Brevi dal mondo
Martedì 2 marzo 2010
Trattativa difficile in Mali per l’italiano e la moglie rapiti dal Al Qaida
Missione Ue per Napolitano
Cicala, ultimatum scaduto: ore d’angoscia
BRUXELLES – Da oggi a giovedì Giorgio Napolitano visiterà a Bruxelles la sede della Nato e i vertici delle principali istituzioni dell’Unione Europea: mercoledì il presidente della Commissione Europea Manuel Barroso e i membri della Commissione e, in separata sede, il presidente del consiglio europeo Van Rompuy; giovedì il presidente del Parlamento Europeo Jerzy Buzek e i componenti italiani del Parlamento europeo. Il presidente è giunto ieri sera nella capitale belga e questa mattina farà la visita protocollare al re e alla regina.
ROMA – Ore di angoscia per la sorte di Sergio Cicala (65 anni) e di sua moglie Philomene Kabourè (39 anni), rapiti lo scorso 18 dicembre in Mauritania, al confine con il Mali, dai militanti di Al Qaida per il Maghreb islamico (Aqmi): è scaduto in nottata infatti l’ultimatum che i sequestratori avevano lanciato al governo italiano per la loro liberazione, ma un negoziatore maliano – che ha preferito mantenere l’anonimato - ha riferito che i due, «per il momento, non saranno uccisi». «Abbiamo avuto delle garanzie sul fatto che allo scadere dell’ultimatum la loro vita non sarà in pericolo», ha spiegato la fonte all’agenzia francese France Presse. Ma, ha aggiunto,
Rifiuti campani Berlino indaga BERLINO – La magistratura tedesca sta indagando sul traffico di rifiuti campani fatti arrivare in treno nelle discariche della Sassonia e della SassoniaAnhalt durante l'emergenza di Napoli. Lo rivela nel suo nuovo numero il settimanale 'Der Spiegel' sotto il titolo «Le immondizie della Camorra», spiegando che «oltre 100mila tonnellate di rifiuti sono arrivate illegalmente in Germania, salvando dal fallimento una discarica troppo grande della Sassonia».
Nucleare, l’Iran «Collaboreremo» TEHERAN – L'Iran è pronto a riprendere la collaborazione con L’Aiea. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri Manouchehr Mottaki in una conferenza stampa a Ginevra. «Collaboriamo in pieno e continueremo a farlo», ha detto Mottaki. «Abbiamo sempre accolto di buon grado e incoraggiato i negoziati», ha aggiunto il ministro.
Gul: «Golpisti sotto controllo» ANKARA – Il presidente turco, Abdullah Gul, si è detto certo che il suo Paese saprà superare «completamente» la crisi provocata dagli arresti di alti ufficiali delle forze armate per il tentato golpe del 2003. «Se ci sono persone che hanno commesso errori nelle nostre istituzioni, vanno epurate», ha affermato Gul sottolineando che l'obiettivo deve essere l’avvicinamento all’Europa.
«siamo preoccupati per la loro sorte perchè i sequestratori rischiano di non avere ciò che chiedono». La settimana scorsa Pierre Camatte, l’ostaggio francese trattenuto per quasi tre mesi dallo stesso gruppo islamico, è stato rilasciato a seguito della liberazione da parte delle autorità malianedi quattroaffiliati all’organizzazione terrorista. Ma la richiesta dell’Aqmi per la liberazione degli altri ostaggi (i due italiani e tre cooperanti spagnoli) comprendono anche la scarcerazione di un numero imprecisato di «combattenti» ora detenuti inMauritania. Paese,quest’ultimo, tutt'altro che disposto a trattare con i terroristi, come ha fatto invece il Mali. Da qui evidentemente le «preoc-
cupazioni» espresse dal negoziatore maliano e la convinzione che i sequestratori stavolta non riusciranno ad ottenere quello che cercano. Cicala e la moglie erano stati rapiti poco prima di Natale in Mauritania mentre a bordo di un fuoristrada viaggiavano verso il Burkina Faso, paese d’origine della donna. Il 28 dicembre comparve la loro prima foto diffusa dai terroristi che li tengono prigionieri. Domenica invece il Site, il centro di intelligence basato negli Usa che monitora i siti qaedisti, ha scovato il messaggio audio in cui Cicala si è appellato direttamente al premier Silvio Berlusconi, implorando il governo italiano a fare «concessioni» per salvare la sua vita e quella di sua
Berlusconi, su di lui le speranze di Cicala
moglie. Sottotraccia, diplomazia e servizi italiani sono al lavoro da mesi per arrivare alla liberazione dei due, ma la Farnesina continua a mantenere la linea della riservatezza, come già in simili occasioni precedenti. Daniela Navi
A Roma il corteo aperto da una delegazione di Rosarno. Consenso bipartisan
L’onda gialla attraversa l’Italia Sciopero degli immigrati in tutto il Paese. Tutti con il colore della protesta ROMA – Non solo immigrati ma tanti italiani nell’'onda gialla' che ieri ha attraversato il paese per difendere i diritti dei migranti nel primo sciopero 'made in Italy' della categoria. Decine e decine di migliaia hanno partecipato pacificamente alle manifestazioni e ai cortei che si sono svolti in oltre 60 piazze, tutti con addosso qualcosa di giallo, il colore della protesta: un braccialetto, un nastrino, un fazzoletto. L’iniziativa nata sul web per iniziativa del Comitato 'Primo marzo 2010', sul modello francese, ha ricevuto un consenso bipartisan. Unica voce fuori dal coro, quella della Lega nord. Tante le adesioni alla '24 ore senza di noi', voluta per riaffermare il ruolo degli immigrati nell’economia nazionale: da Amnesty all’Arci, da Legambiente alle Acli, a Emergency. E poi i partiti, il Pd, l’Idv, il Pdci, Rifondazione comunista. L’astensione dal lavoro dei migranti non è stata solo simbolica ma ha interessato anche i regolari. C'è chi ha direttamente informato il datore di lavoro dell’adesione allo sciopero. Uno striscione giallo con la scritta «Migrare non è reato» ha aperto il corteo a Milano, due mila partecipanti. Ventimila al corteo a Napoli (dove è stato aggredito l’assessore comunale Giulio Ricci da «frange estremiste di disoccupati» ha denunciato il sindaco) che si è concluso a Piazza Plebiscito con musica e rappresentazioni teatrali. Diecimila in piazza a Brescia per iniziativa della Fiom-Cgil. Alla sede
Inps di Roma, una cinquantina di immigrati ha protestato per il riconoscimento dei contributi previdenziali di cui non godono se lasciano il paese. Nella capitale, il corteo (vi ha partecipato anche Dario Franceschini, capogruppo Pd alla Camera) è stato aperto da una delegazione di stranieri di Rosarno, con uno striscione «Troppa intolleranza, nessun diritto». Un migliaio i manifestanti a Bari con manifesti «Sono una persona, non un documento». Riconoscimento al lavoro degli immigrati è giunto dalla Coldiretti: «sono determinanti, senza di loro non sarebbe possibile la produzione di numerose eccellenze del Made in Italy alimentare», dalla rac-
colta delle mele della Val di Non alla mungitura delle mucche per il Parmigiano Reggiano, dalla vendemmia dei vini Doc alla cura dei greggi per il pecorino romano. Lo sciopero è stato giudicato interessante da esponenti del Pdl. «Può rappresentare – ha detto Fabio Granata, vicepresidente dell’Antimafia – uno stimolo positivo di riflessione per la classe politica italiana sul valore positivo ed economicamente straordinario della presenza dei migranti regolari in Italia». Anche se lo sciopero non è strumento gradito, per il sottosegretario Adolfo Urso, «vanno ascoltate le ragioni dei cittadini immigrati che rispettano la legge». Agnese Malatesta
Lo sciopero a Milano, nel “cuore” della Lega Nord
La ragazza, 13 anni, ora è incinta. Arrestai dai carabinieri i due orchi
Bari, nonno e zio abusano della nipotina BARI – I mostri erano loro, le persone più care: il nonno e lo zio. Loro avrebbero violentato, aggredito e minacciato la loro nipotina di 13 anni che ora è incinta. A scoprire tutto, la direttrice dell’istituto di accoglienza per minorenni, nel foggiano, dove la ragazzina vive dal 2006, su disposizione del tribunale di Bari per i minorenni. Nei primi giorni di febbraio la ragazzina ha cominciato ad accusare malori e la direttrice, preoccupata, ha chiamato i medici che hanno sottoposto la tredicenne ad accertamenti, scoprendo così che era incinta. Quando la direttrice ha chiesto spiegazioni, è emersa una storia terribile di abusi e di violenze.
Nonno e zio – sono tra loro padre e figlio – di 62 e di 38 anni, sono stati arrestati dai carabinieri per violenza sessuale aggravata, corruzione di minorenni e violenza privata. La triste vicenda appartiene ad uno dei piccoli Comuni dell’alto foggiano: qui vivono i nonni della ragazzina alla quale veniva concesso di trascorrere con loro qualche week-end e le feste di natale. Giorni che dovevano essere spensierati ma che presto, dall’inizio del mese di novembre dello scorso anno, si sono trasformati in un incubo, per culminare in episodi di violenza avvenuti tra la fine di dicembre e i primi di gennaio, durante le feste natalizie. Il nonno si faceva accompagnare
dalla nipote e, con la scusa di andare a fare la spesa o di andare a fare benzina, la portava in luoghi isolati e in auto o in aperta campagna, abusava di lei. La ragazzina si disperava e il nonno la minacciava: avrebbe usato la cinghia se avesse parlato con qualcuno di quello che accadeva. Poi, quando tutto era finito, le dava cinque euro. Quando la direttrice dell’istituto ha capito che la tredicenne era vittima delle 'attenzioni' del nonno, ha accompagnato la ragazzina in Procura e sono cominciate le indagini, durante le quali gli investigatori sono stati aiutati da psicologi. E' emerso così che il nonno non era il solo ad abusare della nipotina. Luisa Amenduni
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