Brevi dal mondo
Fa strage in casa e si uccide SERRE (SALERNO) - Forse è stato il timore di perdere il lavoro dopo oltre cinque mesi di malattia a spingere l’agente penitenziario Domenico Apicella, 47 anni, ad uccidere il padre, la madre e il cane e suicidarsi. Apicella, assistente capo all’Icat (Istituto di custodia attenuata per minori) di Eboli, era stato privato della pistola di ordinanza a causa del suo stato psichico. Ieri ha afferrato un fucile di caccia del padre, Cosimo, 71 anni, agricoltore e gli ha sparato contro all’addome, uccidendolo. E' accorsa la madre Antonietta, 68 anni, e l’agente ha sparato anche a lei. Poi ha mirato alla gola del suo cane e lo ha ucciso. A questo punto ha chiamato i carabinieri. Dopo ha rivolto il fucile contro di sè esplodendo una raffica all’addome, ed è morto prima dell’arrivo dei militari.
Bimbo al buio maestra processata ROVIGO – Abuso di mezzi di correzione: questa l'accusa per una maestra d’asilo accusata di aver messo a dormire un bimbo di due anni da solo in una stanza buia. Si trattava di una punizione, secondo la maestra che è finita sotto processo, ma il bimbo non è più riuscito a dormire serenamente, è terrorizzato dal buio e non ha voluto più tornare all’asilo. La vicenda risale al 2006 in una scuola materna privata di Lama, nel Rodigino.
Meredith, affittato l’appartamento
PERUGIA – È stato affittato a tre studenti uno dei due appartamenti del casolare dove è stata uccisa la studentessa inglese Meredith Kercher (nella foto). La proprietaria della casa, che si è costituita parte civile nel processo in corso, si era rivolta ad una agenzia immobiliare di Perugia per cercare di affittare l’immobile, restato sotto sequestro per lungo dopo il delitto e ristrutturato.
Venerdì 2 ottobre 2009
Virus A, sì al vaccino dai sei mesi di vita in su Parere positivo dei pediatri Ancora incerti tempi e numeri
ROMA – I pediatri mettono da parte ogni dubbio sulla sicurezza del vaccino contro l’influenza A/H1N1 e lo raccomandano per tutti i bambini, a partire dall’età di sei mesi. Una possibilità che il viceministro al Welfare, Ferruccio Fazio, non si sente di escludere anche se «vanno rispettate delle priorità», ha detto a margine del congresso nazionale della Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp). Non è chiaro però, se i bambini sani potranno essere vaccinati fin da questo autunno: dipenderà dal numero delle dosi disponibili.
Inchiesta dell’Espresso sull’organizzazione di una nuova P2
Il maestro Licio Gelli è tornato Dalle intercettazioni spunta anche il nome di Minniti
Licio Gelli
MILITARI, politici, dirigenti ministeriali, direttori di banca, magistrati,professionisti, industriali e faccendieri. Una nuova rete di "personaggi che contano". Con una copertura associativa di stampo massonico, che garantisce vantaggi "a tutti e a ciascuno", attraverso "stretti legami di fratellanza emutua assistenza".E incima alla piramide, lui: Licio Gelli, l'immarcescibile maestro venerabile della P2. L’inchiesta è dell’Espresso, che racconta l’organizzazione di una nuova rete di “fratelli”del novantanne Gelli, aperta a parlamentari, industriali, co-
lonnelli iscritti all’ordine dei Templari e notai. E da un’intercettazione riportata dall’Espresso, si cita anche l’ex viceministro dell’Interno, Marco Minniti, che, secondo Delio Cardilli, tenente colonnello della Guardia di Finanza, avrebbe chiesto di entrare nella nuova “piramide”. Nel servizio ci si domanda: Solo vanterie? Frequentazioni di lavoro che il colonnello spaccia per amicizie? L'inchiesta in corso ha verificato l'appartenenza ai templari dei soli professionisti e funzionari direttamente coinvolti nei fatti di corruzione.
Primi accordi e ottimismo dai colloqui di Ginevra
Per copertura faceva l’attrezzista
Nucleare, presto l’ispezione Aiea in Iran
Nuove Br arrestato l’insospettabile Massimo Papini
di MARISA OSTOLANI GINEVRA – Un faccia a faccia tra Usa e Iran, al più alto livello da trent'anni, e la disponibilità di Teheran di aprire le porte del nuovo impianto nucleare di Qom agli ispettori dell’Agenzia per l’energia atomica e a fare arricchire parte del proprio uranio all’estero da paesi terzi interessati, in particolare dalla Russia, sono gli elementi che hanno decretato il successo dei colloqui di ieri a Ginevra tra le potenze occidentali e le autorità iraniane. «Oggi è solo l’inizio di un processo intenso, abbiamo concordato di intensificare il dialogo», ha detto l’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza della Ue Javier Solana, che ha condotto i colloqui a nome del gruppo 5+1 (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia più Germania) avendo al suo fianco, per la prima volta, un rappresentante ufficiale degli Usa, il sottosegretario agli affari politici William Burns. Una presenza che – ha rilevato Solana – «ha valorizzato il significato» dell’incontro di Ginevra, contribuendo a fare trovare con gli iraniani un percorso condiviso per riprendere il negoziato sul nucleare: un nuovo appuntamento è già previsto entro la fine di ottobre, probabilmente ad un rango più elevato, come chiesto oggi a New York dal ministro degli esteri iraniano Manuchehr Mottaki. Le diplomazie occidentali sono caute nel parlare di una svolta nel negoziato, ma dopo 15 mesi di punto morto il dialogo sul programma nucleare iraniano riparte su basi più vicine alle ri-
William Burns
chieste dell’Onu e della nuova amministrazione americana di Barack Obama che ha teso la mano a Teheran, ma ha saputo anche alzare la voce al momento opportuno, dopo la scoperta del nuovo impianto nucleare nascosto dagli iraniani. Dopo le tensioni della vigilia, le premesse per un esito positivo della tornata di colloqui ginevrini hanno cominciato a intravedersi fin dalla mattinata. Complici una giornata di sole rara per l’autunno svizzero e la splendida vista sul lago di Lemano della villa Le Saugy, a pochi chilometri da Ginevra, i colloqui si sono svolti da subito «in un’atmosfera cordiale e professionale», come ha riferito la portavoce di Solana, Cristina Gallach. Quindi la decisione di prolungare la discussione anche nel pomeriggio, dopo il pranzo, e la svolta arrivata con il bilaterale tra Burns e il capo negoziatore
degli iraniani, Said Jalili. Nonostante gli annunci ripetuti da parte iraniana che escludevano di trattare la questione del nucleare a Ginevra, i colloqui di oggi sono stati «focalizzati soprattutto sul nucleare». Ovviamente, Jalili ha riaffermato che Teheran «non rinuncerà in nessuna circostanza ai suoi legittimi diritti», chiarendo che «nessuno stato dovrebbe avere armi nucleari», mentre ogni Paese – Iran incluso – «dovrebbe avere accesso all’energia nucleare pacifica». Il gruppo 5+1 è stato «unito – nelle parole di Solana – a sottolineare l’importanza di una piena trasparenza e del ripristino della fiducia attraverso passi pratici». L’alto diplomatico ha indicato tre aree sulle quali sono attesi progressi nelle prossime settimane. La prima: la preparazione di un secondo meeting entro la fine di ottobre, che sarà focalizzato sulle questioni nucleari, «incluse le proposte precedentemente fatte da entrambe le parti». La seconda: la disponibilità dell’Iran «a cooperare pienamente ed immediatamente con l’Aiea» sul nuovo impianto nucleare di Qom, le cui porte saranno aperte agli esperti dell’Agenzia «tra due settimane» (intanto questo weekend il capo dell’Aiea, Mohamed ElBaradei, andrà a Teheran su invito delle autorità iraniane). La terza: l’arricchimento dell’uranio iraniano all’estero. «Abbiamo concordato in principio che uranio a basso arricchimento prodotto in Iran potrebbe essere trasportato in paesi terzi per la trasformazione in combustibile per il reattore di ricerca di Teheran, che produce isotopi per applicazioni mediche», ha riferito Solana.
ROMA –Ufficialmente insospettabile attrezzista del cinema, un lavoro che lo portava in giro per l'Italia. Perla polizia,invece, èuno deipresunti brigatisti sfuggito agli arresti che hanno segnato la fine delle nuove Br. Il suo lavoro solo una copertura. Massimo Papini, 34 anni, romano, è ritenuto a tutti gli effetti un militante delle nuove Brigate Rosse, smantellate con gli arresti di Nadia Desdemona Lioce e Mario Galesi. È stato fermato a Castellabate, in provincia di Salerno, dalla Digos di Roma e Bologna. Per lui una misura di custodia cautelare emessa dalla autorità giudiziaria romana con l'accusa di partecipazione a banda armata delle Brigate rosse per il Partito comunista combattente (Br-Pcc). E il nome di Papini, hanno spiegato gli investigatori della Digos, era già emerso nelle indagini che hanno scompaginato le Br-Pcc di Nadia Desdemona Lioce e di Mario Galesi, perchè legato a Diana Blefari Melazzi, arrestata dopo la Nadia Lioce scoperta del covo-deposito di via Montecuccoli. «Le indagini sul gruppo brigatista responsabile degli omicidi D’Antona e Biagi non si sono mai fermate» ha assicurato il prefetto, Carlo De Stefano, direttore della Polizia di Prevenzione, che ha coordinato le indagini che hanno portato all’arresto del presunto brigatista. «L'attività investigativa sul territorio nazionale –aggiunge De Stefano –non si è mai arrestata e non avrà tregua finchè non saranno rinvenute le armi utilizzate per i due delitti». A carico di Papini, è emerso nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Pietro Saviotti, responsabile del pool antiterrorismo, e dal sostituto procuratore Erminio Amelio, sono emersi vari elementi. Tra questi le comunicazioni con la brigatista, utilizzando schede telefoniche prepagate in materia “dedicata”, con chiamate dirette a un solo interlocutore, secondo le tipiche modalità brigatiste, e per i frequenti contatti con la scheda telefonica prepagata con la stessa Blefari nel periodo dell’inchiesta effettuata dalle Br-Pcc per conoscere le abitudini di Biagi.
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