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Brevi dal mondo

Sabato 19 settembre 2009

Violento attacco del leader di Idv. Bondi: «È un bandito. Il Pd si dissoci»

Scudo, nessuno scambio

Di Pietro: «Berlusconi cadrà come Saddam»

NEW YORK – Nessuno scambio con la Russia sullo scudo spaziale, continua a dire, sempre con maggior forza, la Casa Bianca, sotto il fuoco delle critiche dell’opposizione repubblicana e di governi europei come Polonia e Repubblica Ceca, che senza missili e radar si sentono abbandonati a loro stessi.

ROMA - Antonio Di Pietro attacca Silvio Berlusconi evocando gli ultimi giorni del tiranno Saddam Hussein in Iraq e scatenando così le indignate reazioni del centrodestra. Il presidente del Consiglio, ha detto il leader dell'Italia dei valori aprendo la festa del partito a Vasto, «è un personaggio pericoloso, perché presto cadrà con il dito alzato, come Saddam Hussein, facendo finta di nulla fino all'ultimo minuto». Lo ha quindi accusato di aver «ridotto il paese al lastrico, alla invivibilità e al discredito internazionale». Di Pietro convinto che presto ci sarà l'implosione di Berlusconi che creerà però «una situazione pericolosa per la democrazia, anche perché a eli-

Nucleare, l’Aiea bacchetta Israele TEL AVIV – «Una sorpresa» spiacevole. Così i media online israeliani hanno presentato ieri sera il voto con cui l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha approvato una risoluzione che chiede a Israele di aderire al Trattato di non proliferazione (Tnp) e di aprire tutti i suoi siti nucleari alle ispezioni.

minarlo ci stanno pensando quelli della sua stessa maggioranza, mossi dall'ingordigia di chi vuole spartirsi le spoglie del despota». Il leader dell'Idv ha continuato ad attaccare il premier che «è al tramonto, ma cadrà nel peggiore dei modi, come è accaduto a Nerone, Catilina, Hitler e Mussolini. Per fortuna degli italiani, però, non ne ha la stessa forza». Di Pietro se l'è presa anche con Umberto Bossi, «ministro che ha giurato fedeltà alla Costituzione ed è uno spergiuro quando torna a parlare di secessione». Ed ha attaccato Bruno Vespa che «ha scambiato la Rai e Porta a porta con il salotto di casa sua». «Non chiederò mai scusa a Vespa sapendo anche quali

sono gli ospiti più frequenti della sua trasmissione. La Rai ha il dovere di informare correttamente, anche questo prova che siamo in un regime, in una situazione di attentato alla democrazia». Non ha avuto parole tenere neanche per i possibili futuri alleati del Pd in un governo dell'alternativa: «Non vogliamo che si avvicinino a noi solo per approfittare del nostro momento positivo. Cambino prima le facce dei loro personaggi e dei loro caporali. Per difenderci da Berlusconi non possiamo costruire nuovi berlusconini». Il Pdl ha reagito con durezza ma soprattutto chiedendo al Partito democratico di prendere le distanze

Antonio Di Pietro

dall'ex magistrato. «Si comporta come un bandito. E la Sinistra se non si dissocia apertamente dalle sue parole è complice di chi si atteggia a bandito», ha detto Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl. Marina Maresca

Il procuratore di Bari: «Potrebbe scappare e inquinare le prove»

Tarantini arrestato per droga

Facevano sesso fustigati

Fermato in aeroporto l’uomo al centro dello scandalo escort

KUALA LUMPUR - Non solo il consumo di alcol, ma anche il sesso prematrimoniale può costare la fustigazione in Malaysia. Dopo la condanna del mese scorso della modella Karthika Shukarno per un bicchiere di birra, due giovani fidanzati sono stati condannati a sei frustate ciascuno per essere stati colti in flagrante mentre cercavano di fare sesso in auto.

ROMA - È in carcere a Bari Gianpaolo Tarantini, l'imprenditore fermato ieri all'aeroporto del capoluogo pugliese dalla Guardia di Finanzia per detenzione e spaccio di stupefacenti. Tarantini è al centro delle inchieste sugli appalti nella sanità nella regione e sul giro di escort invitate alle feste nelle residenze di Silvio Berlusconi. Il provvedimento cautelare è del pubblico ministero Giuseppe Scelsi controfirmato dal procuratore della Repubblica Antonio Laudati, che ha spiegato di aver ordinato il fermo perché «c'era un forte rischio di inquinamento delle prove ed un reale pericolo di fuga». La detenzione e lo spaccio di droga (nell'estate del 2008) i reati che giustificano l'arresto, ma le indagini, ha chiarito il pm, «riguarderanno tutte le posizioni processuali dell'imputato». Tarantini è infatti tra i protagonisti di un vasto intreccio tra affari e politica, che ha coinvolto anche l'ex vice presidente della giunta regionale pugliese Sandro Frisullo, che si è poi dimesso, e il dirigente della Asl di Bari Alessandro Colella. Nell'ambito della stessa indagine il 7 agosto scorso erano stati arrestate altre due persone, Stefano Iacovelli e Massimiliano Verdoscia, ora ai domiciliari dopo un paio di settimane di carcere. Secondo l'accusa Verdoscia, imprenditore e rappresentante di commercio di 39 anni, acquistava da Iacovelli la cocaina per poi cederla al suo amico Tarantini, che era anche suo datore di lavoro: Verdoscia infatti era rap-

Trattato Ue ok da Berlino BERLINO – Dopo il Bundestag, anche la camera Alta dei Laender (Bundesrat) ha approvato ieri le cosiddette «Begleitgesetze», le quattro leggi di accompagnamento che il parlamento tedesco ha affiancato al Trattato di Lisbona, come richiesto nel giugno scorso dal «Bundesverfassungsgericht», la Corte costituzionale di Karlsruhe. A questo punto per l’approvazione del Trattato manca solo la firma di ratifica del presidente della Repubblica, Horst Koehler, che dovrebbe venire apposta prima della tenuta ad ottobre del nuovo referendum in Irlanda. Con la modifica richiesta da Karlsruhe, il Bundestag ed il Bundesrat acquisiscono in futuro il diritto di vagliare le future decisioni prese a Bruxelles dalla Commissione europea.

presentante amministrativo di alcune società della famiglia Tarantini che operano nel settore della commercializzazione di protesi sanitarie. Un altro degli imputati, Alessandro Mannarini ha fornito al magistrato la propria versione dei fatti sul modo in cui, nell'estate del 2008, durante una vacanza in Sardegna, Tarantini ha gestito le forniture di cocaina. Questa veniva custodito in una cassaforte che, secondo Mannarini, Tarantini acquistò ed installò. I legali di Tarantini hanno sottolineato l'atteggiamento collaborativo con gli inquirenti del loro assistito che negli interrogatori ha parlato dello spaccio di cocaina e del-

l'ingaggio delle donne da inviare alle feste di Berlusconi. La Procura di Bari, dopo le sue dichiarazioni, ha avviato una serie di verifiche, rifiutando la richiesta di patteggiare la pena e nel corso di queste indagini avrebbero scoperto un «forte inquinamento delle prove» già in atto. «Lo stato d'animo del mio assistito è molto forte», ha detto l'avvocato Nicola Quaranta, uno dei suoi due legali. Il difensore ha non ha voluto commentare i motivi del fermo e ha confermato che Tarantini proveniva da Roma «dove ha la sua residenza» e che era giunto a Bari per «motivi personali». L'interrogatorio dell'imprenditore dovrebbe esserci lunedì. Marina Maresca

L’imprenditore Gianpaolo Tarantini

A processo il primo febbraio prossimo per aggiotaggio e insider trading

Unipol-Bnl, Fazio e Consorte a giudizio ROMA - «È aggiotaggio». Svolta nella vicenda Unipol. Il processo si farà. Antonio Fazio e Giovanni Consorte andranno a giudizio per la tentata scalata alla Bnl del 2005. La decisione del giudice dell'udienza preliminare di Milano Luigi Varanelli manda a processo l'ex governatore della Banca d'Italia e l'ex numero uno della compagnia assicurativa che compariranno in aula il 1 febbraio prossimo. Oltre che di aggiotaggio dovranno rispondere delle accuse di insider trading. Davanti alla prima sezione penale del tribunale milanese anche altri 26 imputati, tra cui il costruttore Francesco Gaetano Caltagirone, l'allora direttore di Unipol Carlo Cimbri, i banchieri

Giovanni Zonin e Giovani Alberto Berneschi, ai tempi rispettivamente presidente di Banca Popolare di Vicenza e Carige, e anche i «contropattisti» tra i quali gli immobiliaristi Stefano Ricucci e Danilo Coppola. Non solo. Nella lista anche l'attuale presidente di Unipol Pierluigi Stefanini e il finanziere bresciano Emilio Gnutti. Contemporaneamente - in merito all'inchiesta sul riacquisto di obbligazioni Unipol - Consorte e Ivano Sacchetti saranno processati a Bologna. Tra gli imputati prosciolti le banche Nomura e Credit Suisse First Boston con i loro esponenti e l'imprenditore Marcellino Gavio. La pioggia di rinvii a giudizio ha colpito invece la Deutsche Bank e la

stessa compagnia assicuratrice Unipol. L'ex numero uno della Banca Popolare di Lodi, Giampiero Fiorani, coinvolto nell'inchiesta scandalo sulla mancata scalata all'Antonveneta, ha scelto la soluzione del patteggiamento convertendo la condanna a 6 mesi di reclusione in una sanzione pecuniaria di 13.680 euro. Con lui ha patteggiato anche il suo ex bracco destro Gianfranco Boni (due mesi di reclusione in continuazione con due condanne già subite in precedenza). La decisione del gup ha colto di sorpresa l'ex numero uno di Unipol, Consorte, convinto di potere in sede di dibattimento ribaltare il processo. Serena Bruno

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2 In Italia e nel Mondo


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