Guida motori 12/12/2016

Page 1

E enti Settimanale - Anno 9 N° 28 Lunedì 12 dicembre 2016 Realizzazione editoriale a cura di New Business Media Srl

Auto & Trasporti La mobilità è innovazione

LAZIO / SUD

GUIDA

Spedizione con tariffa Posta Target Magazine conv. naz./304/2008 del 01-06-2008


2 Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

MINISTERO INFRASTRUTTURE E TRASPORTI / Introdotta la pianificazione nazionale che consentirà al Paese di adeguare le proprie infrastrutture

Auto e strade intelligenti, l’Italia si prepara Il ministro Graziano Delrio illustra le principali strategie che daranno alla rete viaria italiana la spinta necessaria per entrare di diritto nell’era della mobilità 4.0. Manutenzione, nuove tecnologie, infrastrutture necessarie per lo sviluppo della mobilità sostenibile

L

e principali tendenze globali dell’economia e della società toccano molto da vicino le politiche sui trasporti e interrogano, tra i settori più coinvolti, quello dell’automobile. Da protagonista della mobilità urbana, l’automobile è chiamata profonde trasformazioni, che vanno ben oltre i miglioramenti tecnologici per riguardare addirittura la qualità e lo stile di vita di milioni di persone nel mondo. “Contribuire a migliorare l’aria che respiriamo riducendo le emissioni, poter utilizzare un’auto senza guidatore

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio

Cura e tecnologia, la smart road

L

e nuove tecnologie chiamano in causa la qualità delle infrastrutture stradali che dovranno essere l’hardware con cui dialogheranno. Quindi, innanzitutto strade sicure ben manutenute. La scelta del Governo di dare priorità a manutenzioni profonde delle infrastrutture stradali è un atto dovuto rispetto a un patrimonio di strade ingente, ma assai poco curato negli ultimi decenni. Il Piano pluriennale Anas 2015-2019 prevede oltre 20,2 miliardi di euro per più di 3.600 km di strade, di cui 8,8 miliardi di euro per il completamento di itinerari, 8,2 miliardi destinati alla manutenzione straordinaria e 3,2 miliardi per le nuove opere, invertendo l’ordine dei fattori rispetto a quanto accaduto fino ad oggi. “Ma da oltre un anno - aggiunge il ministro Delrio - abbiamo affiancato all’obiettivo della manutenzione quello della infrastruttura intelligente avviando, anche in questo caso, un confronto per definire standard comuni per le autostrade italiane. Affiancare alle manutenzioni la posa di fibra ottica è un buon inizio per far viaggiare veicoli sempre più tecnologici che scambiano e ricevono informazioni dall’esterno mentre sono in moto”. La prima smart road italiana sarà la Salerno-Reggio Calabria, su cui Anas sta applicando le caratteristiche dell’autostrada intelligente: più sicura, multimediale e tecnologiche, con wi-fi e informazioni in tempo reale sulle condizioni dell’arteria viaria e sugli eventuali percorsi alternativi. Il processo verso la guida autonoma è in corso e riguarda decisori politici, centri di ricerca, industrie, università. “Un’economia nuova - conclude Graziano Delrio - può trovare ampio spazio su questo fronte che riguarda ampi settori della vita di tutti, a partire dalla riduzione drastica degli incidenti e dall’aumento della sicurezza, e che merita di essere declinato in modo intelligente, sostenibile e inclusivo”.

E enti TERRITORIO

|

ISTITUZIONI

|

IMPRESE

DIN NEWSLETTER Settimanale - Anno 9 - N. 28 Lunedì 12 dicembre 2016 Registrazione Tribunale di Milano numero 208 del 21/3/2005 Iscrizione al R.O.C. Registro degli Operatori di Comunicazione n. 24344 con effetto dall’11 marzo 2014

Proprietario ed Editore

New Business Media Srl Via Eritrea, 21 - 20157 Milano Tel.: 02 92984 1 Coordinamento Gianmario Pagani Contatto commerciale per la comunicazione su questa iniziativa B-SIDE COMMUNICATION Tel.: 0521 1917000 info@b-sidezone.it

Direttore responsabile Mattia Losi

Stampatori ll Sole 24 Ore S.p.A. Via Busto Arsizio, 36 20151 Milano Il Sole 24 Ore S.p.A. Via Tiburtina Valeria, Km 68,7 - 67061 Carsoli (Aq) Stampa Quotidiana S.r.l - Via Galileo Galilei, 280/A 40059 Località Fossatone Medicina - (Bo)

mutando completamente l’esperienza di viaggio, condividere i propri spostamenti con più persone sono le traiettorie segnate su cui si muovono oggi le scelte sociali, economiche e politiche a livello globale”, fa presente il ministro Graziano Delrio, che sottolinea: “Low carbon economy, trasformazione digitale, sharing economy richiedono alla politica di saper pianificare la propria azione e di dotarsi quadri regolatori certi e omogenei. Per questo il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha introdotto una pianificazione strategica nazionale, ‘Connettere l’Italia’, che tiene conto delle tendenze globali, e nello stesso tempo attrezza il Paese per superare i suoi limiti sulle infrastrutture e i trasporti: priorità alle opere pubbliche utili, snelle e condivise, all’intermodalità dei trasporti, alla valorizzazione dell’esistente e allo sviluppo urbano sostenibile”. Quella di non inquinare, per esempio, per il nostro Paese sembra essere una scelta consolidata e condivisa. Del-

la riduzione delle emissioni molto si è detto in questo anno e gli stessi regolatori stanno agendo fissando obiettivi concreti. Basti citare l’accordo di Parigi Cop 21 entrato in vigore per la riduzione della CO2 al 2030 e i nuovi obiettivi fissati dall’Unione Europea per dimezzare l’impatto degli inquinanti sulla salute entro i prossimi 15 anni. Proprio recentemente il Parlamento europeo ha approvato il nuovo ciclo di omologazione dal 2017, Real Driving Emission, per tenere sotto controllo gli inquinanti durante la guida su strada, prendendo atto della discrepanza tra i valori delle emissioni NOx in laboratorio e a motore caldo. “I dati annuali del mercato dell’auto in Italia - evidenzia il ministro Delrio - almeno fino a questo momento sempre con il segno più, in controtendenza con altri Paesi europei, dimostrano che gli italiani, oltre a investire, hanno capito la direzione e sono pronti a lasciare la vecchia auto per un veicolo più smart, tecnologico, premiando i mezzi a basse emissioni, cui è permessa anche maggiore accessibilità nelle grandi città”. Naturalmente questa riconversione verso un’economia a basso impatto riguarda tutto il mondo dei trasporti, il trasporto merci e il trasporto pubblico locale, “per i quali - ricorda il ministro - il Governo ha messo in campo molte iniziative relative all’intermodalità, con lo scambio gomma-ferro, con il rinnovo del parco dei mezzi pubblici e con la diffusione di impianti per rifornimento di combustibili alternativi”.

Una rete per carburanti alternativi

L

a direttiva europea Dafi sui carburanti alternativi, recentemente recepita dal Governo, intende ridurre la dipendenza dal petrolio e attenuare l’impatto ambientale nel settore dei trasporti. Stabilisce requisiti minimi per le reti di alimentazione per i mezzi combustibili alternativi, disciplina le misure necessarie a garantire la costruzione e l’esercizio di infrastrutture specifiche e per l’attuazione di tecniche comuni negli stati membri. “Abbiamo fissato quindi - spiega il ministro Graziano Delrio - gli obiettivi per le infrastrutture che riforniscono elettricità e gas naturale, oltre a misure per il gpl e sperimentazione per l’idrogeno, affiancando azioni di tutela e informazione per i consumatori. Il quadro europeo era necessario per adottare sistemi comuni, ma non partiamo da zero”. L’Italia è infatti il primo consumatore europeo di metano per autotrazione, e i piani per la posa delle colonnine elettriche del Mit e di Enel sono avviati. “Mantenendo da parte italiana la neutralità tecnologica - prosegue Delrio - occorre favorire lo sviluppo di tutti i sistemi alternativi. Con il ministro tedesco Alexander Dobrindt abbiamo condiviso di dotare il percorso Monaco-Verona di colonnine elettriche, con la prospettiva di estenderlo a Roma e a Berlino. A sua volta il protocollo d’intesa siglato al Mise tra Fca, Iveco e Snam promette un’estensione robusta della rete di rifornimento dei carburanti alternativi nei prossimi anni su tutto il Paese”.

Lavori in corso sulla Salerno-­Reggio Calabria, la prima smart road italiana

La guida assistita e autonoma Ridurre il rischio di incidenti, ma anche traffico e inquinamento. Queste le prospettive che miglioreranno la qualità dei trasporti e, quindi, anche di vita delle persone e delle città

S

e la sostenibilità è il tema del presente, nondimeno lo è quello della guida assistita e autonoma. La prospettiva è quella di un mezzo e di un sistema che migliorino la qualità di vita delle persone e delle città, in termini di riduzione di incidenti, inquinamento, traffico, spreco di tempo, fino a incidere sulla riorganizzazione delle stesse funzioni delle città, permettendo di liberare spazi di vita pubblica. “Ai tavoli europei e internazionali, dal Consiglio europeo dei ministri dei Trasporti all’incontro dei ministri del G7 in Giappone, l’auto connessa e a guida autonoma è un tema ufficialmente in agenda - ricorda

il ministro Graziano Delrio - Il valore del mercato globale dei veicoli connessi sarà di circa 40 miliardi di euro nel 2018, +66,7% rispetto al valore stimato nel 2015. Al G7 la Presidenza giapponese ha posto il tema delle strade rinnovate e intelligenti, con le quali veicoli sempre più autonomi dovranno mettersi in dialogo. Quindi, perché un veicolo prodotto in Europa possa tranquillamente viaggiare nei Paesi dall’altra parte dell’emisfero, e viceversa, occorre condividere standard per l’interoperabilità dei sistemi stradali e dei veicoli al di là dei confini nazionali e continentali, aumento della qualità delle infrastrutture, armo-

nizzazione delle leggi, maggiore efficienza economica, capacità di generare crescita da parte dell’intero sistema”. Le domande che pone l’auto a guida autonoma sono moltissime: dalla sicurezza alla privacy, all’urbanistica, ai temi etici. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha aperto un percorso con i protagonisti e gli stakeholder per affrontare i temi più complessi insieme con la Struttura tecnica di Missione guidata da Ennio Cascetta e, recentemente, in un Open day “Nice to meet you” con Italia Camp, ed è in grado di contribuire in modo competente alla riflessione della comunità internazionale.


Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

3


4 Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

UNRAE / Nuove immatricolazioni, positivi i numeri dell’Associazione delle case automobilistiche estere operanti in Italia nella distribuzione, vendita e assistenza di autoveicoli

Mobilità 4.0: pianificare insieme il futuro, oggi Il presidente Nordio: “L’auto conferma la propria centralità, ma dobbiamo gestire il cambiamento a favore della collettività”

A

uto al centro. È questo il diktat che permea la mobilità italiana (e non solo), al di là dell’evoluzione dei trend tecnologici, dei grandi cambiamenti globali legati anche all’esigenza di una nuova responsabilità ambientale, degli effetti persistenti della grave crisi che ancora sta attanagliando il nostro Paese. L’automobile è un bene imprescindibile che riflette - come una cartina tornasole - le esigenze di una società contemporanea come la nostra e i nuovi dettami della mobilità ad essa connessa. Lo sottolinea Unrae, l’Associazione delle case automobilistiche estere operanti in Italia nella distribuzione, vendita e assistenza di autoveicoli, che dalla sua fondazione non solo si fa portavoce delle istanze del comparto, ma è anche trait d’union tra mercato e istituzioni, nonché promotrice delle più attuali tematiche inerenti il settore e che coinvolgono famiglie, aziende e operatori. “L’auto conferma oggi la propria centralità in uno scenario che si prolungherà ancora per molto tempo”, spiega infatti Massimo Nordio, presidente di Unrae. Come emerge anche dalla recente ricerca del Censis (“Verso una mobilità 2.0: la gestione del cambiamento”), i cui dati sono stati elaborati e presentati da Unrae nel luglio scorso, è cambiata infatti la domanda di mobilità: “L’e-

visioni, porteranno alla fine del 2016 a 1.850.000 nuove immatricolazioni. “Siamo in territorio positivo da circa tre anni - sottolinea il presidente di Unrae - dal 2015 gli incrementi mensili sono stati quasi tutti a doppia cifra. Va considerato che veniamo da una crisi profonda, durante la quale la pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese ha raggiunto livelli record spingendo le persone a rinviare il bisogno di sostituzione dell’auto e le aziende a non rinnovare il loro parco vetture. Tuttavia, sotto la cenere, covava il forte desiderio di riappropriarsi di un diritto alla mobilità. Difatti, appena la Case automobilistiche con le proprie reti hanno messo in campo poderose e onerose azioni commerciali e la pressione fiscale si è attenuata,

Massimo Nordio, presidente di Unrae

volversi della struttura insediativa delle città con la conseguente migrazione verso le periferie decentrate - chiarisce Nordio - ha dato luogo a un incremento del pendolarismo che il Traporto pubblico non è in grado di soddisfare a causa della cronica carenza di risorse. La profilazione che ne consegue asseconda i nostri comportamenti: alla sempre maggiore consapevolezza e attenzione verso la sicurezza e l’ambiente si è aggiunta l’esigenza di sistemi di mobilità connessa, sovente condivisa,

assistita al limite dell’essere autonoma nell’assistenza al parcheggio per esempio, nei percorsi autostradali (regolatore di velocità di crociera, mantenimento della carreggiata, mantenimento della distanza da chi precede). In sintesi, una domanda di mobilità moderna”. Tutto questo, in un momento in cui il mercato italiano dell’auto - in crescita da 35 mesi (fatta salva la parentesi negativa del maggio 2014) - sta confermando i segnali positivi che, secondo le pre-

Il presidente Nordio con il ministro Graziano Delrio durante l’evento organizzato da Unrae a Roma nel luglio scorso

Super-ammortamento: effetti collaterali Dal prossimo gennaio la misura esclude le auto aziendali. Gli auspici di Unrae

C

on il Piano Industria 4.0, il ministero dello Sviluppo Economico ha inteso conferire nuova vitalità agli investimenti delle imprese italiane, con particolare attenzione a quelli innovativi. La manovra, nei suoi contenuti complessivi, che riguardano le misure di sostegno all’acquisizione di veicoli quali beni strumentali, è accolta con apprezzamento anche da Unrae. La nota dolente, però, c’è e riguarda il super-ammortamento (al 250% per chi investe in innovazione e al 140% per i beni strumentali) che, per l’acquisto di auto aziendali, da gennaio 2017 non si applicherà. E Per utilizzatore

vra, invece - sottolinea il presidente questo, come sottolinea Unrae, no- ­come abbiamo modo di osservare nostante nel 2016 abbia dato un pogià oggi nelle ultime rilevazioni, sarà sitivo riscontro in un settore, quello un’anticipazione della domanda di delle auto aziendali, peraltro già peauto aziendali sul finire di quest’annalizzato, rispetto ai maggiori Paesi no, per subìre però un’inevitabile rieuropei, da un regime fiscale particaduta nei primi mesi del 2017 con colarmente gravoso. tanti saluti al cash flow delle azien“Ci risiamo - chiosa Massimo Norde e del gettito fiscale. E, intanto, le dio, presidente dell’Unrae - abbiamo politiche fiscali italiane sulle auto un provvedimento che dimostra di aziendali continuano a restare lonfunzionare bene e, invece, decidiatane da quanto praticato nei magmo di ridurlo per dare risorse a un giori mercati europei...”. altro settore, altrettanto importante. “È necessario - afferma Massimo È una guerra fratricida che non ha Nordio - incentivare le imprese senso:LAtutti abbiamo bisogno di inSTRUTTURA DEL MERCATO ITALIANO DELL'AUTOMOBILE all’acquisizione di veicoli tecnologiterventi strutturaliIMMATRICOLAZIONI e stabili”. - Ottobre 2016 camente avanzati, che favoriscano “La conseguenza di questa mano-

ottobre 2016

2015

Privati

88.491

92.174

Noleggio:

gennaio/ottobre

Var. % ottobre 2016/2015

2016

-4,0

964.905

2015

quote %

Var. % gennaio/ottobre 2016/2015

845.854

la riduzione dei consumi e, quindi, il minor impatto ambientale (riduzione della CO2 soprattutto). Il tema della sicurezza non è secondario rispetto a quello della sostenibilità ambientale: i nuovi veicoli sono dotati infatti di innovativi dispositivi di sicurezza, che portano benefici anche alla sicurezza attiva e passiva dell’autoveicolo. È, quindi, di fondamentale importanza supportare le imprese con misure che consentano loro di investire in prodotti e servizi sostenibili, sia dal punto di vista economico che ambientale”. Il presidente Nordio conclude con la richiesta che “il Governo estenda la quota del super-ammortamento al 140% anche per l’acquisizione di auto aziendali, in quanto reale e indispensabile volano di sviluppo e competitività”. ottobre

gennaio / ottobre

2016

2015

2016

2015

14,1

59,6

68,1

61,5

63,0 20,5

26.203

18.123

44,6

324.899

275.487

17,9

17,7

13,4

20,7

breve termine

6.169

2.765

123,1

127.994

107.480

19,1

4,2

2,0

8,2

8,0

lungo termine

20.034

15.358

30,4

196.905

168.007

17,2

13,5

11,3

12,6

12,5

33.712

25.055

34,6

278.146

220.229

26,3

22,7

18,5

17,7

16,4

148.406

135.352

9,6

1.567.950

1.341.570

16,9

Società totale

Per alimentazione

Diesel

ottobre 2016

2015

87.209

75.503

gennaio/ottobre

Var. % ottobre 2016/2015

2016

15,5

894.916

2015

742.969

Var. % gennaio/ottobre 2016/2015

20,5

quote %

ottobre 2016

2015

58,8

55,8

gennaio / ottobre 2016

57,1

2015

55,4

ecco che le famiglie sono tornate nelle concessionarie e le aziende a rinnovare il proprio parco vetture”. Accompagnare e rafforzare questo trend sono, dunque, i must primari su cui Unrae fa leva con l’obiettivo di promuovere nel Paese una versione 4.0 (reale) del settore. Ed ecco che ai tavoli istituzionali l’Associazione si fa, una volta di più, promotrice del cambiamento. “Al recente Salone dell’automobile di Parigi - riflette il presidente - si sarà notata la visione comune tra i Costruttori esteri: tra venti, trent’anni al massimo, la mobilità sarà evoluta verso l’impatto zero sull’ambiente e sulle persone, con forme di condivisione di vario genere. L’auto sarà, quindi, a propulsione elettrica, connessa 24 ore su 24, a guida autonoma e condivisa”. “Questa trasformazione però - ribadisce Nordio - andrà pianificata e accompagnata, utilizzando al meglio le tecnologie disponibili, prevedendo le necessarie infrastrutture e orientando le scelte di politica della mobilità verso l’equazione più efficiente per la collettività. Questo processo va attivato già oggi, promuovendo una nuova cultura della mobilità, in un contesto nel quale il progresso tecnologico è più veloce degli adeguamenti delle leggi, con una pluralità di stakeholder interessati. Tutto ciò rende necessario che il Governo crei una cabina di regia capace di gestire il processo di trasformazione e di accompagnarlo”. “La proposta che Unrae ha affidato al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, è che questa cabina di regia sia governata da un ‘mobility champion’, un soggetto terzo - spiega il presidente dell’Associazione - in grado di generare ‘awareness’, una consapevolezza ampia riguardo ai processi e alle opportunità tecnologiche in essere, di ampliare i coinvolgimenti, di operare a tutto tondo sul fronte della comunicazione. Un soggetto che abbia la facoltà di riunire decisori e stakeholder, creare ‘obbligazione sociale’ verso tutti i soggetti della filiera - i produttori di autoveicoli, i decisori centrali, le amministrazioni locali, le compagnie assicurative, le aziende di trasporto pubblico, i produttori e distributori di carburanti, i soggetti che gestiscono flotte di veicoli, gli utilizzatori dei veicoli e gli utenti dei sistemi di trasporto - per stimolare la nuova cultura della mobilità. Oggi, perché il futuro è già domani”.


Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

5

1950-2016 / Dalla ricostruzione al boom economico, dalle crisi sociali ed economiche alle prospettive dell’auto di domani: il Paese dagli occhi di Unrae

La storia dell’associazione, l’evolversi della società Il direttore generale Valente sintetizza oltre sessant’anni di impegno associativo al fianco delle aziende e delle famiglie italiane

L

a storia di Unrae segue, da sempre, l’evoluzione dei bisogni di mobilità delle famiglie italiane e la risposta a queste necessità da parte delle case estere. “Unrae - racconta Romano Valente, direttore generale dell’Associazione - nasce a Roma il 24 novembre 1950 dalla comunione di intenti di 10 imprenditori appassionati di automobili. Il primo presidente è Paolo Borghese, della società Gruppo Roma Motori. Nel 1950 l’Italia è in piena ricostruzione in tutti i settori, compreso quello della mobilità; in circolazione ci sono 267.000 vetture, nel corso dell’anno ne vengono vendute altre 80.000 e di queste solo 124 sono vetture estere: sono prevalentemente le Jeep in dotazione all’esercito americano e ora adottate dalla nostra Polizia e le grandi berline di rappresentanza usate dai diplomatici degli Stati esteri e dagli attori americani in trasferta nel nostro Paese. I primi ad adottare le auto estere sono perciò i borghesi più facoltosi e i personaggi del mondo dello spettacolo”. Si cresce con l’Autostrada del Sole “La realizzazione dell’Autostrada del Sole, a metà degli anni Cinquanta, aumenta rapidamente il raggio della mobilità degli italiani - spiega Valente - e Unrae affronta i temi dei contingenti di importazione molto limitati, tuttavia il boom economico che investe il Paese tra il 1958 e il 1963 porta nelle famiglie la televisione e l’automobile. Ed ecco che l’Italia ritrova un benessere economico, attirando così migliaia di turisti stranieri a bordo delle proprie vetture e l’italiano si scopre

Romano Valente, direttore generale di Unrae

esterofilo”. Dalle 21.000 auto estere vendute in Italia nel 1960 si passa alle 200.000 del 1963, con un aumento di presenza sulle strade che anche il cinema italiano non tarda a registrare come dipinge il film “La Dolce Vita” di Fellini. “Nella metà degli anni Sessanta - aggiunge il direttore - il flusso dei turisti stranieri che vengono in Italia con la propria auto raggiunge i 17 milioni all’anno, con conseguenti esigenze di servizi. Le Case estere li supportano con un numero crescente di officine specializzate. Nel 1965 sono già 4.400 i punti di vendita e assistenza per autoveicoli esteri, e altrettanti ce ne sono per le case italiane (4.429 vs. 4436): Unrae lavora per favorire il turismo estero e, attraverso questo, la bilancia dei pagamenti italiana”. La crisi degli anni Settanta Gli anni Settanta sono quelli della grande crisi petrolife-

ra innescata dalla guerra del Kippur. “Chi ha vissuto quel periodo - sottolinea Romano Valente - non può aver dimenticato le domeniche a piedi, la chiusura anticipata delle trasmissioni televisive e

Oggi Unrae conta su 39 aziende associate, 54 marchi e una rete distributiva di 14 mila imprese per una quota di mercato del 70% dei locali pubblici, i limiti al riscaldamento delle abitazioni, ma soprattutto le pompe di benzina a secco, le targhe alterne e i forti aumenti del prezzo dei carburanti, che raddoppiano nell’arco di 10

mesi”. Tutti questi fattori, seguiti dall’aumento dell’Iva sulle auto sopra i 2.000 cc, fanno sì che il mercato perda un terzo dei suoi volumi per riprendersi solo alla fine degli anni Ottanta. “Tuttavia, le auto estere consolidano la loro presenza in Italia, superando il 30% di quota”. Dagli anni Ottanta a oggi “È proprio in questo nuovo decennio - prosegue Valente - che Unrae interviene per disciplinare il tema delle importazioni di auto giapponesi. Inoltre, con i dati del ministero dei Trasporti, realizza un vero e proprio archivio informatico: nasce così, nel 1988, la Rae ’88 Srl, società di servizi dell’Associazione”. All’inizio degli anni Novanta, nonostante il progressivo aumento del peso fiscale, le auto estere superano il milione di vetture immatricolate. Nel 1997, parte la prima rottamazione di vetture con oltre 10

Mobility champion: le strategie del cambiamento Sarà il promotore della nuova cultura della mobilità, portavoce di una lettura sistemica del settore

“È

arrivato il momento di concepire la figura del ‘mobility champion’, il promotore della nuova cultura della mobilità”, ha affermato il presidente di Unrae Massimo Nordio in occasione dell’incontro del 5 luglio scorso a Roma. Ebbene, come i digital champion sono gli ambasciatori della cultura digitale, così il mobility champion sarà - nella proposta di Unrae - il portavoce di una lettura sistemica del settore, non condizionata da ideologismi o interessi economici di parte: ossia, un soggetto in grado di alimentare una rinnovata cultura della mobilità scevra da pregiudizi e attenta alla coincidenza tra interessi individuali e collettivi. Uno dei ruoli principali da affidare al mobility champion sarebbe quello di “convocazione”, ovvero riunire decisori

e stakeholder per guidare la transizione in atto ed evitare che l’innovazione avvenga in ordine sparso, riproducendo la frammentazione delle policy attuali. Suo, inoltre, sarebbe l’impegno della creazione di “obbligazione sociale” per una mobilità sostenibile in tutti i sensi che riguardi tutti i soggetti della filiera per pianificare le necessarie infrastrutture e orientare le scelte di politica della mobilità verso un’equazione più efficiente per la collettività. Tutto questo in un contesto di mercato che è sempre più orientando a garantire libertà di movimento, qualità della vita, sicurezza e sostenibilità ambientale ma nel quale, sul territorio nazionale, alcuni rilevanti fattori arginano le potenzialità del cambiamento. Tra questi, il ritardo dell’adeguamento delle infrastrutture,

in particolare la rete viaria e i parcheggi (gli stanziamenti sono calati di oltre il 40% negli ultimi sette anni, in ambito sia nazionale che locale) e la vetustà del parco auto circolanti in Italia (oggi l’età media dei veicoli nel nostro Paese supera i 10 anni). A questo proposito, i dati Censis stimano che la sostituzione del parco auto più obsoleto determinerebbe una riduzione della mortalità del 7,3% (il tasso di morti per 1.000 autovetture coinvolte in incidenti con veicoli con più di 11 anni di vita è il triplo di quelli con meno di 2 anni) e farebbe scendere di 10,6 milioni di tonnellate le emissioni di CO2 (i 9 milioni di veicoli più inquinanti emettono ogni anno circa 19,6 milioni di tonnellate di CO2 equivalente).

anni di vita: la vendita di nuove automobili oltrepassa i due milioni all’anno, raggiungendo il record di 2.493.000 vetture nel 2007. Nel 2011 nasce il Centro Studi e Statistiche di Unrae e nel 2014 l’Associazione entra a far parte del Sistan, il Sistema Statistico ­Nazionale. Oggi Unrae è una realtà che conta su 39 aziende associate, con 54 marchi, una rete distributiva di 14.000 aziende, con 160.000 occupati, 40 miliardi di euro di fatturato e una quota di mercato oltre il 70%. Attraverso gli acquisti di componentistica, gli investimenti in ricerca e sviluppo e l’acquisto di beni e servizi, le case estere contribuiscono all’economia italiana per circa 24 miliardi di euro (fonte: ricerca interna Unrae). “L’attività dell’Associazione - chiarisce il direttore - si sviluppa oggi lungo tre principali direttrici: le relazioni istituzionali, per promuovere

i temi del settore che impattano sulla vita delle famiglie quali ambiente, sicurezza, mobilità e fiscalità; i servizi per le proprie aziende associate; un Centro Studi e Statistiche, vero sensore di mercato e fonte di informazioni e analisi per le aziende, la stampa e tutti gli operatori del settore. Da questa prospettiva, l’Associazione guarda al futuro dell’automobile, con piena connettività uomo-macchina-ambiente circostante per una mobilità fruibile. La guida autonoma, già immaginata come fantascienza dalla fine degli anni Cinquanta, è tecnicamente già pronta su molte delle auto estere e, quando sarà, permetterà una guida in totale sicurezza e ad impatto zero. In questo futuro, Unrae continuerà ad essere presente, a coordinare con i suoi associati, con le istituzioni e con le altre componenti della filiera un progresso che non potrà essere fermato”.

Il futuro? Auto connesse, condivise e a impatto zero

N

el luglio scorso, a Roma, Unrae ha presentato ufficialmente alla stampa e alle istituzioni la sua proposta a sostegno di una nuova cultura della mobilità, insieme con gli esiti della ricerca condotta dal Censis “Verso una mobilità 2.0: la gestione del cambiamento”. All’incontro, cui ha presenziato anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, è emersa una priorità su tutte: l’esigenza - sempre più pressante - di una reale sincronizzazione e convergenza di tutti i soggetti che operano nella governance del settore (infrastrutturale, ambientale e regolatoria) sugli epocali cambiamenti in atto in termini di mobilità. L’indagine Censis conferma quanto in realtà quotidianamente si respira fuori e dentro la maggior parte delle città metropolitane: i pendolari (si pensi che sono 11 milioni le persone tuttora risiedenti in aree montane) si affidano sempre più al mezzo proprio; il trasporto pubblico locale soffre di una debolezza cronica che ne limita competitività e capacità di risposta alla domanda degli utenti; pochi italiani (solo il 21%) pensano che, in questi ultimi 5 anni, il Tpl sia migliorato (il 21%): il 45% di essi, infatti, ritiene sia peggiorato. Dall’altra parte, però, si rileva l’impegno del settore auto nella sua globalità, che ha saputo innescare un meccanismo virtuoso di rinnovamento e innovazione sul fronte tecnologia, sicurezza e sostenibilità ambientale delle soluzioni al punto che si stima un abbassamento delle emissioni di CO2 dai 144,3 g/km del 2008 ai 114,8 g/km del 2015. E i nuovi sistemi di sicurezza attiva e passiva hanno contribuito alla riduzione delle vittime di incidenti stradali, da 4.500 dei primi anni Duemila a 3.428 nel 2015. Ma non è tutto. Perché nel frattempo, come ha sottolineato Unrae in occasione del meeting romano, l’esplorazione delle nuove frontiere “zero emission” e “zero accident” sta dando i suoi frutti. Da un lato, infatti, osserviamo il rapido evolversi delle prospettive delle auto elettriche e ibride (sono quasi 28 mila le auto immatricolate nel 2015 per questa categoria, in crescita esponenziale rispetto al biennio scorso, con una quota di potenziali interessati che sale al 65% della popolazione). Dall’altro, proseguono le sperimentazioni della “guida autonoma”, che richiedono - più che un balzo tecnologico ulteriore - un adeguamento infrastrutturale, normativo e della cosiddetta “filiera della responsabilità”.


6 Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

CIDA / Con i suoi 140 mila iscritti è la più grande confederazione di rappresentanza della dirigenza e delle alte professionalità pubbliche e private italiane

Il ruolo dei manager per il futuro del Paese A favore, anche nel settore pubblico, di sistemi retributivi per la classe dirigente sempre più legati a obiettivi e performance

M

anager e dirigenti hanno qualche responsabilità per la crisi economico-strutturale che si è abbattuta in questi anni anche in Italia? “Per troppo tempo abbiamo ritenuto bastasse fare bene il nostro lavoro in azienda: sbagliavamo. Siamo stati timidi nel denunciare, soprattutto come Organizzazione di rappresentanza, comportamenti manageriali e imprenditoriali impropri, politiche inadeguate, processi di deindustrializzazione strisciante, privatizzazioni sbagliate, mancate liberalizzazioni e il prevalere di approcci demagogici e sistemi mortificanti il merito e la responsabilità. Come parte della classe dirigente del Paese potevamo fare di più”. Non scansa gli argomenti scomodi Giorgio Ambrogioni, una lunga storia pro-

fessionale di manager alle spalle e da un anno e mezzo presidente di Cida, la confederazione sindacale che rappresenta unitariamente, a livello istituzionale, dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato (industria, commercio, funzione pubblica, dirigenza medica, Banca d’Italia, agricoltura e ambiente, assicurazioni, università e ricerca, Consob, Terzo Settore, autori e sceneggiatori). Un atteggiamento che, per altro, non ha messo al riparo la categoria, avendo anch’essa pagato il suo tributo alla grande e lunga crisi. “Oggi i dirigenti italiani sono 397 mila, come certifica l’Istat per il 2015 - precisa Ambrogioni - di cui 120 mila nel privato e 277 mila nel pubblico. Nel 2008 eravamo 493 mila: abbiamo perso 96 mila posti di lavoro, prevalentemente nel privato, con

Giorgio Ambrogioni incontra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per il 70° Cida

la conseguenza che mentre nel 2008 le imprese con almeno un dirigente erano l’1,2% del totale delle aziende iscritte alle Camere di Commercio, nel 2015 sono lo 0,7%. Se è vero che, come dimostrano importanti e recenti indagini, managerialità significa più innovazione, più produttività e internazionalizzazione, allora siamo di fronte a un tema che deve vedere impegnati, oltre a noi, anche le imprese e il

Governo”. “Ma detto ciò, e tornando al tema posto, resta il fatto che in questi ultimi anni abbiamo rinunciato a sentirci ed essere classe dirigente del Paese: è ora di recuperare e ci sono spazi e occasioni per farlo, per rilegittimare il nostro ruolo sociale mettendoci al servizio del Paese e delle nuove generazioni con generosità, capacità propositiva e senso di responsabilità”. Tutto ciò, naturalmente, in

un contesto in cui anche il profilo del dirigente e manager è cambiato. “Negli anni Ottanta - sottolinea Ambrogioni - la qualifica di dirigente veniva data con una certa generosità spesso come premio di fine carriera o per fidelizzare un collaboratore. Oggi siamo di fronte a una concezione più élitaria, nel senso migliore del termine, del dirigente. A questa figura si chiedono competenze

Il tavolo dei relatori al 70° Cida (da sinistra Giuseppe Roma, Massimo Mascini, Giorgio Ambrogioni, Marc Lazar, Ludger Ramme)

Italia: deficit di managerialità

C

ida e il suo presidente Giorgio Ambrogioni guardano con attenzione e partecipazione alle grandi opportunità insite nel nuovo programma varato dal Governo riguardo l’Industry 4.0. “Anzi - afferma il presidente - noi lo abbiamo ribattezzato Italia 4.0, poiché la rivoluzione che esso implica è sistemica e coinvolge tutto il Paese in ogni sua articolazione”. L’accelerazione impressa dal ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, “è assai positiva e non ci sorprende, essendo un manager. C’è tutto il nostro appoggio affinché il programma decolli”. Insieme con innovazione e ricerca, sottolinea Ambrogioni, “occorre però che si ponga l’accento anche sulle intelligenze necessarie a guidare questo processo”. Una recente indagine del Cedefop, l’European centre for the development of vocational training, “ha evidenziato che da qui al 2025 l’Italia avrà bisogno di un 29,5% di manager in più, a fronte del 9% degli altri Paesi europei”. Un gap che Cida si augura venga sanato “attraverso una managerialità diffusa, che arrivi fin nelle piccole medie imprese. In Italia solo lo 0,7% delle imprese iscritte alle Camere di Commercio ha un dirigente esterno alla famiglia. È evidente che ci attende una sfida importante per la diffusione di una cultura manageriale - sottolinea il presidente - e noi vogliamo vincerla. Più produttività per noi deve significare più managerialità”. Da qui, anche un impegno che parte sin dall’inizio dei percorsi formativi dei giovani, ovvero la volontà di Cida di mettersi a disposizione, attraverso suoi senior, per sostenere le scuole nel progettare e realizzare efficacemente i percorsi di alternanza scuola/lavoro: “vogliamo fare da ponte con il variegato mondo delle Pmi che merita di essere meglio conosciuto e valorizzato agli occhi dei giovani”.

Evento celebrativo del 70° Cida svoltosi a ottobre

La comunità europea dei manager C’è un insieme di valori che accomuna l’intera classe dirigente a livello europeo, quali etica, esempio personale, people care

L’

Europa scricchiola, ma i manager italiani scommettono su uno spirito unitario, tanto da aver lanciato in occasione del 70° di Cida, a ottobre, il manifesto identitario “Manager per la nuova Europa”, per coinvolgere l’intera classe dirigente europea sulla condivisione di una serie di valori, impegni e proposte utili a sollecitare gli organi di governo Ue a un radicale cambio di rotta. “In ambito Cec European Managers - racconta il presidente Cida Giorgio Ambrogioni - mi sono reso conto che per stare insieme c’è bisogno di motivi più forti che non siano le questioni legate a contratti e stipendi. Abbiamo bisogno di condividere valori e tratti identitari distintivi”.

Un progetto che rischia di essere arrivato troppo tardi dato il vento antieuropeista che ha iniziato a spirare? “Noi speriamo di no - risponde convinto Ambrogioni -. Dobbiamo fare in modo che la Ue non fallisca e a farmi sperare è l’atteggiamento assai positivo con il quale è stato accolto il Manifesto dalle 18 Associazioni Europee aderenti a Cec che hanno deciso di accettare la sfida”. Il documento è articolato in cinque punti, che vanno dalla necessità per i dirigenti europei di lavorare insieme per il bene della comunità, all’accettazione delle sfide del futuro, dall’impegno a combattere le diseguaglianze, alla diffusione dell’etica manageriale. Dalla condivisione di queste proposte, i manager pubblici e privati si

ma soprattutto visione, capacità di gestire conflitti, competenze di leadership valoriale, capacità di essere selezionatore e motivatore dell’asset più importante di ogni azienda, e cioè la risorsa umana. Dunque un ruolo molto delicato e strategico, ma che non basta: al dirigente si chiede di legare, ben più che rispetto al passato, il proprio successo professionale a quello dell’azienda”. È per questo, sottolinea Ambrogioni, “che siamo impegnati perché si affermino sempre di più sistemi retributivi che vedano una presenza importante della componente variabile legata alle performance individuali e ai risultati aziendali. Ovviamente tutto questo deve rispondere a regole del gioco oggettive, trasparenti e coinvolgenti: crediamo molto nei modelli partecipativi. Questo, pur con ampi margini di miglioramento, è in atto da tempo nel settore privato: lavoriamo perché questi principi e queste metodologie si affermino anche nel settore pubblico. Lo stiamo sostenendo con forza nell’ambito dell’iter della riforma della dirigenza pubblica, convinti che la competitività del Sistema Paese passi anche attraverso la valorizzazione di un management pubblico che, autonomo dal potere politico, venga selezionato e valutato sulla base di obiettivi sfidanti, competenze e merito. Vogliamo favorire un giusto processo di contaminazione delle culture manageriali, pubbliche e private: la dirigenza è una risorsa del Paese e siamo impegnati a dimostrarlo con i fatti”.

impegnano a costituire l’Eom, European observatory on management, un osservatorio sulla dirigenza che diventi uno strumento dinamico di conoscenza delle diverse realtà operative, delle normative e condizioni contrattuali e di monitoraggio degli andamenti occupazionali e delle funzioni svolte. L’Eom vuole diventare anche sede di confronto e dibattito e fonte per la comunicazione e lo story telling, al servizio dei manager europei. In particolare, una indagine commissionata dalla Cida ha individuato una forte convergenza verso alcuni valori o pilastri dell’etica manageriale: favorire il people care, cioè esercitare particolare attenzione verso le risorse umane; stimolare una visione di medio lungo termine, in modo da incentivare ogni forma di innovazione; supportare lo sviluppo sostenibile; riconoscere, come valore fondante dei manager, l’etica dei comportamenti e l’esempio personale.


Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

7


8 Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

BLM GROUP / Il Gruppo produce sistemi per la lavorazione del tubo: taglio laser, curvatura, sagomatura, taglio e asportazione alle estremità

Polo di altissima innovazione nella meccanica hi-tech Innovazione e 60 anni di esperienza per un risultato di qualità che parla di made in Italy

L

a responsabilità di un’azienda non può e non deve limitarsi al raggio d’azione del proprio business. Quella dell’imprenditore è una mission di matrice etica, che ruota attorno al valore e alla capitalizzazione del singolo individuo. Ogni azienda è la summa di persone capaci, preparate e aggiornate: sono loro la risorsa prima e i primi destinatari del successo stesso dell’impresa, perché attori di primo piano all’interno di quel processo virtuoso su cui si basa il successo reale dell’impresa. Ne è convinto Pietro Colombo, presidente di Blm Group, che specifica: “È quello che io definisco ‘cultura del noi’, ossia la condivisione di quel patrimonio di competenze che solo se partecipate possono garantire lo sviluppo, l’implementazione e il rinnovamento di ogni traguardo”. Blm Group, con le sue consociate Adige Spa e Adige Sys Spa, è ai vertici mondiali della meccanica nella produzione di macchine per la lavorazione di tubi metallici. Modello vincente di quel “saper fare” tipicamente made in Italy che, soprattutto in questo settore, fa la differenza nel mondo, il Gruppo ha da sempre fatto leva sull’innovazione continua. “Innovazione - chiarisce Colombo - è innanzi tutto creatività, che deve essere individuale ma anche collegiale. Da qui l’importanza di gestire nel modo migliore le risorse umane, perché solo creando un terreno fertile per una squadra forte e motivata si può puntare in alto. Ma innovazione è anche capacità di studiare e realizzare soluzioni sempre nuove e customizzate, in linea con le esigenze di una clientela molto diversificata e sempre più attenta. Solo seguendo questo principio, siamo stati in grado di maturare un altissimo livello di knowhow, ricercando e ‘coltivando’ con cura professionalità qualificate e specifiche nel processo di lavorazione del tubo: dal

Innovazione e qualificazione da leader

L

Taglio laser a 5 assi per tagliare qualsiasi pezzo tridimensionale

taglio laser o a disco alla curvatura, sagomatura. A questo abbiamo scelto di affiancare un ulteriore tratto distintivo e qualificativo per i nostri prodotti: la certificazione di ogni singolo pezzo”. Il risultato? “Oggi siamo in grado di offrire un’ampia varietà di soluzioni dedicate che sviluppiamo attraverso tutte le nostre realtà industriali. Grazie a questa politica, siamo riusciti a registrare negli ultimi 3 anni un tasso di crescita annuo del 17% e ad incrementare le nostre quote di mercato sui principali settori di applicazione: dall’automotive all’aerospaziale, dall’arredamento alle macchine agricole, passando per le grandi opere dell’edilizia strutturale. Ma come garantire in ogni regione del mondo la totalità dell’efficienza dei servizi in modo continuo? “Parliamo la lingua dei nostri partner chiarisce il presidente di Blm - perché con i nostri clienti instauriamo prima di tutto un vero rapporto di collaborazione. E grazie a questo rapporto possiamo anche intervenire nell’immediato e ovunque nel mondo attraver-

Quattro operazioni con una macchina: raddrizzatura, sagomatura, curvatura e taglio

so il nostro avanzato sistema di teleassistenza e diagnosi online. Abbiamo inoltre elaborato un nuovo strumento di collegamento audio-video in rete. Con esso i nostri tecnici vedono fisicamente ma via remoto ciò che l’operatore ha davanti a sé, a bordo

macchina, e possono diagnosticare e risolvere eventuali problemi con puntualità e rapidità”. Ogni cliente, infine, ha accesso a un’area riservata all’interno del website aziendale, in cui può aggiornarsi in merito ai prodotti e alle novità.

eader (è il quarto gruppo nel ranking mondiale del settore) nella progettazione e produzione di macchine e sistemi per la lavorazione dei tubi metallici e di macchine utensili, Blm Group vanta migliaia di applicazioni nei cinque continenti con 7 filiali tra Brasile, Germania, Polonia e Stati Uniti, Regno Unito, Messico e Cina. Alla capogruppo, specializzata nella produzione di macchine curvatubi, sagomatubi e relativi dispositivi di integrazione e automazione, si affiancano le realtà di Adige Spa - specializzata nella realizzazione di impianti di taglio laser e taglio a disco di tubi, pieni e profilati - e Adige Sys Spa, il cui core business è la produzione di sistemi “misti” di taglio laser per tubo e lamiera, impianti per la lavorazione laser di tubi di grandi dimensioni e linee di taglio e asportazione alle estremità per tubi e barre. Sono oltre 500 i dipendenti complessivi in Italia, per lo più ad altissima qualificazione tra tecnici, diplomati in automazione dei processi meccatronici e laureati in ingegneria meccatronica, meccanica, elettronica, informatica, fisica. Fondata nel 1960, Blm ha fatto dell’innovazione continua il motore del proprio successo. Strutture di vendita e assistenza locali garantiscono in ogni angolo del pianeta l’elevato valore aggiunto di questo made in Italy tecnologico che alimenta il proprio processo di crescita in stretta partnership con il cliente. Oggi il Gruppo investe oltre il 7% del proprio fatturato in R&S. Fatturato che, a fine 2015, è salito a quota 250 milioni di euro, l’85% dei quali è il risultato di commesse estere. E proseguono gli investimenti per fare di Cantù e Levico Terme due poli di eccellenza nella meccanica hi-tech.

All in one: Curvatura e laser

Azienda e formazione, in aula e online Il Gruppo favorisce l’integrazione scuola-impresa proponendo corsi in eLearning ed eTraining, accanto alla pratica sui macchinari

L

e aziende italiane hanno bisogno di nuove leve. Ma alla domanda di figure professionali specializzate, purtroppo, spesso non corrisponde una risposta adeguata. Per questo Blm Group si fa anche promotore di iniziative volte a rafforzare il legame scuola-impresa, affinché il sistema italiano della formazione possa tarare i propri asset su ciò di cui realmente il mercato necessita. “Serve un nuovo metodo di insegnamento che si fondi sulla capacità di trasmettere rispetto delle regole, ma anche entusiasmo, motivazione e i dettami di quella cultura dell’individuo e della reciprocità in cui noi crediamo da sempre”, spiega Pietro Colombo. Per raggiungere questi obiettivi, indispensabile è favorire anche una maggiore integrazione tra i due sistemi, scuola-impresa, tutt’al-

tro che disgiunti, anzi complementari e indissolubilmente legati. Ma non è tutto, perché la formazione è un vero cardine della filosofia del Gruppo. Ecco perché Blm mette a disposizione della propria clientela anche una serie di servizi aggiuntivi mirati a divulgare la conoscenza. Con “eLearning” sono online a disposizione lezioni audio-video per acquisire le competenze necessarie al funzionamento dell’impianto e alla sua programmazione, con relativi test di verifica del grado di apprendimento raggiunto. “eTraining” consente di approfondire argomenti specifici Cad-Cam attraverso web conference in cui allievo e docente sono in collegamento audio e condividono il video formativo. Modalità tradizionale, infine, per i corsi che approfondiscono i concetti base della lavorazione,

Curvatubi fino a un diametro di 52mm destra e sinistra

del funzionamento e della programmazione degli impianti: si svolgono presso le sedi Blm e sono corredati di aule attrezzate per le prove pratiche su macchinari.


Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

10

gu 20 lati on (EU) 461/

Re

GARAGIST 1ST CHOICE

Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

Mobility Power Solutions

9


10 Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

VOLKSWAGEN / Nel futuro del gruppo tedesco trova sempre più spazio la mobilità a zero emissioni, ma non solo. Intanto si rinnova la linea dei Suv e delle citycar

Sostenibilità, guida autonoma e connettività Il concept I.D. presentato al Salone di Parigi è la base della strategia per diventare, a livello mondiale, leader tra le auto elettriche

S

ostenibilità intelligente; guida automatica; usabilità intuitiva; una community sempre connessa. Sono questi i quattro grandi pilastri della vision del futuro a firma Volkswagen. Vision che punta al 2020 per il lancio della serie derivata dalla I.D., la concept car elettrica presentata allo scorso salone di Parigi, con un obiettivo al 2025 per conquistare la leadership dell’elettrico full automation (completamente automatizzato) a livello mondiale con il target di un milione di auto elettriche vendute all’anno. Obiettivi ambiziosi, certo, ma le premesse ci sono tutte. Il design non dà spazio a equivoci: la I.D. è riconoscibile immediatamente come “Zero emission vehicle”. Il motore elettrico da 170 Cv (125 kW) - partendo con batteria completamente carica - è in grado di percorrere fino a 600 chilometri. E in versione I.D. Pilot - toccando il logo VW sul volante, a regolazione e abbassamento elettrici, esso rientra nella plancia, formando un unicum con il cockpit mediante accoppiamento geometrico - l’auto viaggia in modo completamente automatizzato: tecnologia che, dal 2025, Volkswagen annuncia sarà

di serie. La I.D. nasce come auto che coniuga mondo digitale “always on”, concept di trazione elettrica e, a richiesta, guida completamente automatizzata. Il concept pone al centro di tutto la persona e sintetizza tutta una serie di soluzioni che consentono al guidatore di non distogliere mai l’attenzione dalla strada. Il classico posto di guida è, a tutti gli effetti, un centro interattivo all’interno di un ambiente elegante, accogliente e flessibile: “Open Space”, dotato di funzionalità chiare e intuitive per aprire a un’esperienza della mobilità senza precedenti. Il prototipo è nato sulla base della nuova architettura “Meb”, acronimo in lingua tedesca per “pianale modulare per veicoli elettrici”: concepito per la trazione esclusivamente elettrica. L’architettura del sistema di trazione, con motore elettrico sull’asse posteriore e batteria ad alta tensione nel pianale della vettura, regalano più spazio, luminosità e flessibilità di quanta ne sia mai stata offerta da una vettura con lunghezza di poco superiore a quattro metri. Ma come si crea una community Vw? Semplice. La I.D. sa già chi la sta guidando, per-

ché in futuro chi acquisterà un’auto Volkswagen riceverà - appunto - un id personale, in cui sono memorizzati i parametri distintivi del pilota: regolazioni dei sedili e della climatizzazione, stazioni radiofoniche e brani preferiti, impostazioni del sound system, ma anche configurazione del sistema di navigazione e tipo di illuminazione ambiente, nonché i contatti di amici e partner professio-

nali. Il profilo è richiamato tramite Cloud, ed ecco che la I.D., tramite lo smartphone (ovvero la digital key) del legittimo utilizzatore, riconosce la persona che si mette al volante. Tramite Home-Net, inoltre, in futuro sarà possibile collegare in rete la propria auto e la propria abitazione, così se qualcuno dimentica le chiavi di casa, sarà possibile - posizionando il volto davanti

alla telecamera esterna della propria casa - con una chiamata trasmettere dalla I.D. l’immagine all’Active Info Display e il guidatore aprirà la porta di casa tramite app. Infine, come l’esperienza europea tra Helsinki e Lisbona già insegna, grazie alla I.D. si potrà anche rispondere a un’esigenza innovativa della supply chain. Volkswagen sta infatti attualmente collaborando alla realizzazione di

un innovativo concept con società internazionali di logistica per sviluppare il servizio di consegna “a bagagliaio”. Ossia, tramite tracking Gps il corriere localizza la posizione dell’auto e riceve allo stesso tempo tramite app un’autorizzazione temporanea per l’accesso al bagagliaio: non appena la consegna è stata effettuata e il bagagliaio è di nuovo chiuso, il proprietario riceve la relativa notifica tramite app o e-mail. Più corta della Golf, con un passo simile a quello della Passat, la I.D. cinque porte misura 4.100 mm di lunghezza (155 mm in meno di una Golf), 1.800 mm di larghezza e 1.530 di altezza. Tra la zona frontale e quella posteriore il passo raggiunge l’interessante quota di 2.750 mm: nonostante la lunghezza esterna più contenuta, si tratta quindi di ben 130 mm in più rispetto alla Golf. Ecco, dunque, che propulsione, spazio e comfort diventano i temi principali su cui la I.D. comincia a costruire una nuova pagina della storia dell’automotive: esattamente come, settant’anni fa, il Maggiolino e, quarant’anni fa, la prima Golf, due tra le auto di maggior successo nel mondo.

Tiguan, tecnologia e sicurezza sono standard a tutti i livelli La versione 1.6 Tdi Turbodiesel arriva per la prima volta in Italia e completa la gamma del Suv compatto che porta tecnologie di classe superiore anche nel segmento C

A

Nuova up!, se serve frena da sola

G

uida autonoma e utilizzo intuitivo sono il futuro di Volkswagen. Ma anche il presente. Già oggi infatti, su tutte le versioni della nuova up!, è di serie il City Emergency Brake, un primo passo nella guida autonoma. Fino a 30 km/h, è in grado di arrestare l’auto autonomamente, quando la situazione lo richiede. Preserva dai tamponamenti e altre situazioni frutto di banali distrazioni. Ne giova la sicurezza, quindi, come nel caso del Composition Phone, anch’esso di serie su tutte le up!: permette di integrare il proprio smartphone nell’infotainment di bordo. Il telefono diventa così anche navigatore, con il plus del riconoscimento della scrittura: scrivendo con il dito sul display, si richiamano destinazioni, contatti o playlist. Un sistema facile, intuivo e che riduce le distrazioni. La dotazione standard, completa, comprende anche le luci diurne a Led e indicatori di direzione integrati negli specchietti retrovisori, gli ingressi Usb e Sd. Dalla move up! ci sono poi cruise control e sensori di parcheggio, la top di gamma high up! aggiunge i cerchi in lega da 15” e i retrovisori riscaldabili elettricamente. Ampio il capitolo motori. e-up! è la 100% elettrica, e ci sono poi i benzina da 60 e 75 Cv oltre al nuovo Tsi turbo da 90 Cv. Non manca la eco up! con motore a metano da 68 Cv.

ll’interno della gamma Volkswagen, la nuova Tiguan, seconda generazione del modello, rappresenta la massima espressione in fatto di connettività e sistemi di assistenza alla guida. In questo senso anticipa il futuro delineato dalla I.D. e oggi, su tutta la gamma, si può davvero sperimentare una guida definibile semiautonoma. Dalla versione top biturbo Diesel Tdi 240 Cv alla 1.6 Tdi da 115, novità esclusiva per l’Italia, nell’allestimento di serie sono compresi dispositivi di assistenza che permettono all’auto di effettuare manovre in assoluta autonomia. Come il Lane Assist che, grazie a una telecamera che monitora la strada, riesce a mantenere la vettura all’interno della carreggiata intervenendo attivamente sullo sterzo in caso di necessità. Sempre standard su tutte le Tiguan, il Front Assist con riconoscimento dei pedoni, invece, è in grado di percepire quando la distanza di sicurezza dal veicolo che precede diventa critica e, dopo avere avvisato il guidatore con segnali ottici e acustici, in assenza di reazioni, attiva una frenata di emergenza per arrestare l’auto. Già la combinazione di questi due dispositivi fornisce un supporto notevole al guidatore, che diventa guida semiautonoma se si somma la funzionalità dell’Acc, il cruise control adattivo, di serie dal secondo livello di allestimento, il Business. Basato su radar, è in grado di mantenere la velocità impostata dal guidatore adattandola a quella dei veicoli che precedono, gestendo quindi la distanza di sicurezza. In caso di necessita l’Acc frena attivamente la vettura fino ad arrestarla e, in abbinamento al cambio automatico, la fa ripartire quando il veicolo che precede riprende la marcia. Una funzione quest’ultima che risulta preziosa quando si procede incolonnati nel traffico. Altrettanto ricco è il pacchetto soluzioni che permettono alla nuova Tiguan di essere sempre connessa. Grazie ad App-Connect, di serie su tutta la gamma italiana, è possibile integrare i dispositivi Apple e Android che possono essere così gestiti direttamente dallo

schermo del sistema di infotainment. Inoltre, grazie a Apple CarPlay e Google Android Auto, i Clienti possono ascoltare musica in streaming, utilizzare Google Maps o Apple Mappe come sistema di navigazione, o ancora interagire con i social network attraverso gli assistenti Siri o Google Now, quindi senza mai distrarsi dalla guida. Un ulteriore passo per restare sempre connessi è il Car Net, ovvero la possibilità di sfruttare servizi on line che permettono anche di gestire alcune funzionalità dell’auto da remoto o di inviare richieste di soccorso semplicemente agendo su un tasto. Tutte queste tecnologie, mutuate dalla classe superiore, vengono in un certo senso democratizzate su Tiguan perché sono presenti o disponibili anche in varianti come quella di accesso Turbodiesel Tdi 1.6. Questo motore è un’esclusiva italiana che permette al Suv Volkswagen di entrare in una fascia di mercato che non l’aveva mai vista tra le protagoniste. Con 115 Cv e una coppia di 280 Nm offre prestazioni e guidabilità di buon livello sommati a costi di gestione contenuti e a tecnologia e sicurezza Volkswagen.


Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

11

COBO / Dagli Anni 50 realizza componenti per macchine agricole e movimento terra, veicoli industriali, macchine per il sollevamento, motociclette premium e supercar

Un sistema in continua evoluzione tecnologica Negli anni ha acquisito aziende specializzate e know-how, per costruire un ecosistema completo al servizio della clientela

C

obo fin dalla sua fondazione, risalente ai primi anni Cinquanta, ha basato la sua crescita su tre fattori principali: prodotti tecnologicamente avanzati, servizi evoluti oltre il semplice rapporto commerciale, espansione continua nei mercati internazionali. Avendo identificato da subito come mercato di riferimento quello dei veicoli off-highway, caratterizzato da elevate aspettative per le prestazioni ma da quantità decisamente inferiori rispetto al mercato tradizionale automotive, l’espansione è avvenuta attraverso l’acquisizione e l’integrazione di aziende complementari per prodotto ma con gli stessi clienti finali. Questa strategia ha generato il concetto di “sistema”, ovvero una serie di prodotti integrati e connessi fra loro attraverso il cablaggio. Ciò richiede anche un efficiente sistema di assistenza tecnica fin dalla progettazione e una vasta gamma di prodotti di alta qualità e con tecnologia evoluta. I punti cardine per consolidare questa strategia sono diventati innovazione, flessibilità, specializzazione e servizio, competitività e internazionalizzazione. Riguardo all’innovazione, ogni linea di prodotto deve presentare caratteristiche innovative e utilizzare tecnologie di nuova generazione. La flessibilità consente una gestione molto flessibile del processo produttivo, che resta comunque solido e garantisce una qualità elevata. Specializzazione e servizio permettono allo staff tecnico di lavorare in modo continuativo con il cliente nello sviluppo di nuovi prodotti e di offrire il proprio specifico know-how. Il controllo dei processi e l’integrazione verticale garantiscono il controllo del rapporto prezzo qualità nel segno della competitività. Non da ultimo, l’internazionalizzazione è necessaria per garantire ai clienti che hanno siti pro-

Sede Cobo a Leno (Bs)

Presenza in oltre 60 Paesi nel mondo

I

l processo di internazionalizzazione di Cobo è passato e passerà attraverso la costituzione di varie filiali, in alcuni casi produttive, in altre di assistenza tecnico commerciale in varie zone del mondo. Il concetto fondamentale è quello di restare vicino ai clienti che si sono a loro volta globalizzati. Si tratta quindi di produrre componenti e/o servizi dedicati al mercato locale. Le filiali, anche produttive, sono attualmente negli Stati Uniti, in Romania, in Cina. Sta partendo quella in Brasile e si sta lavorando alla costituzione di quella indiana. Vi sono anche filiali non produttive ma di supporto tecnico commerciale in Francia, Germania, Hong Kong e Australia. Cobo è presente oggi in oltre 60 Paesi fuori dall’Italia e quindi la strategia non è tanto quella di aprire nuovi mercati, quanto quella di consolidare e ampliare quelli esistenti attraverso la vicinanza ai clienti, e quindi la possibilità di offrire servizi e soluzioni globali oltre la semplice fornitura di prodotti

duttivi in diversi punti del mondo il livello di servizio tecnico, logistico e commerciale più adeguato. A questi fattori tradizionali se ne sta aggiungendo uno nuovo che sta già influenzando il mercato in maniera determinante: è l’offerta di servizi aggiuntivi abbinati ai prodotti. È innegabile che l’era delle app abbia aperto una nuova frontiera anche in mercati tradizionali come quello delle macchine agricole o delle macchine movimento terra. Alla base di ogni sistema produttivo vincente deve esserci una solida struttura per il controllo qualità. Oltre alle certificazioni tradizio-

Scheda elettronica per strumenti made in Cobo

clienti. La camera oscura è certificata da Tüv. Ciò garantisce tempi molto ridotti per ottenere le omologazioni della fanaleria. I laboratori dispongono anche di attrezzature in grado di effettuare test di pre-compliance della Emc, la compatibilità elettromagnetica. L’integrazione verticale molto spinta garantisce il controllo di tutti i processi e del tempo di sviluppo dei nuovi prodotti. Nell’ambito dell’elettronica, la possibilità di sviluppare e produrre

software e hardware internamente garantisce una consistente flessibilità e la possibilità di apportare modifiche importanti in corso d’opera ai progetti e in tempi relativamente brevi. Per sostenere questa strategia è necessario un aggiornamento continuo della gamma di prodotti, che sono alla base del concetto stesso di “sistema”. Da questo punto di vista, Cobo è un’azienda unica nel suo genere, perché nessun altro concorrente ha a disposizione un ventaglio di prodotti così ampio, con contenuti tecnologici di così alto livello, concepiti, sviluppati, realizzati, prodotti e testati in casa. Il mercato di riferimento è quello delle macchine agricole, delle macchine movimento terra, dei veicoli industriali, del sollevamento, delle motociclette premium e delle supercar. Il concetto di sistema si articola su cinque linee di prodotto principali: elettromeccanica, meccanica, elettronica, strumenti e display, sistemi cablati sia di tipo tradizio-

nali alcune linee di prodotto hanno ottenuto anche la certificazione Iso Ts tipica delle aziende automotive. Una parte considerevole del fatturato è costantemente investita in ricerca e sviluppo. I laboratori interni rappresentano un altro punto di forza in grado di validare tutti i prodotti secondo specifiche interne oppure fornite dei

Led, display Tft, effetto Hall per gli interruttori, servizi web customizzabili, geo localizzazione, misurazioni tramite app evoluzione della tecnologia e l’implementazione di servizi abbinati a prodotti sono le altre due aree, oltre al processo di internazionalizzazione, su cui Cobo sta investendo per consolidare la propria posizione di leadership e per affrontare le sfide future del mercato. Cobo utilizza già da anni tecnologie evolute per i propri prodotti, come varie tipologie di led, display Tft sugli strumenti (è stata la prima al mondo ad applicare questa tecnologia a un main cluster per moto), l’effetto Hall applicato agli interruttori, che possono arrivare a milioni di cicli di funzionamento. Per quanto riguarda i servizi invece, la novità più recente è il sistema Cobo

nale che di tipo canbus. In alcuni casi Cobo è stata fra i pionieri a livello mondiale nell’applicazione di tecnologie evolute nel mercato di riferimento: per esempio per i proiettori a led applicati alle macchine agricole e per la tecnologia Tft sui cruscotti delle motociclette. Per il business futuro, il Gruppo si sta concentrando sulla localizzazione, sullo sviluppo di nuovi servizi a supporto dei prodotti e sulla prosecuzione dell’evoluzione tecnologica.

Dark room certificata Tüv per l’omologazione dei fanali in Cobo

Soluzioni all’avanguardia

L’

Pioniere a livello mondiale nell’applicazione di tecnologie evolute

Intouch, che mette in comunicazione i componenti Cobo con una interfaccia web, dinamica, multilingue e customizzabile con loghi e colori diversi. Le applicazioni si hanno in molti campi differenti, dall’agricoltura alle macchine movimento terra ai veicoli municipali. Le principali funzionalità sono la geo-localizzazione, il monitoraggio e la diagnostica in tempo reale, l’aggiornamento dei software da remoto, il datalogger l’analisi dei dati e delle statistiche. L’obiettivo è quello di fornire agli utenti degli strumenti utili a misurare la performance del proprio lavoro e a trovare le soluzioni per incrementarla ove necessario, dotandoli di

app e di interconnessione permanente. A questa tipologia appartengono anche il sistema denominato Sentinel per prevenire ribaltamenti accidentali e situazioni di pericolo per le macchine agricole (ad esempio, quando lavorano nei vigneti collinari) e i sistemi di teleassistenza in grado in alcuni casi di evitare l’intervento dei tecnici sul campo in caso di problematiche. “Con la diffusione del precision farming, cioè la guida autonoma attraverso i satelliti, che è già realtà in alcune colture e su alcune macchine di alta gamma - sottolinea il vice presidente di Cobo, Carlo Linetti -, i servizi attivabili dalla cabina, dove gli operatori avranno sempre meno attività pratiche da fare ma ci dovranno comunque essere per questioni di sicurezza, e la connettività diventeranno sempre più importanti nel mercato del futuro, anche sui veicoli off road”.


12 Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

UNIMORE / Compiuto a settembre il primo passo presso il Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

In arrivo l’Academy internazionale del veicolo Sono in corso i lavori per la realizzazione di un centro di ricerca e sviluppo della “Motor Valley” italiana

I

l prossimo obiettivo è l’Academy del veicolo. Già da alcuni mesi Unimore - Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, con il determinante interessamento del rettore Angelo O. Andrisano, è al lavoro per la realizzazione di un centro di ricerca e sviluppo della “Motor Valley” italiana, la cui missione è quella di raccogliere le migliori pratiche del settore pubblico e privato, in campo automotive. “L’obiettivo del progetto commenta il rettore Unimore professor Angelo O. Andrisano - è quello di formare gli studenti nel contesto di un’Academy di livello internazionale, in grado di accogliere allievi e docenti da tutto il mondo interessato allo sviluppo della mobilità e di caratterizzare la formazione attraverso metodologie che prevedano anche la progettazione e la realizzazione di un concept all’interno di spazi appositamente attrezzati nel campus di Ingegneria”. Un primo passo è stato fatto. Nel mese di settembre è stato infatti inaugurato presso il Dief - Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”, il laboratorio di ricerca multidisciplinare Academy con competenze in progettazione meccanica, analisi strutturale dei telai, motori ad alta efficienza e motori elettrici, elettronica, tecnologie meccaniche, materiali innovativi, aerodinamica. “Il progetto dell’Academy del veicolo - continua il Rettore - va ad integrarsi con una serie di altre iniziative in campo automotive che coinvolgono Unimore già da diversi anni sia dal punto di vista delle collaborazioni con aziende di spicco del settore che da quello delle competizioni, come nel caso della Formula Student”. Dalla collaborazione tra Ferrari Spa e il Dief è nato nel 2009 il laboratorio “Millechili”, con l’intento di studiare nuovi materiali e sviluppare nuove metodologie di simulazione per il contenimento

della massa dei telai della Ferrari e garantire elevate prestazioni unite a una maggiore sicurezza. L’impiego di materiali fibro-rinforzati (fibre di vetro, carbonio), alternativi a leghe metalliche, per la progettazione di componenti automotive sempre più leggeri, rappresenta una delle tematiche ricorrenti del laboratorio. “La verifica a crash di alcuni sottoinsiemi del telaio o dell’intero veicolo - aggiunge il professor Andrea Baldini, responsabile del laboratorio ‘Millechili’ - vengono inoltre implementate a calcolo e validate sperimentalmente per prevedere i meccanismi di danneggiamento ed il loro cedimento al fine di salvaguardare i passeggeri”. La formazione di giovani laureandi e dottorandi, sotto la guida del professor Baldini, con il supporto di alcuni docenti universitari e di ingegneri Ferrari, continua a consentire la valorizzazione di nuove competenze. Dalla fondazione del laboratorio hanno conseguito il dottorato di ricerca 10 ingegneri, quattro sono in corso e più di 80 studenti hanno svolto la loro attività di tesi. Il laboratorio aderisce inoltre ad alcuni programmi di mobilità internazionale, da ultimo quello attivato con il Trinity College di Dublino. Sempre dalla collaborazione tra Ferrari Spa e il DIEF, un anno dopo la fondazione di “Millechili”, nel 2010, ha preso vita Laboratoriorosso, nato come uno spazio per la formazione avanzata e la ricerca applicata nel settore dell’analisi termo-fluidodinamica di motori ad alte prestazioni. Fin dal debutto, al suo interno si sono alternati una dozzina tra studenti laureandi, studenti del dottorato di ricerca e ricercatori, impegnati nello sviluppo di metodologie e soluzioni tecniche innovative per motori sia da Gran Turismo che da Formula 1, sotto la responsabilità scientifica del professor Stefano Fontanesi. “Le nostre ricerche - dichiara

Formula Student, il gruppo di Unimore che ha vinto il premio “Most Innovative Powertrain System”

Esempio di cella robotizzata per la saldatura di un sottogruppo telaio

Telai automotive e automazione

Q

uando a Modena si parla di soluzioni produttive per le aziende del settore del veicolo si passa necessariamente anche per l’attività del gruppo di ricerca guidato dal professor Francesco Leali di Unimore. L’automazione dei processi nell’industria automotive ha da sempre ricoperto un ruolo fondamentale per garantire qualità e costanza delle prestazioni del prodotto. E così metodi di analisi e tecniche di simulazione volte al miglioramento della progettazione delle linee di produzione dei telai automotive sono tra le principali attività di ricerca seguite dal suo gruppo di ingegneri. Grazie alla solida collaborazione con SIR Spa, azienda modenese specializzata nell’integrazione di soluzioni industriali robotizzate che vanta applicazioni in tutto il mondo, il gruppo di ricerca ha maturato una forte esperienza nell’integrazione del processo di progettazione con strumenti di analisi, simulazione e programmazione di linee robotizzate. “In particolare - commenta il professor Leali - l’impiego di software dedicati alla simulazione dei processi di saldatura robotizzata permette di validare le scelte progettuali in funzione dei vincoli di processo relativi ai giunti saldati del telaio. L’uso di modelli virtuali del telaio consente di definire con esattezza i percorsi di saldatura verificando l’accessibilità rispetto alle maschere di fissaggi. Inoltre, tale approccio consente di generare le istruzioni per la movimentazione dei robot industriali, spostando parte del processo di programmazione sul calcolatore, riducendo i tempi e i costi per la messa in servizio del sistema”.

La competizione è anche in pista Dal 2003 Unimore partecipa a Formula Student e ha vinto nel 2016 il premio “Most Innovative Powertrain System”

A

utomotive non è però solo progettazione e produzione, ma anche competizione. È dal 2003 infatti che Unimore partecipa a Formula Student, un’iniziativa che oggi coinvolge attivamente oltre un centinaio di studenti e una decina di docenti dell’ateneo. In quell’anno, la Facoltà di Ingegneria di Modena, oggi Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”, aveva appena attivato la laurea magistrale in Veicolo, attirando studenti appassionati di auto e moto da ogni parte d’Italia. Non stupisce quindi più di tanto che un gruppo di loro abbia deciso di raccogliere Gli studenti del Laboratoriorosso al lavoro

il professor Fontanesi - spaziano dall’ottimizzazione fluidodinamica dei sistemi di aspirazione, scarico e delle camere di combustione, all’analisi dei processi di iniezione del combustibile e del suo miscelamento con l’aria, dall’analisi del processo di combustione e di fenomeni di combustione anomala allo sviluppo di nuovi concetti di combustione, dall’utilizzo di combustibili non convenzionali alla produzione di inquinanti e alle tecnologie atte a limitare l’impatto ambientale

l’invito della Sae, la maggiore associazione mondiale di tecnici che operano in ambito automotive, a progettare e costruire una monoposto, con cui gareggiare in una competizione assieme ad altre Università. Una manifestazione che non mira a mettere in luce le capacità dei piloti, ma piuttosto la competenza degli studentiprogettisti. Proprio nel 2016 è arrivato per il team More Modena Racing del Dief un grande riconoscimento in una gara disputata ad Hockenheim, in Germania, dove ai ragazzi - guidati dai loro faculty advisor, i

dei motori”. Recentemente, le attività sono state estese a tematiche di ibridizazione efficiente del powertrain, di gestione motore intelligente in ottica di riduzione dell’impatto ambientale, di modellazione e gestione dei sistemi di aftertreatment. Ad oggi sono oltre 40 gli studenti laureati nel Laboratoriorosso, la maggior parte dei quali è attualmente impiegata con ruoli tecnici di primo livello presso le più prestigiose aziende automotive del territorio regionale.

professori Enrico Mattarelli e Matteo Giacopini - è stato assegnato il premio “Most Innovative Powertrain System”. “Capita raramente nella vita di fare cose nelle quali passione e razionalità si fondano in modo così perfetto da rendere indistinguibile l’una dall’altra - dichiarano congiuntamente i professori Mattarelli e Giacopini - La Formula Student, per come è vissuta a Modena, è una di queste cose. Il risultato di quest’anno è ancor più significativo se consideriamo il livello altissimo della concorrenza: tra i quattro finalisti era presente un team austriaco che presentava un motore sviluppato in collaborazione con il reparto corse di Mercedes, Amg”. Dal 2017 Unimore prenderà parte anche alla Motostudent, competizione a due ruote aperta a tutte le università del mondo.


Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

13

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO / Da oltre 25 anni i ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Industriale lavorano su sistemi di trasporto innovativi

Sempre in prima linea per la mobilità sostenibile Ricerca e trasferimento tecnologico sono attività da tempo consolidate nell’ambito dei programmi europei e nazionali

I

trasporti rappresentano a livello globale di gran lunga il settore più energivoro: i dati dell’Energy International Agency dell’Onu (Eia) e del Department of Energy (DoE) statunitense evidenziano come la mobilità di merci e persone copra oltre il 38% del consumo mondiale di energia, contro il 33,5% del settore industriale, il 12% di quello commerciale e il 16,5% di quello residenziale. Ma il settore dei trasporti ha un altro primato negativo: è il settore con la più bassa efficienza nella trasformazione dell’energia primaria in energia utile, con un valore minore del 25%, contro circa il 60% degli altri tre settori. La diretta conseguenza di questo quadro è l’impatto in termini di emissione di CO2, che vede ancora una volta primo il settore dei trasporti. La crescente richiesta di domanda di mobilità, concentrata principalmente nelle nuove megalopoli dell’area asiatica, e l’impatto negativo sulla salute e sul clima delle emissioni connesse ai trasporti, rende evidente della necessità di individuare soluzioni sostenibili: la “mobilità sostenibile” è il nuovo paradigma che ispira - almeno nelle intenzioni - gli interventi di tutti i Paesi nel settore dei trasporti. La sostenibilità nel settore dei trasporti coinvolge una molteplicità di aspetti, da quelli sociali a quelli economici, fino a quelli tecnologici, richiedendo un approccio multidisciplinare ed è proprio in tale ottica che si collocano le azioni di supporto alla mobilità che l’Italia e l’Europa stanno promuovendo. In particolare, l’Europa ancora una volta si è posta come soggetto socioeconomico leader a livello mondiale nel promuovere e perseguire obiettivi di sostenibilità economica, sociale e ambientale. Proprio la ricerca di soluzioni che in modo equilibrato tengano in conto dei tre obiettivi alla base della sostenibilità dà un particolare valore alla politica europea nel settore della mobilità sostenibile. Tra queste, di particolare interesse sono le azioni di supporto alla mobilità elettrica, ai veicoli ibridi e alla realizzazione di infrastrutture che supportino la diffusione di soluzioni a più basso impatto. Nel settore della mobilità elettrica, sebbene le tecnologie di base siano note e

spesso ben affermate, molto spazio vi è nella individuazione di nuove soluzioni e rilevante è il ruolo e la responsabilità che ha il sistema di ricerca. Ciò è ben evidenziato nei piani pluriennali di investimento del programma Horizon 2020 della Commissione Europea che, nella totalità di azioni a supporto della mobilità sostenibile, assegnano un ruolo rilevante alle università e ai centri di ricerca europei. L’integrazione e il trasferimento delle competenze dalle università e centri di ricerca verso le aziende è ancora più opportuno in un sistema industriale come quello italiano, che si basa principalmente su Piccole e Medie Imprese (Pmi). La rivoluzione in atto nel settore automotive verso la mobilità elettrica fa sì che componenti - fino ad oggi accessori dei veicoli tradizionali - prodotti da Pmi fornitrici della grande industria automobilistica - stiano diventando l’elemento centrale dei nuovi veicoli: motori elettrici, sistemi elettronici di bordo, elettronica di potenza, batterie sono, infatti, il nuovo cuore delle vetture di domani. Tali aziende non sono spesso strutturate per sostenere né i crescenti livelli di produzione né, soprattutto, i costi legati alla ricerca di nuove soluzioni che possano aumentarne la competitività sul mercato globale e proiettarle da protagoniste nel nuovo mercato della mobilità elettrica. L’Università degli Studi di Salerno, il primo ateneo del Centro Sud secondo la classifica annuale de Il Sole 24 Ore e tra i primi 100 atenei al mondo per il 2016 secondo l’Academic Ranking of World Universities in Engineering, Technology and Computer Science, ha da tempo consolidato il suo ruolo nel settore delle tecnologie per la mobilità sostenibile, promuovendo attività di ricerca e azioni di trasferimento tecnologico. I ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Salerno (DIIn) afferenti al gruppo di ricerca di Sistemi Elettrici per l’Energia e i Trasporti, coordinato da Antonio Piccolo, sono da oltre 25 anni promotori di progetti nell’ambito della mobilità intelligente e dei sistemi di trasporto a propulsione elettrica, sviluppati in collaborazione con centri di ricerca nazionali ed europei e con aziende ed end-user. In particolare, il

Veduta aerea del Campus di Fisciano dell’Università di Salerno

Il veicolo elettrico laboratorio del DIIn

DIIn è impegnato in attività di ricerca per la valutazione preventiva e la mitigazione dell’impatto sulla rete di distribuzione dell’energia elettrica dei sistemi di ricarica installati in aree residenziali e in nodi attrattori dei flussi di mobilità, come centri di servizio, università, centri commerciali, nodi di interscambio modale, e così via. Le attività scientifiche sono sviluppate nell’ambito di programmi di ricerca europei e nazionali e hanno come obiettivo quello di realizzare sia modelli e procedure utili alla pianificazione e alla progettazione di sistemi di ricarica, sia dimostratori e progetti pilota da realizzare con il contributo di amministrazioni pubbliche e soggetti privati ai quali, senza oneri, i dimostratori saranno messi a disposizione al termine del progetto. Il gruppo di ricerca del DIIn collabora con le Pmi nella progettazione, prototipazione e testing di veicoli elettrici con sistemi di accumulo ibrido (batterie e superconsensatori), mentre è in fase di avvio nell’ambito di una collaborazione internazionale un progetto relativo alla gestione dei flussi di potenza in veicoli elettrici alimentati da sistemi ibridi fuel-cell e batteria.

Nuove strategie a partire dal veicolo-laboratorio elettrico Sono coinvolti la quasi totalità dei docenti e oltre 100 tra dottorandi e assegnisti afferenti ai 28 settori scientifico-disciplinari di Ingegneria Industriale, di Chimica, di Fisica e di Informatica

P

er lo sviluppo delle ricerche nel settore dei veicoli elettrici, il laboratorio di “Sistemi Elettrici” - Sistemi Intelligenti e Soluzioni Telematiche per l’Energia, la Mobilità e gli Impianti Elettrici - del DIIn si è dotato di un veicolo-laboratorio elettrico progettato per implementare strategie di controllo dei flussi di potenza in architetture ibride finalizzate all’efficienza energetica e tecniche di eco-driving. Più in generale, la intrinseca multidisciplinarità delle tematiche tecniche, ambientali e gestionali relative alla mobilità sostenibile sono supportate nel DIIn da gran parte dei 87 docenti e dagli oltre 100 tra dottorandi e assegnisti di ricerca a afferenti ai 28 settori scientifico-disciplinari dell’Ingegneria Industriale e delle materie di base della Chimica, dell’Informatica, della Fisica e Matematica del Dipartimento. Inoltre, una rete di 72 laboratori con strumentazione di avanguardia e tecnici con elevata specializzazione, supportano sia le attività di didattica erogata dal DIIn su 9 corsi di laurea, che di ricerca, contribuendo in modo significativo a fornire soluzioni integrate al territorio. Due spin-off universitari operano nel settore automotive, supportando l’industrializzazione di brevetti specifici: Spring Off

Srl, per la industrializzazione di un sistema di sospensioni semi-attive, e Eproinn Srl, titolare di un brevetto per la ibridizzazione di veicoli tradizionali. L’impegno nel settore della mobilità sostenibile del DIIn non è limitato solo alle attività di ricerca: sia il corso di laurea specialistica in ingegneria elettronica che quello di ingegneria meccanica erogati dal DIIn prevedono insegnamenti e orientamenti specifici rivolti al settore automotive e in particolare ai veicoli elettrici (LS Ingegneria Elettronica) e a quelli ibridi

(LS Ingegneria Meccanica). I corsi previsti dal manifesto sono integrati con seminari tenuti da esperti del settore industriale e con visite tecniche presso aziende. Il risultato di tale offerta è un costante incremento degli iscritti (+16% nell’ultimo anno, in continuità con i precedenti e in netta controtendenza con i dati degli altri atenei del Mezzogiorno), supportati da una politica di ateneo attenta anche agli aspetti sociali, con tasse di iscrizione inferiori a un euro al giorno e con il rimborso completo delle tasse a tutti gli studenti in corso con gli esami. I Campus universitari di Fisciano e di Lancusi, infine, offrono una molteplicità di servizi, tra i quali circa 1.000 alloggi, strutture sportive (che nel 2019 ospiteranno le universiadi), aree verdi attrezzate, biblioteche e sale di lettura, nello spirito della massima di Giovenale: mens sana in corpore sano. Sistema di accumulo ibrido (batteria al litio supercondensatore) per veicolo elettrico


14 Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

ŠKODA / Abitabilità interna e capacità di carico sono i fiori all’occhiello che pongono il nuovo Suv ai vertici del segmento. In consegna nei primi mesi del 2017

Kodiaq, l’inizio di una nuova offensiva Suv È pronta la risposta della Casa boema sul terreno degli sport utility vehicle, fino a 7 posti, benzina Tsi e turbodiesel Tdi

Š

koda Kodiaq, che ha debuttato allo scorso Salone dell’Automobile di Parigi, è il primo grande Suv per la Casa boema e segna l’inizio di una nuova offensiva di prodotto nel campo degli sport utility vehicle. Con una lunghezza di 4,7 m e una larghezza di 1,88 m, dimensioni che lo rendono adatto anche alla guida urbana (Kodiaq è lungo solo 4 cm più di Škoda Octavia che è la wagon più venduta in Europa) Kodiaq è il primo modello nella storia recente del marchio a offrire fino a 7 posti grazie a un’eccellente ottimizzazione degli spazi interni. Il nuovo Suv, infatti, è ai vertici del proprio segmento in fatto di abitabilità interna e di capacità di carico. La seconda fila di sedili mette a disposizione 104 mm di spazio per le ginocchia e ben 1.015 mm di spazio per la testa e, grazie al divanetto traslabile di 18 cm e regolabile in inclinazione, di serie, chiunque può trovare la sistemazione ideale in viaggio. Allo stesso tempo, il nuovo Kodiaq non teme confronti quando si parla di capacità di carico. In versione 5 posti, la capacità di carico varia da 720 litri a 2.065 litri con sedili posteriori abbattuti, un dato che pone il modello boemo ai vertici del proprio segmento. L’ottimo sfruttamento dello spazio è poi agevolato da occhielli, vani laterali e ganci che permettono di organizzare bagagli di qualunque dimensione nella massima sicurezza. Su richiesta, Kodiaq è disponibile in versione 7 posti, disposti su tre file, con i due sedili posteriori che scompaiono a livello del piano di carico, quando non utilizzati. Anche optando per i sette sedili, la capacità di carico resta notevole e lo spazio per i bagagli va da un minimo di 270 litri a un massimo di 2.005 litri. Sviluppato sulla piattaforma modulare trasversale Mqb+ del Gruppo Vw, che offre la migliore flessibilità in fase di progettazione del veicolo, Kodiaq al lancio in Italia sarà disponibile con una motorizzazione benzina Tsi e due Turbodiesel Tdi, tutte caratterizzate dall’iniezione diretta del carburante e dalla

Perfetto per i lunghi viaggi, il nuovo Suv è adatto anche alla guida in città

Oltre 30 soluzioni “Simply Clever” al servizio dei problemi quotidiani Tra le più importanti innovazioni a bordo di Kodiaq la protezione automatica per il bordo delle portiere

D

1.4 Tsi benzina classe di emissioni posti capacità bagagliaio min. (litri) dimensioni (mm): - lunghezza - larghezza - altezza prestazioni - velocità massima km/h

euro 6 5-7 da 720 a 2.065 4.697 1.882 1.655

4.697 1.882 1.655

190

199 (150 Cv trazione anteriore) 210 (190 Cv) 10,1 (150 Cv) - 9,5 per 4x4 8,9 (190 Cv)

- accelerazione 0-100 km/h (s) 10,5 potenza emissioni CO2 (media)

125 Cv e 200 Nm di coppia 150 Cv e 340 Nm di coppia 190 Cv e 400 Nm di coppia 137 g/km 129 g/km (150 Cv) 150 g/km (190 Cv)

consumi (ciclo combinato)

6 l /100 km

prezzo

da 23.950 euro

sovralimentazione e, ovviamente, omologate secondo la normativa Euro 6. Alla base dell’offerta si colloca l’1.4 Tsi benzina con potenza di 125 Cv e coppia massima di 200 Nm, abbinato alla trazione anteriore e al cambio manuale a sei rapporti. Il 2.0 Tdi è disponibile nelle potenze di 150 Cv e 340 Nm di coppia o 190 Cv e 400 Nm di coppia massima. In abbinamento al 2.0 Tdi 150 Cv è possibile scegliere tra la trazione anteriore o la trazione integrale 4x4 a controllo completamente elettronico, che assicura la migliore trazione e la massima aderenza in ogni condizione di asfalto e permette di muoversi con sicurezza anche in fuoristrada. La motorizzazione 2.0 Tdi 190 Cv, ai vertici per prestazioni con una velocità massima di oltre 200 km/h, è disponibile unicamente con trazione integrale 4x4 e con il nuovo cambio Dsg a 7 rapporti, specificamente sviluppato proprio per Kodiaq. La

Motorizzazioni 2.0 Turbodiesel Tdi (150 Cv e 190 Cv) euro 6 5-7 da 720 a 2.065

150 Cv 4,9 l /100 km (150 Cv) 190 5,7 l /100 km (190 Cv) da 29.950 euro

commercializzazione in Italia del nuovo Škoda Kodiaq inizierà verso la fine del 2016, con prezzi a partire da 24.000 euro, mentre le consegne so-

no attese per i primi mesi del 2017 quando tutta la rete delle concessionarie Škoda sarà pronta per le attività di test drive del nuovo modello.

al 1895, Škoda è guidata dall’inventiva e dalla capacità di realizzare soluzioni per semplificare la vita dei propri clienti. Questa continua ricerca permette di proporre oggi una gamma di automobili che offre la migliore abitabilità nei rispettivi segmenti in rapporto alle dimensioni esterne, e che mette a disposizione dei bisogni quotidiani soluzioni pratiche e intelligenti. Un approccio che Škoda definisce “simply clever”, vera e propria attitudine verso il cliente che oggi identifica universalmente la marca. Il nuovo Kodiaq prosegue quindi questa tradizione consolidata portando a bordo oltre 30 soluzioni simply clever. Tra le più importanti c’è la nuova protezione automatica per il bordo delle portiere, un sistema totalmente meccanico che protegge il bordo di tutte le quattro portiere dai graffi e dagli urti contro muri o altri veicoli. Altre soluzioni al debutto sul nuovo modello sono il bloccaggio di sicurezza elettronico per bambini nelle portiere posteriori, che si at tiva con un tasto sulla porta del conducente, e la funzione di comunicazione In-Car, un vero e proprio sistema di interfono che porta nel vano posteriore la voce dei passeggeri anteriori. Vista l’elevata attitudine ai lunghi viaggi, inoltre, il nuovo Kodiaq offre degli speciali poggiatesta in stile aeronautico per i passeggeri della seconda fila, che permettono trasferimenti in totale relax. Non mancano, ovviamente, soluzioni ormai classiche sui modelli Škoda, quali due ombrelli sempre a portata di mano inseriti nelle portiere anteriori, il raschietto per il ghiaccio collocato nello sportello del serbatoio carburante e la torcia elettrica rimovibile e magnetica all’interno del vano bagagli. Per semplificare la guida, inoltre, Kodiaq con trazione 4x4 è dotato di tasto “Off-road” che con una sola pressione è in grado di modificare tutti i parametri di guida (sterzo, cambio, sospensioni elettroniche Dcc, erogazione, controllo di trazione) per agevolare la guida in fuoristrada.

Il massimo per connettività e sicurezza È il primo modello Škoda a introdurre soluzioni avanzate di infotainment e assistenza. Guida comoda e sicura

O

ltre a poter disporre dei più moderni dispositivi di navigazione e di infotainment, perfettamente sfruttabili grazie al touchscreen da 8” montato nella parte alta della plancia, Kodiaq è il primo modello Škoda a introdurre soluzioni avanzate di connettività, che rientrano nell’offerta Škoda Connect. Tra i servizi di infotainment online figurano la navigazione tramite Google Earth e Google Street View o, per esempio, la ricerca e indicazione del distributore di carburante più conveniente, posto nelle immediate vicinanze dell’auto. Fanno invece parte dei servizi Care Connect nuove

modalità di assistenza avanzata, quali la chiamata automatica d’emergenza in caso d’incidente, l’assistenza in caso di panne, il servizio proattivo per il service o l’accesso remoto al veicolo tramite la nuova Škoda Connect App. Tutte queste funzioni saranno facilmente accessibili attraverso appositi tasti ben visibili e immediatamente identificabili in caso di necessità. Anche sul fronte della sicurezza attiva Kodiaq mette a disposizione di tutti i più recenti sistemi di assistenza per la guida urbana ed extra-urbana. In città il Front Assist con funzione di frenata di emergenza city riesce a evitare gli

impatti fino a 30 km/h o ne riduce in modo significativo le conseguenze a velocità superiori. In tangenziale e autostrada, invece, l’Adaptive Cruise Control basato su tecnologia radar, aiuta a mantenere la velocità impostata e la distanza di sicurezza dal veicolo che precede. Se abbinato al Lane Assist, per il mantenimento attivo della corsia di marcia, Kodiaq mette a disposizione una vera e propria guida semi-assistita fino a 60 km/h, che agisce su acceleratore, freno e sterzo. Kodiaq, inoltre, agevola i parcheggi anche in aree ristrette grazie alla telecamere perimetrali dell’Area View e alla frenata automatica in retromarcia se rilevato pericolo di collisione. Infine, l’assistenza alla guida con rimorchio, gestisce autonomamente lo sterzo nelle fasi di manovra quando Kodiaq è usato per il traino di carrelli o roulotte.


Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

15

MOTUL / Società francese con oltre 160 anni di storia, da 25 anni in Italia, dal 1994 ha anche una filiale italiana, oggi diretta dal manager bolognese Marco Baraldi

Lubrificanti e cuore, il marchio cult a 2 e 4 ruote Dalla sede di Torino, le strategie e la spinta all’innovazione del team italiano, rivolte ai consumatori e ai professionisti

N

el panorama delle aziende che si occupano di lubrificazione, Motul rappresenta una realtà particolare e dinamica. La società francese vanta una storia di oltre 160 anni e da 25 opera anche in Italia, prima con un importatore privato al quale, dal 1994, è subentrata direttamente una dirigenza controllata dal quartier generale di Aubervilliers, nei pressi di Parigi. Un passo necessario che ha permesso alla piccola filiale italiana di crescere e assumere le dimensioni consone a una realtà internazionale. E, infatti, le previsioni e gli investimenti della proprietà sul mercato italiano sono stati corretti, e dal 1994 i numeri nel nostro Paese sono costantemente cresciuti a due cifre ogni anno. Merito anche di un team molto affiatato, guidato dal 2012 dal bolognese Marco Baraldi, direttore generale di Motul Italia, che illustra le strategie e la storia dell’azienda nel nostro Paese, ma non solo. “Una presenza costante nel motorsport e con prodotti di nicchia a elevata tecnologia - dice Baraldi - ne hanno fatto in breve tempo un brand di culto e iconico,

soprattutto nelle due ruote, dove da anni Motul vanta una posizione di leader a livello europeo”. L’abbinamento con gli sport motoristici ha fatto conoscere i lubrificanti francesi a tutti gli appassionati di motociclismo. L’impegno nella MotoGP e WorldSbk (che da quest’anno ha visto Motul come title sponsor), e la partnership con marchi importanti come Suzuki e MV Agusta, hanno consolidato la posizione in un mercato strategico che, negli anni, è stato pesantemente ridimensionato a causa della crisi che ha colpito il settore. Un momento di difficoltà che però non ha scoraggiato i manager di Motul che hanno allargato il proprio business anche nel mondo delle auto, pur mantenendo una posizione da leader nelle due ruote. Quello delle auto è uno scenario completamente diverso, che ha imposto una ridefinizione delle strategie, molto più focalizzate sul servizio alla rete, dove il sistema delle partnership commerciali ha portato la filiale italiana a stringere accordi prestigiosi con costruttori come Subaru e Suzuki. Inoltre, il gruppo è

Motul Onirika 2853 è una vera a propria opera d’arte voluta dalla filiale italiana di Motul per raccogliere fondi a favore delle iniziative della fondazione senza fini di lucro Motul Corazón. Sarà messa all’asta nel prossimo mese di febbraio a Parigi durante l’evento “Les Grandes Marques Du Monde Au Grand Palais” organizzato dalla casa d’aste Bonhams

Un po’ di numeri Fatturato del Gruppo: circa 380 milioni di euro l’anno Dipendenti: quasi 1.000 Filiali: East Europe, West Europe, Italia, Spagna e Sud America, Russia, Singapore, Nord America Paesi serviti: oltre 100 in tutti i continenti Il marchio vanta una storia di oltre 160 anni e un’esperienza maturata nelle competizioni motoristiche di alto livello, dove vengono testati e sviluppati i prodotti per la produzione di serie. Fra le principali gare e campionati, 24 Ore di Le Mans (auto e moto), Fia World Endurance Championship, Super GT, Drift, Pikes Peak, campionato giapponese Super Formula, Blancpain Endurance Series, Dakar, Tour Auto, Le Mans Classic, MotoGP, WorldSbk, World MX, Fim Endurance World Championship, Iom TT, Motul Fim Ice Speedway Gladiators World Championship, Roof of Africa e molti altri.

Marco Baraldi, direttore generale di Motul Italia

molto attivo sul fronte delle omologazioni, con prodotti approvati da tutte le principali case automobilistiche internazionali, perché l’eccellenza non può scendere a compromessi. Una presenza capillare sul territorio e una esclusività legata alla scelta di non essere presenti nella Gdo, hanno permesso a Motul Italia di entrare nelle quattro ruote erodendo quote di mercato grazie a prodotti di qualità e un programma di supporto e formazione molto articolato. “Proporre sempre nuove soluzioni - continua il manager bolognese fa parte della nostra filosofia aziendale e i nostri clienti sono diventati nostri partner in un processo di continuo miglioramento delle offerte, con reciproche soddisfazioni. Non ci limitiamo a offrire prodotti di qualità, proponiamo veri e propri strumenti di business come il contenitore tecnologico MotulEvo, un kit metodologico e professionale che va oltre il semplice concetto di manutenzione dei cambi automatici in quanto rappresenta un nuovo modo di gestire il lavoro che proponiamo a tutte le realtà, piccole o grandi, che vogliono fare un salto di qualità nel servizio e nelle capacità tecniche”. Il progetto Motul Evo è nato in Italia ed è stato adottato anche dalle altre filiali europee. Sì, perché la filiale italiana è sempre stata guidata da uno spirito innovatore e ha sempre svolto il ruolo di precursore per trovare nuove soluzioni alle esigenze del mercato. E il mercato deve essere formato e aggiornato sulle novità tecnologiche e le azioni per rispondere in modo corretto alle esigenze dei clienti. Per questo la filiale organizza ogni settimana corsi di aggiornamento per officine, ricambi-

siti e concessionarie. Si tratta di una formula che prende il nome di Motul School ed è un programma gestito e tenuto, in collaborazione con la sede centrale, da professionisti del settore. Si tratta di corsi molto apprezzati e seguiti perché formano e informano dando un servizio imparziale e con elevati contenuti tecnici sui prodotti e sui temi legati alla lubrificazione. Se da un lato rappresentano uno strumento di vendita di prodotti e servizi, dall’altro sono un importante valore aggiunto, necessario per consolidare e rafforzare i rapporti con gli interlocutori di un settore sempre più specializzato e professionale. Parlando di prodotti, Motul ha, idealmente, una soluzione adeguata per ogni motore in circolazione, sia che si tratti di una vettura da rally o una supercar, passando per i veicoli commerciali e industriali. Le linee produttive differenziate permettono un costante controllo della qualità e delle caratteristiche dei lubrificanti; si tratta di formule esclusive che vedono un impegno a 360° nella Ricerca e Sviluppo di gradazioni capaci di soddisfare le esigenze di un mercato in costante evoluzione. La storia di Motul parla di pro-

dotti sempre innovativi come Motul Century 2100, primo olio automobilistico con formulazione semi-sintetica presentato nel 1966 e, cinque anni dopo, Motul 300V, primo olio automobilistico completamente sintetico a base di Esteri, elementi chimici di derivazione vegetale ottenuti da materiali rinnovabili e sintetizzati attraverso complessi processi di raffinazione. Proprio in questi giorni Motul, inoltre, ha lanciato la sua prima linea di prodotti lubrificanti per propulsori ibridi, con formulazioni studiate appositamente per soddisfare le necessità di un mondo in continuo cambiamento. Una spinta costante verso l’innovazione presente in ogni prodotto che viene realizzato negli stabilimenti di proprietà di Motul in Francia e Vietnam, oltre alle produzioni in Spagna, India, Stati Uniti d’America e anche in Italia, in provincia di Alessandria, dove le formule segrete vengono replicate sotto il severo controllo dei tecnici dell’azienda. Perché c’è un po’ di made in Italy anche qui, oltre che nelle strategie di marketing e commerciali. La filiale del Bel Paese, infatti, rappresenta un’eccellenza a livello internazionale e i collaboratori fanno parte di team multinazionali per lo sviluppo di soluzioni e processi. Un approccio multiculturale che non può che arricchire il know-how, prima di tutto delle persone che lavorano in azienda e, di conseguenza, portare benefici a tutta la filiera grazie a continui scambi di idee e con lo sviluppo di programmi sempre più ambiziosi in termini di supporto al business dei clienti. Attività che coinvolgono tutti i dipendenti in un flusso continuo di informazioni che coinvolge le 7 filiali di Motul nei diversi continenti, alle quali si ag-

giungono i distributori locali, permettendo una copertura di oltre 100 Paesi. Motul, però, non è solo lubrificanti. Dal 2011 opera nel sociale con la fondazione Motul CorazÓn, nata sotto l’egida della Fondation de France, e Marco Baraldi è all’interno del consiglio direttivo. “È una posizione che mi permette di coniugare le potenzialità del marchio Motul - conclude Baraldi - che vanta un appeal a livello internazionale di premium brand, alle attività sociali. Siamo così capaci di promuovere iniziative che ci permettono di portare benefici alle persone vittime di disagio sociale in tutto il mondo, con particolare attenzione alle attività di formazione rivolte agli adolescenti. Siamo molto soddisfatti, per esempio, dei progetti che abbiamo realizzato in Africa con l’associazione Bambini nel Deserto, in Francia con le Scuole di Produzione e stiamo per partire con un progetto in Argentina in collaborazione con il Boca Social, il lato sociale del famoso club calcistico di Buenos Aires”. Si tratta di progetti ad ampio respiro che permettono di fare conoscere anche gli aspetti umani di un’azienda che ha sempre visto nei valori quali ingegno, passione, coesione, specializzazione, autenticità ed elevata qualità la chiave per un business dalla forte personalità, che coinvolge direttamente i propri dipendenti e i clienti in un clima di lavoro positivo e volto all’eccellenza. Sono questi i valori alla base del rapporto che Motul ha con tutti i suoi pubblici. Caratteristiche che si riferiscono non solo al prodotto, ma anche al comportamento dinamico dell’azienda e a una filosofia concettuale che accomuna tutti i dipendenti del Gruppo.

Le sfide della MotoGP e della Nurburg Ring


16 Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

FIAMM / Presente in 60 Paesi, il Gruppo opera per il 63% del proprio fatturato nel settore delle componenti automotive e batterie d’avviamento

Evoluzione nell’accumulo di energia a bordo vettura L’industria automobilistica accelera il processo di ibridazione elettrica dei veicoli. La rivoluzione delle batterie leggere ed efficienti

N

ormative europee sempre più stringenti in termini di emissioni di Co2, inducono le case auto ad accelerare il processo di ibridazione elettrica dei propri veicoli. Tale processo ha attivato una vera e propria rivoluzione nell’ambito dell’accumulo di energia elettrica a bordo, da un lato gli accumulatori al piombo dall’altro gli accumulatori al litio. Se questi ultimi sembrano essere la soluzione del futuro, i primi rimangono ancora i più efficienti e i più diffusi sul mercato di primo equipaggiamento e del ricambio. Per assolvere velocemente agli obblighi normativi sulle emissioni, le case automobilistiche si sono dovute orientare verso soluzioni tecnologiche alternative ai veicoli elettrici, tuttora caratterizzati da un elevato costo complessivo. Il primo passo in questa direzione è rappresentato dalla tecnologia Micro Hybrid, che ha già dimostrato di essere un’ottima

Le batterie di nuova generazione permettono una notevole riduzione delle emissioni dei veicoli

soluzione in termini di costo per quantità riduzione emissioni, e nella versione 12 Volt domina già il mercato delle batterie primo impianto al piombo. I veicoli micro-ibridi utilizzano batterie piombo-acido da 12V per assolvere a due funzioni fondamentali: Start&Stop e recupero energetico in frenata. La logica Start&Stop spegne il motore quando il veicolo è fermo per risparmiare carburante e riavvia rapidamente il motore quando il guidatore preme la frizione o rilascia il freno. Il recupero energetico in frenata, altrimenti noto come frenata rigenerativa, utilizza l’energia cinetica di rotazione delle ruote durante la decelerazione per ricaricare la batteria (mentre si limita la tensione dell’alternatore, e quindi la ricarica della batteria, nelle altre fasi di marcia). Poiché il motore deve essere riavviato più volte in un ciclo di viaggio, è necessaria una batteria più performante, capace di tollerare fasi di scarica più profonde e in grado di supportare le crescenti esigenze del Powernet (radio, illuminazione, infotainment, ecc.), durante la fase di sosta con motore spento. La combinazione tra l’elevata energia richiesta per riavviare il motore e la scarica della batteria durante la fase di stop sottopone infatti a stress consistenti anche le batterie al piombo di ultima generazione dotate di tecnologia Agm (Absorbent Glass Material) o Afb

Tecnologia al piombo: nuove frontiere

L

e batterie Afb per Start&Stop, scelte dalla maggioranza dei costruttori d’auto europei per equipaggiare le proprie vetture micro-ibride, dovranno affrontare ulteriori sfide nel corso dei prossimi anni. Nuovi materiali sono infatti in sperimentazione per ottenere un ulteriore incremento dell’efficienza nel recupero energetico in frenata. L’introduzione delle nanotecnologie, attraverso materiali avanzati tra cui grafeni e nanoparticelle di grafite, renderà possibile lo sviluppo di nuovi elettrodi ibridi in cui la tradizionale reazione di carica del piombo (lenta) verrà affiancata in parallelo dalla reazione di carica (rapidissima) del carbonio che, come un supercondensatore, sarà in grado di assorbire i picchi di energia che verranno generati, per pochi secondi, durante le fasi di frenata. Grazie a questa evoluzione tecnologica le batterie Afb potranno contare su di un’accettazione di carica superiore di 4 volte rispetto ad accumulatori tradizionali.

(Advanced Flooded Battery). Riuscire a caricare la batteria durante il recupero in frenata richiede inoltre la capacità, da parte dell’accumulatore, di essere ricaricato molto velocemente. Se da un lato quindi vi è la necessità di superare tali limiti, dall’altro gli obiettivi sempre più stringenti sulle emissioni inquinanti portano a guardare verso tecnologie ancora più avanzate per il risparmio del carburante. Secondo Nicolò Gasparin, executive vice president di Fiamm Spa e chairman Abc Committee di Eurobat, “La tecnologia delle batterie al litio, accettando correnti di carica di gran lunga superiori, permetterà un’operatività con alti regimi di corrente;

Gli effetti sul mercato del ricambio Secondo uno studio di Fiamm, il settore vedrà una radicale trasformazione entro il 2020

S

e da un lato l’industria automobilistica (Oem) sta seriamente valutando una discontinuità tecnologica con il passato, prevedendo di adottare in primo equipaggiamento batterie litio-ione per le architetture dei sistemi Micro Hybrid a 48V, da un diverso punto di vista è necessario valutare gli effetti di questi cambiamenti sul mercato del ricambio. Come desumibile dalla parola inglese che identifica il mercato dei componenti di ricambio, ovvero aftermarket, questo mercato viene influenzato in un secondo momento (after) rispetto a quanto accade nell’industria automobilistica, e proprio in questi anni (dal 2015) sta nascendo una reale esigenza di batterie “di ricambio” per le vetture equipaggiate con sistemi Start&Stop. Fino a pochi anni addietro, infatti, il mercato del ricambio degli accumulatori al piombo era dominato dalla “normale”

batteria al Pb-Acido, ma con l’introduzione dei sistemi Start&Stop l’offerta di batterie di ricambio si è dovuta adeguare, includendo quindi nuovi prodotti idonei a sostituire i più recenti componenti di primo equipaggiamento. Secondo uno studio interno di Fiamm Spa il mercato del ricambio italiano degli accumulatori al piombo vedrà entro il 2020 una radicale trasformazione. “Attualmente le batterie per i sistemi Start&Stop rappresentano circa il 10% del volume totale del mercato (7 milioni di batterie auto e veicoli commerciali leggeri sostituite nel 2015), mentre nel 2020 tali batterie raggiungeranno un milione e mezzo di unità, rappresentando il 33% del mercato - afferma Nicolò Gasparin -. In quest’ottica di cambiamento è quindi necessario che tutta la filiera della distribuzione fino agli operatori della riparazione sia in grado di conoscere e riconoscere questi

inoltre la stabilità della tensione utile per la fase di riavvio del motore, e la densità energetica particolarmente elevata, consentiranno di ridurre il peso a bordo veicolo”. Questa tecnologia potrà quindi sostituire le attuali batterie al piombo 12V per applicazioni micro-ibride?

nuovi prodotti e sia ovviamente in grado di installarli correttamente sulle vetture”. La corretta installazione non è più una ovvietà, in quanto per sostituire una batteria Start&Stop nei veicoli di più recente progettazione non è più sufficiente una buona manualità, ma è necessario riconoscere la tecnologia del componente installato (Agm - Absorbent Glass Mat o Afb - Advanced Flooded Battery) per individuare il corretto ricambio e quindi effettuare la corretta procedura di configurazione (banalmente, informare la centralina deputata al controllo della batteria che è stato installato un nuovo componente fornendone le caratteristiche). La sfida che attende il comparto della riparazione indipendente (gli operatori della riparazione legati alla casa automobilistica, invece, godono di un certo vantaggio) è quindi quella di dotarsi delle necessarie informazioni e tecnologie a supporto, per essere in grado di sostituire in modo corretto tali componenti. La sfida che sembra prospettarsi in un futuro non troppo lontano, invece, sarà quella derivante dall’introduzione dei nuovi accumulatori al litio.

Nicolò Gasparin, executive vice president di Fiamm Spa e chairman Abc Committee di Eurobat

“Ci sono ancora dei limiti tecnologici ed economici da superare prima che ciò possa avvenire - chiarisce Gasparin -. Infatti, nonostante gli indubbi vantaggi delle batterie al litio, il piombo rappresenta ancora il miglior compromesso tra basso costo e tolleranza alle basse tempe-

rature, che costituisce uno dei pochi punti deboli della tecnologia litio. È in ogni caso evidente come quasi tutte le maggiori case automobilistiche abbiano cominciato a considerare per il futuro l’utilizzo di batterie al litio per supportare i sistemi Micro Hybrid a 12V. Questo per due ragioni importanti: da un lato, la sostituzione completa delle batterie al piombo con una singola batteria al litio, dall’altro l’applicazione di sistemi duali, nei quali una batteria al litio (o un altro appropriato sistema di storage come i supercap) viene utilizzata in combinazione con una batteria al piombo”.

Sopra: batteria Fiamm Ecoforce Afb e batteria Fiamm Ecoforce Agm; sotto: officina appartenente al network Fiamm


Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

17


18 Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

Il parco veicoli di proprietà del Gruppo Di Maio conta circa una cinquantina di unità

GRUPPO DI MAIO / Da tre generazioni è leader di mercato ed è specializzata nell’import di autobus usati, nicchia di mercato in forte crescita

Trasporto pubblico: fornitori di servizi “tailor made” Non solo vendita, infatti: grazie a una serie di sinergie strategiche, l’azienda garantisce rapporti di collaborazione di alto valore

M

olte aziende che operano nel settore del trasporto pubblico locale oggi vivono una situazione di crisi perché si trovano di fronte alla necessità di svecchiare il parco macchine. Ciò non significa necessariamente dover acquistare nuovi autobus, quanto bilanciare le risorse disponibili tra l’acquisto del nuovo e dell’usato, per poter soddisfare al meglio le necessità quotidiane e quindi poter assicurare il servizio di trasporto pubblico di passeggeri. A spiegarlo è Michele di ­Maio, presidente di Officine Di Maio Srl, azienda specializzata nell’import di autobus usati. Officine Di Maio, che fa capo al Gruppo Di Maio, “oggi è leader del mercato, ma non amiamo definirci commercianti o venditori di autobus usati, perché in realtà quello che offriamo ai nostri clienti è un servizio completo”, precisa il presidente, terza generazione della famiglia Di Maio alla guida dell’azienda. “Il sistema di acquisto di autobus nuovi da parte delle aziende che operano nel servizio del trasporto pubblico locale è ormai una prassi, molto articolata, che si è consolidata in Italia nel corso degli anni. Pur trattandosi di un sistema ormai rodato, non può essere e non è l’unica strada percorribile”, spiega Michele Di Maio. “Anzi, nel settore del trasporto pubblico locale, l’acquisto di autobus usati rappresenta invece una nuova nicchia di mercato. Una nicchia - sottolinea - che sta crescendo e che, negli ultimi anni, ha registrato un incremento notevole di richieste perché le aziende del settore si trovano ad operare con minor risorse, ma devono necessariamente, nella giusta economia, aggiornare il parco macchine e proseguire nel loro esercizio di trasporto pubblico. Officine Di Maio ha conquistato un posto di leader nel settore della vendita di autobus usati

Panoramica del Di Maio Bus

perché - precisa Michele Di Maio - non si limita a vendere autobus, ma offre un servizio completo al cliente. Tant’è vero che, nei soli ultimi cinque anni di attività, abbiamo fornito oltre cento autobus articolati da 18 metri alle maggiori aziende del settore sul mercato italiano, aziende che si trovano in Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio, Puglia, Calabria e Sicilia”, specifica il presidente dell’azienda. Officine Di Maio affianca le imprese in tutte le fasi di procedura d’acquisto. Su specifica richiesta, si occupa di identificare l’autobus idoneo a svolgere la tipologia di servizio di interesse per il cliente, di effettuare ricerche sul mercato internazionale per individuare i migliori autobus, quindi di curare l’importazione dei mezzi e, se necessario, il ricondizionamento interno ed esterno. Officine Di Maio segue poi le revisioni meccaniche, tecniche, elettroniche e strutturali, tutte le lavorazioni di allestimento, ripristino di carpenteria, carrozzeria e colorazione, fino ad arrivare al trattamento anticorrosivo della sottoscocca. L’azienda riporta così l’autobus alle condizioni utili e necessarie perché possa essere nazionalizzato e collaudato in Italia, occupandosi anche di curare tutti i passaggi burocratici, compresa l’immatricolazione del mezzo, e la consegna dell’autobus, che viene effettuata direttamente presso la

sede del cliente. L’azienda Officine Di Maio, con sede a Calitri (Avellino), si estende su una superficie di 12 mila mq e ha una struttura ope-

rativa che comprende l’officina meccanica, il banco prova freni, la carpenteria metallica, l’allestimento e la carrozzeria con una cabina di verniciatura da 24 metri. L’organizzazione permette di svolgere tutte le operazioni di ripristino e allestimento dei mezzi all’interno dell’azienda. L’elevata qualità delle lavorazioni è garantita dall’amministratore delegato Alessandro Abbondandolo e dallo staff altamente competente, supervisionato dal direttore di stabilimento e dall’ingegnere specializzato in collaudi di nazionalizzazione. “La nostra azienda - spiega Michele Di Maio - si rivol-

Michele di Maio, presidente di Officine Di Maio Srl

Used rent a bus: la prossima sfida

L’

attività in cui oggi è specializzata Officine Di Maio è un servizio completo che offre alle aziende del settore del trasporto pubblico locale la possibilità di acquistare autobus usati, con il plus di non doversi occupare di nessuna procedura durante le operazioni di acquisizione. E in futuro? “In Europa - spiega il presidente Michele Di Maio - è già in vigore una legge che consente alle aziende del trasporto pubblico locale di effettuare il trasporto di passeggeri senza la necessità di acquistare i mezzi, ma solo noleggiandoli. Il nostro prossimo obiettivo - dichiara - è sviluppare il progetto che abbiamo denominato ‘used rent a bus’, ovvero un servizio che tende a uniformarsi a quanto già avviene in Europa. La nostra prossima sfida sarà quindi quella di offrire alle aziende del trasporto pubblico locale la possibilità di usufruire dello stesso servizio di qualità che già oggi offre Officine di Maio, con la differenza che potrà noleggiare i mezzi usati senza la necessità dover essere proprietaria del parco veicoli. Il noleggio potrà durare per l’intero periodo dell’appalto di gara vinto dall’azienda. Una nuova possibilità - conclude - che a nostro giudizio porterà decisivi vantaggi alle aziende del settore”.

ge al cliente proponendo un servizio su misura con il giusto rapporto tra qualità e prezzo, reso possibile dall’economia di scala che siamo in grado di assicurare grazie alle sinergie sviluppate. Nella nostra filosofia è il servizio completo che

Collegamenti nazionali e internazionali È quanto garantiscono le tre aziende del Gruppo: Officine Di Maio,Viaggi Di Maio Tpl Srl e Viaggi Di Maio Srl

I

l Gruppo Di Maio nasce negli anni Trenta grazie all’idea imprenditoriale di Michele Di Maio. Inizialmente focalizzata sul servizio di trasporto passeggeri su due tratte locali, in pochi anni e con l’entrata in azienda di Giovanni Luigi, figlio del fondatore, si afferma anche nei servizi regionali, statali, nazionali e internazionali con noleggio da rimessa, sub-affido e sostitutivi treni. Con l’ingresso nel Gruppo della terza generazione della famiglia Di Maio, il business si è ulteriormente ampliato con la creazione di Officine Di Maio. Oggi il Gruppo Di Maio è costituito da tre aziende. La Viaggi Di Maio Tpl Srl è

dedicata al trasporto locale di persone, mentre la Viaggi Di Maio Srl è un’azienda di trasporto di persone sul libero mercato nazionale e internazionale. La Viaggi Di Maio effettua sia collegamenti nazionali che portano direttamente alle maggiori città italiane come Roma, Siena, Firenze, Pisa, Bologna, Modena, Milano, Torino, Genova e Aosta, sia collegamenti internazionali che collegano la Campania e il Lazio con la Svizzera e la Germania, in particolare con Ginevra, St. Gallen, Lugano, Basilea, Zurigo e ancora Freiburg, Offenburg, Karlsruhe, Stoccarda, Sciaffusa, Singen e Rottweil. Per i soli collegamenti a carattere nazio-

garantiamo al cliente a rendere possibile la vendita dell’autobus: la chiusura di un contratto per noi non è la fine di una vendita - conclude il presidente - ma l’inizio di un rapporto di collaborazione che persegue obiettivi comuni”.

nale e internazionale, Viaggi Di Maio propone anche il servizio navetta, introdotto dal Gruppo nell’ottica di offrire al cliente elevati standard di qualità, capaci di soddisfare a 360 gradi le esigenze dei passeggeri. Il cliente può contattare il call center dell’azienda e richiedere di organizzare un collegamento personalizzato: qualora avesse difficoltà nel raggiungere la fermata standard dell’autobus, il servizio navetta Di Maio può recarsi direttamente a casa del cliente, garantendo così un servizio totalmente dedicato. Officine Di Maio Srl, infine, è la terza azienda del Gruppo, specializzata nel servizio completo di vendita e assistenza di autobus usati, ricondizionamento e revisione dei mezzi. Il Gruppo Di Maio impiega un centinaio di risorse e vanta un parco veicoli di proprietà di circa una cinquanta di unità.


Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

Anav

19

ANAV / L’Associazione Nazionale Autotrasporto Viaggiatori rappresenta le aziende del settore che generano ogni anno più di 10 miliardi di fatturato

Progetto industriale, competizione e innovazione Sono le tre leve indispensabili per la mobilità collettiva di persone su autobus come missione di sviluppo economico

A

nav (Associazione Nazionale Autotrasporto Viaggiatori), aderente a Confindustria, associa le imprese prevalentemente a capitale privato attive nei tre segmenti del trasporto pubblico locale, del noleggio autobus con conducente e delle autolinee nazionali ed internazionali a lunga percorrenza; aziende che rappresentano circa il 40% di un mercato da più di 10 miliardi di euro di fatturato ogni anno, da circa 4 miliardi di passeggeri, per oltre 3 miliardi di percorrenze, attraverso 78.000 autobus e con oltre 120.000 addetti. Anav, firmataria dei due Ccnl degli autoferrotranvieri e del noleggio, è da oltre 70 anni la casa comune delle imprese che hanno aderito a una “visione” della mobilità collettiva di persone su autobus come missione di sviluppo economico e inclusione sociale. “I principi fondamentali che ispirano la sua azione - indica il presidente Giuseppe Vinella - sono quelli che appartengono al Dna dell’imprenditoria privata: progetto industriale, competizione e innovazione, declinati nelle numerose sfide intraprese in tutti e tre i settori rappresentati e che, in diversi casi, hanno trovato sostegno sia delle istituzioni sia degli altri stakeholder di settore”. Dopo anni di tagli alle risorse destinate al finanziamento dei servizi e degli investimenti e i tentativi falliti di riforma del quadro regolatorio, finalmente, le istituzioni nazionali sembrano volere adottare misure da tempo attese: costi standard, riforma del settore (al di là del veicolo legislativo utilizzato che, dopo l’ennesimo fallimento dei tentativi di riforma complessiva dei

servizi pubblici locali, da ultimo con la pronuncia della Consulta sulla legge “Madia”, dovrebbe opportunamente essere mirato al settore), stabilizzazione del Fondo nazionale trasporti, sostegno agli investimenti in infrastrutture, materiale rotabile e nuove tecnologie. Si tratta di un segnale di cambiamento importante che premia le iniziative portate avanti da Anav e dà nuovi stimoli per il futuro. Per il noleggio autobus con conducente il varo, a suo tempo fortemente sostenuto da Anav, della legge-quadro di settore (nel 2003) ha consentito per la prima volta di dare regole e dignità a una categoria che, ancora oggi, rileva l’assenza di una politica industriale diretta a sostenere lo sviluppo e la crescita del settore. Il superamento del vecchio principio di contingentamento delle licenze e l’apertura del mercato del noleggio autobus alla libera concorrenza ha rappresentato un’importante occasione di rilancio che, tuttavia, è stata limitata dagli evidenti squilibri concorrenziali prodotti da una normativa regionale di attuazione della legge-quadro estremamente frammentaria. Ciò rende ineludibile l’avvio, nel prossimo futuro, di un processo di riforma dell’assetto regolatorio con l’obiettivo di creare pari condizioni di accesso al mercato, quale premessa per un corretto confronto concorrenziale tra gli operatori e per uno sviluppo equilibrato del mercato. Naturalmente quando si parla di “assenza di una politica industriale” il riferimento è anche ad altre scelte politiche di aperto sfavore verso il settore del noleggio autobus

con conducente. L’esclusione dai benefici sull’accisa previsti per il “gasolio a uso professionale” e la progressiva diffusione sul territorio nazionale di sistemi di tariffazione degli accessi dei bus turistici alle Ztl urbane, sempre più iniqui e soffocanti (al punto che pende dinanzi alla Commissione Ue un reclamo presentato da Anav e altre associazioni e imprese italiane ed europee), rappresentano il chiaro segnale di quanto le ambizioni di sviluppo delle imprese e le reali capacità delle istituzioni di sostenere tale processo di crescita siano, ancora oggi, realtà molto distanti tra loro. Su questi temi - come su quello recentemente emerso del confronto con nuove e meno qualificate modalità di offerta dei servizi di trasporto (BlaBlaCar, Uber, ecc.) - le istituzioni competenti sono chiamate a riflettere e intervenire per rilanciare un settore che riveste un ruolo chiave nella filiera turistica e che può essere trainante per l’intera economia nazionale. Infine, per le linee nazionali e

internazionali, le più recenti indagini hanno rilevato come il passaggio dal regime concessorio a quello autorizzativo - maturato a cavallo tra 2013 e 2014 - come in altri paesi europei a partire da Regno Unito, Germania e Francia, abbia indotto un’im-

portante fase di sviluppo del mercato, proiettando il settore nell’arena della competizione intermodale dove spesso il bus riesce ad esprimere il meglio delle proprie potenzialità in termini di efficacia e qualità del servizio, creando nuove opportunità

Giuseppe Vinella presidente Anav

Le battaglie dell’associazione per il Tpl Sono tutte azioni, partite in solitaria, che hanno recuperato favori sempre più diffusi nel tempo

P

er il trasporto pubblico locale le battaglie di Anav - avviate inizialmente in “splendida solitudine” - hanno trovato via via sempre maggiore e più convinta adesione, a partire dal passaggio dai “costi storici” al criterio dei “costi standard” per la ripartizione ottimale delle risorse disponibili tra i diversi territori e la quantificazione equa ed efficiente delle compensazioni e dei corrispettivi di servizio. Va però anche evidenziata la progressiva riduzione degli affidamenti diretti e in house e l’implementazione delle gare per l’aggiudicazione dei servizi su lotti di dimensioni contendibili come processo ineludibile di reale competizione finalizzato a garantire maggiore qua-

lità dell’offerta e maggiore efficienza nella gestione. Senza dimenticare la programmazione e la pianificazione dei servizi basata sull’analisi della domanda reale e potenziale e l’identificazione dei bacini di mobilità attraverso criteri trasportistici e non sulla base dei confini amministrativi. La copertura dei costi di ammortamento degli investimenti in mezzi e infrastrutture nell’ambito dei corrispettivi, anziché attraverso finanziamenti sporadici ed eventuali, ha consentito la necessaria programmazione e permette di evitare le distorsioni allocative e i gap qualitativi accumulati in passato. L’istituzione di un’Autorità indipendente di regolazione del settore e la

di trasporto. L’apertura del mercato ha peraltro attirato sul mercato nuovi player, anche stranieri, con importanti investimenti su flotta, rete di servizi e marketing e lo sviluppo da parte di tutti gli operatori di un’ampia gamma di servizi di supporto, tra i quali i meta-motori di ricerca che consentono il confronto di tempi e prezzi tra le varie alternative di trasporto su una o più relazioni di traffico. In questo contesto di forte spinta allo sviluppo, le istituzioni sono state costantemente sollecitate a intervenire per rimuovere diseguaglianze, ostacoli e aggravi burocratici che frenano la libera iniziativa dell’impresa. Proprio Anav si è spesso fatta portavoce presso le Autorità competenti dell’esigenza, ampiamente avvertita dalla categoria, di disporre di un quadro conoscitivo più approfondito del mercato, anche nell’ottica di verificare la coerenza delle vigenti modalità di accesso al mercato con i nuovi scenari determinatisi a livello comunitario. Un’esigenza avvertita ancor più forte dopo l’ingresso sul mercato domestico di operatori stranieri portatori di un diverso modello di business nel trasporto a lungo raggio, basato su modalità di offerta del servizio diverse e su politiche di pricing molto aggressive, che alimentano il dibattito sull’equilibrio concorrenziale che governa il settore. “Numerose sono quindi le sfide ancora aperte per il trasporto con autobus conclude il presidente Vinella - un settore che, per le sue caratteristiche gioca un ruolo chiave nel sistema di mobilità collettiva e nell’economia generale, un ruolo fondamentale in un’ottica di crescita e sviluppo competitivo del nostro Paese”.

netta separazione tra funzioni di regolazione e funzioni di gestione, ha contribuito a superare il conflitto di interessi che si genera nei casi in cui gli enti affidanti detengono interessi proprietari sulle aziende esercenti i servizi. Sono stati inoltre implementati il price cap e il subsidy cap per l’adeguamento inflativo delle tariffe e dei corrispettivi, situazione che ha ingenerato contestualmente un forte stimolo alla qualità e all’efficienza. Rafforzati infine il sostegno e lo sviluppo dei sistemi di trasporto intelligenti e delle nuove tecnologie, nonché l’integrazione dei sistemi di offerta e intermodalità ferro-gomma in funzione dei flussi di domanda e l’individuazione della scelta modale più efficiente in termini di costo per passeggero trasportato. Una strategia politica industriale strutturale, dunque, da portare avanti attraverso regole certe e moderne e risorse stabili e adeguate.


20 Anav

Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

ANAV LOMBARDIA / Sul territorio regionale l’Associazione Nazionale Autotrasporto Viaggiatori promuove con decisione la liberalizzazione “reale”

Tpl, gare pubbliche: più trasparenza, più opportunità La mobilità è a un bivio: la soluzione è nell’innovazione del settore, ma non solo tecnologica. Il futuro del modello lombardo

Il neopresidente di Anav Lombardia Alberto Cazzani

L

a Regione lombarda è una delle poche, in Italia, che ha scelto di governare il trasporto pubblico locale (Tpl) con lo strumento della gara ad evidenza pubblica, volto ad affidare il contratto di servizio all’impresa vincente. Ed è prossima una nuova tornata di gare. Dice Alberto Cazzani, da poche settimane nuovo presidente di Anav Lombardia (l’associazione delle imprese a capitale privato): “La mobilità è a un bivio storico: da segmento maturo a nuova frontiera della tecnologia e innovazione. Di cosa si parlerà, infatti, a Expo

2020 di Dubai? Di mobilità. Dopo il successo di Expo 2015, che guarda caso si è tenuta in Lombardia, a Milano, già dobbiamo pensare a quello che accadrà tra quattro anni. ‘Connecting points, creating the future’: il concept dell’appuntamento di Dubai è chiaro. La mobilità è un driver fondamentale per l’innovazione dei sistemi produttivi, per la qualità della vita, per la competitività dei territori, per la sostenibilità dello sviluppo. L’offerta dei servizi ha grandi potenzialità di sviluppo, sia per la domanda crescente, sia per le innovazioni tecnologiche e

Le criticità da risolvere

È

il piano del conflitto d’interessi sul quale le associazioni hanno espresso motivate critiche e proposte fin da quando la legge n. 6 era in gestazione, ma senza esito poiché il conflitto d’interessi non sembra preoccupare gran che politici e amministratori del nostro Paese. La composizione delle commissioni aggiudicatrici sarà un ulteriore punto di debolezza del processo e potrà portare a criticità anche giurisdizionali. La partecipazione alla gara, poi, deve essere preclusa non solo per le note motivazioni di natura penale (criminalità, antimafia etc) di cui all’art. 80 del nuovo codice appalti, ma anche per anteatta negativa gestione dell’operatore che abbia dato obiettivi segnali (rilevabili dai bilanci depositati) di non riuscire a garantire gestioni positive. La valutazione può essere fatta, per esempio, nel corso triennio precedente e, a maggior ragione, non devono essere ammessi operatori senza obbligo di deposito dei bilanci.

Aggregazioni sì, ma regole chiare

L

a dimensione del territorio (bacino) messo a gara deve essere tale da consentire la sua contendibilità fra diversi operatori: va da sé che ove, per le condizioni economico-­ organizzative richieste dalla stazione appaltante in rapporto alle dimensioni, possano qualificarsi solamente due operatori (o, peggio, uno solo) la gara non assolve il suo compito. La dimensione rileva inoltre, sempre dal lato soggettivo, sotto il profilo della possibilità delle aggregazioni d’imprese che è uno dei mezzi più efficaci per il miglioramento dell’offerta imprenditoriale, a patto che siano fissate dall’amministrazione regole chiare a supporto del processo e non siano, viceversa, motivi di contenzioso.

organizzative che lo interessano”. Questo significa che le amministrazioni, regionali e locale, hanno una occasione unica per creare, nelle deleghe del Tpl, “campioni” efficienti che possano svilupparsi anche altrove ed essere quindi benchmark nazionale e, perché no, europeo: infatti “proprio nel trasporto pubblico locale il nostro gap è drammaticamente elevato rispetto alla Ue e quindi una vera liberalizzazione sarebbe d’oro, mentre se sbagliano ci si ritroverà non solo con un’altra fallita liberalizzazione, ma anche con qualche azienda sana ed efficiente in meno”. Delle scelte che esse faranno oggi dipenderà lo scenario dei prossimi anni e noi confidiamo, continua Cazzani, “che la Regione colga questa grande opportunità. Il metodo è praticabile: liberalizzazioni reali tramite gare reali e contendibili previa individuazione (come la legge 6/2012 prescrive) dei fabbisogni standard. E scelte realistiche per una razionalizzazione dei servizi non di facciata, ma in base ai reali bisogni (domanda) di mobilità”. È quindi sempre più alta l’attenzione, vuoi delle amministrazioni e vuoi degli operatori (oltre, ovviamente, dei viaggiatori che sono i destinatari dei servizi), intorno alle prossime gare che disegneranno o ri-disegneranno per un congruo numero di anni lo schema operativo del trasporto pubblico sul territorio regionale: da questo e dalla sua efficacia (quantità e qualità del trasporto) ed efficienza (costi necessari a garantire i servizi alle condizioni contrattualmente determinate) dipenderà la mobilità pubblica regionale che non è circoscritta alla pur fondamentale soddisfazione dei bisogni e della domanda specifica della popolazione che viaggia e deve continuare a farlo sempre meglio per i più diversi mo-

tivi (lavoro, studio, salute, svago etc), ma che anche comprende fondamentali interazioni con altri settori della vita produttiva e sociale quali i rapporti con la mobilità privata, il traffico e la sua congestione infrastrutturale (e quindi tempi di percorrenza, aree di sosta etc), l’inquinamento ambientale. Le imprese di trasporto operanti nella Regione e le loro Associazioni di categoria (Anav Lombardia e Asstra Lombardia) hanno sempre espresso sia a Regione sia agli enti locali (ed ora anche alle neo costituite agenzie) l’esigenza obiettiva che nell’interesse di tutti i soggetti attori (pubbliche amministrazioni ed operatori) e altri fondamentali stakeholders (viaggiatori, lavoratori, sindacati, cittadinanza) le gare siano e rimangano un punto di partenza solido e ben impostato capace di essere la fonte positiva del conseguente processo di corretta erogazione dei servizi nel tempo:

La qualità della vita e la competitività dei territori sono legate alla qualità e alla disponibilità dei servizi di mobilità

in altre parole, che siano fatte bene. Fino al punto che Alberto Cazzani ne ha fatto un capitolo qualificante del proprio programma operativo nominando anche un vice presidente con delega specifica, Sergio Resconi. “Che le gare debbano essere fatte bene sembra, a prima vista, un’asserzione apodittica: ci mancherebbe altro -vien da pensare - trattandosi di così rilevanti risorse pubbliche e di raggiungere obiettivi di tale importanza!” Ma sfortunatamente così non è per ragioni che ostacolano in misura rilevante i processi e che, quantomeno le principali, possono essere di seguito sintetizzate ad analisi e memoria di quanto lavoro preparatorio ci sia ancora da realizzare. “La necessità che le prossime gare - rileva Sergio Resconi - siano predisposte non solo in modo chiaro, ma anche garantendo la massima partecipazione degli operatori e uguali op-

Il vicepresidente Sergio Resconi

portunità per tutti. Questo anche per superare la fase di contenzioso che ha caratterizzato il primo giro di gare all’inizio degli anni 2000 e che tuttora affligge il settore”. “La conclusione degli affidamenti in tempi ragionevoli e secondo la tempistica prevista dalla normativa produce una maggiore qualità del trasporto pubblico a beneficio della clientela, della collettività e dell’ambiente oltre a premiare l’effettiva competenza, professionalità ed efficienza degli operatori”. Sul lato del contenuto, compete alle agenzie l’adozione del programma di bacino del trasporto sul territorio di competenza: la considerazione è che se il piano in parola ricalca di fatto la situazione storica e non tiene compiutamente conto -in prospettiva strategica- delle variazioni di necessità trasportistiche e di domanda intervenute e/o in itinere non assolve un compito fondamentale per l’efficacia e la gara parte male. Le agenzie, da parte loro, sono sei e si presentano come enti pubblici non economici dotati di personalità giuridica, costituite dagli

enti locali per l’esercizio delle funzioni degli enti locali in materia di trasporto pubblico locale. Fra le varie attribuzioni hanno l’affidamento dei servizi con funzione di stazione appaltante, ai sensi della normativa vigente (ora codice degli appalti (d.lgs. 50/2016), e devono garantire terzietà, indipendenza e imparzialità. Declaratoria più facile a scriversi che a realizzarsi là dove gli enti locali che costituiscono il soggetto appaltante (cioè l’agenzia) siano anche proprietari di imprese pubbliche di trasporto che concorrono nella stessa gara da essi medesimi bandita. “La qualità della vita - sottolinea infine Alberto Cazzani - è fortemente legata alla qualità dei servizi di mobilità e la competitività dei territori è influenzata dalla disponibilità dei servizi di mobilità di qualità. Strettamente connessi ci sono poi i fattori ambiente e sicurezza. La mobilità delle persone è un tassello fondamentale delle politiche industriali europee, nazionali e regionali. Regione Lombardia ha un’occasione irripetibile, non la sprechi”.

Le risorse economiche

S

ul lato delle risorse economiche (sia statali sia regionali) necessarie al finanziamento del sistema, la Regione non ha ancora provveduto alla determinazione dei fabbisogni standard che costituiscono l’elemento obiettivo per valutare correttamente la base economica delle gare, vale a dire la quantità e qualità dei servizi di trasporto di cui il soggetto pubblico intende dotarsi e quindi, in rapporto alla propria programmazione, acquistare per il tramite del contratto di servizio. In assenza degli standard, peraltro obbligatori per legge, l’unico riferimento rimane il costo così detto storico incapace di considerare i numerosi cambiamenti avvenuti nel frattempo sul territorio e sull’organizzazione in genere del trasporto sia dal lato amministrativo sia aziendale. Particolarmente in una situazione di perdurante crisi come l’attuale, con continue contrazioni e tagli di risorse pubbliche ad opera del governo centrale, la determinazione delle basi economiche di gara costituisce elemento dirimente per la correttezza della gara.


Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

Anav

21

ANAV TOSCANA / Le 30 aziende associate impiegano circa 1.000 dipendenti operanti nel trasporto pubblico locale e nel turismo, prevalentemente a capitale privato o misto

Nuove leve per lo sviluppo del territorio Privatizzazione, aggregazione e affidamento per gare: i cardini della mobilità regionale, grazie all’attività dell’associazione

A

nav Toscana rappresenta 30 aziende che danno lavoro a circa 1.000 dipendenti utilizzando più di 600 mezzi e operano nei settori del trasporto pubblico locale e nel turismo. Le aziende associate Anav sono state protagoniste dei seguenti processi industriali che hanno caratterizzato il trasporto pubblico e turistico in Toscana negli ultimi decenni. In primis, la privatizzazione delle aziende di trasporto pubblico. In Toscana, infatti, negli ultimi 20 anni, sono state realizzate importanti privatizzazioni delle ex aziende municipalizzate, tanto che oggi ben il 75% della produzione è svolta da aziende private o a capitale misto. Leader in questo processo è l’associata Cap di Prato che, a partire dalla fine degli anni Novanta, ha progressivamente privatizzato le aziende pubbliche di Lucca, Pisa, Livorno, Pistoia e Massa Carrara e, a fine 2012 in partnership con Busitalia, ha acquistato il 100% del capitale della principale azienda pubblica toscana:

Ataf di Firenze (azienda che conta 1.200 dipendenti e 16 milioni di km annui). Tutto ciò è stato possibile grazie a una prima collaborazione con la F.lli Lazzi, storica concessionaria Anav del Tpl in Italia, che è stata, successivamente, acquisita proprio da Cap. In parallelo al processo di privatizzazione, la Toscana ha visto l’affermarsi di un processo di aggregazione delle aziende storiche di ambito provinciale verso soggetti industriali di maggiori dimensioni e capacità concorrenziali. Nell’area metropolitana fiorentina si è assistito, così, all’unione tra Busitalia e la quota parte di Ataf. A sud, Tiemme opera a

Mezzi di Cap e di Toscana Bus

seguito della fusione tra Train, Rama e Lfi. A nord-ovest opera il gruppo Cap-Ctt Nord. Ctt Nord nasce dall’aggregazione delle aziende provinciali di Pisa, Lucca, Massa Carrara e Livorno sulla base di un progetto di Cap che ne è socio industriale di riferimento. In collaborazione con questi grandi gruppi collaborano tanti associati Anav.

Allo stato attuale, operano in Toscana tre soggetti imprenditoriali: il più grande, il gruppo Cap-Ctt Nord (che aggrega 1.500 autobus e 2.500 dipendenti) copre circa il 50% della produzione, mentre la restante parte è equamente divisa tra Tiemme e Ataf-Busitalia. La Toscana è stata, inoltre, la prima regione a recepire le indicazioni del decreto Bur-

lando sull’affidamento dei servizi per gara: la prima gara è stata indetta già nel 1998 e nel 2004-05 sono stati messi a gara i 14 lotti provinciali che hanno visto protagoniste le associate Anav. Oggi in Toscana è in corso la gara per il lotto unico regionale (volume di 106 milioni di km annui, 11 anni di contratto, 4 miliardi di valore) e quella per il lotto debole del Mugello Chianti (1,7 milioni di km e 20 milioni di fatturato). La gara unica ha avuto un iter di cinque anni e ha visto partecipare otto imprese con solo due offerte. Una dell’associata Autolinee Toscane, azienda con 30 dipendenti, 1,5 milioni di km svolti e controllata dallo Stato francese tramite la società Ratp Epic di Parigi, che ha in affidamento diretto senza gara i servizi della Ile de France fino al 2039; l’altra di Mobit, consorzio che riunisce i gruppi toscani Cap, Busitalia e Tiemme. La gara è in fase di contenzioso, avendo il Tar Toscana annullato l’aggiudicazione al gruppo francese a seguito del ricorso di Mobit

(sentenza del 28 ottobre). In Toscana le aziende associate Anav hanno concorso con successo a oltre 40 gare negli ultimi 15 anni. Qualità e sicurezza sono, infine, le leve che hanno spinto le associate a incrementare lo sviluppo del mercato turistico a mezzo bus in Toscana. Si sono registrati investimenti importanti nel rinnovo delle flotte e iniziative per promuovere l’affidabilità dei viaggi scolastici (campagna “Sicurezza 10 e lode”). In parallelo, Anav ha dovuto contestare l’imposizione di sempre più numerosi e onerosi “Ticket di accesso alle città d’arte” presenti oggi a Firenze, Pisa, Lucca, Montecatini, San Gimignano e Siena. Questa imposizione, che rende meno concorrenziale la proposta turistica dei servizi in bus, è stata contestata al Tar Toscana e l’iniziativa si è tradotta in una più ampia azione dell’associazione nazionale con un ricorso alla Commissione europea che ha trovato adesione in numerose aziende di trasporto europee.

SAPS / Fa parte del Gruppo industriale Acapt, è specializzata nel trasporto su gomma a lungo raggio con la partecipata Eurobus nelle Marche e il partner Deutsche Touring

Leader nel trasporto passeggeri Italia-Germania Nel 2017 pianificati investimenti per mezzi euro 6, migliorare la biglietteria online e sviluppare il servizio di infomobilità

I

costi del mezzo privato, il treno che privilegia un sistema di trasporti veloce, ma particolarmente costoso e poco capillare, le limitazioni in termini di flessibilità e trasporto bagagli dei voli low cost. Tutti questi fattori, ai quali possiamo aggiungere quello relativo alla sicurezza, negli anni hanno spinto lo sviluppo del trasporto su gomma dove Saps di Apricena (Foggia) svolge un ruolo di primo piano. Leader di numerosi collegamenti interregionali tramite autobus, Saps è un’azienda specializzata nei trasporti a lungo raggio sia nazionali (Puglia-Toscana, Puglia-Lazio in partnership con Marozzi e Ferrovie del Gargano, Bari-BolognaMilano e Foggia-Roma con Flixbus) sia internazionali (Calabria-Puglia-AbruzzoMarche-Emilia-Germania e Campania-Lazio-ToscanaGermania). La società fa parte del gruppo industriale Acapt (75 autobus, 140 dipendenti di proprietà della famiglia Biscotti di Aprice-

na) che opera direttamente in Puglia fin dagli anni Venti nel trasporto pubblico locale, nei collegamenti a lungo raggio dal Sud al Nord (sempre con il marchio Saps) e nelle Marche, con Eurobus nei collegamenti del gruppo fra la Capitale e le Marche lungo le linee direttrici Marche-Lazio e Marche-Campania. Negli anni la società ha sviluppato una strategia che ha visto il progressivo rafforzamento dei collegamenti internazionali. In questo modo Saps ha migliorato la frequenza e la qualità di tutti i collegamenti dall’Italia verso la Germania, che fin dal 1990 costituiscono l’ossatura di un sistema di trasporti su gomma molto apprezzato e frequentato. Attraverso il nodo di scambio di Bologna, infatti, le due ricettrici adriatica e tirrenica delle linee internazionali verso Francoforte e Amburgo garantiscono una piccola ma efficiente rete di collegamenti. La scelta commerciale è stata quella di prevedere partenze trisettimanali

(martedi-giovedi-sabato) da Crotone verso la direttrice adriatica Bari-Foggia-Pescara-Ancona-Rimini-Bologna e da Benevento verso Napoli-Roma-Firenze-Bologna, tutte dirette verso MonacoSt o c c a rd a - Fr a n c ofor t e Dortmund e verso Norimberga-Hannover-Amburgo, servendo 32 città tedesche. Nel periodo estivo e natalizio, inoltre, la frequenza diventa giornaliera per soddisfare il naturale aumento della domanda ed evitare il ricorso a partner esterni. I piani di sviluppo per il 2017 prevedono, oltre a ulteriori investimenti in autobus Euro 6, un nuovo e più moderno sistema di biglietteria online e un servizio di infomobilità per garantire costanti informazioni all’utenza sull’andamento del viaggio. Oggi il parco rotabile Saps garantisce un’anzianità media di 2,7 anni, mentre il personale di guida, selezionato con metodi rigorosi e sottoposto a visita preventiva di idoneità presso gli Uffici sanitari di Rfi, vanta un’an-

Nicola Biscotti, amministratore unico di Saps

zianità media di servizio di quindici anni. Un bagaglio di esperienza che permette a Saps di garantire professionalità e affidabilità nelle prestazioni che trovano riscontro nell’assoluta regolarità dei servizi svolti (con bassissima incidenza di guasti su strada), nonché con l’assistenza su tutto il percorso Italia-Germania. La società può contare infatti nella Regione Marche sulla propria partecipata Eurobus di Montecosaro e in Germania sul partner interna-

zionale Deutsche Touring di Francoforte, contitolare delle autorizzazioni rilasciate dal ministero dei Trasporti Italiano. “Le linee fondamentali dell’offerta Saps - conclude Nicola Biscotti, amministratore unico di Saps - sono individuabili nel rigoroso rispetto dei tempi di guida e riposo dei conducenti, nella manutenzione programmata dei veicoli, nella bassa anzianità del parco autobus e in un sistema qualità che privilegia il rapporto diretto con l’uten-

za”. A questo si si aggiungono le dotazioni di bordo (Wc, wifi, prese di corrente, distanza dei sedili superiore a quella standard di produzione industriale) e un controllo tramite Gps dell’andamento e delle criticità del servizio. Perché nei trasporti conta il prezzo ma anche la qualità del servizio offerto.


22 Anav

Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

ANAV SICILIA / Le aziende regionali del settore hanno minore necessità di attingere al sostegno pubblico

Un sistema modello per il Paese Quella siciliana è una rete in continua evoluzione, concordata con gli operatori

I

l Conto Nazionale dei Trasporti e delle Infrastrutture, redatto dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, colloca la rete siciliana di trasporto pubblico locale extraurbano in cima alla classifica per migliori performance. I costi di produzione contenuti e i ricavi consistenti confermano la soddisfazione dei clienti. L’alta fruizione dei passeggeri e gli adeguati incassi si affiancano al basso livello di contribuzione pubblica, che in Sicilia è nettamente inferiore al resto del Paese. Se il modello siciliano fosse stato adottato in tutta Italia, il Paese avrebbe risparmiato 2 miliardi l’anno, 60 miliardi in trent’anni. A spiegarlo è Antonio Graffagnini, presidente di Anav Sicilia, l’Associazione Nazionale Autotrasporto Viaggiatori. Quattro sono i fattori che permettono di collocare il sistema siciliano ai vertici. Il primo riguarda l’equilibrio tra domanda e offerta. “In Sicilia - spiega il presidente - il divario fra i passeggeri trasportati (domanda) e i

seguenti e più elevati sprechi di risorse pubbliche e livelli di inquinamento”. Il terzo aspetto riguarda i costi operativi, ovvero le spese sostenute dagli operatori per trasportare i passeggeri. “Le aziende siciliane spendono 2,83 euro per ogni chilometro percorso dagli autobus, contro i 3,14 euro spesi in media dal resto degli operatori italiani (fanno eccezione Piemonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia), in cui pre-

posti disponibili per abitante (offerta) è la metà che nel resto del Paese. La differenza si spiega con il diverso modello adottato: quello siciliano è una rete in continua evoluzione, concordata con gli operatori. Il modello utilizzato in molte altre regioni ha programmi e gerarchie rigide, talvolta così restrittive da indurre i passeggeri a utilizzare l’autovettura privata. Più l’offerta è lontana dalla esigenze della domanda, maggiore è il

L’autostazione di Roma Sala operativa sempre attiva, comfort dei passeggeri sempre in primo piano a percezione complessiva di un viaggio è spesso influenzata dalla qualità dell’interscambio modale oltre che dai servizi di trasporto fruiti. Si chiama “Valore edonico”, vale a dire la sensazione che la qualità estetica, la pulizia, la sicurezza e i servizi offerti trasmettono al viaggiatore. Ebbene, nel caso del trasporto, la percezione aumenta all’aumentare della qualità dei fattori “a contorno” della prestazione: ascoltare, migliorare, innovare. L’industria del “travel” non

può prescindere da questi fattori, fondamentali per cogliere e soddisfare gli spunti espressi dalle aziende e dal protagonista vero delle trasferte: il viaggiatore. A questi obiettivi ha lavorato il team della Autostazione Tibus che dal maggio 1999 gestisce in concessione l’area comunale sita in Largo Mazzoni, prossima alla stazione ferroviaria Roma Tiburtina e sulla quale sorge il primo grande Terminal autobus nazionale ed internazionale che collega tutte le regioni, nessuna esclusa, e

Il progetto della nuova “Piazza della Stazione”

gio molto veloci, competitivi rispetto a quelli delle autovetture private. Il valore aggiunto della rete siciliana è quindi l’alta velocità, che persuade i cittadini a lasciare la vettura privata per fruire del mezzo pubblico. Sotto l’aspetto economico, è la regione in cui le aziende del settore hanno minore necessità di attingere al sostegno pubblico (0,94 euro per km in Sicilia contro 1,85 in Piemonte e Valle d’Aosta, 1,31 in Veneto, 1,33 in Toscana, 2,30 in Campania)”. L’attuale modello siciliano, ai primi posti nei quattro indicatori, ha dimostrato che “è possibile raggiungere ottime performance economiche pur anteponendo l’interesse sociale a quello degli operatori, che è possibile coniugare efficienza economica con equità sociale e realizzare un’“efficienza sociale”. In un futuro prossimo - conclude Graffagnini - la situazione potrebbe mutare per l’inserimento del nuovo modello di gara previsto dall’Unione Europea, che comporta il rischio che ad una democratica pluralità di operatori si sostituisca un monocratico duopolio costituito da un “mono-decisore” e un “mono-operatore”. Potrebbero prevalere gli interessi di pochi operatori su quelli dei viaggiatori, con il concreto rischio non solo di compromettere l’efficienza economica, ma anche quella sociale del sistema”.

vettori nonché del controllo della circolazione stradale nelle aree di stazione, dando supporto alle autorità di pubblica sicurezza nelle loro azioni di accertamento. Ancora sul fronte sicurezza, l’autostazione garantisce il presidio del piazzale di manovra, per non parlare della vigilanza armata permanente, illuminazione interna e periferica e videosorveglianza che garantisce protezione e sicurezza ad utenti e operatori. Il comfort, e non solo quello percepito come valore edonico di cui si parlava in premessa, è garantito dal servizio di pulizia su tutta l’area del Terminal, esterna, interna e commerciale, con grande attenzione rivolta ai passeggeri a ridotta mobilità o con particolari esigenze di movimento per i quali sono attivi vari servizi (dai parcheggi riservati con annessa assistenza, ai punti di ritrovo coordinato e alle aree parcheggio per le gestanti) che ne garantisce la tutela dei diritti. I nuovi dettati comunitari in materia impongono, infatti, il rispetto e l’adeguamento alle esigenze di ogni categoria di passeggero in termini di sicurezza, oltre che tecnica e fisica, anche psicologica. È in questo contesto che il presidente della Tibus Giovanni Bianco ha recentemente presentato agli uffici di Roma Capitale e del II

Municipio una proposta di Project financing proponendosi come soggetto attivatore del programma di riassetto e ridefinizione della soluzione progettuale affinché il Piazzale Ovest, ove si colloca il terminal dei bus, diventi la “Piazza della Stazione Tiburtina”. La Stazione Tiburtina possiede infatti delle altissime potenzialità essendo uno dei luoghi più rilevanti e potenzialmente pregiati della città nonché il futuro principale accesso alla Città quando l’alta velocità sarà messa a regime ma presenta ancora un degrado urbanistico e ambientale elevato al quale è urgente porre rimedio con un risanamento urbanistico. Gli obiettivi del progetto sono ritornare in possesso di una grande estensione di spazio pubblico, liberare il suolo spostando le attività contrastanti, razionalizzare le funzione trasportistiche (Atac, Cotral, Tibus) e connetterle sempre più con quelle di Fsi, aggiornare il piano di assetto con nuove relazioni tra stazione e spazio urbano. Tutto questo sarà possibile seguendo un Protocollo della Qualità che garantisca alla nuova “Piazza della Stazione” di essere una realtà “esemplare” del rinnovo urbano garantendo: accessibilità, sicurezza sociale, accoglienza, autosufficienza energetica, bellezza e sicurezza ambientale.

disallineamento, che si traduce - sottolinea - in eccesso di servizi non necessari o in mancanza di servizi nuovi”. Il secondo fattore è relativo al coefficiente di riempimento dei mezzi (load factor). “L’indice di riempimento dei pullman extraurbani siciliani è pari al 45%, nel resto del Paese al 24%”, specifica Graffagnini. “Questo significa che, nelle altre regioni italiane, è maggiore il numero di autobus con posti vuoti, con con-

TIBUS / Gestisce nella Capitale il capolinea delle linee nazionali e internazionali prossimo alla stazione Tiburtina

L

valgono aziende di dimensione medie (tra i 5 e i 100 addetti) e un maggior numero di operatori privati su quelli pubblici. Ultimo fattore, ma primo per ricadute sociali ed economiche, è il rapporto ricavi da traffico su chilometri percorsi dall’autobus, ovvero il “grado di apprezzamento” dei servizi da parte dell’utenza. Il valore medio italiano - ricorda - è di 1,60 euro/km, quello siciliano di 1,89. Da notare che dal 2007 al 2011 in Sicilia il dato, in controtendenza rispetto al valore nazionale, è salito (Osservatorio Audimob 2012)”. Nell’isola - nonostante più dell’80% degli itinerari delle autolinee si svolga su strade statali e provinciali e meno del 20% su percorsi autostradali - “l’offerta di servizi si caratterizza per tempi di viag-

Uno scorcio attuale dell’autostazione

tutti i maggiori centri europei (il traffico internazionale è pari al 5 % del traffico totale). Prima d’allora gli autobus addetti ai servizi di trasporto passeggeri venivano disordinatamente a posizionarsi nel centro della città con le immaginabili ricadute negative sulla circolazione urbana. La Tibus Srl ha attivato notevoli investimenti che hanno reso il terminal “il capolinea di Roma”, autorizzato dal ministero dei Trasporti, per i bus di linea di media e lunga

percorrenza, nazionali ed internazionali, che garantisce l’afflusso di 8 milioni di viaggiatori l’anno (una media di circa 20.000 passeggeri al giorno), in grado di gestire 900 accessi giornalieri. Il terminal, che ospita 103 vettori di cui 33 stranieri, apre le porte a più di 108 mila autobus. La sala operativa, attiva 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, per 365 giorni all’anno si occupa della verifica delle autorizzazioni e dell’utilizzo delle fermate da parte dei


Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

23

KIA / Il produttore coreano fa il suo esordio tra le station wagon del segmento D; auto dalle dimensioni compatte ma con una capacità di carico tra le più ampie della categoria

Optima Sportswagon: per business o per piacere Design sportivo con linee morbide e slanciate, ricchi equipaggiamenti di serie e tecnologie all’avanguardia per l’assistenza alla guida

L’

entrata sul mercato italiano di Kia Optima Sports-wagon segna l’esordio di Kia Motors Company nel segmento delle wagon di classe media, il cosiddetto segmento D. Il nuovo modello, naturale evoluzione del concept Sportplace presentato lo scorso anno a Ginevra, si caratterizza per il design sportivo, la ricchezza di equipaggiamenti e la tecnologia sofisticata. La Kia Optima Sportswagon ha un profilo slanciato e aerodinamico. Le linee sono morbide e nette, il frontale resta quello della berlina, mentre la parte posteriore è leggermente rastremata. Lo sbalzo posteriore sottolinea il volume del retro della carrozzeria, ma il profilo è alleggerito dall’angolazione del lunotto e dal raccordo del tetto con il portellone. La coda è caratterizzata dai gruppi ottici avvolgenti a Led, lo scudo paraurti ospita il terminale di scarico ovale profilato che aumenta la sportività del modello. La gamma colori comprende nove tonalità, mentre per le ruote sono disponibili cerchi da 16 a 18 pollici e 19 sulla versione Gt. Le dimensioni sono piuttosto compatte per una station wagon di segmento D: 1.860 mm di larghezza, 4.855 mm di lunghezza, 1.470 mm di altezza (5 mm in più rispetto alla berlina) per le sbarre sul tetto. Il volume di carico è uno dei più ampi della categoria e, nella configurazione a 5 posti, arriva fino a 552 litri. La panchetta posteriore di serie, frazionata in tre parti 40-20-40 reclinabili singolarmente, rende la Kia Optima Sportswagon versatile, come la soglia di ingresso bassa e l’apertura automatica del portellone quando ci si avvicina con la smart key in tasca. La scocca di Optima Sportswagon è stata realizzata con acciai ad alta e altissima resistenza, a beneficio della robustezza e delle capacità di assorbimento in caso d’urto. L’abitacolo ospita sette airbag (anteriori, per le ginocchia del guidatore, laterali e a tendina) di serie per offrire il massimo livello di protezione degli occupanti. I dispositivi elettronici per la prevenzione e la protezione da possibili collisioni rientrano nel programma Drive Wise, che identifica i nuovi dispositivi di assistenza alla guida Adas (Advanced Driver Assistance Systems). Di serie il Vsm (Vehicle Stability Management) per la stabilità in frenata e in curva, in connessione con l’Esc (Electronic Stability Control) e il servosterzo elettrico. Disponibili

anche i dispositivi più moderni di frenata automatica in caso di collisione con un veicolo o un pedone (il sistema Aeb della nuova Optima è un’esclusiva nel segmento

D europeo e, oltre al radar di corta portata, dispone di un radar a lunga portata in grado di riconoscere gli ostacoli a maggiore distanza e velocità); mantenimento della

marcia in corsia e segnalazione di passaggio delle linee senza attivare gli indicatori di direzione (Lkas); regolazione automatica dei proiettori (Hba); segnalazione nello

specchietto della presenza di un veicolo nell’angolo morto della visuale posteriore (Bsd). Le caratteristiche dell’abitacolo sono quelle tipiche delle vetture di classe superiore. Ampia la plancia a sviluppo orizzontale, che accentua la sensazione di larghezza e spaziosità; largo l’uso di superfici soft-touch, tessuti e pelli in tinte naturali e arricchimento in metallo; migliore l’insonorizzazione per un maggior comfort di viaggio. L’Optima Sportswagon è equipaggiata di navigatore con schermi touchscreen da 7 o 8 pollici, sistema radio digitale Dab+, software Android Auto e Apple CarPlay per collegarsi con smartphone, sistema di ricarica wireless per cellulari e tablet. A seconda delle versioni, disponibili due tradizionali sistemi di ricarica Usb, l’Around View Monitor per la vista a 360 gradi attorno alla vettura, sistemi per effettuare automaticamente le manovre di parcheggio e mo-

dificare il fascio dei proiettori in funzione dei movimenti di sterzo. Il nuovo modello Kia presenta caratteristiche di guida perfezionate grazie ad un particolare lavoro di messa a punto delle sospensioni che ottimizza comfort, capacità di carico, agilità e piacevolezza di guida. Le sospensioni a quattro ruote indipendenti sono state adattate alle possibilità di carico e alla differente distribuzione dei pesi, il nuovo schema del pianale raggiunge più alti livelli di precisione di guida e di motricità. Al retrotreno lo schema a quadrilateri utilizza bracci doppi con supporti elastici, il servosterzo elettrico R-Mdps ha il motore montato direttamente sulla cremagliera. Le sospensioni a controllo elettronico Ecs, che utilizzano valvole regolabili all’interno di tutti gli ammortizzatori, sono di serie esclusivamente sulla versione Gt. La Kia Optima Sportswagon è disponibile in due motorizzazioni. Il diesel 1700 Crdi, con 141 cavalli e 340 Newton metri, può essere abbinato al cambio manuale a 6 marce (emissioni di CO2 di 113 gr/ km e consumo medio di 4,4 litri/100 Km) o all’automatico a doppia frizione a sette rapporti (emissioni di CO2 di 120 gr/km e consumo medio di 4,6 litri/100 km). La Gt con propulsore 2.0 T-gdi accelera da 0 a 100 km/h in 7,6 secondi e ha un consumo medio di 8,2 litri/100 km con emissioni di CO2 di 173 gr/km.

Optima diventa anche ibrida plug-in Grazie alla batteria, ricaricabile dalla presa, e al motore elettrico riesce a percorrere fino a 54 km a zero emissioni

O

ptima Plug-in Hybrid è la prima berlina a tre volumi di casa Kia ad essere equipaggiata con un sistema ibrido a batterie ricaricabili. Grazie al pacco batterie litio-ioni della capacità di 9,8 kWh e un motore elettrico da 50 kW di potenza, il nuovo modello è in grado di percorrere oltre 54 km a emissioni zero, in sola modalità elettrica, a velocità fino a 120 km/h. In modalità ibrida, con il motore quattro cilindri 2000 Gdi che genera 156 cavalli e la coppia massima di 189 Newton metri, la potenza totale disponibile è di 205 cavalli al regime di 6.000 giri al minuto. Nella nuova Optima Plug-in Hybrid l’accelerazione da 0 a 100 km/h avviene in 9,4 secondi, le emissioni di CO2 nel ciclo standard Nedc sono di 37 gr/km e il consumo di omologazione nel ciclo misto Nedc è di 1,6 litri/100 km. Malgrado l’ingombro delle batterie, il bagagliaio della Optima Plug-in Hybrid mantiene una capacità di 307 litri (misurazione Vda) con le batterie

ospitate sotto il sedile posteriore e nel vano ruota di scorta. La presa per la ricarica è collocata nella zona del parafango lato guida. Nell’abitacolo, un cruscotto dedicato segnala le informazioni sul funzionamento del sistema di propulsione, mentre l’indicatore sopra la plancia evidenzia lo stato di carica delle batterie e segnala i dati di marcia, evidenziando l’efficienza dello stile di guida. L’Optima Plug-in Hybrid utilizza due accorgimenti per conservare e recuperare l’energia elettrica: la frenata rigenerativa (più efficiente dell’11%

rispetto ai modelli precedenti) e il Cgc (Coasting Guide Control, disponibile a breve) che, collegato con il navigatore per gestire l’utilizzo della potenza nel modo più efficiente rispetto al percorso previsto, avverte il pilota del momento migliore per sollevare l’acceleratore e sfruttare al meglio il recupero di energia in decelerazione. Kia Optima Plug-in Hybrid propone di serie sette airbag e Vsm (Vehicle Stability Management) per la stabilità in frenata e in curva, che interviene sia

sull’Esc (Electronic Stability Control) sia sul servosterzo elettrico in caso di perdita di aderenza. È equipaggiata di navigatore con schermo touchscreen da 8 pollici (con menu specifici per il calcolo dell’autonomia elettrica e l’indicazione delle stazioni di ricarica), sistema radio digitale Dab+, impianto a sei altoparlanti, software Android Auto e Apple CarPlay (disponibile a breve) per collegarsi con smartphone, sistema di ricarica wireless per cellulari e tablet.


24 Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

SUBARU / Per la Casa giapponese al centro di ogni progetto ci sono le persone. Da qui l’impegno per garantire livelli di standard tra i più elevati al mondo

Missione sicurezza per un comfort di guida unico I fiori all’occhiello? La trazione Symmetrical AWD, con oltre 15 milioni di sistemi prodotti dal 1972, e il motore Subaru Boxer

S

i scrive sicurezza, comfort di guida, tecnologia, efficienza, affidabilità. Si legge Subaru. La casa di produzione giapponese, le cui origini risalgono al 1917, racconta una storia fatta di passione per i motori, di evoluzione, ricerca e innovazione e di nuove visioni di viabilità. In casa Subaru sono tutti convinti che le persone debbano sempre essere al centro di tutte le scelte produttive e che il divertimento di guidare debba passare prima di tutto per la tranquillità del conducente e di chi gli sta intorno. Sia dentro la macchina sia fuori di essa. Per questo hanno scelto di esprimersi al massimo in sicurezza e funzionalità raggiungendo, in questo, standard tra i più elevati al mondo. Per entrare nel merito delle caratteristiche tecniche, la

Il design degli interni (qui, la Levorg) è studiato per una guida massimamente confortevole

prima cosa da sottolineare è che Subaru può contare sulla proverbiale trazione Symmetrical AWD - Symmetrical All-Wheel Drive (oltre 15 milioni di sistemi prodotti dal 1972 ad oggi) e sul motore Subaru Boxer (oltre 16 milioni di motori prodotti dal 1966 ad oggi), tecnologie continuamente rinnovate e migliorate negli anni. La Symmetrical AWD, che comprende il motore Subaru Boxer a cilindri orizzontali contrapposti montato longitudinalmente e una trasmissione sim-

metrica a 4 ruote motrici, è il sistema su cui Subaru si è concentrata per offrire il meglio in fatto di stabilità, sicurezza e prestazioni su

strada. Questo esclusivo sistema di motopropulsione è al centro dello sviluppo di Subaru sin dalla presentazione della prima berlina 4WD al mondo, 44 anni fa. L’intero sistema è organizzato in modo simmetrico intorno all’asse centrale, perfettamente diritto, della vettura. Le caratteristiche del motore a cilindri orizzontali contrapposti, che può essere montato in posizione ribassata sul veicolo, sono state sviluppate in modo tale da ottenere un baricentro il più in basso possibile e verso il centro del veicolo stesso. Le prestazioni straordinarie garantite dal maggiore bilanciamento di questo sistema si uniscono alla grande trazione della 4WD per limitare rollio e beccheggio del corpo vettura che si manifestano in curva e in frenata. Questo garantisce la massima stabilità in ogni situazione di guida, un telaio senza scossoni e un migliore comfort di marcia. Il sistema Symmetrical

Levorg: la wagon diventa brillante

Suv, una gamma al top

L

a Subaru presenta, sul mercato italiano, una gamma di tre modelli Suv (XV, Forester e Outback) e tre modelli Sportive (Levorg, WrxSti e la coupé sportiva Brz). Ogni modello è progettato per assicurare massimo comfort e una guida serena e sicura. Tutti sono dotati della massima tecnologia e sicurezza. Alcune vetture si contraddistinguono, però, per particolari caratteristiche. La Forester è senz’altro il modello più trasversale della gamma Suv e quello più “off-road” dei tre. Prima di tutto perché è stata la prima con X Mode system e poi perché viene proposta anche in versione molto frizzante con il modello XT (2 litri turbo benzina iniezione diretta da 240 Cv). Altrimenti si può avere a benzina, benzina-gpl e diesel. Rispettivamente con cambio manuale o Lineartronic (ad eccezione dell’XT che è solo Lineartronic e non gpl). Anche la nuova Subaru XV si distingue per i suoi tratti forti: basti pensare che ha ottenuto le 5 stelle Euro Ncap, la massima valutazione possibile per un’autovettura. Per aiutare il conducente a evitare incidenti e a viaggiare sicuro, la Subaru XV è dotata di un insieme di caratteristiche di sicurezza attiva e passiva. La sicurezza attiva consente di evitare rischi e problemi con una guida prevedibile, un controllo preciso, un’ottima visibilità e tecnologie avanzate che permettono di eludere gli incidenti prima che accadano. La sicurezza passiva è data dagli airbag ben posizionati, dai sedili anteriori anti

N

colpo di frusta, dai pedali a scomparsa e dalle cinture di sicurezza a 3 punti pronte a proteggere il pilota e i suoi passeggeri. Sui Suv, la trazione integrale Symmetrical AWD offre in ogni momento una efficiente trazione su tutte e quattro le ruote per un migliore controllo su ogni tipo di strada, anche nelle peggiori condizioni. Permette un eccellente bilanciamento laterale e grande precisione durante la guida, grazie alla disposizione longitudinale dei suoi gruppi principali, mentre il baricentro basso offre coinvolgimento e prontezza di risposta. Gli esclusivi vantaggi della trazione Symmetrical AWD assicurano una maneggevolezza straordinaria e aiutano a evitare i pericoli.

ella gamma Sportive, la Levorg è una wagon sportiva con caratteristiche quasi uniche perché mette insieme ottime prestazioni, comfort di livello e grande versatilità: un brillante motore 1.6 turbo a benzina (170 Cv), una trazione integrale permanente e il cambio automatico (a variazione continua di rapporto) ne fanno una vettura molto divertente da guidare, grazie anche allo sterzo molto preciso e alle sospensioni solide. A rendere comodo e avvolgente il viaggio c’è un abitacolo grande e luminoso, una posizione di guida alta e una visibilità sempre agevole. Il baule consente molteplici utilizzi essendo facilmente accessibile e ampio: 522 i litri di capienza a divano alzato; 1.446, rinunciando ai posti posteriori. La Levorg si contraddistingue per la sicurezza. Oltre ai sistemi dinamici di sicurezza e all'EyeSight per la prevenzione, è infatti dotata dei pacchetti Srvd - Subaru Rear Vehicle Detection e Hba - Hi Beam Assist. Si tratta di due tecnologie introdotte per la prima volta su Levorg: grazie all'Srvd viene individuato ciò che avviene nella parte posteriore della vettura; grazie all'Hba, il guidatore è invece messo nelle condizioni di non recare disturbo a coloro che vengono in senso opposto durante la guida al buio.


Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

AWDays

L

a filosofia di vendita Subaru è che il cliente, se interessato a un eventuale acquisto, deve poter sperimentare fino in fondo le magnifiche sensazioni che si possono provare guidando queste macchine. Insomma, un conto è leggere una brochure, un conto è sedersi al volante, mettere in moto e partire. È questo lo spirito che c’è dietro gli AWDays, giornate dedicate ai test drive che sono condotti, nelle diverse città e concessionarie, da veri e propri piloti professionisti: coloro che, per mestiere, guidano le auto. Un vero e proprio valore aggiunto che Subaru ha deciso di mettere sul piatto proprio perché consapevole che i suoi prodotti, soprattutto per quanto riguarda l’AWD, sono unici nel panorama italiano.

AWD Subaru viene fornito in diverse combinazioni in base al tipo di vettura e di trasmissione utilizzati. Nelle vetture a trazione anteriore e in quelle a trazione posteriore, in cui la potenza non viene distribuita su tutte le quattro ruote come avviene nelle AWD, si possono esercitare carichi eccessivi sulle ruote di trazione. Perciò entrano in gioco forze laterali che si manifestano in curva e una scarsa trazione può causare un drastico cambio di direzione verso l’esterno da

parte delle ruote motrici. Viceversa i sistemi AWD distribuiscono la potenza su tutte e quattro le ruote in modo equilibrato. Ciò crea un comportamento neutro, e non si manifesta alcuna perdita di aderenza nella direzione di percorrenza del veicolo, anche quando è in curva. Se una ruota inizia a perdere trazione su una superficie sdrucciolevole, le altre tre ruote motrici sono in grado di compensarla con la trazione necessaria. Rispetto alle vetture con

BRZ, cuore sportivo ad alta stabilità

L

a Brz è la coupé sportiva Subaru che si ispira al progetto che ha dato vita alla Toyota GT86 (entrambe costruite dalla Subaru). La macchina si presenta compatta (circa 420 cm di lunghezza) e monta anteriormente un 2.0 boxer a quattro cilindri. Questo trasmette i suoi 200 Cv alle ruote posteriori attraverso un rapido cambio manuale a sei marce. Concepita indubbiamente per una guida divertente e fluida, la macchina è leggera (pesa solo 1.239 chili). È inoltre dotata di freni potenti, sterzo preciso, sospensioni “solide” e differenziale autobloccante meccanico che migliora la trazione in uscita di curva. L’aspetto della sicurezza è assolutamente in linea con gli altissimi standard Subaru e adattato a una vettura concepita per una guida sportiva: una raffinata elettronica “graduabile” consente a chi guida di gestire (e regolare nella soglia d’intervento) separatamente il controllo di trazione e quello di stabilità, in modo da variare il grado di libertà della vettura a seconda del contesto e delle proprie capacità di guida. D’impronta spiccatamente sportiva anche gli interni: sedili bassi e avvolgenti, rivestiti in tessuto e ravvivati da cuciture a contrasto che richiamano quelle del volante (in pelle) e del divanetto posteriore. Lo schienale reclinabile , inoltre,permette di aumentare la capacità di carico quando i 243 litri del baule non bastano.

ruote motrici solo anteriori o solo posteriori si ha una trazione, e quindi una sicurezza, molto maggiore. A parità di potenza erogata, anche l’accelerazione è molto migliore quando si hanno quattro ruote motrici rispetto a due soltanto. Inoltre con la Symmetrical AWD, che è una peculiarità esclusiva delle Subaru, l’intero sistema può essere montato in posizione più bassa sul veicolo grazie anche al compatto motore Boxer. Il fatto di avere un baricentro basso influisce direttamente sulla maggiore stabilità di comportamento del veicolo in curva. Queste caratteristiche garantiscono anche un comportamento più stabile nelle diverse condizioni di marcia, permettendo di guidare con maggiore tranquillità. Questa esclusiva configurazione è semplicemente molto più avanti in fatto di stabilità, sia sulle strade se-

condarie sia in autostrada o al variare del tipo di fondo. Insomma, alla Subaru sono convinti che chi è al volante non deve affaticarsi e stare in tensione, elemento che rappresenta un altro importante aspetto di sicurezza nella prevenzione degli incidenti.

Il Subaru Boxer Diesel è il primo motore diesel al mondo a cilindri orizzontali contrapposti concepito per l’uso su vetture passeggeri. Quando i motori a benzina vengono trasformati in motori diesel, di solito il necessario irrobustimento del monoblocco rende l’u-

25

nità più ingombrante e più pesante. Viceversa il Boxer della Subaru, progettato all’origine con attenzione alla rigidità, ha permesso di trasformare i valori di alesaggio e corsa (92,0 mm x 75,0) del 4 cilindri a benzina in un diesel superquadro da 86,0 mm x 86,0 mm. Ne è derivata una camera di combustione più compatta e una maggiore efficienza nei consumi: il tutto conservando quella sensazione di sportività tipica del Subaru Boxer. Un altro elemento di eccellenza della tecnologia Subaru è il sistema EyeSight: due telecamere stereo per catturare immagini a colori tridimensionali con una eccellente capacità di riconoscimento, simile a quella dell’occhio umano. Grazie alle immagini provenienti da entrambe le telecamere, EyeSight riconosce forma, velocità e distanza di veicoli, moto, biciclette e pedoni. Quando rileva un potenziale pericolo il sistema avverte il guidatore e, se necessario, provvede anche a frenare in modo da evitare incidenti.

Il concept Viziv-7 di Subaru anticipa le future scelte stilistiche del marchio giapponese

Nuove tecnologie per il futuro del Pianeta Motore e trasmissione sono al centro di un intenso lavoro in R&S per garantire un livello di guidabilità al top senza impatto sull’ambiente. E l’ibrido? Maneggevole come nessuno altro

O

ggi una delle priorità di chi produce automobili deve essere il fattore ambientale. Non è possibile trascurare l’aspetto delle emissioni e delle loro conseguenze sulla salute del Pianeta e di tutti i suoi abitanti. Anche su questo fronte Subaru non risparmia novità: l’approccio di produzione è estremamente avanzato e prevede lo sviluppo di un turbocompressore ridimensionato, di un sistema ibrido e di un dispositivo di “eco-guida” che sposa perfettamente una notevole riduzione dei consumi con un impareggiabile piacere di guida. Il segreto sta tutto nella potenza generata dal motore con una quantità minima di combustibile. Subaru continua così la sua messa a punto della tecnologia alla base del motore e della trasmissione, con la convinzione che questi due elementi possano garantire un livello di guidabilità al top senza un impatto negativo sull’ambiente. E poi c’è l’ibrido: la risposta

Nell'ibrido Subaru motore e batteria non influenzano le caratteristiche fondamentali del sistema AWD simmetrico

che tutti si aspettano da chi produce auto. Qui, i componenti pesanti, come motori e batterie, sono montati in una disposizione simmetrica unica, in modo da non influenzare le caratteristiche fondamentali del sistema AWD simmetrico. Il risultato è che l’ibrido di Subaru ha una maneggevolezza non paragonabile ad altri ibridi,

una guidabilità estremamente stabile e, naturalmente, un’eccezionale efficienza di carburante. La casa giapponese sta inoltre investendo molto nella riduzione dell’impatto ambientale attraverso il risparmio energetico nei settori della produzione, della logistica e del riciclaggio dei materiali.


26 Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

Con Ioniq Hybrid Hyundai ridefinisce la mobilità sostenibile a basse emissioni con un'auto ibrida senza compromessi in fatto comfort, sicurezza, design e piacere di guida

HYUNDAI / Prodotta nel più grande stabilimento in Corea, già disponibile in Italia nella versione ibrida a cui seguiranno quella elettrica e ibrida plug-in

Ioniq, un’anima green per viaggiare nel futuro Ibrida, ibrida plug-in e 100% elettrica, la nuova berlina coreana ridefinisce il segmento delle auto a zero o basse emissioni

U

na e trina, sì perché Hyundai nel lancio dell’innovativa berlina Ioniq, ha deciso di declinare le motorizzazioni nelle tre principali tipologie “verdi” del momento: ibrida, ibrida plug-in e completamente elettrica. Sul mercato italiano attualmente è stata appena lanciata la versione ibrida, Ioniq Hybrid, che affianca al motore termico benzina un motore elettrico e questa accoppiata permette di contenere consumi ed emissioni rispetto a un’auto a combustione tradizionale, con un doppio vantaggio sia per il portafogli sia per l’ambiente.

La Ioniq è un’auto che non lascia indifferenti a partire dal design che richiama le linee slanciate di un coupé. Gli stilemi del marchio Hyundai sono ben presenti, a partire dalla griglia anteriore, chiusa nel modello elettrico. I tre allestimenti disponibili sulla Ioniq Hyundai Ioniq ibrida viene proposta in tre allestimenti: Classic, Comfort e Style, già sull’allestimento base ci sono soluzioni innovative come il sistema di avviso per il superamento di corsia involontario (Lkas), lo Smart Cruise Control per impostare

Modello

Ioniq Ibrida

Ioniq electric

Ioniq ibrida Plug-in

Disponibilità

ottobre 2016

dicembre 2016

primavera 2017

Motore termico

1.6 GDI 105 Cv

-

1.6 GDI 105 Cv

Motore elettrico

32 kW

88 kW

45 kW

Trasmissione

6 speed DCT

Riduttore di velocità

6 speed DCT

Capacità batterie

1,56 kWh

28 kWh

8,9 kWh

Autonomia in full-electric

-

> 250 km

~ 50 km

Emissioni CO2

79 g/km

0 g/km

32 g/km

Prezzo

da 24.900 euro

da definire

da definire

una velocità di viaggio utile soprattutto in autostrada, il sistema di frenata autonoma (Aeb), il climatizzatore automatico bizona e la retrocamera con assistenza al parcheggio e sensori acustici. Al pacchetto Classic, la versione Comfort aggiunge i cerchi in lega da 17 pollici, i fari anteriori bixeno, le luci posteriori a led e l’accensione con il pulsante start e la smart key che non si deve inserire nel quadro comandi dell’abitacolo. Si giunge poi alla più accessoriata Style che ha in aggiunta anche i sensori di parcheggio anteriori, il Bsd (Blind Spot Detection) il sistema di monitoraggio dell’angolo cieco, il sistema di navigazione

Le tre versioni della Ioniq, da sinistra ibrida, 100% elettrica e ibrida plug-in

touchscreen da 8 pollici e il sistema audio “Infinity Sound System”. Tutti i vantaggi dei due motori della Ioniq ibrida L’auto ibrida unisce in sé due motori: uno termico e uno elettrico. Sulla Ioniq il nuovo propulsore “Kappa”, un

Hyundai Ioniq 100% elettrica

E

ntro la fine dell’anno farà la sua comparsa la versione completamente elettrica della Ioniq. Sparisce così il motore termico diesel e viene potenziato quello elettrico che passa da 32 kW a 88 kW. Con la versione 100% elettrica si potrà così guidare nel completo silenzio. A bordo trova posto una batteria da 28 kWh che permette alla Ioniq elettrica un’autonomia di oltre 250 km, calcolati nel ciclo Nedc. È la scelta più green tra i tre modelli della gamma Ioniq, essendo solo elettrica, non ha infatti emissioni di CO2.

La versione elettrica e la plug-in potranno ricaricare la batteria da una presa di corrente

Hyundai Ioniq ibrida plug-in

L’

ultima ad arrivare sul mercato sarà la versione ibrida plug-in: una via di mezzo tra il puro elettrico e l’ibrido già in commercio. Dispone infatti di una batteria più capiente rispetto alla versione ibrida tradizionale, che si può anche ricaricare dalla presa di corrente e permette alla Ioniq di percorrere circa 50 km nel comfort e nel silenzio del solo elettrico. Le emissioni scendono rispetto alla ibrida da 79 a 32 g/km.


Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

27

Anche sulla Ioniq Hybrid Hyundai offre il pacchetto garanzia unico sul mercato: 5 anni a chilometraggio illimitato (con 5 anni di assistenza stradale e controlli gratuiti), oltre ad una garanzia di otto anni / 200.000 km sulle batterie ad alto voltaggio

1.6 benzina Gdi 4 cilindri ad iniezione diretta già da solo può vantare di un rendimento termico al vertice della categoria (40%): ed è in grado di erogare 105 Cv e 147 Nm di coppia massima. Si tratta di un motore appositamente sviluppato per abbinarsi alla propulsione ibrida, collegato ad un inedito cambio a doppia frizione (Dct) con sei rapporti, dal funzionamento estremamente fluido. Il motore elettrico della Ioniq in versione ibrida eroga 32 kW (43,5 Cv) con una coppia massima e subito disponibile che arriva a 170 Nm. La batteria che lo alimenta, con polimeri agli ioni di litio, ha una capacità di 1,56 kWh ed è posizionata sotto i sedili posteriori. In combinazione con il motore 1.6 GDI, la Io-

Il design filante della Hyundai Ioniq riprende le linee di un coupé e permette di raggiungere un coefficiente aerodinamico ai massimi livelli per la categoria. Il miglior modo per testare con mano questa innovativa auto è il test drive, qui sotto l'installazione al Centro di Arese teatro dei test drive di novembre

niq ibrida eroga una potenza massima di 103,6 kW (141 Cv) e fino a 265 Nm di coppia massima, in grado di spingerla ad una velocità massima di 185 km/h. Le emissioni di CO2 partono da 79 g/km nel ciclo combinato.

Efficienza aerodinamica a partire dal design Un eccezionale coefficiente aerodinamico (Cx) di 0,24 caratterizza il design della Ioniq. Gli air-flap presenti sulla griglia frontale sono in grado di flettersi, aumentando ulteriormente l'aerodinamica. Un'attenzione in fase di progettazione, con una collaborazione stretta tra designer e ingegneri, che è valsa a Ioniq anche il premio "Red Dot Award".

L’ANIMA VERDE DA SEMPRE NEL DNA DI HYUNDAI

I

oniq rappresenta una pietra miliare della strategia eco-sostenibile di Hyundai, che inizia da molto lontano. La casa coreana è stata infatti la prima ad aver prodotto in serie, già nel 2013, una vettura a idrogeno, la ix35 fuel cell che si affianca all’ampia gamma di veicoli a basse emissioni già presenti sul mercato. Ma la strategia di Hyundai non si ferma qui, a livello di Gruppo entro il 2020 saranno ben 20 le auto nuove o già in gamma che avranno la possibilità di essere ibride o elettriche.

CLASSIC

COMFORT

STYLE

Prezzo chiavi in mano

€ 24.900

€ 26.500

€ 29.000

Prezzo in promozione

€ 21.650

€ 23.250

€ 25.750

Con la nuova i30 Hyundai svolta pagina nel segmento C Progettata e prodotta in Europa per essere in linea con i gusti europei, ricca di soluzioni tecnologiche e innovative, è coperta dalla solita ampia garanzia del costruttore coreano Attenzione ai dettagli e materiali di qualità nell'abitacolo della Hyundai Ioniq, la versione elettrica ha anche le finiture in rame, materiale che ricorda la conduzione dell'elettricità. Sotto lo schema che illustra il funzionamento del sistema ibrido con il motore elettrico, nel centro, che interviene a supporto di quello termico prendendo energia dalla batteria

P

resentata al Salone di Parigi lo scorso settembre, sarà sulle strade a partire dai primi mesi del 2017. La nuova Hyundai i30 ridefinisce la classe del segmento C della casa coreana: progettata e prodotta interamente in Europa, con una particolare attenzione alle esigenze e ai gusti dei cittadini del Vecchio Continente. Ed è proprio il nuovo design su cui sta puntando la casa coreana, diventato il primo motivo di acquisto di una Hyundai in Europa. Tra le caratteristiche a prima vista il cosiddetto “Cascading Grille” sul frontale, le cui linee curve naturali protese verso il basso si ispirano al flusso dell’acciaio fuso quando viene versato. Ma non è solo design a colpire, perché la i30 è versatile, si adatta a un pubblico ampio che va dalle famiglie, ai giovani ai single; sicura, vanta un pacchetto di sistemi di sicurezza attiva all'avanguardia; affidabile, anche grazie

La nuova Hyundai i30 arriverà sul mercato italiano dai primi mesi del 2017

all'ampia garanzia di Hyundai di 5 anni a chilometraggio illimitato, con 5 anni di assistenza stradale e 5 anni di controlli gratuiti. La i30 sarà spinta da due nuovi motori turbo benzina “downsized” per migliorare l'efficienza e la reattività dei propulsori. In particolare, la nuova i30

sarà la prima Hyundai a montare l’inedito 4 cilindri turbo benzina 1.4 T-GDI da 140 cavalli. La scelta complessiva varia così fra tre motori a benzina e un turbodiesel da 1.6 litri con tre livelli di potenza con emissioni di CO2 a partire da 89 g/km.


28 Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

FORD / Kuga, EcoSport e la new entry Edge, ecco la triade che completa la gamma Sport Utility Vehicle dell’Ovale Blu per il mercato del Vecchio Continente

La Suv family è al completo: performance per tutti E nei prossimi tre anni l’offerta sarà composta di 5 modelli: l’Ovale Blu raccoglie la sfida di un segmento in netta crescita

Edge, stile yankee sulle strade europee

È La famiglia dei Suv Ford è in prima linea nel mercato europeo

U

na grande famiglia americana ha deciso di conquistare l’Europa, e i numeri le stanno dando ragione. È infatti una vera e propria “Suv family” quella che Ford ha messo in campo per calcare tutte le strade nel Vecchio Continente. Ma proprio tutte, tant’è che dallo scorso settembre la coppia di elezione Kuga ed EcoSport, nata per rispondere specificamente alle esigenze del mercato europeo, è diventata una triade di eccezione, con in testa la nuova Edge. Edge è il “vero” Suv in perfetto style yankee: imponente nelle dimensioni, interni Premium, vasta gamma di tecnologie di assistenza alla guida, motorizzazioni tutte accoppiate alla trazione integrale intelligente. E i numeri più recenti supportano questa scalata all’Europa: l’Italia ha fatto registrare aumenti di 1.700 unità rispetto a settembre 2015. “Qui nel Vecchio Continente, in 3 anni abbiamo triplicato le vendite di Suv Ford”, illustra Roelant de Waard, vicepresidente Marketing, Vendite e Assistenza di Ford Europa. “Gli acquirenti di Kuga sono più numerosi che mai e le aspettative per EcoSport sono

molto alte. Edge completa la famiglia di Suv, che si posiziona al vertice per design, dotazione tecnologica, soluzioni intelligenti e dinamiche di guida”. Nei prossimi tre anni la famiglia di Suv Ford europei sarà composta da 5 modelli. Ford, infatti, sta investendo nel lineup Suv per incontrare l’elevata domanda e accompagnare la crescita del segmento che, secondo le proiezioni Ihs, porterà i Suv a rappresentare, entro il 2020, il 27% di tutte le auto vendute in Europa. La Kuga è stata l’apripista della strategia Suv dell’Ovale Blu e, dal 2008,

anno di lancio della prima generazione, ha conquistato i favori dei clienti europei che ne hanno apprezzato il carattere, l’efficienza e la versatilità. L’obiettivo che Ford si è data per il 2016 è di arrivare a 200 mila Suv venduti in tutta Europa, con una crescita complessiva così del 35% rispetto all’anno scorso. “Stiamo costruendo un’offerta europea di Suv eleganti, dinamici e hi-tech, esattamente le qualità che cercano i clienti europei”, afferma Jim Farley vicepresidente esecutivo di Ford Motor Company e presidente di Ford Europa, Medio

La nuova Ford Edge

Oriente e Africa. “La domanda in questo segmento è la più elevata di sempre e l’Ovale Blu sta investendo in questo genere di prodotto per offrire il massimo della versatilità attraverso modelli in grado di adattarsi agli stili di vita contemporanei, nonché di affrontare con agilità e resistenza ogni genere di sfida su ogni tipo di superficie”. Gli europei dimostrano di apprezzare gli sforzi e di premiare anche le versioni dei Suv che si posizionano nelle fasce più esclusive dei rispettivi segmenti. Nel 2015, per esempio, l’80% delle 102 mila Kuga vendute erano nell’allestimento Titanium. Continua così un legame lungo oltre un secolo, perché le prime auto Ford arrivarono in Europa nel 1963, nell’anno stesso della fondazione di Ford Motor Company, mentre la produzione europea ebbe inizio nel 1911. Oggi Ford Europa si occupa della produzione e della vendita dei veicoli del marchio, nonché della fornitura di servizi di manutenzione sui propri prodotti in 50 diversi mercati, potendo contare su circa 53 mila dipendenti, 68 mila includendo le joint-venture.

Vignale: le nuove regole dell’esperienza “lusso” La versione esclusiva di Kuga ed Edge coniuga il meglio del design, della qualità e della tecnologia Ford. E cresce ulteriormente il potenziale della gamma

S

uv sì, ma che sia bello, elegante, digitale, confortevole da guidare, dalle mille prestazioni. Cresce, cioè, la voglia di Suv di lusso e Ford non si fa trovare impreparata grazie alle intriganti Kuga Vignale ed Edge Vignale, espressione dell’alta gamma di Ford. Kuga ed Edge declinate nella versione Vignale sono le versioni più esclusive del Suv intermedio e del Suv full size dell’Ovale Blu e riuniscono il meglio del design, della qualità e della tecnologia Ford. Sin dall’esterno si distinguono immediatamente. Per la griglia anteriore con trama esagonale, le finiture cromate o nerosatinate, gli elementi in alluminio, i colori esclusivi, mentre all’interno lo stile è caratterizzato dai motivi esagonali Vignale e dai pellami “pie-

no fiore” con impunture a vista. La dotazione tecnologica a bordo dei modelli Vignale include il Ford Sync 3, l’ultima generazione del sistema di connettività e comandi vocali di Ford, con touch-screen capacitivo da 8’’, e l’innovativa tecnologia di riduzione attiva del rumore. L’offerta di motori comprende solo soluzioni ad alta potenza con Tcdi 2.0 bi-turbo da 210 cavalli per Edge e il Tdci 2.0 turbo da 180 cavalli per Kuga. L’Intelligent All-wheel drive, la trazione integrale intelligente, che trasferisce automaticamente la potenza a ogni ruota per garantire la massima trazione in ogni condizione di guida, è standard su Edge e a scelta in alternativa alla trazione anteriore su Kuga. “Con le Vignale vediamo un gran-

de potenziale per estendere l’alto di gamma dei prodotti Ford e offrire ai nostri clienti un’esperienza spe-

arrivata in Europa con l’aria vincente conquistata grazie al successo ottenuto in Nord America e in altri mercati nel mondo, ma estetica, caratteristiche tecniche e dotazioni tecnologiche ne fanno un prodotto di per sé affascinante. È la nuova Ford Edge, il Suv “full size” dell’Ovale Blu che si presenta disponibile nelle serie Plus, Titanium e Sport. Si distingue all’esterno per il design sportivo e l’imponente presenza su strada, per l’ergonomia, lo spazio interno, caratterizzato da qualità superiore dei materiali e dalla silenziosità assicurata dall’utilizzo di cristalli acustici e dal sistema di riduzione attiva del rumore (di serie su Titanium e Sport), che tramite microfoni adeguati capta le onde acustiche del motore, della trasmissione e del vento e le annulla generando frequenze opposte. “Ford Edge è il Suv più spazioso e high-tech della famiglia, pensato per rispondere e andare oltre alle aspettative dei clienti europei alla ricerca di un Suv di fascia superiore”, spiega Roelant de Waard, vicepresidente marketing di Ford Europa. “Il suo design all’avanguardia, la presenza imponente e le dotazioni tecnologiche, fra cui il Ford intelligent all-wheel-drive, fanno di Edge il nostro Suv di livello superiore, da oggi accessibile agli europei sempre più amanti dei Suv”. La gamma delle motorizzazioni, tutte accoppiate alla trazione integrale intelligente (Intelligent All-Wheel-Drive), è basata sul diesel 2.0 Tdci, declinato nelle versioni turbo 180 Cv, abbinata al cambio manuale, e biturbo 210 Cv, abbinata al Powershift, con ‘paddle’ al volante, che fanno di Edge il Suv di classe superiore più efficiente di sempre grazie a consumi di 5,8 l/100 km ed emissioni CO2 di 149 g/km A bordo la tecnologia assiste la guida in una molteplicità di aspetti. C’è il sistema di frenata automatica con assistenza pre-collisione e riconoscimento pedoni (di serie), in grado di evitare gli incidenti o ridurne in ogni caso l’entità, e il limitatore intelligente di velocità (di serie su Titanium e Sport), che riconosce i segnali stradali e adatta la velocità di crociera in base ai limiti vigenti. La Ford Edge è inoltre agevole da parcheggiare o muovere negli spazi ristretti grazie allo sterzo adattivo (di serie su Sport), che varia dinamicamente il rapporto tra giri del volante e direzione delle ruote in base alla velocità, per ottimizzare manovrabilità e precisione, e nelle zone dove la visibilità grazie alla telecamera frontale con visuale a 180 gradi. Tutti i motori della nuova Edge rispettano la normativa Euro 6.

ciale che risponda alle loro crescenti aspettative”, afferma Roelant de Waard, vicepresidente marketing di Ford Europa. Ford Kuga Vignale, disponibile in selezionate tonalità, dal Platinum White allo Shadow Black, ha tecnologie di assistenza alla guida a bordo che includono la versione

aggiornata dell’Active City Stop, il sistema di frenata automatica in città, attivo ora fino a 50 km/h; l’Active park assist, il sistema di parcheggio semi-automatico avanzato; i fari anteriori adattivi bi-xenon; di serie, i sistemi di monitoraggio della zona d’ombra, dell’attenzione del guidatore, del mantenimento della corsia di marcia; riconoscimento dei segnali stradali. La nuova Ford Edge Vignale esalta la sua esclusività nel colore Ametista Scura. “Il design Ford Vignale coniuga esclusività, eleganza e dinamismo nell’area premium”, sottolinea Joel Piaskowski, design director di Ford Europa. “Per i clienti, Ford Vignale è sinonimo di una forma più personale per apprezzare il lusso ed esprimere il proprio stile”. È dotata di serie di serie dell’Active noise control, della telecamera frontale con visuale a 180 gradi, dei sistemi di monitoraggio per zona d’ombra, attenzione guidatore, mantenimento corsia di marcia e riconoscimento segnali stradali.


Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

29

KUGA / Le vendite in Europa per i primi 9 mesi dell’anno hanno superato quota 95 mila unità. Una conferma del successo di un modello che continua a piacere

La nuova generazione dimostra carattere Connettività elevata, sicurezza, eleganza. In più, a parità di potenza, nuovi livelli di efficienza: l’incremento è del 4%

È

una novità che consegna al mercato italiano ed europeo una nuova esperienza di guida a nuovi livelli di dinamica, comfort e sicurezza. È la nuova generazione di Ford Kuga, il Suv bello da vedere e gradevolissimo da guidare che ha rinnovato il look e ha potenziato tutto ciò che aveva la precedente generazione: tecnologia più ricca, motorizzazioni ancora più efficienti, interpretazioni innovative della sportività e del lusso nello stile dell’Ovale Blu. Le vendite europee di Kuga nei primi 9 mesi di quest’anno hanno superato quota 95 mila e complessivamente Ford nei primi tre trimestri dell’anno ha venduto 147 mila Suv, il 41% in più rispetto all’anno scorso.

Il design esterno della nuova Kuga recepisce ed esalta il nuovo linguaggio estetico che caratterizza la rinnovata gamma Suv di Ford, come il carattere energetico della griglia trapezoidale anteriore e la grande presenza su strada. All’interno, il design è all’insegna dell’ergonomia; si sono semplificate le interfacce di controllo e si è ridotto il numero di pulsanti nonostante l’implementazione di più funzioni e tecnologie. “La nuova Kuga è un concentrato di design, tecnologia ed efficienza che offre ai clienti europei un’esperienza a bordo connotata da eleganza, comfort e sicurezza”, conferma Joe Bakaj, il vicepresidente Sviluppo prodotti di Ford Europa. “La nuova

generazione si distingue per un carattere ancora più moderno e dinamico e grazie al Sync 3 la connettività si eleva a livelli che solo pochi anni fa sarebbero stati ritenuti impossibili”. Sync 3, comunque, è solo una delle voci del lungo elenco che compongono le tecnologie innovative disponibili a bordo della nuova Kuga, con la quale, infatti, è più facile parcheggiare, evitare ostacoli, avere una migliore illuminazione della carreggiata e una sempre più sicura aderenza al terreno. Nel particolare, la dotazione di Kuga comprende il sistema di parcheggio semiautomatico con funzione di parcheggio in perpendicolare, la nuova versione del siste-

ma di frenata automatica d’emergenza in città, il sistema di illuminazione adattiva in grado di adattare il fascio luminoso alle differenti condizioni di guida e, soprattutto, la trazione integrale intelligente Ford, che ripartisce automaticamente la distribuzione della coppia per garantire il massimo grip anche in condizioni di scarsa aderenza. La nuova Kuga è dotata anche del controllo della stabilità in curva, che riduce automaticamente la velocità massimizzando il controllo nel caso in cui il guidatore affronti una curva ad andatura troppo sostenuta, e del controllo dinamico della trazione in curva, che gestisce la velocità di rotazione delle ruote all’interno

della curva per migliorarne la trazione. “Tecnologie avanzate come la trazione integrale intelligente incrementano la sicurezza e il piacere di guida”, aggiunge Bakaj. “La tecnologia Awd misura le condizioni di aderenza delle singole ruote e adegua la distribuzione della coppia in soli 20 millisecondi, 20 volte più velocemente

di un battito di ciglia”. La gamma delle motorizzazioni include il nuovo Tdci 1.5 da 120 Cv, che sostituisce il precedente propulsore Tdci 2.0 da 120 Cv, consentendo a Kuga di raggiungere, a parità di potenza, nuovi livelli di efficienza, incrementata del +4%, con consumi di 4,4 l /100 km ed emissioni di CO2 di 115 g/km.

Il debutto del Sync 3

C

on la nuova Kuga debutta il Sync 3, la nuova generazione del sistema di connettività e comandi vocali di Ford, che si avvale di un nuovo touch-screen capacitivo da 8 pollici, più veloce e reattivo, con funzione pinch & swipe, e implementa comandi vocali in grado di riconoscere forme ancora più semplici e naturali del linguaggio, rispondendo a richieste come “Ho voglia di un caffè”, “Devo fare rifornimento” o “Trova un parcheggio”, per individuare e raggiungere rapidamente bar, distributori o parcheggi nelle vicinanze. Per sviluppare la terza generazione del Sync, Ford ha lavorato sul feedback di oltre 22 mila tra osservazioni e commenti raccolti in tutto il mondo, nonché sui risultati di ricerche e studi condotti sui desideri dei consumatori e sull’esperienza di utilizzo che si aspettano da un sistema di nuova generazione. Gli ingegneri Ford hanno fissato obiettivi di versatilità, reattività e semplicità per assicurare che la nuova versione sia al vertice, tra i sistemi di connettività e infotainment in-car, per fruibilità, funzionalità e sicurezza. L’esperienza di utilizzo è stata semplificata evidenziando ulteriormente i comandi più utilizzati e riducendo la profondità dei percorsi necessari a raggiungere le funzioni più dettagliate. Ford ha incrementato il numero delle lingue supportate dal Sync, passate da 9 a 14, incrementando anche il numero dei paesi in cui l’Emergency assistance, la funzione che chiama automaticamente il 112 in caso di incidente, avvisa gli operatori d’emergenza nella lingua locale.

Il nuovo Ford Kuga: design, tecnologia e comfort all’esterno come all’interno

Con ST-Line sportivi sempre, in ogni dettaglio La personalizzazione si ispira alle vetture della gamma Ford Performance. I motori sono EcoBoost e Tdci brillanti e performanti

A

Uno sguardo “adattivo”

G

uidando la nuova Kuga si può godere di una migliore visibilità garantita dagli Adaptive front lighting, i fari anteriori adattivi bi-xenon, che analizzano l’illuminazione ambientale e modificano ampiezza, direzione e profondità del fascio luminoso in base alle differenti condizioni di guida. I fari adattivi includono la tecnologia Weather dependent lighting, che adegua automaticamente il fascio luminoso dei fari alle condizioni meteo. Al verificarsi di un rovescio, per esempio, si accorcia e allarga il fascio luminoso per illuminare meglio la carreggiata e anche i pedoni e ciclisti ai lati della strada e ridurre i riflessi delle superfici bagnate.

l fine di rendere il ventaglio di scelta il più completo di sempre, la serie di versioni disponibili della nuova Kuga include anche la personalizzazione sportiva ST-Line, ispirata alle vetture della gamma Ford Performance. È un modello caratterizzato da styling audace e dinamica di guida sportiva, equipaggiato con motori ad alte prestazioni sia EcoBoost che Tdci. Lo stile sportivo è esaltato da sospensioni sportive, body styling kit e cerchi in lega; all’interno, sedili sportivi, volante rivestito in pelle traforata e dettagli dal design sportivo. È dotata della tecnologia aggiornata introdotta sulla nuova Kuga. “La Kuga ST-Line affianca la nuova Kuga offrendo così la possibilità per il cliente di declinare in modo personalizzato la propria scelta automobilistica”, considera Roelant de Waard, vicepresidente Marketing di Ford Europa, che mette in rilievo la nuova passione per il Suv in Europa. Su 5 mila cittadini fra Italia, Francia,

Germania, Spagna e Gran Bretagna che possiedono un’auto o intendono acquistarne una nei prossimi 12 mesi, il 33% delle neo mamme è orientato verso l’acquisto di un Suv, come il 25 % dei “Millennials”, i giovani tra i 17 e i 34 anni, e il 20% dei “Quintastics”, la nuova generazione dei cinquantenni attivi. Nel particolare, il design esterno della nuova Kuga ST-Line include la griglia superiore in nero lucido Ebony Black; la griglia inferiore con design nido d’ape; la finitura sportiva delle cornici dei fari fendinebbia. Inoltre, ha in tinta carrozzeria la piastra del paraurti anteriore, le minigonne laterali, i gusci degli specchietti retrovisori, maniglie delle porte, i rivestimenti delle porte, lo spoiler posteriore e passaruota in tinta carrozzeria. Ha la piastra del paraurti posteriore in nero lucido Ebony Black; barre sul tetto nere; i cristalli posteriori oscurati. È possibile scegliere tra gli esclusivi cerchi in lega da 18 pollici in nero lucido con fini-

tura brillante o i cerchi in lega da 19 pollici Black Machine o Absolute Black. All’interno, caratterizzano ST-Line i sedili sportivi in pelle parziale con inserti esclusivi; sedili, cuffia del cambio e volante con cuciture grigie; verniciatura a 2 strati effetto metallizzato Deep Space per la console centrale; rivestimento del tetto interno in colore nero. “I modelli ST-Line sono progettati per offrire un’esperienza di guida divertente e coinvolgente”, sottolinea Frederick Vrancken, Kuga ST-Line vehicle dynamics engineer di Ford Europa. La Kuga ST-Line è equipaggiata con una gamma di motori diesel brillanti, tra cui il Tdci 1.5 da 120 Cv, accoppiato alla trazione anteriore; il Tdci 2.0 declinato in potenze da 150 Cv, accoppiato alla trazione anteriore o a quella integrale intelligente, e da 180 cavalli Awd. La versione benzina disponibile è costituita dall’EcoBoost 1.5 da 150 cavalli, accoppiata alla trazione anteriore.


30 Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

FIAT / Eletta “best buy car 2016” da una giuria composta da 26 giornalisti delle più importanti testate automobilistiche europee, punta sul miglior rapporto “value for money”

Tipo: ci vuole poco per avere tanto Una famiglia composta dalla 4 porte, la 5 porte e la Station Wagon, e un ritorno di successo tra le berline compatte

C

i vuole poco per avere tanto: Fiat Tipo è la risposta perfetta a un mondo che ha nuovi bisogni e nuove esigenze per coloro che vogliono fare scelte sempre più consapevoli e concrete. Le sue doti di design, qualità, comfort e versatilità la rendono il miglior esempio di “value for money”, che è da sempre un elemento chiave nella strategia della famiglia funzionale Fiat. Grazie anche a queste caratteristiche, la famiglia Tipo si è aggiudicata il prestigioso premio “Autobest” come “best buy car 2016”, eletta da una giuria di 26 giornalisti delle più importanti testate automobilistiche europee come miglior acquisto per il 2016. Tipo 4 porte, Fiat Tipo 5 porte e Fiat Tipo Station Wagon rappresentano una scelta intelligente: le tre declinazioni della famiglia Tipo condividono gli stessi valori, ma ognuna vanta una propria spiccata personalità, così come i clienti a cui si riferiscono, siano essi famiglie, coppie o giovani. Tutte le versioni della Tipo sono state sviluppate intorno al concetto di “skills-no-frills”, e offrono contenuti rilevanti coniugando in una straordinaria offerta tutti i concetti propri della storia del marchio Fiat: funzionalità, semplicità e personalità. La funzionalità fa parte da più di 80 anni del dna di Fiat, e ha sempre contribuito a creare modelli di grande successo. La semplicità di scelta per il cliente si traduce in un’offerta di motori e allestimenti diretta al cuore del mercato, che segue una logica semplice e lineare. La gamma motori Euro 6 offre soluzioni che soddisfano tutte le esigenze della clientela: si parte dal turbodiesel 1.3 Multijet II da 95 Cv e dall’affidabile 1.4 16v Fire da 95 Cv a benzina, per arrivare al 1.6 Multijet II da 120 Cv. Completa l’offerta il propulsore a doppia alimentazione benzina e Gpl 1.4 T-Jet da 120 Cv. Due i tipi di cambio: manuale, a cinque rapporti per il 1.3 Multijet II e a sei per gli altri motori, e automatico a doppia frizione per il 1.6 Multijet II da 120 Cv. Come il modello 4 porte, anche Fiat Tipo 5 porte e Station Wagon si rivelano accoglienti e pratiche, ideali per viaggi confortevoli: abitabilità, riconfigurazione degli spazi, accessibilità, visibilità e postura del conducente. In particolare, la posizione di guida è uno dei punti di forza di questa vettura. La Fiat Tipo, indipendentemente dalla versione, offre 5 posti veri: il sedile posteriore centrale è stato concepito e realizzato come un sedile vero e

proprio, con uno spazio per i piedi tale da rendere comodo e piacevole ogni viaggio, anche nel caso in cui il divano posteriore sia occupato da 3 adulti. Ovviamente, anche la capacità di carico beneficia delle forme regolari delle vetture, offrendo 440 litri di carico per la 5 porte, e ben 550 litri per la Station Wagon. Questi valori sono ai vertici della categoria e, nel caso della Station Wagon, sono ulteriormente enfatizzati da soluzioni che aumentano la praticità e la fruibilità del vano di carico, come il “MagicCargo space”. Inoltre, sempre in questa versione, la soglia di carico è ulteriormente abbassata, e non presenta scalini: l’ideale per caricare senza difficoltà colli ingombranti e pesanti. Anche il piano di carico è completamente riconfigurabile: può essere abbassato per aumentare ulteriormente il volume del vano stesso, nonché bloccato in una posizione intermedia per consentire il carico nella parte sottostante. Ai lati del vano sono presenti due paratie laterali che possono contenere piccoli oggetti; queste possono essere rimosse per lasciare spazio a oggetti larghi, così come la cappelliera del bagagliaio, che può essere rimossa e facilmente riposta sotto il piano del vano di carico. Infine, se i 550 litri non dovessero essere sufficienti, è possibile abbattere il sedile posteriore, anche in modo frazionato 60/40. Inoltre, una volta ripiegati, i sedili garantiscono un piano di carico omogeneo e piatto, che permette di posizionare oggetti di oltre 1 metro e 80 cm di lunghezza. Anche l’abitacolo della fami-

glia Tipo è stato studiato per offrire spazio per tutte le esigenze dei passeggeri, ed è dotato di numerosi scomparti, diversi per forma e capienza, che offrono ulteriori 12 litri di

volume totale. Raggiungibili facilmente da guidatore e passeggeri, consentono di riporre oggetti personali, smartphone, consolle di gioco, bottiglie, monete e tanto altro. Inoltre,

davanti alla leva del cambio è disponibile un media center dove collegare i propri device. Pensata per le famiglie italiane, perfetta per la clientela flotte: sin dalle prime fasi di sviluppo della vettura è stata posta grande attenzione al total cost of ownership, elemento chiave, oltre che per la clientela privata, anche per quella business. Infatti, i valori di Tco sono ai vertici della categoria, e sono resi possibili

Nasce una nuova formula di mobilità, basta scegliere il modello Be-Free per Fiat Tipo con Leasys, stesso canone per tutta la gamma

F

iat e Leasys, società di noleggio e mobility di Fca Bank, hanno esteso l’innovativa soluzione di mobilità dedicata ai privati a tutta la gamma Fiat Tipo. Si tratta della naturale evoluzione del successo su Fiat 500 ed è la volontà di dare alle famiglie italiane la possibilità di utilizzare un’automobile nuova senza intaccare il proprio patrimonio, sfruttando i modelli più venduti sul mercato. Be-Free per Fiat Tipo permette di scegliere indistintamente tra le versioni a 4 porte, 5 porte o Station Wagon, nonché l’alimentazione più adatta alle proprie esigenze, benzina, diesel 95cv o Gpl, allo stesso canone fisso mensile di 249 euro. Ad esempio, con 249 euro/mese si potrà scegliere di guidare una Fiat Tipo 5 porte 1.3 Multijet Diesel o una station wagon 1.4 T-Jet Gpl 120cv, o anche una 4 o 5 porte 1.4 benzina 95 Cv e così via. Disponibile in tutte le concessionarie Fiat in Italia, Be-Free per Fiat Tipo parte da un importo mensile fisso di 249 euro Iva inclusa e senza anticipo, per 48 mesi e 60.000 km, e comprende assicurazione Rca, bollo,

sistema di infomobilità, assistenza stradale e la gestione da smartphone di tutti i servizi legati all’auto, grazie a Leasys App. Sempre con la possibilità, se si cambia idea o se cambiano le esigenze di mobilità, di restituire la vettura dal 13° mese senza alcuna penale di estinzione anticipata.

UN CANONE MENSILE PER TIPO • La nuova soluzione di mobilità per i Privati di Fiat e Leasys, stesso canone mensile per tutte le versioni (4 porte, 5 porte e station wagon) e per le alimentazioni benzina, diesel Multijet 95 Cv e Gpl T–Jet. • 249 euro al mese, Iva inclusa e senza anticipo, con assicurazione, bollo, App dedicata e l’opzione di restituire la vettura senza penali di estinzione anticipata dal 13° mese.

da consumi particolarmente contenuti e bassi costi di manutenzione, riparazione ed esercizio. Non poteva mancare l’allestimento Business, che offre di serie importanti dotazioni di tecnologia, comfort e sicurezza: UconnectTm Nav 7” Hd Live, dotato di sistema di navigazione integrato Tom Tom 3D , sensori di parcheggio posteriori, regolazione lombare del sedile di guida, fari fendinebbia e uno specifico pacchetto di ausilio alla guida che comprende Adaptive Cruise Control, Full Brake Control e Speed Limiter. La Business si caratterizza inoltre per i cerchi in lega da 16’’, mentre quelli da 17’’ sono offerti come opzione senza sovrapprezzo. L’offerta è ancora più completa grazie alla versione Easy Business che include il sistema di infotainment UconnectTm Nav 5” con navigatore Tom Tom 3D, sensori di parcheggio e cruise control.

L’offerta Be-Free per Fiat Tipo è indirizzata a chi ha bisogno di spazio, comodità e versatilità nella vita di tutti i giorni e strizza l’occhio, in particolare, a tutte le famiglie italiane. Be-Free si basa su una formula altamente competitiva nella proposta economica e completa dal punto di vista tecnologico: un prodotto semplice e innovativo e con un prezzo vantaggioso, dedicato a chi vuole sentirsi libero di utilizzare l’auto senza pensieri. Be-Free è reso ancora più efficiente dalle funzioni di Leasys App. L’applicazione, infatti, dà accesso a tutti i servizi Leasys per rendere ancora più piacevole e completa la customer experience, come ad esempio il garage virtuale, la funzione “trova la mia auto”, l’alert per il controllo del limite di velocità, i servizi disponibili lungo il percorso come distributori o centri d’assistenza, il soccorso h24 in tutta Italia e molto altro ancora. A bordo dell’auto è, inoltre, installato il sistema di infomobilità Leasys I-Care Smart che consente, tra l’altro, la geolocalizzazione della vettura per il recupero in caso di furto. Il pacchetto Be-Free per Fiat Tipo è disponibile anche nella formula integrata Be-Free Plus inclusiva di coperture riparazione danni, furto, incendio e manutenzione ordinaria e straordinaria, a partire da 329 euro al mese, Iva inclusa e senza anticipo.


Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

31

ALFA ROMEO / Tutto il fascino di un brand storico dell’automobilismo italiano riconosciuto a livello mondiale, che torna alla ribalta con soluzioni tecnologiche d’avanguardia

Giulia: espressione autentica del 100% made in Italy Una nuova dimensione nella quale il guidatore è il fulcro, bilanciamento perfetto tra sportività, prestazioni, praticità e comfort Design e tecnica si combinano in modo armonico con motorizzazioni che vanno dal potentissimo 2.9 biturbo della Quadrifoglio, al 2 litri in alluminio che si trova sulla versione “Veloce”

A

l 100% italiana, una perfetta distribuzione dei pesi (50/50), straordinario rapporto peso/potenza, trazione posteriore, piacere di guida al massimo livello, questa è l’Alfa Romeo Giulia. Una nuova dimensione nella quale il tutto è stato concepito al fine di mettere il guidatore al centro dell’esperienza di guida. Il design e la tecnica si combinano in modo armonico facendo dalla Giulia una vera Alfa Romeo. Il 2.9 BiTurbo, propulsore esclusivo della versione Quadrifoglio, è il nuovo punto di riferimento della categoria, in termini di prestazioni ed efficienza, ed è la massima espressione de “La meccanica delle emozioni”. Ispirato da tecnologie e competenze tecniche Ferrari, il motore BiTurbo benzina 6 cilindri è totalmente in alluminio ed eroga 510 Cv di potenza e una coppia di oltre 600 Nm, regalando prestazioni entusiasmanti: velocità massima di 307 km/h, accelerazione da 0 a 100 km/h in appena 3,9 secondi e una coppia massima di 600 Nm. Quadrifoglio rappresenta la massima espressione di sportività e prestazioni senza compromessi. Giulia è disponibile anche con motori 4 cilindri, benzina e diesel, pronti a soddisfare le esigenze di performance ed efficienza dei guidatori più esigenti. Il motore 2.2 Diesel è il primo motore Diesel della storia di Alfa Romeo ad essere interamente in alluminio. È caratterizzato dal sistema di iniezione di ultima generazione MultiJet II con Injection Rate Shaping (Irs), che garantisce pressioni d’esercizio di 2.000 bar, a tutto vantaggio dell’efficienza e dei consumi. Il motore 2.2 Diesel è disponibile in due livelli di potenza: 180 Cv a 3.750 giri/min, con una coppia massima fino a 450 Nm a 1.750 giri/min, e 150 Cv a 4.000 giri/min, con una coppia massima di 380 Nm a 1.500 giri/min. Entrambi i propulsori sono disponibili con la trasmissione manuale a 6 marce o col cambio automatico a 8 marce. Giulia è anche disponibile con un propulsore 2.0 Turbo benzina, dedicato esclusivamente alla berlina Alfa Ro-

meo. Questo propulsore sviluppa una potenza di 200 Cv a 5.000 giri/min e una coppia massima di 330 Nm a 1.750 giri/min. La gamma di Giulia si è recentemente arricchita con la Giulia Veloce, versione in cui debuttano due nuove motorizzazioni. Caratterizzata da stile e contenuti esclusivi, la versione Veloce si fregia di un nome evocativo e glorioso, che viene direttamente dalla tradizione Alfa Romeo: infatti, la denominazione Veloce nasce nel 1956 con il modello Giulietta, e da allora identifica le versioni più sportive e distintive di Alfa Romeo. Gli elementi caratterizzanti della versione Veloce sono i paraurti specifici e la cornice cristalli in nero lucido, oltre ai contenuti più sportivi quali l’estrattore posteriore specifico che integra il doppio terminale di scarico e i cerchi in lega da 19” a 5 fori. L’eleganza e la sportività della Giulia Veloce continuano all’interno, dove spiccano i nuovi sedili sport in pelle riscaldati e con regolazione elettrica, il volante sportivo con impugnatura specifica e gli inserti in alluminio su plancia, tunnel centrale e pannelli porta. Allo stile distintivo e sportivo, corrisponde una ricca dotazione di serie che prevede climatizzazione bi-zona, sistema Alfa Dna e sistema infotainment Alfa Connect 6,5”, oltre ai nuovi ed efficien-

ti sistemi di sicurezza attiva quali il Forward Collision Warning (Fcw) con Autonomous Emergency Brake (Aeb) e riconoscimento pedone, il sistema frenante Ibs (Integrated Brake System), il Lane Departure Warning (Ldw) e il cruise control con limitatore di velocità. Su Giulia Veloce debutta il nuovo motore benzina da 2 litri, un 4 cilindri costruito interamente in alluminio che eroga una potenza di 280

Cv a 5.250 giri/min e coppia massima di 400 Nm a 2.250 giri/min. In esclusiva per la versione Veloce, anche il 2.2 Turbo Diesel, che sviluppa una potenza massima di 210 Cv a 3.750 gir/min e una coppia massima 470 Nm a 1.750 giri/min. Anche questo propulsore è caratterizzato dal sistema d’iniezione di ultima generazione MultiJet II con Injection Rate Shaping (Irs). In condizioni normali, la Giulia Veloce con sistema Q4 si comporta come un veicolo a trazione posteriore: il 100% della coppia è inviato all’assale posteriore. All’approssimarsi del limite di aderenza

delle ruote, il sistema trasferisce in tempo reale fino al 60% della coppia motrice all’assale anteriore attraverso una scatola di rinvio dedicata. Questo si traduce in un controllo della vettura ai vertici della categoria in termini di trazione e stabilità direzionale in curva. Giulia, con le sue caratteristiche dinamiche inconfondibili, unite alla praticità e al comfort, si inserisce a pieno titolo nel mondo delle aziende, delle flotte e dei professionisti. Il mondo delle flotte ha dimostrato di apprezzare in modo rilevante la nuova Giulia e le sue versioni Bu-

siness: nel mercato delle società medio grandi in Italia ci sono circa 450 aziende con flotte di questo segmento, in soli cinque mesi dal lancio quasi la totalità di queste aziende ha inserito la Giulia nella propria car policy. Un dato di grande rilievo, a dimostrazione della bontà del prodotto, dei suoi contenuti e dell’offerta. Per soddisfare appieno gli standard di una clientela business sempre più esigente, sono stati concepiti due specifici allestimenti: Business e Business Sport. La versione Business offre cerchi in lega da 16”, Connect Nav 6,5”, sensori di parcheggio posteriori e specchietti retrovisori esterni ripiegabili elettricamente. La versione Business Sport arricchisce la configurazione della Business con cerchi in lega da 17”, sedili in pelle e tessuto, volante sportivo in pelle, inserti in alluminio su plancia e tunnel centrale, sensori di parcheggio anteriori e posteriori, telecamera posteriore con griglie dinamiche per l’ausilio al parcheggio, fari allo Xeno da 25 W e pinze freno nere. Inoltre, ha fatto da poco il suo ingresso in gamma l’innovativa versione AE (Advanced Efficiency) disponibile sull’allestimento Business ed equipaggiata con il motore 2.2 Diesel da 180 Cv con cambio automatico a 8 rapporti. La nuova Giulia Business AE è caratterizzata da un badge specifico sul portellone posteriore. Questa versione raggiunge un risultato davvero straordinario in termini di consumi e di emissioni: 3,8 l/100 km e soltanto 99 g/km di CO2 nel ciclo combinato.

Alfa Romeo Giulia eletta “Auto Europa 2017” L’Unione Italiana Giornalisti dell’Automotive ha eletto l’Alfa Romeo Giulia, la più autentica espressione dello spirito Alfa Romeo, 100% made in Italy, “Auto Europa 2017”

G

iunti alla 31a edizione del premio, oltre 100 giornalisti specializzati, hanno analizzato ben 21 modelli che, secondo il regolamento, rappresentano la selezione delle migliori auto prodotte in Europa in almeno 10 mila esemplari e commercializzate tra il 1° settembre 2015 e il 31 agosto 2016. Nonostante la concorrenza di grande valore, il titolo di “Regina d’Europa” è andato all’affascinante Giulia, un modello dove coesistono tutti gli elementi che hanno reso Alfa Romeo uno dei brand più desiderabili a livello mondiale. Un riconoscimento importante che premia la bontà di un prodotto unico nel suo genere e che si accompagna ad altri premi ricevuti dalla Giulia. Infatti questa nuova automobile 100% italiana ha

vinto in tutto ben 23 premi, tar cui gran parte fuori dall’Italia, a testimonianza dell’apprezzamento anche da parte dei mercati esteri. Si è aggiudiucata l’EuroCarBody 2016, il più prestigioso premio a livello mondiale per la progettazione della scocca, organizzato da “Automotive Circle International”. Giunto alla 18esima edizione vi hanno preso parte esperti nei campi della progettazione, dei materiali, dei processi e della produzione della carrozzeria, che hanno valutato le vetture in base a oltre 20 criteri raccolti in 5 macro aree (sviluppo e applicazione di materiali innovativi; soluzioni innovative per lo sviluppo e la progettazione; concetti innovativi applicati al processo di produzione industriale; valori rilevanti per il cliente

come sicurezza, ergonomia, comfort acustico e qualità; completezza e qualità della presentazione dei contenuti tecnici e tecnologici) eleggendo la Giulia il miglior prodotto dell’anno. E poi i lettori di Auto Bild e Bild am Sonntag e una giuria di di 29 esperti del settore automobilistico hanno nominato l’Alfa Romeo Giulia “Auto più bella”, con un netto distacco rispetto agli altri partecipanti. In occasione del famoso concorso “Volante d’oro”, la nuova Alfa Romeo Giulia è stata insignita del titolo di “Auto più bella”, un trofeo particolarmente importante, conquistato per la prima volta, che si aggiunge alla già ricca collezione di premi internazionali assegnati alla nuova berlina sportiva del Biscione.


32 Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

ABARTH / Il nuovo paradigma di riferimento delle roadster sportive, con il miglior rapporto peso potenza della categoria, grazie all’impiego di materiali speciali

Abarth 124 Spider: adrenalina allo stato puro 170 Cv di puro divertimento in grado di offrire prestazioni senza eguali: 0-100 km/h in 6,8 secondi e 232 km/h di massima

S

viluppata grazie alla Squadra Corse Abarth, l’Abarth 124 Spider è l’essenza dei valori portanti del brand: prestazioni, cura artigianale ed eccellenza tecnica. Appositamente pensato e sviluppato per le emozioni e per le prestazioni, il 124 Spider ha tutte le qualità per appagare anche i piloti più esigenti, con una dinamica di guida superiore dovuta anche alla presenza del differenziale autobloccante meccanico di serie, che garantisce motricità e trazione anche nelle situazioni più critiche, insieme a un comportamento dinamico impareggiabile. Abarth 124 spider crea un nuovo paradigma di riferimento nel segmento delle roadster sportive: le masse sono concentrate all’interno del passo, anche grazie al motore installato dietro l’asse anteriore, per garantire un’agilità ottimale e un feeling di guida di livello superiore; la meccanica raffinata e l’impiego di materiali speciali hanno permesso di limitare il peso a soli 1.060 kg, per un rapporto peso/potenza di 6,2 kg/cv, il migliore della sua categoria; inoltre, l’ottimale distribuzione dei pesi garantisce un’immediata reattività alle richieste del guidatore e un’eccellente agilità. La ricerca della massima leggerezza possibile ha spinto il marchio Abarth a eliminare ogni grammo che non risulti necessario alla dinamica della vettura, mantenendo elevati gli standard di sicurezza, top nella sua categoria: un esempio di risparmio di peso unito alla funzionalità dei sistemi di sicurezza è rappresentato dal sistema di sollevamento

Il design della Abarth 124 Spider è ispirato alle auto da corsa, con un lungo cofano che esalta l’importanza del motore, sbalzi corti e abitacolo vicino all’assale

attivo del cofano in caso di urto con un pedone: tramite sensori posti sulle traverse, e due piccole cariche pirotecniche posizionate nel vano motore, il sistema consente di rilevare l’urto contro un pedone e di attivarsi in pochi millisecondi attenuando le conseguenze dell’impatto, senza intervenire con modifiche che andrebbero ad aumentare il peso complessivo della vettura, danneggiando il bilanciamento della vettura. Il setup degli ammortizzatori, abbinato a un innovativo schema di sospensioni a quadrilatero alto per l’anteriore e un’architettura multilink a 5 bracci per il posteriore, è calibrato specificamente per aumentare la stabilità in curva e in staccata. Inoltre, il feedback di guida è stato ottimizzato attraverso una taratura sportiva specifica del sistema di servoassistenza. L’impostazione dinamica di Abarth garantisce al cliente di sfruttare pienamente la trazione posteriore, puntando sempre al massimo piacere

Il feeling della pista

L’

Abarth 124 spider è dotato di tutti i dispositivi elettronici utili alla guida in piena sicurezza; tuttavia non trascura le esigenze di chi vuole utilizzare l’auto in pista e vivere sensazioni proprie delle auto da corsa. Infatti, il 124 spider permette di disinserire totalmente tutti i controlli elettronici, per permettere al pilota di vivere senza limiti sensazioni uniche, date dal perfetto bilanciamento meccanico e dalla risposta del motore, enfatizzati dalla trazione posteriore con differenziale meccanico a slittamento limitato. I controlli elettronici sono integrati dal Drive Mode Selector, un dispositivo di gestione delle prestazioni, operabile attraverso una levetta sul tunnel centrale che permettere di scegliere tra due diversi settaggi: “Normal” e “Sport”, il primo destinato alla guida di tutti i giorni, il secondo pensato per una guida più dinamica e sportiva. Il sistema è in grado di intervenire su più parametri: coppia massima erogabile, risposta del pedale dell’acceleratore, livello di intervento del servosterzo, soglia di intervento dei controlli di stabilità e trazione (se non disinseriti per la guida in pista), sound allo scarico attraverso la gestione motore in fase di cambiata. Inoltre, per le vetture dotate di cambio automatico, interviene sui punti di cambiata e sulla velocità del cambio marcia.

Il motore e il cambio

C

di guida. L’impianto frenante, con pinze fisse anteriori in alluminio a quattro pistoncini, garantisce spazi di frenata minimi e un’ottima resistenza al surriscaldamento, anche dopo un uso aggressivo prolungato, per un feeling del pedale sempre piacevole e sicuro. Il design dell’Abarth 124 spider è ispirato al mondo delle corse, e riflette lo schema meccanico della vettura, con un rapporto abitacolo/cofano simile a quello delle auto da corsa: il lungo cofano sottolinea l’importanza del motore e la potenza della vettura, gli sbalzi corti esaltano l’agilità della vettura e l’abitacolo vicino all’assale posteriore permette al guidatore di “sentire” la strada.

Il design è stato sviluppato pensando alle prestazioni e all’aerodinamica: l’ampia presa d’aria del paraurti anteriore e l’estrattore di quello posteriore sono stati affinati in galleria del vento, come pure lo spoiler posteriore e il frangivento che contribuiscono a gestire al meglio i flussi d’aria. Abarth 124 spider è dotato di cofani con trattamento nero opaco. Questa finitura è un chiaro richiamo allo storico Abarth 124 Rally che adottava questa soluzione per ridurre i riflessi del sole sul pilota. Anche l’interno rispecchia il dna tipico di Abarth, con un’impronta complessiva orientata a garantire una perfetta ergonomia. I sedili in pelle, contenitivi e al contempo molto confortevoli, offro-

Ergonomia e stile Abarth anche per l’abitacolo

uore pulsante di Abarth 124 Spider è il motore, un concentrato di potenza e tecnologia che offre performance senza eguali. Il propulsore, un potente e affidabile quattro cilindri turbo da 1,4 litri, eroga 170 Cv e 250 Nm di coppia, dati che le permettono di scattare da 0 a 100 km/h in soli 6,8 secondi, e raggiungere una velocità massima di ben 232 km/h. Inoltre, grande attenzione è stata posta al sound del motore, elemento fondamentale di ogni vettura Abarth, grazie allo scarico Record Monza con sistema dual mode, che permette di variare il percorso dei gas di scarico al variare del regime del motore, generando così un sound coinvolgente, pieno e corposo. Per chi ama la guida sportiva senza compromessi, la spider viene offerta con un cambio manuale a 6 marce dagli innesti brevi e precisi, grazie anche alla leva diretta a breve corsa. Anche il cambio automatico sequenziale sportivo Esseesse è stato oggetto di un’attenta messa a punto, per sfruttare al meglio la coppia e la potenza del motore, e per trasmettere sensazioni dirette, senza alcun filtro. Gestibile sia attraverso la corta leva sul tunnel, che attraverso ampie palette al volante, offre cambiate rapidissime.

no al guidatore una posizione di guida ideale, più bassa e arretrata possibile, per avvertire meglio ogni movimento laterale della vettura. Inoltre, i comandi sono perfettamente in linea con l’impostazione sportiva della vettura: la posizione della pedaliera in alluminio, il volante verticale e la leva del cambio corta garantiscono un’esperienza di guida totale e coinvolgente. La plancia presenta un ampio contagiri con sfondo rosso in posizione centrale di fronte al pilota e il sistema di avviamento a pulsante senza chiave. Ovviamente il confort non poteva passare in secondo piano, ed è garantito dai sedili in pelle riscaldati, dall’ottimo isolamento fornito dal parabrezza acustico, dal lunotto antirumore e dalla capote a doppio strato. Quest’ultima è stata concepita per essere aperta e chiusa con un semplice gesto, stando comodamente seduti al posto di guida, e una volta ripiegata non occupa spazio all’interno del bagagliaio.

Trattamento speciale vettura unica

L

e Officine Abarth, basate a Torino nella sede di Mirafiori, sono il luogo in cui il 124 spider diventa ancor di più l’archetipo della maestria italiana per i motori. Il 124 riceve un trattamento speciale da parte dei tecnici di Abarth, veri appassionati di automobili: gli uomini e le donne di Abarth conferiscono tutto il loro valore aggiunto rendendolo un prodotto unico nel suo genere. Ogni vettura viene collaudata e certificata da un tecnico Abarth per sottolineare l’esclusività di Abarth 124 spider. E per accedere a questo gioiellino di tecnologia ed emozioni, solo 299 euro al mese e la prima rata si paga dopo mesi.


Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

33


34 Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

ATHLON CAR LEASE / Si rivolge con i propri consulenti ad aziende di ogni dimensione, comprese le partite Iva, e ai privati, con attenzione particolare al tema ambientale

Veicolo giusto cerca noleggio a lungo termine La stretta relazione con i clienti tramite survey periodiche ha permesso di sviluppare servizi su misura, sempre trasparenti sui costi

N

el mondo del noleggio a lungo termine l’elemento differenziante di un’azienda rispetto a un’altra non è semplicemente la vettura più o meno inquinante o performante, ma un insieme di attenzioni che trasformano i bisogni espressi e inespressi dei clienti in contratti e forniture di qualità. Anche nel nostro Paese opera, e si confronta con i quattro grandi player europei e italiani, Athlon Car Lease, realtà internazionale di origine olandese, guidata nel nostro Paese da Dalisa Iacovino. La società si propone come “mobility solution provider”, ossia una realtà in grado di fornire servizi di mobilità a 360 gradi. “Il cuore della nostra attività ruota attorno alle vetture, per il 90%, con abbinate soluzioni che vanno oltre la semplice disponibilità di un’auto”. Iacovino definisce Athlon Car Lease una società: “Snella, con una struttura non eccessivamente piramidale. Nostri clienti sono sia le grandi aziende, che quelle di media dimensione, che le partite Iva. A breve, inoltre, partiremo anche con un progetto dedicato ai privati. Proprio la struttura agile è il nostro punto di forza, in quanto il cliente riesce con semplicità a dialogare anche con il management”. La relazione con il cliente è studiata con assiduità e attenzione: attraverso survey periodiche (per esempio interviste telefoniche) Athlon Car Lease indaga il livello di soddisfazione della clientela. “La cultura del ‘quality’ è molto elevata nella nostra azienda”, precisa Iacovino. All’ascolto dei clienti l’azienda associa un alto profilo consulenziale. “I nostri consulenti flotta sono in grado di comprendere quale budget le aziende hanno a disposizione; quali tipi di vetture sono più consone; quali sono le esigenze delle persone - si pensi alle vetture pull, o benefit - le risultanti sono soluzioni modulate su questi indicatori, personalizzate a seconda della necessità. Riuscendo a tenere sotto controllo i costi, avendo sempre un occhio di riguardo nei confronti della sostenibilità, Athlon Car Lease garantisce ai propri clienti un vantaggio in conto economico e una soddisfazione personale, grazie al fatto di poter usare un’adeguata vettura”. Questo approccio al business risulta vincente: per comprenderlo è sufficiente osservare i dati relativi al

Noleggio a lungo termine anche per i privati

I

Il Net Promoter Score (ossia l’indice che misura la fedeltà che esiste fra cliente e fornitore) di Athlon Car Lease è pari a +40,6, la media del mercato è +6

Net Promoter Score (ossia l’indice che misura la fedeltà che esiste fra cliente e fornitore): in casa Athlon Car Lease è pari a +40,6. “Un numero molto elevato, se si pensa che la media del nostro mercato è pari a +6”. I clienti Athlon sono sparsi in tutta Italia: oltre a Roma e Milano, dove sono presenti le flotte per i large account e i clienti internazionali, l’attività è distribuita anche in Emilia Romagna, Puglia, Campania, Piemonte, Toscana. “Siamo una realtà in espansione, sia per quanto riguarda il numero dei clienti, che la nostra presenza sul territorio”. Un tema molto caro ad Athlon Car Lease è la mobilità sostenibile. Spiega a questo proposito la country sales manager Italy: “Non si tratta solo di fornire un particolare veicolo non inquinante, ma di proporre, in abbina-

mento alla vettura, anche l’uso di altri mezzi. Con questa filosofia nascono le nostre proposte FlexDrive, BikeLease e ScooterLease. Si prenda il caso di FlexDrive,

che propone di scegliere anche un veicolo diverso oltre a quello noleggiato, per necessità temporanee particolari o periodi più limitati, quando serve e su tutto il

Dalisa Iacovino, country sales manager Italy

n questi giorni Athlon Car Lease sta lanciando sul mercato un nuovo prodotto, unico nel suo genere, dedicato per la prima volta ai privati. La soluzione, che prende il nome di PrivateLease, propone il noleggio da uno sino a 60 mesi, con canoni modulabili e la possibilità - grazie a una adeguata copertura assicurativa - di stipulare il contratto di noleggio e poi di uscirne anche prima del tempo, senza dover sottostare a penali. A disposizione saranno quattro modelli di vetture, per le diverse esigenze (dall’utilitaria, al suv, alla station wagon), ma il cliente avrà la possibilità di scegliere anche tra altri modelli. “Ci attendiamo un grande successo tra i privati che lavorano presso le aziende che già sono clienti Athlon Car Lease - commenta la country sales manager Italy - e ovviamente anche tra il pubblico che ancora non ci conosce, perché il prodotto è davvero molto interessante. Tutte le proposte presenti sul mercato sino ad ora arrivavano a un noleggio di 24-48 mesi, e comunque erano prodotti business to business spostati sul privato, non erano soluzioni ad hoc per questo target”.

territorio italiano. Il cliente può decidere quale tipo di veicolo noleggiare e per quanto tempo, all’interno di un canone, unico grazie al primo contratto di mobility budget a lungo termine sul mercato, garantito dalla massima trasparenza sia per il budget accumulato che per quello utilizzato”. La stessa logica viene applicata a BikeLease e ScooterLease: in questi casi alle vetture viene aggiunto un altro mezzo, che il cliente può usare in modo combinato e sostenibile (sempre con il doppio vantaggio, sia a livello di risparmio dei costi che di rispetto per l’ambiente). A supportare tutta la clientela sul territorio è la rete di assistenza Athlon, composta da 4.000 punti. “Al gommista, al centro manutenzione e al carrozziere di comprovata fiducia si aggiungono anche gli Athlon Service

Point, strutture che si occupano a tutto tondo del servizio, consegna e ritiro dei mezzi compresa. Con tutte queste realtà abbiamo voluto instaurare un rapporto di partnership, che fosse davvero ‘win-win’, perché crediamo che la nostra azienda debba svolgere anche una funzione sociale, dunque valorizzare i piccoli player”. La tecnologia, alleata di Athlon, è stata utilizzata anche per dare vita a EasyAthlon, una web app dedicata ai fleet manager che hanno bisogno di controllare la flotta in ogni suo indicatore. Dodici le dashboard a disposizione, che consentono di controllare parametri quali lo stato del parco, le previsioni delle consegne, il prezzo medio di listino, il veicolo sostitutivo, le vetture in scadenza, le emissioni di Co2, le manutenzioni, il piano assicurativo.

Un business che cresce, come la flotta Opera con 50 addetti. Un’area commerciale è dedicata ai Vip Customer

A

thlon Car Lease nel nostro Paese fattura 100 milioni di euro l’anno (il dato è passato da 60 milioni al numero attuale negli ultimi anni). La flotta si compone di 17 mila vetture: anche questo numero è in crescita, negli ultimi anni, del 25%. Si arriverà, entro il 2020, alle 20 mila vetture. I clienti sono 2 mila (comprendendo dalle grandi multinazionali alle partite Iva): il 55% è costituito da cosiddetti “key client”, ossia da realtà che possiedono da una a 150 vetture. Il resto è costituito dai “large account”. All’interno di Athlon Car Lease è attivo un team che segue le gare internazionali dei clienti multinazionali. Una volta definiti i fornitori a livello centrale - con le adeguate offerte

e condizioni di procurement - i singoli Paesi stabiliscono gli adeguati contratti sulla base delle necessità di servizio delle realtà locali. Team specializzati seguono le aziende sulla base delle tipologie di clientela, di flotta e del suo utilizzo. Al suo interno, Athlon Car Lease vanta anche un’area commerciale dedicata ai diversi clienti: si tratta del progetto Vip Customer, che prevede la presenza di un commerciale di riferimento e un contatto diretto del customer service per i clienti più importanti e dall’elevata complessità. In Italia l’azienda opera con 50 persone, dislocate tra Roma, Bologna, Milano e la nuova sede di Torino.

La mobilità sostenibile è parte integrante dell’offerta Athlon Car Lease


Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

NAPOLI UNO: TRASPORTO DI MERCI A TEMPERATURA CONTROLLATA

Assicurare un servizio capillare in tutta Italia L’

azienda Napoli Uno, specializzata nel trasporto di merci a temperatura controllata, fino ad ora ha operato nel centro sud Italia. A partire da quest’anno si è affacciata alla logistica integrata. Gli imprenditori, chef pasticcieri, impegnati nelle produzioni artigianali delle eccellenze regionali avranno la possibilità di spedire in tutta Italia alimenti surgelati in fascia collettame. I servizi offerti dall’azienda riguardano tutte le fasi del trasporto a temperatura controllata: ritiro merci in sede, trasporto, stoccaggio, movimentazione, picking, preparazione e distribuzione. “L’apertura sul mercato della distribuzione nazionale - spiega l’amministratore Francesco Marazzetti - è frutto dello sviluppo di un network di corrispondenti che svolgono il lavoro della Napoli Uno a parità di condizioni e di qualità di servizio. Il nostro intento era quello di far evolvere l’azienda Napoli Uno dalla micro alla macro distribuzione, e ci siamo riusciti!”.

La società campana è dotata delle migliori tecnologie per garantire la tracciabilità del trasporto. La stessa, nasce come distribuzione di surgelati, ma oggi è attrezzata per soddisfare ogni tipo di destinazione e trasporto, finanche gli alimenti per celiaci nel circuito farmaceutico . L’offerta di Napoli Uno risponde alle esigenze della piccola, media e grande distribuzione. “Per il 2017 l’obiettivo che ci siamo prefissati è consolidare il progetto network del freddo. I test che sono stati effettuati nella fase di start up sono molto soddisfacenti. Ma la vera spinta a proseguire ci viene inculcata dalla fiducia dimostrata dai nostri clienti - prosegue Marazzetti -. La cooperazione tra esponenti del settore rappresenta un altro elemento centrale della nostra iniziativa, che oggi viene condivisa con un partner di spessore, D’Alterio Group, con il quale, già da diversi anni, collaboriamo condividendo la logistica integrata del freddo per prestigiosi marchi della Gdo.

Attualmente il servizio offerto è operativo con partenze settimanali verso l’hub di Reggio Emilia, affidato alla competenza di FP Logistics, a cui segue un piano distributivo che permette la distribuzione in tutte le regioni d’ Italia. Questo ci consente di effettuare la micro distribuzione del surgelato, favorendo uno slancio al commercio delle eccellenze regionali del piccolo e medio produttore”. La mission di Napoli Uno è quella di offrire capillarità operativa in tutt’Italia, al pari di come ormai da decenni accade al centro sud. “La distribuzione, nel meridione, avviene attraverso la partenership nata con la società Frigo Caserta, realtà di grande rilievo e punto di riferimento

per lo stoccaggio del surgelato, una collaborazione - sottolinea Marazzetti - che ci consente di essere tra i leader della logistica del freddo”. Le origini dell’azienda Napoli Uno risalgono al 1987 quando Giacomo Faustico, forte di importanti esperienze nel settore dei trasporti a temperatura controllata, dà vita a una società di consegnatari. Nel 1994, l’ingresso di Francesco Marazzetti spinge la Napoli Uno verso traguardi più competitivi avvalendosi di una sinergia del mondo del trasporto che garantisce maggiore produttività e competitività. Nel 2007, l’azienda assume l’attuale connotazione di Napoli Uno Srl. Sin dai primi Anni Ottanta Napoli

Uno ha sviluppato prestigiose collaborazioni con realtà leader nel settore come Unilever. Negli ultimi anni, grazie a valide collaborazioni, si sono aggiunti altri marchi di prestigio della Gdo. Un approccio al lavoro che non può prescindere da un elemento essenziale: il valore delle persone. “La crescita è passata anche dalla scelta di collaboratori che hanno condiviso la visione dell’imprenditore e quindi parte integrante dell’azienda - afferma Marazzetti -. Concetto importante è inoltre la formazione di tutti gli addetti al lavoro, impegnati in corsi specifici della logistica e del trasporto per andare incontro alle esigenze del mercato. La squadra è il punto di forza della Napoli Uno.

www.napoliuno.it

NAPOLI UNO SRL Via Cancello P.co Aurora is.A sc.C 80020 Crispano - NA Tel. +39 081 5026006 Sede operativa: Zona Industriale Strada Provinciale Gricignano d’Aversa CE

35


36 Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

TOYOTA / Disponibile con il sistema Full Hybrid di ultima generazione che promette di rappresentare il 90% delle vendite. In alternativa un 1.2 turbo a 2 o 4 ruote motirci

Una dirompente novità tra i crossover compatti Ecco C-HR: il motore ibrido raggiunge nuovi livelli Al di là di qualsiasi schema, oltre ogni aspettativa. Questa l’ambizione dell’ultima novità della casa giapponese, che mira al “flusso perfetto”. E punta al centro della scena

Massima sicurezza con il pacchetto Safety Sense Plus

Profilo deciso, linee accattivanti e abitacolo rialzato: caratteristiche che nel nuovo C-HR sono, per la prima volta, insieme

N

ato per fare la differenza nella gamma Toyota e nel segmento in cui andrà a inserirsi - quello dei crossover compatti - il nuovo Toyota C-HR, (Coupé High-Rider) è il risultato ­ della grande determinazione del presidente Akio Toyoda di voler unire la libertà nel design e la creatività ingegneristica, per offrire prodotti esteticamente dirompenti con un’esperienza di guida rinnovata e senza precedenti. Il nuovo Toyota C-HR resta fedele al prototipo, con linee decise che ricordano quelle di un diamante e un design unico, in grado di affermare una nuova concezione di auto all’interno del segmento. E mira a conquistare un ruolo da protagonista, con obiettivi di vendita attorno alle 15.000 unità nel 2017, per arrivare poi a superare le 17.500 unità nel 2019. Questi obiettivi puntano a far diventare la vettura il secondo modello Toyota più venduto (dopo Yaris).

L’

innovazione del brand trova la sua massima espressione, anche in termini di sicurezza, nel Toyota Safety Sense Plus: la nuova gamma di tecnologie studiate per prevenire e ridurre le collisioni. Il pacchetto Toyota Safety Sense Plus, disponibile di serie sul nuovo C-HR, includerà il sistema pre-collisione, l’avviso di superamento corsia e il sistema di abbaglianti automatici, oltre alla funzione di rilevamento pedoni, al cruise control adattivo e al riconoscimento della segnaletica stradale.

Le sue linee dinamiche e decise gli consentono di rompere tutti gli schemi e di affermarsi con un Flow (un flusso unico) all’interno dello stile urbano, tipico di ogni città. Il nuovo Toyota C-HR esprime un dinamismo mai visto prima nel mercato dei crossover; un design in grado di coniugare un corpo vettura in cui le linee superiori da coupé si integrano perfettamente con quelle inferiori tipiche di un Suv. È lungo 4.360 mm, largo 1.795 mm, alto 1.555 mm (nelle varianti Hybrid) e con un passo di 2.640 mm. La superficie sfaccettata del nuovo C-HR richiama gli intagli di una pietra preziosa, pur essendo caratterizzata da linee fluide ed eleganti che creano il giusto bilanciamento tra carattere e sensualità. Gli interni saranno disponibili in tre colori: dark grey, black/blue e black/brown. Il nuovo C-HR è disponibile in due motorizzazioni: il top

I bordi sfaccettati rendono il design del nuovo C-HR più aggressivo e unico

termico. La vettura sarà disponibile anche con il motore 1.2 l Turbo benzina da 116 Cv/85 kW e 185 Nm di coppia (già visto su Auris), un’unità che offrirà emissioni di 134 g/km e consumi a partire da 5,9 l/100 km nel ciclo combinato. Il motore è abbinato a un automatico a variazione continua, disponibile con trazione anteriore e integrale. Toyota C-HR gode di tutti

Il cuore del Full Hybrid 1.8: per un motore termico la migliore efficienza al mondo

di gamma è rappresentato dalla versione Full Hybrid, di ultima generazione, la stessa della Prius IV, in grado di offrire emissioni di soli 86 g/km e consumi pari a 3,8 l/100 km nel ciclo combinato, con una potenza di 90 kW/122 Cv e un’efficienza termica del 40%, la migliore al mondo per un motore

Motorizzazioni Full Hybrid 1.8 HSD E-CVT 1.2 Turbo Euro 6 CVT classe di emissioni posti capacità bagagliaio min. (litri) dimensioni (cm): - lunghezza - larghezza - altezza prestazioni - velocità massima km/h - accelerazione 0-100 km/h (s) potenza emissioni CO2 (ciclo combinato) consumi (ciclo combinato) prezzo

euro 6 5 377

euro 6 5 377

4.360 1.795 1.555

4.360 1.795 1.565

170 11,0 90 kW/122 Cv 86-87 g/km * 26,3 - 25,6 km al litro * a partire da 23.500 euro

180 11,4 da 116 Cv/85 kW e 185 Nm di coppia 134-144 g/km * 16,9 - 15,9 km al litro * a partire da 21.500 euro * = con cerchi da 18”

Zero emissioni e zero consumi: livelli di efficienza mai raggiunti prima Lo confermano i risultati della ricerca commissionata al Centro Studi CARe di Roma diretto dal professor Fabio Orecchini

T

Gli eleganti fari a Led si combinano perfettamente con la griglia anteriore sportiva

i benefici propri della piattaforma Toyota TNGA (Toyota New Global Architecture), in grado di assicurare un comportamento su strada estremamente bilanciato e preciso, grazie a una significativa riduzione del rollio. Tale architettura, unita alla tecnologia ibrida di ultima generazione, è in grado di assicurare piacere di guida ai massimi livelli, nel pieno rispetto dell’ambiente.

oyota ha commissionato un’importante ricerca al Centro Studi CARe di Roma, diretto dal professor Fabio Orecchini, ordinario di Sistemi Energetici presso l’Università Guglielmo Marconi di Roma, sul sistema Full Hybrid di ultima generazione installato proprio sul nuovo Toyota C-HR e su Prius. È quindi stata organizzata una serie di test, sviluppati per verificare la capacità della vettura di viaggiare a zero emissioni e zero consumi (Zev). Il risultato della

ricerca ha confermato come Toyota sia riuscita a portare a nuovi altissimi livelli di efficienza il proprio sistema ibrido. I dati raccolti durante gli oltre 2.200 Km percorsi lungo un tragitto, studiato per simulare un classico percorso casalavoro, hanno dimostrato che il nuovo sistema ibrido Toyota è in grado di marciare per il 73,2% del tempo a zero emissioni. I risultati sono stati ancora migliori nelle porzioni di tragitto prettamente urbano,

in cui l’inquinamento acustico e atmosferico rappresentano importanti fattori di criticità. In tale contesto la performance Zev è stata pari addirittura al 79,4% del tempo. Lo studio ha impiegato un gruppo di 20 driver, divisi in parti uguali tra uomini e donne, sotto e sopra i 35 anni, con e senza una pregressa esperienza di guida ibrida, che ha percorso lo stesso tragitto di 37 km lungo le strade di Roma, in tre differenti momenti (mattina, pomeriggio, sera), utilizzando una Prius in versione Style con cerchi da 17”. Gli eccellenti risultati confermano la capacità di innovazione del gruppo Toyota e lo sviluppo incessante della tecnologia Full Hybrid, che sta permettendo alle vetture ibride Toyota e Lexus di diffondersi in maniera sempre più capillare.


Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

37


38 Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

SERMETRA / Il network, nato per volontà di Unasca e insieme con il Centro Studi Cesare Ferrari, è la rete di servizi dedicati all’automotive più estesa in Italia

I professionisti delle pratiche automobilistiche Due principi: legalità e formazione. Due macro-obiettivi: efficienza e qualità, garantite all’utente grazie a professionisti di alto livello Unasca rappresenta a livello nazionale un esempio di efficienza e qualità. Non stiamo parlando solo di un marchio, ma di un insieme di persone che hanno dedicato parte della loro vita professionale (e non solo ) nel costruire un percorso di formazione e quindi di professionalità sempre più adeguato alle esigenze del cittadino, e nell’offrire agli

Silvia Ferracuti, presidente di Sermetra Consortile

utenti servizi, supporto e velocità di risposta. Unasca, Sermetra, Centro Studi Cesare Ferrari, rappresentano quegli angeli silenziosi che ogni giorno lavorano affinché il cittadino, ovvero l’utente, possa in tempo reale svolgere una pratica, pagare un bollo, ottemperare, insomma, alla burocrazia legata al mondo dell’automotive.

Guide e informazioni certe, anche online

E

Luca Andreoli, presidente di Sermetra Holding

C’

è qualcuno che permette al sistema fiscale dei veicoli di funzionare perfettamente: sono le agenzie automobilistiche. Che uno acquisti da un concessionario o che si affidi ad una trattativa privata, ci sono sempre loro: i consulenti per la circolazione dei mezzi di trasporto. Una figura meglio conosciuta come “chi segue le pratiche auto”, giro di parole che ha l’obiettivo di semplificare una professione che semplice non è, soprattutto in uno scenario di digitalizzazione dove è necessaria una consulenza qualificata per accogliere le problematiche dei cittadini. In Italia ci sono circa 10 mila imprese che si occupano di pratiche auto: un bacino professionale di circa 40 mila persone tra dipendenti e indipendenti, che movimentano circa 6 miliardi di euro di volumi di affari. Oltre agli studi di consulenza c’è il settore delle Scuole Guida, che conta circa 5 mila imprese sul territorio nazionale, e che ogni anno gestisce circa 1 milione di nuove patenti e circa 3 milioni di rinnovi all’anno per oltre 4 miliardi di euro di giro di affari. Dal pagamento del bollo, alle pratiche di compra vendita dell’auto, al rinnovo di una patente, è lapalissiano che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha avuto a che fare con questi professionisti. In questo contesto si inseriscono tre soggetti, indiscussi protagonisti della scena nazionale che, a vario titolo, rappresentano il maggior numero di imprese di questo esercito silenzioso di angeli custodi delle pratiche. Il primo, quello da cui tutto nasce, si chiama Unasca, acronimo di Unione Nazionale delle Autoscuole e degli Studi di Consulenza Automobilistica, e che per l’appunto rappresenta anche le Autoscuo-

le. È questa l’associazione di riferimento del settore che si occupa, in via prevalente, non solo del dialogo continuo con quegli organi della pubblica amministrazione con cui si crea quella sinergia che consente l’erogazione dei servizi al cittadino, ma studiano e propongono alle Istituzioni preposte continue e nuove soluzioni affinché i servizi ai cittadini vengano sempre più migliorati e velocizzati. Grazie a Unasca nasce un network, il gruppo Sermetra, che rappresenta da una parte l’offerta dei servizi verso i cittadini e lo sviluppo della tecnologia più adeguata, dall’altra ciò che è dedicato al servizio per i soci ovvero la sezione mutualistica e di erogazione di servizi per l’utente professionale. Infine, il Centro Studi Cesare Ferrari, anch’esso emanazione di Unasca, che si occupa di formazione professionale continua. Ora la domanda sorge spontanea: perché tutta questa attenzione nei confronti del settore? Innanzitutto perché stiamo parlando di un servizio di pubblica utilità, ovvero necessario per i cittadini. Non a caso, dal 1991 grazie a Unasca esiste una Legge che determina e delinea questa professione, ovvero la 264. Ma negli anni la categoria ha subìto tutta una serie di cambiamenti, fino ad arrivare ad essere di fatto la rete grazie alla quale la Pubblica Amministrazione riesce ad erogare i servizi. Per dirla semplice: senza di loro non sarebbe possibile ottenere i documenti o l’accesso ai servizi del mondo automotive in tempo reale. Per essere ancora più precisi, stiamo parlando di un universo che sviluppa circa l’80 per cento delle formalità (è questo il nome in codice delle pratiche che si riferiscono al mondo dell’automotive) servendo ogni anno circa 11 milioni di

italiani. E per fare questo ci vuole preparazione, formazione e soprattutto sicurezza, ossia legalità. Facciamo un esempio: da anni Unasca si impegna per contrastare il fenomeno dell’estero-vestizione dei veicoli (che significa circolare con targhe diverse dal Paese di appartenenza). Fenomeno in triste aumento e che serve in definitiva per eludere tasse e multe. Ecco, affidarsi ad una rete di professionisti del settore significa affidarsi non solo a chi è capace di districarsi nei meandri della burocrazia del Paese (che grazie appunto a questa categoria sta andando nel verso della semplificazione), ma da professionisti dalla riconosciuta preparazione, dall’adeguata rete di servizi, dalla più estesa e completa filiera di eccellenza del settore. Il network Sermetra è questo: una rete di imprese che offre un servizio altamente qualificato, mirato e professionale, che è a sua volta parte di una

rete professionale che fa del principio della legalità e della formazione una caratteristica qualificante. Oggi come oggi la rete Sermetra, unitamente alla rete

cco in sintesi i servizi cui si può accedere attraverso la rete Sermetra. Per un elenco completo è possibile visitare il sito www.sermetra.it. Per capire cosa significa pratica auto e per avere un quadro più ampio e un vademecum affidabile e sicuro, si può visitare inoltre il sito www.pratichesicure.it, che contiene una guida certa di come vendere un veicolo senza incorrere in brutte sorprese. I servizi ­Sermetra: pagamento del bollo, passaggio di proprietà, rinnovo patente, radiazioni, informazioni per i collaudi, pagamenti bollettini Mav e Rav, assistenza per agevolazioni per disabili. E molti altri.

Nel network professionalità garantita Ecco le linee d’eccellenza della rete di servizi per l’automotive

I

l network Sermetra è una rete estesa su tutto il territorio nazionale che riunisce oltre 2.000 agenzie di pratiche auto e che offre un servizio di interesse pubblico agli utenti. In sintesi, funge da connettore tra il cittadino e la Pubblica Amministrazione, offrendo anche servizi alle aziende che si occupano di pratiche auto. “Sermetra Consortile - spiega il presidente Silvia Ferracuti - è l’anima mutualistica del Sermetra e si occupa di valorizzare un marchio ben riconoscibile che punta su alcuni fattori chiave: la professionalità, l’informatizzazione, la capacità di essere capillari su tutto il territorio. Per questo la nostra forza sta nella rete di professionisti che, estesa a

livello nazionale, offre un’immediata risposta all’utenza, sia essa privata o aziendale, fungendo da connettore tra la Pubblica Amministrazione, i cittadini e le imprese”. Luca Andreoli, presidente di Sermetra Holding, spiega il percorso che negli ultimi tre anni ha qualificato maggiormente e migliorato i servizi. “I cardini del piano industriale triennale sono stati sviluppare servizi che siano innovativi per gli utenti del settore automotive, assecondare il processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e creare partnership e sinergie con gli interlocutori del settore. Il futuro su cui stiamo lavorando vede un radicale cambiamento

del concetto di mobilità. Motivo per cui è necessario lavorare intorno ai servizi che la riguardano, rendendoli agevoli, immediati e sicuri nei confronti dell’utente. Sermetra è proprio questo: un laboratorio di idee che diventano servizi e che riguardano da una parte l’utente, dall’altra parte le imprese che erogano il servizio”. Il valore della rete, il valore delle idee, la capacità di interpretare i bisogni futuri e di offrire ai clienti un servizio che sia sicuro, rapido, il più possibile vicino alle esigenze dell’utente. Queste le fondamenta del network Sermetra. “Essere parte di una squadra ricordano sempre Ferracuti e Andreoli - è un valore, e raccontare questa esperienza significa rappresentare la capacità di offrire un servizio indispensabile e di pubblica utilità, sul quale il network Sermetra garantisce e mette la faccia”.


Eventi Lunedì 12 dicembre 2016

Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

39


40 Auto & Trasporti - La mobilità è innovazione

Eventi Lunedì 12 dicembre 2016


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.