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Eco e Narciso
from A spasso tra i Miti
Tanto tempo fa c’era, in un villaggio della Grecia, un ragazzo così bello ma così bello che di sicuro non poteva essere figlio di comuni mortali. Infatti, aveva preso la grazia del corpo dal padre, il sacro fiume Céfiso, e il volto incantevole con i profondi occhi azzurri dalla madre, la ninfa Lirìope.
Ed era stata Lirìope a portarlo ancora in fasce da Tirèsia, l’anziano del villaggio, che sapeva predire il destino degli uomini.
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Tirèsia, pensieroso, osservava il bimbo che sgambettava e si mordeva il pollice in braccio alla madre. – Allora? – chiese Lirìope, che aveva fretta di tornare a casa.
Tirèsia osservava il piccolo e scuoteva la testa. – Qualcosa non va? – domandò ansiosa la ninfa, stringendo a sé il bimbo e accarezzandogli i biondi ricci. Poi, iniziò a cullarlo dolcemente fra le braccia. Intanto, non sollevava lo sguardo dai neri occhi di Tirèsia.
“Dire o non dire il triste destino del bimbo?” si chiedeva angosciato il vecchio indovino. – Racconterò in giro che non sei più capace di rispondere a
delle semplici domande – lo minacciò, a un tratto, Lirìope.
Tirèsia tagliò corto: – Narciso potrà vivere a lungo, a patto che non conosca se stesso. E non aggiunse altro. – Ma che significa? – gridò Lirìope, mentre si allontanava a grandi passi con il bimbo.
A sedici anni Narciso era il più bel ragazzo che si fosse mai visto. A caccia superava i compagni in agilità. In paese, quando suonava il flauto o danzava, non c’era donna che non sussurrasse: – Come è bello! Se solo si innamorasse di me…
A Narciso, naturalmente, non sfuggivano le occhiate d’ammirazione, ma non era ancora giunto il tempo per lui di innamorarsi.
In una splendida mattina di primavera, mentre sistemava nel bosco delle reti per catturare dei cervi, Narciso udì un rumore di passi leggeri sulle foglie e si incuriosì. Quando si volse, vide una bella ragazza, che lo stava spiando da dietro un pino. Si trattava della ninfa Eco, figlia dell’Aria e della Terra. La fanciulla era stata punita da Era, la moglie
di Zeus. E la punizione era davvero strana: Eco non poteva più parlare, le era concesso solo di ripetere l’ultima parola pronunciata dagli altri. – Salve – disse Narciso. – Salve – rispose Eco. – Bella giornata non ti pare? – Pare? – Sì, mi pare. – Pare?
A questo punto, Narciso pensò che la ninfa volesse prender-
lo in giro. – Ehi, smettila di ripetere quello che dico! – Dico.
Narciso, credendo di essere canzonato, aggredì la fanciulla: – Perché ti prendi gioco di me? – Me? – Se continui, te ne pentirai! – Pentirai – annunciò sorridendo Eco e già tentava di abbracciare Narciso.
“Fossi matto!” pensò lui. “Non voglio avere a che fare con questa fanciulla” e si mise a correre nel bosco.
Eco lo inseguiva, correndo a piedi nudi sugli aghi di pini. Tendeva le braccia e Narciso le gridò: – Lasciami in pace! – Pace! Pace! – gridava Eco con gli occhi pieni di lacrime. – Pace! Pace! – ripetè la sfortunata ninfa fino al mattino. Poi, per il dolore, si dissolse al sole e di lei rimase solo la voce: l’eco.
La dea della caccia, Artemide, volle vendicarla. Perciò, passo dopo passo, guidò Narciso fino a un laghetto montano. L’acqua era limpida, mossa solo da qualche increspatura. E Narciso si chinò per dissetarsi. Si bagnò mani e viso, mentre cerchi concentrici si allargavano sempre più. Fra l’uno e l’altro Narciso scorse il viso di un giovane bellissimo. – Bello!– mormorò incantato e non si staccava dall’acqua e non smetteva di sussurrare giorno e notte, con voce sempre più debole quella parola.
Siccome non aveva smesso neppure per un attimo di specchiarsi nell’acqua limpida crollò a terra e morì.
La profezia di Tirèsia si era avverata: conoscendo se stesso, Narciso si era procurato la morte. Ma gli dei generosi non lo abbandonarono: dal suo corpo, per ordine di Zeus, nacque uno splendido fiore dalla gialla corolla: il narciso.
•Rispondi
• Di chi è figlio Narciso? • A sedici anni Narciso che tipo di giovane è? • Un giorno Narciso chi incontra nel bosco? • Perché il giovane pensa di essere deriso dalla giovane fanciulla? • Narciso accetta o rifiuta l’amore di Eco? • Che cosa succede a Eco? • Narciso giunge nei pressi di un laghetto. Per opera di chi? • Che cosa gli accade?
La parola “narcisismo” deriva appunto da Narciso. Indica con una X il significato esatto:
amore per il prossimo adorazione nei confronti di sé disprezzo nei confronti di se stesso e degli altri