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2 In Italia e nel Mondo

Mercoledì 4 marzo 2009

Brevi dal mondo

L’avvocato La Marca ha ribadito che l’identikit dei fidanzatini non corrisponde

Darfur, Bashir sfida l’Onu

Roma, il legale di Racz: «Non è lui lo stupratore»

KHARTOUM – Scorrono veloci a Khartoum le ultime ore della vigilia della decisione sulla possibile emissione di un mandato di cattura contro il presidente sudanese, Omar el Bashir (nella foto), da parte della Corte Penale Internazionale (Cpi), per genocidio e crimini di guerra in relazione ai drammatici eventi in corso nel Darfur dall’inizio della ribellione, nel febbraio 2003. «Che si preparino pure...possono mangiarselo», ha ieri in tono di sfida Bashir.

Minacce di morte a Sarkozy PARIGI – Dieci buste comuni, marroncine. Dentro ogni busta, due paginette infarcite di errori d’ortografia e di minacce confuse insieme a un proiettile, in qualche caso un 9mm, in altri un calibro 38. Mittente ignoto. Destinatari, i vertici dello stato francese. L’hanno ricevuta negli ultimi giorni il presidente Nicolas Sarkozy, la guardasigilli Rachida Dati, la ministra dell’Interno Michele Alliot-Marie, persino la ministra della Cultura, Christine Albanel.

Guinea, il nuovo presidente giura

BISSAU – Il presidente dell’ Assemblea nazionale (parlamento) della Guinea Bissau, Raimundo Pereira, ha giurato ieri come presidente a interim dopo l’assassinio di lunedì del presidente, Joao Bernardo Vieira (nella foto), in un attacco di militari alla sua abitazione. Vieira è stato ucciso in un’apparente ritorsione dei militari per l’assassinio, domenica, del capo di stato maggiore interforze, generale Tagmè Na Waiè, molto critico nei confronti del presidente.

I vescovi «Basta sangue» CITTA' DEL MESSICO – I sei vescovi appartenenti alle diocesi dello stato del Chihuahua, a nord del Messico, hanno lanciato ieri un forte messaggio alle bande del narcotraffico perchè smettano di «macchiare di sangue» il paese e la regione. In un documento intitolato «I fedeli della nostra chiesa e le altre persone di buona volontà», i prelati hanno invitato i cartelli del narcotraffico che si disputano il controllo per il commercio della cocaina negli Usa, a considerare che «la vita non può essere tolta a nessuno».

ROMA – Non è lui, non è Karol, il 'pugile', uno dei due stupratori della Caffarella. Non usa mezzi termini e fa intravedere una battaglia legale il difensore di Karol Racz, uno dei due romeni arrestati ed accusati di aver violentato il giorno di San Valentino una ragazzina di 14 anni nel parco della Caffarella a Roma. L'avvocato Lorenzo La Marca, infatti, ha ribadito anche ieri che l’identikit tracciato dalla polizia sulla base delle dichiarazioni della ragazzina e del suo fidanzato non corrisponde a quello del suo assistito. E questo sarà proprio uno degli elementi che saranno indicati nei motivi allegati alla richiesta di

revoca dell’arresto di Racz. Il tribunale del riesame di Roma ha fissato la data del 9 marzo prossimo per decidere sulle istanze presentate da La Marca e dal collega Giancarlo Di Rosa, difensore di Isztoika Loyos. L’avvocato La Marca, in merito all’identikit, sembra non avere dubbi quando sottolinea con forza che «è stata fatta la descrizione di un uomo con le caratteristiche fisionomiche diverse da quelle di Racz. Non solo, è stata indicata una persona alta un metro e 75, ed il mio cliente non supera il metro e 50, e capelluta, mentre il mio è stempiato». Tra le incongruenze che La Marca indicherà al tribunale del Riesame c'è anche che i due

stupratori, a detta della coppia di fidanzatini aggredita, parlavano tra loro in italiano, mentre «Racz non spiccica – ha precisato – una parola della nostra lingua tanto che ho dovuto presentare un’istanza per avere un interprete nei miei incontri con il detenuto». La Marca ha lamentato anche l’assenza dal fascicolo processuale dei verbali di interrogatorio delle persone citate da Racz a sostegno dell’alibi. E da ieri sono in corso gli ulteriori accertamenti sui reperti biologici disposti lunedì dal pm Vincenzo Barba dopo l’esito discordante di quelli compiuti precedentemente. Si tratta delle tracce prelevate, in particolare, da abiti della ragazzina e da

Karol Racz al momento dell’arresto

mozziconi di sigaretta trovati nel luogo in cui è avvenuto lo stupro. In corso anche gli esami su eventuali impronte digitali sulle sim dei telefonini rapinate ai due fidanzatini. Letizia Bianco

Gasparri: «Colpa del Pd». Ma anche il Pdl è diviso

Peggiora anche lo stile di vita

Testamento biologico slitta ancora l’esame in Aula

Sanità, Italia “spaccata” il Sud arranca

ROMA – Slitta ancora l’esame del ddl sul testamento biologico in Aula a Palazzo Madama. E salta del tutto il patto voluto dalla maggioranza, all’indomani della morte di Eluana Englaro – il 9 febbraio – di portare in Assemblea il testo entro 15 giorni. La riunione dei capigruppo del Senato ha infatti fissato al 18 marzo l’inizio dell’esame del provvedimento in Aula mentre il vecchio calendario dei lavori lo aveva stabilito al 5 marzo. La decisione di far slittare i tempi, spiega il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri, risponde in realtà a due esigenze: quella di avere «più certezza e rapidità dell’esame e quella di consentire alla commissione Sanità di proseguire il suo lavoro senza la minaccia dell’ostruzionismo». Gasparri respinge al mittente le critiche avanzate dall’opposizione, secondo la quale sarebbe stato il centrodestra a voler ritardare l'esame perchè diviso al proprio interno. «Su 494 emendamenti, circa 400 – replica secco Gasparri – sono del centrosinistra. È paradossale che ora si accusi noi di voler rallentare». La commissione Affari Costituzionali, intanto, ha dato parere favorevole al testo, ma ad una condizione, e cioè che l'articolo 2 del ddl, uno dei più contestati da Pd e Idv, venga rivisto presentando «una formulazione meno assoluta». La norma, infatti, prevede al comma 2 che «l'attività medica, in quanto esclusivamente finalizzata alla tutela della vita e della salute» del paziente, non possa essere orientata «in nessun caso alla non attivazione o disattivazione di trattamenti sanitari ordinari e proporzionati alla salvaguardia della sua vita o della sua salute, da cui in scienza e coscienza si possa fondatamente attendere un beneficio per il pa-

Il capogruppo dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri

ziente». Questa formulazione in realtà convince poco anche alcuni esponenti del Pdl, come Giuseppe Saro che infatti in commissione non ha partecipato al voto sul parere. «Se il ddl restasse così com'è – avverte – in Aula voterei contro» perchè ci sono questioni che creano gravi problemi di incostituzionalità. L'altro 'dissidente' della maggioranza, Lucio Malan, ha invece votato a favore, ma non troppo convinto. In commissione Sanità, comunque, l’inizio dell’esame delle proposte di modifica comincerà solo domani. Oggi, il relatore Raffaele Calabrò presenterà altre proposte di modifica al testo («ne metterò a punto due», dice) nel tentativo di conciliare un pò di più le diverse posizioni; e il Pd ha chiesto almeno l’intero pomeriggio e la serata di oggi per leggere tutti gli emendamenti che verranno depositati e per scrivere gli eventuali sub-emendamenti. Il vicepresidente dei senatori Democratici Luigi Zanda intanto avverte: se

non si modifica l’articolo 2 sarà davvero difficile arrivare a un’intesa. Nel pomeriggio di ieri strascico polemico in casa Pd. Il segretario Dario Franceschini ha convocato a Largo del Nazareno i due 'rivali' della tormentata vicenda: Ignazio Marino (ex capogruppo del partito in commissione Sanità del Senato) e Dorina Bianchi, (attuale capogruppo in commissione) per chiedere loro di non attaccarsi più in pubblico, attraverso interviste litigiose che fanno apparire un Pd lacerato su questo tema più di quanto non lo sia nella realtà. I due hanno ascoltato, alla presenza della capogruppo Anna Finocchiaro, ed hanno incassato il rimbrotto. Alla fine però hanno negato di aver parlato di testamento biologico, forse per non continuare a litigare davanti ai cronisti, e hanno assicurato di essersi occupati di un’altra norma: quella che consente ai medici di denunciare i clandestini. Daniela Navi

Rapporto Legambiente, emergenza rifiuti al Sud, inquinamento al Nord

Gelmini «Tempo pieno rispettato»

staggio e il 28% per il trattamento meccanico biologico). E il 54% dei rifiuti viene ancora smaltito in discarica, con il record del 94% in Sicilia. Aumenta la produzione di rifiuti urbani (più 12% dal 2000 al 2006) e lo smaltimento illecito di quelli speciali per un giro d’affari di 4,5 miliardi all’anno. Tra le buone pratiche, i 1.081 comuni (nel 2007) oltre l'obiettivo del 40% di raccolta differenziata, la Sardegna che raggiunge il 38% al 2008, e i 118 comuni campani oltre il 40% di differenziata (Salerno arriva all’80% nei quartieri con il porta a porta). La mobilità è «un punto dolente»: il sistema dei trasporti paga gli spostamenti personali e delle merci (per il 74% del totale su strada), un parco veicolare «spropositatamente elevato», l’emergenza smog delle città del nord, e un trasporto pubblico che segna «una ripresa insignificante».

ROMA - La domanda di «tempo pieno» da parte delle famiglie «sarà assolutamente soddisfatta». Il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini non ha dubbi. I dati diffusi un paio di giorni fa sulla scuola primaria (l'ex elementare) mostrerebbero che 9 famiglie su 10 non potranno avere le 30 ore settimanali richieste all'atto dell'iscrizione. A meno che il governo non modifichi i criteri sulla formazione degli organici del personale della scuola già concordati con il ministero dell'Economia. Ma il ministro, intervenendo telefonicamente a "Mattino 5", ieri ha smentito.

ROMA – Ancora emergenza per l’Italia dell’ambiente: la situazione è critica per i rifiuti al sud, per la mobilità nei trasporti su strada, per l’inquinamento da Pm10 al nord. Le buone pratiche riguardano la riduzione delle emissione climalteranti dell’1,7%, l’agricoltura biologica, i marchi ecolabel e il turismo sostenibile. Questo, va aggiunto alla crisi economica e ai problemi strutturali dell’Italia: il divario tra nord e sud, il dilagare del potere mafioso, il debito pubblico. La fotografia sullo stato dell’arte la scatta il rapporto di Legambiente Ambiente Italia 2009 – Rifiuti made in Italy, presentato ieri a Roma. I rifiuti sono ancora un’emergenza, presi come «metafora delle politiche ambientali», per «il clamoroso ritardo impiantistico» del sud (ci sono il 47% delle discariche di tutto il Paese, soltanto il 14% di impianti per compo-

ROMA – Il Nord corre e va avanti, mentre il Sud arranca sempre di più. Sono le 'due Italie' della sanità, in termini di servizi e qualità delle prestazioni. Ad avanzare invece in tutto il Paese, senza distinzioni tra le regioni, sono le cattive abitudini. Quanto a stili di vita, infatti, gli italiani ricevono una sonora bocciatura: sempre più grassi, non fanno sport ed eccedono in alcol e sigarette. È il quadro che emerge dalla sesta edizione del Rapporto Osservasalute 2008, un’approfondita analisi dello stato di salute della popolazione e della qualità dell’assistenza sanitaria nelle Regioni italiane, presentato ieri al Policlinico Gemelli di Roma. Il Rapporto è pubblicato dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane (che ha sede presso l’Università Cattolica di Roma ed è coordinato dal professor Walter Ricciardi) ed è frutto del lavoro di 266 esperti di sanità pubblica. Duro il loro giudizio: «In questi anni di transizione verso un federalismo maturo – affermano – sono apparse sempre più nitide le 'due Italie' della sanità». Ed un’evidenza di tale divaricazione, sottolinea il Rapporto, è rappresentata dalla quota di Prodotto interno lordo (Pil) che ciascuna regione spende in sanità: mentre le regioni del sud sono costrette a impiegare quote molto elevate per l’assistenza sanitaria (fino all’11% in Molise e oltre il 9% in Calabria), regioni come la Lombardia soddisfano tale diritto con meno del 5% del proprio reddito, consentendo un «utilizzo più razionale delle risorse finanziarie regionali». Un altro indicatore citato è quello del ricorso alla ospedalizzazione, con un tasso «ancora troppo elevato» soprattutto al Sud: «indice – si legge nel Rapporto – di una scarsa azione sul territorio basata su prevenzione e cure primarie, con conseguenti sprechi e inappropriatezza dei ricoveri». Ma si assiste anche, in generale, ad un’evoluzione del mercato sanitario: cresce il settore privato mentre si riduce quello pubblico. Bocciati, poi, gli stili di vita. «C'è un peggioramento degli stili di vita – afferma Ricciardi – con un aumentato consumo di alcol soprattutto tra i giovani, si pensi alla pessima abitudine degli aperitivi alcolici fuori pasto; un crescente consumo di sigarette ed un’alimentazione scorretta, con l’abbandono della dieta mediterranea». Giacomo Solis

ilLotto Nazionale Bari Cagliari Firenze Genova Milano Napoli Palermo Roma Torino Venezia

estrazione del 3 marzo 2009

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Conc. 27

Montepremi 3.665.006,36 euro

20 - 39 - 42 - 45 - 74 - 77 numero jolly 81 punti 6 jackpot 24.204.370,51 punti 4 376,54 19,29 punti 5+1 - punti 3 punti 5 32.338,30 Num. Superstar 12


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