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Lunedì 22 giugno 2009

Brevi dal mondo

Presente il sottosegretario Letta che è costretto a difendere Bertolaso

Iraq, secretata l’inchiesta

L’Aquila, riaperta una parte del centro storico

LONDRA – E' stato un intervento di Tony Blair (nella foto) a indurre il premier britannico, Gordon Brown, a «secretare» l'inchiesta sulla guerra in Iraq. Secondo quanto riferito dal settimanale «Observer», l’ex titolare di Downing Street ha chiesto e ottenuto dal successore e collega di partito laburista che le udienze fossero a porte chiuse.

Yemen, ostaggi forse ancora vivi SANAA – I sei stranieri rapiti il 12 maggio nello Yemen occidentale potrebbero essere ancora vivi. Lo ha riferito il ministro dell’Interno, Motahar alMasri, una settimana dopo il ritrovamento dei cadaveri di tre donne, due tedesche e una sudcoreana, che facevano parte della stessa comitiva. «Dalle informazioni che abbiamo non sono stati trovati i corpi di alcuno di questi sei ostaggi e c'è la possibilità che siano ancora vivi», ha spiegato.

Nigeria, nuovo attacco dei ribelli

LAGOS – I ribelli del Mend hanno attaccato due impianti petroliferi della Royal Dutch-Shell nel Delta del Niger. Il gruppo che il mese scorso ha lanciato un’offensiva contro le compagnie occidentali ha rivendicato la distruzione di due oleodotti a Adamakiri e Kula. Smentito invece dalla compagnia anglobritannica un terzo attacco contro una piattaforma offshore più a ovest. Si tratta dei primi attacchi nello Stato dei Rivers, il più orientale fra i tre del Delta del Niger. I tecnici della Shell hanno organizzato alcuni voli di ricognizioni per verificare l’entità dei danni e le possibili ripercussioni ambientali.

La Cina investe in Asia centrale ISTANBUL – La Cina sta incrementando notevolmente i suoi investimenti in Asia Centrale, mentre sia quelli occidentali, sia quelli russi subiscono una battuta d’arresto a causa della crisi finanziaria globale. Lo rilevano diversi analisti e centri di ricerca specializzati nella regione centro-asiatica. Gli esperti sottolineano l’importanza del prestito di ben dieci miliardi di dollari concesso qualche giorno fa da Pechino ai paesi del Gruppo di cooperazione di Shangai.

L'AQUILA - A due mesi e mezzo dal terremoto che ha devastato l'Abruzzo, ieri per la prima volta, e solo dalle 11 alle 22, è stato aperto tra dubbi e polemiche il centro storico dell'Aquila, ma solo nel corridoio dalla villa comunale a Piazza Duomo. È stato poi deciso che l'apertura diventerà permanente dalle 8 alle 22 e nelle prossime settimane, secondo l'intenzione del sindaco Massimo Cialente, una volta operati ulteriori interventi di messa in sicurezza di alcuni edifici, si potrà riaprire anche il tratto da piazza Duomo ai Quattro Cantoni - quello dello storico "struscio" sotto i portici - e dai Quattro Cantoni alla basilica di San Bernardino. Per realizzare questo "franco-

bollo", come è stato definito da molti, sono stati necessari oltre 800 interventi di messa in sicurezza. I cittadini, a gruppi di cinquanta ciascuno, sono stati accompagnati dai vigili del fuoco fino alla piazza principale lungo il rettilineo di Corso Vittorio Emanuele. La riapertura è avvenuta alla presenza del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, l'abruzzese Gianni Letta. Al suo arrivo, attorno al varco d'ingresso, c'erano circa duecento persone: alcune hanno applaudito, altre fischiato e si è sentita anche qualche forte protesta contro la classe politica da parte di chi ancora vive nelle tendopoli. Durante il tragitto Letta ha dichiarato: "si trat-

ta di una giornata importante. L'Aquila deve tornare a volare. Quello odierno è un segnale di rinascita per ridare fiducia e speranza". Come ha spiegato pure il sindaco Cialente, "la riapertura è simbolica e sta a testimoniare quanto fatica richiede la messa in sicurezza del centro". Ma, ha osservato il presidente della Provincia dell'Aquila, Stefania Pezzopane, "la riapertura del centro storico dell'Aquila e di tutti i centri storici colpiti dal terremoto su cui ruotano attività economiche, sociali e il tempo libero dei cittadini è una questione non solo di identità e di nostalgia ma di reale ripresa". Per il presidente della Provincia, "va bene anche una strada la volta, non pretendia-

Prime passeggiate in piazza Duomo

mo miracoli, ma che si cominci". Secondo il responsabile nazionale della protezione civile Guido Bertolaso, però, per restituire il centro storico agli aquilani "cinque anni non saranno forse sufficienti. Brunella Collini

Trombe d’aria in Basilicata e in Calabria. Le temperature in forte discesa

Maltempo con morti e disagi Nel primo giorno d’estate sei le vittime di violenti nubifragi ROMA – L'estate si è presentata con piogge e temporali che, da Trieste al Salento, hanno provocato disagi, allagamenti e, purtroppo, anche morti. La perturbazione atlantica che secondo gli esperti resterà sull'Italia per almeno altri due giorni, ha infatti colpito in quasi tutto il paese, con un deciso abbassamento delle temperature – in alcuni casi anche di 10 gradi -, ma soprattutto con grandinate, venti che hanno raggiunto anche i 120 chilometri orari e mareggiate. Una situazione che che non ha risparmiato neanche Benedetto XVI, che non ha potuto viaggiare in elicottero e ha raggiunto San Giovanni Rotondo a bordo di un auto. I problemi più gravi si sono registrati nel Salento, dove il nubifragio ha provocato due morti. Le vittime sono un uomo di 81 anni di Lecce che si trovava a bordo della sua auto quando l'acqua ha allagato completamente il sottopasso dove stava transitando e una donna di una sessantina d’anni di Cavallino, un paese alle porte del capoluogo salentino. La donna, secondo una prima ricostruzione, è scesa nello scantinato del palazzo in cui abitava con l’ascensore, proprio nel momento in cui il nubifragio ha colpito con più violenza, senza accorgersi che il locale era completamente allagato. L’ipotesi più probabile è che la cabina si sia bloccata a contatto con l’acqua e la donna non sia riuscita ad uscire mentre l’ascensore si allagava. Il mare mosso e il forte vento sarebbero invece la causa della morte di due donne moldave a

Sottomarina, in provincia di Venezia. Le due, residenti a Trento, si trovavano in spiaggia con un gruppo di amici quando hanno visto le figlie che erano in acqua in difficoltà a causa del mare grosso. Per salvare le bambine entrambe le madri si sono tuffate ma, mentre le piccole sono riuscite a raggiungere la spiaggia, loro sono state trascinate via dalla corrente. Non è invece ancora stato ritrovato il corpo di uno skipper, disperso all’alba a largo di punta Fetovaia, all’isola d’Elba. Probabilmente collegato al maltempo e al forte vento anche l'incidente avvenuto ieri nel tardo pomeriggio sulle colline bolognesi, quando un ultraleggero con a bordo due cin-

quantenni campani diretti alla manifestazione «Cielo e volo» si è schiantato al suolo: il cadavere di uno dei due uomini è stato trovato poco prima della mezzanotte mentre il corpo del secondo passeggero è stato recuperato in piena notte. Piogge e temporali hanno provocato disagi anche a Roma e sul litorale laziale, dove ieri era morto un istruttore di kitesurf sbattuto da una tromba d’aria contro un palazzo, in Toscana – a Piombino 12 famiglie sono state evacuate a scopo precauzionale da un vecchio palazzo in cui ha ceduto il tetto – in Calabria e nel potentino, con trombe d’aria che hanno abbattuto diversi alberi e divelto cartelloni. Letizia Bianco

Il corpo senza vita della donna morta per salvare la figlia

I carabinieri di Trapani lo aspettavano davanti a un hotel

Mafia, catturato a Caracas il boss Miceli PALERMO – Non gli sono bastati gli accorgimenti messi in atto con fare da vero padrino: travestimenti e frequenti cambi di alberghi e residenze. Quando il Italia erano le 4 del mattino di ieri, il boss Salvatore Miceli, che figura nella lista del ministero dell’Interno fra i trenta latitanti più pericolosi, è finito in manette in Venezuela davanti all’Hotel Caracas Cumberland, dove lo aspettavano i carabinieri del comando provinciale di Trapani che, insieme all’Interpol, dal 2001 sono sulle sue tracce. L’indagine è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Sempre in Venezuela, nell’ottobre del 2007, fu arrestato dalla squadra

mobile di Trapani un altro uomo legato a Miceli, Francesco Termine, anche lui dedito al narcotraffico. Il capomafia di Salemi, città dei cugini esattori Nino e Ignazio Salvo, a 63 anni chiude la sua carriera criminale. Elemento di spicco del narcotraffico internazionale, nel 2001 era stato condannato in via definitiva per associazione mafiosa e traffico di stupefacenti. Due anni dopo la polizia arrestò anche la moglie, Veronica Dudzinski, e i figli Ivano e Mario. Per capire la statura criminale di Miceli, basta ricordare un’intercettazione telefonica che risale al 2000, quando Pino Lipari, stretto collaboratore e consigliere di Bernardo Provenzano, gli affidò la gestione del traffico interna-

zionale di stupefacenti per conto di Cosa nostra. Nipote del boss di Salemi Salvatore Zizzo, morto nel 1981, Miceli era finito in manette nel marzo del 1983 (su di lui pendeva un provvedimento restrittivo della magistratura statunitense), nell’ambito di un’operazione congiunta tra carabinieri, polizia e finanza che aveva portato all’arresto di 22 persone. Nell’ottobre del '90 di Miceli si occupò l’allora procuratore di Marsala, Paolo Borsellino, che lo fece arrestare grazie alle dichiarazioni della collaboratrice di giustizia Giacoma Filippello, la quale lo indicò come personaggio di spicco del traffico internazionale di droga. Nando Petti

Velista salernitano Incendi, interventi Salerno, tenta fuga salvato nell’Atlantico in Sicilia e nelle Eolie dal carcere: bloccato ROMA – Un disperato 'sos' lanciato dalle acque dell’Oceano, raccolto dalla moglie in Italia e 'girato' alla Guardia costiera. È così che Gianfranco Tortolani, esperto velista salernitano partito il 25 maggio scorso da Plymouth, in Gran Bretagna, per partecipare alla XIII edizione della 'Ostar 2009', famosa traversata atlantica in solitario, è riuscito a tirarsi fuori – con abilità, coraggio e un bel pò di buona sorte – da una situazione davvero difficile. L’uomo, imprenditore nel settore chimico, quando si trovava a circa 500 miglia dalle coste statunitensi (la tappa finale della traversata è Newport, Rhode Island) ha dovuto fare i conti con una burrasca e con la improvvisa rottura dell’albero della 'Città di Salerno', un open di recente generazione di 30 metri, con i colori della città, giallo rosso e blu. Con tutte le apparecchiature di bordo fuori uso, Tortolani ieri mattina è riuscito a contattare la moglie con un telefono satellitare: la donna a sua volta ha immediatamente chiamato il '1530', il numero di pronto intervento della nostra Guardia costiera. Avvisati i colleghi americani, un aereo è riuscito a individuare il 'Città di Salernò. Intorno alle 18, il contatto e il recupero.

PALERMO – Canadair della Protezione civile ed elicotteri del Corpo forestale sono stati impegnati da ieri mattina fino al pomeriggio nelle operazioni di spegnimento di incendi che hanno interessato zone boschive delle province di Enna, Palermo e Messina. In particolare i canadair ed un elicottero della Forestale sono intervenuti in località Rosamarina in territorio di Regalbuto (Enna) mentre un altro canadair, affiancato ad un elicottero, ha effettuato diversi lanci d’acqua nella località «Solunto» del comune di Santa Flavia, in provincia di Palermo. In fiamme anche una zona boschiva della località «Canneto» nell’isola di Lipari (Messina); in azione, in questo caso, due canadair della Protezione civile. Ancora boschi in fiamme nella contrada «Corso Comune» in territorio di Monreale, nel palermitano e nella località «Villaura» nel comune Madonita di Collesano, sempre in provincia di Palermo. Ieri mattina i vigili del fuoco ed i carabinieri erano intervenuti nelle operazioni di spegnimento di incendi divampati in provincia di Palermo nelle località «Gatto» di Campofelice di Roccella e «Stretto» sempre nel territorio di Collesano.

SALERNO – Sventato ieri mattina intorno alle 10 il tentativo di fuga dal carcere di Salerno di un detenuto romeno durante la fruizione dell’«ora d’aria». L’uomo, B. V. di 46 anni, ha cercato di eludere il controllo del personale di Polizia Penitenziaria ed ha tentato una fuga arrampicandosi sulla recinzione dei cortili «passeggi». Operazione fallita per l'immediato intervento del personale di sorveglianza che è riuscito a bloccare il fuggitivo a pochi metri dalla cinta. A darne notizia è un comunicato della Uil P. A. a firma del segretario provinciale Lorenzo Longobardi. «Qualora ce ne fosse stato bisogno, questa è un’ulteriore prova della elevata professionalità del personale di Polizia in servizio presso la Casa Circondariale di Fuorni – dice Longobardi -. Nonostante la notevole carenza di organico e un sistema a dir poco scarno e inadeguato di apparecchiature tecnologiche a supporto della sorveglianza, il personale è riuscito a scongiurare il peggio impedendo al detenuto di portare a termina il proprio disegno». Nella nota la Uil di Salerno muove comunque anche accuse all’Amministrazione Penitenziaria: «La situazione a Salerno è prossima all’implosione».

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2 In Italia e nel mondo


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