Brevi dal mondo
Le truppe italiane restano a Herat CORDOBA – L'Italia non sposterà le sue truppe dalla regione di Herat, nell’ovest dell’Afghanistan, dove da anni esercita il comando militare e civile. Ad assicurarlo, prima di lasciare Cordoba, dove ha partecipato al consiglio informale esteri della Ue, è il ministro degli Esteri Franco Frattini, che replica così al generale americano Stanley McChrystal. In un’intervista al Corsera, il comandante delle forze della coalizione a Kabul ha auspicato che tutte le nazioni impegnate in Afghanistan siano abbastanza «flessibili».
Cile, le vittime accertate sono 452 SANTIAGO – Il governo cileno ha rivisto al ribasso il bilancio delle vittime del sisma che passa a 452 morti dagli 800 indicati il 27 febbraio. Secondo quanto riportato il ministero dell’Interno infatti 271 persone considerate disperse sarebbero state contate due volte. Intanto il governo ha indetto tre giorni di lutto nazionale a partire da oggi invitando i cileni ad appendere le bandiere fuori dalle case.
Obama ridurrà le testate nucleari WASHINGTON – Aveva promesso una «spettacolare riduzione» dell’arsenale atomico americano. Ieri il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha dato seguito alla sua promessa annunciando che l’America ridurrà sia il numero sia il ruolo delle sue testate nucleari, cogliendo l’occasione offerta dal 40esimo anniversario del Trattato di Non-proliferazione nucleare.
Domenica 7 marzo 2010
Secondo l’omicida di Tommy in carcere l’ivoriano ha confessato il delitto
Meredith, Guede smentisce Alessi PERUGIA – «Non ho mai parlato con lui del mio processo»: Rudy Guede ha smentito «nella maniera più assoluta» le confidenze sull'omicidio di Meredith Kercher che Mario Alessi ha sostenuto di avere appreso in carcere. Secondo il muratore condannato all’ergastolo per l’omicidio di Tommaso Onofri, l’ivoriano gli disse invece che la studentessa venne uccisa da un suo amico dopo un tentativo di violenza sessuale al quale la giovane cercò di resistere, perchè «sennò questa... ci fa marcire in carcere», sarebbero state le parole dell’assassino. Posizioni contrapposte il giorno dopo il deposito in procura a Perugia della deposizio-
Per la difesa di Sollecito è un teste attendibile ma il pm del caso Onofri replica: «Trend di bugie» ne resa ai difensori di Sollecito, Giulia Bongiorno e Luca Maori, da Alessi. Elementi «molto utili» ha detto Francesco Sollecito, il padre di Raffaele per il quale il muratore «è assolutamente credibile», mentre per Lucia Musti, il pm che coordinòleindagini sulcasoOnofri,«Alessi continuanel suotrend di bugie». Alessi è stato ascoltato dopo avere inviato all’avvocato Bongiorno lettere nelle quali chiedeva di riferire le confidenze ricevute da Guede nel carcere di Viterbo. Ai
legali ha spiegato di avere deciso di parlare non nella speranza di benefici –«sono consapevole che la mia pena è l’ergastolo» – ma per «aiutare due ragazzi», Sollecito e Amanda Knox, che in base alle dichiarazioni fattegli da Guede sono «estranei all’omicidio». Con gli inquirenti l’ivoriano ha sostenuto di essere stato presente quando Mez venne uccisa ma di non avere partecipato o assistito al delitto per il quale è stato condannato a 16 anni in appello. Claudio Sebastiani
Rudy Guede
Primo confronto tra i magistrati e l’ex senatore
Presto anche un gruppo di studio
Riciclaggio, Di Girolamo non risponde al gip
Anm, legge sulle toghe in politica
ROMA – Poco più di un’ora: tanto è durato il primo confronto tra i magistrati e l’ex senatore del Pdl, Nicola Di Girolamo, arrestato nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Roma su un presunto maxiriciclaggi di due miliardi di euro. L’ex parlamentare di fronte al Gip, Aldo Morgigni, e al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e al pm Giovanni Bombardieri, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Una decisione che i due legali di Di Girolamo, Carlo Taormina e Pier Paolo Dell’Anno, hanno motivato spiegando che il loro assistito «in ragione della complessità e del tecnicismo della vicenda ha ritenuto di fornire solamente nel proseguo i necessari chiarimenti all’autorità investigativa non essendo l'interrogatorio di garanzia davanti al gip, al quale si riconosce estremo rispetto, la sede più adatta».
Nicola Di Girolamo
Di Girolamo era arrivato nel carcere di Regina Coeli, intorno alle14, abordo diun cellulareche lo ha trasferito dall’altro carcere romano, quello di Rebibbia, dove l’ex senatore si trova recluso dal 3 marzo scorso. I legali lo hanno trovato «sereno e determinato»
pronto «a rappresentare la realtà dei fatti al più presto». Di Girolamovorràquindi raccontareinun nuovo interrogatorio ai pubblici ministeri la sua verità in una vicenda giudiziaria che lo vede accusato di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di ingenti somme di danaro effettuato a livello internazionale attraverso una miriade di società estere e, con riferimento alla sua elezione a senatore con il voto degli italiani all’estero, di violazione della legge elettorale e di scambio elettorale aggravato dal metodo mafioso. È presumibile che il nuovo confronto con i magistrati avverà nei prossimi giorni anche se fonti giudiziarie assicurano che ciò non avverrà domani. Con l’interrogatorio di garanzia per De Girolamo si è chiusa una nuova, intensa, settimana sul fronte dell’inchiesta. Marco Maffettone
ROMA – I magistrati chiedono al Parlamento una legge che precluda ai giudici di candidarsi alle elezioni regionali nella stessa zona dove hanno esercitato la giurisdizione, così come avviene per le toghe che si presentano alle elezioni politiche nazionali. Inoltre intendono rivedere il loro codice deontologico per affrontare la questione morale dopo il recente coinvolgimento di magistrati inprocedimenti penali comequello dell’inchiesta sul G8. Le risoluzioni sono state approvate dal “Parlamentino” dell’Associazione Nazionale Magistrati che organizzerà un gruppo di studio per mettere in campo i nuovi paletti. In particolare, l’Anm chiede al Parlamento «un intervento legislativo che adegui la legge elettorale per le amministrative aquella per il Parlamento nazionale introducendo un divieto per i magistrati di partecipare alle elezioni, o assumere incarichi di governo nelle amministrazioni locali, nei luoghi dove hanno precedentemente esercitato la funzione giudiziaria». Secondo l'Anm «sarebbe un errore rinunciare alla presenza di magistrati nelle istituzioni rappresentative» ma allo stesso tempo è «necessario fissare regole rigorose per evitare commistioni tra la funzione giudiziaria e l’impegno politico».
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