elimina da 138,06488(13) ×10^-25 J K^-1 la quantità di 0,06488(13) ×10^-25, giudicandola “tempo unitario” dell'intero 138, che se apparisse in se stesso sarebbe 1/138 = 0,0072463, per fermarmi alle stesse 7 cifre decimali3. 0,0648813 meno questo centotrentottesimo a 7 decimali 0,0072463 = 0,0576350 che a mio giudizio è il modello unitario di riferimento che è necessario ogni volta introdurre per il calcolo di qualsiasi cosa. 576350 ×10^-7 è il modello alla dimensione unitaria dell'indice 7 di: 500.000 che sono tutto il modello a verso unico reale in 10^8, che è la dimensione unitaria del complesso elettromagnetico. 70.000 indica il modello della realtà 10^4, quando la

velocità unitaria in 10.000/10.000 si moltiplica per tutti i 6 versi interamente percorsi a velocità 60.000/10.000, implicante 70.000 dimensioni tra quelle a numeratore e quella a denominatore unitario in 10^4 dimensioni. 6.000 indica tutta la massa 1.000 dislocata nei 6 versi. 350 indica la velocità unitaria in 70 quantità (le dimensioni per percorrere a velocità 10/10 i 6 versi, ossia il 60/10 quando è percorso solo l'avanzamento reale nel dimezzamento della presenza 10, che avanza nel tempo 5 e retrocede avanzando in negativo per riportare il ciclo allo stesso punto di origine (ma interessante il ciclo successivo). Come ho esattamente dimostrato, quando si tenta di misurare un fenomeno, necessita sempre fare ricorso ad un MODELLO IDEALE di riferimento, che entra in gioco. Infatti, come se vogliamo pesare 10 kg è necessario ricorrere ad un undicesimo kg che sia posto a suo denominatore, così, per ben dimensionare questa costante, io dimostro la necessita al ricorso del modello pari a 576350 ×10^-7. In tal modo, il tempo esatto di 1/138 della quantità 138, che vale; 0,0648813 che è un indice, un esponente del ciclo 10. si divide per 10^0,576350 e così sottrae: 0,0576350 che è l'indice del modello unitario coinvolto, e 0,0072463 è solo l'indice misurato dal modello introdotto, che si manifesta come il numero delle volte in cui il modello esiste, tanto che il loro prodotto, di 10^0,0072463×10^0,072463=10^0,0648813=10^(1/138)


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Con questo, lo scrivente non dimostra l'arrogante e presuntuoso atteggiamento di chi si permetta di correggere quanto calcolato da Max Planck, giacché i suoi calcoli risultano perfetti. Si permette di far uso di Filosofia della Fisica, o di Epistemologia, per introdurre, in quantitativi che certamente esistono, come nel giorno terrestre rispetto alle stelle fisse, ma che non possono né debbono essere considerate come “presenti in atto” laddove le unità che ci appaiono sono sempre e solo tempi del ciclo che è unitario sono ledi 10 tempi decimi. Ebbene la costante attribuita a Boltzman da Max Planck e contata correttamente in dimensioni 1,3806488(13) ×10^-23 J K^-1, nel tempo che esiste in potenza ¼ di 10^10^10, va solo riferita all'unità presente a dimensione di 10^25 J K^-1, per cui essa è PRESENTE IN ATTO solo nelle 138 quantità intere a questa dimensione. Pertanto, alla dimensione calcolata da Planck, essa risulta presente solo fino a 1,38 ×10^-23 J K^-1. Infatti vediamo in che modo poi essa “domina” quello che è un giorno intero: 100 è la presenza del piano assoluto 10×10 che contiene in pura energia 100 la sua possibilità di muoversi nelle modalità espresse da una massa realmente in moto. 38 è il volume a tre linee 10+10+10 che si muove per 10 in linea ed occupa 40 dimensioni unitarie nei decimo, quando 2 di queste dimensioni si mettono come il piano trasversale 1^2, tanto da lasciarne, con 40 -2 =38 la quantità intera 38,

soltanto, nella pura linea del flusso. Quando esprimiamo questo flusso di 38 unità in Azione per Azione uguale e contraria, 38×38=1444 mostra interamente i 4 decimi che esistono (ma non appaiono realmente) nelle 144 decine di minuti primi di un giorno reale. Ciò dimostra che il valore realmente in atto di presenza intera in 10 decimi è quantificabile solo in quel 138 che combina il puro piano di riferimento dell'energia totale data da 10 in azione e 10 in azione uguale e contraria, su una linea e va a sovrapporsi al puro 38. Insomma; 10^10^10 × 10^40 : 10^2 = 10^138 rivela l'indispensabile esistenza, IN PURO PRINCIPIO di calcolo, del MODELLO IDEALE esistente come 10^100, il quale interagisce e si combina con quello 10^40 dello spazio che si sposta unitariamente nel tempo e che quando si riduce di 2 dimensioni che sono esponenti della base 10 del ciclo numerico, IN VERITA' stanno calcolando le sole “volte” a dimensione 138, in cui esiste 10^2 “per 138 volte” ESATTE. Ora quando effettuiamo questo calcolo: 10^138 : 10^8 = 10^130 stiamo riferendo l'energia intera in Joule di 1° grado Kelvin al modello avente l'indice 8 che, valendo 2 al cubo, esprime l'esistenza del complesso di 8 cubetti a lato 1, quando abbiamo la totalità dei due tempi in atto, uno espresso IN AZIONE e l'altro IN REAZIONE. Con il rapporto 130/130 abbiamo l'unità. Ma se togliamo al 130 le 4 dimensioni della realtà di un cubo in intero movimento, otteniamo nell'indice 126 tutto il reale moto di un ente uno e trino.


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A questo punto, 126/130 ripartisce su tutto il ciclo 10 del 13 che mostra la presenza in linea 3 del cubo a dimensioni 3, che avanza interamente di 10. questo spazio complessivo, fatto di 3 di presenza e 10 di spostamento intero, che si sposta di 10 e vale pertanto 130 si fa carico di tutto il moto Uno e trino che esiste nel 130, tanto da avere per resto 9/10 e l'eterno periodo di 692307, che risulta direttamente da 10/14,44444 infinito. Ebbene in questa relazione, un giorno è espresso dai 144 cicli 10 del minuto primo, che è espresso per intero nel denominatore intero in 144 quando è riferito a 100/144, il cui ciclo 10 intero sta poi in 1.000/1440. In tal modo si passa dai 1440 minuti primi ad un giorno, quando un giorno è considerato nella forma cubica di 10^3. Posto pertanto unitario il rapporto 10^4/1440 minuti primi, questo giorno, espresso in questo modo virtuale in nei numeri dei suoi primi riferito all'ideale 10^3 posto IN PURO PRINCIPIO, questa unità si muove di 9 giorni perché essa ne occupa una, e deve esistere in un 1 che esiste e che presenta un 9 come tutto il suo spostamento. Tutto questo sta nel rapporto generale posto esistere tra 126/130.

Facciamo qualche considerazione a proposito, tanto per acquisire meglio la comprensione di questo nuovo modo di calcolare la nostra realtà, per “numeri”. 38 × 38 = 1444 si rileva la relazione lineare posta alla base dei 144 cicli interi del 10 che esistono come un giorno, che abbia in se anche 4 tempi pari a 1/10 del ciclo intero 10. 144,4 è l'espressione con la virgola posta sull'unita di ciclo delle decine, tanto che qui abbiamo anche i doverosi 4 decimi di una realtà in cui l'unita è 0,1 volte il suo ciclo 10. Essendo unitario il tempo 0,1, ce ne sono 4, perché l'unità anche spazio-temporale implica 4 quarti ed è intera solo nel numero di 4. Ebbene, questo 38 è quanto si aggiunge al 100 nella costante di Boltzman, per come io l'ho resa esatta in 138 volte 10^-25 J K^-1. Cosa significa la somma di indici, data da 100 e 38? Significa, tenendo conto del ciclo 10 come base: 10^10^10 × 10^38, il che riferisce questa dimensioni 38 che sta alla base lineare di un giorno misurato in AZIONE 38


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× REAZIONE 38, ad un MODELLO DIVINO UNO E TRINO, dato da 10^10^10 che è uguale a 10^100 che si pone a generale misura di ogni cosa, offrendo a tutti il modello IDEALE dato dalla dimensione 100 che riguardi la ENERGIA in ATTO come 10 e in ATTO INVERSO = -10, (o un 10 perpendicolare) Quando il +10 entra in relazione unitaria con l'inverso -10 si resta nella funzione lineare e il tutto si esalta a 100. Che è simile a quel modello che noi usiamo, del 100%, a ridurre il tutto esaminato in valori percentuali, il cui valore intero si raggiunge appunto nel 100% che indica il 100 raggiunto su un 100, simile al 100/100 = 1. Pertanto, nel 138 della Costante di Boltzman, il 100 che si aggiunge al 38 è simile al fronte 10×10 che potenzia per il 100% il 38, quando il 38 si riferisca ai centesimi e mostra il puro flusso 38. L'indice 138, ridotto di 8, significa la divisione per 10^8, che è poi quella che - quando è espressa come 108 - la mostra semplicemente in altro modo ed è la dimensione di 4 volte il 27 equivalente al 3^3. Sapendo che nel 27 intero esiste la relazione unitaria in 26/1 unità, ecco che le sue 4 dimensioni portano al 104 al quale, nel 10^4 ritrova poi il dato unitario di quanto esista in realtà su base 10 ed indice uno e trino. Allora l'indice 138, della base 10 è diviso per 10^4, e si risolve nell'indice 132, che vale 66+66. Vediamo in tal modo benissimo come 10^138, l'indice indicato come numero nella costante di Boltzman che considera in modo UGUALE E CONTRARIO la potenza 10^138,

osservandola mediante quel Log 10^138, logaritmo decimale, che abbatte la potenza solo nel numero delle volte in cui è attivo il ciclo, vediamo come il 10^138 osservato nel suo ATTO e non in quello UGUALE E CONTRARIO, quando interagisce con la realtà intera data da 10^4, si rivela essere 10^132 “volte” la realtà 10^4, a formare un piano dato da 10^66 × 10^66 = 10^132. Potenze poi che sono osservate IN ATTO UGUALE E CONTRARIO nei puri esponenti 66+66 che formano un complessivo piano intero di energia. Moltiplicati tra loro, i due dati che sono in linea, determinano il piano 4356, che rispetto ai 4 giorni espressi nelle 864 centinaia di minuti secondi che esistono in un giorno, dati da 4×864=3456, mostrano chiaramente che con 66×66=4356 si è andato oltre i 4 giorni esattamente per 900 unità. Esse costituiscono tutto il moto di 100 nel 10^3, per cui sono tutto il suo avanzamento ASSOLUTO. In tal modo il 66×66 quantifica tutto il moto riguardante 4 giorni, quando dividiamo per 100 gli 86400 secondi di un giorno intero. Il che significa che il calcolo di 66×66 si riferisce ai 4/100 di un giorno, anche 4356 devono valere quanto 43,56, rispetto a un giorno. Il che – considerato che 4 giorni sono 345600 secondi – si rivela superiore di 345556,44. E se consideriamo che la realtà è espressa in 10^4 quantità, questo numero si riduce al 34,555644 che è inverso al 43. 43,56+ 34,555644= 78,115644 e il moto nel suo complesso vale l'intero 78. Ossia è quanto si muove il 22 nel 100. Laddove il 22 sono


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le dimensioni in un 10/1 che avanzi in positivo sommate alle 11 del movimento in negativo, nei due versi opposti 38 è divisibile in 19+19, che, espressi per quanto veramente valgono sulla base 10 che determina questi indici, rivelano: (10^10 × 10^10 : 10)^2 10^19 è tutto il moto di un 10 esistente in 10^(10+10), ossia in un ciclo 10 che avanza per un ciclo 10. Possiamo allora “ragionare” esclusivamente per “indici dimensionali” avendo compreso che le somme di indici rimandano a combinazioni, mentre le sottrazioni rimandano a divisioni. Quando invece abbiamo prodotti tra indici, allora siamo di fronte a potenze di potenze. Infatti 10^100 è nell'indice 100 il 10^10, una potenza 10 della potenza di 10^10. Ogni numero reale, allora, qualunque esso sia, mentre sembra una somma di parti, è una combinazione tra le sue parti. Uno qualunque, ad esempio 372, mentre è la somma di 300+70+2 è il prodotto di 10^300 × 10^70 × 10^2. Mentre questo 372 è – come definirlo? - FREDDO nel suo quantitativo, invece è eloquentissimo, perché ogni suo numero è in pura “combinazione” con tutti gli altri. Noi, nella FREDDEZZA del numero, crederemmo che tra 372 e 373 esiste una piccola differenza, appena di una unità sulle 372... Invece quella unità che è aggiunta ad un numero lo mette in relazione con il suo esistere nel suo complesso. 10^372 × 10 = 10^373 rivela come il numero ad indice

372 sia avanzato di un intero ciclo 10 e non di un 1 soltanto, quello che si manifesta nell'indice. Si “arriva a capire” allora, che se abbiamo 126 unità, noi abbiamo 10^126 × 10 che – essendo in verità 10/10= 1 – sono 126 volte 1, dunque 126 “unità” = 126/1, espresse in 127 dimensioni interattive, di cui una però è 1, tanto che 126 volte 1 è uguale a 126 presenze dell'unità che è a suo denominatore. Ora, ipotizzando che questo 126 è una lunghezza tridimensionale, mentre si risolve in 42+42+42=126, possiamo anche individuare in ogni 42 la potenza della potenza data da 7×6=42, il che rivela un 7 che esiste in modo sommario come (7+7+7+7+7+7), il che mostra in linea combinatoria il 7×6 che può essere anche il 6 che esiste nelle 7 volte di (6+6+6+6+6+6+6). In una potenza di potenza, ogni numero si “potenzia” per le volte espresse dall'altro numero. Questo prodotto in sostanza rivela la velocità 1/1 che si attiva per 6 volte, diviene 6/1 per come è “fissata” unitariamente nella sua presenza, ma se vogliamo che essa “si muova” dobbiamo “potenziarla” per quella presenza 1, tanto da moltiplicare il 6/1 per 1, e spostare la presenza 1 esattamente di 6 volte in linea, tanto che essa occupi 7 posizioni. Allora il “combinare” il 6/1 che esprima la presenza nel tempo 1, per quel 7 che ne quantifica tutta la presenza “spostata”, mostra in 42 l'interazione sostanziale che è in atto nella creazione “divina” in 7 giorni, in cui esiste un “sabato” in cui Dio si riposa.


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Combinare il LAVORO 6/1 con l'intera opera compiuta in 7 giorni pone sostanzialmente in combinazione il dato UNITARIO espresso nella presenza 6/1, con quello ASSOLUTO dato da 6+1. 42 lo esprime tutto IN LINEA. Se aggiungiamo anche le due dimensioni di una area 1×1, con 42+2=44 abbiamo l'intero, il TUTT'UNO quando la presenza è data da 10/1 unità e si combina con le 4 unità dello Spazio+tempo. 11×4 è dunque una “potenza di potenza”. Quando esiste come 11+4=15 questa unità si mostra in un cubo la somma dei cui lati è 5+5+5. Quando essi “si combinano” tra di loro, si attiva il volume 125, che è uguale a 100 volte 10/8, infatti 100×10/8=1000/8=125. In sostanza, tra 44 e questo 125 cui siamo arrivati, esiste la “fissazione” nel tempo 1, di quanto è presente come 125/1 nel 126 dato dal 42+42+42=126 che considera solo il flusso lineare in 44. La matematica è una scienza talmente esatta che può essere benissimo usata per “configurare” un volume, che è una “combinazione” data da tre linee di flusso, come il prodotto di una per il prodotto per le altre due che assumano dimensione di area del flusso. E' quello che esattamente facciamo quando riduciamo l'intero, dato da 44, nel solo flusso 44 del 2. Nei fatti, questa sottrazione è la divisione di 10^44 : 10^2 per la quale il risultato in 42 indica le volte in cui l'area a dimensione 1 nel lato si sposta realmente. Ora quando noi, considerato il 44 nella sua unità vera, lo esprimessimo su 3 lati, come 44+44+44=132, a che cosa lo

abbiamo ricondotto, in termini di AZIONE e REAZIONE? Il 132 è dato da 66+66. E ne ho già scritto. Io sto semplicemente dando una idea delle grandissime POSSIBILITA' che esistono, nei calcoli, allorché li riconduciamo alla PUREZZA delle sue definizioni quantitative. 138, allorché si muta in una unità che passa in fondo e si esprime in 381, che cosa dimostra di essere? Dimostra di essere il 100+300=400, di tutta la realtà una e trina a dimensione assoluta, quando si riferisce a 19 come tutto il moto di una unità che esista in un 1 che sta in un 10 che avanza totalmente, ossia di 10, per come abbiamo già ragionato. La dimensione 19, che sta alla base in linea del 19+19=38, quando esiste in modo uno e trino quanto 19+(19+19+19)=76, si rivela nell'energia 66 in linea che avanza interamente di 10. Quando aggiunge anche le 2 dimensioni di un fronte unitario, 76+2=78 esprime un valore assoluto, come quello di un 10 per come si muova nell'88 in cui esiste. Ebbene, quando da 400 -19 abbiamo 381 abbiamo il moto nell'assoluto quattrocento del 19 che è tutto il moto di 1 nel 10+10. E se lo leggiamo in ordine inverso, questo 381 di movimento totale dell'unità, diventa esattamente il 183 di mezzo anno bisestile, ossia dei 366 giorni in cui combina l'energia 66 con un cubo avente un lato assoluto 100, ma in una terna lunga 300. Nell'anno bisestile, la formulazione è chiarissima: decine 10×6×6 +6. La potenza di potenza che esalta le 6 dimensioni centripete dell'ammassarsi di tutte le


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cose per il loro contrapposto espandersi, dunque questa potenza di potenza che esiste tra tutti i 6 versi, che, quando è sommata con il 6 vale 10^660 ×10^6, ed esprime il modello 10^3 × 10^3 nel suo complesso positivo-negativo che esiste nel ciclo totale 10 dell'energia 66. Ciò accade una sola volta sulle 4 dei 4 anni, perché la presenza a tre dimensioni spaziali è relativa all'unitario dato dalle 365 unità presenti nelle 366. Quando dividiamo per tre, questo 366 e otteniamo il 122, esso indica solo lo spostamento di una presenza sempre esistente nel modello unitario a 4 dimensioni, tanto che solo se le aggiungiamo abbiamo che il 122 diventa in 126 le 4 volte dimensionate 122. Ripeto: appaiono esistere in somme, ma, essendo sempre tutti i numeri dei puri indici della base 10, essi sono sempre indici.

Quando combiniamo tutte le dimensioni esistenti come: 10^0 × 10^1 × 10^2 × 10^3 × 10^4 = 10^10 capiamo che la dimensione 10 combina tutte quelle intere che esistono in essa. Quando proseguiamo, sommando gli indici da 0 fino ad 11, con 0+1+2+3+4+5+6+7+8+9+10+11=66 noi abbiamo il totale di tutto quanto esista nella presenza 10 quando avanza di 1 e assume il quanto 11. Quando aggiungiamo alla sommatoria dell'11 anche quella

del 12, da 66+12=78 abbiamo ottenuto tutta l'espansione unitaria già osservata nel 78 che – riferito al 100 assoluto – come 10^10^10 : 10^22 = 10^78 mostra per quante volte l'indice 22 (che somma la dinamica 11 in un verso a quella uguale e contraria e fissa il valore unitario di una linea composta da due versi, in pieno moto 10/1 in ciascuno) quante volte si muove nel quanto assoluto di 10^100 che è uguale a 10^10^10 la trinitaria potenza del ciclo 10 della matematica. Un ente “davvero divino” vivrà per 78 anni se è trino quanto 22+22+22=66. E un 66 che esiste 78 volte è 10=66 × 10^78 = 10^144, pari alle decine intere che in un giorno esistono in un vero PRIMO MINUTO che vale ×10. Cosa manca al 22, terzo del 66, per essere 26? Manca la dimensione Una e Trina. Sommato 4 al 22, ossia fattolo esistere per i 4 tempi dell'unità e divenuto 26, ottiene la stessa cosa che si ha quando al 66 è detratto il 10+30 dell'Unità e Trinità a livello 10. Posto DIO=D.10... e posto DIO=4+9+13=26... la sua valenza numerica e alfabetica porta al 260 nel suo “stato” che, se però deve esistere per un 10 di futuro, allora deve raggiungere il 270. Questa sembra essere una pura “numerologia”... ma noi ci serviamo proprio dei numeri per conformare un mondo che esista quantitativamente e qualitativamente! E' proprio dalla “concezione” nostra che alcune frequenze,


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che sono proporzioni reali, composte da numeri, che riusciamo ad avere una immagine luminosa e colorata di una natura quantistica che non ha luce e non ha colori in se stessa. E' l'aspetto “divino” presente in tutti noi viventi (anche negli animali) che ci permette di VEDERE secondo modelli concettuali! Tutta la vita, da quella dei virus, a quella dei microbi, delle cellule, dei vegetali e degli animali esiste e sembra avere strategie di vita, solo per ragioni essenzialmente dovute a divine capacità che possiedono tutti i viventi. Un tal dono divino da mettere in campo una vita apparente anche in una oggettività che sembra vivere ed esistere evolvendosi, ma accade solo in ragione di un supremo calcolo che è in atto e ci sovrasta tutti ed è dato, nella sua essenza, proprio da un 10/9 espresso in linea. Quando si porrà come 126/130 = 0,9692307, periodica nelle 6 dimensioni ultime evidenziate, noi avremmo espresso il “tempo” reale della nostra realtà. 9/10 indica quanto avanzi l'unità nel 10, per 9 decimi. 69 è il 66+3 di una energia totale 66 in linea che si combina con i tre lati 1 di un cubo presente e lo realizza nella sua massa. 23 è 66/3 +1, è l'energia di tutta una dimensione 11 in un verso e 11 in quello opposto, che con 22+1 avanza nel tempo 1 di futuro avente un solo verso. 07 è la velocità 6/1 nelle sue 7 dimensioni. Quando il rapporto si presenta 126/13 = 9, e il tempo

decimale è solo un “di là da venire”, allora nel 9 mostra tutto il moto di 1 nel 10, e il tempo assume il periodo di 0,692307 la cui analisi abbiamo già fatta. 9 è tutto il moto di 1 primo in 10 primi. 9/13 è quanto è assegnato all'unità del 13 che è l'unità che, sommata alla sua trinità, realizza le 52 settimane esistenti in un anno, pari a 364 giorni, mancanti solo di 1,25 giorni che sono uguali al rapporto lineare di 10/8, che ripartisce sulle 8 dimensioni in linea del volume sulla base 2 del tempo, il volume 10 posto esistente in linea. Questo rapporto di 9/13 uguaglia quello di 100/144,44444... periodo eterno che corrisponde alle decine intere di minuti primi esistenti in un giorno di rotazione terrestre. Pertanto un giorno composto da 1440 minuti primi esiste nella relazione formulata nel rapporto di 1/1440 = 625/900.000. Questo 625 vale in 5 del ciclo 10 dimezzato realmente, espresso nella potenza 4 dello spazio a 3 dimensioni più il tempo a dimensione 1. E' l'esatto valore da assegnare alla carica del Coulomb, dato in 624 unità, quando sono tutte e non solo le 624 poste sul denominatore 1 abbassato a tempo 1. 5^4 deve essere diviso per il 9 posto a dimensione intera di 10^5, che è quella che, partendo dall'unità elettromagnetica posta come 10 in potenza di 10, ne estrae il lato, dia elettrico, sia magnetico, a dimensione 10^5 volte il moto intero 9 dell'unità esistente nel decimo del ciclo 10. Pertanto 5^4 / (9×10^5) = 1/1440, come 1 giorno intero


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in tutti i suoi 1440 minuti primi ripropone un giorno - tutto su base 10 – un giorno per come esiste nei suoi 1440 minuti primi. Lo stesso rapporto può essere espresso quando presentiamo un giorno intero nei suoi 86.400 minuti secondi, e lo riduciamo a 54 dividendo 86.400 per 1600. 54/77760 = 5^4 / (9×10^5) = 1/1440 sono tre rapporti equivalenti tutti ad 1 giorno, per come esso è ripartito nei 1440 minuti primi. Capito come 1 giorno si muti in 5^4, che è la potenza 4 del dimezzamento reale del ciclo 10 dell'unità posta nel decimo (cosa compiuta dalla Fisica con tutte le sue unità, quando le ricondusse tutte nel ciclo 10 della matematica dei numeri decimali) e moltiplica 1 giorno per 625, anche il denominatore espresso in 1440 giorni deve moltiplicarsi per 625 e divenire di 900.000 unità. Esse sono tutte le unità di 10^5 per quanto si muovono in 10^6. Si arriva anche a costatare che per mutare 5^4 in 54 bisogna moltiplicare 900.000 per 0,0864, il che lo riduce a valere 77760. Lo stesso si ottiene da tutti i secondi di un giorno quando sono moltiplicati per 0,9, il che li riduce nel puro moto di 77.777 -17, in cui questo 17 esprime la carica unitaria in 16/1 unità, implicante in assoluto 17 dimensioni. 54 / (77777 -17) presenta in 54 il volume in espansione, dato da un 3^3=27 in positivo sommato all'altro indispensabile in 3^3=27, che consiste nell'azione uguale e contraria indispensabile all'esistenza di ogni dinamica reale, per il 3° principio dinamico chiamato di Azione e reazione.

Quando un giorno, espresso da un volume, assume la forma cubica di un cubo il cui lato si sia espanso al massimo, ossia fino al 3 della sua dimensioni intera del volume, allora il volume nel suo complesso vale il 27+27=54, e corrisponde al volume di un giorno di spazio-tempo. Alla massima espansione dell'unità assunta nel volume unitario solo in 54/54, il suo denominatore 77760, va diviso diviso allora per lo stesso 54, e si riduce il 77760 al 1440 che esprime 1 giorno nei primi. 1/ 1440 si moltiplica insomma per 54/54, per divenire 54/77760 nella sua totale espansione. Oppure si moltiplica per la carica di 625 unità, e allora anche il denominatore 1440 deve moltiplicarsi per 625 e divenire con 900.000 tutto il moto di 10^5 in 10^6. Io ho fatto tutta questa disamina per far capire come tutto dipenda da 1440 unità di primi, che quando si mutano nei 86400 secondi portano il rapporto 1 / 86.400 secondi a doversi moltiplicare per 0,9 per divenire i 77.760 di tutto il loto moto espresso in 9/10, il che obbliga 1 giorno a presentarsi nei 60 secondi esistenti in ogni minuto, moltiplicati essi pure per 9/10. 1/1440 vale, ridotto a valori unitari, vale 0,000964444... periodico nel 44.. Poiché il tempo si incrementa, con il passare del tempo, di 1 giorno ogni 4 anni e di un altro giorno ogni 157 anni dati dai secondi rotti, 549,54 presenti in ogni anno siderale, l'espressione intera di tutto il tempo è data da 299.792.458 metri divisi per i 207.542 posti a denominatore e


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tolti al numeratore interro in 300 milioni di metri, tanto da avere una velocità data da 299.792.458 / 207.542 = 1444,490551310096269670... che, nelle prime significative 13 cifre del tempo decimale, fino alla dimensione unitaria atomica consiste nel 1444,4905513100, cui si aggiunge 962. il seguente 69670 deriva da 1/144,4444 = 692307 periodico, che si manifesta il 69670, con 400 valori in più rispetto ai 69230 in ragione della dimensione assoluta 100+300 che entra in atto alla dimensione 10^-19. Essa è quella di tutto il moto unitario in 10^-20. Pertanto, oltre il 1444 intero dato da 38×38, esistono le 13 dimensioni decimali date da 0,4905513100962, che termina con il 962 dato da 1000 -38, prima che entri in azione questo 400 relativo alla dimensione 10^-19 di tutto il moto della dimensione 1 nella 20, in cui l'indice 10 avanza interamente di 10. Interessantissimo diventa comparare: 1444,490551310096269670 togliendogli 1444,444444444444444444 che vale 126/13 ----------------------------------0000,046106865651825226 0000,046 =100/2 -4, moto realtà 0000,0001003 =volume di 1.000 0000,00000555555 =elettromagnetismo 0000,0000010101010 =ciclo unitario 0000,000000000000603004 =tempo, ½ tempo, 1+3 0000,000000000000222222 =energia 22+22+22

Da questo appare che 126, quando si divide per il 13 che costituisce l'unità interna ad un anno Uno e Trino in 7 giorni di creazione, poiché 13 +39 =52 settimane pone il 13×7=91 giorno come 9, essenza del moto di 1 nel 10, è in movimento nel valore assoluto del 10, che combina la sua azione con quella necessariamente uguale e contraria. Il valore del giorno che meglio si compara con 126/13, è dato dal 54 /77760. Il numero periodico 1444,44 periodico nel 44 è ridotto al solo intero quando l'azione che lo determina è il 38×38. considerare le 4 dimensioni di 54, porta un giorno a valere 216 il che mostra tutto il moto 100 del 100, in relazione ad un piano di lato 8, tanto che 208 è la sua sola espressione in una sola delle due linee di azione e azione uguale e contraria per perpendicolarità. Infatti 208 è la dimensione che parte dalle 52 settimane poste in valenza una e trina come 52 +3×52 = 52 +156 =208. Pertanto è consigliabile esprimere un giorno, nella sua relazione coi suoi minuti primi, moltiplicando 1/1440 per 52/52, il che lo porta a 52 / 74880. Moltiplicando ancora per 7/7 esso diventa 364 / 524160. Un anno di 364 giorni ottiene per risultato che il numero dei minuti primi assume 52 volte 10^4, che è il valore della realtà, sommato al 4000 che esprime la realtà del 10^3 e al ciclo intero 10 della carica 4×4. Da tutte queste considerazioni e considerando che la dimensione 7 fissa il rapporto 6/1 espresso dalla velocità


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unitaria 1/1 che percorre tutti i 6 versi dello spazio espresso in tre linee componenti, considerare i volumi in 7 dimensioni porta ad esprimerlo nell'azione intera del moto diffuso ovunque. Pertanto le 52 settimane intere sono l'unità di un anno, che è intero nei 4 in cui aggiunga le sue 3 dimensioni di moto lineare. 208 giorni diventa dunque il valore ottimale con cui considerare un anno. La stessa relazione che lega un giorno con i minuti primi, in 208 giorni assume il rapporto di 208 / 299520. Il denominatore si rivela essere 300.000 -480 il che significa che il volume binario dato da 2 al cubo si espande per 6 e il 6×8=48, presentandosi per 10 si presenta come il volume complesso 8 quando è espresso nei minuti secondi di un minuto primo. L'unità complessa 2^3, espressa dunque nel numero dei secondi esistenti in un primo è il soggetto reale che si muove nel 3×10^5 che idealizza i tre lati di un cubo il cui lato è l'unità dell'elettromagnetismo 10^10 esistente come l'area elettromagnetica di questo cubo. In tal modo appare evidentissimo come 208 giorni idealizzano un anno che sia perfetto, esprimendo nel suo denominatore 480 secondi, pari a 8 minuti primi, per come si spostino nello spazio-tempo della lunghezza unitaria elettromagnetica, espressa alle due dimensioni del piano e a quella di 2/2 nell'unità del flusso. A riprova della perfezione di questi 208 giorni, fissato un circolo di 208 unità di circonferenza uguagliati a gradi, l'ottava

parte, che vale 26° presenta il sen 26° uguale al cos 26°, nel risultato di 97864804714,41938213488 espresso da me nel limite delle 22 dimensioni, 11 intere e 11 decimali. Al centro di questo numero il 14,4 che è regolato come 1/100 dei 1440 minuti primi esistenti in un giorno, che presentano in 4,41 il valore esattamente ribaltato nel suo ordine di lettura. La pura curiosità mi porta a sottrarre tra loro le due inverse letture. 97864804714,41938213488 è il valore cui sottraggo 88431283914,41740846879 che è il suo inverso. 09433520800,00197366609 Da questo si evince che esiste questa dimensione, nel risultato, per mutare rovesciare interamente tutti gli ordini di valori. Nel valore decimale del tempo, si avvalora l'anno 1973 a interferire con il 666 di una visione diabolica, in tutto il suo moto 09 nel 10. Essa è in relazione a 4/10, unità e trinità posta sulla base 10 di Dio riferiti introdotti nel 1938, posto in relazione ad un 7+7+7, o a un duo di 13 e a un 444+44. Vedremo più in avanti chi sia richiamato da questo tempo. Anche la parte intera esprime il 94 come tutti i 6 versi dello spazio, per come esistono nell'azione moltiplicata per la reazione, quando sono interamente presenti quanto 10×10; il 33 esprime poi le 99/1 di tale 100 nella direzione unitaria in un solo lati. Segue il 52 di tutte le settimane dell'anno, e il volume complesso 8 alla dimensione assoluta 100. PERTANTO:


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208 giorni è il ciclo esatto di 300.000 – 8 minuti primi. Appurato che 126/13 = 9 +100/144,44444..., il che traduce in cicli decimali tutto un giorno calcolato in 144,4 decine di primi. 208 giorni × 126/13 costituiscono 2016 anni esatti. In 2016 anni siderali ci sono giorni 365,256360416666... che, moltiplicati per 2016, sono giorni 736356,822599999... Questi 736356,822599999... divisi per 208 giorni, tornano ad essere 126/13, ma nel loro totale sono 208 giorni aggiunti ai 2016 anni. Infatti (208 × 126/13) / 208 sono 126/13, ma implicano 2016 anni e 208 giorni. Il numero dei giorni è così dato dai 736356,8226 al limite più altri 208 giorni. Diventano 736.564,8226 al limite. Essi sono: 736.565 meno 0,1774, ovvero meno un numero che, nella dimensione reale 10^-4 è dato da 4 × 444 -1/2. Volendo analizzare il significato di questi giorni: 730.000 esprime a dimensione 10^4 il 9×8+1 che combina il moto unitario 9 con le sue 8 unità, che poi somma. (9×8)/1 sono 72+1, e sono tali alla dimensione 10^4 della realtà. 006.500 dà a dimensione 100 il 65 che dimezza il 130. 000.065 dà l'altra metà di 130, che riguarda il rapporto 1260/130 che è il modello dinamico. Imporre un meno 4 ×(444 -0,5) significa partire dalla presenza della realtà 0,5 negativa per sottrarla (come tempo

reale ½ dell'esistenza) all'unità tridimensionale del 444, che poi va calcolata nelle 4 dimensioni del moto reale. Questa pura dinamica esiste nel totale dato da 736.565 giorni, e si pone come tempo della sua unità, che allora è ridotta a giorni 736.564,1774. L'unità ridotta a 64 vale in tal modo il potenziale dato dalla potenza di 2^6 =64 che rivela in potenza quanto dato dall'assoluto 100 dell'energia totale tra azione e reazione 10×10, meno il TRE SEI di 36 dato dai DUE SEI dl 6×6 compreso nell'UNO solo dato dal 66 che accorpa tutta l'energia attraverso le 11 dimensioni della unitaria presenza in atto quanto 10/1 espresso nei 6 versi del totale spazio a 3 linee composte da 6 distinti versi. E' evidente che 66/34, composto da 66+34=100 unità di dimensioni scompone in essere il totale 100 dell'energia nel rapporto 2/1 espresso con 66/(33/1) che considera nel denominatore 33/1 le totali 34 dimensioni di quell'unità. Considerare il 33 dato dalle 99/1 unità interne alle 100, scomposte 66/(33/1) calcolandolo nel suo tempo 1 significa muoverlo di 1, spostarlo nel suo tempo, e in modo tale che il piano a lati 33+33 dell'energia espresso nel suo moto di 33 e di 1, si velocizza e diviene una massa in moto pieno, allorché raggiunge il totale 100, dato da azione 10 moltiplicata per reazione 10. Questo piano 33+33 in linea, che avanzando di 1 diventa 67 ed allora assume il significato di volume, si riduce al 64 del puro flusso escludendo da 67 le 3 dimensioni 1+1+1 di cubo a lato 1, divenendo allora il suo puro spostamento in linea. Ma allora occorre anche la dimensione dimezzata e reale di


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13000/2 = 6500 e occorrono tutte le 10^4 dimensioni reali di 9×8/1, ossia per la sua dimensione unitaria, il che si risolve in 72 unità che poi è una unità relativa da reintegrare, aggiungendo 1 al 9×(9-1).

Il ciclo intero dei giorni del corretto computo del tempo totale e “divino”. 736.565 giorni sono il ciclo intero del tempo, compreso lo stesso tempo decimale espresso in 736.564,1774. Partendo dall'inizio del tempo, posto correttamente (e per ragioni religiose, cristiane) sull'anno in Cui Gesù cristo nasce nell'anno 0,1225 che è corretto esprimere proprio così, questi 2016 anni +208 giorni si completano il 26-07 del 2.016, in cui non per caso la Chiesa Cattolica è stata indotta a celebrare Sant'Anna, la madre della madre di Gesù Cristo, assieme al suo consorte, San Gioacchino. Ciò è ideale in quanto il tempo, che nasce nell'Avvento del Figlio, termina con la santa celebrazione dei genitori della reale madre, nel segna di quella Trinità da cui Gesù discende, e formata da due genitori e una Figlia.


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LA GENESI DIVINA Abbiamo visto il tempo generato dal rapporto 1260/130 così espresso quando cominciamo dal puro PRINCIPIO MATEMATICO di un 10×10×10 che valga divinamente sia come il DIO=26, sia come il DIO=D.10, la dimensione 10 assunta in Unità, che quando lo è in una Trinità interattiva è 1.000 e quando aggiunge al 10 la sua trinità posta in linea come +3, esprime nel 13+13 la quantificazione binaria che considera i due opposti versi di Azione e Azione uguale e contraria. IN PRINCIPIO, dunque, esistono questo 1.000, sommato alla duplicità di 10×13 che porta alla somma di 1260. Questo quantitativo regola la dinamica in quanto, combinare i 6 versi che esistono nello spazio a 3 direzioni, che ne contiene 2 in ciascuna delle tre, con una velocità unitaria 1/1, porta la velocità complessiva a 6/1, in cui il lavoro sta nel percorrere i 6 versi, ed è fatto dal tempo 1 in cui tutto accade. Lo spazio-tempo necessario a ciò è la famosa settimana del lavoro di un Dio unico che lavora in 6 giorni e riposa nel suo Sabato. Quando due sono queste condizioni, una legata a 6:1 =6 e l'altra legata a 6+1=7, il solo modo che abbiamo di rispettarle tutte e due è di comporle nel prodotto 6×7, il cui risultato in una unica linea è 42, il che impone un 42×3=126 nella sua terna reale.

Pertanto il numero 126 rappresenta tutto il reale comporsi cubico e in quantificazione lineare della opera fondamentale condotta da una velocità unitaria 1/1 a riempire tutto lo spazio. Quando esprimiamo questo 126 nei 10/10 della velocità unitaria 1/1, e imponiamo i numeri da 0 fino a 10 come suoi decimi, ecco che 126, divenuti da esprimere nei decimi interi, deve assumere il valore di 1260/10. In questa forma, però, non vi è coerenza tra il quanto posto a numeratore e quello posto a denominatore. Infatti al numeratore si tiene conto della velocità 6/1, espressa tra tutti i versi, e non solo di quella 3/1 legata alle 3 direzioni, nel solo verso in avanzamento reale nell'Universo. Il 126 risultato, che esprime solo un indice della base 10, vale il combinato tra 10^100 e (10^10 × 10^10 ×10^3 ×10^3) in cui sono manifestamente interattivi le due coppie di 3 versi. Pertanto, per esprimere una coerenza, tra quanto interagisce con l'assoluto 10^10^10 ed è 10^13 × 10^13, a fissare un indice che vale 126, questo valore, espresso nei 10 valori unitari posti nei decimi, deve riferirsi all'indice 13, e non solo 10. 126/13, moltiplicato per 10/10, può solo assumere la coerenza di 1260/130. Dunque IN PRINCIPIO, il Dio della Matematica posta a perfetta esemplificazione e struttura di verità, su cui realizzare il costrutto del suo mondo ideale, pone di fatto la potenza una e trina di un 10^10^10^10, che si riduce a 10 che si riserva un indice 1.000. Ciò vuol dire che il Dio UNICO e SOLO, che ha affidato alla base 10 della matematica a ciclo decimale il


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compito ideale di Fissare il suo valore assoluto, nella linea di uno spazio-tempo avanzante a velocità 1/1, in un consuntivo 10/1, ha posto in PURO PRINCIPIO, 1.000/1 unità in un totale di 1.001. Noi possiamo affidare solo alla cabala giudaica il compito di configurarlo IN PRINCIPIO (di rappresentazione quantitativa affidata alla matematica, e poi all'algebra dei valori in negativo e positivo, indicanti la simultaneità dei due versi, uno in AZIONE e l'opposto in REAZIONE, ossia una azione quantitativamente uguale ma espressa nel verso uguale e contrario. Su questa base, il PRINCIPIO, nel suo esistente complesso positivo-negativo, diventa le 2.000/1 unità che esistono e vanno da -1.000/1 fino a +1.000/1. Per essere totalmente DEFINITO (nella sua totale determinazione finale), questo PRINCIPIO, deve assegnare al puro avanzamento reale il compito di sostenere la totalità di un ciclo che abbia per base 10 e per indice la somma di 1 e 3, che fissa il volume 10^3 in tutto uno spostamento in linea che valga lo stesso 10 della base. 10^4 è un ente assoluto ed unitario nella sua dinamica. Infatti, laddove esiste un piano 10^2 che esista anche come tale, 10×10, della dinamica di quel fronte 100 in puro avanzamento, esso si muove con il complesso totale di AZIONE posta 10 e REAZIONE posta lo stesso 10. Laddove tutto è e resta sempre UNO, perché ad UNO è assunto il valore fondamentale posto a DIO, l'esistenza 10×10 del fronte assoluto è unificata solo mediante il tempo di 1/100 di quel 100/1. Lo stesso vale per il flusso. Quando

esso è unitario come 10/10 = 1, il suo contrapposto (a a 10/10) è dato dal solo 10×10. Sicché, quando abbiamo 100 nel fronte e 100 nel flusso di questo fronte, il volume totale è dato da 100×100=10.000 unità che sono uguali a 10^4. Questo è il ciclo a verso +1 della realtà, che però esiste solo nel mezzo ciclo dato dal 10/2 che non chiude il ciclo avendolo riportato al suo inizio 0, quando è ottenuto il 10, ma porta solo al valore diametralmente opposto al punto in cui 0 e 10 coincidono, punto che è dato allo 0+5 che coincide con il 10-5. Pertanto, nell'Universo a sola crescita positiva, si avanza solo fino a +5, il che, posto a base della dimensione 4, spaziotemporale unitaria e reale, realizza le 625 unità che, comparate al 126 di tutto l'avanzamento, si ribalta in un 621 cui sono aggiunte le 4 dimensioni della realtà avanzante, nel mentre la visione antitetica di 526 mostra il dimezzamento dell'unità esistente in 126, quando il quanto 1, posto 10 nei decimi, si dimezza a 5. In questi quantitativi è posta una verità assoluta che è verificata in tutti i modi possibili, e nel sacrosanto rispetto di assegnare alla velocità 1/1 quella di 10/10 che assegna ad ogni quantità il valore 10 assunto da Dio, quando ha assunto a suo decimo un teorico Figlio, esistente come 10^-1. Solo sulla base di un FIGLIO DIVINO a dimensione 1/10, è possibile quantificare 10 volte Lui Suo Padre. La verità della loro relazione, di Padre per Figlio, esistente come 10/1 per 1/10 è – come si vede - “intermediata” dalla relazione unitaria 1/1, che una volta si pone a denominatore


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del 10/1 assunto dal Padre, e una altra volta si pone a numeratore 1, del Figlio disceso dal Padre 10 che si è posto a denominatore dell'Unità dello Spirito santo, che procede (in positivo) dal Padre grande 10^+1 e procede (in negativo) dal Figlio grande 10^-1, in cui il “procedere”, affermato nel Credo Cattolico, è in positivo dal Padre che discende nel Figlio ed è in negativo dal Figlio che rientra nel Padre. Insomma è posta esistente l'Assoluta unità dello Spirito santo divino, che ha la dimensione 0 della base 10 del Padre, per cui indica e proprio in un valore “indice” o se volete “esponenziale” la mancanza di definizione numerica, come la assoluta sua libertà da ogni determinazione assunta invece nel PROGETTO di esistenza “relativa” all'uso offerto coi numeri tutti, sia quelli che esistano come differenti da zero, sia quelli espressi con una unità zero che descrive sempre una pienezza di ciclo numerico. 10^0 = 10^+1 × 10^-1 è, in PURO PRINCIPIO, l'Unità e Trinità di Dio, fondata sullo strumentale 10 assunto come UNICO rappresentante, per quantificare tutte le cose attraverso le “volte” del suo replicarsi, in una eterna interazione che esista nel suo tutt'uno. Quando la Fisica assunse lo stesso PURO PRINCIPIO per definire tutte le sue unità all'interno del ciclo 10 della matematica dei numeri decimali, si è “conformata” alla ASSOLUTA VERITA' una e trina esistente posta in questo PURO PRINCIO tra una verità esistente il POTENZA DI SPIRITO SANTO (nel primo membro dell'equazione) e nella reale

interazione tra 10/1 e 1/10 che mettono 10 e 0,1 a rappresentare tre reali generazioni, poste tra un 10 assegnato ad un nonno, l'1 assegnato ad un Figlio suo e lo 0,1 assegnato al Nipote del Nonno. Quando son presenti tutti e tre, abbiamo 11,1, ma il valore in mezzo è “da far fuori”, come un Isacco che sia posto figlio di Abramo e Padre di Esaù e Giacobbe. E – realmente – nel racconto biblico Isacco è tolto di mezzo, nella generazione di Esaù e Giacobbe. Rebecca, la sua sposa, è sterile. Su di essa il seme di Isacco non ha alcun potere. E' solo Dio il vero Padre, ed è realmente rappresentato attraverso il reale padre di Isacco: Abramo. Insomma è il 10/1 di Abramo a realizzare 1/10, nel suo puro ripresentarsi 1/10 nei suo nipoti, che sono un duo gemellare, ossia 1/5 + 1/5 che è sommamente “scorretto” se è posto 10, nella sua somma, che è 1, ma che – davanti a un Dio che corregge ogni possibile scorrettezza e si rivela padrone anche della matematica, considerata la “pura verità” secondo la quale il 10 è UNO, anche se appare essere 10 volte 1. Infatti il suo 1 è solo un suo decimo. Se si considera quanto la fisica ha riconosciuto nella perenne esistenza di un valore complesso, in cui l'unità è data dagli opposti, parlando per generazioni, le due opposizioni esistono tra il PADRE di Isacco e il FIGLIO di Isacco, perché ISACCO VA UCCISO. Nella matematica è possibile fare 5/1 + 5/1 = 10/1. Ma nella sua “verità” non è vero quanto si presenti in modo


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esattamente opposto come 1/5 + 1/5, che non è uguale a 10, bensì a 1. Pertanto la “falsa verità” matematica secondo cui 1/5 + 1/5 sia 1/10, non è assolutamente falsa, al contrario è proprio quel 1/10 che è il solo Ente a rendere VERO l'Uno, quando ha “divinamente” assunto il valore 10, sulla base del valore 1/10 di SUO FIGLIO. Quando dunque consideriamo 1/5 la valenza di Esaù ed 1/5 quella di Giacobbe, e ci dimentichiamo di quella mano di Giacobbe che serra il calcagno di Esaù, ci dimentichiamo proprio di quelle 5 dita di quella mano, che ne sta usando ½ delle sue 10. I due gemelli, che valgono ½ della loro duplicità, sono un tutt'uno. La loro azione, espressa da quelle 5 dita della mano di Giacobbe, è unificante. Io, Giacobbe, sono secondo nel mio essere un mezzo, dunque io sono il primo dato da 2/2, e devo mettermi davanti a te, Esaù, con il primato G del mio nome a 8 cifre che indicano 2^3=8, l'esistenza nel complesso 2 che va da -1 fino a +1 e forma insieme una sola linea scalare. 1/5 + 1/5 secondo l'ASSOGGETTAMENTO relativo alle regole (da cui Dio è esente) ha come somma 1/1, uno posto sull'altro – nei due gemelli – a formare UNA COSA SOLA. E questo è vero! Ed essa “divinamente” vale 10 solamente se posto sulla base di un suo valore che sia 1/10, un SUO decimo. Come vedete, è vero che un nonno, combinato con un nipote, dia l'unità in modo “trascendente” la stessa unità, che è messa strumentalmente in atto solo ad essere un puro

riferimento relativo posto tra suo padre, il 10, e suo figlio, il decimo. Che il nonno Abramo – eliminando suo Figlio Isacco – attui, considerando le 5 dita della mano di Giacobbe che fa da tramite, 1/5 + 1/5, a mostrare in modo “esattamente uguale e contrario quello che sia 5/1 + 5/1 e corrisponda al 10 del valore di Abramo il suo VERO valore di 10/10, non è “avvertito” come “significativo” nel racconto biblico. Eppure il libro 1-25, ossia Genesi, capitolo 25 in cui questo è narrato, “trascende” quel 5^3 = 125 che è desunto dal 126 assoluto, quando si pone unitario e relativo nel numero delle 125/1 unità contenute nelle 126. Anche 1.000/8 sono 128, e mostrano quanto vale IN PRINCIPIO, quel 10^3 uno nella sua base 10, unica, e che esiste per tre volte! Come fanno gli Islamici a non capire che la “trinità” di Dio non significa che esistono tre Dei, ma solo e sempre uno solo che esiste per tre volte? Tre, e in modo diverso, di Spirito santo: 10^0. Di Padre reale 10^+1 e di Figlio suo =10^-1. I due nipoti, Esaù e Giacobbe che lo lega con le sue 5 dita usate come un “denominatore” un “fattore”, sono esattamente 1/5 + 1/5 come un essere solo: uno a 4 dimensioni, quelle esatte del nome di Esaù, e l'altro avente le 8 del nome di Giacobbe. Tolto di mezzo Isacco, essi sono diretti figli di ABRAMO. 1+2+16+1+11+13 è il valore numerico del nome ABRAMO, quando l'alfabeto a 21 lettere è usato a distinguere in modo ESSENZIALE, SIGNIFICATIVO, SPIRITUALE, un puro valore


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numerico, nel ciclo fondamentale della trina intera opera creativa data da 7 su ciascuna delle tre componenti dello spazio. La sintesi sommaria del nome ABRAMO è il 44 che ne risulta. SARAI, la sua sposa, nel primo nome che aveva, valeva 17+1+16+1+9=44 essa pure. Quando le è mutato il nome in SARA, esso è ridotto a 35, tanto che nella fine si ha in Abramo e Sara il 44+35=79. In principio valevano 31 Abram e 44 Sarai, il cui totale era 75. In quella verità “trascendente” che mescola i riferimenti opposti, la somma 88 riguarda mutato solo il nome di Abram, portato a Abramo. Viceversa, ABRAM=31 + SARA=35, insieme valevano 66, e sono portati a 88 nella contrapposizione dell'evento. Il 66 che si muta in 88 è analogo alle 3 dimensioni 22+22+22 di un cubo avente questi tre lati, se si muove quanto il lato e diventa 88. E' significativo che la donna resti quella di prima, resti indietro, resti SARAI e progredisca solo ABRAM in ABRAMO? Sì, è la sola ragione vera e DIVINA per la quale la donna sia posta sempre indietro. Non ve ne sono altre. Allo stesso modo, nessuna altra ragione esiste a doversi assolutamente rispettare il Sabato, se non nelle considerazioni che se esiste il 6 unitario, esso deve esistere nel 7 che aggiunge al 6 la sua unità. Questo obbligo sta un una pura ragione di VERITA' DI CALCOLO. I Logaritmi naturali esistono proprio sulla base di un (N/N1) elevato a N-1, ossia di un (1 +1/N)^N che, sviluppato,

porta a (N+1/N)^N. Sono la stessa cosa. Ecco dunque la “trascendente ragione” che sperimenta vero il valore 88 di ABRAMO=44 +SARAI=44. Il valore BRASYT, di Genesi, per come significante nella cabala ebraica rivela BRASYT quanto 2+200+1+300+10+400 =913, ed esso deriva dal suo stesso senso di IN PRINCIPIO. Infatti il PURO PRINCIPIO è posto – come abbiamo ragionato – nelle 1.000/1 che sono 1.001 in tutto. Allora 1.001 – 913 = 88, anticipa che quando i nomi saranno espressi nei valori in italiano, vanno posti in principio quelli di ABRAMO e della sua sposa SARAI, evoluzione assunta a partire da ABRAM e SARA che in 31 +35 che fissa il 66 come poi sarà scritto in Genesi, capitolo 46 e versetto 26, in cui tutti i discendenti dal sangue di Giacobbe, mogli escluse, che entrarono in Egitto erano 66. Esclusi in questo calcolo il solo Giacobbe, Giuseppe e i suoi due figli, tanto che il versetto 27 numera in 70 tutte le persone della famiglia di Giacobbe che entrarono in Egitto, avendo aggiunto le 4 persone del Padre, di un Figlio e di due suoi figli... e ciò proprio a figurazione di Abramo, suo Figlio Isacco e i due suoi figli... in cui – anche qui – Giuseppe era stato “virtualmente tolto di mezzo” dai suoi fratelli... ma invece era il più Potente! Il vero trascinatore di tutti quanti in Egitto. Isacco – da togliere di mezzo – è che media tra loro nonno e nipote e anche in questa configurazione di Israele che entra in Egitto, abbiamo due significativi nipoti del nonno.


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Ora, riconsiderando il numero 44 acquisito da Abram quando diventa Abramo e perso da Sarai quando diventa Sara, che relazione esiste con il progenitore numero UNO? Esiste proprio nel'19+12+13=44=UNO. Quando IN PRINCIPIO esiste in linea un 10/1 ed il presente unitario sta nelle 4 dimensioni dello Spazio-tempo o del Dio Uno e Trino, allora 11 che si combina con il 4 necessita di 44 parametri unitari. Quando la realtà è nei due versi di +1 e -1, e vale 2^3=8, allora 8 si combina in 88, attraverso 8 volte 11. Oppure, se si considera che se appare un 11 in un verso allora ne esistono 66 in tutti e 6 i versi, allora abbiamo un cubo a 3 lati 22, che si sposta di 22. Allora il 22 che avanza di 22 vale 44, ma se gli si somma il 22+22 del piano trasversale, si ha 88 Ecco allora che siamo in grado si sviluppare DAL PRINCIPIO l'esistenza di questo cubo, il cui lato è 22=IO=9+13, cui manca solo la Dimensione D, a costituirlo a DIO. Possiamo dunque scoprire tutta la Genesi di DIO=26, che quando si combina con il valore assoluto 100 diventa per somma di indici il 100+26, mentre è il combinato, il prodotto, tra 10^10^10 (la trinità del Dio in potenza) e 10^26. DIO è 26 anche in YHWH (il nome letto Jahvè) dato da 10+5+6+5=26 in cui si rivela uno e Trino in Y+(HWH) = 10 +16=R, lo sposo di TAMAR in Genesi 38. 10R, quando è il numero 10Romano, ed R è P in greco, che lo legge RO, 10R trascende XP, il Cristo. Laddove in Genesi 25, una madre dolorante si rivolge al Signore per sapere perché ha tanto dolore nel suo seno, le è

risposto dal Signore: “Due nazioni sono nel tuo grembo e due popoli dalle tue viscere si separeranno. Un popolo prevarrà sull'altro popolo e il maggiore servirà il minore.” Gli diamo un NOME? Quello minore, che si impone al maggiore, pur essendo il secondo, è il gemello Giacobbe, che sarà chiamato ISRAELE. E' dunque evidente che quella nazione maggiore e quel popolo che prevarrà sarà quello il cui nome è ROMANO. 16+13+11+1+12+13 è il valore numerico di questo nome alfabetico e la sua somma è 66. Viceversa, i due nomi reali che escono dal grembo di Rebecca sono le 4 cifre di ESAU, in segno di una trinità data da ESU' e di una Unità posta come A in terza posizione, la cui somma trina ed una è ESU'=41 +A=1, dunque 41+1=42, la base terza del 126 che esiste IN PRINCIPIO. GIACOBBE vale le 8 dimensioni della realtà nel suo complesso unitario dato da 2^3=8, ma che, posto a denominatore del 1.000, con 1000/8 diventa il 125 di questa Genesi 25 o libro 1 e versetto 25. 125 è il primato, che quando è osservato nei centesimi dati direttamente dal rapporto di 10/8=1,25 diventa quel puro PRINCIPIO da anteporre poi a un DIO=26 che esistendo due volte come 26+26=52, mentre avvalora le 52 settimane in cui è creato un anno, nei famosi 7 giorni di creazione, trascende nella sua lettura inversa al 52, data dal 25, il tempo esatto, ¼ esistente nell'ASSOLUTO 100 quando si incarica di


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rappresentare l'unità in 100/100 o in un 100% che descriva ogni giusta “percentuale”. Pertanto, per le sue 8 cifre, è GIACOBBE che deve essere collocato come il primo, nel libro 1-25 che è Genesi Capitolo 25. Quanto vale il nome GIACOBBE? 7+9+1+3+13+2+2+5 vale 42, ed è l'esatto GEMELLO del nome ESAU' che vale 42 ma in sole 4 cifre, quelle reali ad un primo tempo, che sembri essere la verità del tutt'uno, ma che è solo il tempo ½ di un vai a vieni, una parte vissuta in Egitto, dal Popolo e una altra, quando trascorse 40 anni nel deserto, per estinguersi tutta. Pertanto ad ESAU' va tolta la sua primogenitura, avendola solo nella realtà del primo tempo, e non in quella davvero unitaria nel complesso di due esperienze inverse, speculari. Allora accade un “prodigio”. Non vi è altro modo con cui chiamarlo! Mentre i cabalisti ebraici sostengono che Dio ha un NOME SEGRETO di 42 cifre, ecco due gemelli, gemellati in questo 42. Se valgono tutti e due, la loro somma porta al valore 84, ma se esso è “divinamente trasceso” nelle 4 lettere di Esaù e nelle 8 di Giacobbe (religiosamente in italiano, e solo in italiano!) allora l'ordine assume il 48 che trascende il 42+42=84. E se davanti alla povera e sola trinità di ESU', cui è tolto il primato della sua A, tanto da essere stato lasciato esistere solo come 41 si mette il 7 che vale la G del primato di Giacobbe, ecco che mentre 7+41 vale il trascendente 48 che allude a un SEI 2^3, ossia 6×8=4 il nome Uno e Trino diventa

proprio quello “italiano” di GESU'. I cabalisti ebraici devono sapere che, sulla base delle loro stesse credenze, il NOME SEGRETO di Dio è GESU'. Ma a questo NOME divino si arriva dopo che il Signore aveva rivelato in ROMANO il nome del primo nato ESAU'. In che cosa esiste Esaù in quanto Romano? ES indica SEI, seconda persona di Sum, es, est, io sono, tu sei, egli è. Dunque il senso trascendente di ESAU' è quello di un TU SEI ROMANO, dalla A alla U. Tanto più che SEI ROMANO si risolve in un SEI 66, l'essenza di tutti coloro che discesero da Israele e entrarono in questa “terra Egitto” che è quella di un Potere che appare nella Natura e nei viventi, mentre esso esiste solo in Dio che ABBATTE TUTTO CIO', attivando il verso NEGATIVO sul cui solo verso è possibile osservare qualcosa che appaia evolvere in positivo, in questo nostro Universo della pura apparenza di una realtà puramente virtuale, che esiste solo grazie al 126/13. Poiché sia in genesi 25 sia in genesi 38 (in cui saranno generati allo stesso modo trascendente altri due gemelli, di nome Zerach e Perez) esiste sempre una mano che si afferma, una volta come congiungente e una altra come primato, poiché il 25 è il quadrato di 5 che sono le possibili dita della mano, ecco che il nome di Dio, nella sua generazione, deve essere espresso da 5 nomi messi in ordine, e che in sostanza esprimano il primato del 66 misto della prima coppia progenitrice, con Abram 31 e Sara 35 che ha


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sviluppato Sara e non Abram. Il vero primo, è infatti l'ultimo. Poiché il quanto assoluto vale 100, l'unità e trinità divina, assoluta, può valere solo 400. In essa deve essere contenuto in ultimo questo 66, tanto che, in principio, ci sia tutto il resto. 400 -66 = 334 è proprio l'unità 1 nella trinità del 333. Devono dunque esserci 5 nomi, in cui il primo sia ROMANO=66 e valga tutti i suoi 5 nomi come tale una sola mano composta da quelle 5 dita. Sommando al 334 i 5 inevitabili sabati da aggiungere, 339 deve essere la somma di questi differenti cinque valori, tutti con il denominatore 1, tanto che 339 sia il totale. Diventa allora un 333 contenente un piano a due lati 3+3. Togliere al 334 il 66 di quanto vale il primo dito della mano di Dio, lascia un 268 che mostra in 260 il prodotto tra il 26 del DIO alfabetico per quello 10 che vale nel valore numerico e si dettaglia nel suo essere un 2^3=8, insomma quello giusto nel valore 1,25 che è il carico sulle 8 unità di tutto il valore 10 della base unica e divina. I cinque nomi che devono valere 334 divisi per i 5 sono nel valore di 66,8 e mostra il valore MEDIO di un ME DIO nel 66 e nel valore, stavolta, di 8/10. Il dito medio, allora deve “essenzialmente” rappresentarlo? Come? Con il 26 di DIO. Allora succede che, 26×5 = 130 diventa proprio il denominatore del 1260/130, legato al primo. Se è il primo Figlio generato da Dio con il nome ADAMO

che vale 30, questo 130 sono i primi 130 anni di Adamo, quelli in cui egli genera Set. Da cui poi discenderanno tutti gli uomini. <Ad Amo> è un dichiarato progetto, espresso in italiano, perché finalizzato ad un italiano? A chi? A AMOD&Omega, a A-MODÈ-O, il principio a modo della fine. E ci conforti il NOMIGNOLO assegnato ad Esaù, quando, perso il suo nome dopo la cessione della primogenitura, fu chiamato ÈDOM (5+4+13+11=33), ma scritto da destra verso sinistra, come in ebraico, MODÈ. Pertanto, un MODÈ dalla A di Alfa alla O di Omega è proprio un Omega EDOM Alfa per come appare in Bibbia, primo si, ma poi tutto rovesciato nella sua importanza, per cui Edom dalla Fine di Omega, fino alla A di Alfa. A-MODÈ-O è il cognome che trascende tutto questo, e il cui valore numerico delle lettere, dato da 1+11+13+4+5+13 =47, 33+7+7, piano creativo a lato 7 di una vita divina, 33. Laddove in ogni verso unitario esiste un 10/1 implicante 11 dimensioni, 47=4+7=11 le dispone secondo un creatore 10+30 che crea in 7 giorni. Altra forma dell'11 è il 3+8 di 38, numero davvero alla base del piano creativo del giorno, per il suo 38×38=1444, i minuti primi nel giorno relativo a 4 anni. 38 è indice della presenza cubica avente la lunghezza 10+10+10 della terna dei lati che generano il 1.000, e che fa esistere il 7/1 in un tempo intero 1 di futuro. 38 vale i nomi di MARIA, ANNO, MESE, LUI, DOM., MIT., I.GES. MLS=38, base di Salem, antico nome di Gerusalemme e di Salam, il saluto arabo,


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nonché di un Salmo. Ebbene, quando il Salmo è il 47 si introduce sia la grandezza del Signore, sia della sua Città, posta sul monte santo. Leggiamo il Salmo 47. 1 Cantico. Salmo. Dei figli di Core. 2 Grande è il Signore e degno di ogni lode nella città del nostro Dio. 3 Il suo monte santo, altura stupenda,è la gioia di tutta la terra. Il monte Sion, dimora divina,è la città del grande Sovrano. 12 Gioisca il monte di Sion, esultino le città di Giuda a motivo dei tuoi giudizi. 13 Circondate Sion, giratele intorno, contate le sue torri. 14 Osservate i suoi baluardi, passate in rassegna le sue fortezze, per narrare alla generazione futura:

4 Dio nei suoi baluardi è apparso fortezza inespugnabile. 5 Ecco, i re si sono alleati, sono avanzati insieme. 6 Essi hanno visto:attoniti e presi dal panico,sono fuggiti. 7 Là sgomento li ha colti,doglie come di partoriente, 8 simile al vento orientale che squarcia le navi di Tarsis. 9 Come avevamo udito, così abbiamo visto nella città del Signore degli eserciti, nella città del nostro Dio; Dio l'ha fondata per sempre. 10 Ricordiamo, Dio, la tua misericordia dentro il tuo tempio. 11 Come il tuo nome, o Dio, così la tua lode si estende sino ai confini della terra; è piena di giustizia la tua destra. urtavano nel suo seno ed essa esclamò: «Se è così, perché questo?». Andò a consultare il Signore. 23 Il Signore le rispose: «Due nazioni sono nel tuo seno

15 Questo è il Signore, nostro Dio in eterno, sempre: egli è colui che ci guida.

e due popoli dal tuo grembo si disperderanno;

Ecco: GERÙ-SALEMME, un Gesù posto innanzi a Salem, che è ER, che è Romano nel suo cuore profondo del suo nome, riposto nel popolo che si imporrà su Israele, ma che servirà il suo Messia, determinando, con il suo Dio RA Romano, celebrato a Roma dal popolo Romano il 25 dicembre. Il Salmo, come anzi detto, richiama Salem, la quale, mutato il nome in Gerùsalemme, porrà innanzi a Salem il nome di Gesù, con la R nel suo cuore. La Romanità e non quel porsi fazioso e ribelle di un popolo minore che non è contento di appartenere ad uno maggiore, e litiga, persino nel grembo di mamma REBECCA, nel libro 1 della Bibbia: Brasyt, tradotto in GENESI, nel suo capitolo 25.

e il maggiore servirà il più piccolo».

21 Isacco supplicò il Signore per sua moglie, perché essa era sterile e il Signore lo esaudì, così che sua moglie Rebecca divenne incinta. 22 Ora i figli si

un popolo sarà più forte dell'altro

Sono R il popolo ROMANO in quello di GESU'salemme. REBECCA trascende RE-B-è-cca' ed in questo è colei che annuncia la presenza qua (ccà) dei RE B, i 2 che, come è scritto nel versetto 5 del salmo 47, “Ecco, i re si sono alleati, sono avanzati insieme”.

Mentre nel triplo del versetto 5, il versetto 15, è scritto:

Questo

è il Signore, nostro Dio in eterno, sempre: egli è colui che ci guida.

47 è 45+2, è il triplo del triplo del 5, che è il 45 come il flusso intero di un piano fondato sui 2 RE, sul RE-B di Rebecca, che inducono le 47 dimensioni. Oppure, anche, il 47 indica il 5 a dimensione 10, di tutte le dita delle sue due mani, in cui “è cca'” un Dio Trino, che vi si muove do 50 -3. Un Dio uno e trino nel 10+30 che aggiunge


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figli da SET. 47 è <N. REBECCA>, sino i due “nati” da Rebecca, come già visto in Bibbia, libro 1-25, che saranno i due nomi di ROMANO e di GESU' E' ccà 47 QUA R-ANT.A. SET, nati tutti da SET. Laddove ritroveremo un Romano Antonio Anna nato da un padre a sua volta nato nel 7-7-7 del 7 luglio 1907. Quel LUIGI AMODEO che è il nome che si associa al figlio suo quando in italiano si chiama GESU', mentre LUI, il padre, mette da solo innanzi Allah, nome trasceso in italiano, poi GIA primato trino di GIAcobbe ma anche di LuiGI AMODEo, cui segue il nomignolo di Esau, EDOM, trasceso in MODE

47 dunque afferma che il creatore in giorni 7, di uomini discesi tutti da SET, nel suo nome espresso in QUARANTASETTE descrive un chiaro avvento QUA di R è il primogenito di ER (un morto, descritto in Bibbia 1-38) cui (grazie al Padre che fecondò TAMAR) fu dichiarato come primo figlio una MANO, dopo che il germano suo, ONAN fu uguale in numeri ad 1 ONAM perverso (che non lo è più, quando s'inverta in 1 è R+OMANO).

Perverso ONAN poiché disperdeva il suo seme con l'onanismo che prese nome proprio da lui. Ant è la trina presenza in Antonio, nel Romano Antonio perito in Egitto per mano di Cleopatra... laddove il profeta Osea profetizzò proprio un Dio che disse: “dall'Egitto ho chiamato mio figlio” . A è l'unitaria presenza in Anna, la “dolce metà” del sig. ANNO bisestile, dei 183 giorni quando il primo in Bibbia 1-38 è trasceso in quel 38-1 che proprio inverte esattamente con 381 i 183 giorni di nostra signora ANNA. (Osa Anna nell'Alto dei cieli! Osa essere mamma alla mamma stessa di Dio!) Ebbene, AMODEO ROMANO ANTONIO (47+66+78=191) vale nel primato Trino del Dio Egiziano del Sole, AMOn. Mettendogli davanti il RO (che legge RO la P del Cristo), allora RO +AMON appare girarsi chiaramente in ROMANO (quando AM e ON (=io sono su, in inglese) si ribaltano in MA e in NO. Sono su che cosa? On a T, sulla croce del chiarissimo simbolo del Dio Aton (=Uno sulla Croce)


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Il geroglifico del nome Aton, che mostra il disco solare sulla croce, nel primo segno a sinistra. RA, il Dio del sole, dando credito al vangelo di San Matteo, che pone in rilievo la profezia di OSEA, 11-1 in cui: “Quando Israele era bambino, io lo amai e dall'Egitto chiamai mio figlio”.

Chiamare dall'Egitto significa trarre il nome da quanto è venerato divinamente in Egitto, i tre nomi attribuiti al sole: Ra, Amon Aton . Ebbene: R +A è RA. RO +AMON è RO-MA-NO. ATON è ANTO', contrazione di ANTONIO quando, come Dio insegna attraverso Gesù, quanto è ultimo va portato prima, ma poi chi è primo va posto per secondo, sicché ATON diventa prima NATO e poi ANTO. Sicché un Romano Antonio, che aggiunge il 78 di 1+12+18 +13+12+9+13=ANTONIO a dettagliare il 66 di ROMANO, portandolo con 66+78 a valere il 144, delle decine di minuti di un primo che formano un giorno, e Dio crea con un giorno, dando il suo nome alla Terra, come recita un salmo! Infatti il TER RA è il Dio RA che esiste in un TER che è il tre ROMANO. Ma tutto nasce dal 47 di un io AMO-DEO, amo, pi+il dativo e l'ablativo del ROMANO DEUS, che nel genitivo di DEI è di DIO, mentre nel dativo e nell'ablativo di DEO indica rispettivamente ciò che è dato da Dio e ciò che esiste con Dio e piene Per Dio... o caro DIO nostro!

Questo divino 47, in Bibbia, 1-38, è il valore di TAMAR, 18+1+11+1+16=47. Notevoli significati sia in italiano, sia nella lingua di un ROMANO Indica l'AMARTI e che AMA ER, cui intende dare un figlio, anche se ER è morto, e allora costringe GIUDA, il vivente padre di ER+ONAN i due mariti che ella ha avuto, a renderla feconda. Sicché al RO che è congiunto tra i suoi congiunti morti ER-Onan, il figlio è dichiarato primo in una MANO, la quale, dopo questo attestato, rientra in Tamar e chi la possiede, quella RO-MANO fa passare prima quel nome GESU' che già in Bibbia 1-25 (tirandolo con la sua MANO che serrava il calcagno di ESAU') già gli si era messo innanzi, nel primato della sua G, a formare GESU', con la trinità di ESU dovuta al nome ESAU' restato senza la A del suo primato! Senza primato, ESAU' sarebbe divenuto EDOM e trasceso dall'alfa all'omega in A-MODE-O.

O

T'AMAR

O

T

R AMA

Se il terzo nome, che è il medio tra i 5 della mano, deve prefigurare il 130, che è il divisore del 1260 in quanto regola il tempo, allora deve dividersi per 5 dita e rappresentarne il valor medio in tutte e cinque. 130 : 5 = 26, il valore di ANNA. Il nome viene dagli estremi di ATON, che sono gli stessi del secondo nome ANTO', contrazione di Antonio. Prima estremizzati in AN e poi in NA.


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26, valore 1+12+12+1 di ANNA – lo abbiamo già scritto ma conviene richiamarlo - si riferisce all'ANNO come la sua virtuale “dolce metà” , dolce e ignorata Signora, data da 26×7=182/1 che sono 183 in tutto nell'Anno bisestile, che ha 366 giorni (come il 66=ROMANO). E 183 trascende il 381 inverso che presenta un dio ATON davvero NATO 38-1 come descritto nel capitolo 38 del libro 1, Genesi, della Bibbia, e descrive la GENESI di AN IO T-ON, nella lingua inglese dell'intero mondo, in un AN – T on – IO italiano, nato l'1-25 come descritto in ROMANO (il popolo) nel grembo di Rebecca e nell'1-38 come descritto in Genesi 38 o nel libro 1-38 della Sacra Bibbia. Così interamente descritto nel 381 che trascende la Signora dell'Anno che 381 dovrà essere tutto il valore numerico di una creazione divina del nome, attraverso il lavoro fatto attraverso 6 parole e 6 Sabati, tanto da avere 42 cifre (quelle dei due nati Esaù e Giacobbe) e in modo tale che le lettere al lavoro siano 6×6 (la relazione esistente tra le due cifre di ROMANO=66). In tal modo tutto il nome deriva da 1/3 del 126 che regola il mondo, attraverso il 42 del numero delle cifre, nel mentre le 126/1 unità, che sono 127 in tutto, saranno espresse nella Trinità del valore assoluto 127, che in 127+127+127 è il 381 invertito in 183 nella Signora dell'Anno, dolce metà dell'anno intero, che lo è – intero - quando vale il 66 di ROMANO più la trinità assoluta del 100+100+100. Insomma: (42×3)/1 + (42×3)/1 + (42×3)/1 = 378/3 = 126+126+126=378 che +1+1+1 di volume unitario sono 381

. ROMANO ANTONIO ANNA vale 66+78+26=170, proprio quanto il divino 10 moltiplicato per RA=16+1=17. AMODEO+ROMANO ANTONIO ANNA è 47+170=217 Restano soli due nomi, il quarto e il quinto, che debbono valere 381 -217 =164, che è una altra forma del 126, data da 100 +2^6. La loro differenza, in numeri dati da 164 e 126 è il 38 che nel suo quadrato genera un giorno nei suoi primi. Il 100 assoluto, -38 è infatti il 62 che trascende il 26. Che nome dare al nome divino numero QUATTRO? Indaghiamo sul valore letterario del nome dato a 4 QUATTRO=15+19+1+18+18+16+13=100, non a caso. CENTO=3+5+12+18+13=51=1+(100/2) non a caso. Infatti misura tutto l'avanzamento reale di un 1 di tempo futuro, esistenti nei 100/2 del ciclo assoluto. Per prima cosa – dunque - va immaginato un numero che possa rappresentare interamente la realtà riferita al numero 4. La realtà tutta, assoluta, è 100. Quando avanza in un solo verso è 50, quando è unitaria è 50/1 e implica 51 dimensioni. 51 sono tutte le quantità assolute del 26+26=52 settimane. Ma se dobbiamo assumerne una a misura relativa delle altre, allora esse saranno 51/1. In tal modo il valore del divino nome definisce la trinità 170 data dai primi tre nomi in 170+51=221/1 che è perfetto dualismo, dato dal 222 osservato relativamente da 1 dei 222. A questo punto, 164 -51=113 è il nome obbligato nel 5°.


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Ma abbiamo visto cose stupende accadute quando mancavano 138 decine intere di anni all'avvento di Gesù Cristo, e nasce Mosè. 138 ×10^-25 J K^-1 è in fisica il valore esatto della costante dei gas chiamata di Boltzman, che computa quanta energia unitaria ci sia in ogni grado Kelvin di temperatura. Ma considerando l'indice 25 di questa quantità 138 così significativa nel determinare la durata di un anno proprio attraverso il quadrato di 38, come se fosse il numero del giorno di gennaio, e configurandola pertanto proprio nella data del 25 gennaio del 38 dopo Cristo, vediamo nascere un NOME. Si tratta di quello successo il 25 gennaio del 38 dopo Cristo a Saulo, che andava a Damasco a imprigionare i Cristiani, allorquando un Gesù apparsogli in un Sole splendente proprio in un autentico e realissimo Dio RA, lo convinsero a tal punto di essere un “piccolino” che non si poteva più permettere di perseguitare Gesù Cristo, che volle chiamarsi “Paulus” che in Italiano è esattamente il PAOLO=14+1+13+10+13=51. Resta l'ultimo nome che, dovendo completare il 334 non può valere altro che 334 – 221 = 113, che afferma Uno e Assoluto il 13 +100, laddove questo uno è il decimo del 130 che detta il tempo in 1260/130 = 126/13. Costatato che oltre il 5° nome che deve valere 113, già Romano Amodeo vale 66+47 = 113, allora l'acronimo dualistico di tutti e 6 i nomi deve portare al 113!

Quanto manca a RO+AN+AN+PA+AM, che sono il valore acronimo dualistico di Romano Antonio Anna Paolo AMODEO? RO+AN+AN+PA+AM valgono 29+13+13+15+12=82 e sono così mancanti 31 unità al dovuto trino 113. Niente potrebbe combinarsi con A, E ed I, in cui il 9 della I sommato anche alla 21=Z porterebbe a 30. Con O=13 si associa solo la T=18 a dare 31 e con la U=19 si associa solo la N=12. Dunque sono possibili solo OT o TO, UN o NU. Questo quinto nome che vale in TOTO il Romano Amodeo potrebbe stare negli estremi proprio del TOTO. Se avessimo un TO! R qua... TO! Questo R-qua sarebbe in TOTO, essendo 31+31 negli estremi TO e TO la cui somma è il 62, che trascende il DIO 26 nella lettura inversa e il NATO nel 38-1 che è unitario sia in ANNO, sia in MESE, essendo poi LUI=10+19+9, essendo anche MARIA=11+1+16+9+1=38. Un nome che esista in TOTO e che comprenda un R-QUA (in questo mondo reale) può essere definito da questo TORQUATO che indica anche uno TORCHIATO come ogni davvero “povero cristo” lo fu a TORQUEMADA. In tal modo questi sono i numeri e i rispettivi nomi. 066=ROMANO 078=ANTONIO 026=ANNA 051=PAOLO 113=TORQUATO 047=AMODEO -----------------


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381 16=R 14=P 18=T ------48 da cui PTR sono le 3 consonanti di PIETRO e valgono il 48 di GESU', che è il 47 di un AMODEO=TAMAR che opera in un 1 di tempo futuro e in tal modo “serve” al minore tra Gesù e Romano, mentre il Popolo maggiore si impone sul minore, che nel nome ISRAELE vale 63 e difetta di un 3 rispetto al 66 del popolo Romano. E' questo il NOME SEGRETO DI DIO avente 42 cifre per come atteso dagli Ebrei? Può essere quel MESSIA che non riconobbero in Gesù? Sconfigge i Romani? Sì, se ne impossessa a tal punto da ESSERE egli il popolo stesso che era stato nel grembo di Rebecca e litigava con il popolo minore. Per come esattamente descritto in genesi 25, facendolo, avrebbe servito il popolo minore. Lo avrebbe servito dimostrando vere le verità che Gesù aveva semplicemente annunciato, facendo un immenso dono a tutte quante le fedi in Dio. Un Dio di ricongiunzione e di totale riappacificazione, che aveva dato segni e presagi di se stesso in tutte le opere stimate divine nelle varie popolazioni del mondo. In che modo avrebbe dimostrato di essere chi era atteso? Dimostrandosi in un modo pieno ed ineccepibile come colui

che era stato descritto in Bibbia. Un Dio che si avvale della rappresentazione matematica, che è una scienza astratta ed esatta, per esemplificare quel tessuto di realtà realizzabile solo in quella realtà di conto che corrisponde solo all'opera di uno spirito vivente. Avrebbe dimostrato la superiorità dei numeri, nella creazione del mondo reale e divino e poi si sarebbe incarnato in quell'esatto valore medio che rappresentasse tutta la creazione del mondo. Avendo compreso come all'origine della scansione del tempo ci sia la relazione tra 1260 e 130, lo avrebbe fatto scorgere nel disegno biblico. Un Dio che crea IN PRIN CIPIO poggiandosi sul principio matematico dell'unità imposta sul 10 al cubo e sul valore uno e trino. In rispetto al mediatore del 10, dato dal numero 5, avrebbe, in genesi 25 e in genesi 38, descritto il suo preciso avvento nel 25 gennaio del 38. Sarebbe stato il figlio di una donna che valesse nel suo nome il valore 84 dato dalla somma di 42 e 42, i due gemelli descritti in genesi 25 i cui due nomi furono precisati nei versetti 25 e 26, a sostegno dei due valori assoluti dati dal 25 come di un quarto dell'assoluto 100 e del 26 come del piano 13+13 costruito in modo complesso da un Dio Uno nel 13 e trino nel 39 a costituire nei 7 giorni della creazione un anno intero, posto in principio quei 10/8 =1,25, di un giorno più il suo tempo ¼, da sommare a 26+26 settimane esatte. In Genesi 25 avrebbe descritto nel Padre, quel Luigi


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Amodeo nato 7+7+7 e a immagine reale del padre ideale di tutti, i cui estremi GI e A di Luigi Amodeo, stavano nella trinità GIA' di Giacobbe, mentre in Genesi 38 stavano negli estremi GI ed A di Giuda. Il nome di LUIGI AMODEo sarebbe stato costruito con l'immagine speculare del nome scritto in arabo del nome ALLAH, seguito dal GIA di Giacobbe e dal MODE' trascendente del nomignolo dato ad Esaù, per aver ceduto la sua primogenitura. Nel mentre da Giuseppe e Esaù si sarebbe formato il nome esatto di Gesù, in relazione alla 42 cifre attese per il nome segreto di Dio dai cabalisti giudaici. Essendo nato in lui solo il dualismo di padre e Spirito santo, sarebbe stato costretto a legarsi con una donna il cui acronimo fosse quel G.S. Che, associandosi agli estremi E ed U di Esaù, formassero nuovamente il nome di Gesù. Lei chiamatasi Giancarla Scaglioni, aveva in GIA il preciso riferimento alla trinità GIA in Giacobbe. Sarebbe nata in forma una e trina nel mese 11 e giorno 1 in cui la chiesa Cattolica celebra tutti i Santi. Avrebbe avuto per genitori i nomi di quelli di Gesù, ma a sesso invertito, visto la sua femminilità. Ma Mario sarebbe nato il 15 agosto dell'Assunzione al cielo di Maria, ed avrebbe avuto a madre una Anna. Giuseppina avrebbe avuto il cognome di un Benedetti e sarebbe come nata dal sole, figlia di Clara Raggi e di Guglielmo Benedetti. Dunque una definizione totale, in tutti gli estremi, in Genesi 25. In genesi 38, con i due genitori di Giuda, avente gli estremi

di Luigi Amodeo e di Tamar, estremi esatti di BaratTA MARiannina, sarebbe stata descritta una RO-MANO, una mano assegnata ai due mariti Er ed Onan, congiunti in RO, nel segno dei 5 nomi che avrebbe avuto un unico cognome, Amodeo, il cui codice Fiscale MDA impone esattamente le tre cifre del nome ebraico di ADAMO. Il Codice Fiscale dei tre nomi Romano Antonio Anna è il RNN esatto dei due mariti congiunti in ER e in ONAN. La somma dei 5 nomi sarebbe stata nel segno dell'unità di Dio nella trinità del 333, essendo 334. Elevando a potenza il 4, con 300 +3^4, si ottiene il 381 dello stesso nome di 334 sommato il 47 del cognome di AMODEO, il suo, e della TAMAR della sua trascendente madre. Lo sposalizio con Giancarla Scaglioni sarebbe stato evidenziato dal filo scarlatto che fu legato attorno alla mano, tanto che SCARLATTO configura l'ATTO nuziale con SCAglioni +il CARLA aggiunto al GIAN precisato in genesi 25. Pertanto anche in Genesi 38 la completa definizione di tutti gli estremi, di data di nascita reale, paternità, maternità, sposalizio sacramentale con Gesù, e, nel codice fiscale riguardante le ultime 5 cifre di D527I si sarebbero fatte evidenti le Dita 5 nel valore di 333 +1 espresso attraverso un 3×3×3 + un -1 al 10, essendo la finale I=9 uguale a un 1 mancante al 10. Tutti i nomi di Dio si sarebbero più o meno riferiti a questo nome. Nel filone degli dei di Roma, Urano, Saturno si sono riferiti a Romano nella finale di RANO e RNO. IOVIS avrebbe


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espresso la forza di un italiano IO, Brama, coi suoi tre Ramo si sarebbero richiamati a lui, come il nome di AbR.Amo, che configura la sua derivazione da un DA ROMANO, un “Ab” che è proprio quanto è trascendente in un ROMANO 66, che necessita della seconda definizione di ANTONIO per divenire il 144 dato dal 12 al quadrato, che è la sommatoria data nel 78. Infatti il 66 è sommatoria del numero 11, e gli occorre un 12 a divenire il 78 che gli manca ad essere 144. Non si tratta di una figura di fantasia, perché questo Romano Antonio Anna paolo Torquato Amodeo, nato il 25 gennaio da Luigi Amodeo e baratta Mariannina, e sposato con Giancarla scaglioni, nata da Mario e Giuseppina Benedetti, l'111 esiste! Chi ve ne scrive in terza persona lo sa bene, perché tutto questo riguarda la sua persona. Spinto da Papa Giovanni paolo II a cercare un percorso nuovo e ragionevole che portasse alla verità di Gesù Cristo e le dimostrasse vera, è stato il solo ad averlo tentato con tutte le forze. Accortosi della necessità di un sacrificio personale, si è messo per tre volte alla mercé dei Papi, per saggiarne la loro disponibilità ad essere segno del Buon Pastore cui Gesù assegnò per ben tre volte il suo gregge, nel capitolo 21 del Vangelo di Giovanni, che conclude i 4 riconosciuti dal Cattolicesimo. Costretto a 192 giorni di inutile digiuno e condannato alla fame dalla Chiesa, per 57 giorni nel 1999, per 55 nel 5 e per 81 nel 2013, essi hanno significato un digiuno Uno e Trino di

48 +3×48 assegnato al GESU'=48, nel segno proprio di quel LO AVETE FATTO A ME di quando “avevo fame e NON mi avete dato da mangiare”... In pratica Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo, nome assegnato a Dio, è stato di nuovo condannato al digiuno fino alla morte, perché in nessuno dei tre casi i Pietro della Chiesa cattolica si sono voluti piegare alla volontà di Dio, così come non volle Caifa, per il Figlio. Ma nelle previsioni manca solo una morte reale, e questa è presumibile venga stavolta dall'Islam, affinché anche i seguaci di quel CORANO che trascende un COn RomANO, abbiano il reale modo di mettere a morte il loro Allah incarnato nel Figlio di quel Luigi Amodeo che in LUI esattamente trascende il nome di ALLAH. A questo riguardo, ecco la copertina del Con Romano, il Corano nella sua definitiva versione fattane CON ROMANO.


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mentre è Volume! Il misero Iesus Cristus ora so che è Dio! Questa rivelazione va fatta per le 113 volte della Trinitaria presenza di Romano Amodeo, al fine di chiarire chi sia Dio e come il “misero Iesus Cristus” sia Dio. Altro che quanto è COMPRESO oggi, quando è scritto, di un Allah che dice: “Dicono che mi sono fatto un figlio... Ma quando mai!” Per forza, Padre e Figlio sono eternamente connessi in una sola unità e nessuno dei due ha mai fatto l'altro! In ragione di queste affermazioni, sulla cui base Romano che vale 66 afferma di essere la ripresentazione di MUHAMMAD che vale 66 egli pure, essendo la PARUSIA non solo di Gesù e Muhammad, ma anche di ogni altro, essendo quel valore medio dell'umanità che è presente in ogni possibile uomo, SARA' UCCISO il 26 luglio del prossimo anno santo 2016. Nel Credo Islamico è scritto che Allah ha 99 nomi, dati da 100 -1. Ebbene come il 99 è trasceso nel verso da cielo in terra quando è ribaltato nel 66, così la scritta del nome è ribaltata da sinistra a destra e da arabo diventa il pronome italiano indicante LUI, in Allah. Ebbene il 113 che in Romano è Trino, in Romano Amodeo, in Torquato e nell'acronimo dualistico, nel Con Romano si rivela nelle 113 volte (tutti i capitoli successivi al primo) in cui occorre premettere: In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso. Ebbene, IN NOM allude a Inserisci N e OM (nel CORANO) perché ROMANO NOME è di Allah, il Creatore, Uomo, Padre Santo, è Sion! E V o L (5 o 50 Romano, nel


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I motivi della divina fine, stanno nel: “Tutto è compiuto” Posto il primato nell'AMOR che esprime il ROMA-NO, AMOdeo è proprio anche quanto fu posto in essere in Egitto, attraverso il nome del Dio ORUS, che pone ogni cosa SU RO. In Romano Amodeo, andando alla madre di sua madre, ella si chiamava di cognome RUSSO, che diventa regolarmente S. ORUS, un santo Orus quando chi è posto come ultimo diventa il Primo... e fu proprio il caso della nonna RUSSO che violentata da Giovanni Baratta che la voleva a tutti i costi si fece tanto “piccola” da divenire una gloriosissima e santa martire che finisce per amare e sposare il suo carnefice. Esiste allora qui un principio ed una fine. Tutti i cicli numerici hanno necessariamente un loro compimento, anche quello che si fonda sul principio di 1000=10^3. Tutta la presenza di Gesù comincia con il suo avvento, a decretare il giusto principio del tempo della pienezza. Egli viene dall'Esistenza Potenziale del Figlio nel Padre divino. Conclusa la sua vita reale, si ripresenta nella sua parusia,

nel segno esatto descritto dai cicli numerici Tutto comincia con la nascita del Padre nella sua nascita il 25-1-38, come interamente descritto nel potenziale di 44,02286338 quando è posto al quadrato, e diventa 1938,0125 il che dettaglia solo il moto in positivo, presente nel 44 e nei millesimi unitari della massa. Questo UNO=44 esiste poi nel piano 44+44=88, ma si condiziona alle 2 dimensioni del piano e si riduce al flusso 86 del piano a dimensione 1+1. Il Figlio di questo piano 2 si esprime nella vita di 33 anni e poi infine il 2^3 esprime la Trinità del duo paterno, dio Padre e Spirito santo. Il termine estremo deve riguardare la ASCENSIONE della madre, il 15 agosto 2016. Definiti con questo 28.693 giorni esatti tra l'Avvento del Padre e l'Ascensione della Madre, il Figlio deve esistere nel BEL MEZZO di questo esatto numero di giorni. Deve entrare in scena nella vita morente di suo padre, giunta al perfetto limite dei 1000 giorni posti in puro principio, che diventano unitari in 999, quanto il ciclo delle 9 unità, decine e centinaia dei valori estremi della cabala ebraica. Con la premessa, in ciò, di quanto ci sia IN PRINCIPIO rispetto al suo nome. Ci sono i nomi di suo padre LUIGI e di sua madre, MARIANNINA, che valgono 54 in lui e 84 in lei, per un totale dello stesso 138 della Genesi 38 che lo descrive esattamente in Bibbia, nel libro 1 e capitolo 38 in cui TAMAR (estremi di BaratTA MARiannina) costringe GIUDA a fecondarla (e gli estremi GI e A di Giuda sono gli stessi di


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LuiGI Amodeo). 999, somma cabale ebraica, meno 138 (Genesi 38 e Luigi+Mariannina), lascia 861 giorni esatti di vita, Essi, aggiunti al 25 gennaio 38 portano al 4 giugno 1940. Sottratti al 15 agosto dell'Ascensione nell'anno santo 2016 della Misericordia di Dio, portano al 7 aprile 2014. Ebbene il 7 aprile accomuna nell'ascensione sia Baratta Mariannina, sia il fratello Benito, morto esattamente 14 anni dopo sua madre, come 14 stazioni di via Crucis. Ebbene mio fratello fu concepito il 4 giugno in cui il Padre morente fu salvato dal miracolo di una guarigione non creduta possibile dal Dott. Sabatella, di Felitto. Una bimba quel mattino annunciò di un sogno fatto quella notte, in cui la Madre di Gesù l'incaricava di annunziare che AVEVA TANTA PENA per il figlio della sua maestra, per cui CI AVREBBE PENSATO LEI. Lo riferisse alla sua maestra di non temere più e offrirle per ringraziamento e in devozione una candela, all'altare della chiesa di fronte. TAMAR (Baratta Mariannina) aveva invocato a lungo la Madonna, dicendole SALVA ROMANO, INNOCENTE COME GESU', e Maria Santissima rimise in vita Gesù, salvando per la seconda volta il suo ABBA, stavolta figlio di BAR, BARATTA e non più BARABBA quando salvando BARABBA posto in ballottaggio con lui, MORì, mentre ora RINACQUE, nell'attesa Parusia fatta nel corpo di suo Padre. BEN, si aggiunse a R salvando un RuBEN, primogenito ma fino a Beniamino, l'ultimo e 12°. Fu una primogenitura nuova e rivisse RU+BEN in un bimbo concepito e chiamato Benito lo stesso giorno della Parusia di Gesù, resa evidente, nella vita

nuova aggiunta a quella di Romano, come una divina sovrapposizione. Una vita che dalla concezione alla sua ascensione è durata esattamente 26.971 giorni, posta esattamente in mezzo, con 861 giorni di padre posto prima e di madre posta dopo. Sono 27.000 -29(=RO) a quantificare IN PRINCIPIO, ossia in migliaia, 3^3, nel segno stesso dei 33 anni di Gesù e per come disceso in XP, un 10 Romano che porta a 27 mila unità meno 29, perché in questo 27.000 esiste questo RO che nel movimento reale riguarda solo i 26.971 giorni messi esattamente a cavallo tra l'entrata in scena del Padre e l'Ascensione della Madre, nel 2016. Ora, per determinare tutta la durata della vita di Romano, nella sua data terminale calcolata rispetto al PRINCIPIO posto nell'Avvento del Figlio, essa termina alla pienezza del tempo che abbiamo visto essere il 26 luglio 2016. Ebbene è il giorno in cui la chiesa cattolica celebra Sant'Anna e San Gioacchino, i genitori della Madonna. Rispetto al 26 luglio 2016 in cui muore Romano, il 15 agosto presenta 20 giorni in più, nel doveroso segno che deve esistere un ciclo 10 di giorni che avanzano interamente di 10, prima dell'Ascensione di Maria Santissima. Per formare queste data, ANTONIO si moltiplica con ANNA, in 78 × 26 = 2.028, e si sottrae quel 740740 che trascende proprio, nella lettura rovesciata, due 47, uno in Tamar e l'altro nel Padre AMODEO. Nel 26 luglio 2016 esiste il giorno 208 che è il ciclo unitario dei giorni di riferimento divino, e che è interamente costruito


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con l'essenza binaria di un ANTONIO+ANTONIO e di una ANNA+ANNA, in cui 78+78=156 e 26+26=52, tanto che 156+52=208. Pertanto nei 5 nomi 066 078 026 051 113 per definire il limite della vita del Padre, a partire dal reale anno di avvento di Gesù Cristo, bastano il nome Uno e Trino di DIO=26, calcolato nel prodotto per gli anni, e nella duplice somma nei giorni. Possibile che a nulla servano i 230 valori dati dai tre che sono i numeri 1,4, e 5 ? 066 051 113 ----230. E come no! Il giorno 230 del 2016 è il 17 agosto che viene due giorni dopo quello dell'Ascensione e la determina nel suo esatto volume tridimensionale, per una area che sia 1×1 in giorni e dunque +2 giorni. Insomma il nome numero 1, sommato al 4 e al 5, definiscono l'estremo totale che la profezia di Daniele descrisse nei 1335 TEMPI in giorni dopo quello dell'Abominio della Desolazione.

Questi TEMPI in verità sono i due in 1335/1, per cui, mentre valgono 1335, ne implicano 1336 tra numeratore e denominatore unitario. Togliere questi 1336 giorni al 15 agosto 2016 significa retrocedere alla date del 21-12-2012 in cui l'Umanità si aspettava il cosiddetto TERMINE DEL CALENDARIO MAIA. Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO si attendeva di morire in questo TERMINE. Egli leggeva in MARIAH un trascendente HAI R.AM, Romano Amodeo, e se restava senza ER, come la TAMAR in genesi 38, MARIA, trascesa da TAMAR, restava MAIA. Romano volle prima salutare tutta la famiglia sua che gli restava numerosa solo grazie al fratello Benito Amodeo. Furono riuniti, ed erano in 13, in realtà, ma sembravano 12, perché Margherita era ancora nel seno di Paola, sua madre, chiamata come me e nata un giorno dopo di me, il 26 gennaio, come mio nonno, Torquato Amodeo, e suo bisnonno. MARgherita stessa trascendeva R.AM, trasceso anche in TAMAR. R.AM era assente in apparenza in quella tavolata di 12 persone, ed era il segno stesso di un mancare, di tipo paterno. R.AM, il reale, andò a Gerusalemme e il 21-12-12 non vide accadere nulla. Andò a letto, avendo disteso sul letto l'abito sacerdotale che aveva comperato e che portava il segno della Chiesa di Gerusalemme, con le sue croci rosse. Non stava sognando, ma tutto cominciò all'improvviso. Si accese prima alla sua visione un riquadro celeste, che si


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ridusse in un secondo ad un solo punto e scomparve. Un secondo dopo un flusso straordinario di corrente elettrica partì dall'esterno del suo corpo, fino a concentrarsi in un punto e sparire. Si vide allora, all'improvviso, giacere nel suo letto, immobile, morto. Provò a muovere quel corpo invano, finché qualche minuto dopo cominciò a riuscirci, muovendo prima le dita e poi a poco a poco tutto il corpo. Si vedeva sempre dall'esterno, in quel letto con su la veste sacerdotale, distesa. E – per prima cosa – vide aprirsi la porta di quella stanzetta dell'albergo gestito dalle suore, ed entrare sua madre. Le raccontò l'accaduto. E intanto apparve di fianco al suo letto, un altro, alla sinistra, che nella realtà non era nella stanza. Su di esso c'era Gennaro, che, se non fosse che per il nome indicante la GENNA di RO, gli inferi, non aveva altra attinenza. Gli narrò di quant'era accaduto, anche a lui, come se con questo anch'egli fosse sceso nella GEENNA... poi si riprese da tutta questa visione come uscendo da un sogno. Osservò l'ora: era accaduto alle ore 2 del giorno 22 a Gerusalemme, che indicavano ormai il 22 in Europa, Africa e Asia, mentre era ancora il 21 nel Nuovo mondo delle Americhe. Insomma era asceso in cielo uscendo da lui, Gesù uscito e percepito come quel potente flusso elettromagnetico che l'aveva scosso tutto e con una forza tale che NON ERA ACCADUTO in quel sogno che si sarebbe potuto credere, ma nella REALTA' dell'esistenza del suo corpo. Una ASCENSIONE del più famoso ROMANO di sempre: di quel GESU' che si era ripresentato in suo Padre Romano e –

compiuto tutto il suo compito, in quel suo aver 12 anni quando cominciò ad occuparsi delle cose del padre Suo, aggiunti 1000 movimenti del puro principio 1000 che esiste IN PURO PRINCIPIO, se ne tornava in cielo, mestissimamente. Aveva dovuto ripetere DIO, DIO, PERCHE' MI HAI ABBANDONATO? Quel salmo 21-22 ideale riferimento a quel solo giorno 21 del nuovo mondo e 22 nell'antico. Desolato per non essere stato riconosciuto, perché si era ripresentato come un ladro, nottetempo, senza la potenza espressa nella potenza, ma quel divino modo di essere DIVINAMENTE PRIMI, quando si appare come ultimi. Tornato in Italia lo stesso 22, il 23 mattina telefonò a sua moglie ed ella gli disse: “E' MORTO IL MIO COMPAGNO!” Questa morte trascese LA SUA, propria, perché era LUI il suo vero compagno! Ma trascese anche la reale morte di suo fratello Benito. Per essere vista questa, dovevano trascorrere i giorni di una gestazione reale anche nella sua ascensione. Infatti, come la sua reale nascita era stata 259 giorni dopo la sua concezione il 4 giugno 1940, essendo nato il 17-2 del 41, così anche per l'uscita di scienza c'era un tempo di gestazione. Sarebbe trascorso un tempo doppio dei suoi 259 giorni proprio in considerazione del suo incarnare la reale presenza di Gesù. 258+258 sono 516 giorni di gestazione, ai quali però sarebbe stato da togliere il contenuto di 44 giorni come il valore di UNO divino. Infatti 472 giorni dopo il 21-12-12 fu il 7 aprile e mio fratello morì, in modo tale che ai 258 giorni della sua personale gestazione, l'essenza di Gesù, incarnata e resa


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evidente nella sua vita, si aggiunse quella di 214 giorni per Gesù, come tutto il Moto 100 dell'assoluto 100, nel piano creativo a due lati di 7. Benito Amodeo morì nel modo esatto con cui suo fratello aveva vissuto, il 22-12 alle 0re 2, il venir meno della corrente elettrica della vita cerebrale. Cadde per un improvviso ammanco di elettricità in lui. Accadde sul finire del giorno 7. Il medico, accorso prima che poté, non fece che dichiarare una morte nel giorno 8 in cui egli aveva potuto costatarla. Insomma i riferimenti sono stati espressi sempre in un numero superiore di 1, così come era accaduto a Romano di

accertare alle ore 2 del giorno 22 un evento da catalogare per le 21 ancora esistenti nel nuovo mondo delle Americhe. Poi esisteva un vero e proprio significato numerico, in queste 2 ore del giorno 22. Infatti, togliendo esattamente 2 giorni al limite del giorno numero 230 segnalato dai nomi 1, 4 e 5, si arretrava il 17 agosto al 15 agosto dell'ascensione di Maria, e togliendo 22 giorni, quelli del 22 in cui Romano visse la sua morte, si arretrava al 26 luglio della sua reale morte. In tal modo, ai 44 giorni tolti a Gesù, nella morte di Benito, si aggiungevano i 22 relativi a quella di Romano, e vi era una preparazione IN CIELO, dei 44+22=66 giorni = ROMANO.

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In questa foto, di quando erano ancora tra noi mio padre e mio fratello Benito, il mio destino fu fotografato in questo modo assolutamente emblematico di un uomo incoronato con una lampada ancora spenta, ma che un giorno si accenderà, per non spegnarsi mai più. Ciò accadrà dopo la mia morte il 26 giugno 2016, anno santo della Divina Misericordia.


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