Brevi dal mondo
Londra, Brown prepara il rimpasto
LONDRA – Pressato dai sondaggi e dalla bufera politica che imperversa in Gran Bretagna dopo lo scandalo dei rimborsi spese gonfiati di alcuni parlamentari, Gordon Brown (nella foto) si sta preparando a un rimpasto di governo che dovrebbe avvenire il prossimo mese dopo le elezioni europee e quelle locali del 4 giugno. Secondo il Financial Times, Peter Mandelson potrebbe essere nominato ministro degli Esteri, mentre l’attuale capo della diplomazia, David Miliband, dovrebbe essere destinato a un altro incarico di eguale prestigio (probabilmente al ministero dell’Interno).
Spy-story Spagna-Cuba MADRID – Spy-story fra Spagna e Cuba: il quotidiano spagnolo El Mundo ha rivelato ieri che una squadra dei servizi segreti di Madrid inviata nell’isola castrista per sorvegliare un gruppo di esuli baschi ritenuti vicini all’Eta è stata espulsa dopo pochi giorni dalle autorità dell’Avana. La notizia è stata solo parzialmente confermata dal capo della diplomazia spagnola Miguel Angel Moratinos che ha parlato di un «ricambio» fra gli agenti a Cuba, minimizzando l’impatto - «senza grandi conseguenze» – della vicenda sulle relazioni con l’Avana.
Frattini: «Tutto ok con Washington»
ROMA – «Le condizioni non erano pensabili, nè per il luogo nè per le modalità». All’indomani dell’annullamento 'in extremis' della sua missione in Iran, il titolare della Farnesina Franco Frattini (nella foto) è netto. E con la stessa decisione smentisce che alla Casa Bianca ci fossero «perplessità» sulla sua visita a Teheran.
Koehler verso la riconferma BERLINO – Il presidente della Repubblica uscente, Horst Koehler, ha forti probabilità di essere riconfermato alle elezioni di domani, anche se il suo successo si profila nuovamente di misura. Come cinque anni fa, a confrontarsi sono gli stessi concorrenti, Horst Koehler (Cdu), 66 anni, e la socialdemocratica Gesine Schwan. Koehler venne eletto con un solo voto di maggioranza.
Venerdì 22 maggio 2009
La strada iniziata 30 anni fa era stata finita nel 2006. Sull’asfalto si è creato un “gradino”
Caltanissetta, cede viadotto: due feriti Curasi, questi i loro nomi, avevano appena imboccato il viadotto «Geremia 2», lungo un chilometro e mezzo e alto 80 metri. All’altezza del nono pilone la carreggiata era sprofondata e l'impatto è stato inevitabile. Se l’incidente fosse accaduto in un’ora di punta, forse il bilancio sarebbe stato molto più grave. L’accesso al viadotto della Statale 626 è stato bloccato da entrambi i lati ed è tuttora non percorribile. Il primo sopralluogo ha mostrato quello che i tecnici dell’Anas chiamano «movimento dell’impalcato», le cui cause saranno accertate da una commissione d’indagine istituita dall’Anas e dall’inchiesta
CALTANISSETTA – Finita quasi trent'anni dopo la posa della prima pietra, la Caltanissetta-Gela era stata inaugurata nel febbraio del 2006. Ieri mattina su quella strada, che dalle colline interne della Sicilia finisce sulla costa di ciminiere e di cemento, un viadotto ha parzialmente ceduto, scivolando quel tanto che è bastato a creare una specie di gradino sull'asfalto, contro cui sono finite una macchina e una moto. L’automobilista, una donna di 32 anni che viaggiava coi due figli (rimasti illesi), si è fratturata due vertebre dorsali. Il motociclista, un poliziotto di 28 anni, si è rotto un braccio. Intorno alle 5.30 del mattino Monia Greco e Gaetano
aperta dalla procura di Gela. Quel che si vede a occhio è l’arretramento della trave su uno dei due punti di appoggio e la perdita di una sorta di cuscinetto di metallo (un elemento che serve ad assorbire le sollecitazioni) che si interpone tra il pilone e la struttura orizzontale. La trave adesso poggia sul pilastro per un’area molto ridotta. Pare che il nono e il decimo pilone non siano perfettamente in asse con il resto dei pilastri e questo lascerebbe pensare che a cedere siano state le strutture verticali. Da qui il rischio di un crollo, messo in conto già ieri mattina dopo le prime verifiche. Ma è presto, fanno notare i tecnici, per stabilire il grado pericolosità. Il
Il “gradino” sul viadotto
tratto interessato al cedimento e i piloni, secondo quanto ha reso noto l’Anas, sono stati costruiti trent'anni fa anche se il completamento e l’apertura al traffico risale al 2006. Rocco Pace
Il militare, Alessandro Iosca, 23 anni, è in ospedale ma non corre pericoli
Afghanistan, colpito un italiano Attacco contro una pattuglia di paracadutisti della Folgore KABUL – Attacco contro i militari italiani in Afghanistan: un paracadutista è rimasto ferito lievemente ad un braccio. Il fatto è avvenuto nei pressi della base di Bala Morghab – nell’Ovest del Paese – dove si trovava anche il comandante di Isaf, il generale americano David McKiernan. L’azione contro la pattuglia della Folgore alle 15.39, le 13 in Italia, nel villaggio di Akazai a circa cinque chilometri da Bala Morghab, nella provincia di Badghis, a nord di Herat. Secondo quanto riferito dal comando del contingente italiano, i paracadutisti hanno subito risposto al fuoco e nello scontro un militare è rimasto lievemente ferito da un proiettile che gli è entrato ed uscito dal braccio sinistro. Il paracadutista, Alessandro Iosca, 23 anni, di Roma, non è in pericolo di vita: è stato immediatamente soccorso e poi trasportato presso l'ospedale di Camp Arena, il quartier generale italiano. Diversa la ricostruzione di quanto accaduto secondo fonti parlamentari che parlano invece di un attacco combinato ad una colonna della Folgore ed alla base di Bala Morghab, dove erano presenti il comandante di Isaf, il governatore della provincia ed il generale Rosario Castellano, comandante del contingente italiano e della Regione Ovest della missione Isaf. Secondo quanto si apprende da fonti della Difesa, però, l'attacco avrebbe riguardato esclusivamente una pattuglia mista di militari italiani ed afghani, non anche la base di Bala Morghab, dove erano in visita i due gene-
rali e il governatore, che avrebbero sì sentito gli spari ma non sarebbero stati in alcun modo coinvolti. Auguri di pronta guarigione al ferito sono stati inviati dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa e da Roberta Pinotti, responsabile Difesa del Pd. Tensione sempre alta, dunque, per il contingente italiano, ultimamente spesso nel mirino degli insorgenti. Sabato scorso, ancora una pattuglia di parà è stata attaccata a due km dalla base italiana di Bala Morghab. Anche in questo caso i militari italiani hanno risposto al fuoco, senza però riportare feriti; solo lievi danni a due mezzi corazzati. Due giorni prima, nella Mushai Valley, ad
una cinquantina di chilometri da Kabul, un convoglio italiano è stato preso di mira; gli italiani hanno risposto al fuoco senza riportare feriti. Il 13 maggio, colpi di arma da fuoco ed esplosioni vicino alla base di Camp Arena avevano fatto scattare l’allarme tra i militari, mentre il 12 alcuni razzi erano stati lanciati contro un distaccamento di carabineri ad Adraskan, sempre nell’Ovest. La crescita degli attacchi nella zona italiana potrebbe essere ricondotta alla massiccia azione di Isaf nelle roccaforti talebane del Sud, che costringe gli insorgenti a spostarsi verso il Nord, puntando a Farah e Baghdis dove è l’Italia a guidare la missione Isaf. Yassir Abdull Kareem
Una pattuglia di militari italiani a Farah
Palermo, i carabinieri hanno rinvenuto un “tesoro” grazie a un pentito
Mafia, scoperta stamperia di euro falsi PALERMO – La crisi economica non risparmia la mafia. Il denaro nelle casse delle cosche non basta più: aumentano i detenuti e crescono le famiglie dei carcerati da mantenere. E i boss, come nei film di Totò e Peppino, tornano all’antico «mestiere» del falsario. Quelli palermitani, ad esempio, avevano messo su una stamperia efficientissima: tanto da riuscire a «taroccare» ben 10 milioni di dollari. Un tesoro scoperto dai carabinieri di Palermo che, in due nascondigli indicati da un nuovo pentito, hanno trovato banconote false e un vero e proprio arsenale. Fabio Manno, l’ex reggente della «famiglia» del Borgo Vecchio, che da mesi collabora con gli in-
quirenti, non ha avuto esitazioni. Come prova della sua reale volontà di spezzare i legami con Cosa nostra, ha mostrato ai militari i luoghi scelti per occultare i dollari: un’intercapedine ricavata in un muretto realizzato nel garage di casa e una fessura presente in una parete dell’abitazione della zia, sorella Gerlando Alberti detto 'u paccare', storico capomafia di Palermo con un lunghissimo curriculum criminale: all’inizio degli anni '80 era stato arrestato nella prima raffineria di droga scoperta in Sicilia. I biglietti erano in tagli da 100. Manno ne nascondeva sette milioni; la zia tre. Secondo il racconto di Manno, la stamperia era stata allestita nella borgata
Sasso dal cavalcavia, assolti gli imputati morì l’operaio calabrese Natale Gioffrè CASSINO (FROSINONE) – Sono stati assolti dalla Corte d’Assise di Cassino per insufficienza di prove Gregorio Mattia e Agostino Mastrangeli, i due giovani cassinati imputati nel processo per omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione perchè accusati di essere i responsabili della morte di Natale Gioffrè, un operaio di 46 anni, ucciso da un sasso di 41 chilogrammi lanciato nell’agosto del 2006 da un cavalcavia sull'autostrada del Sole, in provincia di Frosinone. Il masso che venne gettato in località Piumarola, nel comune di Villa Santa Lucia, nel Cassinate, oltre ad uccidere l’operaio calabrese che lavorava a Torino e che stava percorrendo l'Autosole per tornare a casa a trascorrere le ferie, rimase gravemente ferito anche il figlio di 15 anni.
Altre persone che erano in un’altra autovettura finirono in ospedale dopo essersi schiantati contro la Golf dove c'erano la vittima e il figlio. Il ragazzo rischiò di morire ma riuscì a salvarsi dopo una lunga degenza in ospedale e un altrettanto lungo periodo di riabilitazione. Le indagini degli agenti della polizia stradale di Cassino e di Frosinone stabilirono che furono proprio Gregorio Mattia e Agostino Mastrangeli, entrambi di 27 anni ed entrambi di Cassino, a gettare il masso sull'autostrada, anche in base alla deposizione di un testimone oculare. I due imputati hanno sempre respinto le accuse. Ieri dopo quasi cinque ore di camera di consiglio, il presidente della Corte Anna Maria De Santis ha pronunciato la sentenza di assoluzione per entrambi. Tiziana Cardarelli
di Pagliarelli. Le macchine per realizzare le banconote sarebbero state acquistate a Firenze: 500 mila dollari furono consegnati alla famiglia mafiosa della zona come ricompensa per la “ospitalità” data ai falsari. Altri 500 mila - ha raccontato il pentito – servirono a Gerlando Alberti per l'acquisto di smeraldi provenienti dal Brasile per un valore complessivo di 1.500 carati, poi rivenduti con l’aiuto di un uomo che lavorava per conto di una gioielleria. Quest’ultima operazione determinò le lamentele del venditore perchè le persone che tentarono di spacciare le banconote in Brasile furono successivamente arrestate. r. p.
Napoli, scippo ilLotto di un orologio Nazionale da 2mila euro Bari NAPOLI – Scippo in pieno giorno nel 'salotto buono' di Napoli. Vittime marito e moglie americani, rispettivamente di 50 e 47 anni, affrontati da due banditi, in sella ad un ciclomotore, mentre passeggiavano in piazzetta Santa Caterina da Siena. Bottino del colpo un orologio di marca, del valore di circa 2mila euro. Gli scippatori hanno agito a volto scoperto e sono fuggiti verso piazza Amedeo. Scioccati dall’episodio, la coppia si è incamminata lungo via Filangieri dove sono stati raggiunti dalla polizia.
Cagliari Firenze Genova Milano Napoli Palermo Roma Torino Venezia
estrazione del 21 maggio 2009
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71 8 50 50 74 56 54 49 49 54 58
ilSuperEnalotto
41 9 47 63 37 18 37 75 77 87 70
89 7 18 58 44 8 43 17 83 11 27
65 52 7 10 48 61 1 35 8 53 84
Conc. n° 61
Montepremi 3.685.967,71 euro
11 - 14 - 17 - 24 - 39 - 48 numero jolly 64 punti 6 jackpot 61.285.065,81 punti 4 271,42 14,29 punti 5+1 - punti 3 punti 5 29.099,75 Num. Superstar 15
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