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Perù: il fallimento dell’insurrezione

Dal 1968 fino al 1980, con ripercussioni fino al 1990, il Perù visse sotto una dittatura militare d’ispirazione comunista che scardinò il Paese fino alle fondamenta, gettandolo nella miseria e nel caos Mentre gli scafali si svuotavano, le carceri si riempivano di prigionieri politici Dal 1990, con l’elezione del presidente Alberto Fujimori, le cose presero una piega opposta Il terrorismo fu sconfitto, la Costituzione comunista sostituita con una democratica, e il Paese poté riprendere a camminare. Seguirono tre decenni “magici”, con un’inflazione a livelli europei (2-3%), e una crescita da gigante asiatico (8-9% annui) La povertà scese dal 58% al 20% e la distribuzione della ricchezza migliorò notevolmente Si pensava di aver voltato pagina in modo definitivo Eppure

Il golpe fallito

Nel 2021, in circostanze che sarebbe troppo lungo analizzare in questa sede, ma alle quali non è estranea la frode, fu eletto presidente Pedro Castillo Terrones. Con lui è salita al potere l’estrema sinistra: vecchi terroristi di Sendero Luminoso e del suo braccio politico il Movadef, militanti dei vari movimenti comunisti e socialisti, leader indigeni e via dicendo. La sinistra continentale, guidata dal Forum di San Paolo, esultò: il Perù era stato “riconquistato”

Da subito, Castillo si è dimostrato incapace di governare Insegnante delle elementari in un paesino andino, senza nessuna esperienza, la sua crassa ignoranza gli è valso il nomignolo di Burro (asino). In un’intervista TV col giornalista messicano Fernando del Rincón, della CNN, ha ammesso: “Sono un uomo del popolo che non sa governare Devo imparare” (1).

La sua incapacità si è tradotta nell’impossibilità di formare un Governo stabile In tredici mesi ha cambiato settanta ministri, un primato mondiale. Alcuni membri del Governo hanno dovuto lasciare perché condannati per terrorismo Diversi ambasciatori sono stati respinti dai Paesi ospitanti per motivi simili In mezzo al crescente caos, il Paese è caduto in uno stato di paralisi quasi totale. Per sfuggire al pubblico ludibrio, Castillo ha iniziato a riunire il Gabinetto nella residenza privata di un suo sostenitore, cosa proibita dalla Legge Per non parlare poi delle accuse di corruzione, giunte al loro massimo con il ritrovamento da parte della Polizia di una busta con 20mila dollari in contanti in un bagno del Palazzo di Governo. In sedici mesi di governo, Castillo e il suo circolo intimo hanno accumulato nientemeno che 207 denunce per corruzione.

N e l l ’ o t t o b r e 2022, la Fiscalía de la Nación ha accusato formalmente il presidente di “dirigere un ’organizzazione criminale in seno al Governo ” Per la Fiscal General, Patricia Benavides, Castillo operava una “feroce ostruzione alla Giustizia” per impedire le indagini nei suoi confronti (2) A questo

Un tremante Pedro Castillo legge in diretta TV un Messaggio alla Nazione, in cui dichiara la sua intenzione di sciogliere il Congresso e instaurare un Governo dittatoriale punto, raccogliendo le richieste del Potere giudiziario e interpretando il sentimento dell’immensa maggioranza dei peruviani, al 76% contraria al Governo (3), il Congresso ha iniziato a discutere la possibile vacancia (impeachment) del Presidente

Avendo ormai raggiunto un consenso trasversale, il Congresso convocava una sessione plenaria il mercoledì 7 dicembre di pomeriggio per votare l’impeachment Cercando di anticipare l’imminente mossa del Legislativo, alle 7:30 AM Castillo faceva venire al Palazzo il comandante dell’esercito, generale Walter Córdova, per informarlo della sua intenzione di dare un golpe di Stato Cordova, rifiutandosi di assecondarlo, andava invece ad unirsi agli altri comandanti militari, al capo del Comando Conjunto e a quello della Policía Nacional Insieme, decidevano di difendere l’ordine costituzionale, sigillando un patto in questo senso Alle 10:00 AM Pedro Castillo convocava il Gabinetto per rivelare ai componenti i suoi progetti, incontrando però l’opposizione di molti Ministri

Contro il parere del suo stesso Gabinetto, alle 11:30 AM Castillo teneva un discorso pubblico, annunciando l’intenzione di sciogliere il Congresso e stabilire un “Governo di emergenza” che avrebbe governato per decreti. Informava pure che avrebbe convocato un’Assemblea costituente che, nell’arco di nove mesi, avrebbe dovuto scrivere una nuova Costituzione incorporando tutte le domande della sinistra. Inoltre comunicava che il Potere Giudiziario sarebbe stato “totalmente riorganizzato”, come anche il Tribunal Constitucional (Corte di Cassazione). Era un autentico golpe di Stato

A questo punto i fatti sono precipitati: uno dopo l’altro tutti i ministri, tranne due, hanno rassegnato le dimissioni; la quasi totalità dei Governatori regionali ha manifestato la propria contrarietà al golpe; i comandanti militari e della Polizia hanno pubblicato insieme un Comunicato manifestando appoggio al Congresso e alla Costituzione; il Congresso convocava una sessione di emergenza alle 13:00 PM che

I comandanti dell’Esercito, Aeronautica militare e Marina militare, insieme al comandante della Polizia e al Capo dello Stato Maggiore della Difesa, sigillano un patto per difendere l’ordine costituzionale contro il golpe di Stato di Pedro Castillo votava a schiacciante maggioranza (101 a 6) l’impeachment del Presidente; la vice-presidente Dina Boluarte giurava come nuovo Presidente, ricevendo ipso facto la fiducia del Parlamento Il tutto nel perfetto rispetto delle norme legali e costituzionali. Abbandonato da tutti, Castillo tentava la fuga dal Palazzo verso l’ambasciata messicana, portandosi dietro valigie piene di soldi, ma, intercettato dalla Polizia, veniva incarcerato per “ribellione”

La strategia insurrezionale

La sinistra latinoamericana, non avendo accettato questa sconfitta, ha lanciato un’offensiva contro il Perù. Sono iniziate quindi le “proteste”, che tanto eco hanno avuto sulla stampa mondiale

Una prima caratteristica dell’offensiva sinistrorsa è di non essere un movimento di massa Le manifestazioni di protesta raramente superano il migliaio di partecipanti. La più grande, la cosiddetta “Marcia su Lima”, non ha raccolto più di cinquemila persone, perlopiù portate da fuori in appositi pullman. Come afferma Victor Andrés Ponce, direttore del principale portale di opinione del Perù El Montonero: “Non è un movimento di massa Questa è la strategia di un settore politico che si è proposto colpire le strutture fondamentali dello Stato di diritto per provocare un crollo istituzionale” (4)

Una seconda caratteristica è l’essere stata preparata da lunga data. In un’intervista a El Montonero, l’ex Ministro degli esteri e noto intellettuale Francisco Tudela ha dichiarato: “Da tempo era chiaro che c ’ era una in atto una strategia rivoluzionaria o insurrezionale, meticolosamente pianificata, per esempio tramite la nomina di prefetti e sottoprefetti regionali provenienti dalle fila di Sendero Luminoso e del MRTA [un movimento armato guerrigliero, ndr] Questi prefetti stanno adesso giocando un ruolo motore nell’insurrezione” (5)

Una terza caratteristica dell’offensiva è l’essere sostenuta dall’estero. Abbondano le prove che i manifestanti sono pagati Le forze dell’Ordine peruviane hanno intercettato carichi di dollari provenienti dalla Bolivia e destinati ai ribelli. I servizi hanno identificato decine di agenti stranieri nelle manifestazioni. Juan Carlos Liendo, già capo della DINI (Dirección Nacional de Inteligencia) ha dichiarato: “Politicamente, le manifestazioni sono guidate dal Movadef Ma vi sono implicati anche agenti stranieri che vogliono approfittarsi del caos ” (6) Infatti, da quando Castillo ha assunto la presidenza, il Perù è stato inondato da agenti cubani, venezuelani e boliviani (7). Non è coincidenza che l’ambasciatore di La Havana in Perù, Carlos Rafael Zamora, sia una figura chiave dello spionaggio cubano, col grado di colonnello (8)

Una quarta caratteristica è il suo carattere violento. Già nelle prime fasi delle “proteste”, era chiaro che si trattava di un’insurrezione Secondo il capo della Dircote (Dirección contra el terrorismo), José Zavala: “Per noi è chiaro Persone di Sendero Lu- minoso, scarcerati, assassini, criminali che [durante gli anni di piombo] hanno piazzato autobombe, hanno partecipato alle proteste. E hanno anche l’audacia di dire che prima piazzavano autobombe, e ora sono ridotti alle molotov e ai razzi”. Il che ha portato la Presidente Boluarte a dichiarare: “Questo non è più una protesta, è terrorismo” (9)

Una quinta caratteristica è che i manifestanti provengono nella stragrande maggioranza dall’estremo Sud andino, una zona di etnia aymara, confinante con la Bolivia. Nella zona centrale, e soprattutto al Nord, non c’è stata nessuna movimentazione. Si tratta di un problema regionale, non nazionale

Chi più sta soffrendo per le “proteste” è il popolo I manifestanti hanno bloccato strade, aeroporti e ferrovie, hanno bruciato fabbriche, negozi e palazzi, hanno presso d’assalto le stazioni di Polizia. Il turismo è crollato dell’80% e l’economia ha perso centinaia di milioni di dollari. In alcune zone sono cominciate a scarseggiare i generi alimentari. Con minacce, i manifestanti hanno costretto le persone a non lavorare

Il piatto forte delle proteste sono state le varie “Marce”: Marcia su Cusco, Marcia su Arequipa e, soprattutto, Marcia su Lima, la capitale Ripudiate dalla quasi totalità della popolazione, arginate dalla Polizia, queste Marce si sono saldate con una grande sconfitta per la sinistra.

Il fallimento della manovra

Appoggiate dalla popolazione – che in molti casi, gridando “vogliamo lavorare!”, ha preso la situazione in mano, scacciando in malo modo i manifestanti – le Forze dell’ordine hanno ripreso il controllo degli aeroporti, delle ferrovie e della quasi totalità delle strade. I manifestanti hanno dovuto battere in ritirata Si sono moltiplicati i titoli di stampa: “Ayacucho dice no alla sovversione”, “Huanta dice no alla sovversione” e via dicendo

La sconfitta è stata riconosciuta dagli stessi organizzatori delle proteste Durante un comizio a Juli (Puno), dove gli agitatori andati a Lima per prenderla d’assalto erano rientrati con la coda fra le gambe, uno dei leader ha detto in un discorso di piazza diffuso in un video TikTok dal canale Hubersuburbio: “Siamo andati a Lima, dove abbiamo trovato un ’altra realtà. Non ci aspettavamo quella reazione così violenta. Che cosa avremmo potuto fare? Ci siamo ritirati perché non eravamo preparati”

Riuscirà la Rivoluzione a scardinare l’autentico Perù, cioè quello cattolico e tradizionale?

Un modello per l’America Latina

Proprio come aveva fatto in Cile, la sinistra intendeva approfittare del caos provocato dalle manifestazioni per convocare un’Assemblea costituente La proposta, presentata dal deputato comunista Jaime Quito, è stata rigettata per 78 voti a 45. Almeno questo pericolo sembra scongiurato.

Mentre scrivo (8 febbraio), la situazione appare tornare pian piano alla calma L’insurrezione si sgonfia Gli stessi leader parlano di un “riflusso” A questo punto, il Perù si staglia come un modello per l’America Latina: si può sconfiggere l’insurrezione.

Non tutto è roseo, però. La Presidente Boluarte proviene dallo stesso partito di Castillo, e ne condivide il programma politico Riuscirà la sinistra a portare avanti i suoi disegni sovversivi? O la reazione popolare la costringerà a un cambio di strategia? Solo il tempo lo dirà. Per adesso, il Perù sta tornando alla normalità

1 https://www youtube com/watch?v=Lp7QQ XDPlg

2 Guillermo D Olmo, “Pedro Castillo: de qué acusa exactamente la Fiscalía al presidente de Perú y qué pasa ahora”, BBC News Mundo en Perú, 12 ottobre 2022

3 Sandra Alvarado Santillana, “Pedro Castillo: rechazo sube a 76%, el peor nivel desde que inició su gobierno”, Gestión, 8 agosto 2022

4 La insurrección en Perú y diferencias con Chile y Colombia, El Montonero, 29 gennaio 2023

5 https://www youtube com/watch?v=5 V XvGFspQ

6 “Exjefe de la DINI considera que una facción del Movadef dirige las protestas contra Dina Boluarte”, Infobae 22 gennaio 2022

7 Rodrigo Saldarriaga, “Agentes cubanos y bolivianos ocupan puestos claves en Perú desde que Castillo asumió la presidencia”, La Gaceta de la Iberosfera, 7 dicembre 2021

8 Un “espía experimentado”, nuevo embajador de Cuba en Perú, Radio Televisión Martí, 16 dicembre 2021

9 Dina Boluarte tras oír testimonio de policía herido: “Eso ya no es protesta, eso es terrorismo”, Infobae, 14 dicembre 2022

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