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Brevi dal mondo

Micheletti vuole elezioni subito TEGUCIGALPA – Roberto Micheletti è disposto a lasciare il potere se gli sarà garantito che si voterà a novembre. Secondo il presidente di fatto dell’Honduras solo in questo modo «si può parlare di qualsiasi scenario, di qualsiasi soluzione, con un presidente eletto». In una intervista a Canal 5 Micheletti ha aggiunto che il 90% della popolazione non vuole il ritorno il Manuel Zelaya, il presidente deposto a fine giugno con un colpo di stato.

Immigrati respinti bufera a Berlino BERLINO – E' bufera in Germania dopo la rivelazione della televisione pubblica Ard che lo scorso anno quasi seimila clandestini sono stati respinti in Africa dall’Agenzia di frontiera dell’Ue, Frontex, mentre erano stremati e quasi morti di sete. Nella trasmissione «Report Mainz» della prima rete pubblica Ard, andata in onda ieri sera, è citato un rapporto delle organizzazioni umanitarie, in cui uno dei sopravvissuti ha descritto il respingimento. «Avevamo ancora tre giorni di viaggio davanti a noi, ma non hanno voluto darci acqua. Hanno minacciato di distruggere il nostro barcone, se non avessimo invertito la rotta». Il clandestino ha spiegato che lui e gli altri erano «quasi morti di sete e anche con cadaveri a bordo».

Napoli, investono anziana. Correvano per acquistare droga NAPOLI – Stava attraversando, sulle strisce pedonali. Ma loro dovevano comprare la dose di droga, andavano di fretta. E così, a bordo di una potente moto, hanno travolto in pieno un’anziana di 73 anni, riducendola in fin di vita. E' accaduto a Scampia, sabato scorso, nella più grande piazza di spaccio di droga d’Europa. Domenica sera i due centauri sono stati individuati. Lì dove ogni giorno ci sono tossicodipendenti in fila per acquistare droga, dove i clan hanno concentrato i loro affari per il traffico e lo spaccio.

Martedì 6 ottobre 2009

Assegnato a Elizabeth H. Blackburn, Carol W. Greider e Jack W. Szostak

Il Nobel premia il segreto della longevità I “telomeri” difendono dall’invecchiamento le cellule e ci salveranno anche dai tumori

Carol W. Greider

STOCCOLMA – Fino a ieri mattina erano la Cenerentola della biologia, ma adesso le strutture molecolari che difendono le cellule dall’invecchiamento, chiamate telomeri, possono godere della meritata attenzione: a tutto il mondo scientifico è ormai chiaro che potrebbe essere questa la strada per nuove cure contro tumori e malattie rare, oltre che per cure basate sulle cellule staminali. - UN NOBEL PER DUE DONNE: quello assegnato ieri a Elizabeth H. Blackburn, Carol W. Greider e Jack W. Szostak è anche il

primo Nobel scientifico assegnato contemporaneamente a due donne, l'una delle quali è stata l’insegnante dell’altra. Una notizia accolta con soddisfazione da un’altra delle pochissime scienziate premiate con il Nobel, Rita Levi Montalcini. Per lei, che il Nobel lo ha avuto nel 1986 e che da allora aveva visto premiate solo altre due donne, «è un segnale rilevante e di estrema importanza per l’universo femminile». - 'CAPPUCCI' ANTI-INVECCHIAMENTO: come «cappucci» molecolari, i te-

lomeri proteggono le estremità dei cromosomi, i bastoncelli nei quali è impacchettato il Dna. Anche i telomeri hanno un loro Dna, ma a differenza di quello contenuto nei cromosomi, si ripete numerose volte sempre uguale a se stesso e non controlla la produzione di nessuna proteina. Ogni volta che la cellula si divide, i telomeri diventano un pò più corti e questo processo continua finchè la cellula non entra in uno stato di senescenza, nel quale non riesce più a dividersi. Enrica Battifoglia

Aveva 82 anni. Era originario della Calabria. Cordoglio da tutto il mondo politico

È morto Gino Giugni Socialista e riformista è stato il “padre” dello Statuto dei lavoratori ROMA – Gino Giugni, cuore socialista e riformista, è morto a 82 anni a Roma dopo una lunga malattia. Per la scomparsa di Giugni, considerato il padre dello Statuto dei Lavoratori, l’intero arco politico ha espresso il suo cordoglio. Il presidente, Giorgio Napolitano, ne ha ricordato la figura ripercorrendo i due fatti più rilevanti della vita politica del giuslavorista e della sua «dedizione» allo stato democratico: «È stato uno studioso di altissimo livello, – ha detto Napolitano – riconosciuto ispiratore di una moderna scuola di diritto del lavoro, e allo stesso tempo è stato, ancor prima di approdare in Parlamento e al governo, promotore

di una legislazione sociale avanzata culminata nello Statuto dei diritti dei lavoratori». Il Presidente ha ricordato anche, parlando dell’agguato delle Br, nell’83, che Giugni «pagò il suo impegno democratico con la vile aggressione del terrorismo brigatista che colpì gravemente il suo fisico». Giugni – riporta la biografia – era nato a Genova il primo agosto del '27 da genitori calabresi originari di Aieta in provincia di Cosenza. Professore di diritto del lavoro all’università di Roma, è stato presidente del Psi ed è appunto considerato il padre dello 'Statuto dei diritti dei lavoratori' del 1970.Dottore honoriscausa alleUniversità di Buenos Airese di Nanterre,

ha insegnato a Parigi e Los Angeles, ed è stato presidente dell’Accademia europea di diritto del lavoro. Collaboratore negli anni '60 del ministro del Lavoro Giacomo Brodolini, negli anni '80 Giugni ha presieduto le commissioni ministeriali per la riforma delle liquidazioni e sul costo del lavoro. Nel marzo del 1983 è stato gambizzato a Roma dalle Brigate Rosse. Eletto senatore nelle politiche dell’83, Giugni è diventato presidente della commissione Lavoro di Palazzo Madama. Dall’aprile 93 al maggio 94 ha ricoperto la carica di ministro del Lavoro e della sicurezza sociale del governo Ciampi. Negli ultimi anni è stato presidente della Commissione di

Garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali. Tra le manifestazioni di cordoglio arrivate, oltre a quelle politiche, quella del presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che ha di Gino Giugni un «ricordo affettuoso e di riconoscenza per aver fatto tutto ciò che ha fatto per il nostro Paese». Un ricordo è arrivato anche dai leader sindacali: «Giugni – dice il leader della Cgil, Guglielmo Epifani – è stato un grande protagonista della riforma del diritto del lavoro e della legislazione sociale, un vero riformatore, un intellettuale di altissimo profilo». Daniela Navi

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2 In Italia e nel Mondo


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