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Cile o l’instaurazione del caos
Vista da lontano, la situazione politica in Cile può apparire inspiegabile e priva di significato
Come capire, infatti, che un Paese che si era distinto per il suo brillante successo economico e per il progresso generalizzato della società abbia deciso, da un giorno all’altro, di gettare tutto alle ortiche, distruggendo i frutti di oltre tre decenni di fatica e di perseveranza?
Non ci fermeremo ad analizzare le cause che hanno portato al “estallido social” (esplosione sociale), una sorta di violenta e diffusa rivoluzione contro lo Stato e le sue strutture, che si è poi ripetuta in Colombia con le stesse caratteristiche sotto il nome di “despertar” (risveglio)
Riteniamo che ciò che possa interessare maggiormente il lettore italiano sia sapere quale sia lo scopo di questo presunto “risveglio” a tre anni dalla sua irruzione sulla scena politica cilena, e oggi al potere con l’attuale Governo. La risposta ce la danno gli stessi promotori di questa rivoluzione: l’instaurazione del “ caos manso ” , cioè tranquillo
Come spiegava il pensatore Plinio Corrêa de Oliveira, esistono due tipi di situazioni caotiche Quelle generate dalla violenza e dalla distruzione, e quelle che si producono in modo indolore nelle strutture psicologiche di un Paese
Il Cile è stato colpito da entrambe le modalità. Il caos violento è esploso il 18 ottobre 2019, e ha provocato una spirale di criminalità, attentati contro strutture pubbliche e incendi sistematici di chiese cattoliche. Devastata pure l’intera rete metropolitana della capitale Santiago
Per capire il caos psicologico, possiamo prendere spunto da quanto successo in Francia nel 1789. Poco prima dell’inizio della Rivoluzione francese, ebbe luogo una misteriosa operazione psicologica, nota come “la grande peur ” (la grande paura). Consistette in un allarme nazionale, provocato da un passaparola di cui non si conosce l’origine esatto, il cui esito concreto fu quello di scuotere la tranquillità dei francesi e di armare i gruppi rivoluzionari a pretesto di autodifendersi contro un pericolo inesistente
Nel caso cileno, questo “risveglio” ha avuto finalità ed effetti simili. Senza nessun motivo reale, una buona parte di quelli che consideravano con orgoglio la situazione di prosperità nazionale ha iniziato a dubitare della sua legittimità e a ritenere che si vivesse in una grande menzogna che nascondeva una profonda e ingiusta disuguaglianza
Perfino molti tra coloro che reagirono al caos violento, interpretarono questi eccessi con una certa connivenza, come l’esplosione legittima del malcontento di quelli che per tanto tempo avevano subito tali ingiustizie
L’ascesa al governo, nel marzo 2022, degli artefici della violenza, una coalizione di ex studenti universitari e Partito comunista, è stata la naturale conseguenza dell’atteggiamento connivente di una parte considerevole dell’opinione pubblica
Forte del suo trionfo elettorale, l’estrema sinistra ha voluto avanzare risolutamente verso il “caos tranquillo”, proponendo una riforma costituzionale che implicava la distruzione di tutte le istituzioni politiche, economiche e storiche del Paese Una sorta di rifondazione ab imis fundamentis
L’Assemblea costituente che ha elaborato il progetto della nuova Costituzione, eletta subito dopo gli atti di violenza, si è caratterizzata per il suo spirito giacobino. Tutti gli appelli alla moderazione sono stati sistematicamente respinti al mittente
Tanto per dare un’idea, il progetto di nuova Costituzione consacrava i “diritti degli animali”, i “diritti ambientali” e i “diritti dei popoli indigeni”. Proponeva la dissoluzione dell’unità politica del Paese, attraverso l’introduzione di tredici nazionalità indigene autonome, l’abolizione della Magistratura e l’introduzione di “leggi locali”. Prospettava pure l’approvazione dell’aborto libero attraverso l’introduzione dei cosiddetti “diritti sessuali e riproduttivi”, l’eliminazione dei simboli nazionali, e un lungo eccetera
Lasciando da parte la dovuta neutralità, il Governo di Gabriel Boric ha appoggiato l’approvazione del progetto di nuova Costituzione attraverso una campagna pubblicitaria che non ha risparmiato né risorse finanziarie né gli sforzi dei membri del Governo. Grazie a Dio, il risultato di questo assalto per instaurare un caos tranquillo, attraverso la distruzione delle strutture del Paese, è stato un totale fallimento.
Il 4 settembre 2022 si è tenuto un plebiscito nazionale. Con una partecipazione assai elevata (86%), il progetto di nuova Costituzione è stato bocciato dal 62% dei cileni, contro un magro 38% a favore. Questa schiacciante maggioranza, che traduceva una forte opposizione ai progetti del Governo, ha sorpreso sia i favorevoli che i contrari
Una conseguenza immediata del plebiscito è stata quella di rincuorare quanti sin dal principio si opponevano all’instaurazione di questo misto di comunismo classico e rivoluzione tribale.
A ciò si aggiunge che, da quella fatidica data, Boric non ha risparmiato nessuna dimostrazione di inesperienza e di incapacità nella gestione della cosa pubblica. Con la conseguenza che, nei sondaggi, gli indici di rigetto al suo Governo iniziano a superare il 70%
Abbiamo ancora tre anni di governo guidato dai fautori del “risveglio” Che cosa succederà? Riuscirà Boric a portare a termine il suo mandato? Riuscirà a governare con un’opposizione pubblica sempre più forte? Riuscirà a imporre la sua ideologia?
Sopra, il presidente Gabriel Boric
A sin , la metropolitana di Santiago devastata Pagina precedente, i rivoltosi bruciano la Chiesa dell’Assunta, a Santiago del Cile