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Perché tanto odio verso la Marcia per la Vita?

di John Horvat

Quando, nei primi anni Duemila, per opera di realtà già in contatto con gli ambienti pro life nordamericani, si cominciò a discutere sulla possibilità di replicare in Italia la March for Life di Washington, ci si andò incontro a un atteggiamento piuttosto freddo da parte di alcuni storici leader per la vita. Era evidente che non si voleva toccare la Legge 194, preferendo in ogni caso un’azione politica nel retroscena alle manifestazioni di piazza. Con enorme sforzo, la Marcia per la Vita finalmente prese il volo, prima a Palermo e Desenzano del Garda, e poi a Roma, dove tuttora si tiene ogni mese di maggio.

La domanda sorge naturale: perché questa freddezza? Cosa c’è nella Marcia per la Vita che dà fastidio? Sono domande che si fanno anche oltre oceano, e alle quali risponde John Horvat, vicepresidente della TFP americana.

Gli stendardi della TFP americana aprono la March for Life a Washington DC

Nonostante il rovesciamento della Roe v Wade, anche quest’anno si svolgerà a Washington la March for Life, nel 50° anniversario della famigerata decisione della Corte Suprema che permise l’aborto negli Stati Uniti Da decenni gli attivisti per la vita marciano ogni anno davanti alla Corte Suprema, e ritengono che ora non sia il momento di adagiarsi sugli allori, ma anzi di rafforzare l’attacco e continuare a marciare

Tuttavia, talune voci “moderate” affermano che l’evento non sia più necessario poiché la battaglia non è più a livello federale, ma si è spostata a quello dei singoli Stati. Altre voci, legate alla sinistra cattolica, non hanno mai amato la Marcia, e sono quindi fin troppo felici di sospenderla per concentrarsi sulle questioni di “giustizia sociale”, che ritengono più importanti Da parte loro, le femministe sarebbero felici di vedere la scomparsa delle masse pro-vita piene di donne di tutte le età

Tutti questi odiano la Marcia per la vita Alcuni potrebbero anche tollerare una menzione alla “vita”, ma il concetto di “marcia” proprio non gli va giù Costoro odiano la Marcia per la vita per tre motivi:

Una marcia è un movimento in avanti

In primo luogo, una marcia indica un movimento in avanti, composto di molte realtà unite dallo steso ideale Le forze pro-aborto preferirebbero, invece, di dover far fronte a un movimento frammen- tato e senza scopo definito. Al contrario, la parola “marcia” contiene la nozione di una forza unita e diretta verso un determinato obiettivo

Nel corso dei millenni, i militari hanno sviluppato le marce per spostare le truppe dove erano necessarie L’uso di certe azioni e di ritmi coordinati crea dinamismo e slancio. L’individuo supera le debolezze e trae forza dall’azione collettiva Il soldato sa di essere parte di qualcosa di più grande di lui

Nel corso dei decenni, la Marcia per la vita è servita allo scopo di unire il movimento e far sentire a tutte le realtà che esse fanno parte di un unico grande impulso impegnato nella battaglia culturale per la vita Ogni realtà diventa parte di qualcosa di più grande, muovendosi in sincronia verso le nuove battaglie dell’anno che si apre.

La semplice vista di centinaia di migliaia di persone che marciano ogni anno a Washington non può che incutere timore nei sostenitori dell’aborto La Marcia è molto più di una manifestazione o di una protesta. È una forza giovane in movimento che dà l’impressione di invincibilità Ecco perché la sinistra odia la Marcia e perché i pro-life devono continuare a marciare.

Una marcia è un movimento dinamico

Abbiamo detto che la Marcia per la vita è un movimento dinamico in avanti, che infonde un senso di scopo e di militanza Inoltre, la Marcia trasforma la lotta per la vita in qualcosa di più di una semplice discussione o dibattito. È una battaglia appassionata per l’anima dell’America Implica un’intensità di azione come quella di un soldato, anche se il campo di battaglia è quello culturale. Richiede organizzazione, adattabilità e astuzia contro un nemico con enormi risorse e potere

Così, la Marcia incorpora il senso di una vera battaglia che richiede sacrificio e risolutezza Ogni anno, la Marcia per la vita richiede grande dedizione poiché le persone vengono da tutto il paese, spesso con grandi sacrifici Poi, la Marcia deve combattere contro un establishment e contro dei media ostili, che osservano attentamente (anche se sottostimano) ogni sua mossa L’altra parte deve ammettere che, nei suoi cinquant’anni di storia, la Marcia è sempre stata pacifica e legale, e che i suoi milioni di partecipanti non hanno mai causato episodi di violenza

L’evento è un’occasione per dare dinamismo ai sostenitori della vita e a fonderli insieme in un unico scopo I numeri schiaccianti danno un senso della forza del movimento, anno dopo anno. L’altro lato non ha nulla di paragonabile

La Marcia rappresenta una causa nobile di carattere religioso

Infine, c’è gente che odia la Marcia per la vita perché conferisce al movimento un carattere nobile Nel corso della storia, le marce spesso rappresentano movimenti che perseguono nobili scopi Questo evento nazionale lega tutti coloro che tengono alla vita umana innocente come la più preziosa delle cause

Oltre alle vite dei bambini nascituri, però, gli attivisti pro-vita si riuniscono per difendere i principi morali sottostanti e, soprattutto, la causa di Dio. La Marcia è ricca di simboli religiosi, preghiere e petizioni. Le moltitudini che marciano piangono per i peccati della Nazione La loro partecipazione è una preghiera all’Altissimo, che implora un Suo intervento per rigenerare moralmente la Nazione.

I partecipanti alla Marcia percepiscono la presenza della grazia divina che li incoraggia a continuare a marciare, nonostante tutte le avversità Non c’è altro modo per spiegare la persistenza e la tenacia del movimento per la vita, se non con l’azione divina.

Anche la sinistra percepisce questa azione, e odia ancor di più la Marcia.

L’atto di marciare è simbolico

Nel valutare la loro eventuale partecipazione alla Marcia per la vita, i leader delle diverse orga- nizzazioni e gruppi prolife fanno bene a considerare gli aspetti politici della questione Tuttavia, molto più importante è l’aspetto simbolico della marcia, che si è rivelato molto utile per unire i sostenitori della vita a livello nazionale grazie al suo dinamismo in avanti, al suo effetto dinamizzante e al suo carattere di causa nobile. Questi leader possono misurare l’efficacia della Marcia anche dall’odio che suscita tra gli abortisti.

Il movimento prolife non deve mai abbandonare questo simbolo vibrante della causa per la vita Deve resistere agli appelli dei moderati che propongono un cambio di orientamento È stato deludente ma non sorprendente che l’arcivescovo di Washington, il progressista cardinale Wilton Gregory, abbia annullato la Messa e il raduno giovanile che di solito si tenevano prima della Marcia

Il movimento prolife deve portare fino in fondo questa lotta contro l’aborto procurato Il presidente della March for Life, Jeanne Mancini, ha ragione quando incoraggia gli americani a “continuare a marciare senza paura ” . E aggiunge: “Continueremo a marciare con coraggio e con gioia, fino a quando la grave ingiustizia dell’aborto sarà impensabile e ogni vita sarà valorizzata e protetta”

Dopo Dobbs, una battaglia vinta, i sostenitori della vita devono continuare a marciare e spingere l’attacco La vittoria finale nella guerra culturale dipende da questo.

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