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Brevi dal mondo

Albania, in Ue liberi di entrare

TIRANA – Niente più visti e libera circolazione in Europa per gli albanesi: possibile, anzi probabile, entro l’autunno. Per il ministro degli esteri, Franco Frattini, ieri in visita a Tirana (nella foto), è un «obiettivo politico» ottenere una «proposta positiva» in questo senso dalla commissione europea prima della fine di maggio, per poi passare alla «seconda tappa», l'annuncio della liberalizzazione per i cittadini albanesi, ma anche per quelli bosniaci, nell’incontro Ue-Balcani organizzato dalla presidenza spagnola, su proposta italiana, il 2 giugno a Sarajevo.

Esce rivista porno per ciechi LONDRA – Da ieri anche i non vedenti potranno leggere riviste porno: il magazine, Tactile Minds, è stato ideato dalla canadese Lisa Murphy ed è in vendita a 150 sterline (170 euro). Tra le 17 immagini realizzate, spiega il Daily Telegraph, una donna nuda con 'seni perfetti' e un uomo 'robot d’amore'. L'ideatrice del magazine ha spiegato di averlo creato per riempire un 'gap' nel mercato, perchè fino a questo momento «non esistevano libri di immagini tattili con nudi per adulti».

Irlanda del Nord esplode bomba LONDRA - Il terrorismo

torna nell’Irlanda del Nord. Un’autobomba è esplosa durante la notte di ieri vicino a una base dell’esercito (nella foto) utilizzata come quartier generale dal servizio segreto britannico Mi5. L’attentato è stato compiuto a Holywood, dopo che i terroristi avevano preso in ostaggio la famiglia di un tassista per usare la sua vettura e avvicinarsi all’edificio senza destare sospetti. Secondo quanto ha riferito alla Bbc Basil McCrea, membro del Partito Unionista, si sono verificate due esplosioni: la prima dell’ordigno a bordo del taxi, la seconda del serbatoio pieno di benzina. Gli autori dell’attentato sono «persone che vogliono protestare contro il passaggio di poteri giudiziari e di polizia in Irlanda del Nord».

Martedì 13 aprile 2010

Presentata come risolta, ora da Kabul c’è una marcia indietro

Emergency, dubbi sul “complotto” KABUL–C'è stato o no un complotto terroristico di Emergency, e di tre suoi esponenti italiani, contro Goulab Mengal, governatore di Lashkar-Gah, nella provincia meridionale afghana di Helmand? Una questione che - trionfalmente presentata come risolta già dal primo giorno, dopo il blitz dei servizi segreti – sta invece con il passare delle ore avvolgendosi nel mistero e nei «no comment» delle fonti ufficiali italiane e afghane, lasciando intravvedere un allungamento dei tempi della sua soluzione. L’unico dato certo è che, insieme ai sei afghani, i tre italiani fermati – il chirurgo Marco Garatti, l’infermiere Matteo dell’Aira e il tecnico Matteo Pagani –

rimangono sotto stretta sorveglianza negli uffici della Direzione della sicurezza nazionale (Nsd). Nel 2008 in Afghanistan è stata approvata una nuova legge antiterrorismo e che in teoria concede ai sospettati e agli imputati di questi reati garanzie simili a quelle previste dal codice di procedura penale per tutti gli atti criminali. Teoricamente, dall’arresto la polizia ha 24 ore per comunicare al pm gli elementi in suo possesso e questi ha 48 ore, più eventualmente altre 48 per formulare l’imputazione ufficiale. Ma in casi particolari, il pm può chiedere al giudice una proroga che può arrivare fino ad un mese. «Tenendo presente che l’imputazione è il terro-

rismo e che di mezzo ci sono gli uomini della Nds –ha detto all’Ansa un esperto che ha chiesto di non essere identificato – è facile immaginare che una procedura come questa possa estendersi fino ad un mese e mezzo». Comunque, ha aggiunto, «i sospettati devono potersi avvalere di un avvocato fin dall’inizio dell’interrogatorio perchè la legge antiterrorismo chiarisce che in assenza di un legale i verbali non avranno alcun valore in tribunale». Da Emergency chiedono però l’immediata liberazione dei volontari e dicono: «è probabile che i nostri collaboratori siano già in uno stato di detenzione illegale». Ma «se cominciamo a parlare di sequestro –

Franco Frattini

ha spiegato il ministro degli Esteri Franco Frattini – trasformiamo in una vicenda politica quella che è una investigazione alle prime battute, che vogliamo seguire garantendo i pieni diritti ai nostri connazionali». Maurizio Salvi

I feriti sono 28. Una scena apocalittica. Ma è stata una drammatica casualità

Deraglia un treno: 9 morti Una frana ha colpito i vagoni proprio mentre stavano transitando BOLZANO – E' di nove morti e 28 feriti il bilancio definitivo dell’incidente ferroviario avvenuto ieri mattina in val Venosta, in Alto Adige. Il treno regionale R108 è deragliato per una frana nel tratto della linea tra Castelbello e Laces, in un punto dove i binari attraversano una stretta gola. Ai soccorritori si è presentata una scena apocalittica. «Quando sono arrivato qui – racconta un carabiniere – mi venivano incontro lungo i binari i feriti ricoperti di fango e sangue». Il luogo della disgrazia non è raggiungibile con i mezzi di soccorso, così i feriti hanno dovuto camminare per alcune centinaia di metri per poi scendere lungo un sentiero verso il greto del fiume Adige, dove la Protezione civile aveva tempestivamente allestito una sede operativa da campo. I feriti sono stati poi ricoverati negli ospedali di Silandro, Merano e Bolzano. La frana di 400 metri cubi è stata causata dalla rottura di un impianto di irrigazione di un campo di meleti che si trova sopra la gola. Rompendosi, l’impianto avrebbe 'infradiciato' pesantemente il terreno sottostante, rendendolo instabile fino a farlo franare. La frana ha colpito in pieno il treno della società provinciale di trasporti Sad che stava transitando proprio in quel momento. «E' una scena agghiacciante, il treno è pieno di terra e di fango. Dobbiamo lavorare con le mani, è una cosa tremenda», ha detto un pompiere volontario. L'intervento dei soccorritori è stato reso ancora più difficile dal fatto che il primo dei tre vagoni si

trovava in bilico tra i binari e il fiume Adige. Una dopo l’altra le salme sono stata composte in dei sacchi di plastica. Per trasportarli i soccorritori hanno usato delle barelle con una ruota, di quelle per i soccorsi sui sentieri di alta montagna. Molte delle vittime sono morte per soffocamento. Il più giovane aveva 18 anni, i più anziani erano settantenni. Tutti erano originari del posto, provenienti da un’area di una quindicina di chilometri al massimo dal posto della tragedia. E' morto anche il conducente, aveva solo 25 anni; lascia la moglie e due bambini. «Se la frana fosse scesa solo un’ora prima –ha detto un vigile del fuoco durante una breve pausa –la tragedia poteva esse-

re ancora più grande, perchè il treno prima delle otto è strapieno di ragazzi che vanno a scuola a Merano». Sul luogo del disastro si è recato il ministro Altero Matteoli. «Una casualità incredibile – ha detto – sembra essere stata all’origine della disgrazia». «Non sono un tecnico – ha aggiunto – ma appare evidente che la forza che ha agito sui vagoni in transito è stata enorme. Si tratta di una frana di una decina di metri che ha colpito il treno proprio mentre il convoglio stava passando». Matteoli ha portato la «solidarietà di tutto il governo e del presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, in volo verso gli Stati Uniti e ha voluto essere informato». Stefan Wallisch

Uno dei vagoni coinvolti nell’incidente

L’incidente dovuto al maltempo. L’aereo era diretto in Austria

Ancona, cade un Cessna: tre le vittime ANCONA–Un’improvvisa nevicata, che ha poi ricoperto il suolo con una coltre di mezzo metro, potrebbe essere all’origine dello schianto del Cessna 182 precipitato domenica nelle Marche con tre persone a bordo, due uomini e una donna, di nazionalità austriaca. Delle vittime, fino a quando non verranno riconosciute dai familiari, si hanno solo le iniziali dei nomi: M.P., 70 anni, probabilmente il pilota che era alla guida, S.H., 34 anni, il co-pilota,e M.W.,56 anni,la donna.Tutti originari della Carinzia, di St. André, nella valle Lavanttal, una delle più antiche citta della Regione, nel passato conosciuta come 'la città dei vescovi'. L'aeromobile era partito alle 15 da Roma Urbe diretto in Austria. Alle 18.05

l’ultimo contatto con la torre di controllo di Ferrara, un grido disperato del pilota: «My god!», poi più nulla. Il velivolo scompare dai tracciati radar. Le ultime coordinate lo danno sopra le Marche in località Domo, a cavallo tra le province di Ancona e Macerata. Scattano le ricerche, complicate dalla neve che cade abbondante, dalla scarsa visibilità e dalla naturaimperviadel luogo:mobilitativigili del fuoco, Soccorso alpino, Corpo forestale dello stato, volontari della Protezione civile regionale, carabinieri. È ormai notte quando, grazie anche alle testimonianze di alcuni abitanti che hanno sentito un boato, si restringe il cerchio e a Vigne di Fabriano viene trovata dapprima l’ala del Cessna. Poco più tardi

altre parti del relitto e quindi i corpi straziati dei tre austriaci. Èpossibileche ilpiccolovelivoloabbia avuto un doppio impatto: l’ala e l’elica sono state infatti trovate più in alto rispetto alla carlinga, come se durante una virata si fosse schiantata prima l’ala e quindi il resto dell’aeromobile con un effetto rimbalzo. Ma le cause sono tutte da accertare, anche se il fattore meteo un’insidiosa coda d’inverno a primavera appena iniziata - dovrebbe essere stato determinante. Intanto sono state aperte due inchieste: una della procura della Repubblcia di Ancona, a, l'altra dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo. Anna Maria Danese

Milano, nigeriano denuncia Perugia, Bertolaso interrogato «Mia figlia morta per burocrazia» nega di aver avuto rapporti sessuali MILANO – Morire a 13 mesi per «problemi burocratici»: questo, secondo il padre, sarebbe accaduto a Cernusco sul Naviglio, in provincia di Milano. Vittima una bimba nigeriana il cui genitore, a causa della recente disoccupazione, non aveva potuto rinnovare la tessera sanitaria. Questo avrebbe determinato, secondo i genitori, fatali ritardi nelle cure al Pronto Soccorso dell’ospedale. La struttura però «respinge con fermezza l’accusa», ricordando che l’assistenza sanitaria agli stranieri è garantita alla pari dei cittadini ita-

liani. La vicenda è iniziata la notte del 3 marzo, quando verso mezzanotte la piccola Rachel è in preda a violenti attacchi di vomito. Un’ambulanza la porta all’ospedale dell’Uboldo a Cernusco dove il medico di turno, raccontano i genitori, la visita in soli sei minuti e gli prescrive dei farmaci. Le cure però non funzionano, e intorno alle 2 di notte il padre torna al pronto soccorso con la figlia; qui l’assistenza medica gli verrebbe negata perchè, riferisce l’uomo «la bambina ha la tessera sanitaria scaduta».

PERUGIA – E' terminato in tarda serata l'interrogatorio di Guido Bertolaso alla Procura di Perugia. Il capo della Protezione Civile, accompagnato dal suo avvocato, ha lasciato la Procura a bordo della propria auto senza rilasciare alcuna dichiarazione. Avrebbe negato ogni addebito il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, interrogato ieri dai magistrati perugini titolari dell’inchiesta sulle cosiddette «grandi opere». L’interrogatorio, iniziato intorno alle 15, è durato circa cinque ore. Ai pm Sergio

Sottani e Alessia Tavarnesi, Bertolaso avrebbe dichiarato di non aver avuto alcun rapporto sessuale all’interno del Salaria Sport Village, di non aver avuto alcun ruolo tecnico nell’assegnazione degli appalti oggetto dell’indagine. Per quanto riguarda l’amicizia con l'imprenditore Diego Anemone, il numero uno della Protezione Civile non avrebbe negato il rapporto, ma avrebbe detto che si trattava di un’amicizia di lungo corso e che nulla riguardava l'assegnazione degli appalti.

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