Brevi dal mondo
Fisica, i Nobel ai maghi della luce ROMA – Il Nobel per la fisica 2009 è andato ai papà dei sensori per le videocamere e fotocamere digitali. Willard Boyle (canadese) e George Smith (statunitense) lavoravano alla At&T quando svilupparono un semiconduttore capace di replicare un’immagine. Charles Kao, pioniere nell’uso delle fibre ottiche per le telecomunicazioni, è il terzo vincitore. Kao, nato a Shanghai, ha vissuto tra Hong Kong e Londra.
Iraq, autobomba fa sedici morti BAGHDAD – Un’autobomba ha fatto almeno sedici morti ad Amiriyeh, a sudest di Fallujah. Lo riferiscono fonti mediche. L’esplosione è avvenuta nei pressi di una moschea sunnita. I feriti sono più di una trentina.
India, decapitato un poliziotto NEW DELHI – I maoisti indiani hanno decapitato un poliziotto che avevano rapito una settimana fa per ottenere il rilascio di tre dei loro leader. È quanto riferisce la stampa indiana. Dopo il rifiuto del governo di New Delhi di accettare le loro richieste, i ribelli naxaliti hanno decapitato l’ispettore 37enne Francis Induwar e hanno fatto ritrovare il corpo a 12 chilometri dalla stazione di polizia di Raisha Ghati.
Falso in bilancio condannato Fiorani a 3 anni LODI–Condannato Gianpiero Fiorani, l’ex amministratoredelegato diBpiaccusato di falso in bilancio: tre anni e mezzo di carcere è stato il verdetto del Tribunale di Lodi, che ha invece assolto con formula piena altri tre manager della banca finiti con lui sotto processo. La sentenza, la prima per Fiorani al termine di un dibattimento, è arrivata nel pomeriggio di ieri dopo un paio d’ore di camera di consiglio. Il collegio, presieduto da Adriana Garramone, ha inflitto all’ex banchiere il doppio della pena chiesta dalla Procura.
Mercoledì 7 ottobre 2009
Bertolaso: «Non c’è ormai nessuna speranza». Trascorsi 5 giorni dall’alluvione
Messina, ancora dieci persone sotto il fango Alla fine i morti saranno 35 140 i dispersi 700 gli sfollati
Soccorritori ancora al lavoro
MESSINA – Ci sono Ilaria, Francesco e Lorenzo, bambini ai quali l’alluvione e l’incuria dell’uomo hanno negato il futuro; c'è Santi, il macellaio che vendeva la carne a tutto il paese e c'è Ketty, trascinata via dal mare di fango lungo la statale 114, fino a dove nessuno lo sa. Per la burocrazia sono i dispersi dell’alluvione che il 1 ottobre ha devastato i villaggi a sud di Messina, dieci in tutto dice la contabilità: ma per tutto il resto d’Italia sono altre vittime che si aggiungono alle 25 del bilancio ufficiale. «Non c'è nessuna speranza
che vengano trovati in vita», ammette amaramente il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso. A cinque giorni dall’inferno che si è abbattuto su questo pezzo di Sicilia, si comincia dunque ad avere un quadro chiaro della portata del disastro: alla fine saranno 35 i morti, ai quali si devono aggiungere più di 140 feriti, di cui trenta ancora in ospedale, oltre 700 sfollati, quattro villaggie uncomune – Briga Superiore, Giampilieri Superiore, Molino, Altolia e Scaletta Zanclea – distrutti per sempre. Potrebbero inoltre esserci altre vitti-
me, morti che nessuno rivendica, anche se al momento questa resta soltanto un’ipotesi. «Si parla di alcuni alcuni extracomunitari che potrebbero essere stati coinvolti dalla tragedia – dice Bertolaso – ma mancano completamente informazioni al riguardo». Dunque dieci dispersi. Ma chi sono? Dove si trovavano quando è arrivato l’appuntamento con la morte? Nella lista stilata dall’unità di crisi ci sono 14 nomi, perchè quattro sono i cadaveri all’obitorio non ancora identificati. Matteo Guidelli
Il Pd: «Attenzione, così si costringeranno molte donne a restare chiuse in casa»
Lega, proposta norma antiburqa Cota assicura: «Non siamo razzisti, ma la legge è uguale per tutti» ROMA – Dopo le gabbie salariali, il dialetto a scuola e le bandiere regionali in Costituzione, la Lega apre un nuovo fronte di battaglia e deposita alla Camera una proposta di legge anti-burqa. Il testo, sottoscritto da tutto il gruppo parlamentare e di soli due articoli, chiede di modificare la legge del 1975 su «ordine pubblico e l’identificabilità della persona» che vieta l’uso di caschi o indumenti che rendano difficile il riconoscimento aggiungendo la dizione
«inclusi gli indumenti indossati in ragione della propria affiliazione religiosa». Leggi: il burqa. La proposta lascia per il resto invariata la legge del '75 prevedendo sanzioni dure come il carcere da uno a due anni e multe da mille a duemila euro. «Non siamo razzisti –dice in merito il capogruppo del Carroccio Roberto Cota – non abbiamo niente contro i musulmani, ma la legge deve essere uguale per tutti». La proposta che il Carroccio auspica sia approvata in
«tempi strettissimi» va così a sommarsi a quella presentata a maggio e incardinata due giorni fa dalla commissione Affari Costituzionali di Montecitorio e a prima firma dell’ex presidente della comunità marocchina e deputata del Pdl Suad Sbai (che è anche relatrice del provvedimento) e del suo collega Manlio Contento che propone esplicitamente il divieto di indossare il burqa e il niqab (il velo che lascia scoperti solo gli occhi). Per l’opposizione, Pd in
testa, si tratta, però, di una ipotesi incostituzionale e che rischia di condannare molte donne di religione musulmana alla segregazione in casa. «E' una norma incostituzionale – attacca la capogruppo del Pd in commissione Giustizia, Donatella Ferranti – che lede la libertà religiosa. Ma come può una legge parlare di affiliazione religiosa? Le suore sarebbero affiliate? Ma stiamo scherzando?». Lo stesso rilievo che solleva il presidente dell’associazione degli intellettuali mu-
sulmani. Insomma, messa così, la norma «rischia di essere incostituzionale», riassume il presidente dei deputati dell’Idv, Massimo Donadi. Ma non manca chi, specie tra le donne anche nell’opposizione, evidenzia che il problema esiste. «E' da tempo immemore – dice la radicale Emma Bonino – che sostengo che indossare il burqa o il niqab integrale in pubblico viola le leggi dello Stato e il concetto della piena assunzione della libertà individuale». Alessandra Chini
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