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Brevi dal mondo

Martedì 23 marzo 2010

Arrestato l’architetto Liga, 60 anni, amico di Lombardo e della Chiesa

Cina, Google (quasi) chiude

Mafia, l’erede di Lo Piccolo è un colletto bianco

PECHINO – Google sfida Pechino e senza abbandonarla del tutto decide però di porre uno stop alla censura e di dirottare i suoi servizi su Hong Kong. La decisione, attesa da giorni, è stata comunicata ieri sera dal legale della società di Mountain View, Davis Drummond, in un blog in cui il motore di ricerca Usa spiega di voler «restare e mantenere la presenza sul mercato» ma, aggiunge, «gli abbonati saranno reindirizzati sul motore di Honk Kong», ovvero google.com.hk.

PALERMO – Nella prima e unica intervista rilasciata pochi giorni fa, quando le «chiacchiere» dei pentiti sul suo conto erano ormai di dominio pubblico, si diceva vittima di un «equivoco». Un’autodifesa accorata quella di Giuseppe Liga, 60 anni, architetto con la passione per la politica, arrestato all’alba, «smontata» da un’indagine della guardia di finanza che dipinge l’insospettabile professionista palermitano come l’erede dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo alla guida del mandamento mafioso di Tommaso Natale – San Lorenzo, area di primaria importanza strategica ed economica per le cosche della città. Dell’architetto con un lungo cur-

Bruciato vivo perché cristiano ISLAMABAD – In Pakistan un cristiano è stato bruciato vivo e sua moglie stuprata dopo che avevanio rifiutato di convertirsi all’islam. Il tutto è avvenuto davanti ai tre figli della coppia, di ètà compresa tra i 7 e i 12, costretti ad assistere alle violenze. Lo ha riferito «Asianews». Arshed Masih, 38anni, è ricoverato da tre giorni all’ospedale della Sacra famiglia a Rawalpindi, dove sta combattendo tra la vita e la morte. L’uomo è stato bruciato vivo da un gruppo di estremisti musulmani, con la connivenza della polizia. La moglie è stata stuprata dagli agenti. Il tutto è avvenuto il 19 marzo scorso, in una tenuta situata di fronte alla caserma della polizia. Mashid e la moglie lavoravano alle dipendenze di un ricco musulmano della città.

riculum politico, ex segretario del Mcl, il Movimento Cristiano Lavoratori, e «legami solidi con le gerarchie ecclesiali», i collaboratori di giustizia cominciano a parlare nel 1998. In particolare Isidoro Cracolici, uomo d’onore della stessa 'famiglia', lo descrive come il «consulente finanziario» dei padrini di San Lorenzo. Un ruolo che avrebbe consentito a Liga di conquistare credito e fiducia all’interno dell’organizzazione mafiosa. Tanto da portarlo ai vertici del mandamento più ricco della città dopo l’arresto dei capi storici. Ma nel passaggio dello scettro del comando dai classici uomini d’onore al professionista incensurato, ben inserito nei sa-

lotti buoni, i magistrati vedono l'inizio di una nuova fase storica di Cosa nostra: quella della «finanziarizzazione». Un processo complesso che porta ai vertici dei clan i colletti bianchi con «solide entrature politiche». Un motivo di vanto, per Liga, quello dei rapporti con i potenti. L’architetto non nasconde la sua amicizia col presidente della Regione Raffaele Lombardo. E i contatti tra il governatore e il mafioso finiscono anche nell’indagine: il 2 giugno 2009, durante la campagna elettorale per le Europee, al telefono dell’indagato arriva una chiamata dalla segreteria di Lombardo. Alle 14,50, l’architetto viene fotografato dai finanzieri

L’architetto-boss Giuseppe Liga

mentre entra a palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione. Ma il Governatore, in una nota, plaude all’arresto di Liga e annuncia che la Regione si costituirà parte civile. Claudia Greco

Lo scandalo dei preti adesso potrebbe investire il nostro Paese

Pedofilia, ora tocca all’Italia? L’Associazione antipedofilia: «Intervenga papa Benedetto XVI» ROMA–Lo scandalodei preti pedofili che ha travolto le Chiese europee, dall’Irlanda alla Germania, all’Austria, «sta per scoppiare anche in Italia, è solo questione di settimane». E «il papa non dovrebbe aspettare una causa miliardaria», ma convocare i vescovi italiani e «fargli una bella lavata di testa», chiedendo loro di «fare chiarezza su troppi episodi oscuri a casa nostra». Per Roberto Mirabile, presidente dell’Associazione antipedofilia 'La Caramella buona', è dunque solo questione

di tempo, poco tempo, prima che, anche nel nostro Paese, si scoperchi il vaso degli abusi sessuali ai danni dei ragazzi nelle scuole religiose o nelle parrocchie. Il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, ha detto ieri che la Chiesa italiana ha saputo vigilare e prevenire eventuali casi di pedofilia. Per Mirabile invece «il vero problema sono i vescovi che stanno zitti», che piuttosto che intervenire «spostano i responsabili degli abusi da una parrocchia all’altra». Chi pur sapendo non ha denun-

ciato, ha aggiunto il presidente dell’associazione parlando con l’Ansa, «dovrebbe essere condannato, prima dal diritto canonico, poi dalla nostra giustizia». Proprio alla luce della lettera del papa alle vittime irlandesi di sabato scorso, Mirabile ha rinnovato l’appello a Benedetto XVI a «rendere conto dell’operato di due suoi alti prelati, mons. Carlo Galli, decano di Legnano, e mons. Gino Reali, vescovo di PortoSanta Rufina», nel caso di don Ruggero Conti, l'ex parroco di Selva Candida, alle

porte di Roma, arrestato nel giugno del 2008 con l’accusa di aver abusato sessualmente di almeno sette giovani. Secondo l’associazione e secondo alcune testimonianze emerse nel processo a carico del sacerdote, i due prelati erano stati informati del comportamento del prete da alcune delle sue presunte vittime (alcuni episodi, caduti in prescrizione, risalirebbero agli anni '80 in un oratorio di Legnano), ma poi non avrebbero dato seguito alle denunce dei ragazzi. Non solo. Prima che scoppiasse il caso giudi-

ziario, nel 2007, «avevamo segnalato il caso di don Conti in diversi incontri con cardinali, con la Cei, anche con mons. Charles Scicluna (promotore di Giustizia vaticana, ndr) «e mi fa sorridere che ora lui parli di omertà» ha ricordato Mirabileriferendosi aunarecente intervista del presule maltese ad Avvenire. Probabilmente dopo la lettera del papa agliirlandesi «qualcosa cambierà – ha detto infine il presidente – ma dipenderà ancora troppo dalla sensibilità dei singoli». Laurence Figà-Talamanca

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2 In Italia e nel Mondo


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