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Pandora e lo scrigno dei mali

Gli antichi Greci ci hanno lasciato vari miti, che narrano le imprese di dei ed eroi. E spesso Zeus, il padre degli dei, è al centro del racconto. Da quanto sappiamo, doveva avere un caratterino davvero speciale: si adirava per un nonnulla. Ecco cosa combinò per punire gli uomini, a cui Prometeo aveva donato il fuoco.

Zeus ordinò al figlio Efesto, dio del fuoco e fabbro degli dei, che modellasse una fanciulla con un po’ di creta e un po’ di acqua.

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Quest’ordine Efesto non se lo fece ripetere due volte. In breve tempo venne fuori dalla creta una giovinetta di una tale bellezza da far spalancare gli occhi per la meraviglia. Ma la fanciulla rimaneva impalata come una statua. – Parla, cara, di’ qualcosa! – la implorava il dio accarezzandole il capo.

Quella rimaneva zitta come se avesse la bocca cucita con il fil di ferro: fissava l’orizzonte e non parlava.

Dopo varie sollecitazioni Efesto, con grossi lacrimoni che gli rigavano il volto, la trattò con modi poco gentili.

Per caso passava di lì Atena, dea della saggezza.

– Che modi! Cosa ti ha fatto questa creatura? – e già la dea le accarezzava il viso. – Non vedi che è muta? – rispose, indispettito, Efesto.

Atena passò una mano davanti agli occhi della fanciulla regalandole il soffio della vita che, attraverso il naso, arrivò ai polmoni e scaldò il cuore. Il sangue si mise in moto, occhi e bocca sorrisero e tutto fu vivo in quel corpo stupendo.

Meravigliosa fu poi la voce che le usciva dalla bocca, dolce come il suono del flauto.

Però la ragazza diceva un sacco di sciocchezze del tipo: – Ho due occhi, due braccia, due mani, due gambe, dieci dita in alto, dieci in basso.

Insomma, non smetteva di contare. – Smettila! – gridarono insieme Atena ed Efesto.

Guarda caso passava da lì Ermes, il messaggero degli dei. Subito disse: – Ma vi pare questo il modo di trattare una fanciulla così graziosa? Siete in due contro una creatura indifesa! – Certo che non ci pare un buon modo – risposero insieme Atena ed Efesto, – ma non vedi come è strana? Farebbe perdere la pazienza a chiunque!

Ermes ascoltò per qualche minuto quello che diceva la giovinetta. Quindi disse: – E che ci vuole?

Solo un po’ di intelligenza e astuzia ci voleva, e lui gliele diede.

Però Pandora, questo il suo nome, si muoveva con poca grazia, senza rendersi conto della propria bellezza. Allora, intervenne la dea della bellezza e dell’amore, Afrodite, che le

insegnò come far innamorare dei e uomini. Altre divinità le regalarono belle vesti e splendidi gioielli.

Quando tutto era perfetto in lei, venne, infine, condotta da Zeus che rimase colpito dalla sua grazia.

Si fregò le mani contento, il potente dio, e un sorriso crudele apparve sulle sue labbra.

“Mi vendicherò tramite te, bellissima Pandora, non ci sarà mai vendetta più dolce!” pensò.

Pandora lo fissava intimorita chiedendosi se sarebbe piaciuta a Zeus come agli altri dei. – Voglio premiarti – disse – sei così graziosa che meriti un dono speciale e fece portare uno scrigno meraviglioso: d’oro massiccio, tempestato di pietre preziose. Brillavano diamanti e smeraldi e Pandora ne rimase incantata.

Zeus lo sollevò e glielo porse con un gesto solenne dicendole: – Prendi questo mio regalo: è per le tue nozze, cara, tutte le volte che lo vedrai ti ricorderai di me.

Pandora iniziò a sorridere perché pensava che il cofanetto contenesse perle e rubini. Ma il sorriso morì sulle sue labbra non appena il padre degli dei aggiunse: – Lo devi tenere sempre con te, ma non aprirlo per nessun motivo altrimenti… ma non finì la frase.

“Sono sicuro che questa sprovveduta cadrà nel tranello” pensava il grande dio. “E se non ci cade lei, ci cadrà quello sciocco del suo promesso sposo, Epimeteo, il fratello di Prometeo.”

Ermes, ben presto, la condusse dal suo futuro sposo, e c’era anche Prometeo nella bella casa in riva al mare.

Nel giro di poco tempo, si celebrarono le nozze con una festa solenne. E tutti furono felici, festeggiando gli sposi con un banchetto da sogno e, poi, con canti e balli fino a tarda notte.

L’ultimo ad andarsene fu Prometeo. Tirò in disparte il fratello e gli mormorò all’orecchio: – Sta’ attento, fratello caro, Pandora ha portato con sé uno scrigno che, per volere di Zeus, non dovrà mai essere aperto.

– Non ti preoccupare. Guarda, lo nascondo subito. So bene che a Zeus non si deve disobbedire, altrimenti… e fece un gesto significativo con la mano. Tolse quindi una pietra rettangolare dalla parete e pose lo scrigno in uno spazio vuoto. Poi risistemò la pietra. Ma Pandora aveva visto tutto.

I primi tempi del matrimonio trascorsero felici per Pandora. Le mille faccende domestiche occuparono i suoi giorni; poi,

poco alla volta, non ci furono novità nella sua vita e iniziò ad annoiarsi. Non che amasse di meno il marito, però non c’era mai nulla di nuovo e iniziò a pensare allo scrigno nascosto nel muro. Se fossero stati più ricchi, Epimeteo e lei forse avrebbero potuto fare grandi progetti.

“Perché mai non dovrei aprirlo?” rifletté. “Forse scherzava Zeus quando mi ha detto che non avrei mai dovuto scoprire cosa contenesse. Che razza di regalo è allora questo cofanetto?”

Mentre camminava a grandi passi nella sala dei banchetti le vennero in mente le parole di Prometeo.

Ormai aveva deciso: avrebbe aperto lo scrigno.

Salì una rampa di scale e tese l’orecchio. Dalla camera di fronte giungeva il suono del respiro affannoso di Epimeteo. Senza dubbio dormiva.

“È il momento giusto” pensò Pandora correndo giù per gli scalini.

Si guardò intorno, si fece coraggio e spostò senza far rumore la pietra. Prese lo scrigno, lo appoggiò sul tavolo e subito l’aprì.

Si udì un sibilo straziante: veloci come il vento uscirono tutti i mali possibili e immaginabili.

La fatica, la povertà, la malattia, il vizio, la gelosia, la perfidia, l’arroganza, la disonestà tutti sgomitarono per aprirsi un varco e diffondersi nel mondo.

Spaventata, Pandora tentò di richiudere il cofanetto, ma era troppo tardi. La vendetta di Zeus si era compiuta: la vita degli uomini sarebbe diventata una lotta costante contro difficoltà di ogni genere.

Comunque, nel disastro generale, restò agli uomini una piccola risorsa: la speranza. Era rimasta, infatti, sul fondo dello scrigno. E, fino ai nostri giorni, è proprio la speranza che ci aiuta a lottare contro le avversità della vita.

•Rispondi.

• Per ordine di chi viene creata Pandora? • Che cosa fa la dea Atena? • Dopo il matrimonio tra Epimeteo e Pandora che cosa rivela Prometeo a suo fratello Epimeteo? • Che cosa fa quest’ultimo? • Che cosa accade quando Pandora apre lo scrigno? • Grazie a che cosa il genere umano riesce a sopravvivere, pur fra tanti mali?

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