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L’Impiccione. Federico Borgna: «Goldrake, il mio sogno»

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Federico Borgna: «Goldrake, il mio sogno»

Intervista al sindaco di Cuneo e presidente della Provincia

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Le interviste sbarazzine di Gian Maria Aliberti Gerbotto Il secondo ospite della rubrica “L’impiccione” è Federico Borgna, presidente della Provincia di Cuneo. Una sua passione? «Viaggiare. Ho da sempre il mal d’Africa, un luogo che mi dà una sensazione di pace incredibile. È dal 2012 che non ci torno, ma prima o poi visiterò gli altipiani ugandesi». Sport? «Ho giocato a calcio a livello agonistico sino al 1998. Non avevo i piedi buoni, ma correvo un sacco. Oggi che non ci vedo più, faccio nuoto». Scaramanzie? «Ho smesso di giocare a calcio perché mi son distrutto la caviglia e quell’anno sciagurato combinazione vestivo la maglia numero 17 che nessuno dei miei compagni di squadra aveva voluto. Seguo sempre le partite della squadra del cuore, la Juve, da solo e bevendomi una Coca-Cola tra primo e secondo tempo, così come feci quando l’Italia vinse un’importante partita ai mondiali». Una collezione. «Da ragazzino, le “cartine”, ovvero le

Federico Borgna è anche sindaco del capoluogo della Granda. Venne eletto per la prima volta nel 2012 e confermato nel 2017 mitiche figurine Panini. Ebbi il mio momento di gloria quando riuscii a scambiare quella rarissima dello scudetto con ben 81 figurine dei giocatori. Un affare da calcio mercato!». Il suo rapporto con i fornelli. «Cucinare mi rilassa. Son bravo con i primi. Risotto, radicchio e Castelmagno è il mio piatto forte». Cosa non manca nel suo frigo? «Uova, cipolla e Parmigiano. Con questi ingredienti ti arrangi sempre». L’ultima dieta che ha fatto? «A volte cerco di mettermi un po’ in bolla, dopo le abbuffate delle feste, ma non riesco a seguirle perché sono troppo goloso». Un programma imperdibile in tv. «Telegiornali e partite a parte, a dire il vero seguo molto più spesso Youtube. Adoro le lezioni storiche del professor Alessandro Barbero». Una pazzia che ha fatto per amore. «Diciottenne, in Grecia in vacanza con i genitori, partii da solo per tornare in Calabria dove avevo conosciuto una ragazza napoletana e festeggiare con lei il ferragosto. Avevo già perso molto della mia vista e mio padre era preoccupatissimo, mentre mia madre faceva il tifo per me». Il personaggio storico. «L’imperatore Claudio, il patrigno di Nerone. Era considerato un po’ sfigato perché zoppo e con mille altri problemi, invece pose le basi per il futuro dell’impero romano». Il sogno ricorrente. «Da bambino sognavo di essere Actarus e guidare Goldrake. Adesso sogno spesso di giocare a calcio». Se non avesse intrapreso la carriera di amministratore pubblico? «Io continuo l’attività di promotore finanziario come facevo prima di entrare in politica. Ma, se non avessi scelto questa strada, forse sarei il presidente nazionale dell’Unione Italiana Ciechi. Ci sono ancora molte cose da fare. Spesso in tv passano pubblicità fatte solo di immagini e musica, senza un parlato che spieghi almeno di che prodotto si tratta. Non so chi crei questi spot, ma, così facendo, si perde stupidamente circa il 3 per cento del mercato potenziale, tra ciechi e ipovedenti». Cosa ha acquistato con i primi soldi? «Ho fuso i miei risparmi da zero a diciott’anni in un viaggio di tre mesi negli Stati Uniti. Oggi, quando raggiungo un obiettivo cui ambivo tanto, tendo a premiarmi. Dopo la mia vittoria alle elezioni, mi sono regalato un super amplificatore della Bose». La sua icona sexy. «Da teen-ager ogni volta che ero triste correvo ad ammirare il poster di Heather Parisi che avevo appeso in cameretta. Guardando quel bel viso, mi rinfrancavo». La parte del corpo più seducente, nell’altro sesso? «La voce. Io non riuscirei mai a stare con una donna che abbia una voce che non mi piace... e mia moglie Alessandra ne ha una bellissima, nonché moltissimi altri pregi». Oroscopi, sì o no? «Devo ammettere che ogni tanto, su Google, una sbirciatina la do». Una gaffe. «Amo girare da solo con il bastone per la città, perché per me è una sorta di sfida motivante, ma ogni volta che sento qualcuno nelle vicinanze dire “Ciao” ricambio subito il saluto, senza rendermi conto che spesso sono soltanto persone che stanno rispondendo al cellulare».

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