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di Erika Antonelli

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di Mattia Giusto

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Sara invece è una personal trainer che lavora in una palestra di Roma dove tiene due corsi: uno di taekwondo e uno di pilates. Il primo è stato bloccato a più riprese sin dal lockdown di marzo, mentre nel secondo caso è riuscita a continuare a lavorare solo grazie alle lezioni svolte online, soprattutto su piattaforme come Zoom. La sua fortuna è stata che la disciplina che insegna si è potuta adattare con facilità grazie alla tecnologia: «Il lato positivo del mio lavoro è il pilates a corpo libero. Sono riuscita a cambiare modalità e, anche se non è la stessa cosa, pur di muoversi la gente ha accettato le lezioni online» racconta Sara. «L’incertezza è molto stressante, in quarantena abbiamo avuto mesi complicati. In più la gente si è spaventata facilmente e molti ragazzi si sono chiusi in casa. Dal punto di vista mentale questo “apri e chiudi” è stato pesante. Ora siamo nel buio totale mentre prima eravamo tutti i pomeriggi in palestra». Il virus ha costretto Sara a modificare il suo lavoro e a trovare nuove forme di adattamento all’attività sportiva. «Nel futuro le lezioni online per il pilates, potrebbero rimanere come sessioni private individuali per chi torna dal lavoro e vuole avere la comodità di fare un allenamento a casa piuttosto che recarsi in palestra» spiega Sara. Questi sono mesi complessi dove si è dovuuto riprogrammre tutto e le difficoltà economiche si sono sommate alla stanchezza delle persone che, dopo tanto tempo passato dentro casa, non ci vogliono più stare. «Ora che sport come sport come tennis e padel sono concessi, i ragazzi non hanno più intenzione di stare a casa davanti a uno schermo a seguire le nostre lezioni quindi, se prima gli inviavamo con costanza le schede d’allenamento ora non facciamo nemmeno quello. Siamo molto preoccupati perché sono sicura che non riapriremo a breve. Non so come faremo ad andare avanti» racconta Sara. L’unico periodo nel quale, grazie agli spazi all’aperto l’attività della palestra non si è fermata è stata l’estate, ma ora tutto si è bloccato di nuovo. «Quando abbiamo riaperto a giugno, non sono rientrati tutti i clienti. C’era ancora tanta paura nonostante ci fossimo messi in regola. Poi a settembre le cose sono andate meglio, le persone erano più tranquille e sono rientrate, tutto sommato eravamo abbastanza soddisfatti». Sara lavora in questo centro sportivo insieme ad altri quattro insegnanti under 40 che ad oggi non hanno idea di come programmare al meglio il futuro. Secondo lei quello delle lezioni online sarà solo un lavoro temporaneo che non potrà sostituire per sempre il lavoro quotidiano in palestra. Per Sara una piccola speranza in realtà ancora c’è: «L’arte marziale come sport lega tanto, si crea quasi una famiglia e ci si affeziona di più ai maestri. Questo è il nostro punto di forza. Siamo un gruppo di 45 persone che amano questo sport. Con molta probabilità non torneremo tutti e 45 nel breve periodo, ma la mia speranza è che la maggior parte non abbandonerà la nostra famiglia». ■

Fitness

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John Vigna e Abbye Stockton, i precursori

Fu John Vigna che all’inizio degli anni Cinquanta portò in Italia l’interesse per la cultura fisica e il mondo del fitness. Il suo “Muscoli e Bellezza”, pubblicato nel 1954, con in copertina un giovane Steve Reeves, futuro Superman del cinema, fu il primo libro del culturismo italiano. Due anni dopo aprì il famoso centro benessere in Corso Dante a Torino, trasformando il suo metodo in una scuola di forma fisica. Il libretto riportava "Dammi mezzora al girno e farò di te un campione", la fama era tale che persino Gipo Farassino lo aveva citato in una strofa della canzone Sangon Blues: "Ma vado ën palestra a doi bòt/ përchè c’è John Vigna/ che il muscolo insegna/ anche a ij pì brut tracagnòt". Abbye “Pudgy” Stockton è stata una strongwoman professionista e precursore del bodybuilding femminile di oggi, diventata famosa negli anni Quaranta frequentando le spiagge di “Muscle Beach”, negli Stati Uniti, le palestre all'aperto più famose del mondo. Abbye trasformò la sua passione in lavoro e iniziò a scrivere per la rubrica “Forza e Salute” con l’obbiettivo di avvicinare sempre di più le donne al mondo del fitness. Insieme al marito poi aprì la prima palestra per uomini e donne, rivoluzionando la rigorosa divisione tra i sessi per allenamenti e attrezzi e la concezione per cui pe una donna non era salutare sollevare i pesi. Fu una delle prime donne a indossare un costume a due pezzi.

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