Lunedì 2 novembre 2009
Brevi dal mondo
Regioni in ritardo, solo Emilia Romagna e Lombardia sono in linea
Iran, minacce agli studenti
Influenza: è psicosi, intasati i Pronto soccorso
TEHERAN – Mentre i giovani iraniani si preparano a scendere di nuovo in piazza mercoledì contro il presidente Mahmoud Ahmadinejad, il regime ha fatto sapere che non permetterà alcuna manifestazione e che la polizia è già pronta a intervenire per sedare le proteste «illegali». Da settimane girano sui blog dell’opposizione alcuni volantini che invitano a scendere in piazza il 4 novembre, giorno del 30° anniversario dell’assalto all’ambasciata americana di Teheran, uno degli eventi più significativi della rivoluzione islamica del 1979. Un appello a manifestare è stato rivolto anche dal leader riformista, Mir Hussein Moussavi, che sul suo sito 'kaleme.com' ha avvertito che continuerà a lottare per un cambiamento politico in Iran dopo le contestate elezioni del giugno scorso vinte tra le polemiche da Ahmadinejad.
ROMA–E' già psicosi, come si temeva, per l'influenza A che continua a causare casi gravi e ricoveri. I pediatri della società italiana di pediatria hanno registrato nell’ultima settimana un aumento del ricorso al pronto soccorso dell’80% per i bambini. Corse, per fortuna, quasi sempre inutili. Il timore rischia inevitabilmente di crescere dopo la morte della bambina a Napoli, dodicesima vittima in Italia, prima fra i bambini nel nostro paese. E ora i pediatri invitano ad immunizzare subito i piccoli, rinvigorendo così le preoccupazioni sui ritardi in alcune regioni del vaccino. Ma, ha spiegato il ministero del Welfare, alla data del 30 ottobre
Canarie, 2 morti per una frana MADRID – Almeno due persone sono morte in Spagna per una frana che si è abbattuta sulla spiaggia di Los Gigantes, sull'isola di Tenerife. Lo ha riferito la radio nazionale spagnola. Decine di soccorritori sono arrivati sul posto per cercare di recuperare altre persone che potrebbero essere intrappolate sotto i detriti.
D’Alema, Frattini ribadisce l’ok ABU DHABI – Il governo italiano sosterrà in ogni caso una candidatura italiana per la carica di ministro degli Esteri dell’Unione Europea. Lo ha ribadito il capo della Farnesina, Franco Frattini, rispondendo ai giornalisti su come si concilierebbe la candidatura dell’ex premier ed ex ministro degli Esteri, Massimo D’Alema con la carica di vicepresidente della Commissione Europea oggi ricoperta da Antonio Tajani. «Si tratta di vedere quale sia l’interesse nazionale prevalente. Se per un incarico di così alto prestigio fosse indicato un italiano -il presidente Silvio Berlusconi lo ha già detto e io confermo - noi sosterremmo quella candidatura», ha sottolineato Frattini, nel secodo giorno della sua visita ad Abu Dhabi.
scorso, tutte le Regioni sono state in grado di iniziare l'offerta vaccinale. Una terza quota di vaccino sarà distribuita nei prossimi giorni e complessivamente, con queste prime tre consegne, alle Regioni sono distribuite più di 2 milioni di dosi di vaccino, ripartite proporzionalmente alla popolazione residente di ciascuna. Ma dalle regioni le notizie sono meno rassicuranti, almeno per quello che riguarda la tempistica. A parte l’Emilia Romagna che ha cominciato per prima, solo la Lombardia ha annunciato la vaccinazione da oggi della popolazione a rischio, quella inserita nell’elenco del ministero. In attesa di vaccinare i propri figli, Gianni Bona, vice presi-
dente della Società Italiana di Pediatria (Sip), «se si sono verificati molti casi di influenza a scuola si può anche evitare di mandare i propri figli negli istituti». Secondo il pediatra, «è importante che tutte le regioni avviino il prima possibile le vaccinazioni per i bambini con più di sei mesi a cominciare da quelli che hanno patologie a rischio». COSA FARE. Nel caso in cui una madre sospetti che il figlio abbia contratto l’influenza A, invece, «meglio consultare il pediatra – ha sottolineato Bona – piuttosto che andare al pronto soccorso rischiando di fare lunghe e inutili code per farsi prescrivere un antifebbrile». Gli antivirali, invece, «devono esse-
Una dose di vaccino anti H1N1
re prescritti e somministrati solo in determinati casi». I sintomi più frequenti sono sempre febbre alta, dolori diffusi, mal di testa, nausea e, nel caso di bambini più piccoli, diarrea. Daniela navi
Follini: «Non mi sento meno centrista di lui, eppure resto». Letta più morbido
Pd in rivolta contro Rutelli Bindi: «Non gli lasceremo rappresentare il mondo cattolico» ROMA – Il giorno dopo l’addio di Rutelli, il Pd fa quadrato intorno al suo segretario Pier Luigi Bersani, forte dell’investitura popolare delle primarie e dell’appoggio di cattolici del calibro di Enrico Letta, Marco Follini, Franco Marini, Rosy Bindi. Bersani ha respinto anche ieri l’accusa rutelliana che il Pd «non è mai nato» e, come ieri a Piacenza, rivendica la novità di una partito nuovo, riformista, di governo, che si rivolge ai ceti produttivi, al mondo del lavoro e rifugge da posizioni estremistiche e ideologiche. Al momento, quindi, l’addio dell’ex leader della Margherita non sembra aver provocato scissioni o rotture verticali in un partito nato dalla fusione di popolari e diessini. Se si esclude la fuoriuscita probabile di sette-otto tra deputati e senatori,ilresto dellapattugliacattolica rimane e replica con irritazione alle prese di posizione di Rutelli. «Non si illuda, non gli lasceremo rappresentare i moderati, i ceti produttivi e il mondo cattolico». Così Rosy Bindi, al programma 'In mezz'ora' di Lucia Annunziata sfoga il suo risentimento verso Rutelli e confessa di essere «un pò arrabbiata», soprattutto per la definizione del Pd come «un ceppo del Pds con molti indipendenti di centrosinistra». «Definire così persone come la sottoscritta ed Enrico Letta che alle precedenti primarie ci hanno messo anche la faccia, persone come Marco Follini, Franco Marini e tutti i popolari che gli hanno consentito di fare un grande partito come la Margherita, è ingiusto», dice con disappunto la vicepresi-
dente della Camera che accusa Rutelli di incoerenza: «adesso invoca una svolta liberaldemocratica, quasi di stampo laicista, proprio lui che ci ha portato dentro i teodem!». Secondo l’esponente cattolica, che appoggia Bersani e invoca «una grande unità» interna, l’idea di Rutelli di dare vita ad un nuovo movimento centrista è dovuta «più a esigenze di posizionamento personale che a esigenze dettate dalla situazione nel Paese». Più amareggiato il commento di Enrico Letta: «Sono allibito, parla come Gasparri sulle primarie. Non trovo serio che si picconi così il Pd». Letta, comunque, in un’intervista al Corsera, si augura che in futuro si possa creare «una competizione vir-
tuosa» con Rutelli e Casini per «prendere i voti degli elettori di buon senso che hanno votato Pdl». Pesa anche il rifiuto di Follini di seguire Rutelli. «Non mi sento meno centrista di lui eppure resto», dice in un’intervista alla Repubblica l’ex segretario dell’Udc il quale trova giusto «dare tempo alla nuova leadership di esprimersi» e non crede a «un inesorabile esito socialista del Pd». «Sono più interessato a costruire un ponte tra moderati e riformisti che attraversarlo», chiosa Follini che avverte i fautori di un nuovo centro che arrivi al 14% di consensi: «gli elettori non sono soldatini che si muovono al comando dei generali del ceto politico». Corrado Sessa
Francesco Rutelli è “scappato” dal Pd verso Casini
Berlusconi, ammalato, cerca di mediare. Giovedì un vertice di maggioranza
Regionali, candidature complicate per il Pdl ROMA – Sarà una settimana intensa per la maggioranza alle prese con la definizione delle candidature per le regionali di marzo e con le inevitabili ripercussioni sulla squadra di governo. Un complicato gioco di incastri al quale Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini e Umberto Bossi cercheranno di dare soluzione con un apposito incontro. Un vertice di maggioranza insomma che, pur se non ancora fissato ufficialmente, dovrebbe tenersi all’inizio della prossima settimana. E in ogni caso prima di giovedì, giorno in cui si riunirà l’Ufficio di Presidenza del Pdl per formalizzare le candidature. Dalla sua villa di Arcore, dove è ancora convalescente per i postumi della
scarlattina, il Cavaliere ha continuato a tenere i contatti per riempire le ultime caselle dell’intricato puzzle. All’appello, infatti, mancano i pezzi più difficoltosi: a cominciare dalle rivendicazioni della Lega, che chiede due importanti regioni al Nord, e dalla scelta del candidato in Campania, dove il nome di Nicola Cosentino continua a creare malumori nel Pdl. La partita con il Carroccio è ancora aperta. «Abbiamo il Veneto ed è sicuro. Poi per il resto vedremo», ha detto sabato sera Umberto Bossi, confermando implicitamente che la trattativa prosegue. Negoziato complicato dal fatto che nel Pdl si è fatta strada la convinzione che se dovesse ottenere anche il Piemonte, il Carroc-
cio dovrebbe quantomeno rinunciare al dicastero dell’Agricoltura, attualmente occupato proprio dal candidato leghista in Veneto, Luca Zaia. Se al contrario Bossi preferisse tenersi il ministero, la Lega dovrebbe 'accontentarsi' dell’Emilia-Romagna. Considerazioni che vedrebbero pienamente d’accordo il presidente della Camera deciso a spalleggiare il Cavaliere nel braccio di ferro con il Senatur. Intanto il ministro Roberto Calderoli rilancia un «patto poteri dello Stato che consenta di avviare una legislatura costituente». Segno che il Carroccio continua a ritenere le riforme indispensabili. Federico Garimberti
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