Struttura della creazione in Bibbia, sezione aurea divina e 12 "maledetti" in 1 somaro

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Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO

LA STRUTTURA DELLA CREAZIONE RIVELATA DALLA SACRA BIBBIA. LA SEZIONE AUREA DIVINA ED I 12 MALEDETTI IN PENTATEUCO 1-27, che in 126:3 è 42 e in 127×3 è 381 “NOME SEGRETO DI DIO” e “ARCA”


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IN PRINCIPIO LA CABALA DI 10^3 = 1+9+90+900 00100 200 300 400 500 600 700 800 9 0100 200 300 400 500 600 700 800 90 100 200 300 400 500 600 700 800 900 La comunicazione biblica parte da un sistema rappresentativo alfanumerico, che afferma una struttura di valori che sono i mille che ho evidenziato e che permettono, assegnando a questi numeri dei valori espressi da lettere, di dare una forma di contenuto fonetico, che permetta di concepire i numeri attraverso una rappresentazione alfabetica. L'alfabeto, come lemma, parte proprio dai due primi numeri, uno e due, che sono espressi come Alef e Bet. In questi tre ordini di grandezze, date dalle unità, da 1 a 9, dalle decine, da 10 a 90 e dalle centinaia, da 100 a 900, è contenuta tutta la rappresentazione dinamica che si imposta sul numero unitario dato dal 10, che equivale al valore medio tra il prodotto dei due rispettivi estremi, 1 e 100. L'unità, sarà rappresentata sempre in questo modo, attraverso il valore degli estremi, e questo corrisponde alla verità dei fatti, se consideriamo 1 sempre il prodotto tra le due rappresentazioni estreme date da N/1 e 1/N. Questo concetto è fondamentale al punto che quando si ricomincerà con una progressione riguardante Abramo, suo figlio Isacco e i figli di Isacco, quando Dio chiede ad Abramo di sacrificare il figlio suo è solo per estremizzare la rappresentazione della generazione attraverso il concorso diretto tra Abramo e i suoi nipoti. Altro concetto fondamentale sarà che il secondo sia più importante del primo, e vada riconosciuto lui come il vero primogenito. Ciò accade in quanto

al primogenito è dato il compito importantissimo, fondamentale, di essere il denominatore di tutti gli altri figli, tanto che il secondogenito maschio è il primo numero che dà la valenza di spazio, in quanto il primogenito ne è il denominatore e dunque ne esprime il tempo. Altra caratteristica è quella di considerare fondamentali solo i numeri corrispondenti al sesso maschile, che la natura nell'uomo fissa in chi intraprende la lotta per la sua vita, quando, con i milioni di semi insiti nell'uomo, uno solo supera la gara per la fecondazione di chi – come un numero pari – esprime il genere femminile. Intendendo la vita come una somma, 1+2 rappresenta il maschile sommato al femminile, e porta a tre entità la rappresentazione paterna e materna. Con l'aggiunta di 1 figlio maschio, il 3 diventa 4 e – esprimendo l'unità sommata alla trinità paterna e materna, passa ad una nuova fase maschile, rappresentando il passaggio da 1 a 4. Con 4 dunque abbiamo un figlio maschio “improprio” che – come Isacco – non deve essere considerato. Egli si legherà a una femmina che vale 5, tanto che il valore di padre e madre diventa 4+5=9. In terzo figlio maschio sarà il numero 10 e dunque esprimerà di nuovo l'unità, fondamentale, che è tuttavia ancora pari. A questo punto occorrerà un gemellaggio, tale che, essendo 10 il figlio Esaù, e 11 il suo gemello Giacobbe, debba essere spettante al dispari Giacobbe il ruolo del primato.


3 In questo modo, le tre generazioni passano da quella di Abramo, il numero 1, a quella di Giacobbe, il numero 11 che è il numero 1 di in nuovo ciclo decimale. Avremo pertanto Esaù che è il numero 10 come il fondamentale servo di tutta la possibile determinazione attraverso i cicli numerici contati come veri e propri creatori di elementi vitali, maschile se dispari, e femminili se pari. Esaù rappresenterà in tal modo IA – una delle definizione del Dio Jahvè – il cui contenuto numerico, nella cabala italiana che è organizzata in modo differente, espressamente unitario, nei tre ordini, tanto che dopo il 10 non si passi al 20, ma al valore 11, i tre ordini arriverebbero al 9+9+9=27, ma ad esso si estrapolano i 6 versi del flusso a due versi, positivo e negativo, in ciascuna delle tre dimensioni che descrivono cartesianamente il volume, esprimendolo attraverso il prodotto tra i valori lineari. Questo prodotto, però, sarà espresso il linea paterna, ossia attraverso sempre la base 10 in azione. Quando 10 è in potenza di zero, ha il massimo possibile valore, perché 10^0, elevato a qualsiasi altro numero, resta sempre 10^0, in quanto 10^0^N = 10^(0xN) = 10^0. 10 elevato a zero rappresenta di fatto la divina potenza di Esaù, che deve essere tolta di mezzo altrimenti avremmo come risultato sempre e solo 1: lui! Esaù deve essere tolto di mezzo allo stesso modo con cui deve essere tolto di mezzo suo padre Isacco. Con 10^1, il che coinvolge Giacobbe, il figlio numero 11, dato dal 10 maggiorato di 1, abbiamo finalmente valido IL PADRE, nella sua base 10. Si capisce da questo, che quando abbiamo potenze, di calcolo, affidate alla base 10 di calcolo, per potere “realizzare” il PADRE nel ciclo 10, dobbiamo attendere che un gemello, che è nella stessa sostanza del padre, ma suo decimo, gli si metta come indice di potenza, che poi è quello che porta alla sua “reale” presenza. Infatti 10^1 significa che abbiamo “realmente” presente un 10. Quando invece era 10 elevato a zero significava che esisteva, ma puramente “in cielo”, ossia come un dio onnipotente ma in apparenza assente, in un mondo le cui dimensioni – per apparire reali – non potevano in alcun modo avere la dimensione zero.

Detto questo, proprio per fissare qualcosa che valesse “in puro principio”, possiamo affrontare la comunicazione biblica, del primo libro intitolato BRASIT, un termine che mette in campo delle quantità ben precise. Capito che il numero 1 fa da denominatore di un altro numero, il linguaggio può partire solo quando si abbia il rapporto unitario reale dato da 1/1 che ne implica due di numeri 1. Per questo il testo Biblico parte dalla indicazione del 2 che è un vero e proprio indice del fatto che il ciclo 10 esiste due volte, come 10x10=10^2. Questa è la potenza che abbiamo visto sarà fondata su Esaù, il figlio numero 10, che poi però dovrà essere tolto di mezzo, attraverso una visione “relativa” ossia “uguale e contraria”. La matematica, per togliere di mezzo la base 10 di una potenza che si basa su di esso, esegue il Logaritmo decimale. Pertanto sarà attraverso Log 10^2 che il numero 2 si affermerà nelle due volte in cui realmente è in atto il numero 10. Sapendo che noi vedremo sempre ogni cosa solo attraverso indici, o esponenti che davvero “indicano” attraverso indici dimensionali le dimensioni del mondo così determinato, noi per adesso cerchiamo di capire che cosa esista di “divinamente in atto” nella comunicazione biblica. Ovvero non facciamo il Logaritmo decimale delle potenze dei valori numerici costruiti attraverso “le volte” in cui il ciclo numerico 10 è in atto reale. BRASIT allora attua questa progressione. 10^2 è la lettera Bet, la seconda, e vale 2 nella cabala ebraica. 10^200 è la lettera che “indica” e introduce la sua estremizzazione. 10^1 è il risultato unitario ottenuto tramite i due estremi, quelli che se usassimo l'italiano sarebbero 2/2, ma che sono 2/200 in quella cabala ebraica in cui il ciclo 1° e il ciclo 3° non hanno lo stesso valore, ma uno esprime il decimo di 20 e l'altro il suo decuplo. 2 volte 200 come prodotto, determina in 400 il valore assoluto della realtà. Ma sarebbe la stessa cosa se facessimo 20x20, dando lo stesso valore alla prima fila e alla terza. Essendo 400 un valore puramente combinatorio, che esprime l'unità nel suo numeratore, la sia inversa espressione che lo renda 1 è data da 1/400. Pertanto con BRA=203, in sostanza abbiamo 10^2 x 10^200 x 10^1, il che combina infine la terna unitaria, attraverso il concorso degli opposti. Possiamo idealizzare questo volume come il flusso tridimensionale, messo in sequenza


4 di 1+1+1, in cui il piano che fluisce è quello assoluto dato da due lati lineari grandi 100 e 100. Quando la quarta definizione è 10^300, il messaggio passa a estremizzare a 300 il valore spaziale, con la lettera S=300. La somma di 300 a 203 porta a 503, il che ora idealizza tutto il moto reale, unilaterale, del ciclo che esiste in puro principio di 10^3=1.000. In tal odo si è passati – con la quarta definizione, che è quella della realtà – a quantificare il flusso lineare 1+1+1 (praticamente di un cubo a tre lati generatori dati da 1) che avanzano con 5 unità date da 100. Sono le 400 espresse dai 4 versi del piano frontale, e da un 100 che si aggiunge al 3 a quantificare 103 il solo flusso del piano a 400 dimensioni. 10=Yod in sostanza è l'indice di 10^10, il che esprime unitariamente in un altro modo i due cicli unitari: uno assolutamente simile. La somma che esiste alla definizione numero 5 incrementa di 10 dimensioni il 503, lasciando sempre alle massime 400 le dimensioni del piano frontale, mentre diventa di 113 dimensioni la linea del flusso. E' a questa definizione, finora data da BRASY, che si avvalora il flusso 113 che poi quantificherà a tre dimensioni quello che scopriremo essere il “nome segreto di Dio” avente le 42 cifre attese dalla cabala Ebraica, ESAU', su cui noi stiamo basando tutte le nostre quantificazioni, vale esattamente 42 nella cabala italiana in cui sono considerate solo le 21 dimensioni di un flussi 1 che abbia un piano espresso nelle due lunghezze di 10+10. dando alle 21 lettere dell'alfabeto italiano la definizione alfabetica corrispondente all'ordine dato da A fino a Z, ESAU' vale 5+17+1+19=42 e possiede le 42 cifre attese e composte da 6x7, una opera in 7 giorni che si combina con il lavoro fatto in 6, per realizzare ogni cosa e dunque anche un none di Dio che sia fedele alla sua generale tipologia realizzativa. Giungeremo al nome che è esattamente questo: 66=ROMANO, nome che sarà rivelato in Bibbia 1,25 78=ANTONIO=26+26+26 laddove DIO=YHWH=26, è “trino” 26=ANNA ed è in 3a generazione la MAMMA nella MAMMA di Gesù. 51=PAOLO=CENTO 113=TORQUATO, il 5° nome è da solo quanto il flusso 113, di un piano Uno e trino in 400, nelle 5 definizioni di BRA-SI. Letto per come è rivelato dalle

lettere in Italiano, abbiamo che BRA-SI convalida con un SI=26 un DUO che sia definito in R.A., acronimo di Romano Antonio, ma anche Romano Anna. L'ultima definizione, nel titolo del primo libro della Bibbia, è la T, che nella cabala ebraica vale 400, mentre vale 18 nella italiana. Il valore cabalistico ebraico porta il 513 a valere 400 in più, dunque 913. Il nome BRASIT rivela in modo trascendente l'IT di Italia, che è anche il verbo andare, usato da un Romano, in cui da <eo, is, it> il significato è quello di un <VA> in Italia, proprio quella che sarà la discendenza da LIA, la moglie imposta a Giacobbe dalla prepotenza del suocero, LA B...ANO, ed è proprio indice della lettera B che caratterizza con un R.A. Un LA, un 10=A, che sia R.ANO, il nome Uno e Trino già visto in ROMANO, in cui quello che difetta GIACOBBE, mentre è presso LABANO, è proprio sua fratello ESAU' che gli è posto come denominatore. Non è infatti, nel DUO dei due gemelli, il vero primogenito, nato come numero 10, perché è posto a puro denominatore e sarà sempre abolito attraverso la percezione uguale e contraria al ciclo 10, data attraverso il suo Logaritmo decimale. Anche GIACOBBE vale 42, essendo la somma di 7+9+1+3+13+2+2+5. Ma è posto davanti – meglio sopra – del fratello, rappresentando il gemellaggio un virtuale 42/42 =1, in cui vale solo il gemello 11, posto a numeratore. ESAU – poste A e U come la prima e l'ultima delle vocali nell'alfabeto italiano, rivela trascendentemente un <ES> a-ù, <SEI> (romano) da cima a fondo. Ora se accade che Esaù perde il diritto della sua primogenitura e – in seguito a questo – sarà chiamato EDOM (con l'accento sulla E), la sua “sovversione” non è che lo elimina come denominatore, solo che l'inverte da primo a ultimo, invertendone interamente l'ordine. In tal modo EDOM si rovescia in <modè>. Il padre LAB...ANO in cui BRASIT pone R dopo la B, e suppone R.ANO A., si completa in MODE'. Insomma il nome che è A-U, da cima a fondo un SEI ROMANO A. come in principio, da cima, quando va fino in fondo si completa con A.MODE', ed è esattamente A-MODE-O se il “fondo” si riferisce quanto <è CO G.R.> essendo con un Gesù Romano, insomma GRECO e l'ultima lettera di tutto l'alfabeto, vocali e consonanti è l'Omega, In <G.R. e co'> quanto è in moto tale che sia così da cima a fondo lo è dalla Alfa fino alla Omega. E poiché nella lingua di oggi del mondo, essere <a modo>


5 (che in italiano significa anche <fatto bene>) da cima a fondo, si pone come A-mode-O ponendosi proprio anche, da cima a fondo come il bistrattato ESAU' che perde perfino il nome è diventa il ROSSO, perché questo significa <EDOM> in ebraico. Mentre ROSSO in italiano rivela un <RO> SS.o, santissimo. Pertanto i valori già visti nel Nome segreto di Dio: 66=ROMANO che infine dice NO a una brutale ROMA e la gira in AMOR 78=ANTONIO come <An IO (in fine) T on (messo in mezzo e SULLA CROCE). 26=ANNA, terza generazione di Gesù Cristo 51=PAOLO, nome assunto da conversione cristiana. 113=TORQUATO 334 come 1+333 (trino nei tre ordini del potere) 47=AMODEO, Edom da cima a fondo, a modo da cima a fondo... 381 che è la lunghezza dell'Arca di Noè: 300+50+30+1(il tetto) Se contare le cifre di questo nome, esse sono: 6 in ROMANO 7 in ANTONIO 4 in ANNA 5 in PAOLO 8 in TORQUATO 36 e sembrerebbe che non sono le 42 del “nome segreto di Dio”, che però è dato da 6 per 7 = 42... ma quando si aggiunge 1 giorno di riposo ai 6 di lavoro. Di fronte a un Dio che si rivela SONO per quel che SONO, se è il 66 di ROMANO nel primo nome è nel 6 del 6, ossia lo è per le 6x6=36 lettere in cui ciascuno dei sei lavori dati dai sei nomi lavorano per un valore medio che è esattamente il 6. E 36 lettere al lavoro (come negarlo?) aggiunte a 6 lettere di silenzio, a separare l'uno dall'altro i 6 nomi e a terminarli ciascuno con un riposo, portano esattamente alle 42 cifre che il nome dovrebbe avere, nel rispetto del lavoro medio 6 per ogni parola in cui valga la media del 7. Allora la media 6 diventa di 6+1 e le sei parole al lavoro sono secondo una opera piena che sia le 42 relative sia a ESAU', sia a GIACOBBE...

Quando dunque la Bibbia definisce in BRASIT il suo primo capitolo, se lo riferiamo ad un Romano, il finale SIT diventa il congiuntivo SIA. Come a dire <Che BRA sia!>, che esista il Duo in R.A., in Romano Amodeo. Questo atto si iniziale esistenza, pone tutto il PROEMIO biblico, tutto il libro intitolato BRASIT come la trascendente invocazione <Che esista il duo divino in Romano Amodeo!> 913 è il suo valore e riguarda un piano a due lati, 400 e 400 ciascuno, ossia entrambi Uno e Trino in assoluto, in quel 100 dato dall'AZIONE 10 moltiplicata per la REAZIONE 10. 113 è il flusso trino dato, in questo nome divino dalle 42 cifre secondo norma in modo che: 113 è ROMANO AMODEO 113 è TORQUATO, il nome numero 5 113 è il valore B, dualistico, nelle prime due lettere di questi nomi. 29=RO per Romano 13=AN per Antonio 13=AN per Anna 15=PA per Paolo 31=TO per Torquato 12=AM per Amodeo 113. Quando noi misureremo in linea ogni cosa mediante il piano 3x3, avente l'area 9, e in BRASIT=913 estrapoleremo le 9 dimensioni in linea, tanto che ne restano 904, e dividiamo questo residuo per 113, abbiamo che il risultato esatto è 8, il che indica la presenza dualistica di una B=2 che esiste in potenza di 3 e vale 8 volte 113, dunque 904, in quel suo 1000 -904 =96 = SPIRITO, Valore che se lo riferiamo a GESU=48 è il piano esatto a lunghezze 48+48=96. Ma è anche 16 volte 6, un SEI 16 = Sei R. GESU' è il nome esatto dato da Giacobbe ed Esaù, quando in giacobbe vale l'unità G del suo primato ed Esaù resta trino in ESU', avendo perso la Alef=1 del suo primato. Vediamo che esistono esattamente 8 quantitativi di Romano Amodeo, o di Torquato o di RO AN AN PA TO AM, in BRASIT=913.


6 Mentre, partendo da quanto è in principio di struttura numerica data da 9+90+900, per una lunghezza di 999, laddove essa deve assumere dimensione unitaria di volume in linea, al 999 debbono essere aggiunte le due dimensioni del piano che abbia i due lati 1 generatori, dunque un 1+1 che porta a 1.001 una unità che esiste come 1000 “in principio” e si muove per la dimensione 1 del tempo del suo esistere. 1.001 – 913 = 88 conferma a due dimensioni, di unità e di decina quegli 8 quantitativi che avevamo avuti di 113, quando il piano aveva i due lati generatori di un 400 sommato a 400. Come spero di riuscire a far capire, BRASIT vale davvero per un <Che sia il 113!> impersonalo nel duo lineare di un Romano Amodeo che sia trino nel 113 e sia trino anche nel 66, in un processo di verità uguale e distinta, stavolta, solo dal nome primo. Occorre fare come diceva Gesù: di buttare le reti dalla parte destra della B.AR...ca'. 66 = ONAMOR solo nel primo nome invertito acronimo dualistico a valori rovesciati: O N AM OR su (inglese) AMOR O I NOT NA A N NA O L O AP O T AUQR OT O E DO MA in SODOMA c'è un AMOD o S. pervertito 66 66 136 113

tutto il lusso 3 del piano a lati 100 e 100. Se la prima presenza di BRA l'esprimeva nel contenuto reale, avanzante, ora è introdotto il contenuto retrocedente. 913+ 203 1116 Con le prime 9 definizioni siamo già ad un valore che approssima 1/3 del ciclo totale del tempo. Il triplo porterebbe esattamente a 3348, ma è eccessivo per 230 dimensioni che esistono in modo trasversale in un piano il cui lato è esattamente nelle lunghezze di 115+115=230 che possiamo accorpare nella sezione a due lati assoluti come 100 e 100 e, nella linea il 10+10+10 di un cubo il cui lato sia il riferimento intero. 1116 è infatti tutto il modello matematico il cui flusso è di 111 decine, nel piano a 3 componenti in un lato e 3 in quello opposto. Quando noi avremo tutto il flusso, avremo: 1111+ tutto il flusso unitario a 4 dimensioni reali in 4 cicli di decine. 2000+ il 1.000 in principio lineare, sulle 2 linee del piano 7 che è tutta l'opera secondo cui un 1/1 si moltiplica x 6 versi, in 6+1 D. 3118. Si capisce bene come in tre 1116, ci siano 230 dimensioni di troppo. Siamo al 9° tempo della 9a lettera e sappiamo che anche il 3x9=27 ha un 6 di troppo, che sono i 6 versi del percorso da quanto è 21. Le lettere introdotte dalla Bibbia, ci stanno dando la progressione elementare delle dimensioni creative.

Dividendo BRASIT per tutto il 381 delle misure dell'Arca di Noè nonché di questo nome, abbiamo che se il promotore della divisione è un 151 che è 100 +CENTO (in valore alfabetico, che poi è il 51 del quarto nome reale PAOLO), abbiamo che 913 -151 = 762, il che è 381+381, il piano fondato sulle dimensioni da una parte dell'Arca e dall'altra del valore intero di questo nome segreto di Dio. Occupiamoci ora della seconda parola di BRASIT=913. Aggiunge un secondo BRA, ossia un secondo 203 che abbiamo visto essere

ALHIM è la terza parola 1116+A=1 diventa 1117 che, +L=30 diventa 1147, che +H=5, diventa 1152 che, +Y=10, diventa 1162, che, +M=600, diventa 1762 al raggiungimento di 14 definizioni, che sono i 2/3 delle 21 necessarie. Siamo passati da 1/3 a più di ½. Infatti due volte 1762 sono 3524, che ora hanno 406 dimensioni di troppo, date da tutta la realtà Una e Trina 400 avanzante in tutti e 6 i versi. 1762 sono dimensioni di anni, e riguardano esattamente il 1762 dopo


7 Cristo in cui la Scienza sta studiando finalmente di determinare nuove unità, basandosi sulla trascendenza di un ciclo 10 che riguardi ogni dimensione, anche se sono differenti tra di loro sia per grandezza, sia per forma. Questo contenuto che sarà letto ELOHIM quando i Masoreti, circa nell'800 dopo Cristo introdurranno una lettura vocalizzata per l'introduzione di vocali, non ha alcuna ragione di mutare il suono A di AL nella pronuncia EL. Difatti qui è espresso, in modo sintetico ed unilaterale esattamente un nome che sia questo: HALLAHIM, che si fonda su un HLA che si mette a invisibile denominatore della sua fase INVERSA, in ALH e si precisa simultaneamente in quel LUI che nella lingua odierna del mondo si traduce in HIM=LUI

Qui vi mostro il legame a LUI del nome di Allah, come esso è scritto in lingua araba. Leggendolo da destra come se fosse scritto in lingua italiana, un arabo che conoscesse l'italiano, lo leggerebbe LUI. Poiché la scrittura araba è inversa alla nostra ed essi scrivono come faceva Leonardo da Vinci, se vogliamo leggere in italiano uno scritto orientato in modo inverso, ricorriamo alla lettura attraverso uno specchio. Ebbene ALLAH allora diventa quel pronome LUI con il quale già tante volte è nominato nel Corano, attraverso un pronome. Chi non volesse nominare invano il nome di Allah, dovrebbe scrivere o parlare di LUI. Ebbene, la terza parola della Bibbia non si rivolge ad un anonimo ed erroneo Elohim, ma ad un trascendente ALLAH che, posta in evidenza le tre lettere finali di LUI scritto nella lingua di oggi del mondo, poi lo legge da destra verso sinistra e per intero proprio come un HALLA intero scritto esattamente nell'ordine arabo, da destra verso sinistra, e letto a voce ALLAH quando dalla lettura ci si libera da come il nome sia scritto. ALHIM mostra il Dio 11= AL in HIM=8+9+11=7+(7+7+7), il creatore in 7 giorni, Uno e Trino, che vale 11 su un solo verso, quando 1/1 viaggia per 10 tratti unitari nel tempo di 10/1, che ha 10 unità di spazio più una unità di tempo. Ma quando questo UNIVERSO di 11 dimensioni assume tutti e 6 i suoi

versi, diventa 66, le dimensioni esatte di ROMANO. Perché il contributo dato da ROMANO sia possibile, occorre prima che il mondo scientifico pieghi al ciclo 10 del valore di ESAU' tutte le unità di misura.

Costui è chi donerà la consapevolezza, alla scienza intera, di che cosa di importantissimo essa abbia fatto, al raggiungimento delle 14 lettere e con esse del 1762 in cui furono studiate le dimensioni ideali che consentissero di scavalcare sia le difficoltà di tipo quantitativo, sia quelle di tipo qualitativo. Infatti 10 regola tutte le dimensioni, come anni, secoli, minuti secondi, differenti di grandezza rispettiva e regola anche tra loro dimensioni diverse come il tempo, lo spazio, la massa. Quando si comincino finalmente a riferite tutti i valori al ciclo 10 introdotto dalla Bibbia nelle sue tre gerarchie cabalistiche, l'uomo si è messo sulla strada giusto per ricondurci dalle quantità e dalle qualità, per quanto siano differenti, in ciò che in esse vi è di essenziale: la dimensione numerica delle volte in cui deve esistere il ciclo 10 come un unico Dio, che grazie alla sua sola fondamentale esistenza, poi conferisce grandezza apparente a tutto quanto. Dopo queste prime 7+7 definizioni, che anno portato al DIO a immagine e somiglianza del 10, in un Allah che obbliga a dire, nel suo Credo, di avere 99 nomi, quanti 100 meno 1, la quarta parola ha sole due cifre, me esse nel loro totale, valgono in AT quanto porti AT, al... tempo nostro. AT vale 1+400 ed impegna gli anni dal 1762 fino al 2.163.


8 Chi regola il nostro anno è quel 147 che questo finale anno 2.016 della misericordia di Dio ancora difetta rispetto ad esso. Il computo esatto deve partire da un 147 anche aggiunto al 1762, che porta al 1.909 in cui è nata Mariannina Baratta, l'incarnazione ai tempi nostri della Madre di Cristo. Dal 1909 fino al 2.016 ci sono 107 anni che rappresentano l'opera di un Dio assoluto 100, in tutto il suo lavoro di 6 anni. Lei non morirà avendo 17 anni in meno, ma 16, essendo nata nel 29 di giugno, mentre il termine di questo 2.016 non è ancora raggiunto, essendo morta il 7 aprile del 2.000, anno santo. I 107 anni, comunque, diventano tali il 15 agosto, dell'Ascensione di Maria santissima. In quel giorno saranno trascorsi, dall'avvento della Madonnina moderna alla Ascensione di Maria santissima dal 2.016, esattamente 39.129 giorni. Essi sono esattamente a cavallo dei 401 anni che sono indicati con i 16 apporti che aggiungono anche AT alle altre 14 definizioni. Restano solo le ultime 5 definizione dell'ultima parola il cui significato in italiane è CIELO, mentre in lingua ebraica sono gli apporti di HWMYM per la quantità di 5+300+40+10+600=955. 2.163+ 955= 3.118 anni dopo Cristo. Queste prime 21 lettere, che riguardano le prime 5 parola, hanno anche 5 “sabati” ed essi, aggiunti, portano al 26=DIO, che ordina il tempo in anni interi e avverte in Bibbia quanto sia, in anni interi, una generazione. Ma Dio la indica usando questi tre fondamentali nomi tra i suoi 6: Romano Antonio Amodeo. Romano+Antonio sono il 1° e il 2° che valgono un 12 nella loro sequenza. Infatti 66=Romano, sommato a 12, diventa il 78 di Antonio. Poiché quello che conta è il primo, ma ben tenendo presente anche il secondo, perché entrambi formano il 144 di coloro che in apocalisse son bagnati e lavati dal sangue dell'agnello, come pure le misure delle mura della Gerusalemme celeste, di 144 braccia a misura d'uomo o di angelo, 1+3+(ANTONIO -ROMANO) +Romano x Amodeo dà il ciclo tot. del tempo: 1+3+ (78 -66) + 66 x 47 = 4+ 12 + 3102 = 3.118.

Possiamo determinarlo anche con riferimento a: R. +Romano x Amodeo = 16 +3.102 = 3.118. Possiamo arrivare ancora con più precisione a questa determinazione, che fissi anche il giorno e il mese. In questo modo: RA + Romano x Amodeo, meno i giorni di AMODEO. 17 + 66 x 47 meno 47 giorni = 2.119 anni meno 47 giorni = 2.118,1114 Infatti il 14 novembre dista 47 giorni dal termine del 3.119. 3.118,1114 dipendono da queste definizioni intere: 2.000 sono gli anni di un piano che ne contiene 1000 in ogni lato 1.111.1111 sono le 7 dimensioni della creazione, 4 nello spazio e nel tempo 0,007 sono le 7 tutte in valore unitario dell'opera 0,0003 è il tempo reale 10^-4, nello spazio 3, ch'è mosso di 7 nel 10 3.118,1114. Questo è un autentico modo di misurare il tempo in mesi di 100 giorni a livello tridimensionale, che poi sono 1/3 nelle linea tempo, che è solo una delle tre. Infatti in un anno che avesse 1.200 giorni, il ciclo intero è di 4.800 giorni di spazio+tempo. Infatti: 10^4.800 : 10^(3.333+3+3) = 10^1.461 Per ottenere solo il tempo, attraverso la eliminazione dello spazio, occorre dividere lo spazio+tempo, indicato in 4.800 giorni per 10 elevato all'indice che ha 3.333 in linea di flusso e 3+3 in area trasversale al flusso. Solo a queste condizioni perfette, matematicamente calcolando, dallo spazio-tempo espresso in valore puramente decimale si passa a quello che presenta poi lo spazio+tempo solo nel suo tempo. Dal sistema cabalistico delle prime 21 lettere di Bibbia, che sono 26 considerando i 6 sabati, il Dio YHWH=26 quantifica il ciclo del tempo quantificandolo di fatto in base a Romano Antonio Amodeo.


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LA STRUTTURA IN BIBBIA, FINO ALLA CREAZIONE DI NACOR (vedi CORANO) Nel capitolo 5 del primo libro sono rappresentati i primi 10 progenitori dell'umanità. Abbiamo in sostanza dieci cause fondamentali poste a base della creazione, cui è data forma di una parabola umana, di genitori che generano primogeniti maschi, che poi sono messi a denominatore di tutti gli altri figli e figlie che sono avuti da loro. Vi presento per intero questo capitolo 5. Genesi 5 1 Questo è il libro della genealogia di Adamo. Quando Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio; 2 maschio e femmina li creò, li benedisse e li chiamò uomini quando furono creati. 3 Adamo aveva centotrenta anni quando generò a sua immagine, a sua somiglianza, un figlio e lo chiamò Set. 4 Dopo aver generato Set, Adamo visse ancora ottocento anni e generò figli e figlie. 5 L'intera vita di Adamo fu di novecentotrenta anni; poi morì. 6 Set aveva centocinque anni quando generò Enos; 7 dopo aver generato Enos, Set visse ancora ottocentosette anni e generò figli e figlie.8 L'intera vita di Set fu di novecentododici anni; poi morì. 9 Enos aveva novanta anni quando generò Kenan; 10 Enos, dopo aver generato Kenan, visse ancora ottocentoquindici anni e generò figli e figlie. 11 L'intera vita di Enos fu di novecentocinque anni; poi morì. 12 Kenan aveva settanta anni quando generò Maalaleèl; 13 Kenan dopo aver generato Maalaleèl visse ancora ottocentoquaranta anni e generò figli e figlie. 14 L'intera vita di Kenan fu di novecentodieci anni; poi morì. 15 Maalaleèl aveva sessantacinque anni quando generò Iared; 16 Maalaleèl dopo

aver generato Iared, visse ancora ottocentotrenta anni e generò figli e figlie. 17 L'intera vita di Maalaleèl fu di ottocentonovantacinque anni; poi morì. 18 Iared aveva centosessantadue anni quando generò Enoch; 19 Iared, dopo aver generato Enoch, visse ancora ottocento anni e generò figli e figlie. 20 L'intera vita di Iared fu di novecentosessantadue anni; poi morì. 21 Enoch aveva sessantacinque anni quando generò Matusalemme. 22 Enoch camminò con Dio; dopo aver generato Matusalemme, visse ancora per trecento anni e generò figli e figlie. 23 L'intera vita di Enoch fu di trecentosessantacinque anni. 24 Poi Enoch cammino con Dio e non fu più perché Dio l'aveva preso. 25 Matusalemme aveva centottantasette anni quando generò Lamech; 26 Matusalemme, dopo aver generato Lamech, visse ancora settecentottantadue anni e generò figli e figlie. 27 L'intera vita di Matusalemme fu di novecentosessantanove anni; poi morì. 28 Lamech aveva centottantadue anni quando generò un figlio 29 e lo chiamò Noè, dicendo: «Costui ci consolerà del nostro lavoro e della fatica delle nostre mani, a causa del suolo che il Signore ha maledetto». 30 Lamech, dopo aver generato Noè, visse ancora cinquecentonovantacinque anni e generò figli e figlie. 31 L'intera vita di Lamech fu di settecentosettantasette anni; poi morì. 32 Noè aveva cinquecento anni quando generò Sem, Cam e Iafet.

La relazione tra gli anni in cui generò i figli dopo il primogenito e il primogenito, esprime un vero e proprio rapporto in essere tra la causa del denominatore, che funge da tempo, rispetto al tempo in anni delle cause successive e della loro entità.


10 Il seguito di questo rapporto causale lo ritroviamo nel capitolo 11. Genesi 11,10-26 10 Questa è la discendenza di Sem: Sem aveva cento anni quando generò Arpacsad, due anni dopo il diluvio; 11 Sem, dopo aver generato Arpacsad, visse cinquecento anni e generò figli e figlie. 12 Arpacsad aveva trentacinque anni quando generò Selach; 13 Arpacsad, dopo aver generato Selach, visse quattrocentotré anni e generò figli e figlie. 14 Selach aveva trent'anni quando generò Eber; 15 Selach, dopo aver generato Eber, visse quattrocentotré anni e generò figli e figlie. 16 Eber aveva trentaquattro anni quando generò Peleg; 17 Eber, dopo aver generato Peleg, visse quattrocentotrenta anni e generò figli e figlie. 18 Peleg aveva trent'anni quando generò Reu; 19 Peleg, dopo aver generato Reu, visse duecentonove anni e generò figli e figlie. 20 Reu aveva trentadue anni quando generò Serug; 21 Reu, dopo aver generato Serug, visse duecentosette anni e generò figli e figlie. 22 Serug aveva trent'anni quando generò Nacor; 23 Serug, dopo aver generato Nacor, visse duecento anni e generò figli e figlie. 24 Nacor aveva ventinove anni quando generò Terach; 25 Nacor, dopo aver generato Terach, visse centodiciannove anni e generò figli e figlie.

Si può così vedere come le 10 cause fondamentali, da Noè fino alla decima di Noè costituisce un valore “causato” che nel decimo figlio si avvicina al 66, essendo quel 65 unitario la cui somma corrisponde al numero 130 che è il denominatore della prima causa, insita nel primo uomo cui è dato il nome di ADAMO. Il primo rapporto in essere vale il valore 6 che Dio dà a tutta la sua opera creativa e qui corrisponde ad anni messi su anni, quindi sono puri rapporti.

26 Terach aveva settant'anni quando generò Abram, Nacor e Aran. 27 Questa è la posterità di Terach: Terach generò Abram, Nacor e Aran: Aran generò Lot. 28 Aran poi morì alla presenza di suo padre Terach nella sua terra natale, in Ur dei Caldei. 29 Abram e Nacor si presero delle mogli; la moglie di Abram si chiamava Sarai e la moglie di Nacor Milca, ch'era figlia di Aran, padre di Milca e padre di Isca. 30 Sarai era sterile e non aveva figli. 31 Poi Terach prese Abram, suo figlio, e Lot, figlio di Aran, figlio cioè del suo figlio, e Sarai sua nuora, moglie di Abram suo figlio, e uscì con loro da Ur dei Caldei per andare nel paese di Canaan. Arrivarono fino a Carran e vi si stabilirono 32 L'età della vita di Terach fu di duecentocinque anni; Terach morì in Carran.

Da ciò non è scritto ma si desume che 205 -70 = 135 furono gli anni in cui generò figli e figlie.


11 Essi portano il totale a quel 135, ove si dia unità al tempo 0,29783, inteso come tutto il moto dei 70,217 centesimi che gli mancano. Infatti il tempo è regolato da 1260/130 = 9 con resto di 9, che quando sono portati a 90 diviso per 130 determinano l'eterno periodo di 0,692307. Quando invece questo resto è diviso per 135, in cui Bibbia non dice che Terach generò altri figli e figlie, diventano un 90/135=0,66 eterno.

niente di tanto straordinario in relazione al popolo di Dio se in Genesi, capitolo 46 e versetto 26=DIO si agganciasse a questo 26 la spiegazione in 66 come tutti i discesi dal sangue di Giacobbe (mogli escluse) che entrarono in Egitto.

Ripropongo questa tabella affinché possiate comprendere come la generazione di Abramo, che è il Figlio di Terach, sia collegata a quella di suo nonno, il cui nome è allusivo al CORANO, attraverso il NA seguito da COR. Il valore caratteristico della potenza generatrice di NACOR è proprio quella di un 66 che si è doppiato. Cominciato con il 6 con la prima generazione di ADAMO, con la decima generazione si è espresso nelle 65 quantità interne al 66 di Romano, che ha esteso il 6 su due cifre, praticamente doppiandole, e poi, nelle successive otto generazioni del duplicano in quelle di un piano che abbia 66 in una linea e 66 nell'altra. NACOR che vale 33+33, mentre cabalisticamente vale 45, nella somma alfanumerica di 66+45=105 evidenzia proprio l'unità 1, del nome di DIO che, quando è uno e trino in 26, è 1+26+18=105, ed è quel ANTONIO ANNA che sono due ma formano insieme nel loro acronimo dualistico lo stesso AN AN. Quando è nella valenza IA di Jahvè, non stupiamoci si chiami ANANIA chi ridà la vista al cieco Paolo, accecato da un Dio AMON RA e ATON quando è RO_MANO e ANTOnio. TERACH che vale 51 ed è il valore di PAOLO ABRAMO che vale 44 in numero, ed è i due terzi esatti della trinità di 22+22+22=66=Romano. Egli viene esattamente AB, =da in latino, nella lingua di un Romano e viene DA R.AMO. Le allusioni evidentissime in questi tre progenitori, ad un RO trascendente in NACOR, il nonno, che vale 66+66, più dichiarato in un <Te R.A. Ch>, te, Romano Amodeo e Cristo, che in quei 135 anni di vita in cui non generi niente hai collocata tutta la tua straordinaria potenza, tale che tutto il moto assoluto 900, dell'unità, quando è divisa per 13 fissa l'eterno 66, non significherebbe

Insomma risulta che questo soggetto numero 18, è proprio quello richiamato nel capitolo 18 di genesi, in cui si narra dei 3 discesi dal cielo per controllare una sovvertita SODOMA, che lo è rispetto ad un AMOD. O S. e una altrettanto biasimevole GOMORRA, che – se raddrizzata – è A.R..ROM- o G.


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STRUTTURA, IN BIBBIA, DAL 10° FATTORE = NOE' Dunque esiste, nel libro sacro della Bibbia, una evidentissima STRUTTURA DI POTERE. Essa costituisce l'antefatto a tutta la storia sacra, ed è divisa in due evidentissime fasi, date dalle prime 10 causa e le seconde, comprensibili come lo spostamento totale delle prime 10. Innanzitutto abbiamo un fondamentale 10, collocato in 10 anni, che costituisce quello che sta totalmente IN PRINCIPIO. Tale inizio è sintetizzabile in <IO SONO - COLUI CHE – IO SONO> Un 10, elevato a 10, che è elevato a 10.

10^10^10 = 10^(10x10)=10^100.

Gesù dirà che chiunque avrà dovuto patire l'avventura umana, otterrà tutto ciò come IL CENTUPLO QUAGGIU' Questo ottenimento, si rivela trasfuso in 10 cause primarie, date da una prima che genera una seconda, che genera una terza... fino alla generazione della decima. Questo processo di disaggregazione progressiva della creazione, nella determinazione di queste 10 cause consequenziali è ottenuta attraverso la sequenza dei soli primogeniti. Pertanto, posto prima l'antefatto assoluto che esiste in principio come 10 anni, poi esistono le 10 cause secondarie, in forma di persone che creano vita umana, l'ultimo dei quali è un Noè che nasce nel 1.066 dal Principio e muore nell'anno 2.016, ossia in questo anno santo speciale della Misericordia divina, quando si riparta anche da “quel nuovo inizio” sorto con il Diluvio Universale e

riferito alla venuta al mondo di Gesù Cristo. Il calcolo lo vediamo qui in basso nella sottostante tabella. In essa i 350 anni vissuti nel nuovo inizio da Noè, con 350 anni, stanno ai mille anni posti “in principio” come 350/1.000= 0,350. Si tratta di un rapporto IN AZIONE che deve valere in entrambi i versi, anche in quello della REAZIONE, per cui dal quadrato di 0,350, rapporto puro, deriva l'anno zero, nel mese 12 e giorno 25 che è proprio l'anno in cui Gesù è riconosciuto nato il 25 dicembre da un “infallibile” Pietro, abilitato a legare in terra quanto è legato alla verità celeste e invisibile. Siamo abilitati a considerare mesi e anni i valori legati alle centinaia e alle decine di migliaia, in 0,1225 in quanto lo spazio-tempo è calcolato rigorosamente nel ciclo 10 allorché è calcolato non solo nel tempo, ma anche nello spazio. Infatti un anno di 12 mesi è secondo il flusso esatto di 10 mesi in linea di flusso e due trasversali al flusso, nella loro indicazione che computi in linea un volume. Quando questi esatti 12 mesi sono composti di 100 giorni di spazio-tempo ciascuno, in primo luogo si attiva nel 100 la dinamica di 90/10, spaziotemporale, poi si divide per tre e si determinano solo i 30 giorni su cui si basa un mese medio nel suo valore di solo tempo. 30 volte 12 mesi porterebbero a 360 giorni, quelli esatti di un angolo giro in cui ci sia un giorno ad ogni grado di rotazione. Senonché, a questa rotazione intera deve combinarsi il soggetto in rotazione. Esso è dato da un volume a 3 dimensioni che ha 7 dimensioni di moto in ogni componente cartesiana dello spazio, tanto che esistono 21 dimensioni di moto, sulle 4 della realtà. Dunque 21/4 = 5,25 sono l'indicazione della rotazione unitaria.


13 10^360 si combina con 10^5,25, attraverso un prodotto tra le potenze che porta alla soma dei due indici 360 e 5,25, tanto che il soggetto in rotazione deve aggiungersi al valore medio dato da 30 giorni ogni mese. Poiché l'intero valore delle rotazioni annuali noi lo abbiamo solo in quei 4 anni pari ai 1.461 dati da 365,25, noi dobbiamo poterlo verificare sul periodo intero di 4 anni. 10^1.200^2 : 10^365,25^4 = 10^4.800 : 10^1.461 = 10^(3.333+3+3), il che indica come siano state eliminate esattamente le dimensioni trine dello spazio, dal computo oggi in atto, le quali sono 3.333 nella linea del flusso e 3+3 nella sezione trina trasversale al flusso. La durata che in ogni anno dei tre che durano 365 giorni interi, è stata assegnata, come può vedersi, in anni 365 uguagliati ai suoi giorni, al 7° dei 10 grandi FATTORI, che, essendo il 7°, rappresenta la pienezza dell'opera della creazione annuale. Gli anni assegnati fino al 7° fattore compreso, sono 5.879 che, divisi per 7, sono 839 interamente divisi dalle 6 dimensioni dei 6 versi esistenti.

Rispetto ad un 1.000 da darsi come puro “principio” a questi 7, è sto trattenuto un totale di 7.000 -5.879 = 1.121 che identificano il flusso unitario 1.111 di una sezione trasversale in cui ci sia ½ del ciclo 10 per ciascuno dei due lati generatori, ossia una realtà che sia unitaria nella somma delle due componenti uguali e distinte che formano l'unità posta in linea. In altro modo di organizzare questo insieme, essendo dato al 7° fattore il valore intero degli anni di soli 365 giorni, possiamo estrapolarli dal computo dei 7, e allora abbiamo concessi solo 5.514 unità alle sei precedenti cause. 6.000 -5.514 = 486 anni trattenuti dal creatore, in conto a quanto da concedere in futuro. Divisi per i 6, sono esattamente quelli relativi agli 81 che sono uguali a 3 (la divina Trinità realizzata nello spazio) elevato alle 4 dimensioni dell'Unità e Trinità di Dio (in conto dello spazio-tempo reale). 81 volte 6 è esattamente il 486 che Dio non ha dato nel valore medio a tutti e sei. A questo punto diventa importante vedere che rapporto è stato raggiunto quando sono stati compiuti esattamente i 6 fattori al lavoro. 800/130 in Adamo, tra figli e figlie divisi per gli anni a fare il 1° fattore, +807/105 in SET, secondo fattore, +815/90 in ENOS, terzo fattore, +840/70 in KENAN, quarto fattore, +830/65 in LALALEEL, quinto fattore, +800/162 in IARED, sesto fattore =52,6026183692850 che avevamo già dettagliato in una tabella mostrata precedentemente. Come si ha modo di vedere, abbiamo un intero che rappresenta esattamente le 52 settimane esistenti in ogni anno, relative al lavoro riguardante 6 decimi di tempo e 26/1000 come il valore delle sole 26 settimane riferite al millesimo di una massa che – nel valore millesimo – esprime solo il puro avanzamento interno all'anno e pari alla metà delle 52 settimane del ciclo intero di un anno fatto di 26 settimane in apertura e 26 di chiusura del ciclo attraverso il ritorno alle origini. Il dettaglio che si aggiunge dopo i 26 millesimi riguarda esattamente i 183 giorni che esistono in mezzo anno fatto dai 366 giorni nell'anno bisestile, mentre il valore seguente, dato da 692850 dettaglia il tempo 692 dato da 1000/1,44444 periodico = 962, che


14 poi con 1000/692 = 1,44... porta al valore unitario che, alla dimensione 1000, posta in principio, configura un anno in 1440 minuti primi, mentre sono 1444 , 4 ogni 4 anni. Come si vede, esiste una prefetta struttura che quantifica i FATTORI assoluti che sono posti alla base della realizzazione del nostro tempo. Quando Bibbia, 1, 5 descrive il 7° figlio, che è il 7° FATTORE della creazione del tempo, fatta in singoli anni di 365 giorni, li presenta attraverso i 365 anni concesso al 7° fattore come al cosiddetto SABATO del Riposo di Dio, e muta la descrizione, fatta fino ad allora, dicendo che il 7° fattore, ENOCH, “camminava con Dio. Bisogna proprio studiare come è stato raccontato questo elenco di DIECI FATTORI, in Bibbia. Pertanto, anche se l'ho già fatto, riporto il capitolo 5, per osservare la differenza nella presentazione. Genesi 5 1 Questo è il libro della genealogia di Adamo. Quando Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio; 2 maschio e femmina li creò, li benedisse e li chiamò uomini quando furono creati. 3 Adamo aveva centotrenta anni quando generò a sua immagine, a sua somiglianza, un figlio e lo chiamò Set. 4 Dopo aver generato Set, Adamo visse ancora ottocento anni e generò figli e figlie. 5 L'intera vita di Adamo fu di novecentotrenta anni; poi morì. 6 Set aveva centocinque anni quando generò Enos; 7 dopo aver generato Enos, Set visse ancora ottocentosette anni e generò figli e figlie.8 L'intera vita di Set fu di novecentododici anni; poi morì. 9 Enos aveva novanta anni quando generò Kenan; 10 Enos, dopo aver generato Kenan, visse ancora ottocentoquindici anni e generò figli e figlie. 11 L'intera vita di Enos fu di novecentocinque anni; poi morì. 12 Kenan aveva settanta anni quando generò Maalaleèl; 13 Kenan dopo aver generato Maalaleèl visse ancora ottocentoquaranta anni e generò figli e figlie. 14 L'intera vita di Kenan fu di novecentodieci anni; poi morì.

15 Maalaleèl aveva sessantacinque anni quando generò Iared; 16 Maalaleèl dopo aver generato Iared, visse ancora ottocentotrenta anni e generò figli e figlie. 17 L'intera vita di Maalaleèl fu di ottocentonovantacinque anni; poi morì. 18 Iared aveva centosessantadue anni quando generò Enoch; 19 Iared, dopo aver generato Enoch, visse ancora ottocento anni e generò figli e figlie. 20 L'intera vita di Iared fu di novecentosessantadue anni; poi morì. 21 Enoch aveva sessantacinque anni quando generò Matusalemme. 22 Enoch camminò con Dio; dopo aver generato Matusalemme, visse ancora per trecento anni e generò figli e figlie. 23 L'intera vita di Enoch fu di trecentosessantacinque anni. 24 Poi Enoch cammino con Dio e non fu più perché Dio l'aveva preso. 25 Matusalemme aveva centottantasette anni quando generò Lamech; 26 Matusalemme, dopo aver generato Lamech, visse ancora settecentottantadue anni e generò figli e figlie. 27 L'intera vita di Matusalemme fu di novecentosessantanove anni; poi morì. 28 Lamech aveva centottantadue anni quando generò un figlio 29 e lo chiamò Noè, dicendo: «Costui ci consolerà del nostro lavoro e della fatica delle nostre mani, a causa del suolo che il Signore ha maledetto». 30 Lamech, dopo aver generato Noè, visse ancora cinquecentonovantacinque anni e generò figli e figlie. 31 L'intera vita di Lamech fu di settecentosettantasette anni; poi morì. 32 Noè aveva cinquecento anni quando generò Sem, Cam e Iafet.

Come ho reso evidente, lo schema è ripetitivo per Adamo, Set, Enos, Maalaleel, e Iared, i primi 6 che definiscono esattamente il valore di un anno, nelle sue settimane e nei giorni. Appena arriva a descrivere il settimo,ENOCH, intanto pone 65 anni in quanto è il FATTORE determinante il suo primo EFFETTO indotto in lui, nella determinazione della sua causa prima. Rispetto ad Adamo, che è un FATTORE 130, questo 7° FATTORE si è esattamente dimezzato in 130/2 = 65, unità, appartenenti a 66 nel valore che aggiunga a 65/1 anche il suo denominatore. È esattamente al versetto pari a 66/3=22 che affianca il nome ENOCH, che in


15 valore numerico, dato da 5+12+13+3+8 è uguale a 41=AMO.R, ma è anche un “rivelatore straordinario” di un <è NO, CH> che rivela <è un TERMINE, che rimanda proprio al NO con cui “termina” il TERMINE <ROMANO=66=Cristo>, che è Lui che cammina con Dio. Al TERMINE di un anno intero espresso in tanti anni quanti i giorni di uno che esiste IN TRE, il testo ripete che Camminò con Dio, il che “rivela” una particolarità “unica”, in costui, di esistere secondo il valore medio, del tempo, quello che ne rispetta in tutti i modi l'aderenza al supremo FATTORE DETERMINANTE. Infatti il 52,60261836 che abbiamo visto come il potenziale di una creazione in 7 giorni, mentre vale il 52 che è 26+26, laddove il valore cabalistico del termine DIO e del Termine YHWH (nella cabala ebraica) è sempre lo stesso valore 26, uguale in italiano come il trino 4+9+13=26, mentre nelle 4 lettere di YHWH è dato da 10+5+6+5=26, è osservabile anche come 50 unità +26 decimi e 26 millesimi, in 52,6026. Questo significa proprio “camminare con DIO=26>. Enoch, mentre è un UOMO, è anche un FATTORE che si presenta negli stessi fattori che generano un anno. 65 anni, quelli che egli ha come suo fattore primo è quel valore che, laddove 1000 sia diviso per 65 quantità, pone 1000/65 = 15 interamente diviso da 25 di valore residuo indivisibile, che si ritaglia 100/4 di presenza per se stesso e divide 950 anni, in 15 parti ciascuna di 65. In ogni divisione che non è totalmente eseguita a ragione di un RESTO, questo è il FATTORE UNIFICANTE quella divisione. Tanto che 25, il tempo ¼ del valore assoluto 100, è per questo FATTORE, ciò che consente la presenza unitaria reale, di un cubo il cui lato non sia il ciclo intero (vai e vieni) del 10, ma solo il 5 avanzante, come la cosiddetta “mano di Dio”, a 5 dita. Le tre mani di un Dio Trino come 5+5+5=15, allora sono quelle relative a 65 unità, interne alle 66 di tutta l'energia, che con le 65 computano il moto di 1 che esista nella totalità 66 dell'energia, per quanta ne abbia lui, nella sua unità relativa. Egli è un 1, presente nel tempo 25, e – sommato il suo 1 al moto suo 65, appartiene a questo generale 66, che – secondo Bibbia 1, 46, 26, sono i 66 che entrano come figli in Egitto, discendenti da Giacobbe e mogli escluse. Poiché DIO=26, ed esiste come il FATTORE che crea un anno in 7 giorni, il

che è esattamente verso, a descrivere 1 che “cammini con Dio YHWH=26+26” bisogna porre 1 che sia 26 in quello che possa essere il terzo valore di un suo “ideale” nome, riferito a un Signor ANNO, come quella sua Dolce metà che ne riduca il valore ad uno solo dei due dati dal DIO YHWH, che in un anno intero sono due. Dunque, in costui che “cammina con il FATTOR PRIMO”, abbiamo: 1° FATTORE = 66, data dall'energia filiale che scende in toto dal Padre. 2° “ da accertare 3° “ = 26 nel possibile ANNA, dolce metà dell'ANNO, Questa Terna – che abbiamo definito nel valore Uno e Trino che nella loro somma porta a 92 e con questo si mostra come tutto il corretto moto di 2^3 nel valore assoluto 100, essendo dato da 100 -8 = 92 = 66+26 – deve però essere definita anche in quanto sia il DIO TRINO, una volta che sia “assodato” che il CREATORE, il reale FATTORE di 1 anno in 7 giorni sia il 26+26, dato da un piano avente a lato DIO. Allora il valore ancora inespresso, nel 2° FATTORE, deve essere il triplo di 26. Ciò in ragione esatta della presenza dello spazio-tempo che se imposta lo spazio nel 26+26, come un ciclo intero di settimane, allora il suo tempo unilaterale, che è dato da ½ del ciclo, porta ad avere 52/2 come il suo tempo, tanto che con uno dato da 26, si abbia poi la definizione di 26+26+26=78 come l'unità del suo spazio tridimensionale. 66+ 78+ (somma parziale 144, le decine di minuti primi in 1 giorno) 26 170, che rispetta esattamente il ciclo 10 di (4 : 4) + (4x4), una somma di indici che di fatto combina 10^(4 : 4) x 10^(4x4) ed ottiene una unitaria potenza tra valori opposti tra di loro, che – espresso solo nei valori indici – sono dati dalla somma di 1 +16, in cui i due si combinano tra di loro nella realtà unitaria data da 4x4/1 = 16/1, e ottenuta da 17 dimensioni. Notevolissimo valore assume il primo FATTORE 66 sommato al secondo, 78, che esprime 1,5 anni in settimane. Infatti 144 è uno dei numeri della serie di Fibonacci, che sta a base della sezione aurea.


16 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144 colloca il valore 144, che comandano in 1 giorno essendo tutte le decine di minuti primi che nel sono il FATTORE, al posto numero 12, nel mentre corrisponde, ance ed esattamente al 12x12. In tal modo, i due primi FATTORI, seppure dissimili, hanno una regola FATTORIALE in comune. Infatti il FATTORIALE della potenza 10^11 è dato da: 10^1 x 10^2 x 10^3 x 10^4 x 10^5 x 10^6 x 10^7 x 10^8 x 10^9 x 10^10 x 10^11 = 10^66. Il FATTORIALE della potenza 10^12 moltiplica al fattoriale di 10^11, che porta a 10^66, anche il 10^12, portando al 10^78. In tal modo, la somma tra di loro dei FATTORIALI del 10^11 per il FATTORIALE del 10^12 determina 10^66 x 10^78 nel risultato di 10^114. Insomma, se vogliamo disattendere le potenze, considerandole nel valore UGUALE E CONTRARIO dato dal loro Logaritmo decimale che le riduce a mostrarsi solo nel loro valore indice, la somma 66+78 degli indici si manifesta solo nelle indicazioni DIMENSIONALI, espresse dagli esponenti delle potenze basate sul 10 “a misura del” DIO FATTORE, alias Dio Creatore. Abbiamo due lunghezze dissimili, ma espresse in una coerenza di FATTORIALI, che valgono 66 e 78 ma costituiscono la possibile lunghezza anche di un piano che abbia per indice le due lunghezze uguali e date da 72, che si presenta in ordine inverso al 27=3^3 e che, riferito come spazio FATTO nel 100, è “fatto” dal 28 che è la creazione una e trina in 7 giorni, ossia 7+21=28. Presente come tale nel 100, il 28 si muove per 72 ed è proprio il valore alfanumerico del termine DUE=4+19+5=28. Da parte sua, il valore UNO, dato da 19+12+13=44, si presenta esattamente come i 2/3 del piano il cui flusso dia di 66/3 = 22. Che il primo FATTORE sia il 66 dato da 44 come spazio e 22 come il suo tempo unilaterale, è la cosa più ovvia e coerente. È evidente che 72 x 72 (il prodotto del dimezzamento di 144) dà 5.184, mentre 66 x 78 dà 5.148, in cui 84 è rovesciato nella lettura invertita nel 48.... Pertanto, allorché ci avvaliamo del prodotto dei due progressivi

fattoriali, dati da 10^11 e 10^12, rispetto a quello che esiste ed è valido nel valore medio, siamo tenuti a ribaltare 84 unità in 48, a parità di 51 centesimi. Pertanto, questo ci autorizza ad imporre un 4° FATTORE, che valga esattamente le 51 unità contenute nelle 52 settimane, allorché 1 settimana avanza solo per altre 51. 66+ 78 26 51 221/1, contenute esattamente nelle 222 in cui, laddove un 111 avanza interamente di 111, occupa 222. ma se esiste 1 dentro questo 222, allora tutto lo spazio FATTO da 1 in 222, è FATTO il 221, e riguarda una quantità Una e Trina, ottenuta attraverso un valore medio dato da 221/4 = 55,25. Questa “raffigurazione” è compatibile con un 1,25, ottenuto da 10/8, quando proprio questo è il valore in giorni che deve aggiungersi a 52 settimane, che portano a 364 giorni, e diventano esattamente 365,25 solo aggiungendo ad essi 1,25 giorni. In che modo 55,25 è assimilabile ad 1,25?, lo è quando la quantità 55 diventa l'unità data dalle due opposte letture della somma 50+05 che vale il prodotto intero tra 10^50 e 10^05 le due letture uguali e contrarie che portano una al ciclo di 10 volte 5 e l'altra a quello unitario dei suoi 5/10. Con 221 giorni non abbiamo ancora determinato il 365 esatto del 7° FATTORE, chiamato ENOCH e che cammina con un anno. 365 – 221 = 144. Manca, a completare ENOCH, un nuovo 66+78=144. Ora sappiamo che le 4 dimensioni assolute sono 100+300=400 giorni. Sappiamo che tutta l'energia sta nell'indice del FATTORIALE di 10^11, che lo porta a 66. Allora da 10^400 : 10^66 = 10^334 noi dobbiamo avere il valore relativo a 5 dimensioni indici, che fino ad ora abbiamo conosciuto in 4 e fino al valore dell'indice 221. Da 334 – 221 = 113 abbiamo ottenuto il QUINTO FATTORE. Questi dunque sono i FATTORI di chi “cammina con Dio”: 66 +78 +26 +51 +113 = 400 -66 = 333+1, quello giusto che, allorché parte da 1 che esista in principio, sia secondo un valore lineare che, nei tre


17 lati di un cubo, abbia 111 su ciascuno. Essi sono dati da: UNO=44, solo il piano 22+22 di un flusso 22 che nel volume è 66 DUE=28 quanto tutto il moto di un 2 che esista in un 10+10+10. TRE=39=13+13+13 la trinità del DIO=10 +3, la base 1 +l'indice 3 di 10^3 111 anche nel valore numerico di quello alfabetico di UNO+DUE+TRE. Invece 123 è 111x111 = 12321 solo in ogni fase incrementale, da sinistra o da destra. Invece 1+2+3=6. I due valori 6 e 111 se combinati insieme, danno 666, il “maligno”, l'anno 666 che, aggiunto al 1.000, porta al Diluvio Universale. 66 78 26 51 113 334 sono i cinque FATTORI ci chi “cammina" con il FATTORE PRIMO in 66. Infatti 334 +66 = 400 giorni. 365 giorni, ossia ENOCH, meno 334 031 è uguale a Dio trascendente il 130 letto da destra e che è stato posto come il FATTORE PRIMO in Adamo, fattore primo. Infatti questo 130 è solo ½ del 260 che combina tra di loro tutto il valore alfanumerico assunto da DIO. Vale 26 in valore alfabetico (essenziale) e vale 10 in valore puramente quantitativo. Il FATTORE 334, riferito al suo fattore primo che vale 66 nella somma che dà il 400, se esprimiamo in quel 3^4=81, che abbiamo visto prima, come 300 +3^4, porta a 381, e, per arrivare a questo FATTORE TOTALE possiamo anche operare in questo modo. Riconosce di quanto avanza 1 che sia in un 10 che si muove di 10. 10+10=20. Laddove esiste in esso un 1, esso avanza, ossia FA UN

CAMMINO di 19. 10^400 : 10^19 = 10^381 divide il valore assoluto di Dio nelle quantità totali del cammino fatto da 1 che sia in un 10 avanzante interamente nella sua presenza 10. 381 meno 365 016 è solo l'area del piano avente a lato la dimensione una e trina di Dio. Posto il FATTORE SOMMO, nel valore 381 del NOME SEGRETO di Dio FATTORE SOMMO, per ottenere un anno espresso in giorni in sequenza lineare dobbiamo avere un piano che valga nella sua linea 2^3 su ogni linea. Questo 16 è il valore di carica di una realtà intera in 10^4, quando essa, nell'UNIVERSO avanzante in un solo verso del tempo, mette in atto un 5^4. Allora ogni unità delle 625, per rappresentare e contenere tutte le 10.000 della realtà si deve fare carico di 16. Ecco in che modo, partendo dalla vita di ENOCH, che cammina con il FATTOR PRIMO, egli, che in totale è 10^365, deve moltiplicarsi per 10^16, tanto che il risultato di 10^381 mostra come ENOCH esiste per 10^16 volte, ossia per tutte le 16 volte indicate dal suo INDICE dato da 365. Integrando queste 16 volte alle 365 di ENOCH, abbiamo che egli finalmente cammina con un DIO che vale le stesse 381 dimensioni definite nell'Arca di Noè, al versetto 15-16 del seguente capitolo 6 del libro 1 di Bibbia. Genesi 6,15-16 15 Ecco come devi farla: l'arca avrà trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta di altezza. 16 Farai nell'arca un tetto e a un cubito più sopra la terminerai; da un lato metterai la porta dell'arca. La farai a piani: inferiore, medio e superiore.

300 +50 +30 +1 = 381. Per portare 333+1 a 381 occorre che la sesta definizione valga esattamente 47 = 10+30 +7, Il Dio 10 Uno e Trino che crea in 7 dì. Possiamo allora osservare questo che segue:


18 66+78+47 = 1°+2°+Dio creatore uno e trino = 190/1 26+51+113 = 3°+4°+5° = 191, che rende il totale delle 190 unità da cui deriva il valore totale di 381 decine quando da 4.000 sottraiamo 190 e otteniamo 3.810 In sostanza, tutto questo ASSOLUTO POTERE sta in un piano che abbia: 190+190 come lunghezze dei due lati del fronte è 1 intero di flusso. La loro soma è di 380 quantità che, nella presenza unitaria del valore decimo, è la lunghezza 38. Questo 38 è la lunghezza solo dei 2 lati di un quadrato che ne ha 4. Noi di solito moltiplichiamo questi soli due lati, sui 4, per avere una area, perché essa è solo quella REALE, di9 una sola delle due facce esistenti in ogni area. Gli altri 38 quantitativi servono per il flusso nel verso opposto del nostro universo, che viviamo solo in uno dei due versi. In sostanza, 19+19 sono in AZIONE e gli altri 19+19 sono in AZIONE UGUALE E CONTRARIA. Noi sappiamo dal 3° principio della legge dinamica che COESISTONO come (19+19) (19+19) = 38 x 38 = 1444, ecco 4 anni di tempo in cui un solo giorno nel contiene solo per 1440 minuti primi. Sono il ciclo 10=DIO, dei primi due FATTORI, 66+78. In questi 6 Fattori divini, allora, essi esistono 3 dopo tre, per 19 decine ogni lato del piano divino di 190°, che è quello di 180° quando esso si basa su un iniziale 10 che esista IN PRINCIPIO. Quando Dio, IN PRINCIPIO, parte da un 10 al cubo, ossia da un mille, e si divide in 5 fattori analoghi, a ciascuno dà un 200. Esso è questo 180 stesso, del piano Pi greco, quando il flusso è 10 IN PRINCIPIO ed avanza di un altro 10, assumendo il valore di 180+10+10. Allora, quando da ad Adamo 800, e trattiene non dandolo ancora a lui il 200, rispetta solo la dimensione 4 del flusso reale 200. Essa, rispetto a BRASYT=913, ha trattenuto ancora da distribuire il 113 del FATTORE NUMERO 5. A mano a mano che il primo fattore organizza tutta la sua VITA, in un rapporto che mette le cause seconde in relazione alla sua CAUSA prima

indotta nel suo primogenito, abbiamo che questo DIVINO FATTORE evolve, poco a poco, di FATTORE in FATTORE fino a quando, con i primi 6 abbiamo configurato esattamente il valore di un anno per come è espresso solo in settimane intere, nel tempo rotto di quanto le manca, e che poi abbiamo definito nel moto di una settimana nelle 52... Il testo, sconvolgendo il suo schema, indica con una chiarezza al di là di ogni dubbio che Bibbia, in questo capitolo, sta veramente fissando UN ORDINE di 10 supremi FATTORI, anteposti alla creazione del mondo terrestre. Perché mai la creazione, definiti i 7 iniziali FATTORI, e nel settimo quello che cammina assieme al SABATO di Dio, posto in un anno a giorni interi, 365 e ce ne sono tre.... perché prosegue con gli altri tre FATTORI? Perché mai il numero 8 arriva a esistere fino al Diluvio Universale, attraverso la vita lunghissima di quel Fattore cui è dato il nome di ATUSALEMME? Gli fu data una vita di 969 anni, quasi tutta, dato il PRINCIPIO di 1.000, che spetterebbe per principio a ciascuno. Solo 31 è trattenuto dal FATTORE 1.000. E' esattamente quello che, aggiunto al FATTORE 334 di 400 -66, porterebbe, con 334+ 31 365 alla vita intera di ENOCH. Insomma il FATTORE che crea il mondo, ora comincia una fase inversa, e trattiene al valore MEDIO di Enoch proprio quel 31 che porterebbe all'intero, dato da 1+333. per questo MATUSALEMME arriva a vivere fino “alla fine del mondo” !!! Fino al Diluvio Universale in cui questo 1+333, dando il valore 1.000 (di un cubo) all'unità, l'esprime come 1.333, e questo 333 assume tutto il valore complesso di 666, divenendo il 1,666 della fine del mondo, in cui si afferma come supremo rifugio l'Arca di Noè, con la lunghezza sua 381. Il numero 8, definisce tutto il complesso 2^3 dell'esistenza, ed ecco perché la ottava CAUSA indica nella vita di Matusalemme tutto il percorso del Dio


19 Trino in 30 ed 1, nel 1.000 che vale IN PRINCIPIO. Quando noi aggiungiamo anche il rapporto interiore alla vita di 969 anni, divisa 782/187 il che è uguale a 4,18 periodico nel 18, il valore arriva a 61,399821, e dovrà arrivare al 66 quando avremo inserito il 10° FATTORE conclusivo. Il 9° FATTORE, di nome LAMECH – egli pure! - è un soggetto fuori dell'ordinario. Lo prova il testo, che non è schematico come gli altri, settimo escluso. 28 Lamech aveva centottantadue anni quando generò un figlio 29 e lo chiamò Noè, dicendo: «Costui ci consolerà del nostro lavoro e della fatica delle nostre mani, a causa del suolo che il Signore ha maledetto». 30 Lamech, dopo aver generato Noè, visse ancora cinquecentonovantacinque anni e generò figli e figlie. 31 L'intera vita di Lamech fu di settecentosettantasette anni; poi morì. 32 Noè aveva cinquecento anni quando generò Sem, Cam e Iafet.

La differenza consiste in quello che è messo in bocca a lui, in relazione al 10° FATTORE, come alla consolazione, rispetto alla totalità dell'opera. Abbiamo un LAMECH che “indica” in modo espresso il compito assegnato al 10° fattore. In realtà, LAMECH “indica un bel 38 nel valore numerico del suo nome. Indica ciò che sta a base dell'anno, ma anche del 19+19 nelle decine che esprimono la portata 380 di tutto il flusso 1, unitario. Dichiara espressamente che si tratta della fatica delle nostre MANI e accenna ad una maledizione di Dio. Se non fosse altro che LAMECH trascende un CHE MALE, non potremmo giustificare qui il suolo che il Signore ha maledetto. Ma questo nome sta alla base dell Is<LAM> e <CH>, della fede Islamica e del Cristianesimo. In essenza, è quella del PADRE del PADRE che lo è di tutti noi, derivati poi tutti dalla famiglia di Noè e dai discendenti. Il Dio <SONO, COLUI CHE, SONO>, che in numero in potenza vale con 10^10^10, sta ora ed IS=è, il PADRE di colui che è PADRE di tutti noi che a nostra volta siamo PADRI. Is L'AM, 10+AM = 10 SONO è CH, Cristo. Il 9° fattore è segno dell'Unità trascendente, essendo 1 al 10. Sommando

anche il 595/182 al 61 unitario raggiunto con l'8° FATTORE, arriviamo al 64,66 e rotti che ormai manca solo dei due valori di un piano trasversale 1+1, mentre è già 66 nel tempo centesimo. 64 è già IN FORMA di un potenziale DIO=26, essendolo in 2^6. Il decimo ed ultimo fattore, NOE', aggiungerà 450/500 pari ad 1/9, al fattore numero 9! Sappiamo bene che l'unità è data da 9/1 +1/9 quando sono 10^(9/1) x 10^(1/9), il prodotto delle due opposte quantità indicate negli indici di 9/1 e di 1/9. Noi le vedremo come somme, ma in verità sono tutte combinazioni, ossia prodotti tra indici di potenze aventi tutte la stessa base 10. La questione è talmente DEFINITIVA nella causa numero 10 che, arrivati ad essa, nel capitolo 5 è espresso solo il tempo del FATTORE, in un primo che è Uno e Trino. Non sono indicati come fatto prima, il tempo in cui Noè FECE altre cause maschili e femminili, ossia nel loro complesso. Ciononostante gli altri 450 anni di vita partecipano comunque alla definizione di questo decimo e conclusivo FATTORE. Esso è interamente determinato dai 9 precedenti. Infatti la sua entrata in vita lo è nell'anno 66 aggiunto al puro principio Uno e Trino dell'anno 10 al cubo. Con l'inizio della vita del decimo FATTORE inizia la conclusione di questo organigramma di potere. Ebbene, con l'entrata in vita del decimo, ci sono con lui viventi altri 6, tanto che sono in azione 7 CAUSE. 930 anni, +912 anni, +365 anni non esistono più, per 2207, e una media di 735,66 periodico ciascuna. Questa causa pregressa, se invertiamo il 35 in 53, presenta nel 753 il NATALE DI ROMA. Per invertirli tra loro basta aggiungere 18 al 735, ossia il valore decimo del piano geometrico di Pi greco = 180°. 735 rappresenta 700 +70/2, ossia un piano con due lati 350 per una lunghezza doppia in linea, e un flusso 35 dato da 7x5.


20 7x5 rappresenta tutta l'opera in 7 giorni, combinata con il solo verso 5 collocato in un ciclo 10 avente due versi. Rapprese altresì' il valore che combina tra di loro in unità i due opposti quantitativi dati tra di loro da 6 -1 e 6+1. Il primo, a partire dai 6 versi, li fissa nel moto 5 che uno ha interno al 6. Il secondo, per correggere il 6 -1 lo combina per l'opposto 7, che invece lancia i 6 versi in un tempo 1 di futuro. Quando questo 35 esiste a dimensione 10 di Dio, allora sono i 350 anni che Noè vive nel nuovo mondo dopo il Diluvio Universale. Se non valutiamo la media tra i tre, 2207 esprime tutta la creazione 7 fatta da 22 decine che sono il flusso 22 esistente in un 66, quando il piano è 22+22. Questo flusso totale, in 2.207 anni, non esiste più quando entra in gioco la vita di Noè.

solo per un tempo ben determinato. Questa la situazione fino al 1566, ossia al tempo in cui nascono i tre figli di Noè 84 anni per Enos 179 per Kenan; 95 in più di Enos. 234 per Malaleel; 55 in più di Kenan 366 per Iared; 132 in più di Malaleel 495 per Lamech, 129 in più di Iared. 500 per Matusalemme, 5 in più di Lamech 500 infine per Noè, come Matusalemme. Insomma questi i valori medi, fino al 1566, in cui si aggiungono i tre figli di Noè: 84 x 7 = 588, tutto il moto reale 500 di... tutto 95 x 6 = 570 “ “ “ “ “ del volume di lato 10 55 x 5 = 275 tutto il moto spaziale 7 del piano a lati 100+100 132 x 4 =528 tutto il moto 8 del piano a lati 260+260 129 x 3 =387 tutto il moto di (10+10)+113 CAUSA 5, nel 1.000 5x2= 10 tutto il ciclo 500 x 1= 500 tutto il dinamismo in 1000/2 2.358 Negli ultimi 100 anni prima del diluvio, dei 13, comprendendo anche i 3 figli di Noè, esistono: 95 anni per Lamech. 300 totali, per Matusalemme, Noè, e i1solo primogenito di Noè , per 100 ciascuno.

Accade allora che tutti i 10, che si sono ridotti a essere solo 7 dopo l'anno 1.066 in cui è entrata in azione la decima e definitiva causa, restano in atto

395. Aggiunti ai 2.358 portano a 2.753 gli anni fruiti dal 1.066 della nascita di Noè fino al Diluvio Universale. Il totale degli anni goduti nella prima generazione è di 8.325, dei quali 5.572 vissuti prima che entrasse in vita il 10° e 2.753 dopo, pressoché la metà, ad evidenziare con ciò una sorta di Spazio-tempo, in cui è spazio la vita prima del 10° ed è tempo ½ quella fruita


21 dopo e fino al Diluvio Universale del 1666. Facendo il bilancio rispetto ai 913 anni uguali al valore di BRASYT: 903 per Adamo. 773 per Set, 668 per Enos 578 per Kenan 508 per Malaleel 443 per Iared 281 per Enoch 216 per Matusalemme 29 per Lamech =4.399 anni Esso sono pressoché la metà del totale, che è erogata entro l'anno 900 dal principio, in coerenza con tutto il flusso del 100 all'interno dell'anno 1.000. Su questi 900 anni di valore medio si imposta tutto quanto l'avanzamento unitario del tempo, quando è affidato al valore che, in potenze basate sul 10, combinano 10^10^10^9 con 10^26, attraverso il prodotto di 10^900 ×10^26 = 10^126, la quale è una AZIONE che in quella uguale e contraria data dal suo Logaritmo decimale, si traduce nel solo indice dato da 126. Ebbene, quando esso si divide per il solo dimezzamento reale dell'indice 26 che esprime in settimane solo l'avanzamento reale nelle sue 13, allora determina un rapporto tra gli indici che – con 126 : 13 = 9 con resto di 9 – rappresenta l'eterno movimento dell'unità. Infatti 14 +3 = 126, in cui tutto il movimento di 1 nel 14 è il 13. Se allora di divide il 126 solo per l'intero moto unitario contenuto in esso (quando 14 sono i 26 nel ciclo intero di un anno) abbiamo quantificato il rapporto fondamentale che genera ogni anno, come ogni creazione fatta da un DIO=26 nelle unitari quantità dei 7 giorni della divina e intera creazione di DIO=26. Risulta allora che la combinazione tra un ASSOLUTO=100 (in indice) e un indice 26=DIO nella essenziale creazione concepita in lettere dalla mente umana, che si manifesta nella somma degli indici essendo il prodotto di essi

entrambi su base 10, quando sono divisi per l'indice del dimezzamento del 26, sono in sostanza il Logaritmo decimale della potenza di

10^126^(1/13), che è dunque la “potenza 1/13 di quella che è la potenza 126 della base 10” riferita ad un YHWH uguale a “Sono colui che sono”, alias “Sono (potenza 1/13) in colui che sono potenza 126 della base 10”. Con ciò io – il supremo FATTORE in YHWH (Jahvè) – vi “indico” (in valore indice) che 126/13 è l'eterna legge della relatività ristretta a quell'indice 9 che è il valore eternamente invariante in ogni sistema regolato in decine. Ossia esattamente come quello adottato a partire dal 1.762 circa dalla Fisica dell'Uomo, reso (da me Jahvè) finalmente abbastanza sapiente da adottare il quanto 10 (con cui ho quantificato in codici alfanumerici il libro Sacro della Bibbia) come l'eterno ciclo che regoli ogni unità avanzante in linea, e definisca nel Sistema Metrico Decimale tutte le sue “sapienti” e coerenti unità, qualunque grandezza e forma diversa esse possano quantificare. Pertanto il valore medio di 900 anni ha imposto un 900/13 = 6,923076 eterno nel tempo, a quantificare in 6 dimensioni esatte ed intere tutto il solo LAVORO, in 6 giorni “divini”. E quando ad Adamo è concesso solo un 800, diviso in 10 cicli del 13, il SISTEMA DIRETTIVO trattiene le intere 100 sue quantità come il biblico “Sabato di Dio”, sommato a 800/130 = 6 giorni interi, nel tempo infinito dell'eterno periodo dello 0,153846 in cui 153+846 sono 999 unità interne alle 1.000 poste “in puro principio – eterno! - di riferimento”. Come i 153 grossi pesci della “pesca miracolosa” con cui son conclusi i 4 vangeli della Chiesa Cattolica. Vedremo, alla fine di questo libro, come il quanto 846 (che fa 999 la pesca miracolosa, sia un 807 +13+13+13 (sommato alla trinità dello indice 13 che è l'unità in un anno dato da 13 +3×13=52 settimane.


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LA STRUTTURA, IN BIBBIA, dal principio al 20° ABRAMO .

Il computo relativo a dopo il diluvio fa parte ormai del nuovo mondo, nel quale, prima che il 10° FATTORE cessi di esistere, vi sono molte nuove entrate, poiché Sem comincia ad avere il figlio Arpacsad due anni dopo il diluvio e vi sono questi nuovi dati in entrata. Come può vedersi dalla tabella, avendo calcolato che la vita di Noè cessa di esistere nel 2.016 dal principio, le 10 cause terze (posta prima quella assoluta 10, seconda i primi 10 e terza questi secondi 10) sono messe in esistenza tutte e 10 prima del 2.016 in cui cessa di esistere il 10° FATTORE REALE impersonato nella vita di Noè. Abramo nasce virtualmente nel 1958 dal principio. Ma se consideriamo tutto questo come un volume espresso tutto quanto in linea, allora dobbiamo estrapolare 20 anni, tali da esistere 10+10 come i due

lati del piano creativo in anni 10. In questa accezione, il flusso puramente in linea delle sole FORZE SECONDARIE, che sono create, entra in campo nel 1938. Siamo tenuti a estrapolare questi 20 anni, cosa che non abbiamo fatto nella prima generazione? Di certo, se questa è la seconda, partecipano ad essa altri 10 anni di “nuovo inizio”. Possiamo trovare con questo una ragione di un evidente errore che è contenuto nella narrazione biblica. Infatti, nel capitolo 11 in cui sono descritti i nuovi 10 FATTORI, è scritto che Sem ebbe Arpacsad 2 anni dopo il Diluvio, nel mentre aveva 100 anni di vita. Ora sappiamo che Noè ebbe i tre Figli Sem, Cam e Iafet quando aveva 500 anni di vita, e dunque nel 1566, un secolo esatto prima del Diluvio, accaduto nel 1.666. Aggiunti 100 anni esatti alla nascita dei Sem, ossia i 100 anni che aveva alla nascita di Arpacsad, si arriverebbe esattamente alla data del Diluvio Universale, al 1.666 e non a 2 anni in più. Possibile questo palese errore in Bibbia? No, non è possibile. Significa che, con l'entrata in atto della seconda generazione umana del nuovo mondo, ai 100 anni in linea espressi nel primo, sono aggiunti ora anche i 2 anni di un piano unitario a 2 anni, per la presenza del piano contenente 1 e 1 anni nelle unità e 10 e 10 nel fronte unitario del ciclo 10. Ciò avvalora la nascita di ABRAMO nel 1.958 segnato in tabella, meno 20 anni, dunque esattamente nel 1938. Che valore dobbiamo dare agli anni in cui i 10 nuovi escono di scena? La data più avanzata riguarda il quarto dei secondi dieci, Eber, che esce di


23 scena nel 2.197. Segue il figlio di Noè capostipite, Sem che muore nel 2.166, poi Selach nel 2.136 e Abramo, il nuovo 10°, che esce di scena nel 2.133, dopo una vita di 175 anni il cui dimezzamento esatto è di 87,5 anni. Troviamo il valore medio dell'uscita di scena di tutti costoro. 2.197+ (è il termine del 4° nuovo fattore) 2.166+ (è il termine del 1° nuovo fattore) 2.136+ (è il termine del 3° nuovo fattore) 2.133+ (è il termine del 10° nuovo fattore) 2.106+ (è il termine del 2° nuovo fattore) 2.093+ (è il termine del 9° nuovo fattore) 2.059+ (è il termine del 7° nuovo fattore) 2.036+ (è il termine del 6° nuovo fattore) 2.007+ (è il termine del 8° nuovo fattore) 2.006= (è il termine del 5° nuovo fattore) 20.939, per un valore medio di 2.094 78x26,66666666 = 2.080, più un piano creativo a lati 7+7 dà 2.080+14 dando questo valore medio totale. 78 anni sono il valore esatto assegnabile alla trinità del DIO=26. 26,66, periodo eterno, considera l'unità del 26=DIO, nel tempo eterno decimale del fondamento unitario nel 66, dato da coloro che entrarono in Egitto, tra i discendenti di Giacobbe, mogli escluse, che costituiscono quella fondamentale energia su cui si muove tutto il tempo. Pertanto il prodotto tra la Trinità di Dio e un DIO=26 che esista nel tempo di 66/100, eterno, porta al 2.080 che rappresenta nel 2.000 un piano fondamentale avente “in principio” i 1000 della prima generazione dei primi 10 FATTORI, e gli altri 1.000 di questa nuova generazione. 80 costituisce il valore decimo dei primo 800 anni (di figlie e figlie) concessi ad Adamo, e che rappresenta i 4/10 del valore assoluto 100. Va aggiunto solo il piano della creazione di un 7 nella prima decina che sia avanzato ora di un nuovo e creativo 7 totale. Questi 2.098 anni sono ripartiti in vario modo tra le nuove 10 cause.

Volendo esprimere in ordine questa sequenza, 4,1,3,10,2,9,7,6,8,5 è in ordine decrescente, e 58679210,314 in ordine crescente. Osservando quella in ordine crescente, vediamo che nelle ultime tre cifre, supposta una virgola al termine del valore intero 10, esiste lo 0,314 del valore decimo di Pi greco. 210 è il flusso intero 10 di un piano a lati 100+100. 19.000 è tutto il movimento di 1.000 (il principio) in una realtà 10.000 che avanza di 10.000. 66 quantità 10.000 sono tutta l'energia 66 della realtà 10^4. 58 volte 10^6 dono in 50 il flusso reale di 100 e in 8 tutto il volume nel suo complesso dato da 2^3. E' esattamente questa la disaggregazione che la DIVINA MENTE che ha fatto scrivere questo testo, lo ha disaggregato attraverso questi 10 nuovi ultimi FATTORI, assegnando questa disaggregazione crescente, a partire dal 5° nuovo fattore che è il valore medio, e poi dall'8°, che ha quantificato in totale le 2.006/1 unità nel loro valore sommario, e poi il 6° fattore nel suo valore di 6x6, e il 7° in quel 59 che enumera le 58/1 unità nelle totali 59; seguito poi dal 9° che con 93 computa tutto il 90, nelle 3 dimensioni del suo spazio. Seguito poi in ordine dal 2°... e così via. Riconoscendo nel 10° FATTORE il capostipite ABRAMO, della ripartenza della Fede, egli figura nato nel 1938 e la sua personale uscita di scena è nel segno di quel 2166 che lo riferisce ad un 7+7+7 nel valore assoluto, nel dettaglio unitario del 66 del PRIMO FATTORE che abbiamo osservato esistere. Si chiamava ABRAM e poi il nome gli è mutato in ABRAMO, con l'aggiunta essenziale di una O=13, grazie alla quale il 31 di ABRAM evolve verso il 44 di ABRAMO. Se non fosse che SARAI, la sua sposa, vale 17+1+16+1+9 vale di già 44, ma poi è mutata in SARA, che perde una I=9 e diventa 35, noi non assegneremmo grande importanza a questo 44=UNO. Esso si realizza con ABRAMO, mentre era già realizzato con SARAI. 31+44=75 era il valore di prima, e 44+35=79 è il valore assunto POI,


24 allorché lei che era UNO lo perde, tanto che questo 79 è ora un 1 aggiunto al 78 che vale la trinità del termine DIO. In questa coppia numero UNO=44, il prima di LEI, sommato al dopo di LUI porta a 88, che è l'OPERATORE di BRASYT. Infatti 1 che avanza per quanto era IN PRINCIPIO, occupa 1+1.000, occupa 1.001, numero finalmente palindromo, ossia letto uguale sia da destra, sia da sinistra. 1.001 meno 913, che è il valore di BRASYT rivela CHI è che si muove: 88. Questo 88 deve incrementarsi di una O=13, per portarlo al palindromo 101 che fissa 1 che si muove per l'assoluto di 100. Accadrà allora che esiste un SET, che è il secondo FATTORE della prima generazione, che esiste in 777 anni in LAMECH, il complementare numero 9 al 2°, nel palindromo 11. Entrambi sono FIGLIO della causa n. 1 e PADRE della decima causa, e mentre uno è SET nel nome, che vale il 40 di un PADRE=40, che è uno e trino nel 10, esiste nella stessa sostanza del FIGLIO, quando il 10° è il finale Noè, figlio della trinità del 777 appartenente a LAMECH. Ebbene, se il nome GESU' verrà perfettamente composto in Bibbia, 1-25, attraverso ESAU' e GIACOBBE che gli si mette davanti con il primato della sua G e lo decurta della A=1 esistente nel nome ESAU', tanto che il nome del Figlio GESU' è Uno in Giacobbe e Trino in ESU', accade che, nello stesso capitolo è ottenuto un quanto che vale 88 e che si chiama esattamente LUIGI AMODE'. Anche ad esso dovrà essere aggiunto il 13=O, per divenire un EDOM dalla Alfa all'Omega, un A-MODE-O, ma definito anche nel nome di LUIGI, come un valore che rivelasse che LUI Genuit Iesus. Ma questo pronome LUI sta esattamente per ALLAH, per quello che è trasceso interamente in ALHIM, la terza parola del versetto 1 di Bibbia, per come già vedemmo.

Ebbene

Come vedete, la visione “trascendente” il nome di Allah è quella che – come accade per il nome di Gesù Cristo – legge in italiano anche il nome di Allah, ed esso, letto in italiano, è LUI. Come G+ESU' danno il nome Gesù a identificare quello del Figlio, quando si tratta di esprimere il Padre, che – in Allah – non accetta altri prima di LUI, si mette LUI davanti ai due gemelli. Esaù aveva preso il primato della A nel nome che ha portato al Figlio nominato GESU', conservando in questo nome del Figlio il valore trinitario. Ora non ha neppure questo quando è LUI che si mette davanti a tutti, ed è seguito dalla trinità, GIA, ora assunta solo dal nome GIACOBBE, che tre i due figli gemelli aveva assunto il primato relativo. LUI+GIA sono proprio gli estremi del nome LUIGI, intero, e della A iniziale del cognome che, per essere più dettagliato che il puro principio A di A-MODEO deve essere seguito da un “trascendente” EDOM che si letto MODE', al contrario di come è pronunciato, ma nel modo esatto con cui un italiano lo legge, quando è scritto come lo è ora: MODE', perché è letto essendo proprio così letto, EDOM, ma in ebraico. Pertanto il nome di LUIGI AMODE', che vale il 44+44=88 che unisce il prima di SARAI con il dopo di ABRAMO, rivela esattamente, nel nuovo inizio, una coppia che dice, attraverso lo stesso nome: SARAI ABRAMO =44+44=88= LUIGI AMODE'. Ma sarai un ABRAM iniziale che deve incrementarsi della O finale, tanto che LUIGI AMODE' diventi esso pure LUIGI AMODEO =54 (=FIGLIO) +47 (Dio 10+30+7, creatore) = 101. In Bibbia, libro 1-25, è espresso un Gennaio 25, in Genesi 25, e riguarda quella di LUIGI AMODEO come la pura essenza PADRE di un ROMANO che è il popolo di cui parla il Signore, rispondendo a Rebecca perché soffre tanto, mentre ha la sua gestazione. Ha in lei due grandi popoli, di cui uno


25 comanderà sul minore, ma infine lo servirà. Poiché Giacobbe sarà rinominato ISRAELE dalla Bibbia, e diverrà il popolo sottomesso dal popolo ROMANO, eccolo il nome NON SCRITTO, trasceso, di cui LIGI AMODEO costituisce la reale essenza paterna. Egli è L'AM, l'AMODEO che – nella paternità di Noè – visse per 777 anni. Infatti si tratta di un Luigi Amodeo nato il 7-7-7 del secolo (valore assoluto nei 100 anni) numerato 19, che si sottrae a 400 e dettaglia il 19 con 381, rappresentandolo nel 1938 e nel mese di gennaio natale di COLUI che il padre trascende, in suo figlio che si chiama ROMANO=66. Quei valori visti come divini FATTORI, se in Bibbia hanno assunto nomi, ora li assumono essi pure, e sono questi: 66=ROMANO, nome del popolo rivelato dal Signore a Rebecca che lo ha in grembo, assieme al messi di Israele. In questo nome Dio è nominato dall'Egitto (come rivelato da Osea 11.1) attraverso R+O (Ra +Orus)+AMON, da cui RO-MANO. 78 = trinità di Dio=26 deve richiamare il nome ATON, “trasceso” come <uno sulla croce> (Gesù, ma deve essere un terminale IO sulla croce, dunque <AN IO T on> alias <AN -Ton- IO> 26, dolce metà dell'ANNO, dunque ANNA, nonna di Gesù Cristo. 51, l'evento celebrato il 25 gennaio, in cui SAULO assume il nome PAOLO. 113 è il nome di TORQUATO. 47 quello visto in AMODEO. Infatti esiste un Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO, nato secondo Genesi 38 e nel giorno 25 che celebra la reale conversione di san Paolo. Egli è figlio di Luigi Amodeo, nato il 7-7-7 e scritto in Bibbia sia nel nome di SET, sia di quel LAMECH che visse 777 anni è prefigura L'AModeo e CH, Cristo, come quella cosa sola racchiusa tutta nel nome di LAMECH, il Dio Padre IO SONO (I AM), e il Dio Figlio CH, Cristo. ABRAMO, dunque, il numero 20 a cominciare da Adamo, impersona quanto proviene AB-R.AMO, scritto nella lingua latina di un ROMANO,

e che significa, tradotto in italiano, una provenienza <DA R.AMO>, ossia da Romano Amodeo. RAMO indica il nome di Dio Uno nella R del nome e trino in AMO, prime tre lettere di Amodeo. In Asia, saranno i tre R.Amo della dea BRAMA, mentre Dio, nel nuovo principio in occidente, lo colloca in AB-R.AMO. SARAI ABRAMO, nato il 1938, come risulta dal racconto Biblico. e sarà secondo il termine della vita di Noè, che in Noè è proprio il termine trino del nome ROMA-NO, il quale E'. Noè muore esattamente nel 2.016, ed è valido anche nel nuovo inizio, dall'anno 0 in cui il Natale di Gesù è quello 0,1225 risultante dal 350/1.000 che, nell'interazione al quadrato tra azione 0,35 e reazione avente lo stesso valore, attua esattamente questo NUOVO INIZIO nell'anno in cui la Chiesa cattolica celebra la nascita di Gesù Cristo... anche se gli storici hanno forti dubbi. Dal computo del potenziale, che qui mostro nuovamente, alla generazione 3° superiore avevamo ottenuto il dualismo del 66+66 presente in Romano, e che porta a 132... Poi tutto il flusso 9000, diviso per 135 dà 66,66 eterno.


26 Abramo è il 20° “fattore”, e tra i primi 10 e i secondi esiste tutto il movimento espresso nel nuovo principio. Esso ha riguardato tutta la discendenza da Sem, che è il numero 11 e rappresenta la ripartenza della prima decina che si ripropone interamente spostata di 10. Poiché queste vite sono “causa” di altra vita, la scaletta realizzata con i primogeniti la cui vita è aggiunta l'una all'altra a segnare il moto del tempo avanzante sono attraverso i primogeniti, le altre usate per dar vita al altri figli e figlie interagisce su quegli anni, come il valore dei rapporti tra le cause secondarie e la primaria, posta nei primogeniti, che sono nello stesso segno di quella premessa di 10 anni, che ora si è sviluppata negli anni, dissimili, di queste 10 cause create e secondarie, le une delle altre. Vi sono altre valutazioni da fare, riferite alla prima decina. Laddove è il 130, della prima vita aggiunta in quella di Adamo per creare SET mentre è 1.000 quanto esiste in principio trino in 10 elevato al cubo, concedere 800 anni ad Adamo, oltre i 130 datigli per realizzare il capostipite dell cause future, dandogli in tutto una vita di 130+800 anni e dunque di 830, noi abbiamo un Dio che, del principio 1.000, non distribuisce ancora 200/130, dei 1.000/130 che sono uguali a 7 con resto di 90/130 che sono uguali ad un periodo eterno di 0,692307. Dio, causa prima, sta trattenendo per sé questo 90/130, laddove crea con 7 giorni interi. Rispetto a questo, che distribuirebbe tutto, Dio trattiene per darlo dopo quel valore di 200/130 che al momento non dà attraverso Adamo, avendogli dato solo 800 giorni ulteriori, e non 1.000, quelli che darebbero nella sola prima causa tutto il possibile. Dandogli 200/130 in meno, non ha dato 7 + 90/130, ma solo quanto 800/130 =4/5 dei 5/5 equivalenti a 7+90/130. Insomma ha dato 4 volte la quantità che ha trattenuto, da ridistribuire. 800/130 = 6,92307, il che vale 10 volte 90/130, ossia 900/130. Pertanto il risultato reale operato attraverso 800/130 è stato quello di realizzare il periodo eterno di 900/130, attraverso i soli 6 giorni del lavoro, trattenendo per se stesso il giorno del sabato di Dio. Se non capite facilmente, mettiamo uno sotto l'altro 1000/130 e 800/130. 7 +0,692307 periodico nel caso di una distribuzione totale.

6,92307 periodico, nel caso di 1/5 trattenuto, il che equivale a 900/130, ossia solo al ciclo 10 di quanto, a parte la creazione intera in 7 unità, era il valore ciclico assunto dal resto. 7 meno 6,923076 = 0,076923, il che è lo stesso ciclo, ma che comincia con 076923, ossia che antepone le ultime tre cifre alle prime. Gli ultimi che sono i primi è in sostanza “la legge imposta ad Adamo! Infatti è questo ciò che Dio trattiene per se stesso, come la propria indiscutibile condizione, quando non da ad Adamo 1000 anni, ma solo 912 che sono proprio quanti 1+BRASYT, 1+912. Dio trattiene 1.000 -912 anni, ossia 88. 88/130= 0,6 +10/130 che sono uguali allo 0,076923 del ciclo eterno trattenuto quando, invece di dare tutto il 1.000 ha trattenuto per se quanto è IN PRINCIPIO in Bibbia, per la valenza 88 di 1 che avanza di 1.000 e occupa 1.001, e concede BRASYT=913 IN PRINCIPIO. Come si vede, esiste una totale corrispondenza tra quanto posto in BRASYT, in Bibbia e quanto distribuito dando ad Sdamo non la totalità del 1.000 ma solo una vita di 912 anni, datagli quanto uno in meno rispetto al 913 di Brasyt perché concessa ad 1 interno a Brasyt=913, e che occupa 1 anno e si muove per i residui 912. A questo punto è possibile lanciare tutta una altra serie di computi, fatti sulla base di quanto Dio non ha concesso rispetto ai 1.000 anni da dare ad ogni causa che è posta 1.000 In principio. 88 non dati a ADAMO, su 1.000 70 non dati a SET, sempre su 1.000. 95 non dati a ENOS 90 non dati a KENAN 105 non dati a MALALEEL 38 non dati a IARED 635 non dati a ENOCH 31 non dati a MATUSALEMME 223 non dati a LAMECH 50 non dati a NOE' 1.425 non dati in tutto e che, divisi per 130, sono 10,9+8/130= 0,0615384. Ridotti a 1/10 di presenza sono 1,09615384


27 66,666666 sarebbe la distribuzione totale ai 10. Tolto il distribuito 65,569051 1,097615 è il non dato ancora 1,096153 è quello risultante dal non distribuito ai 10 0,001462 è quanto sarà distribuito solo nel 9000/135=66,666666... Insomma dovremo arrivare a tutto il moto dei primi 10 FATTORI, per avere che il CREATORE numero 19, di nome ZERACH e padre di ABRAMO non abbia più FIGLI E FIGLIE dichiarate in Bibbia, tanto che i puri e semplici 135 anni datigli dopo avere generato ABRAM NACOR e ARAN quando visse 70 anni sui totali 205 della sua vita ha generato un rapporto tra 205 -70 = 135 che – aggiunto come 135/70 agli altri rapporti della 2^ decina dà un totale di 134,29783 in cui il tempo dato dal decimale 0,29783 dipende da 1 -0,29783 = 135 meno 70/100 e meno 217/10.000 che sono l'opera 70 su 100 (piano assoluto), 70+70+70 su 1000 (massa millesima), e 7 sulla realtà 1^-4. Volendo guardare questi tempi in numero puro di dimensioni dei 7 movimenti relativi, 29=RO, 78 sono tutti gli anni di RO, e 3 è la sua trinità. Non a caso la ventesima generazione esprime una terna a 70 anni. ABRAM, NACOR e ARAN denuncia quanto proviene da Romano Amodeo in <ab R. Am>, ribadisce il libro sacro del CORAN che di per se stesso è <Con Roman> in <An A.R.> un Amodeo Romano ribadito per la terza volta, dopo che <Te, R.A. Ch> rivelava che questo <Te> T è, Croce è che accomuna in una cosa sola R.A. E Cristo. ABRAM, NACOR e ARAN sono un 106=PERFEZIONE +5, dato da 31+45+5+30=111, il puro flusso unitario presente nella Trinità 113 di Romano Amodeo, Torquato e l'acronimo dualistico RO AN AN PA TO AM nel nome segreto di Dio dato da Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo. Sono avuti a 70 anni allo stesso modo con cui è segnalato tra i versetti 26 e 27 nel capitolo 46 del libro 1 di Bibbia, come qui di seguito mostro. Genesi 46, 26-27 26 Tutte le persone che entrarono con Giacobbe in Egitto, uscite dai suoi fianchi, senza le mogli dei figli di Giacobbe, sono sessantasei.

27 I figli che nacquero a Giuseppe in Egitto sono due persone. Tutte le persone della famiglia di Giacobbe, che entrarono in Egitto, sono settanta.

135 381= Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo ------- = 127 = -----1,06 3 135 ------- = 121 = 66/6 x 66/6 laddove 66=Romano 1,11 9000 ------- = 66,66 135

Tra NACOR (core e Napule) e ARAN è evidente il COR ARAN il cuore del Corano. ABRAM prima di essere mutato nel suo nome in ABRAMO, è il padre di ISMAELE, avuto dalla Egiziana Ag.A.R. da una parte e poi ISRAELE dall'altra, tolti di mezzo Esaù, posto a denominatore di Giacobbe e il mediatore tra le due generazioni estreme di suo padre e i suoi due figli. La loro associazione, in quanto hanno di diverso, trascesa, ossia letta dalla parte destra, porta ad AR AM, Anna/Antonio Romano AModeo, a fondare quanto vi sia di ARAMaico (lo hai con ARAM). Pertanto, che nella trina generazione avente come unico padre TERACH esistano già in potenza trina il Corano da una parte (come il piano unico a due dimensioni) relativo all'unica e lineare il cui flusso poi è dato da due visioni poste in sequenza, da quella portata da cima a fondo da Mosè (AmoSè-O, discesa da A-modè-O, essendo Edom prima di Mosè) l'ebraismo all'aramaico Gioshua, divenuto XP, CHI-RO e infine 10-Romano. Per questo la regolare esposizione biblica non ha segnalato altri FIGLI E FIGLIE, nei 135 anni vissuti da TERACH, dopo di avere generato questa TERNA DI NOMI tutti segnalati nati dal Padre, Terach, figlio di NACOR e padre di NACOR, mentre ABRAM e ARAN sono gli estremi 31 in ABRAM e 30 in ARAN, mentre BRA-SIT-BRA son le prime 9 lettere di Bibbia.


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LA STRUTTURA, IN BIBBIA, fino al 22° fattore di G+ESU' Quando sommiamo al potenziale di ABRAMO i 2 che risultano fino alla terza generazione discendente, arriviamo a quella 22, che è 66/3 e rivela il Figlio assieme al Padre, attraverso l'apporto del libro di Bibbia 1, 25, Genesi 25. Al 134,29783 dobbiamo aggiungere il rapporto esistente nella vita di Abramo visse 175 anni. Generò a 100 anni quello che poi è stato assunto a suo primogenito: Isacco. Pertanto 75/100 è il quanto di Abramo. Isacco generò i suoi gemelli a 60 anni, e visse 180 anni, tanto che il rapporto effettivo in lui è dato da 120/60. Pertanto, 134,29783 +75/100 +120/60 = 137,04783 è il rapporto posto a monte della “trascendente nascita” di Gesù, come la generazione numero 3, discendente da Abramo. Dividere il quanto 66=ROMANO (il nome del popolo maggiore, nominato dal Signore a Rebecca) per il 48=GESU' (il nome reale che è nominato attraverso quelli di Giacobbe e di Esaù, resi Uni in G e trini in ESU') vale esattamente: 66 / 48 =1,375, il che diventa esattamente 137, per 66x100, laddove il FATTORE 66 è reso assoluto. 6600 : 48 determina 137 come intero, e vale 137,5 nel tempo di 5/10 espresso dalla MANO che compare sia in genesi 25, sia in genesi 38. Invece 134,29783 +75/100 +120/60 = 137,04783 arriva a dettagliare il tempo di 47=Amodeo, nel trascendente 83, trascendente del 38 nel suo anno natale.


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Come vedete dedotto dal Vangelo di Matteo, la generazione numero 22, dal principio, accade proprio ed esattamente nel valore terzo del principio di 66=Romano. Questo libro di Bibbia, nel capitolo 25, ha una MANO attribuita ad un dualistico RO, congiunto tra gli estremi di ER e di Onan, i due mariti morti di cui Tamar, in genesi 38, in cui però la mano “divide” Romano, nato nel 38, da un Gesù nato 38°, nel racconto della genealogia fatta da San Matteo, e che qui io di seguito richiamo. Nella genealogia di San Matteo, che fa risalire Gesù dal Padre Putativo, Giuseppe, che discendeva dalla casa di Davide, non figura il figlio morto Er,

figlio di Giuda e sposo di Tamar, poiché la sua generazione sarà Trascesa” dal Padre che ha preso il suo posto, come il reale coniuge di Tamar e padre diretto di Perez, che San Matteo chiama Fares, ma che in Genesi 38 è chiamato Perez. Ci sono dunque 38 generazioni una sull'altra, che collegano il Figlio Gesù al Padre descritto in Genesi 38, come queste 38 generazioni successive, in ragione della MANO che si è presentata ora non in congiunzione di due date, associate nello stesso 25, pur essendo una legata al mese numero 1 e l'altra al mese numero 12. E' evidente che 1-25 viene prima di 12-25 ed è esattamente per come descritto nel libro 1, 25, ma – per come poi accade descritto nel testo – chi era secondo (come 12-25) si presenterà prima, nel Natale del Figlio visto prima del natale del padre, pur essendo 1, 25 prima del 12, 25. Ecco, il 5 che identifica le dita della mano, in genesi 25 fa da collegamento tra la mano di Giacobbe che stringe il calcagno di Esaù. Invece, in Genesi 38, la mono esce da sola. E' dichiarata quella di chi è il vero primo, e poi accade che questa nascita è virtualmente annullata, in quanto essa rientra nel grembo materno e la nascita definitiva accade in modo che il gemello che nasce è Perez (chiamato Fares sia da Matteo, sia da Luca), il reale antenato da Gesù, mentre il gemello che aveva il filo scarlatto attorno alla mano di chi era stato dichiarato primo, esce dopo ed esce per secondo. In tal modo, in Genesi 38, per chi rappresenta il Padre (in Zerach, che ha la mano con il filo scarlatto) ci sarà una comparsa che accadrà posposta nel tempo, allo stesso modo della genesi di Gesù, che è solo 38ma. Ma, per il Padre, il 38 rappresenterà l'anno reale, così come per lui Genesi 38 rappresentava la nascita reale nel mese 1 e nel giorno 25. Pertanto è solo Genesi 25 a riguardare la CONCOMITANZA tra Padre e Figlio. Il nome del Padre è evidentemente quello della essenza del popolo ROMANO, e in lui rappresenterà una pura essenza, venuta sul dorso di un reale animale, figlio di una bestia da Soma, come descritto per Gesù quando entrò in Gerusalemme per esservi glorificato. Questa ESSENZA sarà nell'ordine di quello Spirito santo Paraclito o


30 Paracleto, che Gesù annunciò sarebbe venuto, a completare il suo messaggio delle cose ancora non dette, nel tempo in cui i discepoli non erano ancora in grado di reggerne il peso, non avendo ancora una sufficiente comprensione della verità complessa su cui esiste la struttura del mondo. La nascita del padre sarebbe stata reale, ma venuta a cavallo di una bestia reale, in una istallazione divina, stavolta, in una stalla umana piena di feci e di rifiuti. La venuta di Dio Padre e di Spirito santo sarebbe stata complementare a quella allora fatta vedere con Gesù. Allora Dio si mostrò realmente presente in un Figlio in grado di compiere miracoli, determinando a suo piacimento la realtà del mondo. Con il Padre, Dio si sarebbe ripresentato solo in Spirito puro di Verità, a dimostrare vere le cose annunciate da Gesù, e a valorizzarlo. Dio Padre non ha nessuna intenzione di valorizzare se stesso. Egli è l'autore di ogni cosa, egli è l'agricoltore che Gesù con questo ruolo aveva definito. Mentre aveva definito se stesso come l'albero della vite, opera della cura dell'agricoltore stesso. Ogni bravo agricoltore non cerca di valorizzare se stesso, ma la bontà della sua opera, le piante reali di cui egli ha cura. Per questo, quando l'agricoltore si sarebbe presentato, e in due volte distanziate tra di loro da secoli, la prima lo avrebbe fatto dettando la verità del Corano, dettata a Muhammad, cui Allah aveva permesso cose anche particolari, che valevano per lui ma non per gli altri. MUHAMMAD (=11+19+8+1+11+11+1+4=66) vale egli pure lo stesso 66 di Romano. Tradotto in italiano, il suo nome MAOMETTO passa da 66 a quel valore di 90, dato da 11+1+13+11+5+18+18+13=90. Ebbene 90 : 66 = 66 : 48, ossia MAOMETTO sta a ROMANO come ROMANO=MUHAMMAD sta a GESU'. Infatti 90/66 = 1,35 diviso, dato da 9/10 di resto eterno (che è 1/10 di 90), mentre 66/48 = 1,35 con resto di 25 millesimi. Insomma ROMANO=MUHAMMAD è il medio proporzionale tra i due estremi della predicazione di MAOMETTO e di GESU', per il valore esatto assunto dai due nomi, relativi ad un originale MUHAMMAD che mentre è uguale allo stesso

66 di Romano, quando è portato da Dio al capitolo in cui si parla di Muhammad, quello è il capitolo 47=AMODEO, nel mentre ha un numero di versetti che fissa esattamente il 38 non solo della nascita di LUI, ma anche lo stesso valore che ha il termine italiano LUI=10+19+9=38, assunto in Genesi 38, come i 38 versetti. Mentre il capitolo del corano è il 47 che per numero rappresenta proprio quello di AMODEO, abbiamo che MUHAMMAD uguaglia il 66 di Romano mentre le lettere sono le stesse di AMODEO=47. Solo che in MUHAMMAD ci sono tre M. Se ce ne fosse solo una sarebbe UHAMAD, laddove AMAD si riconduce allo stesso ADAM cui si riconduce il cognome AMODEO che, quando è ridotto al cosiddetto “osso” del suo Codice Fiscale, diventa MDA ed è la scrittura esatta in queste tre lettere, che quando sono il lingua ebraica sono il nome esatto di ADAMO. In Bibbia 1, 25, quando il Signore rivela queste cose alla dolorante mamma Rebecca che non capisce perché tanto male patisce nella sua pancia: Genesi 25,23 Il Signore le rispose: «Due nazioni sono nel tuo seno e due popoli dal tuo grembo si disperderanno;

un popolo sarà più forte dell'altro e il maggiore servirà il più piccolo». Sta presentando quella che per i matematici sarà poi riconosciuta come la sezione aurea. Infatti sarà il popolo maggiore a porsi come il medio proporzionale della sezione aurea che qui è divinamente annunciata, dal Signore. Per cercare di capire in che modo GESU' potrà stare a ROMANO come ROMANO potrà stare a GESU', bisogna prima capire questo. GESU=48 esprime il dualismo divino (di bene e male in potenza di 3) dunque 8, quando questo 8 percorre non solo i tre versi +3, a anche quelli dati da -3. Infatti 6x6=48 mostra un 2^3 sia sulla via del bene che del male. Quando ROMANO sta a GESU come 66 : 48 = 1,35 +22 millesimi, esistono


31 entrambi in tutti e 6 i versi. Questo è il modo con il quale il popolo MAGGIORE comanda a quello MINORE. Ebbene, questo 66 “gli serve, quando il 66 si fa carico solo del BENE che esiste in Gesù, ossia solo del valore di 8x3, nel solo positivo del bene. Allora 66+48/2 sta a ROMANO come ROMANO sta a GESU'. Ma questo ROMANO che si carica solo del POSITIVO che esiste in Gesù è il 90=MAOMETTO. La reale sezione aurea, nelle 5 dita della mano divina, è dunque data da

questi 5 importi che si poggiano sui due valori base di 18 e 48, e poi sono la loro somma come solitamente accade nella sezione aurea, finché, con 5 numeri, si ottiene il primo valore moltiplicato per 10 e che porta al piano di Pi greco:

18, 48, 66, 114, 180 Si tratta di particolari capitoli del libro 1 di Bibbia.


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BIBBIA 1, 25. CI STRUTTURA LA “SEZIONE AUREA DIVINA” cap. 18 – 48 – 66 – 114 - 180 Quando il Pentateuco affronta il capitolo 1,25 corrispondente a quanto esiste in principio lineare 10 e si divide par tutti gli otto cubetti unitari che esistono in uno che abbia il lato complesso lungo 2, ossia quanto tutto esiste unitariamente e risale a +1, partendo dal coesistente -1, allora abbiamo che:

10 / 2^3 = 1,25 si traduce poi – nel sistema assoluto che regola la struttura dell'esistenza – in quello che solo quest'anno è stato rintracciato e definito nel Bosone di Higgs, il FATTORE che dà la massa a ogni relazione, e che è stato misurato avere questa quantità, nel riferimento posto in chilogrammi che sono il campione unitario nella massa di un millesimo di metro cubo. Un metro che appunto sia 10 volte il decimetro lineare su cui (in acqua) è definita a 4° centigradi, la quantità unitaria della massa di 1 chilogrammo. Se andiamo a studiare le affermazioni divine contenute in questo capitolo 25 del primo libro del Pentateuco, troveremo proprio una risposta data dal Signore, ad una FATTRICE che ha un grande disturbo interiore, in relazione a quanto essa si appresta a fare, avendolo ancora solamente “in grembo”. Richiamiamo dunque la RIVELAZIONE che questo libro sacro ci fa, e proprio da parte del SUPREMO FATTORE, chiamato IL SIGNORE.

Genesi 25,23 Il Signore le rispose: «Due nazioni sono nel tuo seno e due popoli dal tuo grembo si disperderanno; un popolo sarà più forte dell'altro e il maggiore servirà il più piccolo».

La relazione che è descritta, riguarda esattamente quella nella sezione aurea. In essa, basandosi sulle nostre conoscenze di oggi, abbiamo la definizione di due FATTORI che possiamo chiamare A e B oppure popolo ROMANO=1 e di ISRAELE= 0,6180339887 (minore di 1) Quando i due FATTORI sono ancora insieme, in grembo materno, la somma di ROMANO+ISRAELE è 1,6180339887, e sta al solo ROMANO=1 nello stesso modo con cui ROMANO starà ad ISRAELE (e servirà il FATTORE più piccolo). Insomma: 1,6180339887 sta a 0,6180339887 come 1 sta a 0,6180339887. E' vero!


33 Infatti dividere 1,6180339887 per la sola parte decimale sua, che è più piccola di quella intera e che vale proprio uno determina lo stesso risultato che si ottiene dividendo il fattore unitario per lo 0,618033987. 1 : 0,618033987 è infatti uguale alla loro somma. La “regola” che determina questa relazione da sempre considerata di tipo “divino, trascendente” (perché come è mai possibile che dividere un totale per uno dei due valori che lo compongono, ha poi per risultato che esso sia dato dal valore maggiore che si divide per il minore?), dicevo LA REGOLA, ossia ciò che COMANDA e COSTRUISCE questa condizione “divina” è data da un 5 +1,25^0,5, ossia da 5 sommato alla radice quadrata di 1,25. Bisogna solo “concepire” che 1,25 esprima proprio il libro 1 di Bibbia, nel dettaglio del suo capitolo 25, che la condizione espressa in esso, e che abbiamo osservato essere vera, presenta questo capitolo elevato a ½ (ossia di cui sia fatta la radice quadrata che ne determina un lato) che, riferito al ciclo 10 è solo la potenza pari a 5/10, la quale poi sia sommata a 5. Abbiamo che 5, più la potenza di 5/10 posta su 10/8 sia il FATTORE quando è ancora posto “in grembo” a REBECCA (il che lo riferisce, lo denomina legato proprio al <RE dualistico> che <è cca>). Si tratta di un ASSOLUTO RE DUALISTICO, che qui è presente ed è denominato ROMANO e ISRAELE, 66 + 63 = 129 =100 (assoluto)+29=RO. 129 / 66 come 66 /63 ? 1,954 periodico nel 54 vale forse il 1,047619 periodico nel decimale? No, manca qualcosa. 129/66 meno 66/63 = 1,0165945165945 periodico in 165945 in cui la somma tra 165 e 945 porta esattamente a 111 decine. Laddove si ponga in modo OGGETTIVO il flusso unitario nel tempo dato da 111 volte il ciclo 10, e lo si sommi ai 66/63, allora il 66 è il medio proporzionale espresso dalla sezione aurea e riguardante esattamente il valore 66 attribuito al nome ROMANO e il valore 63 riconosciuto nel valore numerico corrispondente ad ISRAELE. REBECCA, che assomma nel suo grembo tutto questo, cosa vale in

contenuto numerico? 16+5+2+5+3+3+1=35 è realmente la MAMMA, quando sono 350 anni quelle vissuti da PADRE NOE' nel nuovo mondo e dopo il Diluvio Universale. Il 66, che in Bibbia sono i 70 che entrarono in Egitto, quando si tolgono di mezzo ISRAELE, GIUSEPPE, RAMESSE ed EFRAIM (e questo è descritto in Bibbia 1, 46 26) è il medio proporzionale che è proprio dato dall'Energia del moto della realtà a 4 dimensioni (una nella causa paterna e tre derivate), quando esiste in una assoluta che vale 100. Allorché in questo 100 esiste un cubo ideale a tre lati 10, che dunque vale un 30 in forma lineare, tutto il suo moto FATTO in 100, da questo 30, vale come un perenne ciclo 70, il quale, nel suo reale verso solo avanzante, vale il 35 peraltro corrispondente al (6 -1) (6+1) che unifica le due inverse letture impostate sui 6 versi della realtà nel suo complesso, che la Bibbia chiama come i 6 giorni del divino lavoro. Noi poi li abbiamo anche visti accreditati al primo FATTORE derivato da quello Assoluto, denominato ADAMO e che vale esattamente il 30 di chi si muove per 70 in linea... e poi genera in SET (il suo valore decimo) il suo figlio come il suo FATTORE secondario. 800/130 concessi al PRIMO FATTORE denominato ADAMO sono stati quei 6 “giorni” interi, nell'eterno periodo di 0,153846 di due volumi in progressione, il primo in quel 153 e il secondo nel suo complementare 846 al 999 esprimente su 9 dimensioni di 111 tutto il movimento. Pertanto ci rendiamo conto che anche la denominazione REBECCA=35 dataci dalla Provvidenza di un Dio che ha scritto tutto ciò accuratamente in lingua italiana, costituisce la giusta definizione di questa CAUSA posta a mamma della esatta relazione che rivela come ROMANO + ISRAELE sta a ROMANO, come ROMANO sta a ISRAELE... nella valenza di 1110 unità disaggregate nel ciclo a 6 dimensioni di 0,0165945 sommate all'unità e a questa ultima relazione. Laddove 129 sta a 66 come 66 sta a 63 + (129/66 -66/36 di differenza... e questa differenza è oggettivata nel “tempo”) abbiamo che i diretti FATTORI sono proprio questi. 129, tenuto presente che è 126 ciò che si mette in esatto rapporto con il suo reale dimezzamento 13, è un indice espanso di 3, il che significa che la potenza 10^126 è stata moltiplicata per 10^3 e la pone a tre dimensioni


34 superiori. Allora è del tutto conseguente che il 129 che somma il 66 a tre cifre inferiori rappresenta il dualismo di un 132 in cui esista l'Unità e Trinità di Dio, ossia 4 dimensioni in indice, il cui moto nel 132 (di un 66+66) sono riportate alla 129 dimensioni date dalla somma a 66 di un puro 63, associato al nome ISRAELE, allo stesso modo con cui il 66 è associato al nome ROMANO. Nella realtà degli eventi narrati in Bibbia 1,25, da cui poi la sezione aura ottenuta da 5 (come le dita di una mano) che fa da collegamento tra due ASSOLUTI FATTORI (denominati Romano e Israele) e si presenta nella mano di Israele che serra il calcagno di Romano e li congiunge in unità, come 5 più la potenza di 5/10 relativa a 10/8, accade una differente NOMINA, dei due FATTORI (Romano e Israele). Romano è nominato ESAU, che vale 42 in valore numerico. Israele è nominato GIACOBBE, che vale lo stesso 42 del suo gemello. Il secondo comanda sul primo e gli si antepone, tanto che la coppia ora è: GIACOBBE+ESAU' = 42+42=84 (tutto il moto di 16 nel 100, questo 16=R che sono le prime due cifre del periodo visto in 165945, sommati a 10 decimi, espressi in 1,0165945 periodico in queste ultime sei cifre. I valori nel grembo della MAMMA, la causa madre della sezione aurea erano 1,61803398.... e se li poniamo in detrazione, come 16594516594 meno 161803398 004141767 osserviamo in 4141 la disaggregazione di 41/1 in 42 e 42, i due reali gemelli, nel loro reale nome che gli è attribuito, uno sulle 4 cifre dell'unità e Trinità, il secondo sulle 8 di una realtà complessa, e proprio in quello che porta il 10 a valere il 10/8 = 1,25 di Genesi 25. GIACOBBE+ESAU' quando sono “divini” come Uno e Trino, assumono la sola G di Giacobbe e il solo ESU' (privo dell'unità delle A in Esaù) e assumono esattamente il nome di: GESU' che vale il 48 che dimezza il trascendente 84 che somma i due 42 A questo punto, posto sempre ROMANO il nome divino che vale il 66, i due nomi di GESU'=48 e di ROMANO=66 vanno a costituire l'elemento centrale di una “scala divina” il cui primo valore sia il 66 -48 = 18. Nell'altra linea, la somma di 66 e 48 porta a 114.

Abbiamo allora questa divina progressione, che è costruita tutta sul numero dei capitoli riguardanti un Pentateuco la cui numerazione sia tutta progressiva nei capitoli, e non come è ora, che riparte da 1 in ciascuno dei raggruppamenti in cui è diviso questo PENTATEUCO. Quando la realtà è in tutte e 4 le dimensioni della presenza decima, comandate della base “e” logaritmica dei logaritmi naturali o di Nepero, allora è 4 volte in 27 decimi della base “e” e sono sono esattamente i 108 decimi corrispondenti al termine di PENTATEUCO. Questo 108 è il valore che mette in divenire il valore assoluto 100 nelle 8 dimensioni del complesso di 2^3. Insomma è una cosa sola e il PENTATEUCO non andrebbe diviso in capitoli che ricomincino da 1 il computo dei capitoli del Pentateuco.

18 – 48 – 66 – 114 estrapolano da GESU=48 e ROMANO=66 gli estremi e la somma di 18 e 114 – i due estremi . Da il 132 di 66+66 In essa 18+114=132 stanno a Romano così come il nome ROMANO sta ai 33 anni dell'esistenza reale di Gesù. Ossia ROMANO sommato alla differenza esistente tra i nomi di ROMANO e di GESU', stanno a ROMANO come un divino DUO (di Padre e Spirito santo rispetto al Figlio) che sussiste nel rapporto posto da una parte nell'indice del puro nome ROMANO, e dall'altro, negli anni 33 vissuti da Gesù Cristo. Ma se si completa a 5 numeri questa serie aurea divina, incrementando il 114 del 66 di Romano, allora abbiamo il puro risultato di raggiungere il valore decimo del primo termine 18.

18 – 48 – 66 – 114 - 180


35 Sono capitoli fondamentali del PENTATEUCO = 108 che cominciano non con il piano 100 aggiunto all'8, ma con il suo valore lineare 10 aggiunto ad 8. Laddove il Pentateuco (espresso nel capitolo fondamentale dato dal 10/8 = 1,25, che fissa la sezione aurea in Genesi 25) vale questo diretto 108 senza la divisione tra 10 ed 8, e si esprime come il prodotto 10^10 ×10^8 che è il valore assoluto valore unificante in quello uguale e contrario al 10/8 posto analogamente su base 10. Dunque la discesa dal cielo, in questi 5 libri come una cosa sola, parte da quanto combina le due dimensioni lineari assunte da DIO, la Dimensione 10, la D.10=DIO quasi anche nella forma, e la dimensione 2^3 che si fonda sul valore estremo del DUO. Laddove 8+10 valorizza assieme all'8 di Padre e Spirito santo la dimensione unitaria del 10, con la seconda definizione valorizza questo 8 nella valenza 10+30=40 posseduta dal PADRE=14+1+4+16+5=40, quando il DIO PADRE è proprio il 26+40=66=ROMANO. Pertanto, partendo dal 18 come il quanto di partenza di questa sezione aurea divina, il secondo termine somma al 18 che combina il duo paterno con il Dio=10, quello che combina il duo paterno al cubo con il Padre, e lo definisce nel 48 del nome di GESU, che diventa nella stessa sostanza del PADRE, essendolo sia in 10+30, l'unità e Trinità del termine PADRE, sia nel valore di 2^3 che associa in trinitaria potenza le altre due dimensioni di Dio. Ora, però, per vedere che sia davvero descritto un momento iniziale e fondante, che si riferisca proprio al capitolo 18, non c'è niente di meglio che leggerlo, così come lo ha tradotto la Bibbia di Gerusalemme. PENTATEUCO, 1, 18. In questo capitolo 18 scendono tre dal Cielo, vanno ad incontrare Abramo e c'è una trattativa per numeri volta a definire le condizioni minime ammissibili, da parte di Dio, per non distruggere SODOMA e GOMORRA, che sono pervertite in quanto – se non lo fossero – sarebbero AMOD. o Signore, per

quanto attiene a SODOMA, e A.R.-ROM- o Gesù, per quanto attiene Gomorra. Genesi 18 1 Poi il Signore apparve a lui alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all'ingresso della tenda nell'ora più calda del giorno. 2 Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall'ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, 3 dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passar oltre senza fermarti dal tuo servo. 4 Si vada a prendere un po' di acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l'albero. 5 Permettete che vada a prendere un boccone di pane e rinfrancatevi il cuore; dopo, potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa' pure come hai detto».6 Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre staia di fior di farina, impastala e fanne focacce». 7 All'armento corse lui stesso, Abramo, prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. 8 Prese latte acido e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse a loro. Così, mentr'egli stava in piedi presso di loro sotto l'albero, quelli mangiarono. 9 Poi gli dissero: «Dov'è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda». 10 Il Signore riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio». Intanto Sara stava ad ascoltare all'ingresso della tenda ed era dietro di lui. 11 Abramo e Sara erano vecchi, avanti negli anni; era cessato a Sara ciò che avviene regolarmente alle donne. 12 Allora Sara rise dentro di sé e disse: «Avvizzita come sono dovrei provare il piacere, mentre il mio signore è vecchio!». 13 Ma il Signore disse ad Abramo: «Perché Sara ha riso dicendo: Potrò davvero partorire, mentre sono vecchia? 14 C'è forse qualche cosa impossibile per il Signore? Al tempo fissato tornerò da te alla stessa data e Sara avrà un figlio». 15 Allora Sara negò: «Non ho riso!», perché aveva paura; ma quegli disse: «Sì, hai proprio riso». 16 Quegli uomini si alzarono e andarono a contemplare Sòdoma dall'alto, mentre Abramo li accompagnava per congedarli. 17 Il Signore diceva: «Devo io tener nascosto ad Abramo quello che sto per fare, 18 mentre Abramo dovrà diventare una nazione grande e potente e in lui si diranno benedette tutte le nazioni della terra? 19 Infatti io l'ho scelto, perché egli obblighi i suoi figli e la sua famiglia dopo di lui ad osservare la via del Signore e ad agire con giustizia e diritto, perché il Signore realizzi per Abramo quanto gli ha promesso». 20 Disse allora il Signore: «Il grido contro Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. 21 Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!».


36 22 Quegli uomini partirono di lì e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora davanti al Signore. 23 Allora Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l'empio? 24 Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? 25 Lungi da te il far morire il giusto con l'empio, così che il giusto sia trattato come l'empio; lungi da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?». 26 Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell'ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutta la città». 27 Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere... 28 Forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?». Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne trovo quarantacinque».29 Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta».30 Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta». 31 Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti». 32 Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola; forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci». 33 Poi il Signore, come ebbe finito di parlare con Abramo, se ne andò e Abramo ritornò alla sua abitazione.

PENTATEUCO, 1, 48.

Il capitolo 48 tratta delle benedizione di Giacobbe ai due figli di Giuseppe. In essa il primogenito suo, MANassse è posto per secondo, dietro Efraim natogli per secondo. É la solita eliminazione contro un RO-MAN, primo stavolta in MANasse. Genesi 48 1 Dopo queste cose, fu riferito a Giuseppe: «Ecco, tuo padre è malato!». Allora egli condusse con sé i due figli Manasse ed Efraim. 2 Fu riferita la cosa a Giacobbe: «Ecco, tuo figlio Giuseppe è venuto da te». Allora Israele raccolse le forze e si mise a

sedere sul letto.3 Giacobbe disse a Giuseppe: «Dio onnipotente mi apparve a Luz, nel paese di Canaan, e mi benedisse 4 dicendomi: Ecco, io ti rendo fecondo: ti moltiplicherò e ti farò diventare un insieme di popoli e darò questo paese alla tua discendenza dopo di te in possesso perenne.5 Ora i due figli che ti sono nati nel paese d'Egitto prima del mio arrivo presso di te in Egitto, sono miei: Efraim e Manasse saranno miei come Ruben e Simeone. 6 Invece i figli che tu avrai generati dopo di essi, saranno tuoi: saranno chiamati con il nome dei loro fratelli nella loro eredità. 7 Quanto a me, mentre giungevo da Paddan, Rachele, tua madre, mi morì nel paese di Canaan durante il viaggio, quando mancava un tratto di cammino per arrivare a Efrata, e l'ho sepolta là lungo la strada di Efrata, cioè Betlemme». 8 Poi Israele vide i figli di Giuseppe e disse: «Chi sono questi?». 9 Giuseppe disse al padre: «Sono i figli che Dio mi ha dati qui». Riprese: «Portameli perché io li benedica!». 10 Ora gli occhi di Israele erano offuscati dalla vecchiaia: non poteva più distinguere. Giuseppe li avvicinò a lui, che li baciò e li abbracciò. 11 Israele disse a Giuseppe: «Io non pensavo più di vedere la tua faccia ed ecco, Dio mi ha concesso di vedere anche la tua prole!». 12 Allora Giuseppe li ritirò dalle sue ginocchia e si prostrò con la faccia a terra. 13 Poi li prese tutti e due, Efraim con la sua destra, alla sinistra di Israele, e Manasse con la sua sinistra, alla destra di Israele, e li avvicinò a lui. 14 Ma Israele stese la mano destra e la pose sul capo di Efraim, che pure era il più giovane, e la sua sinistra sul capo di Manasse, incrociando le braccia, benché Manasse fosse il primogenito. 15 E così benedisse Giuseppe: «Il Dio, davanti al quale hanno camminato i miei padri Abramo e Isacco, il Dio che è stato il mio pastore da quando esisto fino ad oggi, 16 l'angelo che mi ha liberato da ogni male, benedica questi giovinetti! Sia ricordato in essi il mio nome e il nome dei miei padri Abramo e Isacco e si moltiplichino in gran numero in mezzo alla terra!». 17 Giuseppe notò che il padre aveva posato la destra sul capo di Efraim e ciò gli spiacque. Prese dunque la mano del padre per toglierla dal capo di Efraim e porla sul capo di Manasse. 18 Disse al padre: «Non così, padre mio: è questo il primogenito, posa la destra sul suo capo!». 19 Ma il padre ricusò e disse: «Lo so, figlio mio, lo so: anch'egli diventerà un popolo, anch'egli sarà grande, ma il suo fratello minore sarà più grande di lui e la sua discendenza diventerà una moltitudine di nazioni». 20 E li benedisse in quel giorno:


37 «Di voi si servirà Israele per benedire, dicendo: Dio ti renda come Efraim e come Manasse!». Così pose Efraim prima di Manasse. 21 Poi Israele disse a Giuseppe: «Ecco, io sto per morire, ma Dio sarà con voi e vi farà tornare al paese dei vostri padri. 22 Quanto a me, io do a te, più che ai tuoi fratelli, un dorso di monte, che io ho conquistato dalle mani degli Amorrei con la spada e l'arco».

PENTATEUCO, 1, 66.

Il capitolo 66 “non esiste” in Bibbia, ed è dunque “trascendente”... perché in verità esiste se si mettono uno dopo l'altro tutti i capitoli dei primi 5 libri del Pentateuco, invece di rinumerarli daccapo ad ogni libro dei 5. Quando il Pentateuco è una cosa sola, il suo capitolo 66 è il 16° del terzo libro, e in esso si rivela reale una MANna discesa dal cielo come il pane del Popolo di Dio. Anche in questo caso, il Popolo di Dio la disprezza e dice: MAN UH? Cosa è mai? Tanto che questo PANE celeste e chiamato MAN rivela nel una domanda sacrosanta: COSA E' MAI... questo RO-MAN, disceso dal cielo come il Pane, dopo che il Figlio si mostrò in quello dell'ultima cena? Anche la misura di un omer a testa allude ad un Rom.. Vediamo il testo intero di questo capitolo 66 che, alias 16° di Esodo. Esodo 16 1 Levarono l'accampamento da Elim e tutta la comunità degli Israeliti arrivò al deserto di Sin, che si trova tra Elim e il Sinai, il quindici del secondo mese dopo la loro uscita dal paese d'Egitto. 2 Nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne. 3 Gli Israeliti dissero loro: «Fossimo morti per mano del Signore nel paese d'Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatti uscire in questo deserto per far morire di fame tutta

questa moltitudine». 4 Allora il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina secondo la mia legge o no. 5 Ma il sesto giorno, quando prepareranno quello che dovranno portare a casa, sarà il doppio di ciò che raccoglieranno ogni altro giorno». 6 Mosè e Aronne dissero a tutti gli Israeliti: «Questa sera saprete che il Signore vi ha fatti uscire dal paese d'Egitto; 7 domani mattina vedrete la Gloria del Signore; poiché egli ha inteso le vostre mormorazioni contro di lui. Noi infatti che cosa siamo, perché mormoriate contro di noi?». 8 Mosè disse: «Quando il Signore vi darà alla sera la carne da mangiare e alla mattina il pane a sazietà, sarà perché il Signore ha inteso le mormorazioni, con le quali mormorate contro di lui. Noi infatti che cosa siamo? Non contro di noi vanno le vostre mormorazioni, ma contro il Signore». 9 Mosè disse ad Aronne: «Da' questo comando a tutta la comunità degli Israeliti: Avvicinatevi alla presenza del Signore, perché egli ha inteso le vostre mormorazioni!». 10 Ora mentre Aronne parlava a tutta la comunità degli Israeliti, essi si voltarono verso il deserto: ed ecco la Gloria del Signore apparve nella nube. 11 Il Signore disse a Mosè: 12 «Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro così: Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore vostro Dio». 13 Ora alla sera le quaglie salirono e coprirono l'accampamento; al mattino vi era uno strato di rugiada intorno all'accampamento. 14 Poi lo strato di rugiada svanì ed ecco sulla superficie del deserto vi era una cosa minuta e granulosa, minuta come è la brina sulla terra. 15 Gli Israeliti la videro e si dissero l'un l'altro: «Man hu: che cos'è?», perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: «È il pane che il Signore vi ha dato in cibo. 16 Ecco che cosa comanda il Signore: Raccoglietene quanto ciascuno può mangiarne, un omer a testa, secondo il numero delle persone con voi. Ne prenderete ciascuno per quelli della propria tenda». 17 Così fecero gli Israeliti. Ne raccolsero chi molto chi poco. 18 Si misurò con l'omer: colui che ne aveva preso di più, non ne aveva di troppo, colui che ne aveva preso di meno non ne mancava: avevano raccolto secondo quanto ciascuno poteva mangiarne. 19 Poi Mosè disse loro: «Nessuno ne faccia avanzare fino al mattino». 20 Essi non obbedirono a Mosè e alcuni ne conservarono fino al mattino; ma vi si generarono vermi e imputridì. Mosè si irritò contro di loro. 21 Essi dunque ne raccoglievano ogni mattina secondo quanto ciascuno mangiava; quando il sole cominciava a scaldare, si scioglieva. 22 Nel sesto giorno essi raccolsero il doppio di quel pane, due omer a testa. Allora tutti i principi della comunità vennero ad informare Mosè. 23 E disse loro: «È appunto


38 ciò che ha detto il Signore: Domani è sabato, riposo assoluto consacrato al Signore. Ciò che avete da cuocere, cuocetelo; ciò che avete da bollire, bollitelo; quanto avanza, tenetelo in serbo fino a domani mattina». 24 Essi lo misero in serbo fino al mattino, come aveva ordinato Mosè, e non imputridì, né vi si trovarono vermi. 25 Disse Mosè: «Mangiatelo oggi, perché è sabato in onore del Signore: oggi non lo troverete nella campagna. 26 Sei giorni lo raccoglierete, ma il settimo giorno è sabato: non ve ne sarà». 27 Nel settimo giorno alcuni del popolo uscirono per raccoglierne, ma non ne trovarono. 28 Disse allora il Signore a Mosè: «Fino a quando rifiuterete di osservare i miei ordini e le mie leggi? 29 Vedete che il Signore vi ha dato il sabato! Per questo egli vi dà al sesto giorno il pane per due giorni. Restate ciascuno al proprio posto! Nel settimo giorno nessuno esca dal luogo dove si trova». 30 Il popolo dunque riposò nel settimo giorno. 31 La casa d'Israele la chiamò manna. Era simile al seme del coriandolo e bianca; aveva il sapore di una focaccia con miele. 32 Mosè disse: «Questo ha ordinato il Signore: Riempitene un omer e conservatelo per i vostri discendenti, perché vedano il pane che vi ho dato da mangiare nel deserto, quando vi ho fatti uscire dal paese d'Egitto». 33 Mosè disse quindi ad Aronne: «Prendi un'urna e mettici un omer completo di manna; deponila davanti al Signore e conservala per i vostri discendenti». 34 Secondo quanto il Signore aveva ordinato a Mosè, Aronne la depose per conservarla davanti alla Testimonianza. 35 Gli Israeliti mangiarono la manna per quarant'anni, fino al loro arrivo in una terra abitata, mangiarono cioè la manna finché furono arrivati ai confini del paese di Canaan. 36 L'omer è la decima parte di un efa.

PENTATEUCO, 1, 114. Il capitolo 114 di Bibbia seguita ad esistere nel senso di una numerazione trascendente. Infatti è il capitolo 24 del terzo libro, il LEVITICO, contenendone 50 il 1°, e 40 il secondo. In sovrappiù “trascende” interamente anche i 114 capitoli che costituiscono la totalità del Corano. In second'ordine, nella Bibbia,

nel Pentateuco considerato come un unico libro, il capitolo 114 assume lo stesso terrori8stico senso assunto dal Corano, quando è minaccioso. Infatti questo capitolo biblico descrive la cosiddetta Legge del Taglione, dell'Occhio per Occhio e Dente per Dente. Levitico 24 1 Il Signore disse ancora a Mosè: 2 «Ordina agli Israeliti che ti portino olio puro di olive schiacciate per il candelabro, per tenere le lampade sempre accese. 3 Aronne lo preparerà nella tenda del convegno, fuori del velo che sta davanti alla testimonianza, perché le lampade ardano sempre, da sera a mattina, davanti al Signore. È una legge perenne, di generazione in generazione. 4 Egli le disporrà sul candelabro d'oro puro, perché ardano sempre davanti al Signore. 5 Prenderai anche fior di farina e ne farai cuocere dodici focacce; ogni focaccia sarà di due decimi di efa. 6 Le disporrai su due pile, sei per pila, sulla tavola d'oro puro davanti al Signore. 7 Porrai incenso puro sopra ogni pila e sarà sul pane come memoriale, come sacrificio espiatorio consumato dal fuoco in onore del Signore. 8 Ogni giorno di sabato si disporranno i pani davanti al Signore sempre; saranno forniti dagli Israeliti; è alleanza. 9 I pani saranno riservati ad Aronne e ai suoi figli: essi li mangeranno in luogo santo; perché saranno per loro cosa santissima tra i sacrifici in onore del Signore. È una legge perenne». 10 Ora il figlio di una donna israelita e di un egiziano uscì in mezzo agli Israeliti; nell'accampamento, fra questo figlio della donna israelita e un israelita, scoppiò una lite. 11 Il figlio della Israelita bestemmiò il nome del Signore, imprecando; perciò fu condotto da Mosè. La madre di quel tale si chiamava Selòmit, figlia di Dibri, della tribù di Dan. 12 Lo misero sotto sorveglianza, finché fosse deciso che cosa fare per ordine del Signore. 13 Il Signore parlò a Mosè: 14 «Conduci quel bestemmiatore fuori dell'accampamento; quanti lo hanno udito posino le mani sul suo capo e tutta la comunità lo lapiderà. 15 Parla agli Israeliti e di' loro: Chiunque maledirà il suo Dio, porterà la pena del suo peccato. 16 Chi bestemmia il nome del Signore dovrà essere messo a morte: tutta la comunità lo dovrà lapidare. Straniero o nativo del paese, se ha bestemmiato il nome del Signore, sarà messo a morte. 17 Chi percuote a morte un uomo dovrà essere messo a morte. 18 Chi percuote a morte un capo di bestiame lo pagherà: vita per vita. 19 Se uno farà una lesione al suo prossimo, si farà a lui come egli ha fatto all'altro: 20 frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente; gli si farà la stessa lesione che egli ha fatta all'altro.


39 21 Chi uccide un capo di bestiame lo pagherà; ma chi uccide un uomo sarà messo a morte. 22 Ci sarà per voi una sola legge per il forestiero e per il cittadino del paese; poiché io sono il Signore vostro Dio». 23 Mosè ne riferì agli Israeliti ed essi condussero quel bestemmiatore fuori dell'accampamento e lo lapidarono. Così gli Israeliti eseguirono quello che il Signore aveva ordinato a Mosè.

Una legge tanto apparentemente dura e inflessibile per quanto totale fonte di salvezza. Infatti laddove tutto realmente ricade su chi lo ESEGUE, mentre uno sta nell'atto ESECUTIVO, il suo opposto sta nel suo RITORNO ALL'ORIGINE. Non è un OCCHIO in cambio di un OCCHIO, ma un ACCECAMENTO che è ELIMINATO, una ESECUZIONE che è ANNULLATA attraverso del ritorno al prima sempre precedente ad ogni gesto apparso FATTO dall'uomo. Da una parte – quella vera – esiste DIO che manda a zero un puro disegno fattivo e dall'altra c'è la visione cinematica di uno spettacolo che mostra un mondo nel suo FARSI impossibile, laddove comanda Dio e lo disfa. Dio è talmente un padre buono che IMPEDISCE ogni azione, ma permette la spettacolare visione maligna di un divenire apparente, che certamente appare, ma non accade davvero, se non all'interno di una visione uguale e contraria alla verità dei fatti. Come al cinema, in un film esistono nel tempo 1 tutti i suoi fotogrammi, accade che quando esso è sospinto verso destra, allora è visionato verso sinistra e nell'ennesima quantità ogni volta di tutti quegli N fotogrammi. Solo allora, quanto è ETERNO in un infinito presente, assume il tempo ennesimo ed attiva un apparente spettacolo, in cui poi tutto è portato al suo termine e ogni vita appare condannata a morte. Sembra spietato un Dio che sembra creare ogni vita per infine ucciderla, ma la apparente FINE, in verità è il principio di ogni attribuzione vitale, all'anima singolare di Dio di ogni singolarità di possibile personaggio. Il corrispondente ultimo capitolo del Corano parla degli uomini, e – in arabo sono scritti ANNAS e trascendono in italiano proprio il giorno di S. Anna del 2.016 in cui Dio, tornato su un somaro, risale in cielo in ragione della morte fisica apparente nel somaro.

PENTATEUCO, 1, 180.

L'ultimo capitolo di questa sezione aurea divina è il 180 del Pentateuco, che corrisponde al capitolo 27 del 5° libro, il Deuteronomio. In esso esiste la proclamazione della Legge e 12 maledetti, e sono quelli apparenti come “maledizioni” ma che in sostanza sono “dizioni espresse male” in cui Dio da a vedere che “dice male” dei poveri, degli ultimi, dei condannati a morte, e nella sintesi estrema di se stesso, quando si presenta al mondo in uno che sembra essere stato così maledetto da Dio da apparire come uno che vale proprio uno zero! E' il somaro su cui Dio Cavalca nella sua invisibile essenza, che è uno zero reale a cavallo di Romano che vale nella sua pura essenza invisibile posta su di lui e non per se stesso. Un tale zero che tutti dicono che su di lui non c'è proprio nessuno che conti qualcosa e di cui si possa “dir bene”, ovvero “bene dire”. Deuteronomio 27 1 Mosè e gli anziani d'Israele diedero quest'ordine al popolo: «Osservate tutti i comandi che oggi vi do. 2 Quando avrete passato il Giordano per entrare nel paese che il Signore vostro Dio sta per darvi, erigerai grandi pietre e le intonacherai di calce. 3 Scriverai su di esse tutte le parole di questa legge, quando avrai passato il Giordano per entrare nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti, paese dove scorre latte e miele, come il Signore, Dio dei tuoi padri, ti ha detto. 4 Quando dunque avrete passato il Giordano, erigerete sul monte Ebal queste pietre, che oggi vi comando, e le intonacherete di calce. 5 Là costruirai anche un altare al Signore tuo Dio, un altare di pietre non toccate da strumento di ferro. 6 Costruirai l'altare del Signore tuo Dio con pietre intatte e sopra vi offrirai olocausti al Signore tuo Dio,7 offrirai sacrifici di comunione e là mangerai e ti gioirai davanti al Signore tuo Dio. 8 Scriverai su quelle pietre tutte le parole di questa legge con scrittura ben chiara». 9 Mosè e i sacerdoti leviti dissero a tutto Israele: «Fa' silenzio e ascolta, Israele! Oggi sei divenuto il popolo del Signore tuo Dio.10 Obbedirai quindi alla voce del Signore tuo Dio e metterai in pratica i suoi comandi e le sue leggi che oggi ti do». 11 In quello stesso giorno Mosè diede quest'ordine al popolo: 12 «Quando avrete passato il


40 Giordano, ecco quelli che staranno sul monte Garizim per benedire il popolo: Simeone, Levi, Giuda, Issacar, Giuseppe e Beniamino; 13 ecco quelli che staranno sul monte Ebal, per pronunciare la maledizione: Ruben, Gad, Aser, Zàbulon, Dan e Nèftali. 14 I leviti prenderanno la parola e diranno ad alta voce a tutti gli Israeliti: 15 Maledetto l'uomo che fa un'immagine scolpita o di metallo fuso, abominio per il Signore, lavoro di mano d'artefice, e la pone in luogo occulto! Tutto il popolo risponderà e dirà: Amen. 16 Maledetto chi maltratta il padre e la madre! Tutto il popolo dirà: Amen. 17 Maledetto chi sposta i confini del suo prossimo! Tutto il popolo dirà: Amen. 18 Maledetto chi fa smarrire il cammino al cieco! Tutto il popolo dirà: Amen. 19 Maledetto chi lede il diritto del forestiero, dell'orfano e della vedova! Tutto il popolo dirà: Amen. 20 Maledetto chi si unisce con la moglie del padre, perché solleva il lembo del mantello del padre! Tutto il popolo dirà: Amen. 21 Maledetto chi si unisce con qualsiasi bestia! Tutto il popolo dirà: Amen. 22 Maledetto chi si unisce con la propria sorella, figlia di suo padre o figlia di sua madre! Tutto il popolo dirà: Amen. 23 Maledetto chi si unisce con la suocera! Tutto il popolo dirà: Amen. 24 Maledetto chi uccide il suo prossimo in segreto! Tutto il popolo dirà: Amen. 25 Maledetto chi accetta un regalo per condannare a morte un innocente! Tutto il popolo dirà: Amen. 26 Maledetto chi non mantiene in vigore le parole di questa legge, per metterla in pratica! Tutto il popolo dirà: Amen.

12 sono proprio i valori esponenti di quella potenza che combina 10^1 con 10^11 di cui valga il FATTORIALE che lo porta a valere per l'indice 66=Romano=Muhammad. Non esiste il corrispondente capitolo nei capitoli di un Corano che si ferma ai 114 in cui l'ultimo si occupa degli ANNAS, che – nella trascendenza della lingua italiana – rimandano proprio a S. Anna, cui Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo è stato votato da sua madre, prima che egli nascesse. UOMO nella cabala italiana vale 56, ma quando si tratta della ESSENDA unica riferibile a: L'UOMO, allora è 10+56=66=Romano. La sezione Aurea Divina è espressa “in persona” in una sola

persona, data dal fratello “trascendente gemello” di Romano. La somma di questa sezione aurea divina infatti è: 18+ 48+ 66+ 114+ 180= 426 = BENITO VITTORIO ANNA GIOVANNI VINCENZO AMODEO. E' il nome del fratello di Romano, che in sostanza fu gemellato a lui quando, il 4 giugno 1940 la sua vita praticamente si annullò come la mano che era rientrata nel grembo materno. Come in Genesi 38 essa si rese evidente nella nascita del suo fratello gemello, così quel giorno fu concepito Benito, per la gioia della sopravvivenza concessa a Romano, in una ripartenza che non fu vista se non nella continuità della mano cerchiata del filo scarlatto che si era vista prima. 426 è il valore assoluto uno e trino in 100+300, nel mentre è il valore 26 del Dio che crea ANNA, la dolce metà di un Anno, creandola in 7 giorni. E0 una ANNA creata in entrambi: Romano Antonio Anna paolo Torquato Amodeo, e Benito Vittorio Anna Vincenzo Giovanni Amodeo. OSANNA nell'alto dei cieli! OSA ANNA, Oppure S.ANNA, l'essenza pura MAMMA in colei che è MAMMA in ogni umana MAMMA come la mamma di Gesù Cristo. A Sant'Anna il somaro morrà e Dio ritornerà in cielo. Ma – in verità – questa apparente FINE sarà il PRINCIPIO DI OGNI COSA che Dio a programmato e che ora vi mostra per mano del suo SOMARO PORTATORE. Questa sezione aurea, che è il nome di Benito Amodeo, sommata al valore numerico del nome di Romano, determina questi che sono i 12 MALEDETTI del Capitolo 180 citato. 426+ (Per Benito Vittorio Anna Giovanni Vincenzo AMODEO 381= (Per Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO 807.


41 Questo numero esprime tutto il lavoro di 193 nel 1.000 che vale IN PRINCIPIO, e si rivela tutta l'opera 7 del 2^3 (i due gemelli) nel valore assoluto 100. Questo 2^3 esiste in tre accoppiamenti uguali e distinti, in Dio: Padre e Figlio, che valgono 3+3 Padre e Spirito santo, che sono un altro 3+3 Figlio e Spirito santo, che sono il terzo 3+3. Queste tre volte 3+3 sono il 6x3=18, che sta al principio e alla fine, nel suo valore decuplo, della serie aurea divina. Romano e Benito sono “una cosa sola”, lo stesso RUBEN, il primogenito di Giacobbe, che fu “maledetto” - detto male, giudicato

male – per avere osato di sostituirsi al Padre, mettendosi ad amoreggiare con una sua concubina. Nel caso di questo duo, che in 807 è il frutto del lavoro basato sul 193, si tratta di tre assolute MALEDIZIONI decretate contro quel Dio Padre e Spirito santo postosi a cavallo di questo corpo portatore di CH-RO, di questo SOMA-RO. Ne farò oggetto del prossimo capitolo.


42

I 12 “MALE-DETTI” in 1, dalla CHIESA di 3 Pietro, dopo il “mandato del 1°” 57 giorni di “Ebbi fame e non mi deste da mangiare” nel 1999. 55 giorni di “Ebbi fame e non mi deste da mangiare” nel 2005. 81 giorni di “Ebbi fame e non mi deste da mangiare” nel 2.014. 193 giorni Essi furono di totale digiuno, perché il “mandato” dato dal Vicario di Cristo, Papa Giovanni Paolo 2°, ai filosofi di scoprire nuovi portanti al senso finale ed ultimo della vita, incoraggiando e “provocando” la ragione a uscire da ogni isolamento, fu preso sul serio solo da uno! Solo uno, tra tutti i filosofi sollecitati dal Vicario di Cristo trovo “fiducia nelle capacità della ragione umana” e non si prefisse mete troppo modeste. Solo uno accettò di “non perdere la passione per la verità ultima e l'ansia per la ricerca, unite all'audacia di scoprire nuovi percorsi”. Solo uno accettò di essere disposto a soffrire, pur di non essere emarginato proprio dalla Chiesa cattolica che – attraverso il Papa – lo “provocava”, provocando in lui il suo essere nel segno di un ultimo MESSIA. Dunque c'era stato un Vicario di Cristo a MANDARLO! Non aveva fatto un atto FUORI LUOGO, avendo assunto l'audacia suggerita come necessaria! 193 giorni di inutile PASSIONE, patita dal Cristo in lui!


43 Direte quasi scandalizzandovi: <Come? PATITA DAL CRISTO? No, solo da Lui!> La risposta a questa possibile accusa potete leggerla qui di seguito:

Matteo 25,31-46 31 Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. 32 E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, 33 e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. 34 Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. 35 Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.37 Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? 40 Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. 41 Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. 42 Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; 43 ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. 44 Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? 45 Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. 46 E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

Se esiste un “fratello piccolo” di Gesù, che si sente sollecitato dal Papa a compiere il suo dovere, e lo compie. Ma è “maledetto” dalla sua Chiesa, ossia è “detto male” giudicato male ed è emarginato. E allora compie esattamente quanto il Papa lo ha spinto a compiere: affrontare una “passione” un vero e proprio patimento pur di non essere emarginato proprio dalla Chiesa, e si pone nei panni della pecorella smarrita dalla Chiesa, che gli ha assicurato la sua avvocatura e non vuole minimamente concederla, e allora affida al solo

Buon Pastore, del Vicario di Cristo la “responsabilità” di aver cura di lui... ed è tenuto lontano, essendo DETTO MALE: un ricattatore del Papa, invece di quello che veramente è: una povera pecorella smarrita... Forse egli non è esattamente questo “fratello piccolo” cui Gesù si è riferito? Chi allora i responsabili della Chiesa cattolica hanno affamato per 193 giorni? Forse lui? In verità vi dico: mi avete affamato per mangiare

193 giorni! Non avete dato da

a me. (ed è parola di Gesù Cristo!

Direte forse:

<Ma quale nuovo percorso?> La risposta a questa seconda possibile accusa, che la smonta totalmente, è questa: <Tutta la verità appurata dalla Scienza si è innestata su quella dell'Ebraismo e per come lo ha riformulato Gesù Cristo>! ARITMETICA. Noi usiamo il calcolo decimale che è stato varato proprio dai tre ordini decimali della Cabala con cui è scritta la Bibbia. ALGEBRA. Come Gesù rivelò a Nicodemo esistono due versi nella verità totale: non solo il verso del tempo che noi vediamo in azione verso l'alto, simile all'acqua quando evapora, ma anche il verso di una “rinascita” dall'alto, che riconduca quell'acqua nel mare in cui essa è un tutt'uno sulla terra. GEOMETRIA. La rivelazione di un Dio come una essenza Una e Trina, stanno alla base dei tre assi infiniti su cui Cartesio basò la sua rappresentazione uguale e distinta dello spazio. LO SPAZIO, è dunque nelle tre dimensioni del PRINCIPIO posto in 10^3. LA MASSA, sta nei mille millesimi che esistono IN PRINCIPIO, come tutti i dm^3 interni a 10^3 decimetri. IL TEMPO, sta sta nel valore inverso dello spazio, pertanto, poste le 3 dimensioni di Dio, il tempo 1/3 è la presenza sua. E quando Dio è assoluto in 100, accade che la vita del Figlio stia in 1/3 delle 99/1 unità unitariamente determinate nel 100. 1° PRINCIPIO della Dinamica: In principio esiste il 10^3 nel tempo di 1,


44 ed è un modello invariante nella sua presenza e nella sua velocità costante in 1000/1 unità, di quelle che poi generano il 913=BRASYT, attraverso 88 dimensioni. 2° PRINICIO della Dinamica. Quando il 10^3 si sposta di 10^1 è perché entra in azione una Forza, in quella che poi sarà espressa con F=ma da Newton, molti secoli dopo. L'AZIONE di 10^1 (il Padre) su 10^3 (quanto esiste IN PRINCIPIO) attua la dimensione 4, in 10^4 che configura la massa elementare nelle 4 dimensioni di un Dio Uno e Trino. 3° PRINCIPIO della Dinamica. Rivelato a Nicodemo, secondo cui alla azione materiale espressa dalla dinamica dell'acqua corrisponde quella della dinamica opposta. Essa non si vede, come non si vede l'opera del vento, ma è tale da spingere gli oggetti come la coesistente causa del moto apparente nei soli oggetti. RELATIVITA' GENERALE: Essa esiste interna al ciclo 10, come la relazione nei due diversi modi di 9/1 e di 1/9, in cui 9^+1 è il valore esatto del moto di 1 nel 10, mentre 9^-1 . che in positivo si trasforma in 1/9, visto nel negativo è il moto antiorario che arretra il ciclo 10 (coincidente con lo 0) fino al valore che – osservato in una definizione in crescita positiva – corrisponde alla crescita 9, nel mentre è la decrescita di 1 a partire da 10. Dunque discesa di 1 dall'alto (come detto a Nicodemo) e risalita di 9 verso l'alto, sono lo stesso punto. La massa, quando avanza in tutto il suo essere 1, si muove quanto 1x9 e raggiunge il punto 9. A questa verità la scienza ancora non è arrivata, considerando la relatività ristretta non esattamente 9, ma il quadrato di una c^2 che non è 3, ma 2,99792458. RELATIVITA' RISTRETTA: Gesù la rivelò sempre in relazione a quanto disse a Nicodemo. Tutto l'avanzamento è il 9 INVARIANTE nel ciclo decimale, che regola tutti i rapporti numerici nel Nonio e nel regolo calcolatore. CLICO 10 ASSUNTO IN FISICA. Quando tutte le unità della fisica furono regolate dalla legge secondo cui dovessero essere sempre 1/10 del loro rispettivo ciclo 10, la fisica si piegò alla Unità e Trinità di Dio detta da Gesù e matematicamente espressa in: 10^0 = (10^-1) (10^+1) Spirito santo = Figlio x Padre. 1 = 1/10 di 10 infatti formulò le quantità di tutte le unità della fisica

regolate dal metro, dal chilo e dal secondo, e poi da tutte le altre derivate da esse. Ebbene, quando è vero che ogni unità è tenuta al rispetto del ciclo 10, nel quale è invariante solo il numero 9, la relatività ristretta dell'invarianza di quanto regola l'espansione con l'ammassamento non può essere altro che 9. Invece la scienza, che si avvale di una velocità della luce misurata realmente in velocità, non ha ancora capito che ricorre ad una quantità totale che è 9, ma che dispone una sua parte a denominatore, tanto da mostrarsi in velocità relativa. A conti fatti da me, 299.792.458 (m/s) di velocità della luce, sono – nel suo valore al quadrato, di c^2 - un 9 che si mostra in velocità mettendo a suo denominatore tutto quello che gli manca. 89.875.517.873.681.764 ----------------------------124.482.126.318.236

=c^2 =3^2 -c^2

La radice quadrata di questo denominatore mancante porta a 11157155 unità è decimali che, alla dimensione elettromagnetica di 10^5 (che è il lato di 10^10) è uguale a 111 unità alla D. elettromagnetica e configurano il modello unitario che è realmente messo a denominatore della C^2 della relatività ristretta di Einstein. LA VERITA' CHE LIBERA TUTTI DAVVERO e che Gesù annunciò sarebbe a tempo debito stata annunciata dal Paracleto, ossia dallo Spirito santo della verità, è questa: <Noi vediamo in AZIONE sempre non la dinamica VERA, ma solo quella APPARENTE e dinamicamente uguale e contraria a quella vera. Noi vediamo una TOTALE SALVEZZA che consiste in Dio che riporta a zero tutto il suo trascendente disegno, nella dinamica uguale e contraria di un MALIGNO che parte da quello zero e domina questa APPARENZA e mostra che ogni cosa nuova è condannata alla sua fine. Invece tutto nasce da questa fine come nascendo da una stazione di Testa, che però a noi sembra il terminale di tanti binari morti. Se vediamo (nella dinamica FALSA) che stiamo andando a morire, la dinamica vera è che SIAMO DI GIA' RISORTI... ma vediamo questa SALVEZZA solo nel CASTIGO SUPREMO dell'andare verso la morte>


45 Dunque io avevo questa verità da potere annunciare e dimostrare come vera a tutti gli uomini. Era quella già rivelata da Gesù a Nicodemo: “Fino a quando non vedrai la resurrezione dall'alto portata dallo Spirito Santo, ma solo la dinamica attuale dell'acqua, non entrerai nella comprensione della totale verità, ma vedrai il suo esatto volgere opposto. Confonderai quanto è veramente primo con quanto tu vedi passare per primo davanti a te, ma che è l'ultimo. Quando in una stazione di testa esiste un solo vagone posto IN PRINCIPIO, esso è e può essere solo quello che si muove da se solo, ossia il LOCOMOTORE. Tu nella stazione non potrai mai vedere altro che ciò che CAUSA il moto di tutto quanto è posto DOPO della causa. Tutti i vagoni del treno sono posti DOPO la causa del loro movimento. Se il treno avanza verso destra, e le carrozze sono numerate in ordine al loro tempo, e la numero 1 è il locomotore, questo è il treno che parte andando verso sinistra: 987654321 <-------- e la 1 spinge tutte quelle poste DOPO quanto è posto IN PRINCIPIO come la CAUSA che induce al moto tutto quello posto DOPO. Ma se tu vedi arrivare il treno dalla tua sinistra, così: TU 987654321 <---------- tu vedi PRIMA la 9 della 1, ma – nella SUA verità e non in quella che vedi TU – è la carrozza numero 1 che è PRIMA della 9. Di conseguenza, se sei un BAMBINO che nasce e vedi che arriverà LA MORTE, quella apparente MORTE è quanto spinge tutto il tremo della tua vita. Dio ci SPAVENTA a morte tutti, in questo modo, e la percezione MALIGNA di questo progetto che comincia con la fine, e poi le antepone una apparente causa dopo l'altra, noi vedremo l'ultima causa come il principio. Insomma la vita è comandata dal verso RETROATTIVO, dello Spirito santo che fa RINASCERE dall'alto dopo che avremo visto la vita arrivare nel punto più alto del nostro binario morto della nostra vita. IDDIO, salvatore TOTALE, ci mostra la SALVEZZA indotta da lui come un MONDO che determina cause e come la vita che determina cause, nel mentre la sola CAUSA di tutto quanto ci appare è Dio. Ora si può con ogni ragione credere nel Dio della generale salvezza!

La Chiesa cattolica ha DETTO MALE, ha proprio MALEDETTO questo Spirito santo Paraclito che è venuto ad annunciare la suprema liberazione promessa, da ogni male, essendo venuto a cavallo di un SOMARO, e totalmente invisibile agli occhi di tutti coloro che giacciono tuttora nel PECCATO ORIGINALE, che è – quello autenticamente vero! - di credere nella dinamica APPARENTE anziché in quella VERA ma invisibile. Cosa disse Satana ad Adamo? VUOI ESSERE COME DIO? ALLORA DISOBBEDISCI! E – conseguentemente – crea tu il mondo, valutando che sia PRIMA quello che è veramente DOPO e viceversa! Basta invertire da dinamica! Se giudichi che l'INFANZIA sia prima della MORTE, tu la vedi andare a morire. Ma se essa è veramente – come MORTE . Prima della infanzia, tu cominci dalla MORTE, e – perfettamente risorto da morte – tornerai all'infanzia. Dio si comporta come un film di N fotogrammi, che esiste tutto nello stesso momento in tutti quanti i fotogrammi. Ma se questo N si vede in modo inverso, si vede nel tempo 1/N e con il fronte quadrato di NxN. Infatti NxN x !/N = N. Vediamo allora il quadrato di NxN (un fotogramma quadrato) in rapida sequenza di N ennesimi uno dopo l'altro. Ci apparirà esistere una trasformazione, un divenire in quella pellicola ed assisteremo ad uno SPETTACOLO, che apparentemente procede dal Principio verso la fine, perché il FILM procede nel verso esattamente uguale e contrario rispetto a quello che vediamo. Dunque il PARACLETO che doveva venire, è venuto! Non solo ha dimostrato la verità delle cose, ma ha anche fornito un PARABOLA, esemplificando come siano tra di loro da una parte la ETERINITA' e dall'altra la sua RAPPRESENTAZIONE nel tempo di un suo visibile ed apparente divenire, in cui tutto sembra fatto DALLE COSE STESSE, nel mentre il tutto è solo opera di Dio. Dio è un infinito sistema possibilistico, che accetta di essere visto “nel suo apparente contrario”.


46 Pertanto, oltre queste cose che sono state comunicate dalla Bibbia, esistono anche cose oggi che stanno accadendo e che rispettano le profezie fatte allora. Se noi capiamo che il passato è prima di adesso... significa che non abbiamo ancora capito nulla. Il BIG BANG, che appare come IL PRINCIPIO, è invece la vera FINE. Il nostro tempo è PRIMA di quello che ci appare essere l'estremo passato da cui deriva ogni cosa. Di fatto, posto avanzante non il verso della luce ma del magnetismo, e non il verso della materia ma dell'antimateria, queste due CAUSA (antimateriali e magnetiche) sono dirette verso quel punto lontano di quel giudicato BIG BANG che esiste in avanti, nel futuro dell'antimateria e del magnetismo. Per questo, e proprio in forza della gravitazione universale verso un suo punto ideale posto al centro... per questo vediamo il verso della luce e della materia avere origine da quel centro. Questo che state vedendo tutti è il tempo del padre di Gesù Cristo. Gesù non è ancora incarnato. Lo sarà tra oltre 2.000 anni, retrocedendo nel verso che ha lo Spirito santo. Gesù poi dirà di se stesso di essere DISCESO dall'alto di questo tempo, in cui è incarnato il padre posto prima di lui. Poiché questo mondo è dinamicamente a rovescio, questo è il perché Dio mostra sempre che il secondo sia anteposto al primo. Questo raddrizza quanto è vero. Se il vero primogenito, tra i figli di Giuseppe, è Manasse, e dopo di lui nasce Efraim, per rispettare il senso di quanto è vero, è anteposto Efraim a Manasse, in modo che il vero primo sia posto per ultimo. Così accade tra Ismaele e Isacco. Abramo gli antepone Isacco, e noi vederemo fluire per prime il Giudaismo e il Cristianesimo. Ci appare per ultimo l'Islam che è la discendenza da Ismaele. Ebbene, l'Islam, visto per ultimo, è in realtà l'eredità del Primo, Ismaele, e così Isacco gli è anteposto. Esaù nasce prima di Giacobbe, ed è vero così, ma Giacobbe è anteposto ad Esaù, tanto che il vero primo appaia davvero per ultimo tra i due. Ed ESAU', che per il senso del suo nome rivela un TU SEI ROMANO dalla A fino alla U, apparirà in me, nel mio tempo, che è in verità PRIMA di quel tempo che sembra posto invece prima di questo e non lo è.

Esemplare è quanto accade tra i due gemelli in Genesi 38. Il primo è Zerach, e la sua mano è resa evidente dal filo scarlatto che è legato dalla nutrice attorno ad essa. Ma poi essa annulla la sua nascita e Zerach (che rappresenta il padre, giudicato ZER) si ripresenta solo apparentemente dopo, in me giudicato ZERO. Se ORA è prima di allora, tutti gli apparenti rapporti tra causa ed effetto, vanno rovesciati, nella verità degli eventi. Non è straordinario che tutti gli estremi di Genesi 25 e Genesi 38 siano quelli che identificano me, in tutti gli estremi. Non lo è perché questi MIEI ESTREMI, di me, mio padre, mia madre, la mia sposa, il mio codice fiscale, ogni cosa SONO LA CAUSA e la ragione di quelli che poi saranno rivelati nel passato come atti profetici e libri sacri e rivelatori. In presenza di reali TRADUZIONI, del testo sacro, in cui a noi SEMBRA che la versione italiana della Bibbia sia una traduzione da quella antica, la verità “trascendente” la realtà apparente è che la versione italiana esiste PRIMA di quella Ebraica, tanto che è la EBRAICA tradotta da quella Italiana di adesso. Allo stesso modo esiste per il Corano. La versione posta IN PRINCIPIO è quella fatta CON ROMANO. In Italiano. Da questa, fatta in italiano, deriva quella che sembrerà scritta in arabo e da Muhammad. La vita crea ANTEFATTI agli ANTEFATTI, fino alla fine, in una retrospettiva del vero che è quella che Gesù rivelò a Nicodemo come la Resurrezione dall'alto operata dallo Spirito santo. Dunque Dio si è sottoposto alla MALEDIZIONE della Chiesa cattolica, costringendola alla stessa COSA DETTA MALE da Caifa, quando per causa sua Gesù fu messo a morte. Così SEMBRA. Ma in verità è la MORTE a causare la Retrospettiva della vita di Gesù, fino alla sua estrema nascita. A noi, che sembra miracoloso l'intervento secondo cui un ovulo femminile possa mutarsi in una vita nuova, senza che si attivi uno spermatozoo maschile, va detto che il tutto è ancora più MIRACOLOSO, se la vita in un corpo è realizzata da Dio intervenendo con il suo divino soffio su quanto viene


47 dalla polvere apparente del sepolcro. Può nascere la vita umana da un MORTO? Solo per i meriti di un DISEGNO DIVINO, in cui tutte le azioni apparenti, fatte dalla natura e dall'uomo siano SOVVERTITE. Allora accade che, tornato Gesù nel Grembo di Maria, da lui non si genera nessuno Spermatozoo, e resta solo l'ovulo di Maria. Lo Spermatozoo, è lui a rendere feconda una donna? No! E' il puro DISEGNO DI DIO, che esiste tutto in un INFINITO presente, che ammette anche la presenza del TEMPO, se una unità si lascia scorgere in potenza di meno uno, ossia nel suo tempo che attua una visione retroattiva nel tempo di quella presenza. Infatti, laddove tutto sia PRESENTE, non può porsi in VERO ESSERE nessun possibile suo futuro, ma solo una apparente visione che sia retroattiva. E' esattamente come in ogni possibile AZIONE che richieda un QUALCOSA che esista prima. Se prima di costruire ti servono SOLDI e tu parti da zero, li puoi avere solo ANTEPONENDO un PRESTITO di danaro. Solo se tu hai in mano più mille euro, grazie a un prestito di mille euro, tu puoi credere di aver qualcosa DA GESTIRE... ma stai solo gestendo la restituzione di un debito, nel mentre tu credi di FARE. Quando sarai arrivato al termine di questo tuo totale FARE, sarai arrivato a ZERO, al tuo punto iniziale e crederai che solo allora tu hai fatto TUTTO. 18 +48 +66 +114 +180 sono 5, ma valgono per i 6 nomi di BEN. Io, R, che assieme a lui sono RUBEN, aggiungo altri 6 valori a questi 5, e – con 5 +6 =11, formiamo dli 11 DETTI MALE, Maledetti da Dio. In 466+381 = 807 siamo tutta l'opera di Dio. Un 193 che esiste nel principio di 1.000 e è IN ATTO per lo spazio 807 che manca. Io, R, sommato a BEN siamo i 12 figli di Israele, dal primo fino all'ultimo, e tutti rappresentati per i valori estremi di quanto è UNO e TRINO. Tra R e BEN si interpone un 19^U, che è l'unità del moto intero di 1 che sta in un 10 presente in 10 e che si sposta di un altro 10. Allora 1 in 20 si sposta di 19. Quando il 20 -1 si combina con il 20+1, si ottiene tutta l'unità dello spazio, in quanto 19x21=339 esprime la trinità di tre 113, che sono i tre che ci sono

nel nome ROMANO AMODEO = 113 TORQUATO = 113 e RO=29 per Romano +AN =13 per Antonio +AN=13 per Anna +PA=15 per Paolo +TO=31 per Torquato e infine +AM=12 per Amodeo 113, acronimo dualistico. Il 19 da solo è il 400 -381 (tutto il mio nome) Ma, sommato al suo valor trino che vale 57, porta al 76 che è il 10 avanzante per tutto il 66. Nel valore medio del di uno e trino in 19 e 57, c'è il 38, il cui quadrato sta alla base di un giorno di 144 decine di minuti primi. Pertanto, la vocale U posta tra R e BEN, estende il 35=MAMMA di un 19 e lo porta in RUBEN a valere il 54=FIGLIO. E' lo stesso 54=ZERACH. Tenuto conto che tutto ciò viene da UR, in Caldea, da dove partì TERACH... per definirsi infine in ZERACH, vediamo che RUBEN finalizza un BEN venuto via da UR e “divinamente trasceso” in RU. Ma esiste anche una altra ragione. RA è Romano Amodeo RE è la trascendenza sua nel primogenito ER, sposo di Tamar. RI associa alla R il nome Romano di Iesus, e lo pone RI come rex iudeorum. RO è il 29, dualistico in Romano che è XP quando vale nel 10 Romano RU estende la ER dello sposo morto di Tamar, dalla A alla U, come è scritto in ESAU, in cui TU SEI ROMANO A. (di Amodeo) è esteso fino alla U. 193 giorni di digiuno sono stati comminati a Dio, in apparenza dalla DIZIONE fatta MALE, dalla MELE-DIZIONE della Chiesa Cattolica. Ma sapete che tutto quel che accade mostra tutto IL ROVESCIO della verità! Questi 193 giorni comminati al Messia di Papa Giovanni Paolo II, il solo che ha accettato di esserlo fino in fondo e di accettare con buona pace questa


48 MELE-DIZIONE, sono stati dunque segno di quella vera BENEDIZIONE che Dio ha voluto mostrare in modo inverso, fatta contro lui dalla sua Chiesa. Anche Giuda, che si mosse contro Gesù, assieme a tutto il Sinedrio, sono stati il segno della suprema benedizione trascendente di Dio sulle vicende umane.. Quando, attraverso una virtuale premessa di 2.016 anni rispetto a questo presente di ora è creato il giorno Natale di Gesù, esso nasce da un Dio RA ROMANO, che è nato il 25 del mese primo ma sarà visto nel 25 del mese ultimo, nella virtuale premessa al Dio Padre, oggi a cavallo di me, come di RA, Romano Amodeo, ed Aton in Antonio... Questo tempo è relativamente prima di quello se abbiamo visto quello prima di questo. Perché mai il PRIMO è l'ULTIMO, e viceversa? Perché, sostenendolo come due verità opposte tra di loro che interagiscono, si annullano reciprocamente le due dinamiche e si dispongono tra di loro in un assoluto piano di COMUNE PRESENZA.

La MALE-DIZIONE del 1999, per 57 giorni di passione Potete trovare nel sito www.ordinespiritosanto.com tutta la questione per come essa fu fissata in quegli anni. Questo sito non è stato volutamente più modificato dalla sua ultima edizione di oltre 10 anni or sono. Dopo che il Pontefice aveva spronato con forza i filosofi ad assumere ogni coraggio per non essere emarginati, ed aver promesso un autentica avvocatura a chi ci avesse provato, sarà proprio la Chiesa Cattolica di quel Papa a negare ogni ascolto e a non concedere nessuna avvocatura, e perfino al costo che il povero ed unico filosofo che aveva accettato l'invito del Papa morisse letteralmente di fame, per un digiuno assunto, comunicato alla Chiesa da una petizione di 460 persone, sostenuta da quattro sacerdoti che avevano risolto tutta la questione ad una pura “umanità”, del Papa, sollecitata a

impedire che questo “povero cristo” - illuso e deluso – si ammalasse e morisse. È assolutamente scandaloso che a tutti costoro non sia stata data nemmeno una risposta “sui generis”. Niente! Appellatisi all'Umanità del Papa, affinché costui non si ammalasse o morisse la tacita risposta fu “che si ammalasse e morisse pure... perché era solo egli che lo voleva! Di certo la Chiesa no! A tutti i livelli (tranne quello del Papa e del vaticano) gli era stato ben “ordinato” di mangiare! Il “male detto” povero cristo era un puro ricattatore che voleva solo mettere in cattiva luce, agli occhi della opinione pubblica, tutta la Chiesa. Questa aveva tutto il diritto di procedere come meglio credeva. Di “mandare” allo sbaraglio il povero cristo di un filosofo troppo ingenuo e fino al punto da aver preso “pero oro colato” le direttive dell'Enciclica di cui si parla. I soliti “sepolcri imbiancati” contro cui si era scagliato a suo tempo Gesù Cristo, che impongono pesanti balzelli agli altri e non intendono mai di essere sottoposti nemmeno alle leggi che essi impongono agli altri. Furono 57 soltanto i giorni di digiuno poiché Romano Amodeo aveva assunto la responsabilità di aver cura personale di sua madre, ormai totalmente dipendente da lui, a causa dello stato finale del Morbo di Alzheimer che le aveva indotto una completa incapacità di provvedere ai minimi requisiti di sopravvivenza. Doveva essere perfino imboccata, per mangiare. Romano chiese aiuto al fratello, affinché fosse egli ad accoglierla a casa sua e a proseguire quell'osservanza filiale dovuta ad una madre. Benito convocò la sua famiglia, di 5 persone, e democraticamente convennero di non essere in grado di fare per lei quello che faceva Romano a tempo pieno, avendo tutti già una vita personale completamente impegnata. Potevano farla accogliere in un ospizio, questo sì, e lo comunicarono a Romano, il quale, ben sapendo che sua madre in certi momenti poteva essere aiutata solo dal fatto che lei si accorgeva di ricevere le cure di un figlio, convenne che doveva recedere da questa sua lotta in difesa del rispetto dell'Enciclica Papale, perché aveva già assunto il precedente impegno verso sua madre. Sicché al filosofo che aveva accettato il ruolo scomodo di un simile “messia”, maledetto dalla stessa Chiesa che lo aveva provocato, non restò che ricominciare a mangiare. Non lo salvò la Chiesa, ma ancora una volta quella


49 stessa presenza, per quanto totalmente inerme, di colei che già un tempo gli aveva dato la vita, e che poi l'aveva disperatamente difesa, nel 1940, quando aveva pregato appassionatamente Maria Santissima “di salvare Romano, innocente come Gesù”. Da parte della Chiesa giunse in tal modo una vera e propria condanna a morte, per quella “male dizione” a suo riguardo, del suo appassionato comportamento, per vincere l'isolamento, “detto” non come il Papa lo aveva detto – dato con passione – ma nel senso di una pura intenzione “ricattatoria” nei confronti di persone simili alle Rane, che fanno grande fracasso, ma poi in acque paludose saltano tutti gli impegni presi che ad esse personalmente non aggradano. Quando Romano Amodeo assunse il proposito di digiunare fino ad una possibile morte, dando in tal modo il suo sangue per il bene della sua Chiesa, cominciarono le 10 moderne piaghe di Egitto, in cui l'acqua di un nuovo battesimo nella Verità dello Spirito santo, fu mutata nel sangue. Quando nemmeno risposero alla Petizione scritta al Papa dai 646 già detti, cominciò la seconda piaga di questa moderna terra di Egitto, quella appunto delle Rane di una Chiesa che giace nella palude e pullula di vocianti invocazioni a cristo, ma di persone che irresponsabilmente saltano tutti gli impegni da loro presi. Infatti al punto 56, dell'Enciclica, che ho mostrato nel suo testo, era stata “imposta” alla Chiesa una vera e propria AVVOCATURA alla RAGIONE... quella che ora non erano minimamente disposti a concedere di fatto.

La MALE-DIZIONE del 2.005, per 55 giorni di passione Potete trovare, sempre nel sito www.ordinespiritosanto.com anche il racconto degli eventi che hanno riguardato questa seconda opera di CATTIVO GIUDIZIO dato al comportamento dell'unico filosofo che aveva accettato il ruolo di MESSIA, mandato dal Papa Giovanni Paolo II alla ricerca di un nuovo percorso che conducesse a Gesù Cristo ed alla sua verità tutti coloro che non vi erano condotti dalla Fede in lui. Accadde che nel 2.000, il 7 aprile, venne meno Mariannina Baratta, morta nel sonno alle prime luci di quel mattino. Romano si era alzato, e – come al solito – era andato al Centro Sociale di Cassina Ferrara a lavarsi e fare quei suoi bisogni che non poteva fare a casa sua, priva come essa era del gabinetto. Questo non era un vero problema per sua madre, che ormai da anni evacuava nei pannoloni, che poi il figlio provvedeva a smaltire. L'aveva spostata, quando si era alzato, dalla sua parte del letto, perché lei stava tra lui e la parete, impossibilitata ad alzarsi senza che lo svegliasse. Romano aveva dovuto assumere quel provvedimento per impedirle di alzarsi nella notte, senza che egli se ne accorgesse. A Milano, una notte era stato svegliato alle due di notte dalla portinaia, che al citofono gli diceva di accorrere, perché sua madre aveva disceso tutte le scale dal settimo piano, ed ora, in abito da notte, cercava di uscire in strada. Per fortuna invece di aprire la porta aveva schiacciato il pulsante di chiamata per la portineria... Mariannina era ancora viva, quando Romano uscì, per lavarsi e far colazione. Lo era anche quando ritornò. Mentre lei dormiva, lui si accinse a completare il suo sito. Appena l'ebbe fatto, telefonò al suo “Pietro ora”, il suo amico Mocciaro, che gli teneva il sito, e gli disse: “L'ho terminato!”. Fu poco dopo che si voltò a controllare sua madre, e si accorse che era passata dolcemente dal sonno alla vita eterna. In un bisogno estremo di comunione, richiamò subito il suo amico e gli disse: “è morta mamma!”. Egli ne fu impressionato, come se la morte di sua


50 madre fosse sopraggiunta esattamente alla fine della sua opera con il sito che egli poi metteva in rete, come quel buon Pietro-Ora, di un <Moccia-RO> (da cui Roccia=Pietro, mo, ora> che proprio come quel pescatore di Gesù curava la Rete, per conto di Romano. Quella prima versione del sito fu poi sottoposta ad una integrazione dopo gli eventi del 2.007, in cui all'ospedale di Atri aveva avuto – da parte dei dottori – una morte progressiva, comminatagli quando fu costretto ad assumere un farmaco a lento rilascio, che ogni giorno e per 33 giorni consecutivi uccise una parte del suo corpo, procurandogli quel morbo di Parkinson da cui era stato colpito il Papa. Romano aveva profetizzato che sarebbe morto per 33 giorni, a cominciare dal 5 giugno in cui era morto suo Padre (nel 1.983), e che sarebbe “risorto” il 7-7-7 nel segno stesso della nascita di suo padre esattamente il secolo prima. Aveva dato un appuntamento ai suoi uccisori, che osassero colpirlo mentre era ricoverato in quell'ospedale! E – proprio in relazione ai 14 giorni di paralisi avuti da suo padre prima di morire – si era recato presso quell'ospedale per farvisi “bloccare” lì dentro, con la motivazione del suo credere che il 4 giugno vi sarebbe morto. I dottori lo ricoverarono, perché la “fobia” della morte è una sindrome vera e propria, da curare. Gli assicurarono che avrebbero vegliato su di lui, affinché non gli capitasse il 4 giugno quello che lui temeva. Quando giunse quel giorno, lo convocarono e gli dissero che avevano vegliato su di lui e dunque non era morto. Il giorno dopo sarebbe dunque uscito, ma non senza che accettasse di ricevere una iniezione di un Aldol a lento rilascio, convinti come erano che se gli prescrivevano farmaci contro quella sua fobia che doveva essere tenuta sotto controllo, egli non li avrebbe assunti. Tra gli effetti collaterali, probabili solo nel 2% dei casi, secondo il “bugiardino” di quel farmaco, c'era il Morbo di Parkinson, che è un male che è dovuto alla progressiva moria di cellule celebrali che interrompono i collegamenti che esistono nel cervello e poi procurano l'apparire di quel caratteristico tremolio in una mano. Sicché furono proprio i dottori, che gli imposero quella puntura a lento rilascio, a procurargli quella morte di 33 giorni che egli aveva profetizzato, prima della resurrezione – con suo padre – nel centenario della nascita di suo padre. Infatti tra il 5 giugno, morte di Luigi Amodeo, e il 7 luglio della sua

nascita, intercorrono esattamente i 33 giorni corrispondenti ai 33 di vita di Gesù Cristo. Questi eventi – che modificarono sostanzialmente le cose – indussero Romano a rielaborare il sito anzidetto, il che avvenne nell'estate del 2.008. Morta dunque mia madre, nel 2000, anno santo particolare del Giubileo del 2.000, dopo che anche mio padre era morto in quell'anno santo particolare dello Spirito santo promosso in modo straordinario nel 1983, io mi sentii libero nel riprendere tutti i miei sforzi per difendere l'iniziativa che il Pontefice Giovanni Paolo II aveva dovuto promuovere. Io sono particolarmente legato a Papa Giovanni Paolo II, come lo sono a mia moglie, Giancarla Scaglioni, nata nello stesso primo novembre in cui Wojitila fu maritato a Gesù Cristo come un suo sacerdote esattamente 3 anni dopo la nascita di mia moglie. E sono legato all'Enciclica sua del 14 novembre allo stesso modo in cui, in quel giorno di oltre 90 anni prima nacque Rosina Baratta, sorella di mia madre, che mi avrebbe lanciato come ROSA-RIO il giorno che atterrarono a RIO de Janeiro 2 mezzi celesti, il 25 gennaio del 38, solo due su tre, perché uno era sceso prima dal cielo e proprio a Natal, cittadina del Brasile. Dalla morte di mia madre iniziai in tutti i modi a cercare di promuovere senza quelle forme che la chiesa aveva definito come RICATTI. Mi ero perfino recato fino in Brasile, presso Don Pierluigi Bernareggi, missionario amico mio e docente di Filosofia a Belo Horizonte, nel tentativo di trovare filosofi pronti a ricevere da un Filosofo le novità che il Papa Aveva sollecitato. Furono tre inutili viaggi. Il mio amico – pur non trovando alcun difetto sotto il profilo teologico alle mie argomentazioni – non ritenne di farsi parte in causa con la Chiesa, al fine di favorire quel colloquio diretto con il Papa di cui aveva bisogno la Cristianità tutta, se voleva portare alle verità dette da Gesù gli uomini che non avevano fede in lui. Io – in verità – mai chiesi a Padre Piggi di promuovere presso la Santa sede quell'incontro che io ritenevo indispensabile. Non volevo mettere a dura prova il mio amico, chiedendogli espressamente di attivarsi. Ma glielo feci capire in tutti i modi, in modo tale che poi si sentisse in piena libertà di spirito di mettersi personalmente in gioco come vero “missionario” di Gesù, oppure no. In tal modo anche da Padre Piggi ci fu un sostanziale “male detto” nelle


51 nostre relazioni. Io “dissi male” il bisogno che la Chiesa aveva bisogno “proprio di lui, che ero andato a cercarmi andando fino... all'altro mondo, e – per tutta risposta – ci fu anche da parte sua un che di “detto male” (anche se non detto espressamente per una altrettanta misericordia mostrata da lui a me, che probabilmente non riteneva all'altezza del compito di cui io mi sentivo investito dallo Spirito santo, come un “nuovo MESSIA”, delle “ragioni” dello spirito santo della verità. Fui “maledetto” dal mio amico, nel Gennaio-febbraio del 2.005. Il giorno in cui gli dissi che “quel giorno terminavano le ragioni per cui io ero andato da lui in Brasile” se ne andò in cielo quel Don Giussani che era stato la ragione del mio viaggio in Brasile. Egli era stato sacerdote in quel liceo del Berchet di Milano in cui Bernareggi ed io fummo due dei suoi allievi. Bernareggi – affascinato dalle verità del Don Giussani – si era fatto missionario e assieme proprio al Gius erano andati in Brasile a trovare per lui un incarico da missionario. Giusto profeta, al cessare delle ragioni dichiarate da me, cessò anche di esistere la vita reale di Don Giussani. Due mesi dopo anche il Papa salì in cielo, in quel 2 aprile in cui era venuto al mondo un altro sacerdote che mi aveva “male detto” il decano Angelo Centemeri a cui avevo rivelato che in me era avvenuta l'attesa parusia di Gesù, e – per tutta risposta – egli mi aveva “giudicato male”, detto male, male detto. Venuto al mondo questo decano che aveva maledetto la parusia di Gesù in me, il 2 aprile, ebbene il 2 aprile di quel 2.005 in cui era fresca fresca la maledizione ricevuta dal mio amico missionario, fu la volta del Papa a salire in cielo esattamente 38 giorni dopo, come quelli di una genesi 38 celeste in una staffetta tra l'uno e l'altro, così determinanti entrambi per la mia vita di cristiano. Sperai allora che fosse possibile di nuovo intraprendere, con il nuovo pontefice Benedetto XVI, che passava come grande teologo, quella opera di cui io mi sentivo divinamente investito. Avendo reso il milanese per me come “terra bruciata”, in tutti quei miei tentativi fatti senza alcuna violenza da parte mia, come dimostra l'atteggiamento “non violento” avuto in Brasile, quando non avevo deliberatamente sottoposto Padre Piggi a nessuna richiesta precisa dalla quale egli potesse sentirsi violentato, decisi che era il momento di rimettermi

nuovamente nei panni di quella pecorella che la chiesa aveva smarrito, quando la aveva promossa alla ricerca di un nuovo percorso verso Cristo, e poi l'aveva affamata fino ad una morte che non fu data solo grazie alla provvidenziale presenza in vita di mia madre. Stavolta doveva essere coinvolta la stampa. Se al Papa nuovo fosse giunta, portata da un giornale, la notizia che vi era un “anonimo” che si professava “pecorella smarrita” e che invocava l'intervento del Buon Pastore, in difesa di una necessità urgente che era stata affermata da Papa Giovanni Paolo II, se fosse stato proprio il Giornale a consegnare in Vaticano la lettera di costui a Sua Santità il Papa, forse si sarebbe risposto ad un organo di stampa, se non altro per non apparire del tutto come “chi se ne frega”. Il giornale garantiva che costui stava seriamente digiunando e che vi erano in campo questioni di vitale importanza per il Cristianesimo. Furono in sostanza inviate tre lettere, a breve tempo una dall'altra, che in sostanza chiedevano al Papa di accogliere in Vaticano questa pecorella smarrita che sosteneva che chi era stato smarrito era Gesù, con la sua verità diretta, e non quella creduta vera in base alla via delle Fede. Gesù via, vita e verità aveva questi tre valori come autonomi, al punto che la verità non dovesse dipendere dalle altre due, ossia dalla via della Fede.

55 giorni senza alcuna risposta! Allora questo “povero cristo” decise che era giunta l'ora proprio di mettersi pubblicamente in croce, e si incatenò al cancello della Chiesa del Sacro Cuore a Pescara. Era il 2.005 nel suo giorno 5, di dicembre, per lui digiuno da 55. Ebbene, fu “maledetto” dai bravi sacerdoti di quella Chiesa votata al Sacro BUON Cuore di Gesù! Dissero male di lui alla polizia, e questa venne a occuparsi della questione, questa e non quei bravi e maledicenti sacerdoti che lo avevano dipinto come un “fastidioso inconveniente”. Fu sciolto e portato con violenza ed inammissibile prepotenza in un ospedale di Atri, in una altra provincia. Qui non potevano trattenerlo, non essendoci state le disposizioni che la legge esige per i ricoveri coatti. Egli spiegò alla dottoressa che lo accolse che aveva dovuto fare tutto quello in difesa di una Enciclica fatta dal Papa. Era una questione che si era aperta sei anni prima e che s'era interrotta solo a ragione della presenza di una madre che necessitava di lui. Ella era morta. Dopo aveva cercato di far ragionare le


52 Chiesa in tutti i modi, andando perfino in America! Morto il Papa e venutone un altro, aveva cercato di fare come nell'ultimo capitolo dei Vangeli, quello di Giovanni, n. 21, in cui Gesù chiede a Pietro per tre volte se egli lo ama. Avutale tre risposte affermative, lo incaricò per tre volte di aver cura delle sue pecore. Pertanto, attraverso il giornale IL CENTRO di Pescara aveva fatto giungere al Papa tre richieste analoghe a Pietro, nelle quali egli gli richiedeva se lo amava allorché veniva in una di quelle pecorelle qualunque di cui egli doveva aver cura. Ma stavolta – e per tutte e tre le volte – Pietro non aveva nemmeno degnato di rispondergli. Pietro aveva detto male di lui, nuovamente, giudicandolo di nuovo come quel prepotente che esige una risposta e si mette a digiunare per ricattarlo, nel nome di Gesù. Dunque se Pietro affamava colui di cui invece doveva aver cura, era come qualsiasi datore di lavoro che affama un suo dipendente. E se il dipendente si incatena al cancello della fabbrica, ci sono i sindacati a difenderlo. Chi difende una povera pecorella smarrita dalle maledizioni di un Pietro che non vuole adempiere al suo compito di mettersi in fondo all'ultimo per servirlo? La dottoressa capì che era una questione prettamente di ordine religioso, e fece notare a Romano che non era tenuto ad accettare il ricovero. Infatti non esistevano le necessarie premesse per legge. Tuttavia – visto che erano venuti anche i giornali, che avevano fotografato lui in croce e che ne avrebbero parlato, e visto che IL CENTRO era affratellato con il MESSAGGERO ROMANO, il Papa avrebbe letto quella notizia sul giornale, per cui sarebbe finalmente riuscito a SUPERARE lo sbarramento fatto al Papa da tutti coloro che... tengono da lui lontani i... BAMBINI o le questioni che giudicano di poco conto, ossia delle quali solitamente male dicono. Pertanto – a giudizio di lei – oramai egli era riuscito nel suo compito! Era dunque inutile proseguire nel digiuno e – visto che aveva digiunato per ben 55 giorni e aveva l'occasione gratuita di un controllo generale sulla sua salute, perché non accettava di restare in ospedale? “Lei ha ragione – le risposi – ma resto solo se non sono sottoposto ad alcuna terapia. Io sono come un operaio che è tenuto a digiuno dal suo datore di lavoro, e nessuno gli dà una terapia come ad uno che manchi di equilibrio e necessiti aiuti dalla chimica”. Avute tutte le assicurazioni che io chiedevo, restai un mese buono in

quell'ospedale, e fui solamente sottoposto ad accertamenti clinici, per vedere il mio stato di salute ed essere rimesso un po' “in carne”. Per questa ragione, quando in futuro cercherò di essere ricoverato “a dovere” non avrò alcun timore a scegliere proprio quell'ospedale... ma invece, nel futuro, non riceverò più lo stesso trattamento di favore, al punto da dover patire proprio dai loro farmaci, i 33 giorni di morte che avevo previsto. Dunque, nel dicembre 5 del 5, furono vani 55 giorni di fame, che fu indotta al povero cristo che – proprio nel nome suo – cerca di aumentare le possibilità del Cristianesimo. E – da parte di papa Benedetto XVI – ci fu il maltrattamento, la maledizione di un triplice rifiuto di rispondere a quella stessa domanda che un tempo gli fece Gesù: “Pietro, tu mi ami più di costoro?” Ora esiste la profezia dei Papi fatta da San Malachia, secondo la quale erano riconoscibili tutti i Papi, e Giovanni Paolo II era il numero 111, mentre Benedetto XVI era il numero 112. Dopo di questo ultimo la profezia prevedeva solo un PIETRO ROMANO, e io “vedevo me” in costui, in ragione del fatto che, quando come dice Gesù il 1° va messo per ultimo, e, come dice la Cabala Ebraica esistono solo le consonanti, il mio nome, Romano Antonio Anna Paolo Torquato, posto per ultimo il primo ed eliminati i tre comincianti per A, erano in ordine Paolo Torquato Romano, il cui acronimo era PTR, le consonanti di Pietro, che – con la IE di Iesus alla destra della P del Padre e il Chi-RO per finale diveniva esattamente il nome in italiano di PIETRO. Però si è trattato di un Pietro male detto perché quanto poteva fare di me uno in particolare era il punto 56 dell'enciclica, e in entrambi i casi io ero stato maledetto come quel Messia che io giudicavo di essere, essendo stato mandato proprio da un Vicario di Cristo. Articolo 56 maledetto secondo il papato di Wojitila, n. 111 e articolo 56 maledetto secondo il Papa 112 . 112 maledizioni culminate con il Papa numero 112, per due gravissimi tradimenti rispetto agli obblighi assunti dalla FEDE in difesa e promozione della RAGIONE.


53

La MALE-DIZIONE del 2.014, per 2^3=81 giorni di passione Potete facilmente costatare che questa terza è in un certo senso “sregolata” rispetto alle precedenti due. Infatti tra la seconda e la terza va di mezzo il ritorno in cielo di Gesù, venuto in parusia il 1940, e tornato in cielo a 4 giorni dai 2.000 anni da quando, nell'anno 12, cominciò ad occuparsi delle cose del Padre suo. “Perché mi cercavate? Non sapevate che dovevo occuparmi delle cose del Padre mio?” Così Gesù risponde a sua madre che gli chiede “perché mai gli avesse fatto così! Ella e suo padre, preoccupati, lo cercavano!”. Loro dovevano saperlo, perché Gesù, compiuti i 12 anni il 25 dicembre dell'anno 12, disse ai suoi genitori che da quel giorno doveva cominciare a farlo. Ma evidentemente se ne erano dimenticati. Quando esiste IN PRINCIPIO Dio che opera con un 10^3 posto come puro principio matematico di riferimento, Dio è tenuto al rispetto del potere dato ai numeri posti a immagine e somiglianza del suo stesso potere. Pertanto Gesù stesso esiste nel principio di 1.000 anni di presenza e si sposta in tutto, unitariamente, solo spostandosi di altri 1.000 anni. Pertanto, tra il 25 dicembre del 12 dopo Cristo e il 25 dicembre del 2.012 esiste interamente la sua divina opera, che vede per soggetto il Dio 1 e 3 presente in atto in quei 2.000 anni. Visto che è questo 4 il vero promotore unitario dell'Unità e Trinità di Dio, tutta l'opera del Figlio doveva conservare gli ultimi 3-4 giorni in nome e per conto dell'Unità e Trinità divina che è in opera. Pertanto, tolti 3-4 giorni al 25 estremo del 2.012 terminava l'opera di Gesù e risaliva in cielo. Sarebbero stati il 21 in quell'America in cui i MAIA avevano individuato in modo celeste quel limite, e sarebbe stato il 22 in Europa, essendo le ore 2 a Gerusalemme. Solo io ho avuto modo di verificare davvero in me questo evento. Andato a Gerusalemme pensando che vi sarei morto, assistetti alle ore 2 del mattino del 22 ad una straordinaria morte e resurrezione accaduta in me.

Avvertii prima l'improvvisa comparsa di un fronte quadrato azzurro che in un secondo di ridusse ad un punto e sparì e – poi – immediatamente un secondo dopo una intensa vibrazione elettrica come una scossa che ebbe la stessa dinamica, si concentrò in un punto e poi sparì. Si accese allora la visione di me, che vedevo me stesso immobile nel letto, incapace di muovermi per quanto mi sforzassi. Durarono alcuni minuti invano i miei sforzi, finché riuscii a percorrere una via di resurrezione. Mi apparvero allora prima mio cugino Gennaro, per via di quella Geenna di RO che è descritta nel suo nome, e poi mia mamma. Che entrò nella stanza e mi ripresi, da questa visione, come risvegliandomi da un sogno, che in verità sogno non era stato ma una reale visione trascendente la realtà e riferita alla reale uscita di scena da me di quel flusso di energia che allo stesso modo vi era entrato il 4 giugno 1040, quando ne fui miracolato9 e guarito da una broncopolmonite che nel 40 era un male incurabile, senza ancora gli antibiotici. Di conseguenza, dopo di quel giorno che – nelle aspettative riferite al calendario Maia – doveva segnare l'inizio di una fase nuova del tempo, iniziò quella fase che il Profeta Daniele descrisse nei 1290 giorni dopo come un tempo, in 1355 unità come 1336 tempi e in quel 1.313° giorno dopo come quella metà di un tempo dall'abominio della desolazione, che provò in me Gesù, desolatissimo per non essere stato riconosciuto da nessuno dei Cristiani, ai quali sempre si era annunciato attraverso di me ma di cui tutti avevano detto male, come si ha in ogni male detto. Nel tempo nuovo, in cui la Chiesa ha espresso in me il Pietro Romano 113, per i miei tre 113 relativi al mio nome, e in Papa Francesco quel Papa Nero uscito dai Gesuiti, che han l'abito nero in chi li guida, sarebbe stata l'ora di un rigetto nei confronti dei soli Padre e Spirito santo, restati su di me dopo il termine dell'avvenuta Parusia di Gesù. Sarebbe stato un sacrificio TOTALE, della Trinità di Dio, posta a base dell'Unità e divina Trinità. Insomma 3^4 = 81 giorni di maledizione da parte di Papa Francesco. 81 giorni di male dizione – di sostanziali cattive critiche – fatte da papa Francesco, in apparenza male dicente di Dio. Sì, perché laddove Dio è venuto in me e mi comanda totalmente come un gran Signore comanda il suo Somaro, e lo dice con chiarezza a Pietro e lui per


54 tutta risposta ne dice male, molto male, al punto da negare ogni udienza ed ogni possibile credito, allora accade – da parte di Dio – il massimo reale “abbassamento” del Papa, nei confronti di Dio, in cui i veri beati – come rivelato da Gesù Cristo – sono proprio coloro che ora sono “abbassati” da Dio. Questo ultimo Pietro, come del resto gli ultimi tre, sono oggi posti molto in alto, nella stima che di loro hanno tutti gli uomini, e Gesù lo aveva ben detto: “Diffidate di voi quando tutti DIRAN BENE (bene diranno) di voi!” Significa che – proprio allora – avrete a tal punto sposato la logica umana che non vi è più alcuna differenza tra un uomo “per bene”, di cui è “detto bene” tutto e la logica trascendente di Dio secondo la quale è chi è male detto – e solo lui! - è chi ha sposato la logica trascendente di Dio. In questo mondo in cui ogni valore è rovesciato, chi sembra aver fortuna ha invece sfortuna. Un bimbo, sfortunato, cui è donata poca vita sembra punito da Dio e la logica umana porta a chiedere perché Dio sia così crudele verso quel bambino! Invece nella logica divina a lui Dio ha concesso una vita piena solo di fanciullezza, che è lo stato più bello e trascendente della vita. Gesù, che chiedeva di non tener lontani da lui i bambini, lo sapeva. Quei piccoli in apparenza, erano i più grandi. Coloro che mettono in mezzo a loro un piccolo e lo trattano con il massimo del rispetto per non corrompere lo stato puro della loro innocenza, compiono il massimo. Guai a che deturpa questa innocenza. Meglio sarebbe per lui non esser nato. Invece i cosiddetti “grandi” sono pieni di difetti. Si sono già “rotti e corrotti” alla vita, essendone stati duramente provati. Per non dire dei vecchi, ridotti a poco se han perso tutta la speranza che esisteva in loro quando erano giovani. Dio – che intende avvalorare il vero e non la realtà fasulla, indusse Caifa e il Sinedrio a male dire di Gesù, a maledirlo. E lo ha ripetuto tre volte adesso, che questo tempo esiste prima di quello, in cui esiste in tutte le sue distinte fasi divine l'Unità nella Trinità di Dio, grandiosa e postasi addirittura come uno ZERO che comandasse su un Asino, o su un Somaro. L'ASINO rivela persino nel suo nome, in lingua italiana – formalmente – ma sostanzialmente in una trascendente lingua del mondo che <On is A> che esiste ed è basato su un principio posto in A., A-mode-o, il principio a modo

della fine. Inteso al di là di ogni trascendenza e tutto in italiano, un ASINO rivela un <a si? No!>. Noè salva il mondo. SOMARO, mentre indica il corpo dato a CHI-RO, al Cristo XP, trascende un <Or AMO S>, e allude ad AMOS, un profeta nominato 10 volte in Bibbia. Che a sua volta si riferisce ad un AMO Signore, Santo, Salvatore. Ma ROMASO, anagramma di SOMARO è un quasi intero ROMANO, in cui S è N. Pertanto questo Spirito santo del Padre, che ora appare essere proprio uno ZERO posto a cavallo di me come un ASINO o un SOMARO, è proprio DETTO MALE, è proprio maledetto, e se lo è da Pietro, questi – che sembra essere egli stesso uno realmente maledetto da Dio – è in realtà il più Benedetto. Non a caso il Pietro 112, che sembra il più maledetto da Dio degli ultimi tre Papi, e fino al punto che si è dimesso da Pietro per ragioni di vecchiaia e non di amore... tanto che lo stesso papato è giunto al colmo della sua vecchiaia e della sua apparente morte, è in verità giunto al colmo della vita “divina e trascendente” la realtà, tanto che chi sembra proprio di essere alla fine, è solo egli che è giunto al suo vero PRINCIPIO. Insomma Dio valorizza davvero la croce, in questo mondo reale, e fino al punto che – disceso in tutta la sua trinità a cavallo di un somaro – stavolta si fa crocifiggere per tre volte e non solo in quell'unica patita da Gesù Cristo dal solo Caifa e dal suo solo Sinedrio. Stavolta 3 Pietro e tre Vaticani sono stati disegnati quaggiù a maledire Dio fino al punto da imporgli tre croci da tre differenti Stati della Chiesa cattolica. E tutto questo nella piena coerenza del totale 57+55+81=193, un supremo sacrificio disegnato esistente “in principio” (nel 1.000) tanto che vi si muove per 807 e sono 12 maledetti: 2 in Amodeo, il cognome comune ai due, sommati a 10 nomi, cinque per ciascuno. E questo in coerenza al trascendente capitolo 180 di Bibbia, che è il 27 del Deuteronomio, in cui è proclamata LA LEGGE. Il Bibbia 5, 27 In cui il Dio 1+3 vale 127. E il suo valor trino è il 381 che è anche quello dell'Arca di Noè (lunga 300, larga 50, alta 30 e +1 per il tetto). Nel relativo dei 126 terzi, nelle 42 cifre del “Nome segreto di Dio”, di cui uno è il GESU' derivato da due gemelli nel 42 dei nomi Giacobbe ed ESaU'.


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Saronno, 18 maggio 2.016 a 69 giorni dalla mia prevista morte nel mentre 66=Romano oggi sono caduti in un mezzo celeste diretto da Parigi al Cairo, come tutto il moto Trinitario nel 69


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