SPECIALE BIOTECNICA - 2
Presentiamo in questo numero di Apitalia la Parte II della biotecnica che Michele Campero mise a punto, già all’inizio degli anni ’90, per tenere sotto controllo la varroa senza fare ricorso a formulati chimici o comunque in grado di ridurne sostanzialmente l’impiego. Il principio di questa innovativa ed efficace biotecnica fu inizialmente basato sulla sistematica asportazione della covata di fuco, di quella parte dell’alveare cioè in cui si concentrano i parassiti adulti di Varroa destructor, ma anche la covata in via di riproduzione. Un’osservazione elementare che da quegli anni ad oggi è diventata di pubblica utilità e in qualsiasi luogo del mondo, anche se non sempre si riconosce all’Autore il merito di questa intuizione salvifica per le api. La biotecnica, come vedremo, evolverà verso forme più sofisticate di monitoraggio della vita delle api, introducendo fattori utili a preservare il benessere animale in una forma di allevamento che oggi, più che in passato, viene riconosciuto come “ad elevato valore etico”.