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Come ho formato la mia mentalità

Più di un intervistatore ha chiesto al prof. Plinio Corrêa de Oliveira come avesse formato la sua mentalità, ossia quali libri avesse letto o quale scuola filosofica avesse seguito. La risposta lasciava gli interlocutori meravigliati: “Ho letto il libro della vita”. Plinio Corrêa de Oliveira (1998–1995) non scrisse un’autobiografia. Tuttavia, i tratti fondamentali della sua mirabile vita e della sua feconda opera possono essere delineati dalle migliaia di conferenze, riunioni e conversazioni di cui abbiamo la trascrizione. Alcuni di questi testi sono stati raccolti in un’opera intitolata Minha Vida Pública, della quale offriamo alcuni brani del capitolo introduttorio, che tratta appunto di come il noto pensatore cattolico abbia formato la sua mentalità.

Come è nata in me l’idea della Rivoluzione e della Contro-Rivoluzione?

Come si è formata la mia mentalità?

A vent’anni, mentalità ultramontana interamente formata

Quando entrai nella Congregazione Mariana della parrocchia di Santa Cecilia nel 1928 e iniziai quindi a far parte del movimento cattolico, posso dire che ero già integralmente un ultramontano Quasi tutte le idee che ho oggi, le avevo già almeno in radice A vent’anni, del mondo contemporaneo, avevo già visto, contato, misurato e pesato tutto. Da allora ci sono stati approfondimenti, di fronte agli eventi che si sono susseguiti, ma solo approfondimenti.

Quali erano le mie idee?

Io ero convinto che solo un cattolicesimo radicale valesse la pena, e che un cattolicesimo all’acqua di rose non servisse a niente.

Ero convinto che si è cattolico solo se si è assolutamente fedeli al Papato Questa è la sostanza del cattolicesimo.

Ero convinto che la Chiesa fosse la colonna del mondo, sia dell’ordine spirituale e morale, sia dell’ordine temporale E che, pertanto, solo dalla Chiesa e dalla sua dottrina, dai Comandamenti e dal suo Magistero, poteva nascere una soluzione effettiva per la crisi mondiale

Ero convinto che l’organizzazione politicosociale nata dal protestantesimo, e dalle sue sequele fino al comunismo, rappresentassero la distruzione della civiltà

Ero convinto che ci trovassimo in un a fase molto avanzata di questo fenomeno di decomposizione, e che sarebbe esplosa una grande crisi che avrebbe determinato la fine della civiltà moderna Soprattutto ero convinto dell’importanza della devozione alla Madonna, anche se non conoscevo ancora il Trattato della Vera Devozione a Maria, di san Luigi Maria Grignion di Montfort, il quale mi ha dato il significato definitivo del concetto di devozione alla Madonna. Comunque, ero ben consapevole che la devozione a Maria costituisse il lato saliente della dottrina cattolica in materia di pietà e di vita spirituale

Infine, ed ecco il tratto più caratteristico della mentalità che grazie a Dio io avevo già acquisito, avevo un’idea molto chiara della differenza tra bene e male, e della conseguente lotta del bene contro il male nella storia. La mia conoscenza dell’azione delle forze organizzate del male in questo combattimento era ancora incompleta, avevo appena qualche nozione intuitiva del loro ruolo in questa lotta

Come sono nate in me queste idee? Come spiegare che un brasiliano, nato nel 1908 a San Paolo e vivendo nella realtà brasiliana, a vent’anni avesse una mentalità contro-rivoluzionaria? Credo che la spiegazione di come queste idee siano nate nella mia testa possa essere interessante per i non-brasiliani, specialmente per gli europei.

Le mie idee nacquero non dai libri, ma dall’osservazione della realtà

Queste idee si formarono nella mia testa, non propriamente leggendo la dottrina nei libri, salvo poi applicarla ai fatti, ma al contrario: assumendo un atteggiamento istintivo di fronte ai fatti e, in un secondo momento, intuendo la dottrina che essi contenevano

In altre parole, questo processo cognitivo non è avvenuto attraverso deduzioni, ma in conseguenza di

A vent’anni, del mondo contemporaneo, avevo già visto, contato, misurato e pesato tutto Posso dire che ero già integralmente un ultramontano

Prima di parlare delle mie idee, bisogna parlare del mio temperamento Il mio processo intellettuale non può prescindere dal mio temperamento una prima intuizione che già conteneva in sé tutto quello che io avrei di seguito esplicitato Non si trattava, perciò, di un processo deduttivo, bensì intuitivo. A un primo sguardo io vedevo tutto, poi ci ragionavo sopra e tiravo le mie conclusioni, come un albero che nasce dal seme. Ma era già tutto contenuto nel primo sguardo

Ben inteso, ciò non vuol dire che io disprezzi i libri. Anzi. Ritengo, però, un errore grossolano considerare la cultura come risultante solo dalla quantità di libri letti La lettura è proficua non tanto in funzione della quantità quanto della qualità dei libri e, principalmente, della qualità di chi legge e del modo con cui lo fa. Sostengo che una persona molto informata possa essere meno colta di un’altra che abbia un capitale inferiore di informazioni, ma una mentalità meglio formata.

L’istruzione perfeziona lo spirito solo quando è seguita da una profonda assimilazione, frutto di un’accurata riflessione Chi ha letto poco ma assimilato molto, è più colto di chi ha letto molto ma assimilato poco. L’assimilazione avviene attraverso la riflessione Più che un contenitore di fatti, date e nomi, l’uomo di cultura deve essere un pensatore E per il vero pensatore, il libro principale è la realtà che ha davanti agli occhi. L’autore più consultato deve essere lui stesso. I libri sono elementi preziosi ma secondari.

Comunque, la mera riflessione non basta L’uomo non è puro spirito. Per un’affinità che non è solo convenzionale, esiste un nesso tra le realtà superiori che egli considera con l’intelligenza, e i colori, i suoni, le forme, i profumi ai quali attinge attraverso i sensi Lo sforzo culturale è completo solo quando l’uomo imbeve tutto il suo essere e l’ambiente in cui vive dei valori che la sua intelligenza ha considerato

Il mio temperamento natio, calmo e affettuoso

Per disposizione naturale, io sono molto affettuoso, molto propenso ad affezionarmi alle persone. Nella mia innocenza infantile, immaginavo che tutto il mondo fosse buono Col tempo percepii che si trattava di un’illusione

Comunque, questo processo intellettuale sopra descritto non può prescindere dal mio temperamento. Prima di parlare delle mie idee, bisogna parlare del mio temperamento

Io definirei il mio temperamento come naturalmente molto calmo quasi fino all’indolenza, molto equilibrato quasi fino all’inconcepibile, ma allo stesso tempo molto rigido in una cosa: per le cose che convengono al mio bene, io do tutto me stesso

Sin da bambino io ho avuto un temperamento molto tendente alla comodità Detestavo le liti e gli scontri Ero anche molto propenso alla logica La logica mi piaceva molto.

Ambiente familiare cerimonioso, calmo, equilibrato, armonico; il ruolo della madre Lucilia

Questo temperamento, questa disposizione di spirito, fu molto favorito dall’ambiente famigliare in cui mi sono formato

Quando cominciai ad avere coscienza di me, i primi contatti temperamentali ed emotivi furono con la mia famiglia materna La mia famiglia paterna era di Pernambuco, e quasi non avevo contatti con loro. Io sono nato dall’unione di due famiglie che portavano ambedue un’eredità cattolica fervorosa e seria, insieme a un’eredità monarchica È in questo ambiente che ho formato il mio spirito

La mia famiglia viveva in una casa molto grande, appartenente a mia nonna materna, insieme alla famiglia di uno zio Occupavamo appartamenti

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