Brevi dal mondo
Paraguay, voci di golpe ASUNCION – Dopo l’Honduras, la tentazione di un golpe civile-militare serpeggia anche in un altro paese dell’America Latina: in Paraguay, il presidente Fernando Lugo ha decapitato le forze armate, mentre da giorni si rincorrono voci di un possibile colpo di Stato contro l’ex 'vescovo rosso', che in queste ore affronta d’altra parte una terza denuncia di paternità. Di fronte ai costanti 'rumors' di golpe, Lugo ha tagliato corto facendo due mosse: lo scorso mercoledì ha rimosso i tre più alti comandanti militari, sostituendo così i responsabili di esercito, marina e aviazione. ieri, ha affondato ancora di più il bisturi, allontanando dal potere il capo delle forze armate, contrammiraglio Ciber Benitez.
Nozze gay, “sì” di Socrates LISBONA – Dopo la Spagna di Josè Luis Zapatero, anche il Portogallo di Josè Socrates dovrebbe entrare presto nell’elenco ancora ristretto dei paesi che riconoscono i matrimoni gay. Il capo del governo socialista di Lisbona ha annunciato in parlamento che intende mantenere la promessa formulata durante la campagna elettorale per le politiche del 27 settembre: dare statuto legale ai unioni fra omosessuali. Il Portogallo è uno dei paesi più tradizionali e cattolici d’Europa.
Sabato 7 novembre 2009
Segnali più forti di un’attività economica che vuole risalire la china
Ocse: «Il Belpaese guida la ripresa» Tremonti: «Il tempo è stato galantuomo ma ora dobbiamo insistere»
Giulio Tremonti
ROMA – Dopo la più lunga e pesante recessione dal dopoguerra, le principali economie industrializzate si preparano al rimbalzo. E dall’Italia - secondo l’Ocse – arrivano i segnali più forti di un’attività economica che vuole risalire la china. Per il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, dopo anni di declino «il tempo è stato galantuomo: dobbiamo insistere». Mentre dall’agenzia di rating Moody's arrivano segnali in chiaroscuro sul bilancio italiano (è «stabile ma fragile»), il 'Composite Leading Indicator' di settembre calcolato
dall’Ocse «punta fortemente alla crescita in Italia, Francia, Gran Bretagna e Cina», si legge in una nota dell’organizzazione parigina. Segnali meno decisi di espansione arrivano da Canada e Germania, mentre «la ripresa è chiaramente visibile negli Stati Uniti, in Giappone, e negli altri paesi dell’Ocse». A settembre il superindice ha segnato nei 30 paesi membri un rialzo di 1,3 punti su agosto, e di 3,4 punti rispetto a settembre 2008, salendo a 100,6 e riguadagnando i 100 punti che delimitano l’espansione.
Murdoch con “Cielo” sbarca sul digitale terrestre ROMA – Rupert Murdoch sbarca nel 'cielo' del digitale terrestre. Si chiama proprio 'Cielo' il nuovo canale in chiaro che dal primo dicembre andrà ad arricchire l’offerta gratuita del Dtt e che News Corporation realizzerà affittando una delle frequenze di Rete A, tv del Gruppo L’Espresso. Dopo la 'digital key', che sempre da dicembre consentirà agli abbonati all’alta definizione di vedere la programmazione gratuita del digitale terrestre, Murdoch scommette dunque su una piattaforma alternativa al satellite e de-
stinata a diffondersi sempre più in Italia con i progressivi switch off: il 16 novembre tocca a Roma, il 30% della popolazione sarà 'all digital' entro il 2009, il 70% entro il 2010. Cielo – traduzione italiana di Sky – proporrà un palinsesto generalista, con l’80% di prodotti inediti per la tv in chiaro: ci saranno diverse edizioni giornaliere di Sky Tg24 (in simul cast con il satellite), quiz, film, reality show, serial di acquisto (come Life on Mars) e produzioni italiane (come Donne assassine).
Nuova minaccia da parte di cellule islamiste nel nostro Paese
Maroni: «Al Qaida in Italia» Per il ministro si tratterebbe di una specie di «franchising del terrore» ROMA – Le cellule del terrorismo islamico presenti sul territorio nazionale hanno cambiato obiettivo: non guardano più solo all’estero, ma si addestrano per compiere attentati in Italia. È l'allarme del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, secondo cui «il quadro è cambiato». Uno scenario nuovo, dunque, sul quale il Copasir ha chiesto un’informativa urgente a Gianni De Gennaro, capo del Dis, mentre il Pd chiede al responsabile del Viminale di riferire in Parlamento e rilancia sulla carenza dei fondi per la sicurezza. «C'è un’evoluzione che mi preoccupa molto», ha affermato Maroni, in un incontro a tutto campo presso l’As-
sociazione della Stampa estera a Roma. «Il kamikaze che si è fatto esplodere a Milano segna una svolta». Finora, infatti, «in Italia le cellule raccoglievano fondi e facevano reclutamento per azioni da compiere all’estero. Ora il quadro è cambiato e pensiamo che ci possano essere cellule che si formano, si finanziano e si addestrano per fare attentati in Italia». Secondo gli investigatori il primo sentore di questo cambiamento è da far risalire all’operazione che nel 2007 portò all’arresto dell’imam di Ponte Felcino, vicino Perugia. Mostapha El Korchi, secondo quanto
emerse, oltre a fare proselitismo, addestrava all’uso di elementi chimici per la fabbricazione di ordigni 'fai da te'. Il responsabile del Viminale ha, dunque, spiegato che «non siamo ancora ai terroristi 'home grown' come in Spagna e Gran Bretagna», cioè non ci sono terroristi islamici «italiani», «ma ci siamo molto vicini». Il ministro ha infatti ricordato che se ci fosse stata la legge sulla cittadinanza, che vorrebbe ridurre i termini per ottenerla, «il kamikaze di Milano sarebbe stato un cittadino italiano. E questa è una svolta significativa che stiamo seguendo con grande attenzione». Maroni ha quindi parlato di cellule «in parte
collegate e in parte autonome, anche se ormai si è sviluppato un 'franchising' del terrorismo con il marchio e il know how di Al Qaida. Non c'è Al Qaida in Italia, ma ci sono cellule che vi fanno riferimento, che in qualche modo hanno ottenuto l’autorizzazione di Al Qaida. È un fenomeno che stiamo indagando». Sulle dichiarazioni del ministro Maroni riguardo alla «nuova minaccia che emergerebbe da attività di cellule islamiste in Italia», il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha chiesto una «informativa scritta urgente» al direttore del Dis, il prefetto De Gennaro. Daniela Navi
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