11 minute read

Approccio delle capacità e pianificazione / Capability Approach and Urban Planning

Next Article
Autori / Authors

Autori / Authors

05 YouTube link: https://www.youtube.com/watch?v=A9VegrGPfGA&list=PL470 01udlZD1vgYv75VONymITvZAlvbLP&index=5

Valentina Talu, dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica dell’Università di Sassari. Socia-fondatrice, Amministratrice e responsabile del settore Ricerca e Sviluppo dell’impresa spin-off sostenuta dell’Università di Sassari Tamalacà Srl.

Advertisement

Valentina Talu, Department of Architecture, Design and Urban Planning of the University of Sassari. Founding member, administrator and head of Research and Development of the spin-off company supported by the University of Sassari, Tamalacà Srl.

e-mail: vtalu@uniss.it

The presentation proposes some reflections on the theory of the capability approach, elaborated by Amartya Sen since the early 1970s and subsequently developed by Sen and several scholars from various disciplines, mainly Martha Nussbaum.

In particular, the reflections focus on the possible relationships between the theory of the capability approach and urban planning, referring specifically to the theme/objective of promoting the quality of urban life of the most disadvantaged groups. The capability approach is a normative theory and social ethic. Its main objectives are to identify the variable based on which to evaluate the living conditions of individuals, and to define criteria to guide choices in the public interest, with particular attention to the problems of poverty and inequality. Sen formulates the theory of the capability approach founded on a critical reflection on ‘welfarist theories’, first and foremost utilitarianism. The criticism essentially focuses on the nature of the variable based on which utilitarianism, and the welfarist theories in general, evaluate individual well-being and make interpersonal comparisons: income, wealth, happiness, etc. According to Sen, recognizing differences among individuals determines the impossibility of assessing the truthful well-being of an individual based on variables used by welfarist theories. He argues this because the equality in a given space (concerning the chosen variable) usually coexists with inequality in another (concerning other variables). The impossibility of assessing well-being is valid both in terms of personal characteristics and concerning some features of the context with which they interact. For the same number of ‘things’ at his disposal, individuals can achieve a different level of well-being depending on their personal ‘ability to convert’ these ‘things’ into well-being. In questo mio breve intervento parlerò della teoria dell’approccio delle capacità, elaborata da Amartya Sen a partire dall’inizio degli anni Settanta e sviluppata successivamente dallo stesso Sen e da diversi studiosi di vari ambiti disciplinari, tra cui principalmente Martha Nussbaum. In particolare, proporrò alcune riflessioni sulle possibili relazioni tra teoria dell’approccio delle capacità e pianificazione, facendo riferimento nello specifico al tema/ obiettivo della promozione della qualità della vita urbana dei gruppi di abitanti più svantaggiati. L’approccio delle capacità è una teoria normativa e un’etica sociale. I suoi principali obiettivi sono identificare la variabile sulla base della quale valutare le condizioni di vita degli individui e definire i criteri per orientare le scelte di pubblico interesse, con particolare attenzione nei confronti dei problemi della povertà e della diseguaglianza. Sen formula la teoria dell’approccio delle capacità a partire da una riflessione critica nei confronti delle teorie welfariste, prima fra tutte l’utilitarismo. La critica si rivolge essenzialmente alla natura della variabile sulla base della quale l’utilitarismo, e le teorie welfariste in generale, valutano il benessere individuale ed effettuano i confronti interpersonali: reddito, ricchezza, felicità, ecc. Secondo Sen, infatti, il riconoscimento della diversità tra gli individui, sia in termini di caratteristiche personali, sia in riferimento ad alcune caratteristiche del contesto con cui essi interagiscono, determina l’impossibilità di valutare l’effettivo benessere di un individuo sulla base delle variabili utilizzate dalle teorie welfariste poiché l’uguaglianza in un determinato spazio (ovvero, rispetto alla variabile scelta) può coesistere con la diseguaglianza in un altro spazio (rispetto, cioè, ad altre variabili). A parità di ‘cose’ a sua disposizione, infatti, un individuo è in grado di ottenere un livello di benessere che dipende dalla sua capacità di convertire queste ‘cose’ in benessere.

L’approccio delle capacità, dunque, si concentra sulla effettiva libertà degli individui di raggiungere il benessere. Lo spazio di valutazione identificato dall’approccio delle capacità è, quindi, lo spazio, multidimensionale e complesso, dei funzionamenti (functionings) e delle capacità (capabilities) individuali. I funzionamenti sono definiti come stati o cose che ciascun individuo raggiunge o fa: sono, cioè, realizzazioni effettive di stati potenziali. Ad esempio: essere adeguatamente nutrito, non soffrire di malattie evitabili, ma anche partecipare alla vita della comunità o avere rispetto di sé. Le capacità sono definite come ciò che l’individuo è in grado di poter essere o poter fare. In altri termini, l’insieme delle capacità di un individuo rappresenta l’insieme delle combinazioni alternative di funzionamenti che lo stesso può effettivamente scegliere e acquisire ed equivale, dunque, alla libertà di essere e fare. Facciamo un esempio. Una persona benestante che sceglie di digiunare ‘funziona’ (limitatamente a questo ambito) esattamente come un indigente costretto a soffrire la fame. Ma la persona indigente ha un insieme di ‘capacità’ diverso da quello della persona benestante: mentre la seconda può decidere di nutrirsi adeguatamente, la prima non ha la possibilità di scegliere. È questa sostanziale differenza che la nozione di capacità intende mettere in evidenza. Nell’ambito della teoria dell’approccio delle capacità è l’insieme degli stati potenzialmente raggiungibili (il capability set) e di quelli effettivamente realizzati (i funzionamenti) che determina il benessere di un individuo. Dunque, la valutazione del benessere di un individuo deve riferirsi non solo ai funzionamenti ma anche alle capacità che rappresentano, come già detto, la libertà sostanziale dell’individuo di essere e fare.

The capability approach, therefore, focuses on the actual freedom of individuals to achieve well-being. The evaluation space identified by the capability approach is, therefore, the multidimensional and complex space of individual ‘functioning’ and ‘capabilities’. Functionings are states or things that each individual reaches or does - they are actual realizations of potentials. For example, having adequate food, not suffering from avoidable diseases, but participating in community life or having self-esteem, as well. Capabilities are defined as what the individual is capable of ‘being’ or ‘being able to do’. In other words, the set of capabilities of an individual represents the set of alternative combinations of functioning that he or she can truly choose and acquire. It is, therefore, equivalent to the freedom to be and do. For example, a wealthy person who decides to fast ‘functions’ just like a poor person forced to starve; obviously, limited only to this aspect. However, the needy person has a different set of ‘abilities’ from that of the wealthy person. Whereas the second ‘can’ decide to feed himself adequately, the first does not have the choice - this is a substantial difference that the notion of capability intends to emphasize. In the context of the theory of the capacity approach, the well-being of an individual determines the set of potentially achievable states (the ‘capability set’) and states that are realized (the functioning). Thus, the evaluation of an individual’s well-being must refer not only to functioning but also to capabilities that represent, as already mentioned, the individual’s substantial freedom to be and do.

Capability theory is increasingly used in studying complex conditions and phenomena, such as poverty or quality of life. Its importance is also growing in building public policies and assessing their effectiveness. Sen himself, in his seminal text “The Idea of Justice” (2009), stresses the importance of considering the capability approach as a frame of reference to arrive at a choice between feasible alternatives. However, there is room for us to explore the possible relationships between the capability approach theory and urban planning. The reference to the perspective of capabilities implies the need to focus attention on the real opportunities that each individual has. These opportunities involve using the city, functioning independently and freely and increasing people’s own set of capabilities. We must not consider, as generally happens, the intrinsic characteristics of the city and assume that they mechanically translate into a (pre)established and generalized level of well-being. In line with these considerations, we can introduce the concepts of urban functioning and urban capacity. We can define an individual’s urban functioning as what the individual does with and in the city. An individual’s urban capacity is what the individual actually can do with and in the city. Within the disciplines dealing with urban design, even referring to urban functioning can be considered a step forward. Thinking of urban functioning means attributing a central role to what each individual does with and in the city rather than focusing on the intrinsic characteristics. La teoria delle capacità viene sempre più spesso esplicitamente impiegata come quadro di riferimento per lo studio di condizioni e fenomeni complessi, come la povertà o la qualità della vita, e per la costruzione delle politiche pubbliche e la valutazione della loro efficacia. Lo stesso Sen, nel suo fondamentale testo “The Idea of Justice” (2009), sottolinea l’importanza di considerare l’approccio delle capacità come uno schema di riferimento usabile anche per giungere ad una scelta tra alternative fattibili. È dunque possibile provare ad esplorare le possibili relazioni tra teoria dell’approccio delle capacità e pianificazione. Il riferimento alla prospettiva delle capacità comporta la necessità di focalizzare l’attenzione sulle reali opportunità che ciascun individuo ha di usare la città per funzionare autonomamente e liberamente e per accrescere il proprio set di capacità. E non, come generalmente avviene, considerare le caratteristiche intrinseche della città e assumere che esse si traducano meccanicamente in un livello di benessere (pre)stabilito e generalizzato. Alla luce di queste considerazioni, possiamo introdurre i concetti di funzionamento urbano e capacità urbana. Possiamo definire i funzionamenti urbani di un individuo come ciò che l’individuo effettivamente fa con la città e nella città; mentre le capacità urbane di un individuo sono definite come ciò che l’individuo realmente può fare con la città e nella città. Nell’ambito delle discipline che si occupano del progetto della città, fare riferimento anche solo al concetto di funzionamento urbano può considerarsi un passo in avanti. Pensare in termini di funzionamenti urbani, infatti, significa attribuire un ruolo centrale a ciò che ciascun individuo effettivamente fa con la città e nella città, piuttosto che alle caratteristiche intrinseche della città.

Questo significa che è fondamentale non solo conoscere, ad esempio, qual è l’estensione delle aree verdi presenti e la loro distribuzione in ambito urbano, ma anche valutare l’uso effettivo che ciascun individuo effettivamente fa di tali aree verdi. Si tratta, in altri termini, di uno spostamento dello sguardo dalla città all’interazione individuo-città. Ma è soprattutto il concetto di capacità urbana che può fornire indicazioni utili in un’ottica progettuale. La nozione di capacità comprende due accezioni: quella di abilità, che si riferisce al potere interno dell’individuo - posseduto ma non necessariamente esercitato - di essere o fare, e quello di opportunità, che riguarda la presenza di condizioni esterne che rendono possibile per l’individuo l’essere e il fare. Per seguire l’esempio già introdotto, possiamo affermare che un individuo possiede la capacità urbana di fruire di un’area verde se dispone di tale area e al contempo ha l’abilità di poterla utilizzare e quindi di impiegarla operativamente per accrescere il proprio benessere. Adottare la prospettiva delle capacità ci impone, dunque, di esaminare la relazione tra gli individui e il contesto con cui essi interagiscono, al fine di identificare gli ostacoli urbani, non necessariamente solo di tipo spaziale, che limitano l’uso autonomo e libero della città da parte di ciascuno. In altri termini, ci impone di costruire politiche e progetti in grado di agire sulle capacità urbane degli individui accrescendo le opportunità per gli stessi di funzionare in sintonia con le loro abilità.

It means that it is not only necessary to know, for example, the extent of the green areas and their distribution in the urban environment. We must also assess the actual use that each individual makes of these green areas. In other words, we have to shift our perspective towards the interaction between the individual and the city. Above all, the concept of urban capacity can provide valuable indications from a planning perspective. The notion of capability includes two meanings: that of ability, which refers to the individual’s internal power - possessed but not necessarily exercised - to be or do, and that of opportunity, which concerns the presence of external conditions that make it possible for the individual to be and do.

We can say that an individual possesses the urban capability to use a green area if he or she has this area at his or her disposal and at the same time has the ability to use it, therefore, to use it operationally to increase his or her well-being. Adopting the capability approach requires examining the relationship between individuals and the context with which they interact. The examination would identify barriers, not exclusively spatial, that limit the autonomous and free use of the city by everyone. In other words, we need to adapt urban policies and projects to improve the individuals’ capabilities, increasing their opportunities to interact according to their abilities.

Alcuni principali riferimenti A few key references

Accolla A. (2009). Design for All. Il progetto per l’individuo reale. Milano: Franco Angeli. Blečić, I., Cecchini A., & Talu V. (2013). “Capability approach in urban quality of life and urban policies. Towards a conceptual framework”. In Maciocco G., Johansson M. & Serreli S. (Eds.), City Project, Public Space (pp. 269-288). Berlin: Springer. Magni S.F. (2006). Etica delle capacita. La filosofia pratica di Sen e Nussbaum. Bologna: il Mulino. Nussbaum M. (2011). Creating Capabilities: The Human Development Approach. Cambridge: Harvard University Press. Sen, A.K. (1992). Inequality Reexamined. Cambridge: Harvard University Press. Sen, A.K. (1999). Development as freedom. New York: Knopf Press. Sen, A.K. (2009). The Idea of Justice. Cambridge: Harvard University Press. Talu, V. (2013). Qualita della vita urbana e approccio delle capacita. Archivio di Studi Urbani e Regionali, 107, pp. 52-73. Talu, V. (2014). Qualita della vita urbana e approccio delle capacita. Perché e come promuovere le capacita urbane degli abitanti più svantaggiati. Milano: Franco Angeli. Terzi, L. (2011). “What metric of justice for disabled people? Capability and disability”. In Brighouse, H. & Robeyns, I. (Eds), Measuring justice. Primary goods and capabilities (pp. 150-173). Cambridge: Cambridge University Press. Wolff, J. & De-Shalit, A. (2007). Disadvantage. Oxford: Oxford University Press.

This article is from: