4 minute read
Il pensiero di Plinio Corrêa de Oliveira
Mia madre aveva dei modi molto francesi, la sua sensibilità era delicatissima, nobilissima, perfino nell’intimità, l’elevazione d’anima era la chiave di tutto quello che faceva
Donna Lucilia a Parigi nel 1912 rità Mia madre, Donna Lucilia Ribeiro dos Santos
Corrêa de Oliveira, aveva dei modi molto francesi, aveva un’affettuosità brasiliana tradotta in termini francesi. La sua sensibilità era delicatissima, educatissima, nobilissima, perfino nella più stretta intimità. Io mi sentivo avvolto in quest’affetto, connaturato con l’ambiente di casa L’elevazione d’anima era la chiave di tutto quello che faceva anche nell’intimità indipendenti in una villa enorme, frequentata continuamente da parenti.
Io la venerai e amai tanto quanto mi fu possibile E dopo la sua morte non ci fu un giorno che non la ricordassi con indicibile tenerezza In lei mi incantava un misto di mansuetudine generosa portata all’incredibile, affiancata a una determinazione infrangibile quando si trattava dei principi. La giustapposizione tra questi due contrasti armonici mi attirava nel più alto grado.
La prima parte della mia vita fu caratterizzata dall’armonia in ogni ambito In primo luogo, armonia dal punto di vista finanziario. Non eravamo ricchi, ma avevamo una forma di benessere nel quale non mancava niente, sfiorando a volte il lusso. Era tutto molto armonioso, molto logico, molto lineare
La mia famiglia aveva una tendenza al formalismo. Avevamo un’intimità molto elevata e cerimoniosa Io non ho mai assistito a liti né discussioni in casa. D’altronde, tutti erano molto allegri, non certo nel senso di ridere tutto il tempo Questa non è la vera allegria. Tutto nella mia casa comunicava un tono di tranquillità, di gravità, di serenità e di benessere Avevo l’impressione di trovarmi nell’ambiente proprio per me. Ero come una tartaruga nel suo guscio.
Inoltre, nella mia famiglia c’era molta facilità per le relazioni sociali, che erano molto numerose, ma senza mai entrare nell’intimità con nessuno. I rapporti domestici restavano differenti da quelli pubblici
Mia nonna Donna Gabriela era una grande dame d’altri tempi, sotto ogni profilo. Era amica della Principessa Isabella, si scrivevano con regola-
Tutto questo formava in casa una specie di mondo francesizzato, che si mischiava con l’influenza portoghese della parte di mio padre, João Paulo Corrêa de Oliveira. Egli era dello stato di Pernambuco I collegamenti tra Pernambuco e Portogallo erano molto più frequenti e intensi che quelli con San Paolo, che guardava piuttosto a Parigi Il punto di riferimento di mio padre non era Parigi, ma Lisbona
Le prime nozioni dell’esistenza del male
A un certo punto di questa favola compare il lupo
Le prime nozioni di male le ebbi vedendo come si comportavano alcuni miei cugini quando andavano alla fazenda: si sporcavano di terra, amavano lanciarsi sassi e via dicendo Ricordo il mio stupore Provavo molto fastidio verso quei modi, nei quali scorgevo un profondo disordine. Io invece volevo personificare l’ordine, ma ero debole. Mi sentivo meno robusto e con meno linfa di loro. E questo mi rendeva poco sicuro di me. Si formò in me un’idea iniziale che questi modi rappresentassero il male, opposti al bene che io amavo
Nel collegio lo shock con l’ambiente e la necessità della lotta
Di fronte alla presenza attuante del male, il mio obbiettivo iniziale era mantenere rapporti cordiali con tutti Quando, però, nel 1919 entrai nel Collegio San Luis, osservando il comportamento scomposto degli altri ragazzi, dovetti rielaborare il mio obiettivo. Non potete immaginare lo shock che provavo ogni giorno scendendo nel cortile del collegio per la ricreazione Mi resi conto che l’agitazione, la brutalità, i modi debosciati e volgari, il linguaggio intenzionalmente sbagliato di tanti miei compagni erano un tutt’uno con l’impurità, qualcosa di profondamente consono al vizio morale In alcuni ragazzi percepivo non soltanto una propensione per questo o quel vizio, ma per l’insieme Esaminando questa mentalità, trovai alla radice un vero amore per il male.
Pensavo: Io non sono di carattere scontroso, sono molto sereno. Mi piace risolvere le cose in maniera pacifica Ma vedo che, per quanto io sia gentile con i miei colleghi, per quanto mostri un atteggiamento cordiale, il loro rigetto nei miei confronti non si smorza Anzi Per loro io sono sbagliato perché sono casto, perché sono cattolico, perché sono monarchico Siccome non voglio smettere di essere cattolico, né di essere casto, né di essere monarchico, la via che si apre davanti a me è quella della lotta. Devo imparare a lottare. Se la lotta è la condizione per la mia sopravvivenza, allora vivrò lottando Andiamo avanti!
Come lottare?
Alcuni principi di lotta li dedussi osservando il modo con cui i ragazzi di spirito rivoluzionario soffocavano qualunque tentativo di un compagno di mostrarsi un po’ casto, un po’ cattolico, un po’ monarchico. Bastava che un ragazzo accennasse minimamente a questi valori perché si scatenasse una campagna nei suoi confronti Allora feci il seguente calcolo: Non devo dire che sono un po’ cattolico, un po’ casto o un po’ monarchico, perché così si accaniranno contro di me Devo fare il contrario Dirò con tono di sfida che sono molto cattolico, molto casto e molto monarchico. In questo modo arrivammo a un regime di pace armata, che era il meglio che potevo pretendere in quelle circostanze
Tutto questo modellava in me uno spirito di lotta contro-rivoluzionaria Ben presto percepì che la diplomazia faceva parte di questa lotta. Osservavo, per esempio, come gli studenti più rivoluzionari cercavano di imporsi con manifestazioni sia di abilità sia di forza, ma di fronte a una reazione forte erano obbligati a ritirarsi per riorganizzarsi. Giunsi quindi alla conclusione che potevo cambiare quella situazione Era una considerazione calma, fredda, distaccata, fatta con sagacità, ma anche con risoluzione.
Ero pronto per iniziare la mia vita pubblica, che cominciò col mio ingresso alla Facoltà di Giurisprudenza nel 1926
Non devo dire che sono un po’ cattolico, un po’ casto o un po’ monarchico, perché così si accaniranno contro di me
Devo fare il contrario Dirò in modo sfidante che sono molto cattolico, molto casto e molto monarchico Solo un cattolicesimo radicale vale la pena, un cattolicesimo all’acqua di rose non serve a niente
Plinio con sedici anni