Artribune #63

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GRANDI CLASSICI / GOTICO / MILANO

Bagliori gotici a Milano Marta Santacatterina

S

ecoli bui? Ma non scherziamo! Il Medioevo è luminosissimo, anche grazie a quei bagliori che scaturiscono dalle tavole a fondo oro, il più caratteristico genere pittorico di un periodo così affascinante e ricco di cultura. Per lasciarsi “folgorare” dagli antichi dipinti si può visitare la mostra organizzata dalla Galleria Salamon di Milano che, per qualità delle opere e per gli studi condotti, può essere senza dubbio considerata di livello museale.

LA GENESI DELLA MOSTRA

Bagliori gotici è un progetto messo a punto da Matteo Salamon negli ultimi due anni e reso possibile anche dal lungo periodo di chiusure e stand by di alcune attività di mercato in presenza: se l’idea era già in nuce nel 2019, durante la pandemia l’équipe di cui fanno parte lo storico dell’arte Angelo Tartuferi e la restauratrice Loredana Gallo ha potuto affinare le ricerche sulle opere, svelando autentiche sorprese: i venti pezzi esposti, provenienti da collezioni private, erano infatti per la maggior parte sconosciuti o noti solo tramite vecchie fotografie. Ma qual è l’opera più preziosa della mostra? “Per il portafoglio o per il cuore?”, ci ha risposto il gallerista. Salamon svela allora come la tavola che ha un maggior valore monetario sia il Giudizio Finale (1360-65) di Niccolò di Tommaso: il suo costo? Poco più di un milione di euro. Tanti denari, in termini assoluti, ma se pensiamo alle quotazioni di molta arte contemporanea la percezione di questa cifra si ridimensiona subito: “È più facile vendere un Banksy che un Giotto”, commenta Salamon con ironia.

IL MAESTRO DEL 1310

Veniamo però al cuore: quello pulsante di Bagliori gotici è una Madonna con bambino attribuita al Maestro del 1310, e che per spirito è ancora pienamente duecentesca pur essendo datata entro i primi cinque anni del Trecento. “È il dipinto più antico che io abbia mai avuto”, ci confida Salamon, il quale fin dalla prima volta che l’ha visto ha pensato: “Questo sarà il primo mattone di una mostra”. Del pittore si conoscono pochissimi altri lavori: “Il quadro eponimo è conservato nel museo di Avignone e sul mercato negli ultimi vent’anni ne sono passati solo due, uno dei quali è curiosamente stato acquistato dalla rockstar Madonna”, spiega ancora il gallerista. La sua rilevanza non è solo di oggi: è infatti dipinto davanti e dietro, dove reca uno splendido intreccio di nodi, e le indagini effettuate dal CNR fiorentino hanno rivelato come l’opera sia stata “restaurata” negli Anni Settanta del Trecento, momento in cui è stata rifatta l’aureola della Vergine. Ciò testimonia

dall’11 novembre al 17 dicembre

BAGLIORI GOTICI. DAL MAESTRO DEL 1310 A BARTOLOMEO VIVARINI GALLERIA SALAMON – PALAZZO CICOGNA Via San Damiano – Milano salamongallery.com

Maestro del 1310, Madonna con bambino, 1300-05

come fosse considerato un prezioso oggetto di devozione già in epoca antica, poiché invece di sostituirlo lo si è aggiornato sulla lezione di Masolino da Panicale.

LE OPERE

Tra la teoria di santi, Madonne e crocefissi, nelle opere fanno la loro comparsa dettagli iconografici assai originali, come la Trinità raffigurata nella forma di tre uomini sulla cuspide del tabernacolo portatile di Cenni di Francesco, opera considerata l’apice della produzione di questo autore; oppure, una santa Margherita che, con aria serafica, emerge dalla bocca del drago che l’ha inghiottita. Lo sguardo trova poi un altro punto magnetico irresistibile: si tratta della tavola assegnata al Maestro dell’Annunciazione Ludlov: un gioiello elegantissimo che fonde elementi della cultura bizantina a una ricchezza di decorazioni che occhieggiano al Gotico internazionale e a una dolcezza nei volti e nei gesti ormai pienamente quattrocentesca. Una porta aperta sull’est, sulla Dalmazia da cui proveniva il raffinatissimo pittore che lavorò anche a Venezia.


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