QB090718

Page 1

Brevi dal mondo

Iran, appello di Rafsanjani TEHERAN – L'Iran sta attraversando una vera e propria «crisi» dopo la contestata rielezione del presidente Mahmud Ahmadinejad e per uscirne la Repubblica islamica dovrà «riguadagnare la fiducia perduta del popolo», garantendo libertà di critica. L’avvertimento è venuto ieri dall’ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani, figura di primo piano del regime, che ha messo in dubbio la regolarità delle elezioni del 12 giugno e ha chiesto di liberare tutti gli arrestati nelle proteste di piazza che ne sono seguite.

Honduras, la crisi non si risolve SAN JOSE' (COSTA RICA) – A poche ore dal secondo round della mediazione promossa dal capo dello Stato del Costa Rica, Oscar Arias, i due protagonisti della crisi honduregna sembrano pronti a tutto, meno a sedersi a un tavolo di negoziati: il presidente deposto, Manuel Zelaya, assicura di esser pronto a rientrare in patria, mentre il suo rivale, il presidente de facto Roberto Micheletti, avverte di non essere disposto ad accettare «imposizioni» da nessuno, neppure da Arias.

Ultraortodossi acque agitate GERUSALEMME – La concessione degli arresti domiciliari alla madre ultraortodossa accusata d’aver lasciato deperire fino all’estremo un figlio di tre anni ha fatto scemare ieri la tensione a Gerusalemme dopo i gravi disordini degli ultimi giorni fra settori della comunità religiosa e autorità civili. Ma il fuoco continua a covare sotto la cenere mentre sui media si moltiplicano commenti e quesiti sul fossato che pare allargarsi in Israele fra lo Stato laico e i fortini dell’ebraismo antisionista. O, più in generale, fra la popolazione moderata e gli 'zeloti' delle sette rigoriste. A placare gli animi – dopo quattro giorni di proteste e una nottata di violenze sfociata da parte di un migliaio di militanti, sassate contro edifici pubblici, cassonetti bruciati e cartelli divelti – è stato l’avvicinarsi del sabato, che per i religiosi significa riposo assoluto.

Sabato 18 luglio 2009

Funerali solenni nella cattedrale per il militare ucciso in Afghanistan

Di Lisio, l’omaggio di Campobasso CAMPOBASSO - «Un dolore che attraversa l'intera nazione»: così monsignor Vincenzo Pelvi, Ordinario militare per l'Italia, ha salutato per l'ultima volta Alessandro Di Lisio, il militare italiano morto nell'esplosione di una bomba in Afghanistan martedì scorso. Tanta commozione, mescolata agli applausi, per il funerale del giovane parà. «Pregare è un impegno serio - ha detto il prelato nel corso dell'omelia - neppure io lo so fare». Ed è stato un omaggio sentito, quello che nella Cattedrale di Campobasso - gremita, con la folla che affollava anche la piazza antistante la chiesa - quel-

Monsignor Pelvi: «è un dolore che attraversa tutti» La fidanzata: «Alessandro è stretto nell’abbraccio di Dio» lo riservato al primo caporal maggiore, dopo che migliaia di persone avevano reso omaggio al militare fino alle 14 nella camera ardente,allestita nelcomando militare "Molise". Poi la salma è stata trasferita nella Cattedrale, con al seguito del feretro anche i commilitoni, molti dei quali in lacrime, i sindaci di Campobasso, Oratino e Castellino del Biferno (Campobasso). E un lungo applauso si è sollevato, dalla folla in attesa, alla vista della bara avvolta nel tricolore e sulla quale era-

no stati appoggiati semplici fiori. Un dolore immenso, dunque, ha detto monsignor Pelvi che - rivolgendosi ai genitori del ragazzo Addolorata e Nunzio e alle sorelle Maria e Valentina - ha voluto aggiungere che «non tutto è finito. Abbiamo la certezza che ora Alessandro è stretto nell'abbraccio di Dio». Nel corso dell'Omelia, il prelato ha anche ricordato che «prima di partire per la missione, Alessandro aveva chiesto al cappellano una preghiera per sé». Ugo Marini

La cerimonia in cattedrale

Il “paziente ignoto 917” ha dovuto attendere davanti alla sala operatoria

Il Papa si frattura un polso È scivolato nella sua casa di vacanza. È stato operato ad Aosta AOSTA - Era sorridente e ha salutato la folla che lo attendeva con un gesto del braccio sinistro. Papa Ratzinger è rientrato nel pomeriggio a Les Combes, nel suo chalet di legno e pietre, dove ieri mattina è scivolato fratturandosi il polso destro. L'operazione a cui si è sottoposto per ridurre la frattura scomposta causata da una caduta accidentale nella sua residenza valdostana è andata bene: «Le condizioni generali del Santo Padre sono buone», hanno rassicurato i sanitari. Secondo fonti vaticane, il Pontefice sarebbe scivolato e non avrebbe avuto alcun malore o svenimento, come in un primo momento si era temuto. In ogni caso è stato immediatamente controllato dal suo cardiologo e dal suo rianimatore personale. Padre Lombardi, direttore della sala stampa vaticana ha fatto sapere con una nota che «il Santo Padre in mattinata ha comunque celebrato la messa e ha fatto colazione», successivamente è stato accompagnato all'ospedale Parini di Aosta. Sono state fatte le radiografie e, dopo un check up generale e le analisi anestesiologiche, Manuel Mancini, primario di ortopedia ed Enrico Visetti, primario del reparto rianimazione, hanno deciso di procedere con l'intervento. Hanno effettuato una leggera anestesia locale e hanno operato la ricomposizione della frattura scomposta del polso destro che è stato immobilizzato con un tutore gessato. L'operazione - che tecnicamente si chiama "a cielo coperto" - consiste nell'inseri-

re due ferri nel polso e mettere in trazione la frattura, senza fare tagli, in anestesia locale. «L'intervento, durato circa 20 minuti, - ha spiegato il primario di Mancini - consentirà un ottimo allineamento della frattura e una ripresa al cento per cento. Gli è stato applicato un immobilizzatore in vetroresina che dovrà tenere 30 giorni e potrà tornare a suonare il piano dopo un ciclo di riabilitazione». Quando è giunto all'ospedale, Ratzinger ha chiesto di essere trattato come gli altri pazienti e ha aspettato il proprio turno sia al reparto di radiologia che in sala operatoria, occupata per una peritonite acuta. Nel linguaggio della burocrazia medica Benedetto XVI é

stato infatti classificato come 'paziente ignoto 917', a garanzia della sua sicurezza e privacy. Infine c'è stato il rientro a casa: sorridente, dalla sua auto, il Pontefice ha salutato gli agenti della polizia che lo aspettavano al bivio tra il paesino e Arvier. Ad accoglierlo l'intero staff: le due memores, le due donne laiche che si prendono cura di lui in questi giorni di vacanza, il suo segretario Padre George e il suo Servo di camera. Già 17 anni fa, quando era ancora cardinale e prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, Ratzinger fu vittima di un incidente simile, proprio durante un periodo di vacanza a Bressanone Elisabetta Martorelli

Il Papa dopo l’intervento saluta l’équipe medica

Sono precipitati in un pendio per circa 300 metri a causa della scarsa visibilità

Tragedia sul Monte Rosa: morti 3 alpinisti AOSTA - Tragedia sul Monte Rosa: tre alpinisti sono morti sul massiccio lungo la via normale del Castore, a quota 3.900 metri. Facevano parte di una cordata composta da almeno 4 persone, di cui una ferita che è già stata recuperata e portata all'ospedale Parini di Aosta. Gli alpinisti sarebbero precipitati in un pendio e sarebbero scivolati per circa 300 metri. Secondo il responsabile della Protezione civile valdostana, Alessandro Cortinovis, «l'incidente è avvenuto verso le 14 mentre la cordata stava affrontando la discesa». MALTEMPO E FITTA NEBBIA - A causare l'incidente sarebbe stata la scarsissima visibilità dovuta a una fit-

ta nebbia che ha fatto sbagliare itinerario agli alpinisti. La cordata si sarebbe infatti diretta verso un pendio molto ripido lungo il quale è scivolata. Sarebbe stata la caduta di uno dei quattro componenti la cordata, non si sa ancora se a causa della scarsa visibilità, per un malore o per una fatalità, a far scivolare gli altri compagni. Lo ha riferito agli uomini della Protezione Civile il cittadino francese che per primo ha avvisato per telefono il Soccorso Alpino valdostano. Per il recupero delle tre salme sono partite dal rifugio Sella (3800 metri di altitudine) due guide del soccorso alpino e due guide della guardia di finanza, ma il maltempo ha reso difficili le operazioni, interrotte

in serata. Riprendono sabato alle 5.30, compatibilmente con le condizioni meteo. Altri due escursionisti sono invece stati recuperati dagli uomini del Soccorso Alpino valdostano e francese sulle pendici del Monte Bianco. Si trovavano sulla Tour Ronde, a circa 3.800 metri, e sono stati condotti al rifugio Torino, in attesa di poter ritornare a valle. Intanto sono state sospese nella serata di ieri le operazioni per il recupero delle salme dei tre alpinisti, la cui identità è ancora sconosciuta. Le ricerche riprenderanno, compatibilmente con le condizioni meteo, questa mattina intorno alle 5,30. Letizia Bianco

E' vietata la riproduzione, la traduzione, l'adattamento totale o parziale di questo giornale, dei suoi articoli o di parte di essi con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro

2 In Italia e nel Mondo


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.