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Brevi dal mondo

Egiziano ucciso altri due arresti MILANO – Non si è fatta attendere la risposta delle istituzioni dopo l’omicidio di Ahmed Abdel Aziz El Sayed, l’egiziano di 19 anni accoltellato sabato scorso in via Padova. Tra giovedì e ieri, infatti, la Polizia di Stato ha individuato e posto in stato di fermo tre dominicani (due la notte di venerdì) ritenuti i presunti responsabili del fatto di sangue, che secondo gli investigatori sarebbe avvenuto in modo del tutto casuale, in cui la guerra tra bande non c'entra. «Dai riscontri investigativi – è stato spiegato in una conferenza stampa in Questura – il gruppo di latinos che sull' autobus '56' ha litigato con i tre africani si trovava lì per caso, per andare a una festa in un locale». Altri due o tre giovani, sudamericani, sono ancora ricercati, ma chi ha tirato i fendenti, per Alessandro Giuliano, dirigente della Squadra Mobile, sarebbe tra quelli già nella rete.

Tensione Hamas allarme cittadini Ue PROVE sempre più evidenti sembrano indicare il servizio segreto esterno israeliano (Mossad) come il mandante dell’uccisione a Dubai di un alto rappresentante palestinese di Hamas grazie anche all’uso di falsi documenti d’identità europei, mentre da Beirut il movimento sciita Hezbollah avverte che in Libano i cittadini titolari di simili passaporti possono essere un pericolo e che vanno quindi sottoposti a controlli speciali. La polizia degli Emirati assicura che il Mossad è colpevole «al 99%» dell’uccisione di Mahmud Mahbuh, figura di spicco di Hamas, lo scorso 19 gennaio in un albergo a Dubai.

Domenica 21 febbraio 2010

Tragedia nel Reggiano: era legato al letto, non ha avuto scampo

Rogo in casa di riposo, grave anziano Sofferente psichico lo hanno trovato con ustioni ovunque e ora è in rianimazione

I sigilli alle finestre

REGGIO EMILIA– Il suo letto nella casa di riposo andava a fuoco, probabilmente a causa di una sigaretta accesa, ma Pietro Lugari, 67 anni di Baiso (sull'Appennino reggiano), sofferente psichico, non ha potuto mettersi in salvo perchè era legato con un polso ad una sponda del giaciglio. Lo hanno appurato i soccorritori, provvedendo poi a trasportarlo prima all’ospedale di Castelnovo Monti, poi a Parma. Gravemente ustionato, Lugari lotta tra la vita e la morte in rianimazione. La Procura reggiana ha aperto

un’inchiesta e Alessandro Govi, sindaco di Busana, il comune appenninico dove la notte scorsa verso le 4.30 è avvenuto il rogo, ha sospeso con un’ordinanza l'attività della casa di riposo privata Il Crinale, nella frazione di Cervarezza. Sono rimasti tutti lievemente intossicati i dieci anziani che dormivano nella residenza assieme a Lugari e, con loro, anche l’ operatrice socio-assistenziale accorsa per portare soccorso, trattenuta per qualche ora nel reparto di medicina dell’ospedale castelnovese.

Il Papa: «Negli aeroporti si rispettino le persone» Non parla apertamente dei body scanner ma raccomanda attenzione alla dignità

Il Papa durante l’udienza

ROMA –Anche su aerei e in aeroporto, «il primo capitale da salvaguardare è la persona, nella sua integrità». Lo ricorda il Papa che non si pronuncia sui body scanner, ma incontrando dirigenti e dipendenti di Enac ed Enav, accompagnati in Vaticano dal sottosegretario Letta e dal ministro Matteoli, e quelli dell’Alitalia, ammette che «il rispetto di tali principi può apparire complesso» per la crisi e la minaccia del terrorismo. Ma «anche in questa situazione – raccomanda il Pontefice - occorre non perdere mai di vista che il rispetto della persona»

Per capire come è morta la giovane romana si dovrà attendere l’autopsia

Morta in gita, giallo a Londra Professori e studenti sono stati interrogati per ore a Scotland Yard ROMA – Shock tra i banchi, indagini a tutto campo e la certezza di Scotland Yard che Maria Cristina S. non è stata spinta. Ma la verità su quell'inspiegabile volo dal sesto piano di un albergo sembra ancora nascosta. Sono le ore di angoscia vissute nell’ultimo giorno della gita a Londra del liceo classico Machiavelli di Roma, che in pochi attimi si è trasformata in un incubo per studenti, professori e parenti di Maria Cristina, la liceale romana di 18 anni morta dopo essere precipitata dall’hotel Putney. «Siamo in un incubo», hanno detto a Londra gli insegnanti del liceo romano, due dei quali sono stati interrogati dagli agenti di Scotland Yard assieme ad alcuni dei 45 studenti, ancora sotto shock nell’albergo,

Un mazzo di fiori davanti all’hotel londinese

partiti stasera per Roma. Scotland Yard, che sta appurando le cause della morte e in particolare se si sia trattato di un suicidio o di un malore, sembra certa di un fatto: qualunque cosa sia accaduta, «non si è trattato di una morte dolosa», anche se

bisognerà attendere un mese per l’udienza del coroner. L’autopsia di Maria Cristina sarà effettuata solo la prossima settimana. Una portavoce di Premier Inn, la catena di alberghi dove soggiornavano i ragazzi, ha escluso categoricamente

che si sia trattato di un incidente ed ha affermato che anche Scotland Yard ora è concorde con l’ipotesi di suicidio. Per uscire dalla finestra del sesto piano – che si trova lungo le scale antincendio – la ragazza ha dovuto arrampicarsi e ciò indicherebbe quindi che il gesto sia stato intenzionale. Ma «non è stato un suicidio», dice chi conosceva la studentessa, descritta da tutti come una ragazza modello tanto da essere eletta rappresentante di classe dai suoi compagni. Antonietta, la madre, è convinta che possa essersi trattato di un malore, visto che la ragazza aveva detto a un insegnante di avere mal di testa e aveva sintomi febbrili. A Roma i vicini di casa di Maria Cristina, nel popolare quartiere San Lo-

renzo, invece dicono che «potrebbe esserci stato qualche spintone di troppo». E il preside del liceo, Marcello Montagna, spiega turbato che «nel momento cruciale non l’ha vista nessuno». All’aeroporto di Heathrow, ieri sera, prima della partenza per Roma, i ragazzi non volevano parlare della morte della compagna e si stringevano tra loro. Un’insegnante ha riferito: «Abbiamo già detto tutto alla polizia, sia noi che gli allievi sono stati sentiti per ore. Anche noi vogliamo sapere cosa è successo ma bisogna aspettare i risultati dell’indagine». Su Facebook aumentano ora dopo ora i messaggi d’affetto per la studentessa che non c'è più. Tra questi c'è quello di Matteo, il suo fidanzatino.

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2 In Italia e nel Mondo


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