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Martedì 6 gennaio 2009
Brevi dal mondo
Ratzinger, a Maputo una nuova missione ROMA - La Chiesa cattolica accresce la sua attivita' in Africa, dove il Papa si rechera' in visita in marzo, con tappe in Camerun e in Angola. Tra le tante iniziative, verra' aperta, l'8 gennaio a Maputo, in Mozambico, una nuova missione della Comunita' Missionaria di Villaregia (CMV), con l'arrivo di 8
missionari, in una situazione di grande emergenza, spiega una nota della CMV. La diocesi di Maputo, che conta quasi 4 milioni di abitanti, dispone solo di 20 sacerdoti diocesani e 130 religiosi.
Senato Usa, Minnesota «Vittoria di Franken» WASHINGTON - Le autorità elettorali dello Stato del Minnesota hanno certificato la vittoria del democratico Al Franken nelle elezioni per il Senato americano dello scorso 4 novembre, ma dopo due mesi di ricorsi e accuse incrociate l’esito del voto non è ancora definitivo. Il senatore repubblicano Norm Coleman ha a disposizione sette giorni, dopo la dichiarazione formale di ieri del 'Canvassing Board’ del Minnesota, per presentare un ricorso contro la decisione di dare la vittoria a Franken.
Niger, in ostaggio nave francese PARIGI - Una nave del gruppo francese Bourbon è stata attaccata e sequestrata con il suo equipaggio da sconosciuti armati al largo della coste della Nigeria, nei pressi di un importante terminale petrolifero e di gas. Lo ha reso noto la società stessa. Il Delta del Niger è regolarmente teatro di violenze ad opera di gruppi armati che dal 2006 hanno moltiplicato i sequestri di dipendenti del
settore petrolifero, gli attacchi alle installazioni petrolifere e i sabotaggi.
Su basi Pkk anche bombe irachene MONTI QANDIL (IRAQ) Oltre alle bombe sganciate dall’aviazione turca, sulle basi dei ribelli del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) nell’Iraq del Nord sono piovuti ieri anche proiettili sparati dall’artiglieria iraniana. Lo ha affermato il responsabile delle relazioni esterne del Pkk, Ahmed Denis. Gli aerei turchi hanno colpito Akuwan, le bombe iraniane Maradu, entrambe località del Kurdistan iracheno, nella zona dei monti Qandil, secondo la fonte. Non ci sono notizie di eventuali vittime.
In Italia e nel Mondo Bimbo di 10 anni scivola in un burrone Pensionata muore nel Beneventano e muore sotto gli occhi della madre forse aggredita dai cani randagi CASTIGLIONE GARFAGNANA (LUCCA) - E' scivolato lungo un pendio ghiacciato, ha preso velocità senza trovare appigli, ed è finito contro un albero. Tutto è accaduto sotto lo sguardo atterrito della mamma con il quale era uscito, dopo il pranzo, per ammirare il panorama alpestre nella bella giornata di sole. È morto così, nel primo pomeriggio di ieri a San Pellegrino in Alpe, nel Comune di Castiglione Garfagnana, Umberto Iacomino, 10 anni. Una gita in montagna, in un piccolo borgo a 1500 metri d’altezza sull'appennino tosco-emiliano, si è trasformata in tragedia. Il piccolo, che viveva a Massarosa, era con i genitori, due agenti di polizia in servizio alla questura di Livorno, il padre, Luigi,
Un elicottero dei soccorsi
romano, e la madre, Silvia Nardini, di Viareggio. La coppia aveva scelto il piccolo paese in provincia di Lucca, antico passaggio obbligato dei pellegrini, per una giornata di vacanza con Umberto, il loro unico figlio.
BENEVENTO - Muore dopo essere stata aggredita dai cani randagi. Questa sarebbe la tragica fine di una donna di 68 anni, Maria Velora, trovata senza vita ieri mattina davanti alla sua casa di Montesarchio, in provincia di Benevento. Secondo i primi accertamenti, la donna sarebbe stata attaccata da uno o più cani randagi: sul suo corpo i medici hanno trovato ferite compatibili con morsi di animale. La salma è stata trasportata all'ospedale "Rummo" di Benevento. Dovrà essere effettuata l'autopsia per stabilire se siano stati effettivamente i morsi a causare il decesso oppure se la donna sia caduta e i cani l'abbiano morsa a morte avvenuta. La vittima era pensionata, nubile e abitava da sola in una casa fatiscente
Un branco di cani randagi
nella zona storica della cittadina campana, vicino a un castello. A trovarla davanti alla sua porta, riversa in una pozza di sangue, sono stati i vicini. All'arrivo, il personale del 118 non ha potuto che constatarne la morte.
La tragedia a Caltagirone. I due separati da tempo
Napoli, si rompe l’omertà
Spara e uccide il marito durante una lite sull’affidamento dei figli
Ucciso a Capodanno quartiere in lutto
CALTAGIRONE (CATANIA) Forti rancori da separazione, acuiti da denunce incrociate per minacce e ingiurie: sarebbe il quadro in cui è maturato l'assassinio di Ugo Alba, 30 anni, originario di Torino, ucciso a Caltagirone con un colpo di pistola all'addome dalla moglie coetanea, Zaira Ritrovato, di Asti, al culmine dell'ennesima lite sui loro due figli, una ragazza di 11 anni e un bambino di sei. La donna che si è costituita alla polizia dopo il delitto è stata fermata per omicidio su disposizione della locale Procura. La coppia da tempo era separata, lui aveva una relazione con una romena, che è incinta, e il giudice aveva affidato la custodia dei figli a entrambi. Nella tarda serata di ieri, Zaira Ritrovato era andata a prendere la figlia, in compagnia del suo nuovo compagno, che aveva trascorso la giornata nell'agriturismo Casale San Basilio con il padre, che vi gestisce un bed and breakfast. La ragazza voleva rimanere con il papà ma la madre si è opposta fermamente, visto che le toccava stare con lei. Ne é nata una violenta lite al culmine della quale la donna avrebbe estratto una pistola cal. 7,65 e sparato al marito, colpendolo all'addome. Poi è fuggita e si è costituita alla polizia, sostenendo di averlo soltanto ferito. Alla polizia prima e al sostituto procuratore di Caltagirone, Elina Dolce, poi, la donna ha confermato la dinamica della sparatoria. Il suo legale, l'avvocato Massimo Albergamo, ha rivelato che ha detto di "volere soltanto spaventare l'ex marito, e
I carabinieri e la folla radunata dopo la tragedia
non ammazzarlo: è partito un colpo e lei non si è resa conto di nulla". "La mia cliente - sottolinea il penalista - subito dopo si è dunque allontanata in macchina e si èrecata in commissariato per riferire di avere sparato, ma qui ha saputo della tragedia". L'udienza di convalida del fermo per omicidio disposto dalla Procura di Caltagirone è stata fissata per mercoledì prossimo. Alcuni particolari del delitto restano però ancora poco chiari. Tanto che il procuratore capo Francesco Paolo Giordano sottolinea che "ci sono ancora risvolti della vicenda che devono essere chiariti dall'inchiesta". Tra questi come mai la donna fosse armata e dove abbia buttato la pistola, particolare che ha detto di non ricorda-
Freddò i rapinatori in gioielleria per lui omicidio volontario ROMA - Deve rispondere in dibattimento di omicidio volontario e non di eccesso colposo di legittima difesa Massimo Mastrolorenzi, il gioielliere romano che il 9 maggio 2003, durante una rapina nel suo negozio a Roma, nel quartiere Testaccio, uccise due rapinatori. Lo ha stabilito il giudice monocratico Roberto Ranalli al quale era stato affidato il processo al gioielliere. La conseguenza di questa decisione è stata la restituzione del fascicolo processuale al pubblico ministero Erminio Amelio, affinchè formuli un nuovo capo di accusa e contesti il reato di omicidio volontario. Con questa imputazione sarà sottoposto a un nuovo processo. La vicenda è quella relativa alle uccisioni di Giampaolo Giampaoli e Roberto Marai. I due, secondo la ricostruzione della Procura, entrarono nell’esercizio commerciale di Mastrolorenzi con il pretesto di esaminare alcuni orologi. Di lì a poco, minacciarono l’uomo, lo immobilizzarono, gli legarono i polsi con alcune fascette e lo rinchiusero nel retrobottega. Il gioielliere riuscì a liberarsi, impugnò la sua pistola e sparò alcuni colpi che raggiunsero i due banditi. L’omicidio volontario è stato deciso perché Mastrolorenzi avrebbe sparato quando i due erano di spalle.
re. A soccorrere Ugo Alba ferito è stato il padre dell'uomo, che lavora con lui, intervenuto dopo avere sentito lo sparo, e che potrebbe fornire elementi utili alle indagini. L'uxoricidio non sorprende l'Associazione matrimonialisti italiani che rileva come "ogni due giorni in Italia si consuma una tragedia familiare e negli ultimi 6 mesi si è registrato un incremento di questi fatti di sangue". "Non è immaginabile - osserva l'avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell'Ami, parlando dell'affido condiviso pensare di imporre a due coniugi che si odiano la condivisione del progetto di crescita dei loro figli. Urge una riforma della giustizia familiare e minorile con il varo del Tribunale della famiglia".
NAPOLI - E' stato il giorno delle lacrime e del lutto per la gente dei Quartieri Spagnoli a Napoli che ieri ha accolto la salma di Nicola Sarpa, il giovane ucciso da una pallottola vagante nella notte di Capodanno, consapevole però che la rottura del muro di omertà potrebbe non rendere vana la morte del giovane del quale è accusata Manuela Terracciano, costituitasi sabato scorso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. La salma del 25enne è stata infatti portata nel pomeriggio nella camera ardente allestita in una cappella della chiesa di San Matteo, nel cuore dei Quartieri Spagnoli, dove da circa due ore più di cento persone erano assiepate ad aspettare e dove oggi pomeriggio alle 15 si svolgeranno i funerali. Ma il quartiere sta già piangendo la sua vittima, stringendosi ai suoi parenti in un lungo abbraccio collettivo: negozianti, vicini di casa, hanno sorretto la madre del ragazzo, Velia Finizio, quando si è accasciata sulla bara in lacrime, invocando il nome del figlio. E intorno alla bara bianca si sono subito affollati gli amici di Nicola, quelli che lo chiamavano “ò doich”, il tedesco, per la sua riservatezza, e che oggi hanno ricoperto il suo feretro con maglie e sciarpe della Juventus, chiedendo anche a Del Piero, che era l’idolo di Nicola, di dedicargli il suo prossimo gol in maglia bianconera. Il legame con la sua passione per il calcio è testimoniata anche all’esterno della chiesa dove è stato affisso uno striscione da stadio con la scritta «Passeranno giorni, mesi, ore e anni ma resterai sempre nei nostri cuori. Ciao mitico Doich». Un ricordo che gli amici vogliono per Nicola ma anche perchè lo Stato non si dimentichi di un quartiere fortemente a rischio proprio nel cuore di Napoli: «Non vogliamo che tra qualche giorno si spengano i riflettori su questa vicenda e che tutto torni come sempre», dice un amico del giovane ucciso, mentre una ragazza testimonia la voglia di vivere, un giorno, in un quartiere diverso: «A scuola ci hanno insegnato che gli episodi della storia non accadono mai senza un perchè. La morte assurda di Nicola ha svegliato tante coscienze».
FLASH
“Obama jr”, primo giorno di scuola a Washington PRIMO giorno di scuola a Washington per le figlie di Obama. Sasha e Malia, 7 e 10 anni, ieri mattina hanno lasciato l'hotel di lusso dove stanno temporaneamente alloggiando con i genitori, per dirigersi insieme a mamma Michelle (e tra fotografi e cameramen) alla Sidwell Friends School, istituto privato che ha avuto tra i suoi allievi molti figli di presidenti Usa.