Assistenza Al Volo - ANNO XLVIII - NUMERO 3/2023
L’importanza di un nuovo approccio alla tutela personale Di Gianluca Del Pinto
All’inizio dell’anno in corso, 2023, l’INPS ha aggiornato il simulatore previsionale per il calcolo dell’assegno pensionistico. Da ciò, pur con gli opportuni distinguo relativi alle particolarità categoriali, quel che appare evidente è un peggioramento sistemico della corresponsione economica dovuta ai singoli lavoratori per il lavoro svolto. Aggiungendo a questo, inoltre, l’ulteriore peggioramento relativo all’arco temporale durante il quale occorrerà lavorare. Per semplificare, un venticinquenne che adesso entra per la prima volta nel mondo del lavoro potrà andare in pensione per sopraggiunti limiti di età a 67 anni (probabilmente nel 2026 questi limiti saranno ancora innalzati).
limite minimo per il raggiungimento dell’età della pensione.
Questo scenario, futuro ma scritto sin da oggi, deve inoltre tener conto dell’aspetto inflattivo. L’inflazione, intesa come un aumento prolungato del livello medio generale dei prezzi di beni e servizi in un determinato periodo di tempo, genera sempre una diminuzione del potere d’acquisto della moneta. E se un aumento del 2% appare all’attuale scuola economica come perseguibile e sperabile, a maggio 2023 essa era all’8,2%. Tale valore è pacificamente negativo, perché con esso anche la classe media risente delle progressive difficoltà nel gestire la spesa quotidiana e previsionale.
Ulteriore mutamento letteralmente epocale è stato, e sempre più sarà, il passaggio dal metodo del calcolo retributivo a quello contributivo, avente come spartiacque la legge 335 del 1995, cosiddetta riforma Dini. Prima di quella data la pensione si basava esclusivamente sul calcolo retributivo, calcolando l’assegno sulla media delle retribuzioni lorde corrisposte nell’ultimo anno lavorativo. Ciò permetteva di ottenere una pensione vicina agli ultimi introiti stipendiali, perché l’apice della carriera è sempre il periodo più pesante a riguardo dell’ammontare stipendiale e lato contributi versati. Con il 1996, per ridurre la pressione sull’INPS, su una parte di lavoratori, il calcolo dell’assegno pensionistico viene basato sul metodo contributivo ovvero su ciò che effettivamente si è versato durante gli anni lavorativi. Poi dal 2012 tutti i lavoratori sono rientrati nel metodo contributivo.
A fronte di tutto ciò è pacifico come anche la categoria degli operatori ANS vedrà radicalmente modificata la propria posizione contributiva. Storicamente essa ha beneficiato nel lungo periodo di tutele importanti da un punto di vista economico, ovviamente a fronte delle grandi responsabilità operative di cui è intriso il lavoro ATC. La soglia dell’età pensionabile è significativamente inferiore, per adesso, a quella media sociale; sempre nell’ottica della necessaria assunzione di condizione ottimale per fornire la performance migliore.
Sale quindi, a largo spettro, la cosiddetta tassazione indiretta, che colpisce indistintamente tutte le categorie sociali attraverso l’accollo della stessa inflazione da parte del lavoratore. Nondimeno occorre sottolineare il superamento della soglia psicologica (e logica) dei 70 anni come 9