Poste Italiane S.p.A. - Sped. abb. postale - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) - art. 1 comma 1, DCB Padova
GRUPPO GIOVANI LA CRISI C’È, MA ANCHE PER COLPA NOSTRA / 4 RICETTE RUSTICI CON ZUCCCHINE / 8 QUI LOMBARDIA FINANZIAMENTI PER NUOVE ATTIVITÀ IMPRENDITORIALI / 11 fornaioamico.it – L’Arte Bianca online Anno LXVI
NUMERO Settimanale informativo della
2 MAGGIO
FEDERAZIONE ITALIANA PANIFICATORI, PANIFICATORI
L a
2011
p a n i f i c a z i o n e
i t a l i a n a
A Pasqua vince la tradizione Boom di vendite nei panifici per i prodotti tipici: gli italiani anche quest’anno hanno preferito la qualità artigiana dei fornai IL
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PUNTO
uest’anno, per i panificatori artigiani il tradizionale “Buona Pasqua” non è stato detto invano. Come sempre, in occasione delle grandi feste, L’Arte Bianca ha cercato di raccogliere indicazioni sull’andamento delle vendite nel periodo appena trascorso, ponendo un unico quesito: “Come è andata?”. Le risposte rendono un quadro davvero confortante: nonostante la crisi, le vendite della Pasqua 2011 vengono archiviate con il segno positivo.
di Luca Vecchiato
Le cose vere
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e indicazioni che L’Arte Bianca ha raccolto in varie parti d’Italia circa l’andamento delle vendite nel periodo Pasquale, compongono quadro confortante. La domanda si è manifestata un po’ in ritardo rispetto allo scorso anno, ma è stata buona; negli ultimi giorni c’è stato un consistente recupero e qualcuno ha lavorato a pieno ritmo; il prodotto da forno di fattura artigianale ha confermato la tendenza positiva già registrata lo scorso anno. Questo è, a mio parere, il dato più interessante, perché conferma la validità della politica federale, che stimola il ricorso alla tradizione, anche in chiave moderna, per valorizzare la qualità. Cioè l’arma vincente delsegue a pagina 2
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Napoli: la camorra detta legge nella vendita abusiva del pane
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a Federazione lo denuncia da anni, Saviano ne ha parlato in Gomorra e ora un’inchiesta delle Iene è tornata a occuparsi di un fenomeno che danneggia i panificatori campani: la vendita di pane abusivo. Nella puntata andata in onda il 20 aprile si è potuto vedere chiaramente come questo business sia in mano ai clan. A PAGINA 3
B
uone nuove giungono dall’Unione europea. Il nuovo progetto di legge sull’etichettatura votato dalla Commissione Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare non si applicherà ai panificatori artigiani che vendono i loro prodotti direttamente al consumatore finale.
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Il contratto di lavoro stabilisce il compenso
Eletto il nuovo presidente
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a situazione economica attuale non è delle più rosee e qualcuno potrebbe pensare di trovare un rimedio “fai da te” per affrontarla. Magari ipotizzando di disdire il contratto nazionale di lavoro, di recedere dallo stesso, perché «troppo oneroso» per la propria azienda. Un’ipotesi che però non rientra fra le facoltà dell’imprenditore. PAGINA 6
Etichette: la Ue pensa in piccolo
PORDENONE
nrico Bellotto, 46 anni, è il nuovo presidente del Sindacato provinciale panificatori di Pordenone. Sposato con Daniela, che gli ha dato due figli (Nicolò, di 9 anni e Tommaso, di 7), ha la propria impresa a San Vito al Tagliamento, cittadina di quindicimila abitanti, a circa 20 chilometri dal capoluogo. A PAGINA 7
PASTICCERI E AFFINI
Contro vento di Edvino Jerian
Da fornaio, mi colpiscono due iniziative fresche fresche di stampa. La prima, il plauso rivolto dal ministro del Turismo Brambilla alla proposta di Confcommercio di liberalizzare le aperture festive a partire dal 1° maggio di quest’anno. Non so cosa ne pensino i piccoli negozi, ma so benissimo che per i fornai il riposo festivo rappresenta una necessità assoluta. Non così per la GDO, che sembra ormai essere l’unica a dettare la linea del commercio. Seconda, la lodevolissima richiesta e proposta del presidente dei panificatori altoatesini Benjamin di consentire ai panifici di servire caffè e bevande, in assenza dei servizi igienici per il pubblico. In questo caso, le opposizioni più feroci vengono da baristi e ristoratori che oggi si lamentano per una liberalizzazione che renderebbe, a parer loro, eccessiva la concorrenza, ma che non si sono fatti scrupolo di vendere brioches congelate e pane precotto quando ne hanno avuto l’occasione. Ce n’è abbastanza per riflettere su come la convivenza tra categorie apparentemente anche simili ma, in realtà, concorrenziali tra di loro, renda di fatto molto difficile conciliare interessi contrastanti all’interno di un’unica struttura sindacale confederale.
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L’A RTE B IANCA - L A PANIFICAZIONE I TALIANA
Lunedì 2 maggio 2011
Primo Piano
A Pasqua vince la tradizione Gli italiani anche quest’anno hanno preferito la qualità del prodotto artigianale
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uest’anno, per i panificatori artigiani il tradizionale “Buona Pasqua” non è stato detto invano. Come sempre, in occasione delle grandi feste, l’Arte Bianca ha cercato di raccogliere indicazioni sull’andamento delle vendite nel periodo appena trascorso, ponendo un unico quesito: “Come è andata?”. Le risposte rendono un quadro davvero confortante: nonostante la crisi, le vendite della Pasqua 2011 vengono archiviate con il segno positivo: il mercato ha risposto bene, i consumatori hanno ribadito la preferenza per il prodotto artigianale. In qualche “super” si sono viste colombe a 1,80 euro; in qualcun altro, per 10 euro di spesa la colomba era in regalo. Anche in questa occasione, gdo e industria hanno affrontato la grande festa con strategie di vendita basate sul prezzo stracciato. Con il risultato di alleggerire i magazzini, ma anche di svilire a livelli infimi i prodotti offerti. “C’è chi utilizza colombe come quelle per la colazione del mattino, ma credo che nessuno si sognerebbe di farne omaggio a qualcuno”, sottolineava un artigiano che vanta lunga esperienza proprio in questo campo. Anche in questa occasione, dunque, si è confermato che nella battaglia tra qualità e prezzo, condiziona le scelte del consumatore soprattutto la qualità, identificata con il prodotto artigianale. Ecco di seguito, i giudizi raccolti tra i panifica-
L’Arte Bianca La Panificazione Italiana Settimanale informativo della Federazione Italiana Panificatori, Panificatori-Pasticceri e Affini FONDATORE: Savino Bracco DIRETTORE RESPONSABILE: Igor Jan Occelli COLLABORATORI: Bruno Stella, Rosanna Iacovino, Carlo Gronchi, Claudio Zendroni, Graziano Monetti artebianca@fippa.it IMPAGINAZIONE: Annamaria Carlone PUBBLICITÀ: artebianca.com@fippa.it RESPONSABILE DEL TRATTAMENTO DEI DATI (D.LGS. 196/2003): Igor Jan Occelli DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE E PUBBLICITÀ
Via Alessandria 159/D - 00198 Roma tel. 068541138 - fax 0685351968 STAMPA: Centro Servizi Editoriali s.r.l. Stabilimento: Via del Lavoro,18 36040 Grisignano di Zocco (VI) Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 16849 dell’1.6.1977
Associato all’Unione Italiana Stampa Periodica
tori sull’andamento del mercato nel periodo pasquale. LUCIANO SCARLATTA, Aosta Direi che è andata in maniera positiva: senza t r o p p a gloria, ma abbastanza bene. I prodotti dolci da ricorrenza si sono mantenuti senz’altro sulle stesse quantità dell’anno scorso. GIOVANNI FONGO, Asti Bene, nonostante sia stata una Pasqua “lunga”, cioè arrivata più tardi dello scorso anno e, quindi, con temperature che invogliavano meno al pasto opulento, al consumo dei tanti dolci che la tradizione ci porta in tavola. Comunque, ripeto: non mi posso davvero lamentare. ROBERTO ACTIS, Alessandria E’ andata meglio che a Natale. Noi abbiamo registrato una domanda più sostenuta non solo per le colombe e tutti gli altri dolci della tradizione, ma anche per il pane. La gente va alla ricerca delle cose artigianali e mi sentirei di dire che per questi prodotti una ripresa c’è. ALDO BERNARDI, Belluno Giornate positive. E’ andata molto bene con i dolci pasquali della tradizione, ma anche il pane ha tenuto bene: cre-
IL
PUNTO
di Luca Vecchiato
segue dalla prima
l’artigiano nel confronto con gdo e industria, che puntano essenzialmente sul fattore prezzo. Sono considerazioni che abbiamo fatto altre volte, ma sulle quali vale la pena di tornare perché indicano la strada che abbiamo scelto per dare un futuro alle nostre aziende e alla categoria. Le risposte che gli intervistatori dell’Arte Bianca hanno raccolto
do di poter dire che la domanda è stata di un 10 per cento in più rispetto al livello normale. ROBERTO CAPELLO, Bergamo Decisamente molto bene per tutti i nostri prodotti da ricorrenza e, in particolare per le colombe. Ma è andato bene anche il pane. Insomma: un buon periodo per i nostri forni. TULLIO LEONARDI, Mantova Per noi, risultati buoni. Sono andati soprattutto i dolci tradizionali di questo periodo, soprattutto le nostre colombe artigianali, assai più quotate dal consu-
matore che quelle dell’industria. Ma siamo andati bene anche con il pane e con i grissini freschi, quelli non confezionati che si identificano subito come prodotti del forno artigiano. ENRICO BELLOTTO, Pordenone Una buona tornata. Il mercato si è mosso solo nell’ultima settimana e mezza, ma è stata piena produzione e abbiamo recuperato in fretta, r a c c o gliendo quello che negli altri anni si faceva in tre settimane. Sono andate soprattutto le colombe, quella classica e quella con i frutti di bosco.
MAURO ALINOVI, Parma Per le colombe è stato un periodo veramente ottimo e, comunque, tutti i dolci pasquali hanno registrato un leggero aumento della domanda. Tor nando indietro di quattro mesi, direi che abbiamo avuto un andamento analogo a quello dello scorso Natale. Per il pane abbiamo registrato una lieve flessione, ma avviene sempre in questi periodi; direi che è un fenomeno fisiologico. FRANCESCO MAFARO, Bologna E’ andata bene. Il mercato si è mosso solo negli ultimi dieci giorni, perchè ha dovuto “smaltire” i postumi di un carnevale assai lungo, che qui da noi è durato qua-
a Nord, al Centro e nel Meridione, dimostrano che la tendenza a preferire il prodotto artigianale è egualmente diffusa nel Paese. In altre parole, è andata bene la classica colomba, che ha ormai assunto, per la Pasqua, lo stesso ruolo che riveste a Natale il panettone. Ma sono andati assai bene anche i dolci e dolcetti tipici, con i quali le fornerie di tutta Italia contribuiscono a mantenere in vita tradizioni antiche. Non credo di esagerare in campanilismo verso la nostra professione se aggiungo che anche questi prodotti del for-
no sono tra i tasselli che compongono la nostra storia. Negli anni scorsi, l‘evoluzione degli stili di vita e una certa interpretazione “moderna” delle grandi feste, aveva visto diluirsi un po’ l’attenzione degli italiani verso le vecchie cose del forno artigiano. Ma noi italiani siamo gente che in campo alimentare ha elevata capacità critica. Così, un po’ per volta, l’interesse per i prodotti della tradizione ha ripreso quota. Anche nei forni. L’altro anno le segnalazioni andavano in questo
senso; la Pasqua 2011 ha confermato che una ripresa sta prendendo forma. E’ un treno che passa e che non dobbiamo perdere. Siamo nettamente dominanti nel confronto qualitativo con i prodotti dell’industria e i consumatori ce lo hanno confermato in maniera inequivocabile. Rafforziamo il nostro impegno in questa direzione, ribattiamo il chiodo ricordando che l’industria può fare tante cose ma che quelle nostre sono le più vere. presidenza@fippa.it
si tre mesi. Ma poi abbiamo lavorato, sia con le colombe, sia con i tradizionali prodotti di cioccolata: uova, decorazioni, agnellini, pecorelle e tante altre cose. Una mano, in un certo senso, ce l’ha data la gdo: a chi faceva una spesa di almeno 10 euro, regalavano una colomba. Ma chi deve fare un presente non cerca certo le colombe del super: cerca la qualità dell’artigiano. VINCESLAO RUCCOLO, Chieti A differenza dell’anno scorso, siamo andati molto bene con i dolci tipici. Abbiamo rilevato un fortissimo orientamento verso la qualità artigianale e l’offerta della tradiz i o n e : cuori decorati con cioccolata, pupe, cioè bambolette decorate anch’esse con cioccolata, pecorelle, agnelli... E poi tanti fiadoni, pasta tipica locale ripiena di formaggio e uova. FRANCO MUCI, Lecce E’ andata benissimo, anche se la domanda si è svegliata solo negli ultimi giorni prima delle feste. Comunque, buona la domanda per il nostro tip i c o agnello di pasta di mandorle, per la “paloma”, cioè un dolce con pasta frolla che incorpora un uovo intero. Modesta, invece, la domanda di colombe classiche: sono abbastanza estranee alla nostre tradizioni. FRANCO LA SORSA, Taranto Abbiamo lavorato bene, ma abbiamo fatto tutto nell’ultima settimana, perchè prima il mercato si mostrava assai pigro. Buone vendite per le colombe artigianali e per i dolci tipici delle nostre parti: scarcelle (pasta di biscotto dolce con l’uovo), taralli a base semidolce, cosparsi di zucchero, i taralli al pepe e tante altre cose della tradizione dei nostri forni. <
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Primo Piano
Napoli: la camorra detta legge nella vendita abusiva del pane Un’inchiesta delle Iene fa nuova luce sul fenomeno già da anni denunciato dalla Federazione. Anche per allestire un piccolo banco si deve pagare il pizzo
Due immagini tratte dal servizio televisivo delle Iene
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a Federazione lo denuncia da anni, Saviano ne ha parlato in Gomorra e ora un’inchiesta delle Iene è tornata a occuparsi di un fenomeno che danneggia gravemente i panificatori campani: la vendita di pane abusivo. Nella puntata andata in onda lo scorso 20 aprile si è potuto vedere chiaramente come questo business sia completamente in mano alla camorra. Filippo Roma, giornalista delle Iene, per provarlo ha effettuato un semplice esperimento: ha provato a mettere un banchetto in strada sul quale mettere il pane da vendere. Le reazioni degli altri venditori abusivi, a questo gesto, sono state immediate e molto diverse fra loro. C’è stato chi ha spiegato che se ne doveva andare perché quella zona era la
“sua” e lui in quel modo tirava a “a campare”. Altri che, dopo una minima spiegazione, sono passati direttamente alla vie di fatto, arrivando a picchiarlo. E, infine, c’è stato chi gli ha spiegato come funziona il tutto. A questo, come agli altri, il giornalista aveva provato a replicare alla richiesta di andare via, spiegando come la strada fosse di “tutti”. Immediata e secca la risposta dell’abusivo: «Non lo sai che qua ci sta il sistema in mezzo, che qua si paga, per vendere il pane?». «E chi bisogna pagare?», ha domandato il giornalista. Netta ancora una volta la risposta dell’uomo: «La gente di mezzo alla strada, il sistema, i camorristi. La camorra – ha proseguito l’abusivo – tiene il controllo totale, mettono loro le bancarel-
le in mezzo alla strada, te lo dicono loro dove devi andare a vendere». L’uomo ha poi iniziato a illustrare in dettaglio come funziona la vendita di pane abusivo a Napoli. «Come faccio a vendere il pane?», ha esordito l’uomo, «a me mi mettono in mezzo alla via a vendere il pane, mi mandano a comprare il pane al forno che hanno loro, me lo fanno pagare 60 centesimi, quando ci dobbiamo mettere qua lo dobbiamo vendere a due euro, però il 50 percento lo devi dare a loro». Soldi che bisogna dare lo stesso anche quando vengono i carabinieri o le asl e sequestrano il pane. Altrimenti c’è poco da fare, la camorra ha i suoi modi per farsi rispettare: “mazzate”, gambe rotte, minacce armate eccetera. Insomma, me-
glio pagare e non fare scherzi o decidere da soli di vendere il pane. Dal servizio emerge la capillarità della malavita sul territorio campano. Loro decidono le zone dove i venditori devono posizionarsi e in molte di esse uno può stare tranquillo di non ricevere nessun tipo di controllo. «Pure se viene il vigile, ha proseguito l’abusivo, «non ti fa niente, non ti pensa proprio, perché anche i vigili hanno la loro parte». Il fenomeno del pane abusivo, nonostante le lotte portate avanti, continua quindi praticamente incontrastato. E il motivo di tanta tenacia è presto detto: è un business molto redditizio. Alcune stime parlano di mezzo miliardo di euro l’anno: secondo solo al traffico di droga nel napoletano. Cifra da capo-
Il polemico
giro che rende bene l’idea di quanto possa essere radicato l’abusivismo. Oltre all’evidente danno economico che subiscono i panificatori di Napoli e provincia, un altro aspetto che merita attenzione è quello relativo alla salute. La vendita di pane per la strada avviene, ovviamente, al di fuori di ogni standard igienico-sanitario. E molto probabilmente avviene lo stesso per la produzione e cottura dello stesso. Il commento del venditore abusivo a proposito è emblematico: «Questo pane che vendo io non me lo mangio perché fa schifo. Vanno a prendere il legname in mezzo all’immondizia e accendono i forni», spiega l’uomo. «Vanno a prendere i copertoni, prendono il legname fetente, qualcuno si prende le casse da morto che buttano lì fuori».
C’è da credere a quello che dice dell’uomo. Non solo perché stando dentro al “sistema” queste cose deve conoscerle, ma anche perché quello del pane abusivo è diventato anche un caso internazionale. Il console generale degli Stati Uniti a Napoli, J. Patrick Truhn, su questo è stato piuttosto esplicito: «Circa due terzi dei panifici della regione sono in mano alla criminalità» e «cucinano il pane con materiali tossici» è quanto ha scritto in un cablo destinato al Dipartimento di Stato Usa nel giugno 2008. Cablo svelato e pubblicato dal sito Wikileaks. E le cifre fornite dal console non si discostano tanto dalla realtà: a Napoli operano 1.200 panifici legali, mentre se ne stimano altri 2.200 che operano totalmente al di fuori della legge. <
di Bruno Stella
CRIMINALE, NON ILLEGALE
L
e Iene si sono occupate del pane abusivo di Napoli e hanno messo allo scoperto un bel po’ di altarini. Sono attività sulle quali da anni, L’Arte Bianca cerca di attirare l’attenzione delle autorità, senza peraltro ottenere interventi utili. Stavolta, visto che la denuncia arriva da una trasmissione di elevata audience, possiamo sperare che, almeno nell’immediato, il contrasto a quel traffico si faccia più intenso ed efficace. Poi, sarà come al solito: passata la festa, gabbato lo santo; ma c’è la speranza che la pulce collocata nell’orecchio di tanti consumatori mantenga viva l’attenzione al problema e più attiva l’azione di contrasto. Come cittadini e come panificatori e siamo grati alle Iene, che hanno reso davvero un buon servizio alla società. Per anni, le autorità si sono incaponite a definire semplicemente “illegale” la vendita per strada di pane prodotto abusivamente. Un modo per sdrammatizzare la situazione, che si era incapaci di controllare, sminuendone l’impatto sul mercato. “Meglio
un panificatore abusivo che un criminale in strada”, arrivò a dire qualcuno. La trasmissione tv ha ora dimostrato che non di illegalità si tratta, ma di criminalità. Quelli che offrono il pane dai banchetti sistemati per via, tirano davvero la carretta, ma dietro di loro sta la criminalità organizzata, che a Napoli ha nome camorra. Una criminalità spietata, che schiavizza anche chi, per sopravvivere, è costretta suo malgrado a servirla. E così il venditore di pane abusivo può anche trasformarsi in aggressore violento se vede messo in dubbio il suo “diritto” a mantenere quel pezzo di marciapiede e di questo dover poi rispondere ai malavitosi che stanno dietro le quinte. Le testimonianze raccolte dalle Iene hanno ben chiarito la natura assolutamente criminale del traffico: l’obbligo di comprare il pane da forni controllati dalla camorra al prezzo di 60 centesimi di euro; l’obbligo di passare ai boss il 50 per cento del guadagno; l’obbligo di pagare anche il pane invenduto. Gente presa letteralmente per la gola, che fa questo mestiere da una vita: “Io sto qua da vent’anni”, ha
detto un venditore abusivo interpellato dalle Iene. E altre cose hanno ancora detto questi venditori: che per fare quel misero lavoro è necessaria l’approvazione dei clan; che chi sbaglia paga; che certi controllori che dovrebbero combattere il fenomeno in realtà non fanno niente “perché anche loro hanno la loro parte”. E, infine, una realtà che dovrebbe essere illustrata molto bene ai consumatori: “Questo pane io non mangio, perché fa schifo”, ha detto un venditore. E ha poi ribadito: “Questo pane è una schifezza, non lo faccio mangiare in casa”. Ecco una indicazione preziosa per le autorità. Se non siete in grado di impegnarvi in una seria repressione del fenomeno, cercate almeno di mettere in guardia i consumatori sui pericoli cui vanno incontro acquistando per le strade pane di provenienza ignota. I panificatori artigiani lo fanno ogni giorno, ma certo una campagna informativa proveniente da chi ha la tutela istituzionale della salute della gente sarebbe assai più efficace. <
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Lunedì 2 maggio 2011
Gruppo Giovani email: g r u p p o g i o v a n i @ f i p p a . i t
La crisi c’è, ma anche per colpa nostra I prodotti artigiani hanno retto durante le festività pasquali: un chiaro segno che la qualità viene ancora premiata dai consumatori. Spetta a noi fornai trovare nuovi modi per avvicinarli ogni giorno, producendo ciò che chiedono
S
i parla di crisi, di calo dei consumi eccetera, ma tutto questo è vero o no? È passata la Pasqua e ho visto panifici e pasticcerie piene di uova, colombe, dolci tradizionali e molti altri prodotti tipici tradizionali. Tutti venduti in grandi quantità e, di certo, non sono mancate le offerte della grande distribuzione con colombe a un euro e uova da tre euro in su. Tutte offerte che non sono servite a non far comprare il prodotto artigianale fatto dalla persona di fiducia, l’amico panettiere che produce con amore i suoi prodotti. Ho sentito diversi amici. Mi hanno detto le loro quantità di colombe che hanno fatto e sono molto contento: sono venuti fuori dei bei numeri, senza contare i prodotti
regionali legati alla Pasqua. Quindi non bisogna parlare solo di crisi, ma ragionare sul discorso che il nostro cliente è cambiato, an-
che perché forse la signora Maria per Pa-squa metteva a tavola figli e parenti, ma ora la dottoressa Rosanna, figlia della signora, per Pas-
MODULO DI ADESIONE GRUPPO GIOVANI NOME E COGNOME .............................................................................................. DATA DI NASCITA ...................... RESIDENTE A .................................................... VIA ....................................................NR............ PROVINCIA ................................ CAP .......................... TEL ...................................... CELL. ................................... FAX ....................................... E MAIL ................................................................. ATTIVITÀ SVOLTA NELL’AMBITO AZIENDALE AFFINI PRODUZIONE DI PANE PRODUZIONE PASTICCERIA FRESCA RAGIONE SOCIALE DITTA ..................................................................................... VIA ....................................................NR ............ COMUNE .................................. PROVINCIA ..................................................................... CAP .............................. TELEFONO ............................................................ FAX ........................................ NELLA VESTE DI TITOLARE
SOCIO
giornarci, di fornire spiegazioni al cliente sul perché lavoriamo in un determinato modo, sul perché utilizziamo alcuni prodotti invece di altri. Dobbiamo essere noi l’etichetta dei nostri prodotti. Come si dice, ci dobbiamo mettere la faccia in quello che facciamo. Aggiornarsi, non mi stancherò mai di dirlo, andare dietro al mercato, saper imporsi col proprio prodotto, riuscire a capire se il nostro prodotto è giusto per la nostra clientela o se bisogna cercare un altro prodotto che tira di più. Questo febbraio mi sono trovato da un nostro amico, stavo aspettando che chiudesse bottega per andare a cena: il giorno dopo avremmo dovuto tenere un incontro domenicale. Mentre aspettavo, ho visto una signora che faceva su e giù per la bottega senza nessuno che la servisse. Al che ho detto a Nicola: «Guarda che nessuno sta servendo la signora: è già dieci minuti che fa su e giù. E lui mi ha risposto, giustamente:
Claudio zendroni
CERCO LAVORO Panificatore 28 enne residente a Monza, con undici anni di esperienza nel settore cerca lavoro. Walter Di Lillo walter.dilillo@hotmail.it tel. +447587966841
FAMILIARE COLLABORATORE
ISCRITTO ALL’ORGANIZZAZIONE SINDACALE PANIFICATORI DENOMINATA: .............................................................................................................................. NON ISCRITTO ALL’ORGANIZZAZIONE SINDACALE PANIFICATORI Dichiara, ai sensi del D.lgs. n. 196/2003, “Codice in materia di protezione dei dati personali”, di essere informato e acconsentire che i propri dati personali saranno trattati dalla Federazione Italiana Panificatori - Panificatori Pasticceri e Affini (di seguito denominata F.I.P.P.A.) mediante comunicazione a terzi e anche con l’ausilio di mezzi elettrotronici e/o automatizzati. Titolare del trattamento è F.I.P.P.A. Nella qualità di legale rappresentante, il sottoscritto delega la F.I.P.P.A. a rappresentare l’azienda sopra indicata per le attività di cui all’art. 2 dello Statuto F.I.P.P.A. La delega, che ha validità per il corrente anno, si intende tacitamente rinnovata in difetto di disdetta da comunicarsi in forma scritta almeno 90 gg. prima della scadenza. Luogo e data ........................
qua parte per due giorni con la sua famiglia e il pane, sicuramente, non lo compra, ma la colomba per sé o per fare un regalo, quella sì, la compra. Il nostro cliente è cambiato. Qualche collega lo capisce e si trasforma, ma tanti, purtroppo no, e di solito sono questi ultimi a lamentarsi del calo di lavoro. Ma dobbiamo essere obbiettivi: c’è stato ed è tuttora in corso un grande cambiamento nel modo di vivere e specialmente in quello di nutrirsi. La signora Maria di solito comprava quello che era buono, senza guardare tanto a cosa c’era dentro. La dottoressa Rosanna legge le etichette, cerca di mangiare buono e sano, è molto più accorta su questi punti della signora Maria. La tv ci bombarda con prodotti salutistici, pubblicità dopo pubblicità, passando dai formaggi light agli yogurt, che fanno bene a tutto e di più. E volenti o nolenti è su questa scia che dobbiamo cercare di ag-
«No la signora sta aspettando i panini caldi che stanno per uscire». Vedere qualcuno che aspetta dieci minuti per comprare il prodotto che più gli piace: questo è davvero un successo per un artigiano. Il pane non va più di moda, la gente non lo mangia più o ne mangia di meno, ma è vero, è cambiato il modo di mangiare e bisogna svegliasi. Fare come ha fatto Nicola: puntare su cosa vuole il cliente. Anche se questo non ci piace bisogna fare così. Molte volte basta buttarsi: basta guardare quello che i nostri amici si sono inventati. Guardate Paolo, Fabrizio, Luca: sono riusciti a trovare un nuovo tipo di mercato o a migliorare un mercato storico come ha fatto Luca. Basta piangere, bisogna reagire. Noi abbiamo tanti problemi, è vero, ma come tutte le altre categorie. Dobbiamo rinnovarci, guardare al futuro, lottare per quello in cui crediamo. Stando assieme si impara anche questo, si viene a conoscenza diretta di altri modi di fare il nostro lavoro. Anche a questo servono gli incontri domenicali che il Gruppo Giovani organizza in giro per l’Italia. Noi cerchiamo di mettere in contatto fra loro molti professionisti, tutti in grado di sperimentare quanto apprendono sul proprio lavoro. Buon lavoro a tutti
Firma ..............................................................
L’adesione al Gruppo Giovani ha un costo di 80 € annui e consente la partecipazione a tutti i corsi. Il pagamento può essere effettuato tramite bonifico bancario intestato a: FIPPA - via Alessandria 159/d - 00198 Roma - cod. IBAN IT64E0306905042039488850373 - causale “Adesione Gruppo Giovani 2011”. Inviare il modulo e la ricevuta di pagamento via fax al nr. 06.85351968. Info: gruppogiovani@fippa.it
Si ringraziano per il sostegno all’attività del Gruppo Giovani le aziende
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Lunedì 2 maggio 2011
Info alle aziende
Vendita di prodotti alimentari con laurea In una circolare il ministero del Lavoro detta i requisiti professionali necessari per la licenza
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i sono solo tre opzioni se si vuole ottenere una licenza di vendita dei prodotti alimentari: lavorare nel comparto, frequentare un istituto professionale o un corso triennale o quadriennale di formazione professionale oppure possedere una determinata laurea. Questo
è quanto ha specificato il ministero dello Sviluppo economico, con la circolare n. 3642/C del 15 aprile scorso. I titoli di studio necessari per l’attività di vendita dei prodotti alimentari e per la somministrazione uniformati dal ministero sono diversi, ma molto specifici. Per
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la Ue Il contratto di lavoro Etichette: pensa in piccolo stabilisce il compenso
a situazione economica attuale non è delle più rosee e qualcuno potrebbe pensare di trovare un rimedio “fai da te” per affrontarla. Magari ipotizzando di disdire il contratto nazionale di lavoro, di recedere dallo stesso, perché «troppo oneroso» per la propria azienda. Un’ipotesi che però non rientra fra le facoltà dell’imprenditore. La Cassazione (sentenza n. 8994 del 19 aprile 2011) ha spiegato che la disdetta del contratto può avvenire solo per mano delle organizzazioni che lo hanno firmato. Prendendo spunto da un caso concreto, in cui un’azienda aveva unilateralmente stabilito il recesso dal contratto nazionale, erogando di conseguenza delle retribuzioni inferiori ai propri dipendenti, i giudici si sono soffermati a lungo sulla questione. L’azienda che applica un contratto di categoria non può decidere di recedervi, ha spiegato la Suprema Corte, in quanto non è stato da essa firmato. Gli accordi nazionali o territoriali vengono sottoscritti da organizzazioni che rappresentano le imprese e i lavoratori. Sono esse a farsi portatrici delle istanze delle diverse categorie, a negoziare le clausole
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i sarà più tempo per pagare le rate con il fisco. I contribuenti non in regola con le scadenze dei pagamenti possono oggi allungare fino a 6 anni il periodo di dilazione dei debiti fiscali e contributivi, a patto che dimostrino di avere avuto un peggioramento della loro situazione economica. Lo ha reso noto Equitalia in una nota pubblicata la scorsa settimana. La possibilità è stata resa possibile dall’emanazione del mille proroghe, in cui è stata inserita una misura ad hoc. Grazie ad essa, ora i debitori potranno utilizzare la procedura di proroga di una rateazione già concessa alla data di entrata in vi-
quanto riguarda le scuole superiori sono da escludersi i licei, «considerato che nei piani formativi degli stessi non sono presenti materie attinenti al commercio, alla preparazione o alla somministrazione degli alimenti». Molti istituti tecnici (indicati nella circolare), invece, pre-
vedono questi piani e per loro le porte della licenza sono spalancate. Discorso uguale per i corsi di formazione professionale triennali o quadriennali (come quello di operatore alla ristorazione o di tecnico dei servizi di sala e di bar eccetera). La questione si complica,
e non poco, in caso di laurea. Il possesso di questo titolo di studio, infatti, non apre la porta della licenza. Il ministero ha chiarito che è legittimante soltanto il percorso formativo che consente «di garantire la conoscenza del commercio, degli alimenti e/o della preparazione e sommini-
strazione». Per cui o si è in possesso di una delle lauree elencate nella circolare o è necessario aver inserito all’interno del percorso di studi universitario «almeno uno dei settori previsti dal dm 4 ottobre 2000, ovvero le materie di insegnamento indicate nella tabella». <
La nuova proposta di legge non riguarda i panificatori che vendono solo al pubblico
Anche in caso di crisi l’azienda non può prescindere da esso per le retribuzioni presenti nei contratti e a stabilire le varie retribuzioni. Una volta che ciò è stato stabilito, nessun singolo imprenditore o lavoratore interessato dall’accordo vi si può sottrarre. L’unica possibilità che ha un imprenditore di recedere da un contratto è nel caso in cui lo stesso sia aziendale. Quando egli stesso abbia negoziato e sottoscritto l’accordo con le
parti sociali. La «rovinosa situazione economica-produttiva» dell’azienda può essere affrontata facendo ricorso alla cassa integrazione, alla mobilità, ai prepensionamenti e così via, ma non con il recesso del contratto. Questo, hanno concluso i giudici, in mancanza di una disdetta delle parti deve intendersi rinnovato di anno in anno. <
FERIE E MALATTIA NELL’APPRENDISTATO n caso di assenze prolungate del lavoratore, il periodo di apprendistato è prorogato per consen«I tire l’effettivo completamento del percorso di apprendimento e qualificazione». Questo il parere (n. 9/2011) fornito dalla Fondazione studi sul lavoro. I consulenti del lavoro sono intervenuti su un tema, i periodi di inattività dell’apprendista, che tocca da vicino anche i panificatori. Le ipotesi più frequenti in cui ciò avviene sono: la malattia, il servizio militare, la sospensione consensuale, la maternità o il congedo parentale, e le ferie. Tranne per la malattia e le ferie, la dottrina in materia ha stabilito che in tutti questi casi vige il differimento della scadenza dell’apprendistato. In caso di malattia, sul punto è già intervenuto il Ministero del Lavoro precisando che i periodi di sospensione “brevi” – ovvero di durata inferiore al mese – sono irrilevanti rispetto al computo dell’apprendistato e quindi non determinano la proroga del periodo. Al contrario, nel caso di periodi di assenza più lunghi, la valutazione andrà effettuata caso per caso dall’impresa, considerando l’effettiva incidenza dell’assenza sulla realizzazione del programma formativo. «Diversamente da quanto previsto nei casi precedenti», concludono i consulenti, «le ferie annuali, sono in qualche modo preventivamente considerate nel periodo di tempo concordato per l’apprendistato, pertanto non comportano un prolungamento dello stesso». <
Equitalia concede il bis alle rate
gore del provvedimento (27/2/2011), in presenza del mancato pagamento della prima o di due rate successive causato dal peggioramento della situazione di difficoltà posta a base della concessione della prima dilazione. La verificarsi di queste condizioni il concessionario della riscossione può prorogare ulterior-
mente il piano di dilazione per un periodo massimo di 72 mesi. La presentazione della domanda di proroga della rateazione deve avvenire entro il 30 giugno 2001. Equitalia in questo non revocherà le eventuali misure cautelari già adottate, ma la domanda bloccherà l’avvio di nuove azioni cautelari e sospenderà la prosecuzione di quelle già in corso. Mentre per le domande di proroga presentate dopo il 30 giugno non scatterà la sospensione dei provvedimenti già adottati. L’attestazione del peggioramento della situa-
zione economica varia a seconda del debito. Fino a 5 mila euro basterà una semplice dichiarazione del debitore. Superato questo importo si aprono due strade a seconda dei soggetti, persone fisiche e titolari di ditte individuali in regime fiscale semplificato e altre categorie giuridiche di soggetti. I primi potranno attestare il loro peggioramento attraverso la presentazione di un nuovo modello Isee. Gli altri, invece, dovranno attestare la propria difficoltà mediante l’applicazione dei parametri costituiti dall’Indice di Liquidità e dall’Indice Alfa. <
B
uone nuove giungono dall’Unione europea. Il nuovo progetto di legge sull’etichettatura votato dalla Commissione Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare non si applicherà ai panificatori artigiani che vendono i loro prodotti direttamente al consumatore finale. Discorso diverso, invece, per le aziende del comparto che effettuano forniture a terzi. Il progetto legislativo, votato il 19 aprile scorso dalla Commissione, vuole modernizzare, semplificare e rendere più chiara legislazione europea sull’etichettatura alimentare. In particolare, il testo approvato modifica le regole sulle informazioni contenute sulle etichette obbligatorie apposte sugli alimenti, quali, ad esempio, il nome, la lista degli ingredienti, le date di consumo con diciture quali “utilizzare preferibilmente prima di”, le condizioni specifiche di uso del prodotto, e introduce l’obbligo di fornire informazioni nutrizionali. Altra questione, di cui si sta facendo carico il progetto legislativo, riguarda l’obbligo di indicare l’origine degli alimenti in etichetta. L’etichetta sul paese di provenienza è già obbligatoria nell’Unione per alcuni tipi di prodotti, come la carne di manzo, il miele, l’olio d’oliva, la frutta fresca e i legumi. Il Parlamento ha già chiesto e ottenuto dal Consiglio che tale obbligo sia esteso anche alla carne di maiale, di pecora, di capra e di pollo. Tuttavia, i deputati hanno chiesto ora di estendere l’obbligo di etichettatura del paese di provenienza a tutte le carni, al latte e prodotti derivati, e altri alimenti a base di un unico ingrediente. Un obbligo che non tocca i panificatori direttamente, in quanto i derivati dei cereali non sono contemplati nel progetto legislativo. Discorso diverso per le informazioni nutrizionali. I deputati hanno chiesto che il contenuto energetico, le quantità di grasso, grassi saturati, carboidrati, zuccheri, proteine e sali, siano chiaramente indicate in forma di una tabella sul retro dell’imballaggio di ogni prodotto. Dalle nuove norme, secondo quanto prevede il progetto, saranno esentate le micro imprese che producono prodotti alimentari artigianali e le imprese che producono il cibo non imballato per consumo immediato (proprio come i panificatori). La proposta della Commissione ambiente ora dovrà passare al vaglio del Parlamento e del Consiglio europeo. Una volta adottata, le imprese avranno tre anni per adattarsi alle nuove regole e altri due per rispettare i nuovi obblighi in materia di informazioni nutrizionali. <
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Province
Pordenone ha un nuovo presidente I suoi obiettivi: promuovere il pane artigianale e stimolare la categoria a una maggiore unità, per difendere il comparto e dargli maggiore forza sindacale
E
nrico Bellotto, 46 anni, è il nuovo presidente del Sindacato provinciale panificatori di Pordenone. Sposato con Daniela, che gli ha dato due figli (Nicolò, di 9 anni e Tommaso, di 7), ha la propria impresa a San Vito al Tagliamento, cittadina di quindicimila abitanti, a circa 20 chilometri dal capoluogo. Fornaio e sindacalista da più di 25 anni, Bellotto è arrivato all’arte bianca dopo un’esperienza breve ma intensa in tutt’altro campo. “Dopo il diploma in ragioneria”, spiega, “ero stato assunto all’Olivetti come programmatore. Quella del computer è una passione di vecchia data, che coltivo ancora oggi, ma la panificazione...”. Già, appunto, come è arrivato alla panificazione? “Mi aveva sempre attratto questo mondo, che
Enrico Bellotto
perpetua un mestiere millenario e che offre possibilità di impresa a chi sia davvero disposto ad accettarne anche i sacrifici. Così, nell’84, dopo aver trascorso alcuni mesi nel panificio di una mia zia, cercando di dare una mano e di imparare, mi sono iscritto a un corso di panificazione e pasticceria della scuola che l’agenzia formativa regionale IAL gestisce a Cividale del Friuli. Nel giugno dell’85 ho
finito il corso e nell’agosto dello stesso anno ho avviato il mio panificio”. Oggi l’impresa di Enrico Bellotto dispone di un forno con rivendita e di un altro negozio, lavora circa 150 chili di farina al giorno e impegna, oltre al titolare e alla moglie, anche un operaio e tre commesse. La produzione è interamente destinata alle due rivendite di proprietà: “Non facciamo nessuna fornitura”, sottolinea.
Proposta del Turismo: negozi aperti il Primo maggio e i festivi
N
on solo liberalizzare le aperture domenicali, ma far rimanere aperti i negozi anche durante i giorni festivi. Dopo le re-
centi polemiche che hanno coinvolto alcune amministrazioni comunali (Torino, Roma e Firenze), i cui primi cittadini hanno deliberato
Curiosità
Diecimila fette per la Gioconda
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iecimila fette di pane Igp di Matera a formare il viso della Gioconda. Questa è l’inedita iniziativa che durante la Pasqua ha animato il capoluogo lucano. A realizzare il mosaico è stata l’artista Laura Hadland, coadiuvata dai panificatori del Consorzio del pane di Matera. L’opera d’arte, di dodici metri per 15, è stata la sfida scelta da tre attori giapponesi per il programma “Sfide da tutto il mondo”, show televisivo molto popolare nel paese del Sol Levante.
l’apertura dei negozi durante il primo maggio, sul tema è intervenuto anche il ministro del Turismo. «Liberalizzare l’apertura dei negozi nei giorni festivi può dare alla nostra economia la “frustata” di cui ha bisogno», ha dichiarato in una nota Michela Vittoria Brambilla. Aggiungendo che da diverso tempo sta lavorando a un disegno di legge per liberalizzare gli orari degli esercizi commerciali nei Comuni a vocazione turistica. L’intervento del ministro va così a sopportare l’appello lanciato nelle settimane scorse dal vicepresidente della Confcommercio, Bernabò Bocca, e del presidente della Confcommercio romana, Cesare Pambianchi, affinché cambino le norme relative l’apertura dei negozi nei giorni festivi in alcune città. Appello sottoscritto dalla Brambilla che ha plaudito la «lungimiranza dei vertici di Confcommercio che con la presa di posizione odierna dimostrano di aver ben compreso come la liberalizzazione degli orari non avvantaggerebbe solo la grande distribuzione, ma anche il piccolo commercio». <
Dopo il lavoro come programmatore, legato a orari che buona parte dell’umanità condivide, come si è trovato a dover cambiare drasticamente le abitudini, per affrontare la vita seminotturna del fornaio? “Senza fatica”, risponde Bellotto. “ Da lunedì a giovedì la sveglia è alle 3 del mattino; il venerdì e il sabato si anticipa all’1,30. Il pomeriggio, se ho tempo, prendo qualche ora di riposo”.
La produzione comprende molti tipi di pane e dolci da forno, ma come vanno i consumi? “Posso dire che va piuttosto bene. Per il pane siamo sui 100 grammi procapite al giorno, un po’ di più rispetto alla media che si rileva nelle città. Ma qui siamo praticamente in campagna, i bambini corrono tanto, nelle scuole si promuove la sana merenda tradizionale scoraggiando merendine e simili, che le maestre respingono... Insomma, il nostro lavoro ci dà soddisfazione e buona immagine”. Passiamo all’attività sindacale. Enrico Bellotto ha cominciato a occuparsi di sindacato, entrando nel Consiglio dell’associazione pordenonese, lo stesso anno in cui ha aperto il proprio panificio, cioè nell’85. Con Antonio Follador, suo predecessore, aveva assunto la vicepresidenza. Una
lunga esperienza, dunque: quali obiettivi si è posto nell’assumere, ora, la piena responsabilità dell’associazione? “Prima di tutto, promuovere il pane artigianale e stimolare la categoria a una maggiore unità, per difendere il comparto e dargli maggiore forza sindacale. La nostra associazione comprende sei mandamenti: Pordenone, Spilimbergo, Maniago, Sacile e Prata. E io ho cominciato a stringere maggiormente i contatti con tutti, perché insieme possiamo essere una forza. In questo senso una svolta decisiva c’è stata recentemente, con la fondazione dell’Unione regionale panificatori, che riunisce le associazioni di Trieste, Udine, Gorizia e Pordenone e rappresenta oggi un interlocutore importante anche per le istituzioni regionali”. <
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Lunedì 2 maggio 2011
Ricette a cura di Rosanna Iacovino
Rustico a sfoglia con mandorle e zucchine E
cco un rustico piuttosto originale, sia nel ripieno sia nella struttura, con doppio strato di pasta sfoglia. Le mandorle, unite alla croccante pasta, rendono molto gustoso questo stuzzichino salato.
Rustici con zucchine INGREDIENTI Per la pasta farina bianca burro acqua Per il ripieno zucchine pecorino dolce morbido mandorle a lamelle olio extra vergine aglio sale e pepe
200 g 250 g 100 ml 3 150 g 40 g 60 g 1 spicchio
Procedimento Con gli ingredienti indicati, preparare la pasta sfoglia. In padella, cuocere per 10 minuti le zucchine a tocchetti con olio, aglio, sale e pepe. Stendere la pasta sfoglia di 2 mm e ricavarne due dischi. Mettere il primo disco in una teglia rotonda, ricoprire con le mandorle a lamelle, poi le zucchine e sopra le scaglia di formaggio, poi adagiare il secondo disco e fare un altro strato di ripieno, Cuocere a 190° C per 15 minuti.
Cuoricini di frolla al limone
P
er la Festa della Mamma rimane valido il tema del cuore ma qui è in versione biscottini di frolla al sapore della primavera, quindi con marmellata e glassa al limone.
Uno stuzzichino saporito per una pausa piena di gusto U
na crema di cipolle fa da ripieno per una pizza dal sapore rustico e deciso, dove le acciughe danno un tocco particolare al sapore.
Stuzzichini saporiti INGREDIENTI pasta per pizza olio extra vergine d’oliva cipolle aglio filetti di acciuga olive nere Per condire sale, pepe, origano, finocchio, timo
Cuoricini farciti al limone INGREDIENTI Per la pasta frolla farina uova zucchero burro succo di limone buccia grattugiata di limone Per farcire marmellata di limone Per la glassa zucchero a velo succo di limone filtrato Per decorare scorzette di limone
500 g 2 200 g 280 g 40 g 1 100 g 140 g 25 g
Procedimento Preparare la pasta frolla e farla riposare in frigorifero per 60 minuti. Stenderla quindi allo spessore di 3 mm e ricavare dei biscotti a forma di cuoricini con il tagliapasta. Porli su placca da forno coperta con carta antiaderente e cuocere a 180° C per 15 minuti circa. Far raffreddare i biscotti e poi accoppiarli con la marmellata di limone. Preparare la glassa amalgamando insieme gli ingredienti indicati e metterne una dischetto al centro di ogni cuore poi decorare con scorzette di limone.
200 g 100 g 800 g 2 spicchi 18 100 g
Procedimento Stendere la pasta in una teglia. Far cuocere le cipolle con tutti i condimenti e l’aglio in una padella per 20 minuti circa. Poi stendere il composto ottenuto sulla pasta della pizza, guarnire mettendo i filetti di acciuga a formare delle losanghe e al centro di ognuna mettere le olive denocciolate. Cuocere in forno a 220° C per circa 20 minuti.
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Ricette a cura di Rosanna Iacovino
Un dolce cuore alla vaniglia per la Festa della Mamma L
a seconda domenica di maggio ricorre la Festa della Mamma, una tradizione radicata nel nostro Paese, che siamo abituati a ricordare con il classico dolce a forma di cuore.
Cuore alla vaniglia INGREDIENTI Per la pasta burro morbido zucchero zucchero vanigliato uova farina lievito secco Crema crema pasticcera alla vaniglia Glassa zucchero vanigliato succo di limone colorante alimentare rosa Per decorare mandorle a lamelle
200 g 20 g 100 g 4 200 g 50 g
150 g 1
Procedimento Con gli ingredienti indicati per la pasta realizzare un composto mettendoli in planetaria e facendo girare la macchina per almeno 10 minuti. Mettere il composto in una tortiera a forma di cuore e far cuocere in forno a 180° C per 25 minuti.
Una volta raffreddata, tagliare la torta a metà in senso orizzontale. Realizzare una crema pasticcera con essenza di vaniglia senza usare il limone. Con la crema fare uno strato sopra la base della torta e poi coprire con il secondo strato. Con gli ingredienti indicati realizzare la glassa, mischiando bene, e spalmarla sopra la torta anche sul bordo. Decorare il bordo con le lamelle di mandorla e la superficie con decorazioni a piacere di zucchero o marzapane.
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Lunedì 2 maggio 2011
Interviste ai panificatori
La mia scelta: pane e pizza, coppia fissa dell’arte bianca A
45 anni, Leone Coppola, di Gavirate (Varese), è titolare di tre pizzerie-ristorante e una da asporto. E’ iscritto al Gruppo Giovani e questo gli consente, tra l’altro, di mantenere viva la sua prima e passata esperienza professionale di fornaio. Particolarmente appassionato e motivato, Leone è impegnato oggi nel tentativo di unire le esperienze e le competenze dei panificatori con quelle dei pizzaioli “per vedere di fare qualcosa insieme”. Ci facciamo spiegare da lui stesso il suo impegno. “Si tratta di un nuovo progetto aziendale”, spiega “che punta ad associare le esperienze dei due comparti, pane e pizza. Sono comparti complementari, che stanno benissimo insieme in un laboratorio e in una proposta commerciale. Ma bisogna avere un’idea originale per completare il forno a legna, ottimo per la pizza, e un forno per il pane, dove
Leone Coppola
valorizziamo la tradizione, in un’ottica moderna di snack veloce con un nuovo concetto di somministrazione” Il settore della pizzeria non è assolutamente in
crisi, ma oggi, spiega Leone, “il cliente spende in modo ragionato e non a caso, va dove si mangia bene e un’ottima pizza si può trovare sia in un panificio sia in una
pizzeria, l’importante è la lievitazione naturale che la rende altamente digeribile”. Leone si avvale della sua esperienza passata di panificatore e mugnaio, che
ha affinato nel corso degli anni, approdando quindi al mondo della pizzeria. “Bisogna cercare di unificare le due arti”, insiste Coppola, “per dare un ottimo prodotto
ai consumatori. Il percorso da seguire è quello della qualità e della digeribilità. E’ importante conoscere il prodotto, specializzarsi e far passare il messaggio che fare un’ottima pizza non è difficile se ci si aggiorna continuamente; e questo vale per tutti. Sicuramente lo snack veloce è l’interesse del momento che stiamo vivendo, ma ritengo che qualsiasi prodotto presentiamo, sia pizza sia altro, debba avere una caratterizzazione precisa, debba rispondere ai requisiti di qualità e di valore nutrizionale, soprattutto perché unico componente del pasto”. Leone ha partecipato all’ultimo Campionato Mondiale della Pizza, svoltosi recentemente, dove ha ottenuto il terzo posto per la velocità della lavorazione, il nono posto per la pizza a due con il cuoco, il decimo posto con la pizza in teglia, valorizzando tutti i prodotti di stagione. Rosanna Iacovino (ro.iacovino@tiscali.it)
GRUPPO DONNE - FIPPA 2011: DOMANDA DI ADESIONE Ragione sociale ...................................................................................................................
RENDE NOTO DI ESSERE (sbarrare e compilare solamente la parte che interessa)
Cod. fisc/Partita IVA ............................................................................................................ Via/piazza ..........................................................................................................................
* Iscritto all’Organizzazione sindacale Panificatori denominata
Comune ................................................... Provincia ............................ CAP .......................
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Tel ......................................... Fax ....................................... cell ........................................ e-mail .................................................................................................................................
* Non Iscritto ad alcuna Organizzazione Sindacale Panificatori
Nome e Cognome ................................................................................................................
Confida nell’accoglimento della presente domanda dichiarandosi disposto
Cod. fisc./Partita IVA ........................................................................................................... Via /piazza .............................................................. Comune .............................................
ad attenersi alle regole del Gruppo. Luogo e data .....................................
Firma ........................................................
Provincia ................. CAP ................................ Tel ....................... Fax .................... cell .................................... e-mail .....................................................................................
NELLA VESTE DI: (sbarrare la voce che interessa)
c Titolare
c Contitolare
c Collaboratrice
c Commessa
c Familiare
c Altro (specificare)
c Socio
Dichiara, ai sensi del D.lgs. n. 196/2003, “Codice in materia di protezione dei dati personali”, di essere informato e acconsentire che i propri dati personali saranno trattati dalla Federazione Italiana Panificatori - Panificatori Pasticceri e Affini (di seguito denominata F.I.P.P.A.) mediante comunicazione a terzi e anche con l’ausilio di mezzi elettrotronici e/o automatizzati. Titolare del trattamento è F.I.P.P.A. Nella qualità di legale rappresentante, il sottoscritto delega la F.I.P.P.A. a rappresentare l’azienda sopra indicata per le attività di cui all’art. 2 dello Statuto F.I.P.P.A. La delega, che ha validità per il corrente anno, si intende tacitamente rinnovata in difetto di disdetta da comunicarsi in forma scritta almeno 90 gg. prima della scadenza. Luogo e data ........................ Firma .............................................................. L’adesione al Gruppo Donne ha un costo di 50 € annui e consente la partecipazione a tutti i corsi. Il pagamento può essere effettuato tramite bonifico bancario intestato a: FIPPA - via Alessandria 159/d - 00198 Roma - cod. IBAN IT64E0306905042039488850373 - causale “Adesione Gruppo Donne 2011”. Inviare il modulo e la ricevuta di pagamento via fax al nr. 06.85351968. Info: gruppogiovani@fippa.it
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Qui Lombardia Pagina a cura di Graziano Monetti
30 milioni per lo start up delle imprese
Benefici per aziende e lavoratori
Finanziamenti per nuove attività imprenditoriali
Bilateralità contrattuale
R
egione Lombardia ha avviato un programma di interventi integrati per lo Start Up di impresa sul Fondo di Rotazione per l’imprenditorialità FRIM. Il Bando ha una dotazione finanziaria complessiva pari a 30.000.000 di euro per sostenere, favorire ed incentivare l’avvio di nuove attività imprenditoriali di giovani (18-35 anni), donne (senza limite di età) e soggetti svantaggiati. Sono ammesse a presentare domanda di contributo anche tutte le Micro, Piccole e Medie imprese individuali, familiari e società di persone o di capitali del Commercio, Turismo e Servizi. L’intervento regionale prevede di finanziare investimenti con soglia minima di 15.000 euro e massima compresa tra
40.000 o 200.000 euro (a seconda delle dimensioni dell’impresa richiedente il contributo). Riassumiamo di seguito il contenuto del Bando. FINALITA’ Parte con uno stanziamento di 30 milioni di euro il programma di interventi destinato a sostenere lo start-up di imprese di giovani (18-35 anni), donne e soggetti svantaggiati. BENEFICIARI Micro e piccole medie imprese individuali, familiari, società di persone e capitali con titolari giovani, donne e soggetti svantaggiati, iscritti da non più di 12 mesi alle CCIAA ed eventualmente imprese che completino l’iscrizione entro e non oltre 90gg dalla data di presentazione della domanda. I beneficiari devono esse-
N
Occorrono strategie di vendita sempre più efficaci
el panificio specializzato sotto casa si trova il pane fresco di qualità, un prodotto genuino, artigianale e vario, ricco di gusto e proprietà nutritive che lo distinguono nettamente dai prodotti della panificazione proposti nella grande distribuzione, per lo più surgelati. Si può sintetizzare in questo slogan il messaggio ribadito dal presidente dell’Unione Regionale Panificatori Lombardia Roberto Capello, ospite, insieme al segretario Roberto Alvaro, nell’ultima riunione del direttivo della Associazione Panificatori di Sondrio presieduta da Remo Delle Coste. Il presidente Capello ha inoltre tracciato un bilancio dell’andamento del comparto sottolineando come, nonostante la crisi dei consumi in atto, i prodotti della panificazione tutto sommato reggano. Insomma, potremmo dire che il pane non conosce crisi, tuttavia anche chi opera nel settore deve darsi da fare per adottare strategie di vendita sempre più efficaci. In altre parole, il prodotto di qualità è un presupposto e un valore imprescindibile, ma gli operatori sono chiamati ad adottare nuove strategie di promozione e di vendita che sappiano
re residenti da almeno cinque anni nel territorio regionale. Sono stati esclusi i settori che presentano maggiore criticità territoriale e di reale sviluppo imprenditoriale. SPESE AMMISSIBILI Sono ammissibili le spese, al netto di IVA, sostenute successivamente alla presentazione della domanda on-line e riguardanti: - costi per adeguamenti tecnici ed impiantistici per l’immobile sede dell’attività; - acquisto di beni strumentali; - licenze di sfruttamento economico, brevetti industriali, software. Sarà inoltre ammissibile anche l’acquisizione di attività preesistente condotta da impresa familiare già in attività da alme-
no cinque anni. AGEVOLAZIONE PREVISTA E MASSIMALI L’agevolazione avrà la forma del finanziamento a medio termine pari al 100% del programma di investimento ammissibile di cui il 70% a valere sul fondo regionale ad un tasso pari al 0,5% e con durata non superiore a 7 anni, con un periodo di preammortamento massimo di 2 anni. Il rimborso del finanziamento avverrà mediante rate semestrali costanti di capitali e interessi. È inoltre previsto il leasing ma esclusivamente per i beni strumentali. L’importo concedibile minimo sarà pari a 15.000,00 euro e massimo fino a 40.000,00 euro per le imprese individuali e familiari e 200.000,00 euro per le società. <
L’Aspan di Sondrio analizza l’andamento del comparto sempre più attrarre e fidelizzare il cliente. Strategie che implicano anche un rinnovamento della figura del panificatore: “Curiamo di più il nostro modo di presentarci – ha detto Capello , noi produciamo qualità, proponiamoci dunque con un’immagine che ci valorizzi”. Nell’incontro, il presidente Capello ha illustrato i punti principali del nuovo contratto integrativo, redatto in considerazione dei cambiamenti avvenuti in questi anni nel settore della panificazione, tra le cui novità, spicca l’istituzione del “Premio Regionale per Obiettivi Variabile”. Sempre sul fronte dell’attività sindacale, Capello ha ribadito l’impegno dell’Unione Regionale, insieme alla federazione nazionale, per far sì che venga approvato il decreto per la tutela del pane fresco, dando così un riconoscimento tangibile ai panifici artigianali. “In Italia - ha infine sottolineato Capello - anche nel settore della panificazione abbiamo un patri-
monio in termini di varietà e tipicità dei prodotti che tutto il mondo ci invidia. Ogni Regione ha il suo caratteristico tipo di pane e sul territorio troviamo tante piccole aziende ciascuna con le proprie specialità”. Il panificatore artigiano, dunque, contribuisce a dare un ulteriore valore ag-
giunto al pane e ad aggiungere più gusto alla vita di tutti i giorni. Al termine dell’incontro, sono stati rivolti al presidente Capello i ringraziamenti da parte del direttivo di Sondrio, per la preziosa disponibilità e per il costante impegno speso a favore della categoria. <
I
l nuovo contratto integrativo regionale di lavoro per il settore della panificazione ha affrontato l’importante tema della “bilateralità”. I panificatori lombardi, con la creazione a suo tempo della cassa paritetica CPP-LPR, avevano già sancito rapporti bilaterali tra le organizzazioni dei panificatori e dei lavoranti panettieri, con tematiche di intervento riferite alla mutualità. Ora con l’Ente Bilaterale Regionale della panificazione lombarda i “servizi” e l’area di competenza si allarga notevolmente. Infatti, con la finalità di assicurare alle aziende e ai loro dipendenti servizi più completi e innovativi, è previsto quanto segue. Commissione sull’apprendistato e formazione, con la possibilità di formazione integrata per gli apprendisti professionalizzanti di 40 ore presso un ente formativo certificato e 80 ore in azienda in affiancamento al tutor che dovrà certificare sul libretto formativo i risultati conseguiti. Organismo paritetico Regionale Salute e Sicurezza e conseguente nomina del Rappresentante dei lavoratori sulla sicurezza territoriale che congiuntamente al Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione redigono la Valutazione dei rischi. Evita alle aziende di dover far eleggere tra i propri dipendenti un rappresentante e iscriverlo ad un corso formativo di 32 ore a proprio carico oltre alla Formazione periodica annuale di 4 ore. Mutualità della previdenza complementare, con copertura a carico dell’ente nel caso che il dipendente aderisca al fondo complementare contrattuale Alifond che prevede una aliquota aggiuntiva pari all’1,20% della retribuzione utile al fine del calcolo del Tfr. Mutualizzazione ed integrazione malattia e infortunio. L’integrazione degli eventi di malattia e infortunio attualmente integrati dall’azienda saranno rimborsati alla stessa da parte dell’ente bilaterale che integrerà la cassa mutua malattia una volta trascorso un tempo minimo di adesione. Altre integrazioni da definirsi in favore dei dipendenti. Il finanziamento dell’Ente Bilaterale avverrà a regime tramite l’applicazione di una aliquota dell’1,55% a carico dell’impresa e dello 0,50% sull’imponibile delle retribuzioni dei lavoratori. In alternativa l’azienda che non aderirà sarà tenuta al versamento di una somma mensile in aumento di 25 euro per ogni lavoratore. <