SUL FILO DELLA MEMORIA
Prima fila a Nivelles con tre Ferrari 365 GTB/4 Daytona al Tour de France 1972: Migault in primo piano, Andruet al centro ed Elford a destra dello schieramento, sull’auto della Scuderia Filipinetti
Tanto rumore per nulla IL FRANCESE JEAN-CLAUDE ANDRUET RACCONTA LE SUE IMPRESE AL TOUR DE FRANCE 1972.
di Danilo Castellarin Aveva un coraggio da leone, Jean-Claude Andruet. E riusciva a fidarsi di una ragazzina soprannominata ‘Biche’ che gli chiamava le note scandendo “Trois pleine”, terza piena, su una muscolosa Ferrari Daytona da 350 cavalli. Vinse così il Tour de France 1972, giusto cinquant’anni fa. Non a caso lo chiamavano “Cavallo pazzo” per la sua guida spericolata e lo spirito indomito da grande stradista. Nato nel 1941, Jean Claude Andruet aveva iniziato a correre nel 1965 nella Coppa Gordini e nel 1968 aveva vinto il campionato nazionale di Francia rallies, su Alpine-Renault 1300. Nel 1970, sempre su Alpine-Renault, aveva vinto il Campionato europeo conduttori rallies. Ma per lui la notorietà arrivò proprio nel 1972, quando si fece conoscere al grande pubblico con la vittoria al “Tour de France” su una Ferrari Daytona che sprizzava cavalli dal cofano e urlava come un’orchestra sinfonica, tanto
da rischiare la squalifica dei severi organizzatori per il rumore che usciva dagli scarichi liberi. Ad alimentare la leggenda di questo pilota dal piede pesante contribuì il fatto che al suo fianco non ci fosse il solito navigatore ombroso, magari un po’ sudaticcio, tutto radar e tabelle di marcia, ma una francesina dalla gamba lunga che correva con l’invitante pseudonimo “Biche”. Con il suo musetto tenero e il fisico esile come Sylvie Vartan e Françoise Hardy, faceva sognare generazioni di appassionati. L’anno dopo, nel 1973, sempre loro, Andruet-Biche, diventarono l’equipaggio di punta dell’Alpine-Renault trionfando al Rally di Montecarlo. Sapete davanti a chi? All’auto gemella di Ove Andersson e Jean Todt, navigatore di un’altra Alpine ufficiale tutto compunto e serio, che già studiava da manager Ferrari. «Biche non era solo bella, era anche molto brava», sorride Andruet e
La Ferrari Daytona numero 118 di Andruet aveva gli scarichi laterali e l’Alpine-Renault presentò un reclamo ufficiale
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