Camper Professional N5

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camper professional n.5 ottobre 2020 L’editoriale di

A settembre il nostro settore ha finalmente tirato un sospiro di sollievo. Dopo mesi di preoccupazioni si sono fatti i conti, scoprendo livelli di vendite inattesi e aprendo la nuova stagione con due fiere che, tra mille preoccupazioni, sono andate meglio del previsto. Le vendite di camper in Italia hanno registrato un’impennata del 50% in giugno, del 114% in luglio e del 104% in agosto. Su scala europea, dopo una brusca flessione dovuta al lockdown, le nuove immatricolazioni sono aumentate in modo inaspettato e, anche se non hanno ancora recuperato i livelli del 2019, il trend è molto incoraggiante. Nei primi sette mesi del 2020, infatti, le immatricolazioni di caravan e camper sono diminuite solo dell’uno per cento. In totale, dall’inizio dell’anno sono stati immatricolati in Europa 153.024 veicoli ricreazionali. I dati del mese di luglio dimostrano che c’è stata un’inversione di tendenza in

Antonio Mazzucchelli

tutto il Vecchio Continente: le nuove immatricolazioni sono aumentate del 61,4% rispetto a luglio del 2019. Tutti i mercati (con l’eccezione della Norvegia) sono aumentati di almeno il 20%. La Germania continua a essere il mercato più importante, con 70.551 veicoli ricreazionali immatricolati. Anche le fiere sono andate molto bene: nonostante gli ingressi contingentati e l’assenza di molti importanti brand, il Caravan Salon di Düsseldorf ha registrato 107.000 visitatori e il Salone del Camper di Parma 54.000. Con vendite eccellenti. Così almeno ci hanno raccontato i numerosi operatori e manager che abbiamo incontrato a entrambe le fiere. Vi auguriamo buona lettura di questo numero di Camper Professional, più che mai ricco di interviste a personaggi di spicco del settore caravanning e di approfondimenti su prodotti, tecnologie e novità dall’Italia, dall’Europa e dal resto del mondo.

Sommario • 4 La parola a SiFi Dopo lo stop, una ripartenza da record

• 50 AL-KO Avanti tutta nel segno della continuità

• 12 Intervista con François Feuillet Uno spirito guida senza tempo

• 52 Lippert components PopUp Roof “Vela” - Il nuovo gradino elettrico - “Slide Out Your Van”

• 16 Intervista con Ludovica Sanpaolesi Un’esperienza a tutto campo per il nuovo DG di APC

• 56 Fiamma Trasformare una crisi in nuove opportunità

• 20 Intervista con Raffaele Jannucci Ispiratore e geniale innovatore del plein air da oltre 50 anni

• 58 Mobil Tech Il caricabatterie futuristico che viene dal passato

• 24 Intervista con Ester Bordino Una Assocamp sempre più forte

• 60 Teleco PhoneBoosterVan 2.0: più perfomance con la nuova antenna

• 28 Federmotorizzazione Dal Decreto Rilancio prime risposte concrete per l’Automotive

• 62 CBE Energia solare anche in kit

• 29 Promocamp Camper, caravan ma anche tende

• 64 Thetford Soluzioni a tutto campo

• 30 Intervista con Eric Laforge Alla guida di Fiat Professional, con trent’anni di esperienza in FCA

• 66 Airxcel I sistemi Aqua-Hot Hydronic Heating in Europa

• 33 Michael Studer Il design è l’arte di ascoltare

• 68 Intervista con Florence Margout Il leggendario brand Westfalia punta anche all’Italia

• 36 Salone del camper di Parma Audentes fortuna iuvat

• 70 Grand California 600 Un’estate in sicurezza alla guida del Grand California

• 40 Salone del camper di Parma La voce degli operatori

• 72 Prodotti novità Componenti e accessori in evidenza

• 44 Caravan Salon di Düsseldorf Un successo oltre le aspettative

• 74 Marketing e dintorni Report Digital 2020: in crescita l’utilizzo dei social in Italia

• 47 Sondaggio vacanze estive Estate 2020: il caravanning cresce del 20%

• 76 Layout inconsueti Strani tipi di camper van IN COLLABORAZIONE CON

Direttore responsabile: Antonio Mazzucchelli Team editoriale: Paolo Galvani, Franco Guerrieri, Rocco Guerrieri, Enrico Bona, Elisabetta Croce, Giorgio Carpi, Andrea Cattaneo. Progetto e realizzazione grafica: Federico Cavina Stampa: Pixartprinting - Quarto d’Altino VE Email: redazione@camperprofessional.com Editore: Fuori Media srl - Viale Campania 33 - 20133 Milano - Tel +39 02 58437693 o +39 02 58437051 - Numero REA MI - 2107599 - CF/P.Iva 09695690967 Periodicità: Trimestrale Registrazione del Tribunale di Milano n. 179 del 2/9/2019 La riproduzione e la ristampa, anche parziali, di articoli e immagini del giornale sono formalmente vietate senza la debita autorizzazione dell’Editore. Camper Professional aiuta i professionisti del settore a tenersi aggiornati con le ultime novità commerciali e le tendenze del mercato. Con la dicitura “Le aziende informano” indichiamo articoli che possono essere a carattere pubbliredazionale.

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la parola A s.i.f.i.

Dopo lo stop, una ripartenza da record La crescita nelle vendite dei camper, sia nuovi che usati, ha spinto anche questo settore. Ecco cosa ne pensano Rocco e Franco Guerrieri, titolari dell’azienda emiliana. A cura della redazione

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l risveglio nelle vendite di mezzi nuovi e usati che si è registrato in questi mesi si sta riflettendo anche nel mondo degli accessori. Chi compra un veicolo nuovo installa abitualmente una serie di prodotti collaterali considerati indispensabili, mentre chi si rivolge al mondo dell’usato pensa a possibili migliorie e deve occuparsi della manutenzione. Ne abbiamo parlato con Rocco e Franco Guerrieri, titolari di SiFi, uno dei principali distributori di accessori italiani. Quest’anno avete deciso di non partecipare alla più importante fiera di settore, il Salone del Camper di Parma. Potete spiegarci come mai? Rocco Guerrieri: La riflessione che abbiamo fatto era legata soprattutto alla sicurezza. Abbiamo pensato che non valesse la pena mettere a rischio la nostra salute e quella di dipendenti, collaboratori e clienti. Non vendendo direttamente ai consumatori finali non avevamo nemmeno un interesse specifico collegato al fatturato. Considerato che il nostro obiettivo primario a manifestazioni di questo tipo è quello di gestire le relazioni con i nostri partner, pensiamo che non sarebbe stato facile, e probabilmente nemmeno gradevole, dover rispettare le disposizioni anti-Covid. Trattandosi principalmente di pubbliche relazioni, farle con le mascherine indossate, con un adeguato distanziamento, magari con degli schermi tra noi e loro, e limitando il numero delle visite non sarebbe stato ideale. I momenti di incontro con i nostri clienti hanno bisogno di una maggiore familiarità. Per questo, per una volta, abbiamo deciso di non partecipare. Franco Guerrieri: La fiera per fortuna ha dato buoni risultati. Il pubblico che ha partecipato si è rivelato molto più interessato all’acquisto che in passato, forse perché è arrivato già con un’idea più precisa. Ora bi-

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sognerà essere bravi in termini di comunicazione e pubblicità. A Parma si sono presentate persone mediamente più giovani rispetto a quelle a cui siamo normalmente abituati, tra i 45 e i 50 anni. Inoltre, questa estate i più giovani si sono rivolti al mercato del noleggio e hanno quindi provato una vacanza diversa. Per noi questi fenomeni sono molto importanti, perché aiutano ad allargare il mercato. Un mercato che sembra andare molto bene ora. Nei mesi scorsi le preoccupazioni invece sono state forti. Come avete vissuto il periodo del lockdown e la successiva ripresa? Rocco Guerrieri: Nel periodo peggiore siamo rimasti completamente chiusi per un mese e mezzo. Poi, da dopo Pasqua, abbiamo gradualmente ripreso l’attività, prima con il personale ridotto e, dal 18 maggio, a pieno ritmo. Franco Guerrieri: Abbiamo dovuto riorganizzarci su una giornata più lunga e dividendo il lavoro su più turni: oggi ci sono persone che iniziano prima del solito e lasciano l’azienda più presto e altre che arrivano più tardi andando via dopo. Il risultato è che la giornata lavorativa si è allungata rispetto a prima. Come vi siete regolati con la gestione dello stock a magazzino? Franco Guerrieri: A livello di magazzino non abbiamo avuto problemi, perché per fortuna avevamo impostato bene il lavoro all’inizio dell’anno. Con il lockdown abbiamo ovviamente dovuto sospendere tutto, ma poi ci siamo resi conto che con la ripresa avremmo dovuto correre più velocemente di prima

e gli ordini sono ripresi a ritmi elevati. Siete riusciti a recuperare la perdita di fatturato causata dalla chiusura obbligata? Rocco Guerrieri: Sì, oggi possiamo dire di essere quasi alla pari rispetto all’anno scorso, e non è poco. Per ora il mercato continua a muoversi molto positivamente, anche se in estate si è registrata una vera e propria fiammata causata dal buon andamento delle vendite dei veicoli. Franco Guerrieri: In quel periodo i concessionari hanno venduto veramente di tutto, soprattutto nel settore dell’usato. Hanno piazzato anche i veicoli che in altri periodi sarebbero stati meno appetibili. Adesso vediamo come andranno le cose, perché sul nuovo probabilmente ci saranno problemi nei tempi di consegna. Chi non ha pianificato bene gli ordini ormai deve aspettare aprile o maggio, se non addirittura giugno del prossimo anno. La priorità viene data alla Germania, dove c’è stato un vero e proprio boom, e quindi chi non si è organizzato per tempo adesso è costretto a mettersi in coda. Rocco Guerrieri: Queste attese potrebbero avere un effetto anche sulla nostra attività. Non sarà una cosa immediata, perché al momento, per fortuna, stiamo ancora capitalizzando su quanto è successo nei mesi scorsi. Bisognerà poi vedere anche cosa accadrà con la pandemia, perché potrebbe esserci un andamento ciclico, con alti e bassi. Noi comunque ci aspettiamo che i camperisti quest’anno aumentino il numero delle uscite anche in mesi solitamente meno sfruttati, da ottobre in poi. Siamo di fronte a un punto di domanda. Non ci resta che attendere e vedere cosa succede.

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Quali sono stati gli accessori più venduti in questo periodo? Rocco Guerrieri: È una cosa un po’ strana, perché anche prodotti che normalmente venivano poco movimentati quest’anno sono andati bene. La cosa curiosa e che c’è stata una vera e propria impennata nella richiesta di toilrttr portatili, con vendite che non avevamo mai visto prima. Non so dire a che cosa sia dovuto questo fenomeno, forse alla paura di usare i bagni nei campeggi o magari a situazioni completamente diverse. Il risultato però è che le vendite sono sestuplicate. Noi siamo rimasti senza prodotti da fine luglio e abbiamo ricevuto solo a metà settembre le nuove scorte. Comunque, alla fine si è venduto un po’ di tutto, dalla veranda al portabici per i mezzi nuovi fino ai pannelli di legno e ai sigillanti per le riparazioni dei veicoli usati. Ci sono dei grandi player internazionali nel mondo della distribuzione che si stanno rafforzando anche in Italia. Perché clienti e fornitori scelgono di lavorare con

SiFi? Franco Guerrieri: Noi siamo qui dalle sette di mattina alle otto di sera, garantendo un servizio di un certo tipo. Aziende più grandi sono legate a orari di ufficio standard e a un livello di servizio meno personalizzato. Quando si parla con SiFi si ha a che fare direttamente con i due titolari che gestiscono operativamente l’attività. Non ci mettiamo solo la faccia: quando viene raggiunto un accordo questo è stretto direttamente con l’azienda, non si sta parlando con un manager aziendale con un potere decisionale più limitato e che deve rispondere a qualcuno sopra di lui. Rocco Guerrieri: C’è un discorso di storicità nella presenza sul mercato, di rapporti personali consolidati e anche di amicizia. E poi c’è una flessibilità che solo una gestione familiare può garantire. Questo è un mondo molto piccolo, dove tutti si conoscono. Come stanno andando i progetti di espansione all’estero? Rocco Guerrieri: Stanno proseguendo e

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oggi lavoriamo anche con la Spagna, dove abbiamo due agenti che si occupano delle attività in loco. Miniatura: Colori Utilizzati: Franco Guerrieri: Abbiamo attività anche in alcuni paesi dell’est Europa, dove la domanda sta crescendo in modo importante. Lavoriamo in Bulgaria, Cecoslovacchia,C=0 M=0 CAMPER Slovenia e Croazia, dove operiamo anche inY=0 K=100 PROFESSIONAL questo caso attraverso degli agenti. E i prodotti marchiati SiFi, come gli oscuranti e i serbatoi, vi stanno dando soddisfazioni? Franco Guerrieri: Sicuramente. Sono prodotti che vanno molto bene, ma soprattutto tra i primi è necessario fare un po’ di cultura, perché i clienti finali sono abituati a prezzi molto bassi. Va però detto che la qualità del prodotto è importante. Alla fine dall’esterno sembrano tutti uguali, ma non è così. Il nostro oscurante, per esempio, è realizzato esclusivamente con materiali certificati. E queste sono informazioni che rivenditori e concessionari devono conoscere e trasmettere ai loro clienti.

Offerte d’autunno per ogni esigenza Se il mercato ha reagito molto bene nei mesi estivi, le incognite per il periodo autunno-inverno non mancano. Così SiFi cerca di non farsi trovare impreparata e stimola i suoi clienti con una lunga serie di allettanti offerte. Concessionari, officine e market accessori possono sfruttare prezzi particolari per sostenere la domanda anche in un periodo che, almeno sulla carta, dovrebbe essere un po’ meno vivace. Sono quattro le aree che il distributore emiliano ha identificato per mettere a punto altrettanti volantini promozionali. Il primo è dedicato ai prodotti Fiamma e

comprende una selezione di verande, staffe per camper van, portabiciclette, retrocamera per portabici, oblò Turbo-Vent e Level Up. Il secondo è stato invece ribattezzato “Market”. Qui si possono trovare sospensioni ad aria per Fiat Ducato e per i veicoli “fratelli” di Citroën e Peugeot, pompe per l’acqua Fiamma e Shurflo, televisori a LED da 19, 22 e 24 pollici, tappetini per l’abitacolo, oscuranti termici esterni e spray igienizzante. Per chi effettua lavori di manutenzione c’è invece il volantino “Officina”, che comprende sigillanti di vario tipo (dal classico Sikaflex ai protettivi Dekasyl, dal Dow Cor-

ning omologato Laika/Trigano/Rimor fino ai Teroson) e Terostat 81 nero in varie misure: 25, 30, 40 e 60 millimetri, tutti in rotoli da 35 metri. Infine, il quarto volantino è tutto focalizzato su Thetford. Qui, in quattro pagine di offerte si trova davvero di tutto. Si parte dai liquidi concentrati e non per arrivare ai sacchetti disgreganti, passando per carta igienica e prodotti per la pulizia del bagno. Non manca tutta la gamma Porta Potti, così come tutti i kit Fresh Up Set per i vari modelli di toilette. Tutte le offerte sono valide fino al 30 novembre per consegne effettuate entro il 31 marzo del prossimo anno.

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news STELLANTIS ha il suo consiglio di amministrazione Peugeot S.A. (“Groupe PSA”) e Fiat Chrysler Automobiles N.V. (“FCA”) hanno annunciato che la ragione sociale del nuovo gruppo sarà STELLANTIS. Il completamento del progetto di fusione 50:50, come definito nell’accordo annunciato il 18 dicembre 2019, dovrebbe avvenire nel primo trimestre del 2021. Il nome STELLANTIS deriva dal verbo latino “stello” che significa “illuminare con le stelle”. Le origini latine del nome rendono omaggio alla ricca storia delle sue società fondatrici, mentre l’evocazione dell’astronomia cattura il vero spirito di ottimismo, energia e rinnovamento alla guida di questa fusione la cui portata è un cambiamento per il settore. Stellantis può sfruttare fin dall’inizio un’attività fortemente diversificata con margini elevati nelle sue regioni principali di Europa, Nord America e America Latina e un portafoglio

unico di marchi consolidati e iconici. Il 29 settembre è stata annunciata la composizione del Consiglio di Amministrazione che sarà composto da 11 membri, con la maggioranza degli Amministratori non esecutivi che saranno indipendenti. FCA e il suo azionista di riferimento Exor hanno nominato 5 membri (tra cui John Elkann in qualità di Presi-

dente) e Groupe PSA e due dei suoi azionisti di riferimento EPF/FFP e BPIfrance hanno nominato 5 membri (tra cui l’Amministratore Senior Indipendente e il Vice Presidente). Anche Carlos Tavares, Amministratore Delegato di Stellantis, sarà membro del Consiglio di Amministrazione. Il Consiglio di Amministrazione di Stellantis sarà composto dai seguenti membri, pre-

via approvazione in sede di assemblea degli azionisti: • John Elkann (Presidente) • Robert Peugeot (Vice Presidente) • Henri de Castries (Amministratore Senior Indipendente) • Andrea Agnelli (Amministratore non esecutivo) • Fiona Clare Cicconi (Amministratore non esecutivo) • Nicolas Dufourcq (Amministratore non esecutivo) • Ann Frances Godbehere (Amministratore non esecutivo) • Wan Ling Martello (Amministratore non esecutivo) • Jacques de Saint-Exupéry (Amministratore non esecutivo) • Kevin Scott (Amministratore non esecutivo) • Carlos Tavares (Amministratore Delegato)

Trigano: ottima performance nel quarto trimestre, ma vendite in calo rispetto al 2019

Hermann Pfaff eletto presidente della European Caravan Federation (ECF)

Nel quarto trimestre Trigano ha realizzato un fatturato di 627,9 milioni di euro (+ 33,7% rispetto all’esercizio precedente) e ha massimizzato la propria capacità produttiva per compensare le perdite di volume dovute alla chiusura degli impianti durante il periodo di blocco di COVID19; tuttavia, per l’esercizio finanziario, le vendite totali sono diminuite del 6,2% a 2,183 miliardi di euro a causa dell’impatto della crisi sanitaria legata a COVID19. Per molte settimane Trigano ha interrotto la sua produzione e la stragrande maggioranza delle sue reti di distribuzione ha dovuto chiudere al culmine della stagione. Questa situazione ha colpito in particolare le vendite nel Regno Unito, Italia, Spagna e Francia, paesi in cui Trigano detiene le quote di mercato più elevate. Il calo delle vendite nel corso dell’anno è stato limitato al 5,4% per i camper e all’11,3% per le caravan. Le consegne di accessori per veicoli per il tempo libero (-1,4%) sono diminuite drasticamente in Francia e nel Regno Unito, beneficiando del dinamismo dei mercati tedesco e olandese. La vendita delle mobile home (-12,2%) ha risentito degli annullamenti ordini legati alle incertezze da parte dei proprietari dei campeggi nei mesi estivi. La ripresa post-lockdown è stata forte per Trigano in quasi tutte le categorie di prodotto. Nel lungo periodo Trigano prevede una forte crescita del mercato dei camper, soprattutto in Germania dove l’andamento demografico continuerà a supportare lo sviluppo di una clientela molto ampia come negli ultimi anni. In Francia e Gran Bretagna, le prospettive di crescita positiva e costante dei potenziali clienti sono solide.

La European Caravan Federation (ECF), che rappresenta le organizzazioni nazionali dell’industria europea del caravaning, ha scelto Herman Pfaff come suo nuovo presidente durante l’assemblea generale annuale a Düsseldorf l’8 settembre 2020. Sostituisce François Feuillet, che ha deciso di dimettersi dalla carica ed è stato eletto vicepresidente. Pfaff, già vicepresidente dell’ECF dal 2016, guiderà l’organizzazione ombrello dell’industria europea del caravan per i prossimi due anni. Gli altri membri del consiglio sono Leo Diepemaat, Sonja Gole, Simone Niccolai e Anthony Trevelyan sono stati confermati in carica. Pfaff, 65 anni, è stato anche confermato presidente dell’associazione industriale tedesca CIVD. François Feuillet, presidente di lungo corso dell’ECF, si è ritirato anche dal ruolo di gestione delle attività quotidiane del gruppo Trigano, ma rimane membro del consiglio di amministrazione del colosso industriale francese. In questo contesto, si dimetterà anche dalla carica di presidente dell’associazione industriale francese UNIVDL, ma continuerà a rappresentare i membri dell’UNIVDL nell’ECF su loro richiesta. Hermann Pfaff ha ringraziato il suo predecessore per i suoi meriti: “François Feuillet, in qualità di presidente, ha decisamente plasmato e fatto progredire l’ECF con grande abilità e competenza eccezionale. Il fatto che il settore stia andando così bene anche durante una pandemia globale e una grave crisi economica è anche merito suo. È un onore seguire le sue orme e non vedo l’ora di continuare a costruire sulla base della sua inestimabile esperienza”. Nelle regolari elezioni del consiglio, Leo Diepemaat (Tesoriere), Sonja Gole (ADRIA), Simone Niccolai (APC) e Anthony Trevelyan (NCC) sono stati rieletti per altri due anni.

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SAWIKO celebra il 25° anniversario SAWIKO, fornitore di accessori per camper entrato a far parte di AL-KO Vehicle Technology Group nel 2011, quest’anno celebra il suo 25° anniversario. La società è stata fondata nel 1995 in Bassa Sassonia, in Germania, da tre appassionati di campeggio: Uwe Samland, Ralf Winter e Guido Kovermann. Si sono specializzati in barre di traino e sistemi portacarico e hanno raggiunto il successo offrendo prodotti innovativi e di alta qualità a OEM, rivenditori e consumatori. Fedeli al motto “No pain, no gain”, hanno iniziato facendo loro stessi l’assemblaggio, visitando le fiere e presentando i loro prodotti nei campeggi. Un nuovo capitolo della storia di SAWIKO è iniziato alla fine del 2011 quando il gruppo AL-KO ha rilevato la società. A quel punto, era già chiaro che la strategia e il marchio di SAWIKO sarebbero proseguiti sotto l’egida di AL-KO. “Attraverso l’acquisizione di SAWIKO, abbiamo rafforzato la nostra posizione nel mercato aftermarket europeo in modo mirato e abbiamo ulteriormente ampliato la nostra vicinanza ai clienti che acquistano i nostri prodotti da un partner trading”, afferma Harald Hiller, Presidente e CEO di AL-KO Vehicle Technology Group. “Oggi gli esperti SAWIKO nel nostro gruppo sono i driver per la commercializzazione di accessori per veicoli per il tempo libero in tutta Europa. L’esempio più recente è la nostra consociata italiana CBE, che offre anche prodotti selezionati per la gestione dell’energia solare ai clienti finali”. L’acquisizione da parte di AL-KO ha dato a SAWIKO l’opportunità di continuare la sua crescita, sia a livello economico che in termini di personale. Il business è maturato in una società con 70 dipendenti e una rete di rivenditori in tutta Europa, oltre i propri centri realizzati insieme ad AL-KO in Germania, Paesi Bassi, Francia e Italia. SAWIKO opera a livello nazionale nei più importanti mercati europei di caravaning e garantisce così un servizio clienti ottimale. “Ci rende particolarmente orgogliosi poter soddisfare in modo ottimale i desideri dei nostri clienti sia a livello nazionale che in Europa. 25 anni di SAWIKO significano 25 anni di innovazione, massima qualità del prodotto, un eccellente rapporto qualità-prezzo e un’azione orientata al cliente. Vorremmo cogliere l’occasione per ringraziare la nostra grande forza lavoro, che ha reso possibili i nostri risultati. Insieme, siamo fermamente convinti che ci aspettano molti altri anni di successo”, afferma Guido Kovermann, Senior Vice President After Sales e Customer Center presso AL-KO Vehicle Technology Group. AL-KO sta investendo in un nuovo impianto di produzione presso il sito SAWIKO di Neuenkirchen-Vörden come “regalo di compleanno”, giusto in tempo per il 25° anniversario. Ciò consente una produzione ancora più efficiente e di alta qualità, a tutto vantaggio dei clienti. Quindi la storia di successo di SAWIKO continua...

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news Germania: vendite interne record, esportazioni deboli e forte domanda di camper usati Secondo le informazioni diffuse dal CIVD (l’associazione dell’industria dei caravan in Germania), dall’inizio dell’anno sono state registrate più di 70.000 nuove immatricolazioni di RV in Germania, un aumento di oltre il 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Si tratta di un nuovo massimo storico per questo periodo. Dopo il miglior semestre della sua storia (quasi 55.000 veicoli), il nuovo record di luglio è stato di 16.112 RV di nuova immatricolazione, con un aumento dell’85,6% rispetto a luglio 2019. È la cifra più alta mai raggiunta in Germania per un solo mese. Nei primi sette mesi di quest’anno il risultato dell’intero 2018 è stato già superato, e questo nonostante le concessionarie abbiano dovuto chiudere per alcune settimane in primavera a seguito della decisione del Governo Federale e degli stati federali di combattere la pandemia. Le nuove immatricolazioni di camper in Germania sono raddoppiate a luglio, raggiungendo il nuovo record di 10.943 veicoli. Da gennaio sono stati immatricolati 50.570 camper. Si tratta di un eccezionale 23,8% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e un nuovo record per i primi sette mesi dell’anno. Questo segmento di veicoli è quindi sulla buona strada per raggiungere il decimo risultato record consecutivo. Le immatricolazioni di nuove caravan hanno continuato la loro impressionante ripresa in Germania a luglio, aumentando del 61,7% con 5.169 unità. Questo è il miglior risultato in quasi 20 anni. Ciò significa che i drammatici crolli dei “mesi Corona” di aprile e maggio sono stati quasi compensati. “Con la riduzione dell’imposta sul valore aggiunto, attualmente esiste un ulteriore incentivo all’acquisto di un veicolo per il tempo libero, quindi siamo ottimisti per i prossimi mesi” ha affermato Daniel Onggowinarso, amministratore delegato del CIVD. Con un volume di vendita totale di 5,75 miliardi di euro, l’industria tedesca del caravan ha ottenuto un buon risultato nella prima metà di un economicamente difficile. Tuttavia, nonostante la forte domanda interna, i ricavi sono diminuiti del 6,1%. La ragione di ciò è la più debole esportazione di veicoli ricreazionali dalla Germania. L’esportazione di veicoli nuovi è diminuita del 12,6% rispetto alla prima metà del 2019, i camper hanno registrato un calo del 10,3% e le caravan del 24,2% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Le vendite sul mercato dei veicoli usati in Germania sono cresciute nella prima metà dell’anno, accelerate dal coronavirus. Tra gennaio e giugno, le concessionarie hanno registrato un fatturato di 2,15 miliardi di euro in caravan e camper usati: un record. Ciò rappresenta un aumento del 4,9% rispetto allo stesso

periodo dell’anno scorso. “La domanda sul mercato tedesco dell’usato supera in parte l’offerta, poiché i proprietari di camper e caravan vogliono utilizzare i loro veicoli in questo momento e non vogliono venderli”, afferma Onggowinarso. Il settore degli accessori, la terza unità di business del settore, è leggermente diminuito nei primi sei mesi (meno 5,5%) a poco meno di mezzo miliardo di euro di fatturato. “Anche qui ci aspettiamo un aumento delle vendite nella seconda metà dell’anno”, afferma ottimisticamente Onggowinarso.

Dometic nomina il nuovo responsabile vendite EMEA per l’aftermarket degli RV Dometic ha nominato Matthias Büscher nuovo responsabile vendite EMEA per l’aftermarket RV. Büscher si è insediato nel ruolo dal primo luglio e conosce il settore grazie al suo precedente ruolo in Dometic come DACH Sales Manager regionale per l’RV aftermarket. Dopo diversi anni passati a supportare con successo l’aftermarket di lingua tedesca, Matthias Büscher si sta assumendo la responsabilità delle vendite nell’intera regione EMEA. Per il momento mantiene anche la sua responsabilità locale per i paesi di lingua tedesca. Ha iniziato la sua carriera in Dometic a Emsdetten nel 1992. Dopo circa tre anni, dopo aver lavorato per WAECO (parte di Dometic dal 2007) come responsabile delle vendite del segmento automobilistico, è passato alla direzione delle vendite del settore RV / Marine and Electrical Trade. Quando WAECO si è fusa con Dometic nel 2007, è iniziata la sua ulteriore specializzazione nel settore RV-AM nella regione DACH. Dometic opera in tre regioni: Americhe, EMEA e Asia Pacifico, fornendo prodotti per veicoli ricreazionali, truck e auto di fascia premium, imbarcazioni da diporto e da lavoro e per una varietà di altri usi.

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ADAC esegue un crash test tra camper e auto ADAC, l’Automobil-Club tedesco, ha eseguito un crash test frontale tra un camper van, caricato secondo le normative, e un’auto. Nel crash test il camper ha colpito frontalmente una station wagon a 56 km/h. ADAC afferma che la parte anteriore del camper non è progettata in modo ottimale per assorbire l’energia dell’impatto. Le cellule passeggeri di entrambi i veicoli sono state danneggiate e i pedali sono rientrati nell’abitacolo rappresentando un rischio molto elevato di lesioni per i conducenti di entrambi i veicoli. ADAC afferma che i produttori di motorhome, indipendentemente dal fatto che siano basati su un’auto o un veicolo commerciale, devono progettare la parte anteriore del veicolo in modo tale che l’energia dell’impatto venga dissipata nella zona di deformazione, mentre la cellula passeggeri deve rimanere integra come spazio di sopravvivenza. Secondo i risultati del test, non solo il conducente ma anche i passeggeri posteriori del camper sono esposti ad un alto rischio di lesioni. Ciò è dovuto principalmente al design del sedile posteriore: in caso di impatto collassa, la testa di chi siede dietro può urtare il sedile del conducente e il rischio di lesioni all’addome aumenta. ADAC afferma che la sottostruttura della panca nella seconda fila di sedili deve essere migliorata in modo che sia stabile e non collassi sotto gli occupanti in caso di incidente. Questo è l’unico modo per evitare che la cintura scivoli dal bacino nella sensibile cavità addominale e causi lesioni interne. Per lo stesso motivo, è importante evitare imbottiture troppo spesse o troppo morbide. I due letti matrimoniali, il bagno, gli armadietti nella parte posteriore e gli occhielli di ancoraggio nel vano di stivaggio posteriore hanno resistito alle sollecitazioni dell’impatto. Anche le dotazioni di sicurezza dell’impianto gas hanno funzionato, interrompendo l’alimentazione per minimizzare il rischio di incendio. Tuttavia, gli armadietti della cucina e il loro contenuto sono volati attraverso l’interno del camper nell’impatto, mettendo in pericolo gli occupanti. Nel camper del test erano collegati tra loro solo con poche viti e non allo chassis, e questo non è sufficiente.

Knaus Tabbert: debutto alla Borsa di Francoforte Il 23 settembre Knaus Tabbert AG si è quotata alla Borsa di Francoforte. Le azioni sono state messe in vendita a 58,00 euro l’una, un prezzo minore del previsto che ha comunque fruttato a fine giornata un utile di 20 milioni di euro e ben 200 milioni di euro per i due proprietari olandesi, Wim de Pundert e Klaas Meertens, che hanno rilevato la società nel 2009 da un fallimento. I due imprenditori posseggono quasi il 60% delle azioni, il CEO Wolfgang Speck circa il 2%, mentre il restante 38 per cento è ora ampiamente diversificato. Knaus Tabbert AG è uno dei maggiori produttori di camper e roulotte in Europa. Ha sede a Jandelsbrunn, in Germania e ha raggiunto un fatturato di 780,4 milioni di euro nel 2019. Con oltre 3.000 dipendenti ha prodotto oltre 26.000 roulotte e camper lo scorso anno.

Erwin Hymer Group vendite in calo sul 2019 nonostante il boom estivo Le vendite di veicoli ricreazionali del Gruppo Erwin Hymer sono diminuite di 3.542 (meno 6,1%) a 54.506 nell’anno fiscale 2019/2020 (dal 1 ° agosto 2019 al 31 luglio 2020). I dati di vendita sono stati influenzati dal periodo di blocco della produzione da sei a otto settimane dell’azienda, dall’interruzione parziale delle forniture e dalla chiusura temporanea dei concessionari a seguito del blocco del coronavirus da marzo a maggio 2020. La ripresa della produzione ha segnato l’inizio di una fase di crescita che ha avuto un impatto notevole verso la fine dell’anno fiscale e continua senza sosta. Di conseguenza, il portafoglio ordini EHG RV era di 1,38 miliardi di euro al 31 luglio 2020, con un aumento di 606,7 milioni di euro, o 79 percento, rispetto ai 767,1 milioni di euro al 31 luglio 2019. L’aumento della domanda è evidente anche nelle nuove immatricolazioni di veicoli ricreazionali in tutta Europa all’inizio dell’anno fiscale 2020/2021. Il CEO di EHG Martin Brandt: “Abbiamo assistito a un aumento della domanda al dettaglio dopo il blocco, portando le scorte dei concessionari a livelli storicamente bassi e il nostro portafoglio ordini di fine anno a un livello record. Allo stesso tempo, c’è un crescente interesse per lo stile di vita dei camper da parte di nuovi gruppi di clienti”. Tuttavia, le restrizioni della pandemia hanno avuto un chiaro impatto sul periodo di riferimento. Il fatturato da agosto 2019 a luglio 2020 è stato di 2,24 miliardi di euro, rispetto ai 2,36 miliardi di euro dello stesso periodo dell’anno scorso, segnando un calo del 5%.

Forte aumento delle vendite di camper in Spagna a luglio rispetto al 2019 La Spanish Caravan Trade Association, ASEICAR, afferma che nel luglio 2020 è stato registrato il 46% in più di veicoli ricreazionali in Spagna rispetto allo stesso mese del 2019. Nel luglio 2020, dei 1.925 veicoli registrati, 401 erano caravan (21%), 1.134 camper (59%) e 390 camper van (20%). Rispetto allo stesso mese del 2019, le caravan sono aumentate del 37%, da 293 a 401 unità, mentre camper e camper van insieme sono aumentati del 49%, da 1.026 a 1.524 veicoli. Sterckeman è stato il marchio di caravan più venduto in Spagna nel luglio 2020. Gli altri marchi in cima alla classifica delle vendite del mese includono: Adria, Caravelair, Knaus e Weinsberg, Bürstner, Hobby, Fendt e Dethleffs. Per le vendite di camper, Benimar era il leader di mercato con una quota del 10%, seguita da McLouis. Gli altri marchi che hanno venduto 50 o più veicoli a luglio 2020 includono: Adria, Pilote, Carado, Challenger, Pla, Rapido, Bürstner, Roller Team. Nei camper, il marchio con il maggior numero di immatricolazioni è stato Volkswagen con una quota di mercato del 13%, seguita da Adria, Benimar e Weinsberg.

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news Lorenzo Manni è il nuovo Vice President Sales, per il settore RV Europe, di Lippert Components Lippert Components ha annunciato la nomina di Lorenzo Manni al ruolo di Vice President Sales, RV Europe. Lorenzo Manni (36 anni) è laureato in Relazioni Internazionali all’Università di Firenze, parla sei lingue e lavora nel settore veicoli ricreazionali da nove anni. “Lorenzo è stato parte integrante della nostra strategia di crescita in Europa sin dall’inizio, prima come nostro partner commerciale e poi come collega. La sua esperienza nel settore e la conoscenza dei clienti ci aiuteranno a portare le nostre vendite nel settore camper in Europa a un livello superiore” dice Jim Menefee, Presidente del Gruppo LCI in Europa. Lorenzo e la neonata organizzazione di vendita serviranno diverse aziende in Europa, inclusi i segmenti OEM e Aftermarket RV, nonché l’industria delle navi da crociera. La struttura commerciale riporterà direttamente a Jim Menefee, presidente del gruppo di LCI Europe. “In qualità di Direttore delle vendite, RV Europe, avevo il compito di unificare tutte le nostre unità aziendali italiane in un’unica organizzazione di vendita e di costruire un team forte e competente. Abbiamo ora completato questa fase e, nel mio nuovo ruolo, la sfida sarà fornire un servizio strutturato ed efficiente a tutte le divisioni di LCI in Europa, inclusa Polyplastic”, ha affermato Lorenzo Manni. “Sono orgoglioso e grato per la fiducia che l’azienda ripone in me. In piena armonia con il modo di operare di LCI, infatti, i nostri sforzi saranno tutti mirati a creare una struttura di vendita con referenti unici, che rendano sempre più semplice per il cliente intrattenere rapporti con LCI”. Michele Checcucci, CEO di LCI, RV Italy, commenta: “Lorenzo ha l’esperienza, le capacità e il background culturale per guidare l’orga-

nizzazione di vendita di LCI in Europa. Sono convinto che la sua capacità di fare squadra e di formare altri leader sarà determinante per la crescita di LCI. Sono lieto che la sua professionalità sia a disposizione di Jan Cees e del resto del team LCI Europe RV.” Per quanto riguarda Polyplastic, ci sarà un periodo di transizione durante il quale gli account manager della divisione vendite saranno formati sui prodotti e sulla cultura aziendale LCI. Il team di gestione del prodotto Polyplastic continuerà a collaborare con gli attuali account commerciali per tenerli aggiornati su problemi tecnici e di prodotto. “Sono entusiasta che sia Lorenzo a guidare il team di vendita di Polyplastic RV. La sua grande esperienza porterà un alto potenziale per Polyplastic come fornitore leader di finestre dai contenuti innovativi”, ha affermato Jan Cees Santema, amministratore delegato di Polyplastic. Oltre allo sviluppo del mercato in Europa, la neonata organizzazione commerciale ha il compito di creare opportunità e sinergie tra Nord America ed Europa. Ciò include strategie volte ad espandere il numero di prodotti europei disponibili nel mercato americano e viceversa.

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news Le nuove immatricolazioni di RV in Europa rimangono stabili nonostante i lockdown Le nuove immatricolazioni totali di caravan e camper in Europa sono diminuite solo dell’1% nei primi sette mesi del 2020, nonostante i blocchi imposti dalla pandemia di coronavirus. Dopo una brusca flessione in molti paesi europei in primavera, le nuove immatricolazioni di camper e caravan sono di nuovo in forte aumento da giugno. In totale, dall’inizio dell’anno sono stati immatricolati 153.024 veicoli ricreazionali, solo l’1,2% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I dati di luglio dimostrano in modo impressionante che l’inversione di tendenza è stata completata in tutta Europa: le nuove immatricolazioni sono aumentate del 61,4% rispetto a luglio 2019. Tutti i mercati (ad eccezione della Norvegia) sono aumentati almeno del 20%. “Con un camper o una caravan si viaggia solo con le persone della propria famiglia, che è in gran parte autosufficiente per il sonno, la cucina e le dotazioni sanitarie. Ciò rende questa forma di vacanza, oggi, particolarmente sicura e popolare”, spiega Jost Krüger, Segretario generale della European Caravan Federation (ECF). La Ger-

mania continua ad essere il mercato più grande in Europa con 70.551 RV di nuova immatricolazione. Dall’inizio dell’anno ha registrato una crescita del 15,3% rispetto al risultato record dello scorso anno. Questo non si può dire per molti altri paesi importanti. La Francia, che ha dovuto registrare cifre di contagio significativamente più elevate e ha adottato misure più drastiche per combattere la pandemia, è ancora il secondo mercato più grande con 21.574 nuove registrazioni (meno 8,5%). Anche Italia (5.022 veicoli), Spagna (4.978 veicoli) e Regno Unito (13.870 veicoli), anch’essi gravemente colpiti dalla pandemia, hanno subito perdite rispettivamente dell’8,4%, 19,7% e 36,3%. Oltre alla Germania, il trend è stato particolarmente positivo in Austria (2.411 veicoli) con una crescita dell’11,8%, in Danimarca (2.972 veicoli) con un più del

20,1% e in Finlandia (2.074 veicoli) con un incremento del 14,7%. Le nuove immatricolazioni nei principali mercati di Paesi Bassi (6.944 veicoli), Svizzera (5.372 veicoli) e Svezia (5.168 veicoli) hanno mantenuto i buoni risultati dei primi sette mesi del 2019. Le nuove immatricolazioni di camper hanno superato del 4% l’anno precedente, con un totale, fino a luglio compreso, di 103.447 in tutta Europa. Le immatricolazioni di caravan invece non sono state in grado di mantenere il livello dei primi sette mesi del 2019, scendendo del 10,6% a 49.577 veicoli.

AL-KO: il nuovo Chief Operating Officer

Aqua-Hot: il nuovo direttore delle operazioni

Dal 1° settembre 2020, Markus Siegner (51 anni) è il nuovo Chief Operating Officer (COO) di AL-KO Vehicle Technology Group. Nel suo nuovo ruolo, assumerà la gestione globale dell’attività operativa del gruppo. I suoi compiti comprendono la gestione, il controllo e l’organizzazione di tutti i processi operativi aziendali nelle aree di produzione, qualità, logistica e acquisti. Markus Siegner succede a David Kasul, che lascia il gruppo come previsto dopo quattro anni di servizio di successo. “Con Markus Siegner, AL-KO Vehicle Technology Group ha acquisito un manager esperto nelle aree di produzione, pianificazione e controllo delle unità aziendali e organizzative”, afferma Harald Hiller, Presidente e CEO di AL-KO Vehicle Technology Group. “Con le sue conoscenze specialistiche e gestionali, darà un contributo significativo per continuare a mantenere la qualità, sicurezza e comfort dei nostri prodotti e servizi per la massima soddisfazione del cliente”.

Aqua-Hot, il marchio Airxcel specializzato in sistemi di riscaldamento per camper, ha nominato Nick Westaby alla carica di direttore delle operazioni. In questo ruolo, Westaby gestisce l’operatività quotidiana completa della catena di produzione e fornitura di Aqua-Hot. Westaby ha una vasta esperienza di leadership nella produzione globale snella e nelle vendite tecniche. Entra nel settore RV dopo 21 anni alla Halliburton, dove, più recentemente, ha ricoperto la posizione di senior manager, miglioramento continuo globale. Ha conseguito un Master in Project Management presso l’Università di Aberdeen e un BSc Hons presso la Robert Gordon University, entrambi in Scozia, Regno Unito. “Siamo lieti di avere Nick che ricopre questo ruolo fondamentale in AquaHot”, ha affermato Salihagic, direttore generale. “Il suo background e la sua esperienza aggiungono prospettive uniche al modo in cui produciamo, miglioriamo continuamente i nostri processi ed espandiamo il nostro servizio impareggiabile ai nostri partner impegnati”.

Eberspächer piange la perdita improvvisa di Heinrich Baumann Il gruppo Eberspächer piange l’improvvisa perdita del suo Managing Partner, Heinrich Baumann, 54 anni, morto inaspettatamente il 18 settembre dopo aver subito un arresto cardiaco durante un’escursione in montagna nelle Alpi del Tegernsee. Dal 2004, Heinrich Baumann, pronipote del fonda-

tore dell’azienda, ha plasmato il destino del gruppo Eberspächer e ha contribuito in modo significativo al suo sviluppo di successo. Lascia la moglie e due figli. Durante il suo mandato l’azienda è cresciuta in tutto il mondo da circa 5.000 a 10.000 dipendenti in 80 sedi.

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a tu per tu con françois feuillet

Uno spirito guida senza tempo Abbiamo incontrato François Feuillet, fino al mese di settembre CEO di Trigano e presidente dell’ECF (European Caravan Federation). Gli abbiamo posto alcune domande per farvi conoscere più a fondo l’uomo dietro l’imprenditore.

Testo di Antonio Mazzucchelli

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rancese, 72 anni, Feuillet gestisce Trigano dal 1981, dopo aver lavorato come revisore contabile (KPMG), direttore finanziario e direttore generale del gruppo Singer e della Compagnie Française du Meuble. Ha acquisito il controllo di Trigano nel 1986, ha quotato la società in borsa e ha avviato una forte politica di acquisizione. Oggi Trigano dà lavoro a 9000 persone in 14 paesi e ha registrato vendite per 2.183,1 milioni di euro nell’anno finanziario 2019/2020. Dal 1 ottobre 2020, François Feuillet non è più presidente del Consiglio di amministrazione di Trigano SA, incarico che è passato a Stéphane Gigou. Ma è membro del Comitato esecutivo. Da gennaio 2021 in poi sarà responsabile del comitato strategico. Mantiene la sua posizione di azionista di maggioranza di Trigano e ha responsabilità nelle associazioni ECF (come vicepresidente), APC e UNIVDL. Lei aveva annunciato, già un paio di anni fa, il proprio ritiro nel 2020. Nel settore, però, ci credevano in pochi. È andato tutto come previsto? François Feuillet: Sì, Il mio obiettivo era lasciare la responsabilità operativa diretta nel 2020. La mia idea era trovare l’organizzazione idonea e l’uomo adatto per una successione che fosse efficiente e anche migliorativa. Qualche tempo fa mi sono reso conto che nel 2017 avevo dichiarato a Le Figaro che avrei lasciato l’azienda nel 2020. Ora i tempi sono maturi. Per riorganizzare il gruppo e preparare la successione ci voleva l’uomo giusto e questo ha richiesto tempo. E Stephan Gigou è l’uomo giusto? François Feuillet: Stephan Gigou è un uomo con una visione chiara. L’ho visto gestire il reparto veicoli commerciali della Fiat con qualità. Tra Fiat e Trigano ci sono rapporti stretti e ho apprezzato il suo modo di lavorare. È un uomo giovane, 48 anni, con grandi ambizioni, che ha raggiunto successi con Peugeot e Fiat e ha avuto una carriera abbastanza veloce. È un uomo carismatico e il carisma è una qualità importante per gestire gli altri. È un manager con esperienza nell’automotive, nella distribuzione attraverso la rete dei concessionari, nello sviluppo del prodotto e nel marketing. Ovviamente non ha una grande esperienza nella produzione, ma negli acquisti sì. Dunque mi è sembrato che tutte le qualità che cercavo per il mio successore fossero concentrate nella persona di Stephan Gigou. Lei lascia il comando di Trigano ma ne mantiene il ruolo azionario. Quale scenario si prospetta per il suo futuro? Ha intenzione di dedicarsi progressivamente al suo tempo libero o continuerà a seguire Trigano da vicino e a ricoprire ruoli istituzionali nel settore? François Feuillet: Ovviamente voglio dedicare più tempo ai viaggi con il mio camper e a lavorare nella mia azienda vinicola che produ-

ce uno dei vini migliori del mondo. Sono due attività alle quali oggi non dedico abbastanza tempo, ma voglio anche mantenere il mio forte legame con Trigano. Sono nel consiglio d’amministrazione insieme a mia moglie e sarò nel comitato strategico. Vorrei anche avere la responsabilità di alcuni progetti di sviluppo necessari per il futuro, ma questo lo vedremo con Stephane Gigou, perché sarà lui a prendere decisioni in merito, eccetto per l’aspetto strategico nel quale mantengo il mio ruolo e i miei obiettivi personali che ritengo indiscutibili. Il Gruppo Trigano ha partecipato alle principali fiere di caravanning che sono state confermate per il 2020: Düsseldorf e Parma. Perché, secondo lei, è stato importante che anche in questo anno particolarmente difficile il nostro settore abbia mantenuto queste fiere? François Feuillet: Penso che sia importante partecipare a queste fiere perché, sebbene siano costose, hanno un ritorno molto importante per la nostra azienda. In Germania, la rete di vendita Trigano non è forte come quella del nostro principale concorrente, ma abbiamo potuto riequilibrare questa situazione alla fiera di Düsseldorf, e ciò è molto importante per i nostri rivenditori e le nostre vendite. Per quanto riguarda Parma, è molto chiaro che senza una fiera non ci sarebbe più mercato per i camper in Italia poiché la rete di vendita non è in grado di sostenersi senza questa fiera, dove vengono effettuate oltre il 25 percento delle vendite annuali. Solo alla fiera di Parma le persone possono vedere, nello stesso luogo, tutti i veicoli di tutti i produttori. I rivenditori in Italia non sono numerosi, sono distanti tra loro e hanno uno stock abbastanza limitato di modelli in esposizione, quindi le persone, per avere una panoramica di ciò che offre il mer-

cato, dovrebbero percorrere molti chilometri. Una fiera è un evento davvero unico per il pubblico: vedere così tanti veicoli tutti insieme e quindi prendere una decisione. Se i clienti non partecipano alla fiera, non sono in grado di prendere decisioni di acquisto e il mercato scende. Abbiamo quindi una motivazione strategica per partecipare alle fiere principali. Inoltre, non partecipare alle fiere per risparmiare è una visione a breve termine. Penso che un’azienda come Trigano dovrebbe guardare al medio e lungo termine e aiutare, in anni difficili, le organizzazioni fieristiche, perché senza di esse non saremmo forti come siamo. Ultimo ma non meno importante motivo: la tradizione, che deve essere mantenuta anche in un anno difficile, proprio come il Tour de France nel ciclismo: nonostante tutte le difficoltà attuali, c’è stata la volontà di organizzarlo anche quest’anno, perché è una tradizione. Se la nostra industria non mantiene la tradizione, perderemo la nostra cultura. Trigano è in grado di pagare per queste fiere, poiché non abbiamo bisogno di risparmiare denaro e pensiamo che queste manifestazioni abbiano portato, portino e porteranno un buon ritorno a Trigano. I media stanno dedicando grande attenzione alla vacanza en plein air, in tutta Europa e anche fuori. Ritiene che questa campagna promozionale possa portare un pubblico nuovo? François Feuillet: Durante il lockdown in Francia guardavo la televisione e osservavo che la pubblicità era poca e concentrata su poche tipologie di prodotti. Sapevo che la gente chiusa in casa aspirava alla libertà, e questa libertà poteva essere offerta dal camper. Quello era il momento perfetto per presentare i valori della vacanza in camper: libertà, risparmio e ri-

Cambio al vertice di Trigano

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l 30 settembre si è riunito il consiglio di vigilanza del gruppo Trigano e ha preso atto delle dimissioni dal consiglio di amministrazione di François Feuillet dalla sua funzione di presidente del CdA e di Marie-Hélène Feuillet dalla sua funzione di managing director. Lo stesso consiglio ha nominato Stéphane Gigou membro e presidente del consiglio di amministrazione. Di conseguenza, il consiglio di amministrazione comprende ora cinque membri: Stéphane Gigou (presidente), Michel Freiche (managing director), François Feuillet, Marie-Hélène Feuillet e Paolo Bicci. François Feuillet e Marie-Hélène Feuillet, insieme ai membri della famiglia Feuillet, rimangono l’azionista di maggioranza con la proprietà del 57,80% del capitale e il 69,31% dei diritti di voto.

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a tu per tu con françois feuillet dio alla rete. Infatti, oltre al rigoroso rispetto della salute della nostra forza lavoro e delle famiglie, il nostro obiettivo principale era aiutare la rete a sopravvivere. Per Trigano non c’erano problemi, ma c’erano per i concessionari, attività commerciali che spesso non hanno una buona salute finanziaria.

per comprare. Ma ha paura che i suoi figli non abbiano futuro, che perdano il lavoro, che non possano pagare il mutuo o non ci siano i soldi per gli studi dei nipoti. Tutto ciò fa posticipare l’acquisto del camper. Dobbiamo cercare di creare una nuova clientela e aumentare l’interesse per questo tipo di vacanza. Altrimenti ci sarà un calo del mercato come è accaduto nel 2008. Il mercato era riuscito a recuperare i livelli del 2008 grazie alla Germania, che ha meno problemi di solidarietà tra generazioni. Quando i tedeschi sono in difficoltà economica, spendono. Quando i francesi sono in difficoltà economica, risparmiano. E lo stesso vale per gli italiani.

Cosa può fare un grande costruttore per trovare formule capaci di affrontare un nuovo segmento di mercato come quello dei van, nel quale è più facile entrare per una start up? François Feuillet: Il gruppo Trigano produce van da molto tempo. Abbiamo comprato nel 2004 un costruttore di van che aveva una produzione di circa 75 veicoli all’anno e oggi ne fa migliaia. Abbiamo messo ciò che sappiamo fare, ovvero una produzione industriale che ci dà, ovviamente, un vantaggio enorme rispetto ai costruttori con volumi più contenuti. I piccoli costruttori di van sono tutti falliti oppure hanno venduto a grandi gruppi. In conclusione, le start-up non sono minacce perché è molto difficile per loro ottenere i costi di produzione che abbiamo oggi grazie alla nostra produttività e capacità di acquisto. Il rischio e la competizione non è con le startup ma con i costruttori di automobili, come per esempio Volkswagen e Mercedes, che producono i propri veicoli a livello industriale.

Come ha reagito Trigano durante il periodo di lockdown, siete riusciti a contenere i danni e come? François Feuillet: Durante la chiusura c’era ben poco da fare. Molti Stati hanno deciso che fabbriche e concessionari dovevano chiudere, dunque non si è potuto fabbricare né consegnare. L’idea era di sopravvivere e fare cassa per uscire ancora più forti dalla crisi. In Trigano godiamo di ottima salute finanziaria e abbiamo vissuto quel momento con grande tranquillità. Abbiamo cercato di fare cassa riscuotendo gli arretrati che dovevano entrare dai concessionari di tutta Europa e abbiamo pagato i nostri fornitori. Abbiamo organizzato il rientro dei lavoratori, abbiamo negoziato con i sindacati e siamo tornati velocemente alla produzione. Abbiamo posticipato l’introduzione della gamma 2021 per non dare fasti-

Quale è stata la sfida professionale più difficile che ha dovuto affrontare? François Feuillet: Sono 39 anni che mi trovo al timone di Trigano e mai ho pensato di lasciare nei momenti difficili. Per esempio nel 2008, quando ci siamo trovati con troppo stock e abbiamo dovuto ridurre in maniera drastica la capacità produttiva per ricostruire una situazione finanziaria favorevole. Oppure, negli anni ottanta, quando Trigano era un’azienda in perdita, piccola. Produrre tende in Francia, infatti, di fronte alla concorrenza cinese o di paesi come la Romania era molto difficile. Abbiamo dovuto chiudere fabbriche, portare la produzione altrove. Poi c’è stato il crollo del mercato della caravan. Quando sono entrato in Trigano nell’81, il mercato della caravan contava oltre 90mila pezzi: oggi in Europa si aggira sui 60mila. Il mercato si è ridot-

Trigano VDL

spetto dell’ambiente. A questi si è aggiunto anche un quarto elemento: la sicurezza sanitaria. Abbiamo creato un messaggio pubblicitario con filmati di repertorio e in Francia abbiamo lanciato una campagna televisiva imponente: oltre 1200 spot che abbiamo acquistato a un costo molto basso. In questo modo tutti i concessionari che in quel momento erano chiusi e preoccupati per il futuro hanno visto che qualcuno tra i costruttori si stava muovendo. Su Google abbiamo riscontrato immediatamente un’impennata delle ricerche sulle parole “caravan”, “camper” e tutte le altre parole chiave dell’industria. La campagna pubblicitaria è andata in onda dal 22 aprile al 22 maggio e l’11 maggio i concessionari francesi hanno potuto riaprire, sfruttando l’interesse generato dalla nostra operazione promozionale. Abbiamo anche affiancato una campagna di pubbliche relazioni per ottenere una copertura completa. Speriamo di aver dato sollievo ai concessionari con un’iniezione di liquidità che li metta in grado di comprare i nuovi veicoli delle gamme 2021. Stanno arrivando nuovi clienti poiché abbiamo aggiunto valore al nostro prodotto e l’abbiamo spiegato ampiamente. Lo stesso vale per altri paesi europei.

Questo interesse del mercato sarà un fuoco di paglia o potrebbero esserci dei risvolti positivi nel medio e nel lungo periodo? François Feuillet: Non è possibile prevederlo, ma è meglio prendere il fuoco di paglia quando c’è. Ci sarà un problema di crisi economica, che oggi non si vede in Europa, ma che si vedrà. Non si può perdere il 12% di PIL senza aveHeadquarter di Adria Mobil re delle conseguenze. L’acquisto di un camper si può posticipare oppure si può decidere di non comprarlo o non sostituirlo. Lo abbiamo visto nella crisi finanziaria del 2008, ed è dovuto, in tutta Europa, alla solidarietà tra generazioni. Ovviamente il cliente che compra un camper non ha grossi problemi: spesso è in pensione, ha estinto il mutuo della casa, è anziano e ha la disponibilità 14

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François Feuillet nelle vesti di Presidente dell’ECF insieme a Jost Krüger, Segretario Generale dell’ECF

to in modo incredibile. Ma la vita non è stata sempre difficile, perché abbiamo anche avuto una crescita di immatricolazioni dei camper durata 14 anni, fino al 2007. C’è qualcosa che non è riuscito a portare a termine? François Feuillet: Più o meno ho fatto tutto ciò che ho voluto. Ha mai fatto degli errori? François Feuillet: Sì, spesso! Ho creato aziende che non sono mai riuscito a far funzionare con soddisfazione. Ho cercato di diversificare ma senza risultati positivi. Ma ho sempre cercato di andare avanti. Si dice che “errare humanum est, perseverare diabolicum”. Io dico che “errare humanum est” ma perseverare è per gli uomini che hanno visione a lungo termine e che vendono qualità. Anche se si compie un errore bisogna cercare di andare avanti e molto spesso si trova una soluzione. Lei è molto potente e temuto. Ma ci pare che dalle aziende del gruppo Trigano si vada via quando si arriva alla pensione, non prima. È vero? François Feuillet: È vero, i nostri dipendenti lasciano Trigano quando arrivano alla pensione. Conosco persone che in tutta la carriera hanno lavorato solo per il gruppo Trigano… per 45 anni. Penso che Trigano dia ai dipendenti un progetto di lavoro, di crescita, di forza. Che abbiano la possibilità di scalare le posizioni. I nostri dipendenti spesso hanno anche 4 o 5 avanzamenti di carriera. In Trigano aumentiamo spesso gli stipendi perché i nostri lavoratori abbiano sempre un giusto riconoscimento. Dopodiché ho dei grandi difetti. Il più importante è che vedo sempre gli aspetti negativi e quando qualcuno, nel suo lavoro, ha lavorato male anche solo per il 5% del totale, io inizio la riunione con lui sempre sottolineando dapprima quel 5%. Non inizio mai complimentandomi. Ma credo che questo modo di fare, nel lungo periodo, venga apprezzato.

serba? François Feuillet: Ho avuto dei rapporti ottimi con questi due personaggi. Con Erwin Hymer è stato un rapporto molto onesto. Quando hanno avuto problemi di produzione, Trigano, è stata terzista di Hymer: abbiamo prodotto delle caravan per loro. Abbiamo sempre condiviso le idee ed era davvero un rapporto incredibile. Quando ha iniziato ad avere problemi di salute è stata una grande difficoltà, perché ritengo che Erwin Hymer fosse l’uomo più importante del nostro settore. Un industriale di grande qualità. Anche con Pieluigi ho avuto rapporti altrettanto incredibili e importanti. Forse mi è dispiaciuto che lui abbia venduto PLA al gruppo Rapido e non a me, ma era già abbastanza anziano e gli errori sono possibili. In questo settore abbiamo avuto la fortuna di avere degli imprenditori d i qualità, che hanno sostenuto il lavoro negli anni. Parliamo an-

che di personaggi come Harald Striewsky di Hobby, un altro imprenditore di lungo corso, ed ovviamente di Pierre Rousseau, il padrone di Rapido. Nel nostro settore non eravamo società finanziarie che cambiano azionista ogni quattro anni o società che operano male e falliscono. Fortunatamente eravamo aziende a conduzione familiare gestite da imprenditori con una visione chiara e la condivisione degli stessi valori. A cosa ha dato più valore nella vita? François Feuillet: Alla qualità della parola. Secondo me: mai dire bugie e quando si prende un impegno bisogna ricordare che non è solo per business ma è per la vita. Lei è un uomo molto ricco. Forbes quantifica il suo patrimonio in 1.2 miliardi di dollari. Allo stesso tempo lei è conosciuto come un uomo molto parsimonioso. Come spende

Due figure simbolo per il nostro settore, Erwin Hymer e Pier Luigi Alinari, non ci sono più: quali erano i suoi rapporti con questi due imprenditori e che ricordo ne il suoi soldi? François Feuillet: Non spendo. Perché fino a oggi non avevo tempo. E, soprattutto, ciò che mi piace non costa tanto. Il mio interesse nella vita non è soddisfare i bisogni, perché quando hai soddisfatto un bisogno non hai più un obiettivo da perseguire. Io ho sempre fatto le cose passo dopo passo. Ovviamente ho comprato dei vigneti per produrre il mio vino, ma a quell’epoca costavano relativamente poco. Io penso che soddisfare i propri bisogni spendendo molto denaro non porti alla vera felicità.

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a tu per tu con ludovica sanpaolesi

Un’esperienza a tutto campo per il nuovo DG di APC Dal 1 settembre 2020 Ludovica Sanpaolesi è il nuovo Direttore Generale dell’Associazione Italiana Produttori Caravan e Camper. Una professionista con un’esperienza trentennale nel settore e una formazione che spazia in tutti gli ambiti, dal marketing al commerciale, dal prodotto alle relazioni con la clientela. L’abbiamo incontrata al Salone del Camper 2020. Testo di Antonio Mazzucchelli

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udovica Sanpaolesi è il nuovo Direttore Generale dell’Associazione Italiana Produttori Caravan e Camper (APC). Scelta all’unanimità dal Consiglio Direttivo dell’Associazione, Sanpaolesi si è insediata il 1 settembre 2020, portando con sé una esperienza trentennale nel settore del caravanning. Il nuovo Direttore Generale di APC ha infatti ricoperto molteplici ruoli manageriali, anche a livello internazionale, in una grande azienda del settore camper (Laika) fino dal 1990. Tra le posizioni ricoperte da Sanpaolesi vi sono quelle di direttore marketing, direttore commerciale, responsabile del prodotto e del servizio clienti, che le hanno 16

permesso di conoscere in modo approfondito le tematiche e le dinamiche del mondo del caravanning. L’abbiamo intervistata al Salone del Camper 2020. Ci racconti i suoi esordi in questo settore… Ludovica Sanpaolesi: Fresca di università, nel lontano 1990, sono approdata in Laika Caravans con la funzione di assistente di direzione e assistente all’export manager. Ho cominciato ad appassionarmi in modo rilevante a questo mondo. Dopo un anno mi hanno affidato la responsabilità dell’ufficio stampa e poi dopo un altro anno, dato che parlavo tedesco, mi hanno chiesto se avessi

voglia di occuparmi del commerciale in Germania dato che Laika non aveva all’epoca una vera rete vendita. Qui ho cominciato a creare una rete commerciale e abbiamo avuto soddisfazioni e buoni risultati. Poi nell’anno 2000, la famiglia Moscardini ha venduto Laika al Signor Erwin Hymer e le mie funzioni si sono estese all’area marketing. Sono stata responsabile marketing per molti anni, e ho avuto contemporaneamente la responsabilità commerciale per tutta Europa. Poi c’è stato il passaggio all’Erwin Hymer Group, e ho cominciato a collaborare con colleghi in tanti paesi europei. Naturalmente sono stata avvantaggiata perché parlo tedesco, francese

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e inglese e questo mi ha dato la possibilità di rapportarmi in modo semplice con tutti. Negli ultimi otto anni mi sono occupata anche di sviluppo dei prodotti, e ho potuto approfondire la parte relativa alla filiera. Sono stata anche responsabile del servizio clienti.

avuto tutti gli elementi di valutazione visto che bene o male, con molti ci conosciamo da trent’anni…

Lei ha partecipato alle attività di APC in questi anni? Ludovica Sanpaolesi: Ho “Bisognerebbe riusci- partecipato alle attività di APC soprattutto dal 2003 re a fare sistema an- al 2008, un quinquennio che sull’accoglienza, in cui ero molto presente e perché purtroppo in facevo parte del comitato marketing, abbiamo avviaItalia c’è molta fram- to le attività sui bandi per mentazione nella ri- le aree di sosta e poi abbiacettività. Dovremmo mo realizzato anche il primo logo dell’associazione, presentarci all’estero che a tutt’oggi è ancora il come una filiera che logo ufficiale. Mi sento ha una direzione e una quindi ancora un po’ figlia di questa Associazione, per strategia globale”. così dire.

io sono una persona abituata al lavoro con una buona dose di operatività. Mi piacerebbe lavorare sugli obiettivi, insieme alla squadra e avere risultati concreti. Far aumentare il numero di immatricolazioni in Italia, per esempio…

Con tutti questi ruoli nella Quale potrebbe essere la strategia in quesua carriera professionale, sta direzione? quale bagaglio di esperienLudovica Sanpaolesi: Penso che si dovrà za porta oggi in APC? lavorare con tutto il network e con investiLudovica Sanpaolesi: menti che dovranno essere calendarizzati Come responsabile markein maniera più omogenea durante l’anno. ting e commerciale per l’EuNel settore abbiamo “best practices” tra le ropa ho avuto la possibilità associazioni europee, che hanno una lunga di conoscere tutti (o quasi) esperienza nel campo. Non intendo dire che gli operatori di questo settodobbiamo copiare dagli altri, perché noi abre. Ho capito meglio le sfacbiamo la nostra tipicità, ma se un’iniziativa cettature e i problemi di queo un progetto danno buoni risultati altrove, sto business e ho compreso non vedo perché non ci si possa lasciar ispile non semplici dinamiche rare anche nel nostro Paese. In questo la mia della distribuzione. Da semcultura europeista potrà certamente aiutare. pre il rapporto con voi giorVoglio precisare che io ho delle idee che nalisti è stato illuminante, perché mi ha dato Cosa non le piace dell’APC di ieri e cosa nascono sulla base della mia esperienza nel la possibilità di ampliare lo sguardo all’oriz- vorrebbe dall’APC di domani? corso di questi trent’anni. Ma non sono il zonte verso altre aziende, comparti collaterali Ludovica Sanpaolesi: Confesso che a me Presidente dell’Associazione, sono il direttoe conoscere tutta la filiera: i componentisti e interessa piuttosto l’APC di domani. Mi re generale. Pertanto, devo e voglio seguire i fornitori. Ma l’esperienza che mi ha arric- piacerebbe poter sposare la filosofia di fare le linee guida che il CDA dell’Associazione chito di più è stata quella di responsabile del rete e – forse – le mie esperienze precedenti vorrà fornirmi. servizio clienti. Non dobbiamo mai dimenti- potranno aiutarmi in questo. Anzi, è spesso care che lavoriamo in questo settore grazie proprio grazie alle conoscenze nel settore Quali sono i vantaggi di iscriversi ad APC. alle migliaia di clienti finali che hanno deciso che si può avere anche una marcia in più: il Ludovica Sanpaolesi: Naturalmente l’accesdi investire in questo tipo di so ai dati relativi alle immavacanza. È stato molto im“Anche se la mia è una carica istituzionale, sono abi- tricolazioni, che permettono portante per me conoscere agli imprenditori di capire i più a fondo le loro esigen- tuata al lavoro con una buona dose di operatività. Mi trend che ci sono a livello ze, le loro aspettative, i loro piacerebbe lavorare sugli obiettivi, insieme alla squadra nazionale, ma anche regiosogni, perché vendere un e avere risultati concreti. Far aumentare il numero di nale. Si tratta di statistiche camper è vendere uno sticon un livello molto alto di le di vita, un sogno, anche immatricolazioni in Italia, per esempio…” affinamento. Poi abbiamo un giocattolo se vogliamo. un servizio che io vorrei poVendi la proiezione che il cliente ha del suo networking è fondamentale. Confido molto tenziare, cioè quello delle informazioni dei tempo libero che, nel suo immaginario, dovrà sul supporto che altri professionisti del set- tavoli tecnici. Vorrei attingere a quelle che essere sorprendente. Questo ci dà anche una tore, che io ho avuto la fortuna di conoscere sono le novità in termini di omologazioni, grande responsabilità, perché non siamo solo in questi anni, potranno dare. Un altro ele- normative tecniche, tutto quel che c’è da sadegli operatori del business, ma abbiamo an- mento che ritengo importante è poter dare pere sugli sviluppi e questo può interessare che una responsabilità sociale: mandiamo le concretezza alle strategie di APC. anche i componentisti. Faccio riferimento, persone in vacanza e questo fa parte dell’ar- Anche se la mia è una carica istituzionale, per esempio, all’annosa questione dei limiti ricchimento di una società. Il nostro business è un modo vero e autentico per fare toccare Il sito web di APC - www.associazioneproduttoricamper.it con mano alle persone delle realtà culturali diverse dalla propria. Da trent’anni nel settore. E ora in APC. Ludovica Sanpaolesi: Quest’anno è successa una cosa particolare. L’Associazione Produttori Caravan e Camper cercava un nuovo direttore generale e sarebbe stato auspicabile che questa persona avesse già un background abbastanza consistente nel nostro settore per non perdere troppo tempo nella formazione. Insomma, non so bene come, ma di fatto mi sono ritrovata in questo ruolo. Quello che mi fa molto piacere, e devo dire è un po’ un assegno in bianco del quale sento anche la responsabilità, è stato che la scelta è stata fatta all’unanimità dai soci. Penso che abbiano

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a tu per tu con ludovica sanpaolesi

Caro Presidente dell’Enit, Giorgio Palmucci... Mercoledì 16 settembre alle ore 18.30 si è svolto un incontro virtuale dal titolo “Tavolo per il Turismo all’Aria Aperta” promosso dalla rivista Plein Air al quale hanno preso parte APC-Associazione Produttori Camper e Caravan, Assocamp, Assocamping Confesercenti, FAITA FederCamping e il presidente dell’Enit, Giorgio Palmucci. Riportiamo in questo spazio l’intervento integrale di Ludovica Sanpaolesi rivolto al presidente dell’Enit, che offre un quadro molto esaustivo del nostro settore. “APC è un’associazione che riunisce 50 aziende, fra produttori di caravan e camper e produttori di componentistica. Il comparto produttivo nella sola Italia fattura circa un miliardo e mezzo e dà lavoro a 7.000 addetti. L’Italia è al terzo posto tra i Paesi produttori in Europa: negli stabilimenti italiani vengono prodotti infatti circa 22.000 camper ogni anno, di cui oltre il 70% viene esportato. Al primo ed al secondo posto come Paesi produttori troviamo la Germania e la Francia e – a seguire – Regno Unito, Slovenia, Spagna, Ungheria, Svezia. Il parco circolante in Europa (è il dato relativo al 2019) è di 2.221.411 camper e 3.462.449 caravan, per un totale di 5.683.860. Ipotizzando che ogni equipaggio sia composto da 4 persone, parliamo di quasi 23 milioni di turisti itineranti. Chi possiede un camper o una caravan, sicuramente ne farà uso per le proprie vacanze. Quindi, questi 23 milioni di persone, sono turisti “certi”, che in vacanza con il loro camper o con la loro caravan ci andranno di sicuro. La questione aperta è in quale Paese europeo andranno in vacanza questi 23 milioni di persone. L’investimento per accedere al mondo del camper non è trascurabile: Infatti, il prezzo di acquisto dei camper varia da un minimo di 40/45.000 Euro fino a 100.000 Euro, con punte che arrivano anche a 150/180.000 Euro per i prodotti di altissima gamma. Questo dato ci fa capire che i camperisti non sono turisti “poveri”, che cercano di spendere il meno possibile per fare le vacanze: al contrario, sono turisti con ottime disponibilità economiche. Uno studio universitario ha indicato che un equipaggio di camperisti spende, al giorno, tra 200 e 250 Euro, soprattutto in prodotti enogastronomici – compresa la ristorazione - ed in prodotti culturali dei territori. Si tratta dunque di un tipo di turismo dai numeri assolutamente interessanti per il nostro Sistema Paese ed in particolare per il comparto del Turismo, fondamentale asset dell’Italia, dal potenziale enorme. Il camperista è inoltre un turista che si muove anche nei periodi di media e bassa stagione. Ed è un viaggiatore “slow”, che ama anche le mete lontane dal turismo di massa: piccole città, borghi, zone con attrattive naturalistiche e culturali. Magari soggiornando nei campeggi che sono strutture ricettive confor-

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tevoli, ben attrezzate e di sicuro gradimento. Riassumendo: i camperisti sono una risorsa preziosa per i territori che li ospitano e per i Paesi che li accolgono. Riuscire ad attrarre i camperisti esteri in Italia garantirebbe un incremento considerevole nel fatturato turistico. Non è un caso che Paesi “concorrenti” dell’Italia in campo turistico, come Spagna e Croazia, pubblicizzino la loro offerta su riviste e siti del settore camper in tutta Europa. Sul fronte interno, far sì che i camperisti italiani trascorrano le proprie vacanze in camper in Italia, rappresenta, a nostro parere, un elemento strategico per non perdere e non disperdere questo importante flusso turistico a favore di altri Paesi Europei. Siamo in tempi di pandemia. Il camperista è poco sensibile alla tematica di restare nel proprio Paese per motivi di sicurezza sanitaria, in quanto si sente già al sicuro – e lo è - all’interno del suo camper, in una sorta di “bolla sanitaria”. Pertanto, i camperisti, sia italiani che stranieri, sono potenzialmente molto propensi a spostarsi all’interno dell’Europa, proprio perché si sentono al sicuro dovunque vadano. La grande opportunità che ci si presenta è perciò – da una parte - quella di attrarre i camperisti esteri e farli venire in Italia e – dall’altra - quella di far restare in Italia i camperisti italiani. Non è un caso che nei Paesi a più antica tradizione della vacanza in caravan e camper, come Francia e Germania, già da molti anni, si investa in modo consistente per attrarre i camperisti. Un equipaggio di camperisti che sosta

in un territorio, probabilmente pernotterà in un campeggio, farà acquisti di prodotti tipici locali, visiterà i musei, le attrattive naturalistiche ed usufruirà anche della ristorazione locale. Vogliamo e dobbiamo sfatare il luogo comune che chi usa i veicoli ricreazionali, lo faccia per risparmiare. Non è così e i dati lo dimostrano. Infatti, i valori che ispirano i turisti ad andare in caravan e in camper sono la libertà, l’attenzione alla natura e all’ambiente e – soprattutto in tempi di Covid – anche la sicurezza sanitaria. Non il risparmio. Il turismo sta cambiando. Uno dei megatrend del futuro è rappresentato dall’individualismo. Il camper consente di decidere all’ultimo minuto quando partire, dove andare, quanto restare, in piena autonomia. Un altro megatrend è rappresentato dalla consapevolezza della necessità di diminuire l’impatto ambientale. I camper non “consumano” territorio (non cementificano) ed hanno un basso impatto ambientale. I Sistemi Paese che sapranno intercettare questi trend, offrendo accoglienza di qualità ai camperisti ed ai caravanisti, potranno beneficiare della presenza di questi turisti, italiani ed europei, ad alto potenziale di spesa. Non attirarli e non accoglierli sarebbe invece una perdita economica, che andrebbe a vantaggio di altri Paesi europei, i quali – da tempo – attuano politiche strutturali di investimento per attrarre i camperisti europei nei loro Paesi. Per l’Italia, riteniamo che questa sia un’opportunità da non perdere. Auspichiamo quindi di poter lavorare insieme su questo terreno di interessi comuni.

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“Non dobbiamo mai dimenticare che lavoriamo in questo settore grazie alle migliaia di clienti finali che hanno deciso di investire in questo tipo di vacanza. Vendere un camper è vendere uno stile di vita, un sogno, anche un giocattolo se vogliamo. Non siamo solo degli operatori del business, ma abbiamo anche una responsabilità sociale.”

di velocità in presenza di accessori installati sul camper all’esterno. Tra i vantaggi vi è anche quello di far parte di un’Associazione che raggruppa la filiera produttiva, e questo è un valore di tipo istituzionale. Un fornitore che è membro dell’Associazione di riferimento dei produttori di camper e caravan, dà alla sua azienda un’immagine più solida. Cosa pensa della decisione di alcuni vostri associati fornitori di non venire alla fiera di Parma? Ludovica Sanpaolesi: Quando si è dovuta fare la scelta se organizzare o no la Fiera, eravamo in un periodo di assoluta incertezza riguardo alla pandemia. Pertanto, la scelta di alcuni Associati di non partecipare alle fiere di settore appariva comprensibile. L’Associazione però, con coraggio, ha deciso – insieme a Fiere di Parma – di perseguire la strada che, in quei momenti, sembrava la più difficile. Aver fatto la fiera di Parma è stata una scelta che ha portato avanti, presso il grande pubblico e presso quello degli operatori, il concetto che si può e si deve continuare a lavorare anche in tempi non facili. Ci conforta che il pubblico venuto a Parma sia stato numeroso e questo significa che la scommessa è stata vinta. Come pensate di capitalizzare questo buon momento di mercato, quali iniziative avete in mente? Ludovica Sanpaolesi: Nel nostro comparto, rispetto ad altri settori, siamo molto fortunati. Come Associazione abbiamo già realizzato una campagna nei mesi di maggio e giugno, sia sulla radio sia sui media digitali, proprio per far conoscere al grande pubblico le opportunità offerte dal mondo della vacanza en plein air in tempi di Covid. Questa è stata l’iniziativa che ha contribuito a dare una spinta e i risultati ci sono stati. Ora

vorremmo cercare di elaborare una strategia nel breve periodo. Speriamo di poter fare nuovi investimenti in comunicazione e saremo vicini agli amministratori locali per spiegar loro che in questo momento, in cui hanno toccato con mano tutte le difficoltà del turismo tradizionale, il turismo en plein air è una grande opportunità. Avete avuto ospite Paola De Micheli, Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, figura istituzionale di primo piano e oltretutto donna, quali sono le sue

Ludovica Sanpaolesi durante l’intervista con il nostro Direttore

impressioni? Ludovica Sanpaolesi: Oltre al piacere di avere avuto la ministra, che è un evento, ho avuto un’ottima impressione. Pur essendo stato breve, il suo intervento era ben preparato. Ho avuto modo di parlarle e di capire che conosce le dinamiche del nostro mercato, le potenzialità. Era qui a tagliare un nastro, ma anche a dare un segnale di vicinanza al nostro settore, comprendendo che tutta la filiera è una risorsa importante: produttori, distributori ma anche la ricettività, inclusi i campeggi. È importante attrarre i camperisti europei: che vengano un po’ più da noi piuttosto che andare in altri paesi europei. Questo concetto le è chiaro e le ho chiesto di incontrarci a Roma per parlare delle possibilità eventuali di un sostegno o un appoggio, da parte del governo, su diversi temi. Uno è quello di riuscire a fare sistema anche sull’accoglienza, perché purtroppo in Italia c’è molta frammentazione nella ricettività. Bisognerebbe presentarsi all’estero come una filiera che ha una direzione e una strategia globale. E mi stanno a cuore tutti i temi per lo sviluppo del settore camper come quello delle patenti. È vero che si decide a Bruxelles, ma più stati membri fanno pressione, più è possibile che qualcosa si muova. Rispondendo invece in modo più personale alla sua domanda: ho visto la ministra dialogare con i visitatori della fiera durante la passeggiata di rito tra i padiglioni. Non tutti i politici che ho conosciuto nella mia vita hanno questa empatia e questo rispetto per gli altri. Si può fare la differenza anche durante l’inaugurazione di una fiera. Mi sembra una persona molto concreta.

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a tu per tu con raffaele jannucci

Ispiratore e geniale innovatore del plein air da oltre 50 anni Abbiamo incontrato Raffaele Jannucci e la moglie Luciana, nella loro accogliente casa di Roma. Da qualche mese Raffaele Jannucci non è più l’editore del mensile Plein Air, ma sembra impedire al tempo trascorso di diventare padrone di sogni, progetti e visioni a lungo termine. Le idee sono ancora in movimento. Testo di Antonio Mazzucchelli

U

n’intervista a Raffaele Jannucci. Chi l’avrebbe mai immaginato? Chi vi scrive, quando era alla direzione del mensile Caravan e Camper, studiava con attenzione le strategie vincenti di Plein Air e si ribellava con decisione al tributo che tutto il settore concedeva a Raffaele Jannucci quale “deus ex machina” del plein air. Allora, comunque, lo stimavo. Oggi sono un suo fan. Lui, all’età di 90 anni, non è solo la memoria storica di quello che è accaduto in questo settore. In buona parte è stato l’instancabile artefice di molti accadimenti. 20

Un comunicatore eccellente, un imprenditore determinato, un uomo di cultura che ha ancora nuovi progetti nel cassetto. Ecco cosa ci ha raccontato. Ci racconti di lei, della sua formazione e delle sue prime esperienze lavorative. Raffaele Jannucci: Devo l’amore per la terra e la natura a mio nonno che era un farmacista, ma che passava molto tempo insieme a me nel suo orto. Mi sono laureato in giurisprudenza, ma non volevo fare l’avvocato. Avrei dovuto

esercitare nel mio paese d’origine (Casacalenda in provincia di Campobasso, ndr), ma non mi interessava. La creatività di mio nonno, tanto nella composizione di farmaci quanto nel coltivare la terra mi hanno portato più lontano. A Milano, per esempio, dove a 25 anni iniziai a fare il freelance in alcune agenzie di pubblicità. Per tre anni lavorai come copywriter e guadagnavo moltissimo. Con una sola campagna pubblicitaria mi dettero, allora, sei milioni di lire, più che sufficienti per sposarmi con Luciana. Poi qualcuno parlò di me al titolare del-

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la prima agenzia italiana di pubbliche relazioni industriali, che aveva la sede qui a Roma. Quest’agenzia aveva gestito l’ufficio stampa delle Olimpiadi del 1960 e ora aveva assunto l’incarico di agenzia di pubbliche relazioni del Gruppo Corriere della Sera. Mi diedero l’incarico di responsabile e tra i miei compiti avevo quello di posizionare le testate del gruppo verso nuovi e potenziali lettori. Mi affidarono prima Amica, diretta a quei tempi da Antonio Alberti, e subito dopo il Corriere dei Piccoli, diretto da Guglielmo Zucconi. Fu un’esperienza meravigliosa che mi formò sui temi editoriali. Per sette anni rimasi direttore di questa agenzia di pubbliche relazioni, avevo ufficio a Roma e a Milano. Ero già sposato con Luciana, che già a 19 anni scriveva racconti sui quotidiani nazionali e lavorava in una grossa agenzia di pubbliche relazioni a Roma. Un giorno fui chiamato dal direttore generale del gruppo Corriere della Sera e mi fu proposto di diventare segretario editoriale degli Illustrati. Ma quell’incarico era già affidato a Mario Oriani, un caro amico di Milano. Presi qualche giorno e poi diedi la mia risposta negativa con l’idea di mettermi in proprio. Infatti, un anno dopo, nel 1967, aprii la Publiconsult, una società di consulenza per gli editori. È a questo punto che entra nella sua vita il settore en plein air? Raffaele Jannucci: Esattamente. Un giorno mi telefona un amico, giornalista parlamentare e responsabile del settore tempo libero di Paese Sera, e mi dice che lo hanno coinvolto come consulente in una rivista ma che lui non ha esperienza. La rivista si chiamava Italia Caravanning. Accettai il contratto di consulenza per 6 mesi e sviluppai il progetto. Ma alla fine della consulenza l’editore volle che andassi avanti prendendone in mano la gestione. L’unica condizione che pose fu quella di riservare delle pagine di pubblicità ad alcuni campeggi, che poi ho scoperto essere di proprietà di alcuni deputati socialisti che avevano sdemanializzato i terreni per trasformarli in camping. Non sapevo nulla di caravan. Un mio caro amico aveva appena comprato la roulotte e lo coinvolsi: era, ed è ancora, il maggiore esperto di giornalismo ambientale, Maurilio Cipparone, che poi andò a dirigere Airone; Stefano Ardito oggi affermato giornalista, scrittore e fotografo e un professore di tecnica anche lui proprietario di una roulotte. Cominciammo la nostra avventura editoriale. Dopo sette mesi mi chiamò da Milano un amico, che era diventato direttore della pubblicità del gruppo Corriere della Sera, e mi disse che avevano avuto l’incarico di vendere la pubblicità di Italia Caravanning. Scoprii che l’editore stava vendendo la testata a uno stampatore romano senza che ne sapessi nulla. Questo non mi piacque per nulla. Registrai allora un’altra testata: 2C. E qui inizia la sua avventura da editore… Raffaele Jannucci: Proprio così. Italia Caravanning aveva 3000 abbonati. Chiesi a Luciana di fare una comunicazione agli abbonati: “la rivista cambia nome, il direttore sono sempre io, se non vi interessa vi ridiamo l’acconto”. Solo 4 abbonati chiesero la restituzione dei soldi. Era l’inizio del 1970 e io stavo rinunciando alla mia vita professionale di consulente editoriale per iniziare la mia avventura da editore. Mi resi conto che dovevo approfondire la mia conoscenza e iniziai a viaggiare per visitare le aziende, anche all’estero. Volevo essere un editore informato e preparato, volevo gestire i temi del settore en plein air, svilupparli, interpretarli. E così in poco tempo la rivista crebbe. In quegli anni, poco prima di un viaggio a Londra, fui contattato dal redattore capo de “La Notte” un quotidiano di Milano che mi chiese un servizio su questa tendenza degli inglesi di dormire dentro i furgoni. Trasmisi telefonicamente il servizio in redazione e mi venne spontaneo dire: “ho visto tanti camper”. Scoprii più tardi che camper in inglese vuol dire campeggiatore. Ma ormai la frittata era fatta e camper divenne il termine con cui in Italia si indica l’autocaravan. Sappiamo che la vera svolta arrivò grazie a un contratto con Fiat… Raffaele Jannucci: Era il 1976. Mi chiamò dalla Fiat il responsabile marketing e mi chiese un incontro: “Vogliamo lanciare una macchina nuova, ma vorremmo che l’auto sapesse fare qualcosa di più. Per esempio trainare una roulotte”. Sviluppai con Maurilio Cipparone e con lo scrittore e sceneggiatore Vito Bruschini, il progetto “Conosci l’Italia?”

Presentazione in Campidoglio della rivista delle Infermiere Professionali italiane.

Un impegno particolare: il lancio di un film della CEIAD Columbia, il più grande distributore italiano.

Jannucci presenta una gara del Campionato Ragazzi del Corriere dei Piccoli, del quale era organizzatore.

Una immagine molto cara a Jannucci, in cui è con il famoso ciclista Gastone Nencini reduce dal successo al Tour de France.

Alle Nazioni Unite nel corso della visita dei pubblicitari italiani, conclusa con il ricevimento del presidente Johnson alla Casa Bianca.

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a tu per tu con raffaele jannucci un viaggio attraverso l’Italia non conosciuta, su percorsi secondari. Insieme ad altre sei persone percorremmo 10.000 chilometri con tre auto e tre roulotte. Vito Bruschini realizzò un documentario straordinario. E pubblicammo diversi servizi su 2C. Non avevo un contratto con Fiat ma pubblicai lo stesso molte foto a colori, che all’epoca costava parecchio. Dopo due mesi, mi chiamarono in Fiat per un resoconto, erano contentissimi. Ci dissero che molti clienti chiedevano informazioni sul gancio di traino. Avevamo speso circa 6 milioni. Erano soldi miei e non avevo un contratto con Fiat. Avevo speso una bella somma ed ero preoccupato. Nell’ufficio dell’amministrazione approfittai di un momento di distrazione dell’incaricato per sbirciare l’assegno che avevano preparato per me… c’era scritto 25 milioni! Con questi soldi ho cominciato veramente. Nacque quindi un ottimo rapporto. Qualche tempo dopo ci regalarono un furgone Fiat 900T, e ci chiesero di trasformarlo in camper a spese nostre. L’architetto Alberto Galassetti progettò un veicolo straordinario. Anche Fiat creò un camper ingaggiando due architetti, uno dei quali era il grande Ettore Sottsass. Alla seconda edizione di Caravan Europa a Torino esposizioni, nel 1978, esponemmo il nostro camper, e scoprimmo che i visitatori si fermavano a osservare il nostro molto più che i due veicoli di Fiat. A quel punto Fiat ci chiese di togliere il nostro veicolo dall’esposizione. Lei ha sempre avuto un rapporto molto stretto con le fiere… Raffaele Jannucci: La prima fiera a cui partecipai con 2C fu il Salone delle Vacanze organizzato da Torino Esposizioni. Mi diedero un sottoscala, però fu l’occasione per conoscere gli organizzatori. L’anno successivo mi chiesero una mano per lanciare una fiera nel settore caravanning. Suggerii il nome di Caravan Europa. Già alla prima edizione lo stand di 2C era nell’atrio d’ingresso. E sono sempre stato loro consulente, finché hanno chiuso. Torino all’epoca era davvero al centro del settore. Milano è arrivata dopo. E c’erano solo un paio di centri nel bergamasco, qualcosa in Veneto e nasceva Raffaele Jannucci con la figlia Gemma

qualcosa in Toscana. A Roma c’era l’Arca. Poi venne Mondo Natura. Gianni Minzoni, imprenditore romagnolo voleva portare la fiera a Rimini. Alla riunione operativa chiamarono anche me. Minzoni propose come nome il Salone della Caravan. Pensai che dopo 10 anni di Torino Esposizioni per una nuova fiera ci volesse qualcosa di più, e inventai il nome Mondo Natura. E diventai consulente della fiera di Rimini. Avviai un rapporto così intenso, che

Raffaele Jannucci con Papa Bergoglio

quando inaugurarono la fiera ci diedero 2 stand nella galleria d’ingresso. Quando nasce il nome Plein Air? Raffaele Jannucci: Nel 1985. Lavoravo a stretto contatto con Alberto Galassetti, che era un architetto di grande cultura. Ci rendemmo conto che chiamavamo sempre più spesso la testata “2C Plein Air”. Divenne Plein Air punto e basta. Da ditta individuale aprimmo una società di famiglia. La redazione cominciò a ingrandirsi. Abbiamo cambiato diverse sedi e poi, visto che spendevamo molto d’affitto, otto anni fa comprammo degli uffici nuovi. Il mio obiettivo è sempre stato quello di unire la cultura, la qualità, il rispetto per tutti gli operatori, e soprattutto fare all’interno una scuola, un linguaggio, e selezionare collaboratori esterni tutti di grandissimo livello. Io ho formato al giornalismo tutti quelli con cui ho lavorato. Tranne Alberto Galassetti. Io formavo lui e lui formava me. Come tutti i grandi architetti era un’idealista. Mia figlia Lucia ha lavorato con noi. È una giornalista eccellente, ma a un certo punto ha scelto un’altra strada. Come è nata l’idea del Club del Plein Air? Raffaele Jannucci: Quando ero consulente per il gruppo Corriere della Sera, creammo il club del Corriere di Piccoli per fare concorrenza a Topolino che aveva un club molto attivo e ci rubava i lettori. Dopo un anno, eravamo noi a rubare i lettori a Topolino. Con iniziative come il campionato di sci per ragazzi o i viaggi culturali per ragazzi. Quindi come editore di Plein Air decisi di strutturare un club, ma senza mettermi in concorrenza con Federcampeggio. La prima idea che mi venne fu di coinvolgere una compagnia di assicurazioni. Vittoria mi disse che aveva già un accordo. Telefonai a Lloyd Adriatico e incontrai il direttore marketing.

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Mi disse: noi adesso abbiamo 1200 polizze camper. Risposi che in un anno nei avrei fatte stipulare 10.000. Grazie al club arrivammo a 20.000 polizze. Poi d’accordo con Luciana decidemmo di dare a mia figlia Gemma più autonomia. Gemma è laureata ed è una donna di grande cultura, ma in redazione era considerata “la figlia del padrone”. Staccammo allora il Club da “edizioni Plein Air” e creammo Plein Air service. Quattro anni fa lei è riuscito a incontrare Papa Francesco durante il giubileo del suo giornale. Raffaele Jannucci: Avevo letto l’enciclica di Papa Francesco “Laudato Sii” e mi era piaciuta. Sono riuscito a contattare Monsignor Fisichella, lui ne ha parlato con la segreteria generale che a sua volta ne ha parlato con Papa Francesco. Hanno chiesto lo schema di quello che volevo fare e hanno dato subito il via libera. Plein Air è stata l’unica rivista esistente che ha avuto un suo giubileo. È stata un’eccezione… o una conferma, se vogliamo. Plein Air oggi non è più nelle sue mani. Cosa è successo? Raffaele Jannucci: Ci sono decisioni che si prendono con la freddezza e altre che si prendono per i figli. Con Luciana abbiamo deciso di dare più autonomia a nostra figlia Gemma, e a novembre scorso le abbiamo ceduto la proprietà dell’attività editoriale. L’altra nostra figlia Lucia ha rinunciato alla sua quota. Io ho ceduto la testata e la direzione del giornale a mia figlia e ho mantenuto la proprietà della Publiconsult. Purtroppo Gemma, per inesperienza, si è affidata ad alcuni consulenti che l’hanno portata su un percorso insidioso e diverso da quanto avevamo progettato e concordato. Purtroppo l’abbiamo capito troppo tardi. Lei però non pare pronto a godersi la pensione. Cosa ha in mente? Raffaele Jannucci: Prima di tagliare il nastro dell’arrivo al traguardo dovrò percorrere l’ultimo tratto. In questo periodo mi sono allenato e non ho mai smesso di studiare e, pertanto, ho la chiara percezione dei meccanismi della comunicazione nei suoi motori tradizionali e in quelli del mondo digitale e del social. La mia decisione non nasce da spirito di rivalsa o con l’avventurismo di imbarcarmi per una destinazione ignota. Conosco i confini, sono consapevole delle difficoltà, sono responsabilmente cosciente di andare verso una meta nella quale troverò e raccoglierò non il mio passato ma quello che dovrà essere il mio immediato futuro. Per ora si tratta di un centro servizi. In bocca al lupo, dunque! Tornando alla sua esperienza precedente, non ha mai pensato

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di affiancare a Plein Air un’altra pubblicazione? Raffaele Jannucci: Quando ero consulente editoriale, studiai questo aspetto e capii che la stampa tematica aveva bisogno di un punto di riferimento fondamentale. Portai l’esempio di Quattroruote. La monotematicità significa non solo specializzazione, ma anche capacità di approfondire continuamente la specializzazione. Gli editori che hanno pensato di spaziare con più riviste di attività disomogenee hanno disperso la potenza luminosa della lampadina in tante lucette. Io volevo avere un faro… un faro editoriale. Ma abbiamo scritto 3 libri per il Touring Club, un libro per un altro editore, io personalmente ho scritto 230 relazioni di ordine tecnico, di marketing del settore. La mia formazione nel marketing editoriale l’ho trasfusa qui. Ho capito che monotematicità significava plurisviluppo di idee e di marketing. Avrei potuto fare cose di ogni genere, ma ho preferito avere una sola moglie, piuttosto che un harem. Qual è il ruolo di sua moglie nella sua vita professionale? Raffaele Jannucci: Nella rivista è sempre rimasta nell’ombra occupandosi di editing. Non c’è pagina che non abbia messo in buon italiano, non c’è titolo che non sia stato vagliato e, se il caso, revisionato. Luciana non è la moglie di Jannucci, ma Jannucci è il marito di Luciana. Lei è schiva, non si mette mai sotto i riflettori. Siamo sposati felicemente da 55 anni, amiamo molto la cultura, abbiamo circa 3000 libri in casa. Prima di cena ascoltiamo dischi di musica classica in vinile e giochiamo a riconoscere compositori e brani.

Nella sede delle Nazioni Unite, il giovane Jannucci è il secondo da destra. Al centro il dottor Crespi del Corriere della Sera.

Il gruppo di lavoro dell’agenzia Moretti. Al fianco di Jannucci la campionessa italiana di salto in alto Marinella Bortoluzzi.

Un successo di cui va particolarmente fiero? Raffaele Jannucci: Aver ottenuto nel terzo anno di Plein Air 24000 abbonati. La gente ha capito cosa significava Plein Air. In edicola siamo arrivati a vendere anche 55000 copie. Ma 24000 abbonati li ottenni al terzo anno e questo mi incoraggiò a investire. Lei ha sempre investito in pubblicità su testate nazionali e radio per promuovere la rivista Plein Air. In realtà stava promuovendo tutto il comparto. Qual è stata la risposta del settore a questo suo impegno? Raffaele Jannucci: Al settore è più quello che ho dato di quello che ho ricevuto. L’ingegner Ghezzi, un imprenditore milanese illuminato, quando vendette la Elnagh, mi invitò a pranzo. Non al ristorante, ma alla mensa dell’azienda. Aveva una decina d’anni più di me e mi disse: lei per questo settore è sprecato. Quindi sono certo di aver dato più di quanto ho ricevuto. Una rivista che crea l’immagine del settore, che si accredita nelle fonti di informazione, che si accredita nelle fonti di formazione della domanda. Ho cercato di fare cultura, altrimenti non si fa informazione. Nel mio paese di 2000 abitanti, dove andiamo in estate, la cartolaia che vende i libri per la scuola ha messo anche una sezione di libri, ma ha detto che non li vende. I paesani non leggono i libri. Qual è la sua opinione per il fatto che le fiere sono state fatte anche quest’anno? Raffaele Jannucci: La fiera ha una funzione quando c’è molto pubblico. Io apprezzo che abbiano fatto la fiera, ma avrà un ruolo dopo, se è stata calibrata per chi di questo veicolo non sapeva niente. Il direttore commerciale, l’addetto alla comunicazione, l’operatore che erano in fiera avrebbero dovuto spiegare questo mezzo da vacanza con un linguaggio comprensibile ai nuovi utenti. Ho seguito alcune interviste su Internet e il linguaggio era troppo tecnico e poco centrato sulle esigenze del potenziale utente. Non dovrei dirlo, avendo coniato la parola camper, ma il camperista non esiste. Esiste l’utilizzatore del camper, a cui piace lo sport o l’arte, la natura, il week end o il lungo viaggio. Questo settore ha fatto di tutto per rimanere ristretto. Questi 7000 veicoli, in Germania sono 80000 sia perché il Paese è più ricco sia perché hanno già deciso come vogliono utilizzare il veicolo. In Francia sono sorti i campeggi comunali perché il comune piccolo è al centro del territorio che è al centro della curiosità, del desiderio di scoperta. Chi vende i camper, prima di parlare del veicolo, dovrebbe chiedere: tu che ci vuoi fare? Una sorta di “prevendita” basata su quello che vuol fare l’acquirente, prima di scegliere il tipo di letto o di dinette. In certi casi deve saper dire: stai comprando un veicolo che non fa per te, lascia perdere.

Intervista a Bari a Francesco Divella, presidente della fiera e co-titolare del famoso pastificio Divella.

Durante la sua esperienza nel mondo delle pubbliche relazioni, Jannucci è con il famoso cantante lirico Nicola Rossi-Lemeni.

L’esperienza di Jannucci nella gestione del Club del Corriere dei Piccoli gli offre gli spunti per organizzare il Clud del PleinAir.

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associazioni assocamp

Con Ester Bordino una Assocamp sempre più forte È questo l’obiettivo della nuova presidente, che ha preso il posto di Vittorio dall’Aglio. Tra le iniziative da portare avanti ci sono la comunicazione extra-settore, il dialogo con le istituzioni, la promozione di corsi di formazione e la forte volontà di lavorare su sicurezza e legalità.

Testo di Paolo Galvani

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A

lla fine di luglio, l’assemblea annuale sidenza ristretto, formato da sei membri. pure puntare a un cambio di passo? di Assocamp ha rinnovato i suoi verti- Che cosa vi ha spinto a questa scelta e che Ester Bordino: Negli ultimi anni l’associaci, con un cambio alla guida epocale: dopo tipo di poteri e incarichi avrà questo con- zione ha già realizzato molti cambiamenti. Io sono per la continuità, cercando di promuovent’anni, Vittorio dall’Aglio ha ceduto il siglio? ruolo di presidente a Ester Bordino. Negli Ester Bordino: È stato seguito l’esempio vere il settore fuori dai soliti canali e facenultimi decenni l’associazione che riunisce la delle varie Ascom. Riuscire a trovarsi in 15 doci conoscere sempre di più. Ovviamente maggior parte dei concessionari italiani ha o 16 è sempre un problema, per questioni lo- vanno aggiunte altre cose a cui avevamo già portato a termine molti progetti, dai seminari gistiche e di tempo, per cui si è pensato a un pensato, ma che non eravamo ancora riu(tecnici, di comunicazione, di gestione e am- sistema in cui un gruppo ristretto si incontra sciti a concludere. Progetti nuovi ci sono, e ministrativi) alla creazione delle Assocamp più spesso per preparare il materiale da sotto- ora dobbiamo riuscire a continuare a portare regionali. Vittorio Dall’Aglio non lascerà porre alla giunta. Nel gruppo ci sono persone avanti anche quello che si è cominciato in questo periodo difficile. Assocamp: l’Assemblea Nazionale 2020 ha deciso “Vogliamo attirare le officine: nel nostro settore purtroptrasformazione era di conferirgli la carica di po in questi anni abbiamo visto troppa gente improvvi- La già partita… presidente onorario. sata, con meccanici o carrozzieri che si sono reinventati Ester Bordino: Sì, e penIl compito di Ester Borso che si sia vista rispetto dino, titolare della concome riparatori di camper.” all’Assocamp di vent’ancessionaria piemontese Caravanlanghe, sarà ora quello di rafforzare con incarichi specifici. È un’idea per facilita- ni fa. Per esempio, siamo passati dal 30 per ulteriormente le iniziative di Assocamp, an- re il lavoro, renderlo più agile e lavorare di cento degli iscritti di 30 anni fa a quasi il 90 per cento di oggi. I numeri sono diversi, ma che in ambito istituzionale. Camper Profes- più e meglio. vogliamo ancora aumentarli, vogliamo attisional l’ha incontrata per parlare dei suoi Lei prende le redini in un momento che è rare le officine. Nel nostro settore purtroppo piani e del futuro dell’associazione piuttosto particolare… in questi anni abbiamo visto troppa gente imQuali sono le motivazioni che l’hanno Ester Bordino: In effetti ho preso la presi- provvisata, con meccanici o carrozzieri che spinta ad accettare questo ruolo? Che tipo denza in un momento in cui non sappiamo si sono reinventati come riparatori di camper. di contributo, anche personale, pensa di cosa aspettarci, magari arriveranno un perio- Queste sono persone che in qualche modo do di licenziamenti e una nuova crisi econo- dobbiamo riuscire a intercettare, dobbiamo poter dare ad Assocamp? Ester Bordino: Domanda abbastanza diffici- mica piuttosto forte… e il nostro settore non riprendere i corsi, appena ce lo permetteranle. Per quanto riguarda le motivazioni direi propone generi di prima necessità. Il gusto no, in modo importante, per fargli capire veuna nuova sfida. Francamente alla mia età della sfida comunque è un buon indicatore ramente cos’è un camper e cos’è la sicurezza in camper. Noi lavoriamo su ogni aspetto: per accettare questo incarico e per sostituire del bravo imprenditore, quindi avanti così. non siamo meccanici, ma falegnami, elettriun presidente come Vittorio, bisogna avere una vena di pazzia. Non sono stata nel consi- In questa situazione, pensa che come asso- cisti, idraulici. I problemi connessi alla preglio di Assocamp per diversi anni perché ero ciazione sia meglio portare avanti quello senza di gas ed elettricità a bordo sono troppo concentrata quasi esclusivamente sulla mia che è stato fatto negli anni precedenti op- sottovalutati. azienda. Poi si arriva a un’età in cui si pensa di poter fare qualcosa di costruttivo anche per gli altri, per l’associazione. Per questo sono entrata in giunta. In questi ultimi due anni penso che siano cambiate molte cose, abbiamo preso una strada un po’ diversa, abbiamo cominciato a lavorare con i social e abbiamo ringiovanito un po’ Assocamp. Da quanto tempo è nella giunta? Ester Bordino: Da cinque anni. Nell’ultimo periodo, quello del lockdown, si è lavorato molto, ma da diversi anni sostengo che il grosso problema del nostro settore sia stato quello di non essere riusciti a riprendersi dalla crisi. Gli altri sono ripartiti e l’Italia no. Il problema secondo tutti noi è che il settore non sia stato promosso nel modo giusto, rimanendo circoscritti ai soliti schemi, senza cercare di allargarsi all’esterno. Non si è cercata nuova clientela, non si è spiegato alla gente che cos’è veramente il camper e a cosa può servire. Da un anno, come associazione, abbiamo intrapreso questa strada, abbiamo cominciato a farci conoscere meglio. Abbiamo approfittato del periodo di lockdown per dare il via a una nuova fase. È stato un periodo intenso. Durante l’assemblea dei soci è stato annunciato che nascerà un consiglio di pre-

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associazioni assocamp derà da un punto di vista numerico la stagione 2019-2020? Ester Bordino: Io penso, sentendo anche i colleghi, che la stagione 2020 che abbiamo chiuso ad agosto sia finita in modo positivo. Non mi piace dare numeri, preferisco vedere a consuntivo come sono andate le cose. Il 2021 è un’incognita: non sappiamo se questa pandemia tornerà a colpire, purtroppo anche i medici hanno pareri discordanti. Per l’economia non c’è niente di peggio di quando le cose sono sospese. Tornando più specificamente ad Assocamp, quale pensa che debba essere il ruolo dell’associazione nei confronti delle istituzioni? Ester Bordino: La settimana prima dell’assemblea sono riuscita ad avere un appuntamento con il direttore centrale della Motorizzazione a Roma. Abbiamo parlato, ho esposto tutti i problemi di immatricolazione che abbiamo in questo momento, e ho trovato molta disponibilità. Nel periodo estivo ci ha aiutato a far arrivare le targhe ai concessionari per poter far andare la gente in vacanza, ma a parte il momento specifico bisogna risolveVittorio Dall’Aglio ed Ester Bordino all’Assemblea Nazionale Assocamp 2020 re definitivamente le difficoltà che abbiamo con le immatricolazioni dei veicoli che arriParlando di mercato, dopo la fase di lock- era già pianificata. La spinta forte è arrivata vano dall’estero. Capisco che possano esserdown qual è la situazione in questo mo- con il lockdown: a marzo siamo partiti con ci dei problemi con l’importazione parallela, mento presso i concessionari? una campagna molto forte impostata sulle ma noi importiamo dei mezzi che hanno un Ester Bordino: Chiaramente nel periodo di vacanze sicure e rivolta soprattutto all’extra documento europeo, e con questo stesso doblocco la parte più penalizzata è stata il no- settore per far capire meglio che cos’è il cam- cumento all’estero l’immatricolazione avvieleggio. Le disdette sono arrivate e quei noleg- per. Poi siamo stati seguiti. E a maggio l’APC ne in ventiquattro ore. Voglio capire perché in Italia dobbiamo registrarlo gi si sono definitivamente perduti. Del resto, aprile “Dovremmo avere un codice Ateco specifico per i ripara- quasi come fosse un esemunico, e ci vogliono e maggio, con festività e tori di camper… sarebbe importante per gestire meglio plare venti giorni o un mese per ponti, erano due mesi molgli aspetti che riguardano la sicurezza, come il controllo farlo. Questo è quello che to importanti. Le vendite gli abbiamo chiesto e lui, mancate, invece, si sono biennale dell’impianto del gas come accade all’estero.” che è responsabile da porecuperate in modo forse anche maggiore. E c’è stata una forte richie- è partita nuovamente con una campagna bel- chi mesi, ci ha risposto che cercherà di semsta di usato: tutta la pubblicità che è stata la corposa dedicata al concetto che il camper plificare le cose, promettendoci che al massifatta sul camper come vacanza sicura ha av- consente di portare con sé la propria camera, mo entro novembre le cose cambieranno. Il vicinato al settore molta nuova clientela, che il proprio bagno e così via. In quel periodo canale di dialogo l’abbiamo aperto, adesso difficilmente valuta subito un mezzo nuovo. non si sapeva nemmeno se sarebbe stato continuiamo su questa strada. Finora si è lavorato molto e bene, ora vedia- possibile recarsi all’estero e mo come va l’ultima parte dell’anno. Si è la- quindi la gente si è avvicivorato un po’ meno sul mezzo nuovo, però nata un po’ di più al nostro abbiamo visto una clientela di ritorno: molta mondo. Spero che non si gente che possedeva il camper 15-20 anni fa, tratti di una cosa momenquando aveva magari i bambini piccoli, è tor- tanea, ma che questo intenata a questa passione. Secondo me i mezzi resse rimanga. Ci augurianuovi sono stati venduti soprattutto a queste mo che sia una semina: chi persone, che già pensavano all’acquisto e che ha provato, chi ha preso il grazie al discorso sicurezza e vacanze tran- camper usato speriamo che quille hanno ricevuto la spinta giusta per farli poi compri quello nuovo. Si riavvicinare al nostro mondo. sono viste famiglie e giovani con bambini, che non si La comunicazione del camper come mezzo vedevano da anni ad acquiper una vacanza particolarmente sicura si stare il camper. Speriamo è sentita molto anche all’esterno. Qual è che sia un nuovo inizio. stato il ruolo di Assocamp in questa campagna informativa? Vista la situazione altaleEster Bordino: Noi abbiamo iniziato prestis- nante di questa stagione, simo a comunicare all’esterno, perché la cosa secondo lei come si chiu26

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Un altro elemento di cui dovremo discutere a livello istituzionale è quello che riguarda i codici Ateco. Noi sappiamo benissimo da anni di non essere una categoria a sé: siamo È l’associazione di riferimento dei concessionari e noleggiatori del settore caravanning. inseriti a seconda dei casi con le automobili Rappresenta oramai più del 90% dei dealer e in questi anni, grazie alle tante iniziative, è o con i meccanici, ma non siamo nel settore sicuramente diventata uno dei punti di riferimento del mercato. Le motivazioni per le quali del turismo e quindi secondo me dobbiamo i concessionari si iscrivono sono molteplici. Innanzitutto è impegnata nella divulgazione intervenire. Dovremmo avere un codice Atedella cultura del turismo all’aria aperta e lo fa in diversi modi, attraverso la sua partecipaco specifico per i riparatori di camper, perché zione attiva a fiere di settore ed extrasettore e mediante video promozionali divulgativi. noi non siamo meccanici, ma interveniamo Assocamp si occupa di informare i suoi associati su norme e dati statistici del settore, di su un mezzo dove ci sono gas, elettricità, offrire consulenza per l’elaborazione di contratti e mette a disposizione i consulenti legali carrozzeria, falegnameria… Un codice spee fiscali convenzionati con l’associazione. E non manca un aspetto di formazione con corsi cifico sarebbe importante per gestire meglio tecnici e giornate formative gratuite. gli aspetti che riguardano la sicurezza, arrivando ad avere quindi un controllo biennale dell’impianto a gas come accade all’estero. In Italia questa è una carenza che va eliminata, perché abbiamo dei camper che girano Ester Bordino: Due anni fa, in fiera a Parma, logica che concessionari e costruttori si parcon degli impianti del gas con guarnizioni e abbiamo addirittura proposto i controlli gra- lino spesso. Dopo il lockdown abbiamo fatregolatori vecchi, con manutenzioni fai-da- tuiti. Non le dico cosa è uscito! Oggi conti- to diversi incontri in videoconferenza con i te. Già da qualche anno Assocamp chiede nuiamo a promuoverli sui social, ma secondo commerciali di molte aziende per parlare del che venga previsto l’obbligo di un controllo me è indispensabile una regola: ogni due anni futuro, per identificare dei periodi promoziodell’impianto a gas almeno ogni due anni. bisogna fare un controllo dell’impianto. E la nali. La strada è stata imboccata. Molti concessionari si sono già attrezzati con stufa a gasolio non esenta da questa necessità: un dispositivo specifico, ma siamo convinti è proprio l’impianto che va controllato. Oggi Le sfide difficili, ma possibili? che per la sicurezza questi controlli debbano abbiamo ancora gente che carica le bombole Ester Bordino: Mi piacerebbe riprendere i al distributore… corsi di aggiornamento della durata di due diventare obbligatori. giorni, per far sì che le aziende non debbano Così come verifichia“Mi piacerebbe risolvere il Rispetto ad altre as- prendere i ragazzi dell’officina e mandarli a mo regolarmente la problema del noleggio tra sociazioni di catego- destra e a manca per la formazione. Sarebbe caldaia di casa, doprivati, perché quello è il ria come vi ponete? bello riuscire a fare tutto nella stessa sede, vremmo fare lo stesso anche con quella del mio chiodo fisso. Stanno Cercate la collabora- magari con più aziende: due giorni di full La trovate? immersion per evitare troppi spostamenti. E camper. C’è troppo faispuntando come funghi nuo- zione? Ester Bordino: Noi poi mi piacerebbe risolvere il problema del da-te, bisogna scrivere ve piattaforme, ma questa l’abbiamo sempre cer- noleggio tra privati, perché quello è il mio delle regole, bisogna cata. Con Confeder- chiodo fisso. Stanno spuntando come funghi sensibilizzare la gente attività in Italia è illegale.” campeggio c’è e c’è nuove piattaforme, ma questa attività in Itasul fatto che non è possibile guardare su Internet come si smonta sempre stata un’ottima intesa, mentre con lia è illegale e non si capisce perché anche una stufa o un frigorifero e poi farlo da soli: APC abbiamo avuto fasi più altalenanti. Co- su certi giornali dove sono stati promossi il a casa non lo faremmo mai, mentre sul cam- munque, già l’anno scorso in primavera ave- camper e la vacanza in camper, poi si parli di per sembra normale. Ma è pericolosissimo: ci vamo chiesto ad APC di fare quello che poi noleggio tra privati. Non si può fare. Il codice sono famiglie che girano su bombe viaggian- è stato fatto quest’anno, cioè una campagna della strada parla chiaro e al di là del codice molto forte sui giornali e sui media extra set- della strada c’è un discorso di operatori, di ti, e questo non è accettabile. tore per promuovere il camper. Quest’anno sicurezza, di assicurazioni, e quindi abbiaVoi come Assocamp avete pensato di fare abbiamo collaborato un po’ più strettamente mo dato l’incarico al nostro legale per capire delle campagne attraverso i vostri conces- e speriamo di continuare a farlo. È una col- cosa si possa fare. Poi ci muoveremo nelle sionari per promuovere i controlli periodici? laborazione importante, perché è la cosa più sedi opportune.

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associazioni federmotorizzazione

Dal Decreto Rilancio prime risposte concrete per l’Automotive Il presidente Simonpaolo Buongiardino: scalfito il muro del pregiudizio sulle motorizzazioni tradizionali. Gli incentivi possono contribuire a smaltire l’invenduto.

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al Decreto Legge Rilancio interventi a sostegno dell’Automotive. Lo sottolinea Federmotorizzazione Confcommercio. “Finalmente – afferma Simonpaolo Buongiardino, presidente di Federmotorizzazione - ha visto la luce il tanto atteso sostegno al settore auto, rispetto al quale da tempo abbiamo avanzato proposte concrete e sollecitato il mondo politico, portando sempre la loro attenzione sulla situazione grave del comparto Automotive che necessitava, e necessita tutt’ora, di spinte propulsive importanti per riprendere il cammino”. “L’aspetto principale, che ci fa ben sperare per il futuro – spiega Buongiardino - è costituito dal fatto che, con grande fatica, si è riusciti a scalfire il muro innalzato da una parte rilevante del Governo che non intendeva sostenere le motorizzazioni tradizionali, ma solo quelle elettriche. Questo contributo economico di rottamazione è rivolto in particolare all’utenza privata e può contribuire a smaltire le molte auto invendute e migliorare l’ambiente, anche se non è la dimensione che avevamo invocato per dare una scossa al mercato. Ma riteniamo possa almeno rappresentare una boccata d’ossigeno per le nostre aziende e per tutto il settore. Purtroppo l’importo globale stanziato risulta insufficiente già dalla metà di settembre e vi sarà quindi Simonpaolo Buongiardino

necessità di rifinanziare l’intervento; solamente il 14% delle adesioni ai contributi ha riguardato veicoli elettrici ed ibridi, tutto il resto è stato coperto da richieste di motorizzazioni endotermiche tradizionali e questa fascia di contribuzione è terminata in pochi giorni.” “Avevamo inoltre chiesto – aggiunge Buongiardino - la detraibilità dell’Iva al 100% per tutte le utenze aziendali ed i professionisti, come avviene nei Paesi europei più importanti, rispetto al 40% che è attualmente applicato sia pure con alcune eccezioni. Speriamo di ottenerla in un futuro provvedimento, anche grazie alle iniziative che noi ed altre associazioni dell’Automotive singolarmente abbiamo avviato, ma tutte fortemente allineate sui temi da affrontare e sui risultati da ottenere. Anche perché l’aumento delle vendite determina, tra l’altro, un maggior gettito per l’Iva con i conseguenti e ben noti benefici per l’Erario. Con piacere constatiamo come un piccolo aiuto arrivi anche per il settore dell’usato, grazie ad una sensibile riduzione degli oneri fiscali relativi alle registrazioni dei trasferimenti di proprietà valida solo, appunto, per veicoli Euro 6 tradizionali”. Restano invece ancora inascoltate – rileva Federmotorizzazione - le segnalazioni e richieste di sostegno per camper, necessarie per il rilancio di questo settore.

Federmotorizzazione Rappresenta e tutela sul piano nazionale, gli interessi delle categorie imprenditoriali appartenenti al settore della mobilità, quali: venditori di autoveicoli - cicli - motocicli e ciclomotori - parti di ricambio e pneumatici - vendita di prodotti nautici e veicoli ricreazionali “sea & snow” - attività di autorimessa e autoriparazione. La Federazione ha come obiettivo la fattiva collaborazione con tutte le realtà del comparto presenti sul territorio nazionale. Tale sinergia ha come fine: • • • •

l’aumento della visibilità interna ed esterna dell’associazione; l’avvio di processi informativi verso gli associati; la conoscenza e lo sviluppo associativo verso i territori; l’aggregazione con altri livelli associativi per rappresentare al meglio il sistema della mobilità; • l’individuazione di aree tematiche di interesse per la realizzazione di convegni su dimensione provinciale, regionale e nazionale. Tra i progetti realizzati dalla Federazione vi è la stesura di un documento programmatico per il settore automotive creato in collaborazione con tutte le realtà rappresentative del comparto presenti in Confcommercio, oltre ad un importante programma convegnistico itinerante con lo scopo di creare una rete di comunicazione efficace e a favore della categoria.

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associazioni promocamp

Camper, caravan ma anche tende Tra le presenze istituzionali di questa edizione anti-Covid del Salone del Camper 2020 non poteva mancare Promocamp Italia, Associazione Imprenditori del Turismo all’Aria Aperta.

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romocamp, che annovera tra le sue fila circa 50 soci, rappresenta storicamente le aziende di due settori importanti del turismo all’aria aperta: gli accessori per caravan e camper e le tende, autentico entry product per chi si avvicina a questa forma di turismo - specialmente tra i più giovani. Nonostante l’evoluzione degli stili di vita, che dettano oggi tempi diversi rispetto a chi ha scoperto il mondo del plein air negli anni ‘60 e ‘70, la tenda resta un ottimo strumento di approccio al turismo nella sua forma più pura ed a contatto della natura; uno strumento potenzialmente in grado di esprimere numeri importanti, a tutto vantaggio dei produttori di veicoli ricreazionali che, grazie al suo sviluppo, potrebbero contare su una nuova utenza per il business del futuro prossimo. “Quest’anno abbiamo avuto la piacevole sorpresa di vedere nei parcheggi della fiera molte più autovetture rispetto al passato,” afferma Luigi Boschetti, Presidente di Promocamp Italia. “La speranza di tutti noi operatori del settore è che ad esse corrispondano nuovi appassionati del nostro mondo che, spinti anche dalle garanzie sanitarie che il nostro stile di vita può garantire, abbiano intenzione di valutare questa forma di vacanza come la soluzione ai problemi di affollamento e distanziamento sociale, magari iniziando con l’utilizzo di una tenda”. Promocamp Italia, che come altri ha prodotto e diffuso un interessante video per la promozione del turismo itinerante ed all’aria aperta a supporto non solo dell’attività degli associati, ma di un intero settore che ha vissuto mesi di grande affanno, ha concentrato l’attività del suo stand al Salone sulla promozione del suo brand ProgettAree Group, con i tradizionali ottimi risultati. Sono stati infatti diverse decine i contatti presi nei giorni di manifestazione con persone intenzionate alla realizzazione di un’area di sosta, attività sulla quale si focalizza ProgettAree Group di cui fanno parte le Aziende associate produttrici di attrezzature e sistemi per l’equipaggiamento e la gestione delle aree di sosta, ed alla cui progettazione concorre un team composto di architetti e progettisti. Quello della realizzazione delle aree di sosta è un tema molto caro a Promocamp Italia ed al suo presidente, che da anni lavora a stretto Luigi Boschetti contatto con le Istituzioni per la redazione delle Leggi Regionali sul Turismo con grande attenzione, oltre che alla creazione di percorsi e strutture in grado di attrarre il turismo itinerante con importanti ricadute economiche ed occupazionali anche per zone normalmente estranee ai flussi turistici, anche alla destagionalizzazione dei flussi stessi. “Mi auguro”, ha concluso Boschetti, “che il 2021 offra le condizioni per una nuova massiccia presenza degli associati al Salone, affinché il pubblico possa nuovamente soddisfare il proprio desiderio di poter toccare con mano tende e accessori di ogni genere”.

Lo stand Promocamp Italia al Salone del Camper 2020

Sotto, fotogramma dal video promozionale per il turismo itinerante “La vacanza è bella sempre”

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intervista con eric laforge

Alla guida di Fiat Professional, un veterano con trent’anni di esperienza in FCA Dal primo luglio 2020 Eric Laforge è il nuovo head of Fiat Professional Brand EMEA. L’abbiamo incontrato nella sede di Mirafiori per conoscerlo, presentarlo ai nostri lettori e capire quali saranno le strategie future che il nuovo manager sta preparando con il team di Fiat Professional for Recreational Vehicles. Testo e foto di Antonio Mazzucchelli

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E

ric Laforge è francese, ma parla un ottimo italiano. Lo incontriamo nel suo elegante ufficio nel comprensorio industriale Fiat Mirafiori nella zona sud di Torino dove ci accoglie con molta cordialità. Ci appare subito chiaro che Laforge in FCA è di casa e conosce perfettamente il prodotto Fiat Ducato, le sue dinamiche e i mercati di riferimento. Laureato all’ESGF (Ecole Supérieure de Gestion et Finance à Paris) il manager cinquantenne è entrato in Fiat nel 1990 ricoprendo diversi ruoli e avendo responsabilità dirigenziali in numerosi paesi europei. Il suo primo incontro con Fiat Professional avviene nel 2009 quando assume il ruolo di Sales Manager Europa per gli LCV. Ora è stato chiamato nuovamente, a ricoprire però il ruolo di Head of EMEA - Fiat Professional Brand, recentemente lasciato vacante dal suo predecessore Stephane Gigou. Trent’anni di esperienza in Fiat non sono uno scherzo. Come raccoglie questa nuova sfida? Eric Laforge: Sono entusiasta di tornare ad occuparmi di Fiat Professional perché, ancora di più del mercato passenger car, qui c’è un vero e proprio contatto con il nostro cliente, sia esso un allestitore, un utilizzatore o un cliente di flotta. Nel settore dei veicoli commerciali leggeri, molto spesso dobbiamo trovare delle soluzioni customizzate e non è raro che queste entrino poi nel nostro catalogo. Anche nel mondo del camper, attraverso l’ascolto della nostra clientela, siamo stati capaci di lavorare al fianco degli allestitori e progettare e sviluppare Fiat Ducato perché fosse la miglior base meccanica possibile per la trasformazione in motorhome. Mi piace sempre paragonare Fiat Ducato all’Airbus A320: abbiamo l’impressione che il velivolo sia sempre lo stesso, quello della prima versione nata nel 1987. In realtà questo aeroplano ha conosciuto una costante evoluzione fino ad assomigliare solo esternamente al prodotto originario. Anche Ducato si è evoluto anno dopo anno: nelle caratteristiche tecniche, nell’aspetto esteriore, nelle motorizzazioni per essere sempre il veicolo più aggiornato del momento nel suo settore di riferimento. Se non fosse così non ci sarebbe una giustificazione per lo straordinario successo di mercato di Ducato nel mondo. Quanto pesa oggi il settore camper nei numeri di Fiat Professional? Eric Laforge: Più del 50% dei Ducato che produciamo viene destinato all’industria del camper: è un mercato per noi importantissimo, irrinunciabile. I costruttori di camper, per quanto riguarda le consegne, saranno sempre in cima alla lista dei clienti Fiat Professional, perché non possiamo e non vogliamo interrompere il loro programma di produzione. Un cliente di flotta o un piccolo artigiano che acquistano Ducato, possono gestire con più versatilità la disponibilità di nuovi veicoli. L’industria del camper, invece, non ammette ritardi.

Lei arriva al vertice di Fiat Professional dopo anni di esperienza nel Gruppo FCA: quanto conta questo bagaglio e come lo sfrutterà nel nuovo incarico? Eric Laforge: Mi piacerebbe rafforzare la qualità del servizio assistenziale per il cliente camper, quando è a contatto con la rete Fiat Professional. Sono due, infatti, le reti che si relazionano con il cliente finale: il canale distributivo del produttore di camper e la nostra rete di assistenza. Il nostro obiettivo è che Ducato influenzi le scelte di acquisto del cliente grazie ai suoi contenuti di alto livello tecnico ed alla qualità della sua rete di assistenza. Per questo vogliamo continuare a migliorare la capillarità dei punti di assistenza sul territorio con professionisti preparati a intervenire sul prodotto camper. Abbiamo già raggiunto risultati importanti e questo è un altro motivo di distinzione dai nostri competitor. Ma sono diverse le migliorie che possiamo ancora apportare alla rete. La nostra specificità è quella di avere nella nostra rete dei truck dealer, caratteristica che ci distingue da altri produttori di meccaniche LCV. Nel settore dei veicoli industriali il fermo veicolo è un danno economico, per questo le officine sono attrezzate per limitare al minimo i tempi di attesa, lavorando anche nelle ore notturne. Questa esperienza è un vantaggio che possiamo sfruttare per migliorarci, per esempio offrendo anche per il settore camper un servizio di assistenza notturna, con i nostri dealer e le officine più organizzate, che permetta ai clienti di non perdere nemmeno un giorno delle loro preziose vacanze in caso di guasti. Voglio anche migliorare la fidelizzazione del cliente. Oggi il cliente finale è fedele al brand del costruttore, ma il nostro obiettivo è fidelizzarlo anche al brand Ducato. Il cliente deve sapere che è un

vantaggio scegliere un camper con meccanica Ducato, a prescindere dalla marca che lo allestisce. Quali ritiene che siano le maggiori differenze in termini di prodotto e strategie tra il segmento LCV e il settore camper? Eric Laforge: C’è molta differenza. Stiamo confrontando un mezzo per lavorare con uno per andare in vacanza. La costante è che il cliente finale si aspetta da noi un prodotto affidabile e un servizio post-vendita semplicemente perfetto. Le aspettative per quanto riguarda l’esperienza di utilizzo, però, sono diverse. L’utente di una flotta o professionale si attende costi di esercizio contenuti. Il camperista, invece, sale a bordo di un’estensione della propria casa: questo cliente cerca il massimo comfort e un alto livello della tecnologia di bordo, pari a quello del mercato delle passenger car. Il cliente camperista, dunque, ci spinge a portare continua innovazione tecnologica a bordo del nostro veicolo. Un esempio di successo è il nostro cambio automatico a 9 rapporti introdotto l’anno scorso. Senza il camper non l’avremmo sviluppato perché per i veicoli commerciali non è ancora una tecnologia molto richiesta. Invece nel settore camper è stato un successo e ora il 40% delle basi Ducato ha il cambio automatico. Il cambio automatico, così come sta accadendo nell’auto, sarà un elemento indispensabile per mantenere alto il valore dell’usato al momento della vendita. L’emergenza Covid-19 ha creato alcuni problemi di approvvigionamento: tutto risolto? Eric Laforge: La prima preoccupazione è stata far tornare i lavoratori in linea senza rischi

Eric Laforge mostra l’evoluzione nel design del Fiat Ducato

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intervista con eric laforge per la salute. Il 27 aprile eravamo già riaperti, primo stabilimento in Italia. Abbiamo potuto riaprire garantendo tutte le massime misure di controllo e prevenzione del contagio. Avevamo tutti gli ordini da evadere e i clienti con le linee ferme in attesa dei telai. Siamo riusciti ad aprire due settimane prima del resto d’Italia. Siamo ritornati ai regimi di produzione normali e abbiamo evaso tutti gli ordini. Accelerare la riapertura per tornare ai volumi produttivi è stato un rischio in un momento così incerto, ma il mercato ci ha dato ragione e sono arrivati immediatamente nuovi ordini, sia dall’industria del camper sia dal segmento commerciale. Il trend positivo dei veicoli ricreazionali secondo lei è destinato a durare? Eric Laforge: È la domanda del momento. I saloni di settembre hanno dato degli indicatori importanti, negli afflussi e soprattutto nei dati delle vendite. Tutto dipende dall’entità della crisi economica in arrivo. Camperisti che si ritrovano senza denaro per acquistare un nuovo mezzo, imprenditori che non possono investire in un veicolo o nella flotta a causa delle perdite di fatturato, significano vendite mancate. Siamo fiduciosi, però, che il rilancio del camper come stile di vacanza, distanziata e più sicura, possa controbilanciare gli effetti della crisi. Il feedback che ci arriva dai costruttori è molto positivo. Nell’ultimo periodo, in effetti, noi stessi abbiamo registrato dei record negli ordini e questo ci pare la conferma di un andamento, per ora, positivo. A proposito delle fiere di settembre: voi avete scelto di essere presenti. Perché? Eric Laforge: Fiat Professional è da sempre leader di mercato e ha una radicata tradizione di presenza ai grandi saloni internazionali. Forse, a differenza di alcuni nostri competitor, abbiamo anche un rapporto storico e regolare con molti dei nostri clienti finali. Gli ap-

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puntamenti delle fiere sono, per i camperisti Eric Laforge in un fotogramma del video europei, l’occasione “Fiat Ducato Camper | Summer 2020 per approfondire la Digital Talk” su YouTube conoscenza dei nostri prodotti e per incontrarci e parlare con noi. Le fiere sono una parte insostituibile del nostro customer care. Sul fronte B2B, i nostri maggiori clienti hanno comunque scelto di esserci e noi siamo stati al loro fianco. I saloni del camper hanno spesso aree all’a- i comfort. Gli allestitori che utilizzano Ducato perto sono momenti di vendita e non solo di riescono a produrre ambienti di straordinaria vetrina, e offrono anche a noi un importante vivibilità. feedback da parte del cliente finale. Per questi motivi abbiamo deciso di esserci. Ci sono alcuni costruttori di meccaniche che hanno iniziato a produrre anche camNel 2006 Ducato è stato studiato per le più per van: qual è la posizione di Fiat? tradizionali tipologie di camper: mansar- Eric Laforge: Noi siamo nati per offrire il dati, semintegrali e motorhome. Oggi il meglio sul mercato nella nostra categoria. Se mercato europeo va sempre più indiriz- ci mettessimo a realizzare gli allestimenti delzandosi verso il campervan: quali sono le la parte abitativa del veicolo, non potremmo implicazioni per Fiat Professional? Ave- essere leader: ci sarebbe certamente qualcuno te dovuto modificare schemi produttivi o più bravo di noi. Noi crediamo nella specializstrategie? zazione: facciamo molto bene i telai base per Eric Laforge: Noi costruiamo furgoni di ogni i costruttori e lasciamo che siano loro a occutipologia e per ogni utilizzo. Abbiamo poten- parsi dell’allestimento. Diventare concorrenti ziato gli stabilimenti per avere la massima dei nostri clienti non è proprio la nostra stracapacità produttiva ma anche, soprattutto, tegia. Continueremo, invece, a fare evolvere per essere in grado di reagire velocemente a Ducato perché sia sempre on top, sempre ogni trend di mercato. Il Ducato, in ogni sua adeguato all’aspettativa dei nostri clienti alleconfigurazione, è sempre il best seller della stitori, in collaborazione con loro, sviluppansua categoria. Anche nella versione furgone, dolo sull’ascolto delle loro necessità. Ducato risponde perfettamente alle necessità di conversione in camper van. Anche qui sia- Diesel o non più diesel? Il dibattito, nel setmo in vantaggio rispetto ad altri, basti pensare tore RV, è stringente: come si prepara Fiat all’altezza interna della versione H2 che per- ad affrontare le sfide del futuro? mette di stare in piedi. Ducato, anche grazie ai Eric Laforge: Nell’immediato futuro la dosuoi volumi e alle sue forme, offre la base più manda non si pone ancora. Continueremo a versatile per allestire un van completo di tutti lavorare sullo sviluppo del diesel, in termini di eco-compatibilità, di riduzione dei consumi e dell’aumento del comfort e dell’affidabilità. La tecnologia full electric in questo Eric Laforge (a destra) momento non può soddisfare ancora le esidurante l’intervista genze del cliente camperista. Il nostro e-Ducon il nostro direttore cato servirà a utilizzi diversi da quello ricreazionale e sarà il veicolo ideale per le brevi percorrenze giornaliere e le routine in ambiente urbano. La tecnologia elettrica, per via del peso delle batterie, non si sposa bene con le necessità di leggerezza del mezzo che impone il segmento ricreazionale. L’istanza principale da risolvere resta comunque la ridotta autonomia rispetto ai motori a combustibile fossile e i tempi e la capillarità delle stazioni di ricarica. Nessun costruttore di camper ha ancora messo in produzione questa tipologia, perché non ha un’applicazione pratica nel segmento vacanze all’aria aperta. In futuro, inoltre, non è nemmeno detto che l’elettrico sia la soluzione. Ci saranno probabilmente altre tecnologie disponibili, come ad esempio l’idrogeno.

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design michael studer

Il design è l’arte di ascoltare Una delle sfide odierne nel mercato automobilistico e in futuro nel mercato dei veicoli per il tempo libero è la comparabilità dei prodotti e la possibilità di una feroce guerra dei prezzi. Michael Studer, uno dei principali designer di RV in Germania, ci avverte di questo pericolo. Testo di Peter Hirtschulz

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bbiamo incontrato Michael Studer e discusso con lui di alcuni argomenti chiave per l’industria dell’RV: il futuro, la ricerca, le diverse definizioni di design, la pericolosa comparabilità e l’attuale mancanza di innovazione, nonché il rischio di una conseguente guerra dei prezzi; e lo Studer-slogan “Il design è l’arte dell’ascolto”. Michael Studer, nato nel 1964, sapeva chi voleva essere fin da bambino. Avrebbe dovuto avere a che fare con il disegno, perché era un’abilità con cui era nato. È quasi sorprendente che non sia nato in una roulotte perché la sua famiglia, composta di cinque figli, era molto impegnata nel campeggio. Studer ricorda: “Ho 51 anni di esperienza in campeggio e nel caravanning. Già nel 1969, all’età di cinque anni, io e la mia famiglia viaggiavamo in una caravan 450 Eifelland da sette persone! Di notte i miei genitori dormivano nella parte

anteriore e noi cinque bambini nella parte posteriore. Uso dello spazio ‘par excellence’!” Studer ha poi trovato il modo di fare professione del suo talento studiando design industriale presso l’Università di Scienze Applicate di Hannover. Si rese presto conto che, nonostante le sue capacità artistiche, era fortemente influenzato dal realismo. Le cose che aveva in mente non erano “surreali”, ma piuttosto richiedevano una vera implementazione. Vede sè stesso come un artista che risolve compiti specifici. Il suo credo “Il design è l’arte dell’ascolto” lo ha sempre aiutato molto perché ha da subito capito che più intensamente ascoltava ciò che la gente voleva, più perfettamente riusciva a trovare soluzioni. La sua carriera professionale lo ha portato a Oberschwaben (regione della Germania meridionale) nel 1991 presso l’esclusivo produttore di mobili Domicil, con sede a Weingarten /

Ravensburg nella zona del Lago di Costanza. Lì ha imparato e perfezionato la sua ricerca del pensiero olistico. Ciò non consiste solo nella creazione di singole parti funzionali e di design, ma anche nella creazione di concetti olistici. Ama il lavoro di squadra. Come membro del consiglio di amministrazione, ha ascoltato ciò che i clienti, i partner commerciali o i membri del team delle rispettive aree specialistiche avevano da dire e ha lavorato intensamente sull’analisi del modello precedente e sul briefing per il nuovo sviluppo. Nel 1999 ha iniziato la propria attività. Rimasto a Oberschwaben, ora vive e lavora nella piccola comunità di Mittelbiberach, ed è diventato il designer esclusivo (esterno) per il gruppo Erwin-Hymer. Negli anni ha lavorato per Hymer, TEC, LMC, Bürstner, Eriba e Dethleffs. Insieme all’amministratore delegato di Dethleffs, Thomas Fritz, ha creato un team ideale

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design michael studer e dato alcuni impulsi importanti per il settore RV con alcuni straordinari “pezzi” di design. In quel periodo sono arrivati progetti significativi per le caravan, come Vari_1, CaraLiner, Aero Style, e per i camper, come Premium Liner, Pulse ed Evan. A quel tempo Studer era già un entusiasta dei veicoli multifunzionali e ispirò i suoi partner con progetti come il Vari 1, caravan multifunzionale e versatile pensata anche per il trasporto di motociclette, o come l’Evan, motorhome con una lunghezza di soli 5,60 metri e larghezza di 2,14 metri con cinque posti letto e sedili per sei persone con cinture di sicurezza. Con il suo coinvolgimento nel settore dell’RV, Studer ha mescolato piacere e affari, poiché l’amore per il campeggio fin dai suoi primi anni non si è mai fermato. Ha oltre 40 album fotografici di vacanze in campeggio per dimostrare che progetta ciò che la pratica gli ha insegnato. Questo artista conosce il suo mestiere. Parallelamente al suo lavoro di progettazione per il Gruppo Hymer, ha tenuto una cattedra presso l’Università di Scienze Applicate di Ravensburg dal 2001 al 2006. All’inizio di ogni seminario, ha sempre chiesto ai suoi studenti come loro definissero il design, per poi spiegare la sua filosofia sulla base di questi contributi. Noi gli abbiamo chiesto come definisce il design, e Studer ha commentato: “Divido il design dell’RV in tre aree: stile, forma e funzione. Il design ottimale consiste in un equilibrio di questi tre componenti e tutti e tre, a loro volta, risultano in una comprensione olistica.” Nel dettaglio: “Styling” indica il design delle superfici e ciò che accade su di esse, come il colore, il look & feel, le decalcomanie, in un insieme bidimensionale. La “forma” è tridimensionale, come le linee concave o convesse per superfici e mobilio o la forma esterna del veicolo. Il trio è completato dalla “funzione”, che significa uso dello spazio e sviluppi innovativi, nonché idee tecniche che di solito non ci si aspetta da un designer. Che, grazie alla

Concept FOXX, 2017

sua seconda vita in camper e roulotte, sono piuttosto è come un “uomo del popolo”, la cui invece parte integrante del concetto di design voce ha sempre nell’orecchio. L’immagine olistico di Studer. In che modo Studer vede generalizzata di un designer “artista” che può la connessione, o le differenze, tra camper e fare bellissimi schizzi ma trascura la funzione, caravan nei suoi progetti? “Le differenze sono la costruzione o i costi, non si applica certo a grandi. Per capirlo, vado regolarmente in va- Studer. canza per diverse settimane sia in camper che In che modo Studer vede la situazione attuain caravan. Il gruppo target per i camper è più le nel settore del caravanning? Sembra un po’ vecchio, la durata della permanenza in loco è pensieroso nell’affrontare questa domanda, più breve e le esigenze sono diverse. L’uso del- alla quale risponde sotto forma di aneddoto. le caravan è ridotto a poche settimane all’an- “Immagina un bambino che va a scuola, e no e gli utenti sono spesso campeggiatori più deve fare i compiti. Nel pomeriggio, tuttavia, giovani (con bambini) che hanno le proprie esigenze riguardo al Brand Supra, Caravaning Design Award, 2013 veicolo. Devi quindi soddisfare le rispettive esigenze in termini di stile, forma e funzione”. C’è qualcosa di diverso dai veicoli ricreazionali nella vita di Michael Studer? “Certo”, risponde, spiegando che “oltre al caravanning, i miei clienti includono produttori di mobili europei e asiatici, progetti fieristici, produttori di tessili e varie università e scuole d’arte”. Quando dialoghi con Studer, ti rendi subito conto che quest’uomo sa di cosa sta parlando. Non è affatto vanitoso o elitario, ma

Dethleffs Pulse, CAD, 2018

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Dethleffs Evan, Interior Proposal, 2012

il bambino gioca e si dedica ad attività ricreative e la sera, a causa della stanchezza, non fa i compiti. La mattina dopo, appena alzato o mentre va a scuola con l’autobus, scoppia una frenesia in cui i compiti vengono svolti rapidamente e con poca riflessione. Nel confronto, l’industria del caravanning è nella situazione serale. C’è ancora tempo, ma quando arriva il mattino...” Per quanto riguarda le innovazioni degne di nota degli ultimi dieci anni, Studer ha ragione: l’industria si sta godendo il boom dimenticando di prepararsi a periodi peggiori. C’è un rallentamento dell’innovazione nel settore del caravanning, ma non da parte di Studer. Negli ultimi due anni, Studer-Design ha sviluppato numerose idee e anche diversi concetti di veicoli completi, elaborati nei minimi dettagli, e li mantiene “freschi” in una sorta di cassaforte delle idee. Non appena l’industria sarà più interessata all’innovazione e alla differenziazione, queste idee dovrebbero venire alla luce e,

se possibile, raggiungere i clienti, in particolare i nuovi target group. Studer si affida nuovamente al suo trio di aree: “Nell’area dello styling, lavoro sempre “on demand”. Non ha senso lavorare sul look & feel a vuoto, ma non mancano idee e tendenze”. E prosegue: “In termini di forma, sto attualmente perseguendo lo speciale concept di armadio “Arena” e ho interni davvero fantastici per una caravan leggera ed entry-level. Vorrei anche menzionare il mio concept di modulo per mobili offset-free denominato “Fluence”. Nel campo della funzionalità, ho nuove alternative a basso costo per il letto fold-down. Inoltre, nei miei file

sono inclusi un rimorchio multifunzionale ad espansione e nuove planimetrie per camper e soluzioni per le camere.” Studer concentra la maggior parte dei progetti futuri sulle sue tematiche principali: veicoli ricreativi compatti, flessibili e adatti all’uso quotidiano, con spazi intelligenti e spesso con un’espansione innovativa dei volumi. Non può (ancora) pubblicare i concept di interior design, ma qui sotto elenchiamo alcuni esempi di progetti per esterni: • CaraLink: 5thwheeler con un nuovo approccio. • Edge: camper compatto. Un “Evan” significativamente sviluppato con un nuovo tipo di espansione della camera. • Multitrack: rimorchio compatto multifunzionale per uso quotidiano. • Lightweight Foxx concept con straordinarie soluzioni interne. • Altri 9 concept / studi, attualmente ancora “top secret”. Questo è il momento, per Studer, di innovare. È pronto a farlo, con le sue idee e i suoi concept. Con tutta la moderazione e la modestia che Studer trasmette nella conversazione, gli crediamo immediatamente. Non è un designer con sogni fantasiosi: combina un talento artistico speciale a un’immaginazione visionaria, con una forte rilevanza pratica. Lui chiama questa cosa “analisi del valore creativo”. Puoi sentire, in ognuna delle sue frasi, la linfa vitale e l’entusiasmo che porta con sé per il suo lavoro e per i compiti che i suoi clienti gli affidano. Ed ogni lavoro, ogni attività inizia con il suo credo: “Il design è l’arte di ascoltare”.

Concept CaraLink, 2018

Concept Edge, 2016

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salone del camper parma

Audentes fortuna iuvat Successo per l’undicesima edizione del Salone del Camper che ha accolto oltre 54.000 visitatori dal 12 al 20 settembre. Gli operatori sono soddisfatti. Appuntamento all’anno prossimo dall’11 al 19 settembre 2021. A cura della redazione

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l Salone del Camper di Parma ha funzionato. Abbiamo vissuto in prima persona questa fiera e parlato con numerosi espositori e il verdetto è unanime: “la gente c’è ed è interessata. E ci sono molti neofiti che si avvicinano per la prima volta al nostro settore”. Complimenti quindi a chi ci ha creduto fin dall’inizio e che, è il caso di dirlo, ha avuto anche molta fortuna dalla sua. In concomitanza con la fiera, infatti, la pandemia in Italia era sotto controllo e l’evento si è potuto svolgere regolarmente. Un’edizione, 36

l’undicesima, sicuramente tra le più difficili e ricche di incognite. Ma gli appassionati del caravanning così come i neofiti e futuri camperisti di domani, hanno risposto con disciplina e senso di responsabilità alle nuove esigenze di comportamento e di adattamento. “Si è concluso uno dei migliori Saloni di sempre, per la passione, l’impegno e la dedizione che tutti ci abbiamo messo affinché tutto funzionasse al meglio – afferma soddisfatto Antonio Cellie, AD di Fiere di Parma – Abbiamo superato una prova diffi-

cile resa tutto sommato semplice dalla collaborazione di tutti, sia degli espositori che hanno avuto fiducia sia dei visitatori che si sono dimostrati ancora una volta perfetti nell’assimilare e mettere in pratica alcune regole basilari di buon senso e di convivenza; fiducia, passione e buon senso che sono alla base della filosofia del Turismo in Libertà. Tutti insieme abbiamo dimostrato che una fiera in sicurezza col pubblico pagante si può fare. Gli oltre 54.000 visitatori che hanno riempito per tutti i 9 giorni della kermesse i 61.000 metri quadri della

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I numeri del Salone 2020 200 espositori - 400 veicoli esposti 61000 m2 di area espositiva - Oltre 54000 visitatori superficie espositiva – prosegue Cellie – hanno rispettato tutti gli accorgimenti e tutte le misure di controllo previsti, con un senso di civiltà nastro sono stati affidati a Paola De Mie un’educazione esemplari. Questo è si- cheli, Ministro delle Infrastrutture e dei curamente il maggior successo di questa Trasporti. Che durante il suo discorso ha 11^ edizione del Salone del Camper, cioè voluto testimoniare la sua vicinanza agli la conferma che oggi in Italia una fiera in organizzatori e alla Fiera di Parma e ha sicurezza si può fare. Concludo dando ap- concluso rimandando a un prossimo inconpuntamento a tutti all’anno prossimo per la tro a Roma “per approfondire alcune delle 12a edizione che si terrà alle Fiere di Par- tematiche, che peraltro mi avete già sottoposto”. Dopo gli auguri e un “in bocca al ma dall’11 al 19 settembre 2021”. lupo” agli imprenditori e agli operatori del Il giorno dell’inaugurazione, sabato 12 settore ha concluso dicendo: “Vedrete che settembre, il saluto ufficiale e il taglio del questa vicinanza diventerà anche un fatto

Antonio Cellie

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salone del camper parma concreto”. Bene Ministra, ci contiamo! Abbiamo avuto il piacere di intervistare il nuovo direttore generale di APC, Ludovica Sanpaolesi, e il nuovo presidente di Assocamp (trovate gli articoli in questo numero di Camper Professional) e siamo certi che il nuovo management di queste due associazioni, con una grande esperienza in questo settore, sapranno portare avanti le istanze del comparto con determinazione e concretezza. Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente di APC, Simone Niccolai: “Siamo contenti, non ci sono altre parole. I risultati hanno superato le nostre aspettative, sia per quel che riguarda l’affluenza sia per quanto concerne la nostra attività commerciale con un volume di vendite pari alle edizioni passate durante la fiera: tantissimi gli appassionati interessati a nuovi mezzi e numerosi i neofiti che si affacciano per la prima volta a questa tipologia di mezzo e di vacanza, spinti sicuramente dal trend che vede caravan e camper come mezzi sicuri in questo momento della pandemia. Il Turismo in Libertà ha dato ancora una volta Simone Niccolai nuova vitalità al nostro Paese, dimostrando che una manifestazione fieristica ha ancora appeal e senso, naturalmente se fatta con tutti gli accorgimenti necessari e obbligatori e, soprattutto, se gestita così come lo è stata questa, cioè in maniera impeccabile da tutti, anche da parte dei

Vittorio Brumotti, campione di bike trial e testimonial di Svitol (Arexons), si esibisce per i fan.

visitatori, a cui va il nostro più grande plauso e ringraziamento. Già prima di iniziare il Salone le premesse erano buone – continua Niccolai – grazie a un settore in salute e in nettissima ripresa dopo il lockdown, con mesi come luglio e agosto che avevano fatto segnare un aumento di immatricolazioni oltre il 100% rispetto al 2019; inoltre il camper si era reso protagonista indiscusso dell’estate venendo eletto universalmente come mezzo ideale per una vacanza in sicurezza, tanto che sono stati più di un milione i turisti che hanno visitato la nostra Penisola a bordo dei veicoli ricreazionali durante i mesi più caldi dell’anno”. Tutto benissimo, quindi? Non esattamente. Nonostante l’imponente esposizione organizzata da tutti i brand del Gruppo Trigano, del Gruppo Knaus Tabbert, del Gruppo Rapido e di Carthago e Malibu, la mancanza di tutti marchi del Gruppo Hymer, del Gruppo Pilote e di Hobby e Fendt hanno avuto il loro peso. Una fiera potremmo dire “dimezzata”, ancor di più se prendiamo in considerazione la parte accessoristica. Qui addirittura il padiglione 2 è rimasto chiuso e dei grossi nomi della componentistica possiamo citare solo Fiamma e Teleco. Molti si sono lamentati, ma la maggior parte ha visto il bicchiere mezzo pieno. In questi tempi così difficili e incerti, aver avuto la possibilità di partecipare al Salone del Camper e aver goduto di un momento di normalità, condividendo questa esperienza con operatori e altri appassionati è un vero lusso. Ancor di più visto quello che sta accadendo in paesi vicini al nostro. Paola De Micheli, Ministra delle infrastrutture e dei trasporti, visita la fiera

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Arrivederci a Roma… Intervento della Ministra delle infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli durante la conferenza di apertura del Salone del Camper 2020 - 12 settembre - sala Pietro Barilla

“Sono qui per segnare la vicinanza del Ministero che ha alcune questioni importanti con il settore della camperistica. Ci sono state scelte anche in passato che hanno aiutato questo settore e che possiamo immaginare anche per il futuro. Questo è stato un modo per andare in vacanza rispettando le regole sul distanziamento sociale, che ha consentito alle famiglie, penso alle famiglie con figli soprattutto, di vivere la vacanza in una maniera molto più sicura. Sono qui anche per ascoltare alcune questioni problematiche, mi avete già segnalato il tema delle patenti. Ovviamente tutto il lavoro che stiamo facendo per rafforzare il sistema infrastrutturale italiano della viabilità, per rendere più sicure le nostre strade, siano esse autostrade o strade statali, indirettamente agevola anche un tipo di turismo che è quello che voi propugnate. Penso che la qualità della mobilità dipenda tanto dal vostro lavoro, ma dipende anche tanto dalla qualità dei luoghi che noi riusciremo a infrastrutturare dove le persone si muoveranno. E non è sempre così, perché ci sono aree dove ancora è impervio arrivare e in qualche modo questo rappresenta anche una limitazione dello sviluppo di questo settore. La seconda ragione per cui sono qui oggi è perché questa è la prima fiera dopo Covid che si celebra qui a Fiere di Parma e volevo essere presente, nonostante i problemi di spostamento poiché arrivo da Bari e tornerò a Roma nel primo pomeriggio. Non potevo mancare per dare un segnale a questa città, a questa fiera che è importante, per dare un segnale al mondo della fieristica, che abbiamo riaperto da pochi giorni. Credo che questo sia un altro modo per testimoniare un tentativo che tutti noi stiamo facendo con fatica. Gli organizzatori devono rispettare delle regole molto complesse, noi le dobbiamo immaginare e scrivere tenendo insieme il diritto alla salute con un’oggettiva possibilità di fare poi le cose, non frapponendo limiti

all’organizzazione che diventino in qualche modo insormontabili. È anche un modo per avviare una fase autunnale nella quale tutte le nostre attività dovranno essere più vicino possibile alla normalità, sapendo che dentro questa normalità ci sono nuove regole di convivenza. E un’attività che sostiene l’attività economica come quella della fieristica, che racconta storie di successo in particolar modo qui a Parma, dove ci sono fiere che sviluppano filiere per me per altro molto importanti. Penso a Cibus che è quello che ho frequentato di più nella mia vita. Questo è un modo per dire si può fare, se lo facciamo bene, rispettando le regole, ne faremo altre, ne faremo importanti e continueremo ad essere sulla cresta dell’onda così come è accaduto negli anni passati in condizione di normalità, è una normalità diversa. Così come siamo stati all’altezza della situazione, non tanto come governo che non ha bisogno di essere difeso da me, ma soprattutto come singoli cittadini siamo stati all’altezza della situazione quando abbiamo chiuso tutto, io sono convinta che dimostreremo di essere all’altezza della situazione anche nella progressiva riapertura delle nostre attività, normali o eccezionali come quella di una grande fiera. Quindi faccio tantissimi auguri al settore, vi do la mia disponibilità ovviamente in una fase successiva alla fiera. Ci rivediamo poi con calma a Roma per approfondire alcune delle tematiche che peraltro mi avete già sottoposto. E faccio soprattutto gli auguri agli operatori, perché sono imprenditori e imprenditrici che ci mettono capitale di rischio, che investono, che vivono nell’incertezza di quello che sarà e quindi l’in bocca al lupo dovrà essere seguito da un sostegno e una presenza che vedrete con i tempi che sapete dei prossimi mesi, le leggi di bilancio, quello che ci aspetta in questo autunno e inverno del 2020. Vedrete che questa vicinanza diventerà anche un fatto concreto”

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salone del camper parma

La voce degli operatori La tradizionale fiera emiliana si è svolta regolarmente ed è stata unanimemente riconosciuta un successo. Produttori, importatori e concessionari ci raccontano come è andata e cosa si aspettano nei prossimi mesi. Testo di Paolo Galvani

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l Caravan Salon di Düsseldorf e il Salone del Camper di Parma si sono chiusi rispettivamente con 107mila e 54mila Stefan Eckl - Adria Italia

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visitatori, numeri che hanno pienamente soddisfatto i rispettivi organizzatori. In Germania anche gli operatori presenti alla manifestazione hanno potuto tornare a casa contenti del lavoro svolto: lì il mercato è letteralmente esploso e il portafoglio ordini in occasione della fiera si è gonfiato. Per sapere come è andata anche in Italia, Camper Professional ha parlato con numerosi importatori, rappresentanti e concessionari. Ecco cosa ci hanno raccontato. La prima cosa che abbiamo voluto conoscere è la loro impressione sulla manifestazione. “Chi ha deciso di esserci nonostante il periodo complicato ha avuto un buon riscontro, anche come vendite,” dice Stefan Eckl, responsabile commerciale di Adria Italia. “Soprattutto stiamo parlando di un pubblico nuovo, che non si è mai avvicinato al mondo del-

la caravan o del camper, persone che sono uscite dalla fiera con dei nomi ben precisi impressi in mente, ovvero quelli dei brand Alessandro Barbagallo - Giottiline

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che hanno presenziato”. Nonostante i molti dubbi iniziali, anche Carthago ha deciso di partecipare. E i risultati sono stati positivi. “Siamo contenti, perché le cose sono molto andate bene, sia per Carthago e Malibu Van sia per Malibu Reisemobile,” conferma Antonio Garbari, agente per l’Italia. “Quest’ultimo marchio è per noi nuovo, ma nonostante questo abbiamo venduto diversi veicoli. E non era assolutamente scontato che avremmo avuto questo successo. Ma la cosa più interessante è che in questi giorni si sta vendendo non solo in fiera, ma anche presso i concessionari”. Chi invece di dubbi non ne ha avuti è stata Giottiline. “Noi siamo stati promotori della fiera perché crediamo fermamente di dover essere anche un po’ una guida per il settore, quindi dovevamo essere presenti anche in un momento di crisi e dare un segnale di ottimismo,” ha detto Alessandro Barbagallo, sales manager. “Magari abbiamo visto meno curiosi ‘della domenica’, quelli che ne approfittavano per fare solo un giro in fiera, ma abbiamo anche incontrato tanta gente nuova.” Una tendenza importante In casa Gest Camp Market – importatore tra gli altri di Challenger, Rapido, Dreamer

Paolo Pisani - Trigano

ed Eura Mobil – confermano che a Parma questa è stata una tendenza importante. “L’affluenza agli stand è stata positiva, con clienti molto interessati che penso si siano avvicinati al mondo camper nel post-covid, nelle vacanze estive appena terminate,” dice Paola Tresoldi. “Nel nostro caso ne abbiamo visti anche molti arrivare con le idee chiare e mirate, quindi clienti preparati che si sono molto documentati prima di venire in fiera”. Guglielmo Zorzi, rappresentante italiano del gruppo Knaus Tabbert, si è detto addirittura stupito: “La cosa che per me, che opero in questo settore da oltre 45 anni, mi ha lasciato posi-

tivamente esterrefatto, è vedere la quantità di nuovi clienti che si sono avvicinati al nostro mondo, e questo fa ben sperare. Ora dobbiamo dimostrare a queste persone, che ignoravano l’esistenza dei veicoli ricreazionali, di essere all’altezza delle loro aspettative”. Più prudente, ma sempre positivo, il commento di Paolo Pisani, direttore commerciale di Trigano. “Sicuramente tra i visitatori abbiamo perso i curiosi e gli over-65, ma ne abbiamo acquisiti molti di nuovi, che forse non sapevano nemmeno che Daniele Sartorelli - Essegi Sartorelli a Parma si vendeva,” dice. “Se si trasformeranno in clienti non lo so, ma guardando il parcheggio esterno gli altri anni, ma chi è venuto era più intesi vedevano più auto che camper, e quin- ressato,” Giuseppe Gambino, GG. di erano sicuramente interessati. Quindi Vendite soddisfacenti bene, molto meglio di quel che pensavo”. Che si tratti di “prospect” interessanti lo Cercando di capire se in fiera la finalizzaconfermano anche i concessionari. “So- zione dei contratti è stata soddisfacente, abprattutto nei primi due giorni abbiamo biamo incontrato qualche reticenza in più, visto persone più giovani della media, che con risposte a volte un po’ evasive. La senhanno sentito parlare del camper, si sono sazione, però, è che a fronte di una presenincuriosite e si sono avvicinate facendo za numerica più ridotta rispetto al passato e domande molto di base,” dice Leonardo a una quantità elevata di neofiti per il setVillani, di Camperis. “Questa è tore, gli affari si siano comunque conclusi. stata un’occasione per allargare “È difficile fare un confronto perché a noi il nostro mercato. Sono clienti sono mancati dei marchi, che non hanno che probabilmente non compre- esposto in fiera, e chiaramente il confronto ranno subito il camper nuovo, con le vendite dello scorso anno è fuorviancosa per altro da non escludere, te,” dice Leonardo Villani (Camperis). ma che sono un investimento sul “Se però andiamo a calcolare le vendite futuro”. Pensiero analogo anche dei nostri brand presenti, soprattutto in fain Groppetti. “C’è stata un’otti- scia bassa, siamo stati addirittura sopra”. ma affluenza, con molta clientela Luca Barassi (Centro Caravan Barassi) giovane, inesperta”, dice Piero conferma che l’interesse in fiera è stato più Arici. “E questo è il punto posi- orientato verso i prodotti meno costosi: “I tivo di tutto il discorso. Si sono pezzi venduti, numericamente parlando, persi i perditempo e ci sono sta- sono più o meno come quelli dello scorso ti tantissimi curiosi giovani, che anno, ma il valore si è rivelato invece molto prima mancavano, e che volevano inferiore.” In Essegi guardano più al periodo post-macapire meglio il mondo camper”. Il coro è poi unanime quando si nifestazione. “Se non si chiude il contratto valuta l’afflusso del pubblico: “Le aspettaPaola Tresoldi - Gest Camp Market tive sono state superate e siamo abbastanza soddisfatti”, Luca Barassi, di Centro Caravan Barassi; “L’afflusso è stato maggiore del previsto, con molti vecchi clienti ma anche tanti nuovi aspiranti camperisti,” Daniele Sartorelli di Essegi Sartorelli; “Sicuramente non ci si aspettavano tutta questa affluenza e tutto questo interesse,” Cristina Fustinoni, Fustinoni Sport; “Le aspettative sulla fiera erano un’incognita, ma abbiamo visto parecchia gente,” Enzo Epifani, Happy Car; “C’è stata meno gente de-

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salone del camper parma

Antonio Garbari - Carthago

a Parma, si apre la possibilità di farlo in occasione di un ‘porte aperte’ in sede,” dice Daniele Sartorelli. “In fiera si conosce il cliente, ci si parla e così si creano le condizioni per un incontro futuro.” Nessuno sbilanciamento nemmeno per Piero Arici (Groppetti). “Chiudere un contratto in fiera è difficile, specialmente sulla gamma alta”, dice. “Però c’è un grosso interesse sulle prime fasce e sui furgonati, che stanno emergendo con prepotenza”. Tra ottimismo e realtà Anche quando si tocca questo argomento direttamente con le case o con i loro rappresentanti, il quadro viene confermato. “Stranamente in Adria siamo stati in linea con la stagione scorsa, che era un anno normale, mentre questo è complicato”, afferma Stefan Eckl. “La gente che è venuta non lo ha fatto per la solita passeggiata, ma ben decisa a comprare, e quindi i concessionari ci dicono che abbiamo raggiunto i livelli dell’anno scorso”. Anche in Chausson, pur con qualche perplessità, ritengono che a Parma i risultati siano arrivati. “Il lavoro l’abbiamo fatto, anche con una certa sorGuglielmo Zorzi - Knaus Tabbert

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presa da parte degli operatori, chi più chi meno”, dice Luca Mercatucci. “Quello che succederà dopo non si sa, la mancanza del gruppo Hymer ha ridotto le presenze, così come sono mancate molte aziende degli accessori. Siamo riusciti in parte a beneficiare delle assenze degli altri, ma una gran parte di quella clientela comunque non è venuta.” “Più che alle vendite nell’immediato, in fiera abbiamo cercato di aumentare il tessuto dei paLuca Mercatucci - Chausson pabili futuri acquirenti”, sostiene Alessandro Barbagallo (Giottiline). “E non è detto che siano acquirenti di un veicolo nuovo questi ultimi mesi continuerà e soprattutto oggi: magari cominciano con il noleg- se le case produttrici riusciranno a soddigio, poi passano all’usato, poi a un usato sfare le richieste di clienti e concessionari maggiore e alla fine acquistano il camper italiani. A creare difficoltà, oltre al periodo nuovo. Non sono investimenti che hanno in cui la produzione è rimasta bloccata, è un ritorno nell’immediato, ma siamo fer- anche l’enorme richiesta proveniente dal mamente convinti che l’Italia, con tutte le mercato tedesco, che ha visto in questo sue bellezze, sia la patria ideale per poter 2020 raggiungere cifre record, con 70 mila sviluppare questo settore. La fiera di Parma ha fatto da volano per questo tipo di turismo”. Più conciso Paolo Pisani (Trigano), che si allinea ad altri suoi colleghi: “Siamo sugli stessi volumi dello scorso anno, forse qualcosina in più, cosa che era insperabile; siamo però andati bene con i prodotti di gamma più bassa e un po’ meno con quelli di fascia media”. Il capitolo Salone del Camper si può quindi chiudere positivamente. Un po’ l’esplosione di interesse nei confronti di questo tipo di vacanza e un po’ il fatto che la fiera sia capitata in un periodo in cui l’allarme per l’epidemia da Leonardo Villani - Camperis Covid-19 non si era ancora riacceso hanno contribuito al raggiungimento immatricolazioni da gennaio a luglio. di risultati giudicati da tutti molto soddisfa- “In Adria, nel periodo del lockdown, abcenti. E pure i timori della biamo deciso di mantenere tutti gli ordini vigilia per le misure di si- in essere, anzi di aumentarli”, racconta curezza sono scomparsi nel Stefan Eckl. “Fortunatamente abbiamo giro di poco. Nessuna delle avuto ragione, perché oggi abbiamo tutto persone con cui abbiamo in pronta consegna, e questo è un grande parlato, a parte un po’ di vantaggio, specialmente in questo periodo smarrimento iniziale per in cui si è presentata una clientela nuova capire come gestire le pro- che vuole magari entro l’anno immatricocedure, ha registrato par- lare il proprio veicolo”. Carthago aveva ticolari disagi dovuti alla invece già pianificato un aumento della sua capacità produttiva, sia nella sede di Aulengestione sanitaria. dorf sia negli stabilimenti sloveni, e questo Un futuro tutto da scrivere potrebbe essere d’aiuto in un periodo di La scommessa dopo le fiere maggiore richiesta. “Sì, però non basta,” è quella dei mesi futuri. Da afferma Antonio Garbari. “Abbiamo inuna parte bisogna capire se crementato un po’ la capacità produttiva, il trend positivo partito in ma questo non significa semplicemente

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si dei voli low cost. E del fatto che andare all’estero non sembra proprio la scelta ideale. Ecco allora che la vacanza in camper diventa particolarmente attraente. Il succo è che dobbiamo essere bravi noi a fare le notizie. Nel nostro piccolo settore, che comunque vale diversi miliardi di euro, se stiamo attenti qualcosa in più lo portiamo a casa”.

Cristina Fustinoni - Fustinoni Sport

ampliare lo stabilimento. Bisogna anche formare il personale, e se ne trova sempre meno. In più, il mercato in Germania sta aumentando in modo abnorme, mentre noi siamo piccoli. Abbiamo grosse difficoltà a rapportarci con una produzione che viene

Luca Barassi - Centro Caravan Barassi

assorbita prima di noi dal Caravan Salon di Düsseldorf e poi dalla dimensione del mercato tedesco”. Luca Mercatucci (Chausson) ritiene che per sostenere la domanda dovrà essere bravo il settore a comunicare nel modo giusto, continuando sulla strada che è stata imboccata nei mesi scorsi. “Non ho informazioni economiche globali per poter rispondere in modo esaustivo,” racconta a Camper Professional. “Noi subiamo gli effetti di un sistema di comunicazione che in prima pagina parla dei problemi, non delle soluzioni. Nelle persone subentra quindi la paura: cosa faremo domani? È il momento giusto per comprare un camper da 60.000 euro? Poi sfogliando il giornale magari si trova l’articolo sulle vacanze con il camper, mentre in prima pagina si parla della cri-

flussi di clienti, quindi non è stato un fenomeno limitato al periodo delle vacanze. Il fatto che a settembre ci siano ancora clienti nuovi e che anche in fiera, dopo avere fatto le vacanze, siano arrivati è positivo. I presupposti per una buona stagione ci sono tutti”. Migliorare l’accoglienza Sul fronte dei concessionari le opinioni sono un po’ più sfumate e prevale la tendenza a non lasciarsi troppo andare a previsioni ottimistiche. “Secondo me una leggera flessione ci sarà, è un calo naturale”, sostiene Luca Barassi. “I numeri però sono buoni, e i van vanno bene. Penso che saranno premiate le concessionarie che avranno ordinato per tempo”. Cristina Fustinoni è soddisfatta del lavoro fatto, ma un po’ preoccupata di quello da fare. “La Germania ci anticipa sempre con Düsseldorf, spazzando via una buona parte di quella che è la disponibilità della produzione dei nostri marchi,” dice. “Quest’anno siamo riusciti a consegnare tutto senza eccessivi ritardi, e questo è per noi motivo di orgoglio. Oggi però la concentrazione degli ordini sui furgonati sta portando a qualche difficoltà. Per le consegne si parla ormai di tarda primavera-inizio estate. E speriamo che le difficoltà nelle immatricolazioni non allunghino ulteriormente i tempi d’attesa”. “Le persone che sono venute in fiera hanno mostrato un interesse diverso dagli anni scorsi e senza dubbio avremo un rientro che in passato non c’era stato”, dice Enzo Epifani (Happy Car). Da Giuseppe Gambino (GG) arriva invece una richiesta di attenzione verso il settore. “Il tipo di clientela è nuovo, parliamo di persone che fino a ieri facevano le vacanze in albergo”, dice. “Bisogna quindi spingere a livello di comuni e di regioni per migliorare l’accoglienza ai camper, realizzando nuove aree di sosta. Quando un cliente noleggia un camper e va in Francia torna entusiasta, mentre da noi non succede la stessa cosa. Bisogna pensare anche a questo aspetto”.

Prodotto mancante In Gest Camp Market prevale l’ottimismo. “Ritengo che le concessionarie avranno molto da lavorare durante l’autunno, e penso che questo trend continuerà per tutta la stagione,” dice Paola Tresoldi. “Credo che il problema di quest’anno su alcuni brand sia la mancanza di prodotto, perché la richiesta è talmente elevata, sia sul mercato italiano che all’estero, che andremo velocemente verso il tutto esaurito”. Più prudenza, invece, in casa Knaus Tabbert, anche se accompagnata da una buona dose di fiducia. “Dipende molto da noi”, afferma Guglielmo Zorzi. “Dobbiamo capire bene quale è stato il modo di comunicare che ci ha permesso di fare arrivare a questa fiera non più il camperista classico che viene a curiosare o a cercare l’affare, ma la nuova clientela che abbiamo visto a inizio settembre tra i padiglioni. Viste le dimensioni del mercato italiano, comparato con quello della Germania, penso che abbiamo molto spazio per crescere. Sono fiducioGiuseppe Gambino - GG / Enzo Epifani - Happy Car so per il futuro, proprio perché nella mia longeva presenza in questo mercato, quest’anno ho avuto finalmente il piacere di vedere un avvicinamento di clienti nuovi”. Posizione simile anche per Paolo Pisani (Trigano). “Questa è una domanda difficile che ci stiamo ponendo anche noi”, dice. “È presto per trarre delle conclusioni. Di positivo mi dicono che anche dopo le ferie i concessionari hanno ancora

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caravan salon düsseldorf

Un successo oltre le aspettative Siamo stati quattro giorni al Caravan Salon Düsseldorf 2020, la prima mostra che si è tenuta nel complesso fieristico di Düsseldorf da quando è scoppiata la pandemia in Europa. A cura della redazione

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uest’anno il Caravan Salon Düsseldorf era più piccolo del solito, sebbene occupasse 10 padiglioni, con oltre 300 espositori. Molti i brand che nell’incertezza della situa-

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zione hanno deciso di non partecipare, tra cui un vero colosso come l’Erwin Hymer Group che ha privato lo show di ben tredici marchi: Bürstner, Carado, Crosscamp, Dethleffs, Eriba, Etrusco, Hymer, Laika, LMC, Niesmann + Bischoff, Sunlight e per gli accessori Goldschmitt e Movera. A sottolineare questa assenza, gli organizzatori della fiera hanno lasciato vuoto e accessibile il padiglione 17, quello storicamente dedicato al brand Hymer. Altre assenze eccellenti sono state quelle di Possl e Concorde, mentre tra i fornitori sono mancati nomi come Thetford, Dometic, Thule, Truma, Alde. Eberspächer, Webasto e Lippert Compo-

nents. Assenti eccellenti anche i produttori di basi meccaniche con l’unica eccezione di Fiat, che ha partecipato con uno stand ben curato. Knaus Tabbert e il gruppo Trigano hanno fatto la parte dei leoni. Il primo, che da poco si è anche quotato alla borsa di Francoforte, era presente nel nuovo padiglione 1 con il marchio Weinsberge T@B, nel 4 con Knaus e Tabbert e nel 5 con Morelo. Padiglioni 10 e 11 targati Trigano con i marchi Adria, Benimar, Caravelair, Challenger, Chausson, Eura Mobil, Forster, Mobilvetta, Rimor, Roller Team, Sun Living, Sterckeman, Xgo, Karmann e Notin. Un’esposizione molto ricca anche quella del gruppo Rapido con i marchi Rapido, Itineo, Dreamer, Westfalia, PLA e Giottiline. La Halle 9 come da tradizione è quella di Hobby e Fendt. A concludere questa carrellata di big, Carthago con il suo marchio più recente: Mailbu Reisemobile. Pur con le assenze eccellenti già citate, la fiera è stata un successo.

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HERMANN PFAFF CIVD

HOLGER SCHULZ Hobby

GERD ADAMIETZKI Knaus Tabbert

BERND WUSCHACK Carthago

MIKE REUER Westfalia

HOLGER SIEBERT Eura Mobil e Trigano

JOHN-DAVID POZZI Fiamma

“Con 107.000 visitatori, il CARAVAN SALON trasmette un segnale importante per l’intero settore fieristico in Germania e in Europa. La fiera più importante al mondo per il caravanning ha convinto con il suo concetto di igiene e protezione “, ha commentato Erhard Wienkamp, amministratore delegato Messe Düsseldorf. “L’intero team di Messe Düsseldorf e CIVD, nonché tutti i dipendenti dei nostri espositori, hanno trasformato questa fiera in un’esperienza fantastica con grande impegno e molta passione “ ha continuato Wienkamp. Un elemento di vera novità sia in Germani sia in Italia è che sempre più neofiti e tante

giovani famiglie hanno visitato le fiere del caravanning. Anche Hermann Pfaff, presidente di CIVD (Caravaning Industrie Verband), è stato entusiasta di come è andato il CARAVAN SALON: “Questi numeri di visitatori sono un ottimo risultato date le circostanze. Il fatto che includano molti nuovi arrivati e che l’età media si sia notevolmente abbassata mostra che attualmente stiamo assistendo a un afflusso di clienti completamente nuovi. Il successo dell’evento, però, non si misura solo dai numeri di presenze, ma soprattutto dai contratti di vendita conclusi, che sono stati addirittura superiori a quelli dell’anno record su tutta la linea. A questo si aggiunge il feedback diretto molto utile dei clienti che i produttori possono ottenere solo in questo modo in una fiera. Inoltre, lo scambio di esperti sulla più grande piattaforma B-2-B del nostro settore è estremamente prezioso per gli espositori”. I produttori di camper e caravan sono molto soddisfatti di come è andata la fiera: “Dopo lo scetticismo iniziale, siamo nel complesso molto felici di aver presentato i nostri prodotti al CARAVAN SALON di quest’anno a Düsseldorf. Sebbene il numero di visitatori fosse limitato, il nostro team di vendita di Hobby è stato molto impegnato. I nostri clienti - tra cui anche molti giovani - erano molto interessati e molto pazienti e rilassati allo stesso tempo”, afferma Holger Schulz, amministratore delegato di Hobby. Il Dr. Holger Siebert, amministratore delegato di Eura Mobil GmbH e Trigano Deutschland KG, afferma: “Questo Caravan Salon è stato speciale: abbiamo tenuto la prima grande fiera in Germania in tempi difficili. Il clima è stato rilassato e positivo e le parti coinvolte sono molto soddisfatte dei risultati ottenuti alla fine della giornata. I nostri ringraziamenti come espositori vanno alla Messe Düsseldorf che ha svolto un lavoro perfetto prima e durante la fiera. Occupando 15.000 mq di superficie espositiva con 20 marchi nei segmenti camper, caravan, accessori e noleggi, il Gruppo Trigano ha dimostrato fiducia nei confronti della fiera e la nostra decisione si è rivelata giusta. Tutti i marchi sono riusciti ad aumentare le vendite”. “Il CARAVAN SALON di quest’anno è stato un clamoroso successo nonostante tutte le circostanze speciali. Essendo una delle forme di vacanza più belle e attualmente più sicure, camper e caravan vantano un enorme potenziale - come la fiera ha chiaramente dimostrato”, ha affermato Gerd Adamietzki, CSO presso Knaus Tabbert AG. Bernd Wuschack, Responsabile vendite, marketing e servizio post-vendita presso il Gruppo Carthago: “CARAVAN SALON 2020 ha richiesto molto coraggio in questi tempi

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caravan salon düsseldorf di pandemia. Coraggio da parte di Messe Düsseldorf, da parte di espositori e rivenditori, oltre che da parte dei visitatori. Questo coraggio ha dato i suoi frutti a tutte le parti coinvolte: il pubblico si è comportato in modo molto disciplinato e consapevole, il nostro concetto di mostra appositamente sviluppato con isole di incontro separate ha avuto una risposta molto positiva e il concetto di igiene di Messe Düsseldorf ha avuto successo”. Anche Mike Reuer, amministratore delegato di Westfalia Mobil GmbH, fa eco a que-

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sto verdetto positivo: “Siamo lieti di aver scelto di partecipare al CARAVAN SALON e di esporre i nostri prodotti qui. Le vendite dirette agli utenti finali hanno superato nettamente quelle realizzate nell’anno precedente”. Soddisfazione anche tra i componentisti, John-David Pozzi, Amministratore Delegato di Fiamma SpA, ha dichiarato: “Siamo soddisfatti e possiamo guardare indietro a una fiera di grande successo. I clienti hanno bisogno di vedere le innovazioni e le novità sul mercato, motivo per cui sono felice di

tornare alla normalità. Per i tanti nuovi arrivati nel settore del caravan il CARAVAN SALON è l’occasione ideale per raccogliere informazioni e ottenere una panoramica completa. Inutile dire che c’erano molte meno persone in totale ma invece la qualità dei lead con conversazioni approfondite e approfondite era molto alta. Abbiamo accolto al nostro stand un numero sorprendentemente elevato di visitatori ben informati”. Il 60 ° CARAVAN SALON Düsseldorf si terrà dal 27 agosto al 5 settembre 2021.

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sondaggio vacanze estive 2020

Estate 2020: il caravanning cresce del 20% Il caravanning ha aumentato in modo significativo la sua quota tra le tipologie di vacanza più popolari in Europa nell’estate del 2020, crescendo di circa il 20% rispetto al 2019. È quello che emerge da un sondaggio condotto nel Vecchio Continente dal Gruppo Erwin Hymer: in luglio e agosto sono state interpellate circa 3.000 persone, provenienti da Germania, Italia, Francia, Scandinavia e Paesi Bassi. Uno sguardo ai dati di mercato conferma che l’interesse è molto elevato: nonostante la pandemia di coronavirus, le immatricolazioni dei veicoli ricreazionali da maggio a luglio 2020 sono aumentati del 26,5% su base annua in tutta Europa. Contenuti: Erwin Hymer Group e Customer Research 42 GmbH

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uesta è stata l’estate che molti viaggiatori in vacanza in Europa non dimenticheranno. Dalla fine di febbraio la crisi causata dal coronavirus ha seriamente compromesso molti programmi di vacanza. Secondo un sondaggio condotto da Customer Research 42 GmbH per conto di Erwin Hymer Group, il 51% di tutti gli intervistati ha dovuto modificare i propri piani a causa della pandemia di Covid-19. Circa il 50% di tutti gli intervistati ha trascorso le vacanze estive a casa, quasi il 70% in più rispetto all’anno precedente. Tra le forme di viaggio “attive”, solo le vacanze con caravan o camper hanno registrato una crescita. Circa il 13% degli europei che hanno fatto un viaggio durante le vacanze 2020, ha trascorso le ferie estive in un campeggio. I pacchetti-volo (in calo del 69%) e le crociere (meno 42%) hanno registrato i cali più netti rispetto al 2019. Per Martin Brandt, CEO di

Erwin Hymer Group, questo non è un risultato sorprendente: “In una casa su ruote, il distanziamento sociale è più facile che con altre forme di viaggio e vacanza. La domanda dei nostri prodotti è in crescita e riteniamo che quest’anno la stagione dei veicoli ricreazionali si estenderà alla stagione invernale”. Il caravanning come alternativa trendy alla solita vacanza Anche se la vacanza statica “in casa” è stata quella più frequente quest’anno, molti vacanzieri hanno comunque viaggiato su lunghe distanze, sebbene i loro spostamenti non fossero esattamente quelli pianificati o simili a quelli dell’anno scorso. Per molti, l’RV è stato l’alternativa: circa la metà di chi era in viaggio quest’anno con una caravan o un camper, esordiva in questa tipologia di vacanza. Il 18% di chi ha viaggiato in

RV quest’anno aveva prenotato un pacchetto turistico con volo nel 2019, e il 16% aveva trascorso le vacanze in hotel o appartamento. “Abbiamo potuto trarre vantaggio dall’improvvisa ripianificazione delle vacanze. I veicoli presso i nostri concessionari erano molto richiesti in primavera e le nostre società di noleggio hanno registrato un forte aumento delle domande di prenotazione a breve termine all’inizio della stagione”, ha affermato Brandt. Secondo l’indagine condotta a livello europeo, ci sono state cinque ragioni principali per sostituire il precedente tipo di vacanza con un viaggio in caravan o camper: l’80% non voleva viaggiare in aereo a causa del coronavirus, il 75% era preoccupato di non poter tornare nei tempi previsti. Altri fattori importanti sono stati la paura di dover andare in quarantena, le restrizioni legate al coronavirus che avrebbero influenzato

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sondaggio vacanze estive 2020 la precedente forma di vacanza (70% in entrambi i casi) e il rischio di contagio (66%). “Le cifre ci mostrano l’incertezza dei vacanzieri e la paura del contagio”, ha spiegato Brandt. “Ciò conferma la nostra decisione di non partecipare a fiere quest’anno per proteggere i nostri clienti, dipendenti e partner. Grazie alla nostra rete capillare di dealer, i clienti possono invece vedere i nostri prodotti presso il proprio rivenditore locale o ottenere informazioni tramite i canali digitali”. Tipologia di vacanza ideale nella crisi Al contrario, le ragioni che parlano a favore dei veicoli ricreazionali secondo il sondaggio mostrano perché questa forma di vacanza è

così attraente, soprattutto nella crisi attuale: gli intervistati hanno sottolineato la possibilità di viaggiare in luoghi diversi (52%), l’indipendenza (51%) e la vicinanza alla natura (47%). Altri motivi importanti sono la preferenza per il turismo individuale piuttosto che di massa e l’opportunità di provare qualcosa di nuovo (40%). Anche il basso rischio di infezione gioca un ruolo: il 30% del campione lo vede come un argomento a favore di una vacanza in caravan o camper. Nel complesso, l’atteggiamento verso questa forma di vacanza mobile è estremamente positivo: un totale del 43% di tutti gli intervistati in tutta Europa ipotizza di trascorrere una vacanza in RV entro i prossimi tre anni.

Viaggio “lento”, non lontano da casa Non solo il tipo di viaggio, ma anche la scelta delle destinazioni di vacanza è influenzata dal coronavirus: il raggio si sta riducendo. I vacanzieri che hanno viaggiato fuori dall’Europa nel 2019 hanno indicato maggiori probabilità di trascorrere le vacanze in un paese europeo nel 2020 (19% ). Chi ha viaggiato in precedenza in altri paesi europei ora va in vacanza nel proprio paese (23%) e chi ha viaggiato in Germania nel 2019 ma fuori dalla propria regione preferisce stare vicino a casa quest’anno (17%). “Molti stanno riscoprendo la bellezza del proprio paese e della propria regione quest’anno”, ha detto Brandt, riassumendo i risultati: “I viaggi consapevoli e decelerati sono in ripresa”.

10 dati sul caravanning nel 2020: una ripresa significativa Di seguito i risultati più importanti del sondaggio condotto da Customer Research 42 GmbH per conto di Erwin Hymer Group tra il 29 luglio e il 4 agosto 2020. Sono state intervistate 3.050 persone provenienti da Germania, Italia, Francia, Paesi Bassi, Svezia, Danimarca e Norvegia. 1. Nell’anno della crisi del coronavirus, il caravanning è aumentato del 20% tra tutti i tipi di vacanza. 2. Il 50% del campione ha trascorso le vacanze estive 2020 a casa (un aumento del 70% rispetto all’anno precedente). 3. Il 13% dei vacanzieri in Europa ha trascorso le vacanze estive in caravan o camper. 4. Circa la metà di tutti i vacanzieri che erano in viaggio con un camper o una caravan nel 2020 aveva scelto una diversa forma di vacanza l’anno precedente. 5. Il 18% di chi ha fatto le vacanze in RV quest’anno aveva prenotato un pacchetto turistico con volo nel 2019; il 16% aveva prenotato, sempre nel 2019, un soggiorno in appartamento o in hotel. 6. A favore del passaggio da un diverso tipo di vacanza nel 2019 al caravanning nel 2020, le ragioni sono state: evitare i viaggi aerei (80%), il timore di non poter rientrare nei tempi previsti (75%) o di dover andare in quarantena (70%), le restrizioni dovute al coronavirus che interessano il precedente tipo di vacanza (70%) e il rischio di infezione (66%). 7. Le ragioni principali per scegliere il caravanning come alternativa sono: la flessibilità di poter viaggiare in luoghi diversi (52%), l’indipendenza del viaggio (51%), la vicinanza alla natura (47%), una preferenza per il turismo individuale rispetto a quello di massa e la possibilità di provare qualcosa di nuovo (40% in entrambi i casi). 8. Il 43% di tutti gli intervistati ipotizza una vacanza in RV entro i prossimi tre anni. 9. Nell’estate del 2020, le destinazioni di vacanza sono più vicino a casa. Pertanto, il 26% dei vacanzieri preferisce le vacanze nel proprio paese e il 20% anche nella propria regione. Chi ha viaggiato fuori dall’Europa nel 2019 ha invece preferito quest’anno i paesi europei. Coloro che hanno viaggiato in Europa nel 2019 ha preferito rimanere nel proprio paese nel 2020. 10. Alla domanda su quale veicolo ricreazionale avrebbero acquistato o noleggiato, con diverse possibili risposte, le preferenze nei paesi europei sono state diverse. Mentre i campeggiatori francesi (71%), scandinavi e tedeschi (69% ciascuno) hanno una netta preferenza per i camper, i camper van (57%) e le caravan (45%) sono i preferiti tra gli italiani.

Vacanzieri passati al caravanning nel 2020 rispetto ad altro tipo di vacanza nel 2019

Pacchetto turistico con volo

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Soggiorno in appartamento o in hotel

Vacanze a casa

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Crociera

In tenda


Motivi per passare al caravanning nel 2020 Evitare viaggi in aereo Timore di non poter tornare nei tempi previsti Timore della quarantena Molte restrizioni sul precedente tipo di vacanza Rischio di infezione

Vantaggi delle vacanze in RV FlessibilitĂ di destinazione

Turismo individuale

Indipendenza

Vicinanza alla natura

Provare qualcosa di nuovo

Scelta del veicolo ricreazionale per paese Germania

Italia

Francia

Paesi Bassi

Scandinavia

Caravan

Van

Camper

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a tu per tu con massimiliano ferretti

Avanti tutta nel segno della continuità Massimiliano Ferretti, dal primo gennaio 2020 direttore commerciale di AL-KO KOBER Srl, Divisione Tecnica per veicoli, traccia un bilancio dei suoi primi 9 mesi spesi nella filiale italiana del Gruppo americano DexKo Global Inc. L’abbiamo incontrato nella sede di Castel D’Azzano. Testo di Antonio Mazzucchelli

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assimiliano Ferretti ha una formazione universitaria in economia e relazioni internazionali, e ha lavorato e vissuto all’estero in Francia, Germania e Danimarca. Da gennaio di quest’anno sostituisce Alessandro Marco Butturini alla guida di AL-KO Italia. Ecco cosa ci ha raccontato in una piacevole e interessante intervista. Che bilancio traccia di questi primi 9 mesi in AL-KO Italia. Ha operato in continuità con il suo predecessore Marco Butturini o ha introdotto nuove modalità, strategie, cambiamenti? Massimiliano Ferretti: Direi che ho continuato seguendo il percorso tracciato da Alessandro Marco Butturini. Certo le modalità e le dinamiche operative di Butturini sono impareggiabili, ancor di più in un periodo così strano come quello che mi sono trovato a dover affrontare. L’emergenza Co-

vid-19 ha segnato “obtorto collo” un cambiamento radicale di tante attività, da quelle gestionali a quelle commerciali. La filiale è andata in lockdown e questo ha congelato le attività impostate dal mio predecessore. Fondamentalmente, però, nulla è cambiato rispetto a quello che era l’approccio di Butturini, cioè vicinanza al mercato, presenza di AL-KO possibilmente ovunque, quindi concessionari, rivenditori, e la possibilità di 50

poter fare, il più presto possibile, dei corsi di aggiornamento e incontri con i nostri rivenditori, come abbiamo sempre fatto in passato ma che purtroppo, causa pandemia, non è ancora stato possibile riattivare. Quali sono i prodotti di punta su cui ALKO punta maggiormente per l’aftermarket in Italia? Massimiliano Ferretti: Sono soprattutto il

sistema di livellamento idraulico automatico AL-KO HY4 e il più recente HY2, i portatutto (portabici, portamoto), i piedini idraulici di stazionamento e tutto quello che riguarda la sicurezza. Molto bene sono andati i portatutto Sawiko, marchio che quest’anno ha festeggiato il suo 25 anniversario. Purtroppo in Italia si vendono pochi accessori per caravan. Lo dico con grande dispiacere, perché noi siamo fortemente legati al

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Il sistema di livellamento automatico HY4

settore delle caravan, anche sentimentalmente. Purtroppo i numeri tendono dalla parte del camper. In quest’anno così particolare dove la pandemia ha creato un nuovo trend legato ai veicoli ricreazionali, ci siamo resi conto che non solo tutto l’aftermarket targato camper è diventato prodotto di punta dell’estate ma ricominciavano ad essere richiesti anche molti prodotti per la caravan, quindi anche i nostri movimentatori Ranger e Mammut. Ci ha fatto davvero piacere apprendere che parecchie caravan sono uscite dal dimenticatoio, dai rimessaggi, dai centri vendita e sono tornate a viaggiare. Voi avete una fitta rete di officine autorizzate e centri di assistenza e montaggio in Italia. Come gestite il rapporto con loro? Massimiliano Ferretti: È un rapporto molto diretto, gestito in modo continuativo dai nostri collaboratori che si recano spesso presso i centri vendita e installazione per presentare nuovi prodotti, dare informazioni tecniche o semplicemente per una visita di cortesia. Poi coltiviamo questa sinergia commerciale anche qui in sede, a Castel D’Azzano, quando organizziamo corsi di aggiornamento e formazione e momenti d’incontro. Purtroppo l’emergenza sanitaria di questi mesi ci ha costretto a interrompere i nostri corsi, ma dovremmo riuscire a organizzarne uno per il prossimo febbraio 2021. Questi momenti d’incontro anche in fiera, oltre alle visite commerciali, sono per noi sempre stati fondamentali. Quali attività svolgete all’interno del CDA di Verona? Massimiliano Ferretti: Presso il CDA di Verona effettuiamo interventi di manutenzione e installazione particolarmente complessi e tecnici. Questa è la nostra peculiarità: siamo il primo punto di approdo di tutte le novità che vengono lanciate dal CDA tedesco e dalla casa madre. Tutte le attività che si svolgono sono manutenzioni che vanno dal

problema con le masse frenanti, ruotini, piedini d’appoggio, a vere e proprie installazioni ex novo di portatutto, portamoto, piedini idraulici, stabilizzatori. Una vasta gamma di attività che svolgiamo solo noi in tutta Italia e altre che svolgono anche le nostre officine autorizzate. Diciamo che il nostro ruolo non è quello di fare concorrenza ai nostri centri vendita e installazione. Il cliente viene da noi per installazioni complesse o manutenzioni sul telaio o anche su altre parti meccaniche che necessitano di strumenti e apparecchiature speciali. Siamo naturalmente un punto di riferimento per tutti i turisti che si trovano a viaggiare in Italia, nella zona lago di Garda. Sempre meno allestitori italiani acquistano il celebre telaio AL-KO ribassato. Cosa sta succedendo e perché, dal suo punto di vista, dovrebbero invece riprendere a costruire su telaio AL-KO? Massimiliano Ferretti: La tendenza del mercato è quella di realizzare veicoli compatti dove il telaio AL-KO non viene utilizzato per ragioni di posizionamento sul mercato. Il nostro telaio ribassato, zincato a caldo, a costruzione leggera con baricentro basso e carreggiate larghe con sospensioni a ruote indipendenti è sviluppato per offrire maggiore sicurezza, migliore dinamica di guida e comfort sensibilmente superiore alla norma. Oltre che per permettere di ricavare un doppio pavimento. Ma è chiaro che è sui mezzi di dimensioni generose che dà il meglio di sé dove oltre a migliorare comfort e sicurezza, permette anche un sensibile risparmio di peso.

Nel 2014 la sede di Castel D’Azzano a Verona ha festeggiato il suo cinquantesimo anniversario dalla costituzione. Il 31 dicembre del 1963, infatti, i signori Kober giunsero a Verona per firmare l’atto costitutivo di AL-KO Italia. La società divenne operativa il 4 gennaio 1964 e subito riscontrò un grande interesse sul mercato italiano per un prodotto che era, ed è ancora oggi, altamente innovativo. Il telaio AL-KO trovò, infatti, le porte aperte di tutti i costruttori di rimorchi e, soprattutto, di caravan. Si sviluppava, infatti, in quegli anni il mercato della caravan, che ebbe il suo periodo migliore negli anni ’70 quando raggiunse una produzione di 25.000 unità all’anno costruite in Italia dalle decine di fabbriche sorte per inseguire un vero e proprio boom. La sede italiana è stata la seconda filiale estera del marchio dopo quella aperta in Austria nel 1961. AL-KO Italia è una filiale di AL-KO Vehicle Technology che comprende i 14 marchi internazionali: AL-KO, Aguti, Bankside Patterson, Bradley, CBE, cmtrailer parts, E&P Hydraulics, G&S Chassis, Hume, MTCS, Preston Chassis, SAFIM, SAWIKO e Winterhoff. Il gruppo attualmente genera un fatturato di oltre 600 milioni di dollari con circa 3.000 dipendenti e oltre 30 sedi in tutto il mondo. Il gruppo AL-KO Vehicle Technology è un’affiliata al 100% di DexKo Global Inc., una società di gestione degli investimenti di KPS Capital Partners, LP.

Sotto: il portabici Sawiko Futuro E-Lift

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focus aziende lippert components

L’innovativo PopUp Roof “Vela” Il nuovo PopUp Roof di Lippert Components, sviluppato e prodotto in Europa, è costruito con la tecnica del termoformato twin sheet. Robusto e leggero, questo tetto a soffietto pesa dal 20 al 30 per cento in meno rispetto ad analoghi prodotti in vetroresina. Capace di contenere un letto matrimoniale da 200 x 130 cm, presenta una soluzione esclusiva, in fase di brevetto, per la canalizzazione dell’aria calda o fredda ed è accessoriato come una vera camera da letto supplementare.

Testo di Paolo Galvani

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’espansione del mercato dei camper van è un trend che Lippert Components (LCI) segue da tempo con interesse. Per questa tipologia di veicoli ricreazionali ha sviluppato diversi prodotti, tra cui alcune interessanti applicazioni slide out per offrire maggior spazio abitabile, solo quando serve. Ora il concetto di “spazio su richiesta” si estende anche verso l’alto, con un innovativo tetto a soffietto progettato per i camper van. “Era il 2017 quando abbiamo cominciato a focalizzarci su una nuova idea: quella di inserirci nel mercato dei tetti a soffietto”, racconta Michele Checcucci, CEO di LCI RV Europe. “All’epoca i produttori erano solamente due e il segmento lasciava prevedere, come poi è accaduto, una forte crescita. Ma per emergere bisognava avere un prodotto innovativo. Così ci siamo presi il tempo necessario e oggi, tre anni dopo, siamo pronti a debuttare con il nostro PopUp Roof “Vela””. Il nuovo componente è stato progettato sin dall’inizio per adattarsi perfettamente all’estetica del veicolo su cui verrà montato e con una tecnologia per il momento unica in questo settore: quella del termoformato “twin sheet”. Mentre i prodotti tradizionali sono realizzati in vetroresina, l’utilizzo di un termoformato offre importanti vantaggi, tra cui una maggiore capacità produttiva e un peso più contenuto, oltre alla ripetibilità produttiva. “Il tetto a soffietto realizzato con la tecnica del termoformato twin sheet ci permette di avere una capacità produttiva molto superiore alla media”, spiega Lorenzo Manni, vice presidente sales di LCI RV Europe. “Rispetto alla vetroresina, dove con uno stampo si riesce a realizzare un pezzo al giorno e se si vogliono produrre due pezzi servono altrettanti stampi, qui con un unico stampo si avvia una produzione industriale. E la ripetibilità della forma ne trae giovamento, quindi ne beneficia anche la qualità della fornitura nel tempo”. Robustezza e leggerezza La termoformatura twin sheet, che può essere realizzata sia operando con la tecnica del vuoto sia con quella della pressione, prevede la produzione separata di ciascun foglio. Una volta formati, i piani superiore e inferiore vengono rapidamente uniti, per non perdere

temperatura superficiale, e bloccati. Nello spazio che rimane tra i due fogli, grazie a una sagomatura a onda, viene immessa aria ad alta pressione, che contribuisce al processo di irrobustimento e saldatura delle due parti. Il risultato finale è un prodotto molto robusto e leggero, che pesa dal 20 al 30 per cento in meno rispetto ad analoghi prodotti in vetroresina. Questo processo ha consentito a Lippert di realizzare un tetto a soffietto più grande della media, capace di contenere un letto matrimoniale da 200 x 130 cm, senza aumentarne il

peso. A livello meccanico, LCI ha progettato un sistema di sollevamento con un doppio meccanismo integrato, sia a pantografo sia a libro, che permette di recuperare spazio in altezza anche sul lato più basso. Il PopUp Roof viene realizzato con la tecnica del termoformato twin sheet sia nel guscio superiore sia in quello inferiore. La presenza dell’intercapedine anche nella base ha quindi permesso di proporre una soluzione esclusiva e in attesa di brevetto: in quello spazio, è possibile spingere aria calda o fredda a seconda delle esigenze e delle stagioni, migliorando quindi la climatizzazione dell’ambiente superiore, che avrà così una temperatura più simile a quella dell’abitacolo del camper van. Una vera stanza in più L’innovazione Lippert non si limita all’aspetto tecnologico, ma si estende anche all’estetica e alla funzionalità, offrendo una vera

camera da letto aggiuntiva quando il PopUp Roof è aperto. La volontà era quella di progettare un prodotto che non fosse una semplice estensione del camper van, ma una vera e propria stanza supplementare. Per questo, nell’arredo sono stati previsti luce interna, luci perimetrali, spot per la lettura, prese per la ricarica degli smartphone e bocchette per l’aria. Il tessuto, lavabile e sfoderabile, è certificato secondo lo standard statunitense FMVSS302 contro l’infiammabilità ed è prodotto in Italia. In opzione sarà possibile avere uno speciale telo coibentato aggiuntivo con uno strato esterno impermeabile e uno interno isolante, accoppiati in maniera composita per ridurre lo scambio termico tra interno ed esterno. “Abbiamo posto particolare attenzione alla robustezza e alla durata nel tempo – dice Luigi Gozzi, direttore tecnico di LCI RV Europe – Per il primo aspetto sono stati condotti dei test lasciando cadere da quattro metri d’altezza delle sfere in acciaio con un diametro di due pollici e un peso di mezzo chilo. Questo impact test garantisce che anche in caso di grandinata anomala non si verifichino rotture. Il PopUp Roof è stato poi messo alla prova in camera climatica. Qui è stata realizzata una serie di cicli di apertura e chiusura per simulare dieci anni di utilizzo a +50° e dieci anni di vita a -20°. In totale, il tetto ha dimostrato di poter superare senza difficoltà 20 anni di funzionamento ai due estremi termici”. Il nuovo prodotto di LCI è poi predisposto per l’installazione di oblò e moduli fotovoltaici. Inizialmente il PopUp Roof sarà disponibile per Fiat Ducato, Citroën Jumper e Peugeot Boxer con tetto H2, ma in futuro LCI realizzerà cornici e spoiler specifici anche per altre versioni degli stessi mezzi nonché per altri produttori di pianali. Montato su veicoli di lunghezza L2, L3 e L4 (ovvero da 541, 599 e 636 centimetri), il PopUp Roof lascia anche lo spazio per l’installazione di un climatizzatore da tetto. “Siamo arrivati per ultimi in questo settore, ma lo facciamo con il prodotto migliore,” conclude Michele Checcucci. “Il gruppo Lippert Components non parteciperà ad alcuna fiera europea nel 2020, ma abbiamo approntato una piattaforma digitale per presentare i nostri prodotti ai clienti b2b e b2c. La presentazione virtuale è stata fatta a settembre e Vela è già disponibile. Inizialmente sarà proposto per l’installazione come primo impianto e poi arriverà anche in after market”.

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focus aziende lippert components

LCI lancia in Europa “Slide Out Your Van”

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Il nuovo gradino elettrico: moderno e leggero

ippert Components ha avviato un progetto di comunicazione in Europa per migliorare la conoscenza dei dispositivi slide out presso il cliente finale. Negli Stati Uniti le pareti estensibili sono un “must have” tant’è che la quasi totalità dei motorhome, delle caravan e dei fifth wheels trailers sono dotati di due, tre o anche quattro slide out. Lippert Components è leader nel mondo per tecnologia e volumi produttivi di pareti estensibili per RV. In Europa, invece, questo sistema stenta a decollare. Ora, però, Lippert Components è giunta a uno sviluppo definitivo del suo sistema chiamato Smart Room 2.0 e punta alla diffusione di questa soluzione, che è già stata adottata da alcuni importanti costruttori di camper e caravan europei. “Slide Out Your Van” è l’headline che dà il nome alla campagna destinata a sviluppare in Europa la cultura del concetto di “space on demand” attraverso un progetto di sensibilizzazione che introduce i vantaggi dei sistemi slide out.

Per consolidare il successo nel mercato dei camper van, LCI ha deciso di puntare fortemente sull’innovazione anche nel settore dei gradini elettrici. Per questo è stato progettato da zero Alanera, un nuovo prodotto che per la prima volta viene realizzato con materiali polimerici e non con metalli. In questo modo si ottiene una soluzione più leggera di quelle tradizionali, con forme più sinuose e gradevoli.

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er realizzare il nuovo gradino, LCI ha collaborato con il TekneHub Laboratory al Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara e con Giuseppe Mincolelli, capo della research unit in Design e coordinatore del MSc in Innovation Design. Una volta definito il design, sono state portate a termine tutte le simulazioni statiche e dinamiche che garantiscono la stessa solidità degli scalini tradizionali. Dal punto di vista tecnico, LCI ha lavorato insieme a Femto Engineering, una società del gruppo LCI specializzata nella progettazione e produzione di stampi e stampaggio a iniezione di materie plastiche. Il ricorso ai polimeri non è l’unica innovazione di questo rivoluzionario prodotto. LCI ha infatti brevettato anche il sistema di motorizzazione, che per la prima volta è derivato dagli alzacristalli delle auto. L’origine automotive garantisce un’elevatissima affidabilità anche a temperature estreme, silenziosità e consumi contenuti. Il nuovo gradino Alanera offre una riduzione di peso compresa tra il 15 e il 20% (circa 1,5 kg in meno rispetto al gradino standard) e una semplificazione nel montaggio sugli RV: Alanera viene infatti consegnato con le staffe già montate e quindi al momento dell’installazione non è necessario approvvigionarsi di altre componenti, riducendo il tempo di lavorazione. L’inizio della produzione è previsto nella prima parte di ottobre, con disponibilità in maggiori quantità a partire da novembre. 54

www.slideoutyourvan.com è il sito web dedicato all’iniziativa: disponibile in quattro lingue (inglese, tedesco, francese e italiano), comprende la sezione “chi siamo”, una presentazione delle caratteristiche tecniche della “Smart Room”, alcune case history e un blog con approfondimenti, interviste, video e molto altro. Questo strumento si propone di aprire un dialogo con i camperisti e liberarli da ogni dubbio sugli slide-out. “Dialogando con il pubblico alle fiere europee ci siamo accorti - dice Lorenzo Manni, sales manager di LCI RV Europe - che molti utenti hanno delle perplessità su questa tecnologia: hanno, cioè, timore di infiltrazioni, dell’aumento del peso, dell’impossibilità di retrarre il sistema per la rottura del meccanismo o per mancanza di energia, dei consumi elettrici, delle dispersioni termiche. Con questo progetto di comunicazione intendiamo dissipare ogni dubbio intorno a Smart Room e informare correttamente il pubblico, ma anche il mercato B2B delle straordinarie opportunità offerte da questo nostro prodotto, specificamente ingegnerizzato per il mercato europeo e per i veicoli compatti, compresi, naturalmente, i van”.

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NOBILITARE PANNELLI: UNA PASSIONE NATURALE. Nell’allestimento di caravan, camper e case mobili, i pannelli nobilitati offrono numerose possibilità non solo nella realizzazione di cieli e pareti, ma anche di componenti di arredo e nell’allestimento di vani tecnici. La perfetta sinergia fra estetica, qualità e leggerezza rende i pannelli nobilitati di Nobilpan un’alternativa conveniente ed ecologica all’utilizzo del vero legno.

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le aziende rispondono fiamma

Trasformare una crisi in nuove opportunità Un periodo di lockdown gestito bene, attenzione alla ripresa, produzione accelerata, un adeguato stock di magazzino e innovazione nei prodotti. Charles Pozzi ci spiega come Fiamma è riuscita a superare un periodo difficile creando un’occasione di crescita. Testo di Antonio Mazzucchelli, foto di Enrico Bona

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l Caravan Salon di Düsseldorf e al Salone del Camper la mancanza di molti produttori di accessori si è sentita, ma Fiamma non ha voluto mancare a nessuno di questi due appuntamenti. A Parma, Camper Professional ha incontrato Charles Pozzi, amministratore delegato della società. Come avete gestito il periodo di lockdown in azienda? Charles Pozzi: Tutto sommato devo dire molto bene. Ci siamo fatti trovare pronti, ma non mi sarei mai aspettato un cambiamento così indolore. Se mi avessero chiesto sei mesi fa di mandare tutti a casa a lavorare avrei risposto di no. E invece ha funzionato benissimo. Parlando di produzione devo dire che ci aspettavamo una ripresa e quindi ci siamo attrezzati di conseguenza, accelerando le produzioni e aumentando lo stock. Per fortuna noi non lavoriamo puramente in “just in time”, che è un concetto giustissimo, ma che può anche rivelarsi pericoloso. In più devo dire che il nostro personale è tornato con tanta voglia di lavorare, di aiutare. Così siamo rimasti aperti tutto il mese di agosto per la prima volta nella nostra storia, e questo ci ha permesso di recuperare molto del fatturato che avevamo perso. Penso che per fine anno riusciremo ad arrivare in pareggio, se non addirittura ad avere un segno positivo.

I dati eccezionali di immatricolazioni da giugno in poi si sono riflessi proporzionalmente sulle vostre attività aftermarket? Charles Pozzi: Certo, c’è stato un boom pazzesco. Adesso abbiamo un portafoglio ordini enorme e stiamo lavorando a pieno regime. E noi facciamo quasi il 90% del fatturato in aftermarket. Che cosa vi differenzia dai vostri competitor? Charles Pozzi: Sicuramente il “made in Italy”, con prodotti assemblati e prodotti in Italia. Le nostre fabbriche sono appena fuori Milano e il 95% del nostro catalogo è “made in Europe”. Di questo, l’85% è 56

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prodotto nel nostro paese. Noi crediamo nella manifattura e nella qualità italiane. Come mai siete sempre presenti alle fiere in prima persona ad accogliere il cliente finale? Charles Pozzi: Il cliente finale è la persona che conosce il prodotto meglio di tutti. Non si può competere con l’esperienza che hanno i camperisti che vivono ogni week end, ogni vacanza sul camper. È la loro seconda casa, quindi per me e per mio cugino (John-David Pozzi, anch’egli amministratore delegato di Fiamma, ndr) è fondamentale raccogliere il loro feedback in prima persona, senza intermediari. Parlando di prodotto, come è cambiato il vostro modo di progettare in base all’evoluzione dei trend e dei costumi degli utenti? Penso per esempio alla crescita dei furgonati o alla diffusione delle e-bike… Charles Pozzi: Negli ultimi anni abbiamo vissuto un forte cambiamento nelle richieste del consumatore finale e nei prossimi anni ci sarà una svolta ancora più forte. Qui a Parma mi sono reso conto che il 30 o 40% delle persone con cui sto parlando sono nuove per il settore: non sanno cos’è il serbatoio dell’acqua, dove si attacca l’elettricità e così via. Magari hanno affittato un camper quest’estate e vogliono entrare in questo mondo, e noi dovremo adesso soddisfare richieste diverse da quelle del camperista classico. Il van sta crescendo, e anche lì ci sono clienti differenti, più giovani, che ne fanno un utilizzo molto diverso. Noi abbiamo per esempio realizzato la F40Van, una veranda speciale che sfrutta i punti d’attacco sul tetto del veicolo: non si deve forare e si rimuove con facilità. Tutto può essere tolto in 10 minuti, perché chi ha questo veicolo magari lo usa durante la settimana per lavoro e poi va fuori nel weekend e mette la veranda. Essendo studiata su misura ha anche 25 centimetri in più di estensione rispetto alle altre verande. Stiamo studiando prodotti specifici anche per i motorhome, perché l’utente di questo tipo di veicolo ha esigenze estetiche, qualitative e di prezzo diverse da chi usa un van. E in futuro questa forchetta si allargherà. Quali sono i vostri prodotti di punta? Charles Pozzi: L’F45 è il nostro cavallo di

battaglia: una veranda da parete che si può montare sui van anche se hanno il tetto rialzabile. Si distingue dalla concorrenza per la doppia canalina anteriore, che permette di montare sia una “privacy room” sia un parasole, e per una canalina interna che ospita l’illuminazione a LED. In più le nostre verande hanno i tappi laterali, le cosiddette cuffie, fatti di alluminio, invece che di plastica come quelle della concorrenza: spesso sono la prima cosa che si rompe perché magari si colpisce un ramo o una sporgenza. E parlando di portabici? Charles Pozzi: Abbiamo appena presentato un prodotto molto importante per noi: la gamma Frame, disponibile per Ducato, Crafter e Sprinter. La porta di questi veicoli regge solo 35 chili e per superare questo limite l’unica soluzione disponibile fino a oggi era adottare strutture che richiedono la foratura della carrozzeria. La nostra sfrutta invece i fori già presenti per le cerniere. In questo modo si possono caricare 50 chili, ovvero due e-bike o tre biciclette normali, mantenendo la possibilità di aprire la porta. Quali possibili sviluppi sui materiali vede nel prossimo futuro? Charles Pozzi: Il punto di domanda più grosso è sul tendalino. Oggi è realizzato in PVC, che nello smaltimento non è molto “environmentally friendly”. Il problema è che è il materiale più economico, performante, resistente, idoneo per il tendalino. Con un tessuto organico, a parte i costi, il tendalino ne soffrirebbe molto. Noi siamo sempre alla ricerca di una soluzione. A parte il tema specifico, dovremmo però cominciare, noi del settore, a porci un obiettivo “green” a medio e lungo termine, definendo per esempio che entro cinque o dieci anni una certa percentuale del nostro prodotto dovrà essere riciclabile. Già oggi utilizziamo materiali riciclati per i nostri cunei, e per questo hanno cambiato colore passando dal giallo al grigio. In generale, per la produzione usiamo molti materiali plastici e soprattutto alluminio, che è già abbastanza “green”. Però possiamo e dobbiamo migliorare. Qual è il prodotto che ha richiesto più sforzi nel suo sviluppo?

Carry Bike “Ducato Frame”

Charles Pozzi: Sicuramente la nostra “privacy room”. Per questo tipo di prodotto ci siamo dati l’obiettivo di abbandonare l’Asia come luogo di produzione per riportarla in Europa. È stato molto complicato trovare partner locali che garantissero un prezzo interessante e una qualità elevata. Un altro prodotto che ha richiesto molto sforzo in termini di sviluppo è stato l’oblò Vent F da 28 centimetri, a cui abbiamo cambiato il ventilatore, migliorando il prodotto e mantenendo lo stesso prezzo. È stato difficile, ma abbiamo creato un oblò che fa passare più luce, siamo riusciti a realizzare una manovella ergonomica e facile da utilizzare e in più, siccome è un prodotto da OEM, lo abbiamo pensato con il ventilatore opzionale: il costruttore monta la versione base e l’utente in un secondo momento aggiunge il kit per la ventilazione. Tutto questo è il frutto di una collaborazione con il Politecnico di Milano. C’è nella vostra storia recente un prodotto o un progetto mai uscito o che non è stato ben recepito dal mercato? Charles Pozzi: Qualche anno fa abbiamo cercato di realizzare il portabici per il gancio di traino, ma dato che volevamo farlo davvero bene è risultato troppo caro, altamente fuori mercato. Ma adesso lo rifaremo, e sono certo che questa volta riusciremo a realizzare il prodotto giusto. A sinistra: Vent F

Sotto e a destra: il tendalino F40

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focus aziende mobil tech

Il caricabatterie futuristico che viene dal passato

I generatori termoelettrici Zeus80 e Zeus150 prodotti dall’italiana Mobil Tech e alimentati a gasolio, rappresentano una scelta sensata per la ricarica delle batterie di bordo, non solo per l’efficienza di questa tecnologia, ma anche per la sorprendente silenziosità. Testo di Andrea Maretti

È un progetto che viene da lontano quello di Zeus, generatore termoelettrico per camper in grado di ricaricare sia la batteria dei servizi, sia quella motore, in modo silenzioso ed efficiente. Questa tecnologia,

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infatti, nota come effetto Seebeck, è stata scoperta nel 1821 e tutt’oggi è utilizzata da enti accreditati come NASA nelle sue spedizioni per fornire energia a sonde spaziali e Rover Lunari.

Questo futuristico caricabatterie sviluppato e prodotto da Mobil Tech, azienda italiana oggi parte del Gruppo Brianza Plastica, è stato presentato tre anni fa nella versione con 150 W di potenza. Ora Mobil Tech lancia Zeus80, di dimensioni e potenza minori rispetto a Zeus150, ma caratterizzato da alte prestazioni. Le sue dimensioni compatte (490x330x265 mm) ne fanno un prodotto di facile installazione, anche laddove gli spazi a disposizione siano esigui. Zeus viene installato in modalità fissa sotto il veicolo, senza eccedere in alcun modo dalla sagoma del mezzo. In questo modo non si occupa alcuno spazio utile all’interno del veicolo e l’installazione può essere effettuata anche su mezzi di piccole dimensioni.

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DATI TECNICI

Zeus80

Zeus150

Potenza tipica

80W

150W

Dimensioni e peso generatore

490x330x265mm, 25 Kg

550x330x265mm, 28,9 Kg

Dimensioni e peso unità di raffreddamento

360x175x260mm, 3,9 Kg

526x175x260mm, 5,9 Kg

Consumo carburante

0,2/0,4 lt/h

0,2/0,6 lt/h

Dimensioni display

2,8”

4,3”

Gestione pannelli solari

-

si

Gestione batteria motore

-

si

Modalità di funzionamento

Eco, Full

Silent, Eco, Full

Compatibilità con antenna Mobilsat

-

si

Il peso di soli 25 kg è un ulteriore valore aggiunto, pochi chili in meno rispetto al fratello maggiore (che pesa 28,9 kg), ma preziosi sui veicoli ricreazionali. I tratti tipici di questo prodotto marchiato interamente “MADE IN ITALY”, come il design e l’attenzione ai dettagli, si sommano alla produzione di energia “sostenibile”: la riduzione al minimo nel consumo di carburante (tra 0,2 e 0,4 l/h), rispetta infatti l’ambiente e la natura. Zeus genera elettricità mediante una differenza di temperatura, sfruttando uno speciale materiale noto come bismuto di tellurio e produce, nella nuova versione Zeus80, 80W di energia a 12V attraverso uno specifico bruciatore alimentato a gasolio e con raffreddamento a liquido. Sotto: il display touch screen

Mobil Tech

È anche possibile integrare Zeus 150 con un sistema fotovoltaico così che l’unità di controllo possa decidere, a seconda delle condizioni, la miglior fonte di energia per ricaricare le batterie. Zeus è dotato di numerose protezioni: inversione di polarità, batteria scarica, sovraccarico, sovratemperatura; è anche fornito di serie di un sensore di pressione atmosferica integrato in modo da adattare

Sopra: l’unità di raffreddamento

Zeus preleva il carburante diesel direttamente dal serbatoio del veicolo e, grazie alla sua tecnologia, è estremamente silenzioso: solo <32dB(A) a 7m sia nella versione 80 che in quella da 150 W. Il regolatore di carica sfrutta la tecnologia MPPT (Maximum Power Point Tracker), solitamente usata per i moduli fotovoltaici, che permette al regolatore di inseguire costantemente il punto di massima potenza. Adatto per tutti i tipi di batterie: al Piombo Acido, AGM, al Gel, ma anche alle moderne LiFeP04 (per cui è predisposto anche per BMS), smette di funzionare quando le batterie sono cariche, evitando lo spreco di carburante. Con una capacità di carica di 160Ah/giorno (300 Ah/ giorno nella versione da 150 W), dispongono di un’unità di raffreddamento separata dal generatore per facilitarne l’installazione.

la combustione al variare dell’altitudine e della pressione atmosferica, fino a 3000 mt. sul livello del mare. Entrambi i modelli dispongono di un display touch screen che permette di gestire tutte le funzioni. Zeus ha tre livelli di potenza, dal Silent per il modello 150, che privilegia la silenziosità, all’Eco, che è un ottimo compromesso tra consumi, rumorisità e produzione di energia, fino al livello Full in cui produce la massima energia e ricarica le batterie nei minor tempo possibile. Zeus è offerto con 2 anni di garanzia standard più 2 anni sulla parte di generazione elettrica nel caso si aderisca al programma di manutenzione, che prevede un check up annuale nei centri autorizzati Mobil Tech.

www.mobiltech.it

Nata nel 1985 e specializzata nel mercato del settore camperistico fin dal 1996, Mobil Tech Srl produce e commercializza antenne satellitari MOBILSAT e generatori di corrente ZEUS, estremamente innovativi (statici e silenziosi, coperti da brevetti), che consentono di raggiungere una totale autonomia energetica a veicoli ricreazionali e per il trasporto di merci. Nel settembre 2017 Mobil Tech, sempre attenta a fornire e gestire prodotti con la massima professionalità, viene certificata ISO 9001. Nel corso del 2019 Mobil Tech è entrata a far parte del Gruppo Brianza Plastica, proiettandosi nel mondo dei veicoli ricreazionali a livello globale.

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PhoneBoosterVan 2.0: più perfomance con la nuova antenna La ricezione 4G in un veicolo ricreazionale non è sempre ottimale. Per poter navigare anche quando la copertura è limitata, Teleco propone un amplificatore di segnale capace di moltiplicarne l’intensità fino a 400 volte: non richiede SIM e funziona con tutti gli operatori. Testo di Paolo Galvani, foto di Enrico Bona

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’importanza delle comunicazioni quando si viaggia è sempre più strategica. Dallo smartphone non passano solo le telefonate, ma anche tutta la vita social e l’intrattenimento, soprattutto ora che il video transita sempre più spesso dalle reti cellulari più che da quelle di broadcasting televisivo. Chi viaggia, però, sa bene che l’intensità del segnale 4G non è omogenea, e che soprattutto nei luoghi più suggestivi per chi si sposta a bordo di camper e caravan a volte è difficile avere una connessione stabile e di buona qualità. A soffrire di più questa condizione sono le trasmissioni video, che richiedono una discreta banda con un livello di segnale costante. E avere sul telefono solo “una tacca” com60

porta spesso una velocità di navigazione Internet molto bassa, se non addirittura l’impossibilità di collegarsi. In questi casi, a parte cambiare posizione per cercare “campo”, non c’è molto altro che si possa fare. Teleco offre una risposta all’esigenza di un segnale 4G più forte proponendo un sistema che ne eleva il livello fino a 400 volte. Il PhoneBoosterVan è un amplificatore specificamente realizzato per i veicoli ricreazionali, oggi disponibile nella versione 2.0: con una nuova antenna esterna pensata per migliorare ulteriormente il segnale e ridurre eventuali interferenze. Realizzato in collaborazione con il colosso cinese Huaptec, il nuovo PhoneBoosterVan 2.0 può essere facilmente installato a bordo

tenendo conto solo di qualche semplice accortezza. Consumi ridotti Il sistema consuma circa 500 milliAmpère costanti, ma il consiglio è quello di prevedere sempre un interruttore in modo da poterlo escludere quando non serve. Questo evita consumi inutili e anche la produzione di calore. Nell’installazione è sempre bene garantire un minimo di circolazione d’aria, anche se il sistema è progettato per lavorare in condizioni ambientali estreme: da meno 45 gradi centigradi fino a più 55. PhoneBoosterVan 2.0 lavora in modo completamente automatico utilizzando tutte le

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cinque bande assegnate agli operatori telefonici, dagli 800 megahertz, passando attraverso il Gsm 900, fino ai 2.600 dell’LTE. Il sistema prevede un’antenna che va montata all’esterno e una che si installa all’interno. La prima ha un’area di cattura a cono, rivolto verso l’alto, mentre la seconda genera una radiazione rivolta verso l’interno del veicolo. Le due antenne non devono parlarsi fra loro, altrimenti si rischia di entrare in un loop che non consente al sistema di operare correttamente. Per evitarlo, è sufficiente tenerle distanti fra loro. Di solito quella esterna viene posizionata in coda e quella interna nella zona giorno. Nella nuova versione di PhoneBoosterVan l’antenna esterna non è più a pinna di squalo perché la sua irradiazione avviene più orizzontalmente e quindi in un veicolo di piccole dimensioni era più facile che si creassero interferenze. Il design del nuovo dispositivo elimina completamente questo rischio. La comunicazione è bidirezionale Se ci si trova in una zona dove arriva una quantità di segnale sufficiente per la navigazione, il sistema non esegue nessuna amplificazione. Se invece all’esterno il segnale è meno forte, il PhoneBoosterVan 2.0 lo capta e lo incrementa con un guadagno fino a 50 dB. L’antenna interna aumenta a sua volta il segnale che proviene dallo smartphone per comunicare meglio con il ripetitore radio dell’operatore cellulare. Il sistema è quindi bidirezionale: entrambe le antenne ricevono e trasmettono un segnale amplificato. Naturalmente bisogna tenere conto del fatto che se in aria il segnale non è presente il

PhoneBoosterVan 2.0 non può fare miracoli. Un sistema del genere, grazie alla sua potenza, è però in grado di offrire connettività a telefoni cellulari e dispositivi connessi non solo all’interno della cellula, ma anche negli immediati dintorni. Un segnale di buona potenza consente di allungare l’autonomia dei dispositivi, che non sono costretti a cercare continuamente una rete migliore. “Siamo certi che questo innovativo ripetitore per telefonia mobile incontrerà il favore del pubblico di camperisti e caravanisti europei”, ha detto Raul Fabbri, uno dei due soci fondatori di Teleco Group. “Siamo i primi a proporre una soluzione di questo tipo e abbiamo scelto un partner tecnologico con una lunga esperienza in questo settore, che ci ha permesso di sviluppare un sistema professionale di altissima qualità. Il nostro booster, che è compatibile con tutte le marche di telefoni mobili e con tutti gli operatori telefonici, crea un hotspot 4G centralizzato, dentro al camper e nelle sue immediate vicinanze, che funziona anche con il mezzo in movimento”. Per una corretta installazione, il suggerimento è quello di provare ad appoggiare le antenne nella posizione dove si prevede di montarle e, prima di fissarle definitivamente, eseguire dei test per verificare che non ci sia qualche conflitto di segnale. In caso di problema è il LED del dispositivo a segnalare che qualcosa non va: non servono quindi nessuno strumento particolare e nessuna competenza specifica. Inoltre, l’app per smartphone Signal Supervisor, compatibile con Android e iOS, consente di visualizzare che tutte le bande stiano operando correttamente. PhoneBoosterVan 2.0 viene fornito da Teleco completo di sistema di cablaggio pronto all’uso, con un cavo di tre metri verso l’antenna esterna e uno di due metri per quella interna, oltre a quello di alimentazione. Se necessario, è possibile ovviamente ottenere prolunghe specifiche. In assenza di problematiche particolari da risolvere, un’installazione tipica non richiede più di un paio d’ore. In opzione c’è anche il router Wi-Fi Essendo solamente un amplificatore di segnale, il PhoneBoosterVan 2.0 non richiede

Sopra: l’antenna interna omnidirezionale. A destra: il Booster.

Il kit PhoneBoosterVan al Salone del Camper di Parma 2020

Il gruppo Teleco Group è un gruppo di aziende leader nel settore dei veicoli ricreazionali, con sede nel Nord Italia. Teleco SpA progetta, produce e commercializza una gamma completa di dispositivi ed apparecchiature per la ricezione dei segnali TV sia terrestri che satellitari, televisori, dispositivi satellitari per la navigazione, telecamere e monitor, sistemi multimediali e moduli fotovoltaici. Telair srl è specializzata nello sviluppo e produzione di climatizzatori, generatori e inverter. I prodotti del gruppo sono commercializzati in tutta Europa, dove è presente una capillare rete di assistenza. In Germania e in Francia Teleco Group ha due filiali: Teleco GmbH e Teleco sas.

alcuna SIM telefonica: le comunicazioni con l’operatore vengono gestite dalla scheda presente nel telefono. Se si desidera distribuire il segnale a più di un dispositivo utilizzando il Wi-Fi, Teleco propone il Router WiFi VAN T400 alimentato a 12 Volt. In questo caso bisognerà dotarsi di una SIM dedicata, magari con un traffico dati adeguato all’impegno richiesto. Dato che il prodotto, nella sostanza, genera un ponte radio, Huaptec e Teleco hanno certificato PhoneBoosterVan secondo tutte le normative internazionali ed europee di riferimento, compresa la direttiva RED (Radio Equipment Directive) 2014/53/EU. Conformità, sicurezza, salute e qualità sono quindi sempre garantite.

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focus aziende cbe

Energia solare anche in kit I moduli fotovoltaici di CBE si distinguono per le loro caratteristiche qualitative e progettuali di alto livello e vengono proposti anche in confezioni complete che includono tutti gli accessori necessari per l’installazione. In arrivo la versione da 165 Watt e il regolatore MPPT. Testo di Francesco Rossi, foto di Enrico Bona

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’autonomia energetica a bordo di un veicolo ricreazionale sta assumendo un’importanza sempre maggiore. L’aumento dei consumi, legato al desiderio dei clienti di avere sul proprio mezzo tutte le comodità di casa, impone infatti scelte ragionate sulle modalità di ricarica delle batterie servizi. Anche per questo i moduli fotovoltaici sono quasi sempre uno dei primi accessori che vengono installati in after market su camper e caravan. La qualità tecnica e costruttiva dei pannelli e di tutta la componentistica che serve a gestirli è però un elemento fondamentale per la soddisfazione del cliente e per la durata nel tempo. Meglio quindi investire in prodotti di alto livello invece di andare alla ricerca di un improbabile “miglior prezzo”, che alla fine potrebbe ritorcersi contro l’utilizzatore. In questo contesto, l’azienda italiana CBE – che da due anni fa parte del gruppo DexKo Global – ha sempre puntato tutte le sue carte su realizzazioni di ottima qualità, proponendo soluzioni senza compromessi. E l’offerta nel settore dei “solar system” riflette in pieno que62

Il kit con il supporto per l’installazione, il regolatore di carica, il display di controllo e il dispositivo di ricarica per la batteria auto

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sta filosofia. Nel suo catalogo si possono trovare moduli fotovoltaici, regolatori di carica, pannelli di controllo, supporti per il montaggio e accessori vari, mettendo a disposizione dell’installatore tutti i prodotti necessari a configurare un sistema completo. Tutto incluso CBE ha messo a punto i Kit Solar Panel, che comprendono una serie di accessori dedicati. Le confezioni includono, oltre al pannello, anche il supporto per l’installazione, il regolatore di carica, il display di controllo e il dispositivo di ricarica per la batteria auto. Nei kit sono disponibili i moduli MF100, MF135 o l’innovativo MFB90, un modulo da 90 Watt dotato di un regolatore di carica con “booster” che permette il massimo rendimento nel minor spazio occupato e una resa nell’arco della giornata pari a quella di un tradizionale modulo da 120 Watt. A breve debutterà anche una nuova versione da 165 Watt. Le alte prestazioni dei pannelli CBE sono assicurate da uno speciale trattamento antiriflesso delle celle e dal vetro appositamente sviluppato, temperato, ad elevata trasmittanza e resistente agli urti e agli agenti atmosferici. I moduli sono protetti, nella parte posteriore, da un foglio in Tedlar bianco che impedisce l’ossidazione e isola i contatti elettrici da qualsiasi infiltrazione di aria e umidità. La cornice è realizzata in alluminio anodizzato e la scatola di giunzione installata sul retro contiene i diodi di by-pass e i pressacavi necessari al collegamento. I moduli fotovoltaici CBE rispondono ai requisiti delle norme europee e sono coperti da garanzia di 25 anni sulla potenza dichiarata. Regolatore con “booster” Particolarmente interessante è il kit Solar Panel CBE con lo speciale modulo fotovoltaico MFB90. Questo elemento da 90 Watt ha una superficie di 67 cm2, ma nell’arco della giornata consente di ottenere una resa pari a quella di un tradizionale modulo da 120 Watt che occupa sul tetto del camper uno spazio maggiore (89 cm2). L’ottimizzazione e il miglioramento dell’efficienza di MFB90 sono possibili grazie a 21 celle di altissima qualità che lavorano a una tensione di circa 11 Volt, sfruttando il regolatore di carica PBS90 provvisto di tecnologia “booster”, dotato cioè di un sistema che permette di alzare la tensione e di controllare la corrente. Negli altri kit CBE è compreso il regolatore di carica PRS300, adatto al collegamento di moduli fotovoltaici a 12 Volt fino a una potenza massima complessiva di 300 Watt. Questo regolatore è in grado di caricare batterie al piombo-gel, al piombo-acido, AGM e al litio con elettronica integrata utilizzando una linea di carica adeguata. Il tipo di batteria è selezionabile con il commutatore situato all’interno del regolatore. Nel PRS300 è prevista anche una funzione di desolfatazione che si attiva automaticamente quando la batteria necessita di questo processo. I quattro LED del dispositivo segnalano lo stato di carica della batteria, un eventuale collegamento elettrico errato e lo stato di accensione del dispositivo. Per un migliore controllo dello stato del sistema, i regolatori di carica compresi nei kit vengono comunque collegati al pannello test PT642, che grazie al display digitale touch consente di visualizzare la corrente di carica erogata dal modulo fotovoltaico e la tensione della batteria. Il pannello viene fornito completo di cavo da un metro e mezzo, di distanziale per il fissaggio a parete e di cornice Berker “BMAC1C”, ma è anche abbinabile alle serie “Modular Plates” e “Modular Plates Berker”.

Un particolare del pannello. Sotto: il regolatore di carica.

Accessori garantiti tre anni I kit Solar Panel, che sono coperti da una garanzia di tre anni sugli accessori, includono inoltre un supporto di fissaggio per i moduli fotovoltaici dal design aerodinamico costruito in alluminio anodizzato e di facile installazione, poiché non necessita di forature: si monta in pochi minuti con l’utilizzo di collante ed è applicabile anche su superfici non perfettamente piane. Infine, nei kit è compreso anche il dispositivo elettronico CSB2 per la ricarica della batteria auto. Questo dispositivo viene installato vicino agli accumulatori, evitando in tal modo di dover portare il cavo della batteria auto fino al regolatore. Il sistema ricarica con una corrente regolata da 0,1 a un massimo di 4 Ampère a seconda dello stato delle batterie, dando priorità a quella dei servizi. Il LED verde indica che la batteria auto è in fase di ricarica. La gamma di prodotti dedicati ai moduli fotovoltaici di CBE a 12 Volt comprende anche altri accessori. Per esempio il regolatore solare PRS150. Come il fratello maggiore PRS300, è progettato e realizzato con innovative tecniche elettroniche ed è caratterizzato da alti rendimenti elettrici e bassissime dissipazioni di calore. Il PRS150, pensato anche come sostituto del modello PRS110, è dotato di due LED per la segnalazione dello stato di carica della batteria ed è compatibile con un modulo fotovoltaico di potenza massima di 150 Watt. Al top della gamma, infine, si posiziona il nuovo regolatore solare PRM330, adatto per il funzionamento con moduli fotovoltaici a 12 Volt con potenza massima complessiva di 280 Watt e a 24 Volt con potenza massima complessiva di 330 Watt. Dispone di un sistema MPPT (Maximum Power Point Tracker) che rileva continuamente i valori di tensione e corrente, prelevando in ogni situazione la massima potenza erogabile dal modulo fotovoltaico. Grazie a questa tecnologia il rendimento può aumentare fino al 20% rispetto a un sistema tradizionale. Anche il PRM330 può essere collegato al pannello test PT642 per la visualizzazione della corrente di carica e della tensione di batteria.

Il modulo fotovoltaico MF135

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focus aziende thetford

Thetford a tutto campo

La società ha presentato per la nuova stagione una gamma completa di frigoriferi a compressore: la linea T2000 si compone di cinque modelli, anche per camper van. Intanto cresce il sistema iNDUS per la gestione delle acque reflue di camper e caravan.

Testo di Paolo Galvani

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e novità per la stagione 2021 di Thetford sono incentrate sui frigoriferi a compressore a 12 Volt, anche se l’azienda non smette di affinare il suo sistema iNDUS per la gestione delle acque reflue. Il periodo autunnale è quello in cui l’azienda ha deciso di concentrarsi sulle soluzioni di refrigerazione, propo-

I modelli T2000 Slim Fit sviluppati per i van: a sinistra il T2090, a destra il T2138

nendo a costruttori, allestitori e consumatori finali una serie di prodotti dal contenuto tecnico avanzato. La gamma di frigoriferi T2000, infatti, si presenta con una serie di innovazioni che spingono un po’ più in alto l’asticella di questo settore. I cinque modelli che fanno parte della nuova famiglia presentano un sistema automatico di gestione della temperatura, che viene misurata in tre posti diversi. Le informazioni vengono passate alla centralina di controllo che provvede ad azionare il compressore a 12 Volt solo quando serve per ottimizzarne l’efficienza e i consumi. La logica di funzionamento dell’Automatic Temperature Control (ATC) si serve dei dati di temperatura rilevati nell’ambiente del veicolo, all’interno del frigorifero e nella cella freezer. Un altro elemento inedito è costituito dalla possibilità di impostare manualmente il livello di congelamento su tre posizioni diverse, evitando così di tenere sempre al massimo il freezer anche

La nuova gamma Thetford T2000 Modello

T2090

T2138

T2152

T2160

T2175

Ideale per

Van, camper, caravan

Van, camper, caravan

Camper, caravan

Camper, caravan

Camper, caravan

Litri

90

138

152

160

175

Larghezza

418 mm

418 mm

418 mm

525 mm

525 mm

Modelli ad assorbimento equivalenti

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N4141/N4142

N4145/N4150

N4170/4175

Automatic Temperature Control

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Classe climatica SN-T (10-43°C)

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Classe climatica ST (16-38°C)

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Regolazione freezer separata

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Box estraibile

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Ripiani con protezione anticaduta

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Cassetto estraibile per bottiglie e verdure

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Maniglia a filo porta

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Congelatore indipendente in basso

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Unità di raffreddamento in basso

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Garanzia

3 anni

3 anni

3 anni

3 anni

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quando non è necessario. In più, quest’ultimo elemento può essere tenuto completamente spento, facendo scendere i consumi elettrici fino al 45%. Non tutti infatti desiderano conservare alimenti congelati, e quando questi non sono presenti raffreddare la cella vuota è un inutile spreco di energia e di spazio. Il freezer spento può infatti essere utilizzato come ulteriore vano dove stivare cibarie che non necessitano di refrigerazione, ma che possono essere preservate dal più caldo clima estivo. I test di Thetford evidenziano che anche con una temperatura interna di camper o caravan elevata a causa dell’irraggiamento diretto del sole nei mesi più caldi, la cella freezer arriva al massimo a 17 gradi. Classe climatica SN-T: la migliore Quattro dei cinque modelli della serie T2000 sono certificati in classe climatica SN-T, la migliore possibile, che garantisce un funzionamento ottimale con temperature comprese tra 10 e 43 gradi centigradi. Solo il più piccolo T2090 da 90 litri di capienza è certificato ST, che significa comunque un rendimento ideale tra i 16 e i 38 gradi. La scelta della tecnologia a compressore porta con sé tre importanti van-

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taggi: peso più contenuto, prestazioni maggiori e spazio interno superiore. Sviluppando questa nuova gamma di prodotti, Thetford ha pensato anche al crescente mercato dei camper van, per il quale ha messo a punto due prodotti con larghezza di 418 millimetri, ma soprattutto con un profilo nella parte superiore che si adatta alle pareti rastremate dei furgoni: il T2090 da 90 litri e il T2138 da 138 litri. I modelli più grandi hanno invece la

La forza degli additivi La ricerca Thetford non si ferma nemmeno nel settore degli additivi e così sugli scaffali fanno al loro comparsa due novità: il Dual Tank Cleaner e l’Aqua Kem Blue Eucalyptus, entrambi nella versione “Concentrated” da 800 millilitri che tanto successo sta registrando presso il pubblico. Il primo, che va a sostituire il Cassette Tank Cleaner, è un prodotto destinato alla manutenzione periodica, da usare due o tre volte l’anno per eliminare dalla cassetta del WC e dal serbatoio delle

caratteristica di avere gli stessi ingombri degli esistenti frigoriferi ad assorbimento, offrendo quindi la possibilità di scelta a chi deve installare o sostituire un dispositivo refrigerante. A parità di volume occupato, la serie T2000 offre maggiore volume interno. Il modello T2152 da 152 litri mantiene lo stesso profilo stretto dei prodotti più piccoli, pur in un formato “tower”, mentre il T2160 e il T2175 (stesse altezza, ma con una profondità superiore di cinque centimetri) hanno una larghezza di 525 centimetri e un design che prevede la cella freezer posizionata in basso e con apertura indipendente. Tutti i modelli presentano un pannello touch capacitivo, che consente di controllare il frigorifero con un semplice sfioramento o tocco delle dita, e la compatibilità CI-BUS, che permette ai costruttori di interfacciare l’unità con il pannello di controllo centrale del veicolo per controllare da remoto accensione/spegnimento, temperatura e codici di errore.

I componenti del sistema iNDUS e, sopra, la comoda soluzione di scarico

iNDUS, lo sviluppo non si ferma Come accennato in apertura, questi mesi estivi sono serviti a Thetford anche per continuare lo sviluppo del rivoluzionario sistema iNDUS, di cui abbiamo parlato nello scorso numero di Camper Professional. La soluzione per la gestione integrata delle acque reflue, inizialmente adottata da Bürstner, è stata scelta anche da Adria. Al Caravan Salon di Düsseldorf è stato esposto l’Adria Matrix Supreme 670 SL, particolarmente apprezzato da operatori del settore e dal pubblico. Altri produttori sono attesi nei prossimi mesi. L’integrazione di un sistema complesso come questo richiede un’attenta progettazione, ed è stato inevitabile fronteggiare un rallentamento causato dalla pandemia da Covid-19. Thetford ha comunque sfruttato questo periodo estivo per condurre numerosi test e far sperimentare ai Thetford Friends – utenti che seguono questo brand con particolare attenzione e simpatia – i veicoli dotati di iNDUS. I feedback sono stati particolarmente positivi, ma anche utili per provare a migliorare una soluzione che di base presenta poche controindicazioni. iNDUS è un sistema che utilizza le acque grigie, arricchite con un additivo igienizzante, per sciacquare la

tazza della toilette (dotata di maceratore) per poi convogliare tutto in un unico serbatoio di raccolta. Lo scarico avviene così attraverso un apposito dispositivo collegato al veicolo tramite un tubo flessibile che sfrutta una pompa per svuotare completamente e contemporaneamente i serbatoi di grigie e nere. Praticità e igiene sono le caratteristiche distintive di iNDUS, che vista la sua particolarità per il momento non può essere installato in aftermarket. Le dimensioni dei serbatoi di raccolta avvicinano questa soluzione al concetto di toilette nautica e il riutilizzo delle acque grigie per il risciacquo della toilette permette di risparmiare acqua potabile. Il risultato finale è che mediamente si raggiunge una settimana di autonomia prima di dover effettuare lo scarico. Gli utenti hanno evidenziato come questo possa essere un limite, specie quando si passano vacanze stanziali in un campeggio, e Thetford ha risposto sviluppando una cassetta portatile da 20 litri a cui il sistema di scarico può essere collegato per vuotare parzialmente il serbatoio senza essere costretti a spostare il veicolo.

acque grigie le incrostazioni e i depositi di grasso; il secondo è invece destinato all’uso quotidiano come disgregante e igienizzante della cassetta WC per eliminare i cattivi odori

e si affianca agli esistenti Aqua Kem Bue tradizionale e alla lavanda. La nuova fragranza, eucalipto con un tocco di menta, è stata selezionata dopo accurate ricerche di mercato.

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focus aziende airxcel

Airxcel lancia i sistemi Aqua-Hot Hydronic Heating in Europa Al Caravan Salon di Düsseldorf, la filiale del Gruppo americano ha svelato le prime due unità idroniche appositamente progettate per i veicoli ricreazionali europei. Testo di Paolo Galvani

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’espansione di Airxcel in Europa inizia a prendere forma. Dopo la creazione della filiale AirxEU a Bassano del Grappa, i suoi primi prodotti progettati per il mercato europeo sono stati ufficialmente presentati al Caravan Salon di Düsseldorf lo scorso settembre. Aqua-Hot, entrato a far parte del gruppo Airxcel nel 2019, è uno dei primi marchi Airxcel a debuttare in Europa. La società, specializzata in sistemi di riscaldamento, è stata fondata nel 1984 da Harold

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“Hap” Enander come Vehicle Systems per produrre e vendere accessori per veicoli ricreazionali. Come appassionato di camper, Hap era sempre alla ricerca di soluzioni innovative, una delle quali era un modo migliore per riscaldare il suo veicolo e l’acqua. L’obiettivo era quello di ottenere calore uniformemente distribuito e acqua calda illimitata, senza sistemi troppo rumorosi, quando aveva a disposizione un allacciamento fisso a un acquedotto, cosa comune nei campeggi nordamericani. Poiché non era in grado di trovare ciò che voleva, ha progettato e creato il proprio sistema. Pensato specificamente per i camper, questo sistema silenzioso ed economico forniva efficacemente calore interno e acqua calda continua su richiesta. In più, era anche in grado di effettuare il preriscaldamento del motore, riducendo l’usura causata dall’avviamento nei climi più freddi. Hap lo ha chiamato Aqua-Hot Heating System e ha rivoluzionato l’industria americana del riscaldamento per camper. La storia dell’azienda parte da lì. Con un prodotto così eccellente, Hap sapeva che altri utilizzatori di veicoli ricreazionali

lo avrebbero desiderato, quindi ha assunto dei dipendenti e ha iniziato a sviluppare e migliorare il prodotto. Nel giro di pochi anni è nata un’unità più piccola, chiamata Hydro-Hot. Man mano che la linea di prodotti iniziava a crescere, aumentava anche la necessità di una guida aziendale forte. Paul Harter, un professionista esperto nel mondo della produzione, è stato quindi assunto per aiutare a riorganizzare l’azienda, migliorare il controllo qualità e puntare a una diversificazione dei prodotti, sempre rimanendo nell’ambito dei camper. Il concetto idronico Oggi, Aqua-Hot offre una varietà di prodotti e soluzioni per il comfort a bordo e per il riscaldamento, comprese versioni del sistema alimentate a gasolio e GPL, che utilizzano tutti il riscaldamento idronico, un sistema che trasferisce il calore facendo circolare un fluido attraverso un sistema chiuso di tubazioni. Questa tecnica è alla base di tutti i sistemi e prodotti di riscaldamento proposti da Aqua-Hot. I sistemi di riscaldamento idronico sono pro-

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Airxcel Infrastrutture: 7 tra Nord America, Europa e Asia. Numero di dipendenti: 1.400 Senior Management Team: • Jeff Rutherford, President and CEO • Debi Jones, Chief Financial Officer • Paolo Moresco, Managing Director, Airxcel Europe

gettati per offrire il massimo in termini di calore e comfort. Negli Stati Uniti, Aqua-Hot propone diversi modelli per veicoli di tutte le dimensioni con potenze diversificate. Di base, il riscaldamento idronico Aqua-Hot utilizza tubi per far scorrere il liquido caldo negli scambiatori di calore che disperdono l’aria riscaldata nelle aree abitative. Le serpentine, attraversate dall’acqua, avvolgono la caldaia per poi trasportare l’acqua calda ai rubinetti e agli elettrodomestici. A seconda del sistema, vengono utilizzate fonti di alimentazione diverse, ma in generale tutti utilizzano una combinazione di calore in eccesso proveniente dal motore del veicolo e poi gasolio, propano o elettricità. Molti vantaggi I sistemi Aqua-Hot sono posizionati a pavimento e sono divisi in più zone di riscaldamento. Ogni zona termica è dotata di un sensore. Quando una di esse scende al di sotto della temperatura impostata, lo scambiatore di calore fa circolare automaticamente l’acqua calda. L’acqua corrente viene pompata dalla rete idrica, riscaldata nell’unità AquaHot e quindi inviata ai rubinetti. L’aria calda viene invece fatta circolare nella cellula abitativa da sistemi di ventilazione particolarmente silenziosi. I sistemi di riscaldamento idronico di Aqua-

Hot sono il 30 per cento più efficienti dei tradizionali sistemi di riscaldamento ad aria forzata o degli scaldacqua con serbatoio, quindi consentono significativi risparmi sui costi del carburante. La versione europea Poiché la reputazione di Aqua-Hot è stata costruita sui grandi motorhome americani e sui rimorchi “fifth wheeler”, per avvicinarsi al mercato europeo Aqua-Hot ha sviluppato un’unità idronica specifica per camper e caravan. Questo modello, disponibile in due versioni, può essere installato anche sui veicoli ricreazionali più compatti, sia in Nord America che in Europa. Aqua-Hot 100D è un prodotto completamente nuovo. È alimentato da un Webasto Thermo Top da 5 kiloWatt che utilizza gasolio per riscaldare il fluido. La versione Aqua-Hot 100P ha le stesse caratteristiche di base, ma richiede gas propano. Il design all-in-one dei sistemi di riscaldamento idronico della serie Aqua-Hot 100 si traduce in un notevole risparmio di costi e spazio. L’unità eroga acqua calda sanitaria continua e riscaldamento interno in stile residenziale utilizzando scambiatori di calore e/o riscaldamento a pavimento. Le ventole a bassa tensione garantiscono un funzionamento quasi completamente privo di rumore.

Airxcel nasce nel 1991, quando la Coleman cede la divisione Coleman RV Air Conditioner a un gruppo di dirigenti dell’azienda. Da quel momento, la società ha continuato a crescere attraverso lo sviluppo di prodotti innovativi, l’espansione del mercato e acquisizioni strategiche. Il gruppo Airxcel RV fornisce prodotti leader nei settori del riscaldamento, raffrescamento, ventilazione, unità di cottura, oscuranti per finestre, pareti laterali e materiali di copertura tetto per veicoli ricreazionali attraverso i marchi: AquaHot, CAN, Coleman-Mach, Dicor, United Shade, Vixen Composites, Maxxair, MCD e Suburban. Il gruppo commerciale e industriale Airxcel fornisce soluzioni di raffrescamento e ventilazione altamente ingegnerizzate per i settori delle telecomunicazioni, dello sviluppo e stoccaggio di energia e dell’istruzione (compresi studentati) attraverso i marchi: Marvair, Eubank e Industrial Climate Engineering (ICE). Gli oltre 1.400 dipendenti di Airxcel, che hanno sede in sette strutture tra Stati Uniti, Europa e Asia, progettano, realizzano e distribuiscono prodotti in tutto il mondo. La maggioranza di Airxcel è di proprietà della società di global private equity L Catterton. Maggiori informazioni su: www.airxcel.com

I brand del gruppo Airxcel per il settore RV

Aqua-Hot 100D esposto al Caravan Salon Düsseldorf 2020

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a tu per tu con florence margout

Florence Margout con il Westfalia Columbus

Il leggendario brand Westfalia punta anche all’Italia Al Salone del Camper di Parma abbiamo incontrato Florence Margout, Sales manager South Europe di Westfalia, che ci ha aggiornato sul successo del brand in Italia e sui veicoli preferiti dal nostro pubblico. Testo di Antonio Mazzucchelli

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è ritornata da tre anni. Chiediamo a Florence Margout come sta andando questa esperienza.

Westfalia Columbus

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lorence Margout è da un paio d’anni responsabile commerciale del marchio Westfalia, brand celebre in tutto il mondo e con una storia lunga e gloriosa. Il primo veicolo abitabile su base Volkswagen risale infatti al 1951. James Cook, Club Joker, Sven Hedin sono nomi che hanno fatto la storia del settore, e non solo in Europa. Negli Anni ’60 Westfalia arriva anche negli USA con l’SO 42. Negli Anni ’70 crea i primi progetti di camper all’avanguardia come James Cook su base Mercedes-Benz e Sven Hedin, il primo camper con doccia, sistema di acqua calda e un tetto alto appositamente progettato sulla base della nuova Volkswagen LT. E poi Joker, primo esempio di veicolo polivalente adatto sia per la vita di tutti i giorni sia per la vacanza. Negli Anni ’80 alla collezione si aggiunge anche Nugget su meccanica Ford. Negli Anni ’90 arrivano VW California, Vito Marco Polo, Vito F e si celebra il 150esimo anniversario dalla fondazione della società avvenuta nel 1844 ad opera di Johann Bernhard Knöbel, che costruiva all’epoca carri trainati da cavalli per il trasporto di merci in arrivo alla nuova stazione ferroviaria. Nel 2001 il camper numero 500.000 lascia la catena di montaggio. In questi anni Westfalia Van Conversion diventa una filiale al 100% di DaimlerChrysler AG. Fino al 2011 quando il brand viene acquistato dal Gruppo Rapido. Entra in funzione la nuova sede Westfalia a Gotha e da poco anche il nuovo stabilimento Westfalia France a Benet. In Italia Westfalia

Westfalia è ritornata sul mercato italiano… Florence Margout: Sì ormai da tre anni. Lavoriamo con due dealer qui in Italia: Beltramo Campers a Cuneo e Autoroen a Fondo, Trento.

Conosce il motivo per cui Westfalia per molto tempo non è stata in Italia? Florence Margout: No, non so perché. Ma so che ora il mercato è davvero in crescita e abbiamo molti ordini qui. Westfalia è un marchio che tutti conoscono e associano alla qualità tedesca, quindi abbiamo molto successo con i nostri veicoli. Non solo per via del Coronavirus e delle sue conseguenze, ma anche per la forza stessa del marchio. Il vostro brand è molto riconoscibile per gli italiani. Florence Margout: Decisamente. L’anno scorso avevamo uno stand (qui a Parma, ndr) ma non era veramente brandizzato Westfalia. Quest’anno abbiamo fatto molti sforzi per renderlo davvero riconoscibile e visibile come Westfalia, e abbiamo avuto molto successo. Com’è stato il feeling con i visitatori nel weekend del 12-13 settembre al Salone del Camper? Erano interessati? Florence Margout: Il feeling è stato davvero buono. E abbiamo venduto alcuni veicoli. Quali sono i vostri progetti in Italia? Siete soddisfatti del vostro network? Volete migliorarlo? Florence Margout: Certo, vogliamo migliorarlo al Nord ma anche al Sud, perché al momento non abbiamo concessionari nel Sud Italia. Sarebbe molto bello implementare la nostra rete vendita anche al Sud.

Qual è il vostro prodotto di maggior successo presso gli italiani, quello più ammirato? Florence Margout: Gli italiani prediligono il van da 5,40 metri, una lunghezza che in Italia piace molto. Quello che notiamo è che le persone qui non comprano camper molto grandi perché vogliono maggiore flessibilità, e con queste taglie da 5,40 o 6 metri hanno la libertà di andare da qualche parte e restare solo per uno o due notti e poi spostarsi in altre località, senza dover pagare il campeggio. Quest’anno una vera tendenza è il tetto pop up, molti produttori lo hanno introdotto sui van. Voi lo proponete da molto tempo. Avete aggiornato anche i vostri modelli con tetto a soffietto, quest’anno? Florence Margout: Sì, il nostro best seller è il Columbus da 5,40 metri. Molti clienti lo scelgono con il pop up roof opzionale. Abbiamo un vasto pubblico più anziano, di persone che vogliono andare in vacanza con i nipoti, ma anche, sempre più, di giovani famiglie che grazie al pop up roof possono portare in vacanza i bambini. So che proponete anche un modello con lo slide out. Come va? C’è interesse per questa soluzione? Florence Margout: Sì, è il James Cook. È molto spazioso. È una soluzione che nei paesi di cui mi occupo nell’Europa meridionale è sempre più apprezzata, ma il target è ancora ristretto, ovviamente, perché è molto costosa. C’è molto interesse per il nostro modello, ma lo avremo sul mercato nel primo trimestre del 2021. Sta arrivando. Anche in Italia? Florence Margout: Certo, se i rivenditori lo ordineranno non sarà un problema. Come è stato per voi il Caravan Salon di Düsseldorf? Florence Margout: È stato un vero grande successo, con 107.000 visitatori, circa la metà dell’anno scorso ma le persone che erano lì avevano un vero progetto di acquisto e noi abbiamo venduto davvero molti veicoli. Il best seller è sempre il Columbus 540.

Sopra e a sinistra: Westfalia James Cook con il sistema Slide-Out A destra: Florence Margout durante l’intervista con il nostro direttore

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veicoli grand california 600

Un’estate in sicurezza alla guida del Grand California Abbiamo chiesto ad un brand ambassador, esperto e appassionato di furgoni Volskwagen di raccontarci la sua esperienza a bordo del Grand California. Riccardo Tosi, già collaboratore di prestigiose testate automobilistiche, ha testato personalmente con la famiglia questo celebre e ambitissimo camper. Ecco la sua prova. Molte delle sue foto sono state utilizzate per le campagne social a supporto del prodotto. Testo di Riccardo Tosi

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n’estate come quella del 2020 sembrava molto, troppo diversa dal solito… con limitazioni, ostacoli, timori. Serviva qualcosa di inaspettato, che rimescolasse le carte di programmi ancora troppo vaghi rispetto al mese in cui già eravamo, giugno! Cosa meglio di una telefonata da Volkswagen Italia in questi frangenti? “Caro Riccardo, c’è un Grand California 600 che ha fame di avventura e chilometri,

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passa a prenderlo quando puoi”. Inizia più o meno così il mio periodo di convivenza con quello che in famiglia abbiamo definito prima Van, poi Camperone, poi casetta in montagna, al mare e in campagna, per finire con un romantico ma assai vero “Grand Amico”. Mi trovo a Verona una mattina di inizio luglio per ritirare un esemplare di Crafter Grand California 600, bellissimo nella combinazione di colore Bianco Candy/

Mojave Beige, quest’ultimo il medesimo che scelsi tre anni fa ordinando il mio Multivan T6. Ho potuto fino ad allora vedere il Grand California solo in modalità statica presso alcune concessionarie della casa, apprezzandone ovviamente la finitura spettacolare e l’attenzione per i dettagli anche più nascosti ma mai avevo avuto modo di provarlo su strada. Lascio dunque gli headquarters di

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Volkswagen Italia con l’asticella dell’attenzione posizionata un po’ più in alto del normale, cerco insomma di prendere le misure a questo veicolo così particolare mentre imbocco la A4 direzione Milano, casa. Ho guidato molte volte la nuova generazione di Crafter in passato ed ogni volta, non solo la prima, mi sono stupito dei passi avanti compiuti rispetto alla pur ottima edizione precedente, sentirsi al volante di una berlina di classe dal posto guida di un furgone full size fa sempre impressione. Grand California mi sembra subito molto aderente a quelle sensazioni già provate, avverto chiaramente che il peso a secco non è lo stesso di un furgone vuoto, ovviamente, ma capisco che dietro tutto questo ci deve essere qualche centralina davvero molto evoluta perché i sistemi di assistenza alla guida attiva rendono tutto molto semplice. Anche le temute curve a velocita medio elevate, i cambi di direzione improvvisi o gli scarti per emergenza vengono gestiti in modo sempre ottimale, senza sbavature. In migliaia di chilometri percorsi in una sola estate non ho mai avuto un singolo momento di imbarazzo alla guida e sentire mia moglie che al volante (sì, ha voluto provarlo!) mi dice che è come il Multivan mi conferma ogni mia sensazione. Il Grand California 600 che ho la fortuna di avere come casetta estiva è allestito in versione quattro posti, un matrimoniale in coda perfetto per due persone ma adatto anche se avete tra voi un bimbo piccolo, io sono 180cm e la lunghezza del materasso (comodissimo) era ideale; il letto stesso si può sollevare lateralmente per ampliare il già enorme spazio bagagli sottostante. Durante la mia settimana “in solitaria” in Sardegna, questa possibilità mi ha permesso di avere con me la mia fidata Vespa PX, non mi sembrava vero. Il letto ad apertura scorrevole posizionato sopra la cabina di guida è adatto a due bambini, i miei di 12 e 7 anni hanno passato notti apparentemente perfette, a giudicare dagli orari di sveglia, non mi è sembrato invece adatto per

due adulti, a meno di poter contare su amori sbocciati molto di recente. L’allestimento standard del veicolo è, come da tradizione California, assai curato e molto elegante nella presentazione, i colori sono attuali e i materiali al top. Quasi tutte le funzioni del camper si gestiscono attraverso un pannello touch screen di facile comprensione posto sulla parete del bagno, si può in questo modo avere sempre sotto controllo tutto quello che riguarda la propria autonomia di viaggio e comandare le varie opzioni gestibili elettricamente. Il bagno, elemento sul quale mia moglie faceva grande affidamento dopo anni di Multivan, non delude le aspettative. Spazio in abbondanza e, anche lì, mille vani dove riporre il necessario per la toilette. La doccia serale in spiaggia io me la sono sempre fatta sfruttando il sifone esterno, posizionato in coda ma vedevo la famiglia uscire sempre soddisfatta e profumata dal bagno, dunque direi che andasse più che bene. Molti vani si è detto, questa credo sia stata una specie di ossessione dei progettisti, certamente assieme alle uscite USB, perché si trovano spazi storage praticamente ovunque. Molti pensati con vero colpo di genio, altri semplicemente molto capienti, di sicuro in quattro persone e per due mesi lo spazio è sufficiente. La cabina di guida è praticamente la stessa del Crafter, dunque super moderna, i sedili molto comodi anche per lunghe percorrenze, un po’ meno confortevole la doppia panchetta per i passeggeri posteriori, non regolabile, ma credo che in quel caso gli spazi interni l’abbiano fatta da padrone. Con il Grand California abbiamo percorso circa 6.000 km tra Nord, Centro e Sud Italia, Sardegna e Francia meridionale, spesso in campeggi ma ogni tanto, come in Sardegna, semplicemente sulla spiaggia. La presenza del Grand California non passa inosservata, ho capito che per una buona parte dei proprietari di camper puro si tratta di una specie di punto di arrivo, almeno così mi è sembrato ascoltando i complimenti e le domande tecniche che inevitabilmente mi

sommergevano ad ogni arrivo in camping o piazzola che fosse. Anche lo spirito di corpo che regna tra i possessori di California “normale” risulta immutato presentandosi con questo loro fratello un po’ cresciuto, e credo che questo sia stato alla fine un grande obiettivo raggiunto per chi ha progettato il Grand California. L’enorme heritage del camper Volkswagen fa da collante tra le generazioni, non va nemmeno spiegato tanto è palese ed evidente viaggiando estate e inverno in luoghi di vacanza. Ho passato gran parte della mia vita al volante di T1, T2 e via dicendo sino al T6. L’estate 2020, così anomala e destinata a isolare le persone, l’ho vissuta ugualmente dentro una grande famiglia che conosco bene. Volkswagen promossa a pieni voti anche questa volta.

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prodotti novità

Componenti e accessori in evidenza IN COLLABORAZIONE CON

Dopo l’estate davvero unica che ci siamo lasciati alle spalle, la stagione invernale del plein air è alle porte. Caravan e camper saranno sempre più la scelta ideale per le prossime vacanze di stagione. Ecco allora una scelta di accessori, direttamente dal catalogo SiFi 2020, per affrontare l’inverno nel massimo comfort dei veicoli ricreazionali.

Pompa Aqua 8 Aqua 8 è la pompa autoadescante, con filtro incorporato e basetta antivibrazione Silent Plate di serie, che aspira e pompa l’acqua automaticamente a oltre 3 metri di altezza. Il filtro in acciaio inox evita l’ingresso delle impurità e può essere facilmente pulito, a garanzia di una lunga durata della vita della pompa. Aqua 8 è completa di pressostato automatico, che fa partire o fermare la pompa aprendo o chiudendo il rubinetto. Resistente ai depositi e all’ossidazione, può inoltre funzionare a secco senza danneggiarsi. La manutenzione è davvero semplice: tutti i componenti possono essere sostituiti con facilità. I portagomma ad angolo e diritto per tubi Ø 13 mm sono forniti di serie.

CARATTERISTICHE TECNICHE Articolo

61250

61251

Peso

1,5 kg

1,5 kg

Alimentazione

12 V

12 V

Assorbimento Corrente

1,4 A

3,4 A

Portata a 0 Bar

7 l/min

10 l/min

Rumorosità

55/60 db

65/70 db

Intervento Pressostato

1,5 Bar 21,75 Psi

1,5 Bar 21,75 Psi

Basetta antivibrazione Silent Plate

Sistema di drenaggio integrato Floë L’aria compressa è sempre stata uno dei modi più efficienti per rimuovere l’acqua dai tubi. Con Floë, il sistema integrato di drenaggio dell’acqua, Lippert Components ha reso questo processo più comodo e accessibile: è infatti possibile svuotare il sistema idrico del camper, ovunque e in qualsiasi momento. Un modo facile e conveniente per pulire l’impianto di acqua dolce di qualsiasi veicolo. Molto utile anche per preparare il camper per l’inverno, prevenendo i danni causati dal gelo ai tubi e al serbatoio dell’acqua dolce. Sia con un alimentatore da 12 volt (Floë 636), sia attraverso una presa AC (Floë 868), i sistemi sono facili da installare e da utilizzare. CARATTERISTICHE e VANTAGGI Disponibile in due configurazioni di alimentazione: 12 Volt DC o 115 Volt AC Elimina l’acqua stantia e stagnante dai tubi Aiuta a prevenire i danni causati dal gelo durante i mesi invernali Evita il ricorso a un professionista per la preparazione invernale del veicolo Scarica il sistema dell’acqua in pochi minuti Facile installazione, nessuno smontaggio necessario NSF 61 e UL verificati e approvati Dimensioni: 7,67 pollici x 6,69 pollici x 2,36 pollici Coperto da un’affidabile garanzia di 1 anno

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Frigoriferi Serie 10 ad assorbimento I frigoriferi ad assorbimento Serie 10 vantano un nuovo gruppo refrigerante, che assicura le migliori prestazioni di refrigerazione, oltre ad una serie di peculiarità che esaltano il design ed il comfort: • Porta con doppia cerniera brevettata - apribile su entrambi i lati • Eleganti maniglie in alluminio su tutta l’altezza del frigo • Le migliori prestazioni della categoria, testate nelle condizioni estreme del deserto australiano • Controllo intuitivo con display LED e manopola • Design interno innovativo, con funzione per le bottiglie di vino • Luce LED a barra per un’illuminazione uniforme • Porta con dispositivo di bloccaggio a due punti su entrambi i lati per la massima sicurezza, con posizione invernale.

Frigoriferi Serie 10 a compressore Ideale per il montaggio a bordo di furgoni, imbarcazioni o dove la ventilazione costituisca una sfida, questi frigoriferi a compressore Serie 10 offrono interni versatili e spaziosi, compresa una cella freezer amovibile e molte pratiche opzioni di stoccaggio.

Novità: modello per top cucina Anche i frigoriferi più piccoli installati sotto i piani della cucina potranno ora godere dell’iconico design della serie 10 di Dometic. La nuova serie Dometic “under counter” è adatta per l’installazione sotto il piano di lavoro o in altri spazi più piccoli all’interno del veicolo. La nuova serie sarà disponibile sia nelle versioni ad assorbimento che in quelle a compressore. I prodotti della serie 10 sono progettati per essere installati facilmente dove era collocato il precedente frigorifero, le dimensioni esterne dei nuovi modelli della serie 10 sono le stesse della maggior parte dei frigoriferi per RV.

Oscurante termico Interno Class Due sono le caratteristiche fondamentali di un ottimo oscurante termico interno, che Interno Class soddisfa appieno: • la qualità di materiali e finiture, per garantire un efficace isolamento e oscuramento della cabina guida e mantenere le temperature desiderate; • il montaggio, semplice e veloce, assicurato da robuste ventose.

Oscurante termico esterno Cover Class CXP Cover Class CXP Parabrezza è l’oscurante termico esterno per la protezione contro il freddo dell’inverno ed il caldo dell’estate. Realizzato con materiali di alta qualità e progettato per un montaggio facile che assicura la migliore aderenza alla cabina, Cover Class CXP Parabrezza è utilizzabile, per la massima protezione, anche in combinazione con Cover Class CXPA Copricofano, la copertura termica esterna per la parte inferiore della cabina.

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consigli utili marketing e dintorni

A cura di Elisabetta Croce

Conoscere l’evoluzione dei social media è molto importante per definire la propria strategia di marketing e il proprio media mix. A che punto siamo e quali sono le piattaforme emergenti?

Report Digital 2020: in crescita l’utilizzo dei social in Italia O

gni anno We Are Social e Hootsuite pubblicano un report molto dettagliato sull’utilizzo dei social nel mondo, con tanti dati interessanti che aiutano a capire quali sono i trend del momento. Se ci focalizziamo sull’Italia i dati che saltano subito all’occhio sono la crescita sia del numero di persone online, che ora sono quasi 50 milioni sul totale popolazione, sia la crescita del numero di coloro che sono presenti e attivi sui canali social, ben 35 milioni. Questo significa che il 58% della popolazione italiana dedica del tempo, durante la giornata, a un’attività social.

Dove principalmente? La piattaforma preferita dagli italiani è senza dubbio YouTube, seguono a ruota le app di Facebook (WhatsApp, Facebook, Instagram e Messenger) che rimangono stabili nella top 5. Ed è proprio Instagram il social che registra la crescita più evidente, dal 55% al 64%. Rispetto all’anno scorso crescono di un paio di punti percentuali anche Snapchat, Twitter, WeChat, e Reddit. TikTok viene rilevata per la prima volta quest’anno e si denota già un’adozione all’11%, con una penetrazione ancora più ampia sulla demografica prevalentemente presente sulla piattaforma, quella della Generazione Z (i nati dopo il 1995).

giorno, e, di queste, 1 ora e 57 minuti sui social, in aumento rispetto al 2019 (1h:51m). E lo strumento che preferiamo di più per connetterci è senza dubbio lo smartphone che ha raggiunto livelli (quasi) di saturazione. Il 94% degli utenti social, infatti, si connette da dispositivi mobili.

Perché ci connettiamo? Le motivazioni non devono andarsi a ricercare solo nel desiderio di rimanere connessi con gli amici o i brand preferiti, ma c’è una forte ricerca di intrattenimento. Guardare video online, seguire content creator che approfondiscono temi diversi, ascoltare musica, radio online e podcast sono tutte attività che intrattengono ma permettono anche una crescita personale. Anche gli e-commerce attirano la nostra attenzione e gli indicatori rispetto alle ricerche online pre-acquisto (dall’86% all’87%) e l’acquisto effettivo di prodotti da qualsiasi device (dal 75% al 77%) sono aumentati di 1-2 punti percentuali rispetto al 2019. Youtube Per quanto riguarda Youtube, la piattaforma più amata in assoluto in Italia, scopriamo grazie al report che i termini più ricercati nel 2019 sono, senza stupore, quelli musicali. Si fanno notare anche due game: Fortnite e Minecraft, molto amati dai più giovani.

Un altro dato interessante è quello del tempo di permanenza online: dai dati risulta che spendiamo in media 6 ore connessi a internet ogni 74

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Facebook Su Facebook si stima che gli utenti potenzialmente raggiungibili da una campagna di advertising siano 29 milioni, cioè il 54% della popolazione italiana sopra i 13 anni. Questo valore è stabile ed è rappresentato per la stessa misura da uomini e donne. La maggior parte degli utenti utilizza Facebook dallo smartphone, stiamo parlando di una cifra impressionante, ben il 98% del totale.

Instagram Per quanto riguarda Instagram sono 20 milioni di utenti potenzialmente raggiungibili dall’advertising, il 37% della popolazione nazionale sopra ai 13 anni. La maggior parte degli utenti è costituita da donne (50,5%) e il social è in costante crescita.

Linkedin Linkedin è il social più business oriented e coinvolge 14 milioni di utenti, il 28% della popolazione sopra ai 13 anni con una prevalenza maschile (52,7%) e una crescita rispetto al periodo precedente di 7,7 punti percentuali.

TikTok e la sua crescita da capogiro TikTok è il nuovo social che sta impazzando tra i giovanissimi e che, vista la crescita esponenziale di questi ultimi mesi, sta diventando sempre di più interessante anche per le aziende. Conosciamolo meglio: Cos’è TikTok TikTok è un’app per smartphone che nasce dall’idea dell’imprenditore cinese Zhang Yiming che nel 2012 ha fondato la società Bytedance, ora colosso cinese che gestisce piattaforme internet e sviluppo app su sistemi di machine learning. Insieme ad altri progetti e dopo aver acquistato il già noto Musical.ly, decide di lanciare TikTok nell’agosto 2018. Dati e cifre Comscore sottolinea come, considerando solo la popolazione maggiorenne, a luglio 2020 in Italia TikTok abbia raggiunto otto milioni di utenti, registrando una crescita del 377% rispetto allo stesso mese del 2019, in questa fascia di popolazione TikTok è diventata la quarta app in Italia per tempo speso totale con una media per visitatore maggiorenne di 13 minuti al giorno. Gli utilizzatori più appassionati sono però i giovanissimi. Gli utenti Android nella fascia tra i 10 e i 19 anni rappresentano infatti il 37,2% del totale. Il dato indica come l’app sia apprezzata in particolar modo dai rappresentanti della cosiddetta “generazione Z”.

Fonte: weareaocial.com - Report Digital 2020

Quali sono le funzioni di TikTok TikTok è un’applicazione che si basa sulla possibilità di registrare brevi video, divertenti e creativi, su vari temi. È possibile utilizzare file audio originali oppure una delle ultime hit messa a disposizione dalla piattaforma. I filtri disponibili sono tantissimi e c’è anche la possibilità di velocizzare o rallentare il girato. Una app amatissima dai giovanissimi che si lanciano in sfide di ballo e non solo (challenge) e che danno spazio alla loro creatività senza limiti. L’elemento distintivo è il contenuto video, breve, ma divertente e scanzonato. TikTok per le aziende Prima di decidere se approdare su TikTok consigliamo di valutare effettivamente di essere in grado di generare contenuti che siano davvero creativi e coinvolgenti, sfruttando i challenge oppure ingaggiando qualche influencer. La sfida è davvero molto ardua e potrebbe richiedere un grande investimento di tempo e di risorse.

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focus layout inconsueti - campervan

Strani tipi di camper van

Tipologie di veicolo insolite, piante inconsuete, forme stravaganti: ecco dove il settore RV ha deciso di uscire dalla rassicurante consuetudine progettuale e produttiva, proponendo qualcosa di nuovo. Iniziamo dai van.

O

sservando i vari modelli di camper sul mercato, non possiamo che constatare una certa omologazione, un ribadire schemi consolidati. È giusto così? Se è vero che un comparto produttivo con volumi di vendita ridotti fatica a investire in ricerca e sviluppo, è altrettanto vero che un settore ancora in parte artigianale può, grazie alla flessibilità produttiva, sperimentare soluzioni che aziende più strutturate non riescono a mettere in cantiere. E dunque sono ben accetti schemi abitativi fuori dal comune, così come tipologie di veicolo inconsuete, magari con una forma strana, per certi versi rivoluzionaria. E non dimentichiamo che soluzioni un tempo improponibili oggi sono ben viste dal pubblico. Noi vogliamo proporvi alcuni esempi di veicoli fuori dal comune, certamente già visti dagli addetti ai lavori ma forse dimenticati: pensiamo che dalla loro analisi si possa trarre qualche utile insegnamento. Vogliamo partire dai van, i camper più compatti, con un involucro ben definito, veicoli dove in apparenza c’è poco da inventare, ma in realtà il poco spazio a disposizione dovrebbe stimolare i progettisti a creare nuove situazioni abitative e forse anche nuove tipologie di veicoli. In Europa, ad eccezione forse del mercato britannico, i van di nuova produzione presentano quasi sempre piante tradizionali. Da Trigano a Hymer, da Knaus a Rapido, quasi tutti i gruppi puntano sui van con tetto alto di serie dotati di letto matrimoniale trasversale posteriore o, in alternativa, letti singoli gemelli. Sui van a tetto basso sollevabile continua invece ad essere proposto il classico divanetto multifunzione (viaggio, pranzo, letto), affiancato dal blocco cucina. Sul mercato, però, ci sono variazioni molto interessanti da questi schemi consolidati: osserviamoli insieme in queste pagine, nelle quali abbiamo inserito anche esempi del recente passato. Emergono alcuni nomi, onore al merito: Westfalia, Knaus/Weinsberg, La Strada, Volkswagen e Possl/Clever, sono coloro che più hanno lanciato proposte nel segmento van, ma vale la pena ricordare anche tanti 76

Testo di Andrea Cattaneo

piccoli costruttori artigianali che, senza i vincoli della produzione in grande serie, hanno creato dei veri gioielli. Proporre soluzioni innovative o semplicemente fuori dal comune può essere costoso, è vero, ma può anche ripagare, nell’immediato o nel futuro.

Innovazione e provocazione Dotato di tetto extra serie, il concept California XXL di Volkswagen del 2017 offre un letto nella parte alta dell’abitacolo, in aggiunta al letto matrimoniale posteriore. Quest’ultimo ha una porzione rientrante per creare un corridoio davanti alla cucina, mentre il bagno è a scomparsa, si estrae solo all’occorrenza andando ad occupare la zona centrale dell’abitacolo. Basato sul van Crafter da 598 cm, ha una lunghezza di 623 cm perché la zona posteriore l’abitacolo sporge nella parte superiore oltre la linea del paraurti.

Volkswagen California XXL

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Divano viaggio posteriore Uno schema abitativo curioso e poco utilizzato (anche per problemi di omologazione) è quello che prevede una zona notte-viaggio posteriore con un divano dotato di cinture di sicurezza. Il bagno e la cucina sono subito dietro i due posti della cabina. Trasferire due passeggeri in fondo al veicolo non è una soluzione ottimale, siamo sinceri, ma può essere accettabile se i due passeggeri sono solo saltuari e devono fare tragitti brevi.

Pensa in grande Un progetto davvero ben concepito, quello di Globe-Traveller, che propone una serie di van che mostrano due particolarità. Per prima cosa, entrando nell’abitacolo non si ha l’impressione di essere in un van, ma in un mezzo di dimensioni più generose, anche per il fatto che viene proposto uno schema abitativo con letto longitudinale accanto al bagno. Inoltre la variazione dei modelli non avviene solo giocando sulla lunghezza e l’altezza del furgone di normale serie, ma anche inserendo un sovratetto extra serie e, caso davvero insolito, una nuova parete di coda creata ad hoc.

La Strada Avanti H - 2009

Knaus Boxstar 600MQ Street - 2009

Armadio nel bagno L’idea è stata poco sfruttata, ma può essere vincente: risparmiare spazio facendo coincidere due elementi fondamentali come il bagno e l’armadio. L’armadio è ospitato dal bagno e si estrae, liberando spazio, quando occorre utilizzare il lavabo, il wc o la doccia. L’armadio può muoversi su cerniere, ruotando come sui van del gruppo Rapido, oppure scorrere su guide come si è visto su modelli La Strada e Bavaria Camp. Dreamer D55

Bavaria Camp Pelino - 2009

Il frigorifero cambia casa Tra le tante idee nate per ottimizzare i piccoli spazi dei van, c’è anche quella di spostare il frigorifero dalla sua naturale collocazione sotto al blocco cucina o di fianco ad esso. La soluzione più rivoluzionaria è quella di Hobby, che ha inserito il frigorifero nei pensili dei modelli Vantana. CS Torro - 2015

Hobby Vantana_k60ft

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focus layout inconsueti - campervan

Armadio e bagno stupiscono Il Possl Summit 600 Plus da 6 metri propone un armadio sotto al letto posteriore, su un lato verso la parete (per non ridurre la zona di carico centrale). Per accedervi si toglie velocemente una porzione di materasso e si fa salire l’asta appendiabiti. Lo spazio guadagnato viene in parte sfruttato per ampliare il bagno, dove si può creare un vano doccia piuttosto spazioso grazie alla parete rotante a cui è fissato il lavabo.

Maxi salone posteriore Un grande living a U posteriore, dove accogliere gli amici, trasformabile per la notte in un ampio matrimoniale. Una pianta in via di estinzione? Oppure potrebbe rinascere?

Sedili multifunzione Soluzione ormai poco utilizzata, è stata sfruttata per diverso tempo da alcuni piccoli costruttori per ottimizzare gli spazi minimi. I quattro sedili singoli permettono a quattro persone di viaggiare comodamente e di pranzare, mentre per la notte le sedute posteriori (a volte unite a quelle anteriori) si trasformano in due letti singoli.

Auto-Sleepers Vito Wave - 2015

Helix Camper Izoard - 2008

Bavaria Camp Baveo - 2009

Divano e letto Un grande divano longitudinale che con un movimento rapido si trasforma in un letto matrimoniale: soluzione non certo nuova, che è stata riproposta lo scorso anno da Hymer con il prototipo Duo Car. Divano-letto e cucina occupano tutto lo spazio centrale dell’abitacolo, subito dietro la cabina, mentre in coda c’è il bagno. Esistono anche altri esempi: citiamo l’HRZ City, con l’opzione di due sedili aggiuntivi.

HRZ City

Hymer Duo Car

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Hymer Duo Car

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Cinque metri tetto basso

Cinque metri tetto standard

Cinque metri tetto extra

Davvero molti i van creati su Fiat Ducato (edizione 2006 e successive) nelle lunghezze 541, 599 e 636 cm, con tetto standard da 255 cm circa. Pochissimi invece gli esempi su Ducato da 499 cm: tra i modelli attuali citiamo il Clever Citi 500.

Tradizionalmente realizzato su Volkswagen Transporter, il van tuttofare con tetto basso sollevabile a soffietto, un po’ auto e un po’ camper, può essere allestito anche su veicoli di maggiore larghezza. Esempio celebre è l’Hymercar 302 del 2009, su Fiat Ducato da 499 cm. Si guadagna spazio prezioso all’interno, ma non si hanno più immagine, prestazioni e maneggevolezza di un’autovettura.

Bresler Junior 496 DK

Aumentando l’altezza si può diminuire la lunghezza: con questa semplice regola alcuni costruttori, pochi per la verità, hanno realizzato interessanti van su Fiat Ducato (o varianti Peugeot Citroen) da 499 cm. Il tetto extra serie (altezza veicolo circa 3 metri) permette di creare un letto nella zona alta dell’abitacolo. Knaus Boxstar 500 MQ - 2009

Carico maxi

Clever Citi 500

Biciclette a bordo

Se occorre trasportare attrezzature più voluminose di un paio di biciclette e il van serve come base per attività sportive, allora necessita un vano di carico molto ampio. Tante le realizzazioni artigianali, spesso piuttosto spartane, mentre Knaus una decina di anni fa ha proposto un veicolo di tono superiore, progettato nel dettaglio, lo YAMC, capace di contenere due motociclette o un quad. Il vano di carico, una volta libero, si trasformava in una zona pranzo-letto.

CS Duo - 2015

La possibilità di trasportare le biciclette all’interno del van evita il portabici esterno e diventa fondamentale se le biciclette hanno un valore elevato. Molte le soluzioni possibili, ecco quelle meno comuni. Westfalia COLUMBUS Knaus YAMC - 2009

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C’è posto per sei Avere sei posti viaggio è il sogno di tutti quelli che usano il van anche come vettura, per caricare la famiglia, gli amici o i colleghi di lavoro. Qualcuno ci ha provato a realizzare van con due-quattro posti letto e sei posti viaggio su comodi sedili. Si vedano i recenti Westfalia Kepler Six e Dreamer Cap Coast, con sedili asportabili, ma anche un esempio di oltre dieci anni fa, il Knaus Boxstar 504 MQ. Knaus Boxstar 504 MQ int - 2010

Westfalia JulesVerne - 2016

Tetto sollevabile e bagno Westfalia Kepler Six

Negli ultimi anni diversi costruttori europei hanno inserito un micro bagno su van compatti, a tetto basso sollevabile. Serve realmente? Lavandino e wc sono utili in molte situazioni, la doccia è forse eccessiva.

Westfalia Kepler - 2017

Mini a tetto alto In un mercato dei van in continua crescita, la nicchia dei compatti a tetto alto extra serie potrebbe avere un’evoluzione? Difficile a dirsi... Ecco qualche esempio, con o senza bagno.

Westfalia Club Joker - 2016

Weinsberg X-cursion - 2005

Westfalia Nugget - 2015

Westfalia Nugget - 2015

Castello longitudinale Poco usato sui van, il letto a castello è ormai quasi sempre trasversale al senso di marcia, mentre alcuni anni fa era normalmente longitudinale. Questa soluzione potrebbe essere rivalutata? Sicuramente, il castello longitudinale dovrebbe essere integrato da un letto basculante anteriore: impensabile la trasformazione della dinette come si faceva un tempo. 80

Knaus Boxstar Move - 2010

CS Duo - 2009

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