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di Camillo Barone

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Calcio robotico, passioni storiche e il futuro che corre

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SPORT Un giorno, grazie

all’Intelligenza Artificiale, potremmo assistere ad entusiasmanti partite di calcio giocate dai robot. Tutto è iniziato meno di trent’anni fa, ma il processo è in evoluzione

1. La Bar Ilan University, israeliana, famosa per lo sviluppo del calcio robotico, sta trasformando la sua abilità tecnologica verso la progettazione di veicoli autonomi 2-3-4. Tripla vittoria per il team B-Human di Brema nella Standard Platform League alla RoboCup 2017 a Nagoya, in Giappone

(Fonte: B-Human)

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Di Lorenzo Ottaviani

Bulloni e cavi al posto del sudore, ma sempre con il pallone tra i piedi. Se migliaia di esseri umani si sfidano sui campi da calcio sin dall’800, i robot hanno iniziato a farlo da quasi trent’anni. Era il 1993 quando nacque la RoboCup, iniziativa avviata ufficialmente nel 1997 con l’obiettivo di realizzare un team di robot umanoidi in grado di affrontare e battere la squadra Campione del Mondo. Una sfida affascinante e complicata ma non impossibile, come ci spiega Daniele Nardi, docente di Intelligenza Artificiale alla Sapienza Università di Roma: “È ancora difficile fare delle previsioni sull’evoluzione tecnologica nei prossimi anni, ma la cosa interessante è aver individuato queste competizioni per sviluppare un diverso tipo di tecnologia”.

L’Intelligenza Artificiale – disciplina delle scienze e della tecnica che consente la progettazione di sistemi in grado di fornire alle macchine prestazioni proprie dell’intelligenza umana – ha le sue origini nelle teorie di Alan Turing. Il grande matematico, negli anni ’50, teorizzò che un giorno una macchina avrebbe battuto a scacchi un essere umano. Il tutto si avverò il 10 febbraio 1996, quando il famoso scacchista Garri Kasparov venne sconfitto dal computer IBM Deep Blue.

Da lì al calcio robotico il passo è stato breve in termini di tempo, meno per quanto riguarda i progressi tecnologici. “Inizialmente avevamo solo automi su ruote, adesso abbiamo robot umanoidi che per quanto piccoli e lenti rappresentano una novità importante. Grazie allo sviluppo delle tecniche di Computer Vision (la capacità di una macchina di riconoscere gli oggetti, ndr) siamo riusciti a rendere i giocatori consapevoli di dove si trova la palla”.

Ma non è l’unico problema da superare: “Grazie alle loro telecamere interne, oltre che ad individuare gli oggetti, i robot sono anche in grado di riconoscere la propria posizione in campo e quella degli avversari. L’aspetto più critico dal punto di vista tecnologico è proprio questo. Dopodiché i robot devono essere in grado di coordinarsi come squadra, per evitare di rincorrere il pallone come farebbero dei bambini”.

Le sfide fra robot umanoidi si svolgono 5 contro 5 su un campo da nove metri per sei. I robot si muovono in maniera autonoma, senza nessuna forma di controllo. Il computer esterno svolge solamente le funzioni di arbitro, che ravvisa falli e pu-

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nizioni. Un altro esempio di tecnologia avanzata applicata al calcio sono i robot Paratutto: “Ma in quel caso si tratta di macchine diverse, perché hanno riflessi e capacità superiori a quelle umane”, commenta Nardi.

Il professore responsabile del progetto di calcio robotico alla Sapienza – gli unici che si occupano di questo ramo dell’IA in Italia – considera l’Intelligenza Artificiale come la tecnologia principale che determinerà il futuro di questo pianeta: “Per questo tutti i paesi stanno facendo enormi investimenti in questo campo. Riuscire ad ottenere la leadership significa avere la possibilità di far prosperare il proprio paese in maniera migliore”. E il nostro di paese, come sta agendo in tal senso? “La speranza è che l’Italia si muova. Lo sta facendo per alcune iniziative prese finora, anche se non siamo fra i primi della classe per quanto riguarda gli investimenti. Nonostante questo, - conclude Nardi - dal punto di vista della ricerca riusciamo a raggiungere risultati brillanti anche con poche risorse”.

Fondi scarsi ma risultati notevoli per i ricercatori italiani, che sperano un giorno che anche il calcio robotico possa diventare “religione” così come quello praticato dai nostri beniamini in carne e ossa. ■

63cm

La dimensione che i robot appartenenti alla categoria "taglia media taglia", non deve superare

80kg

Il peso massimo consentito per i robot che partecipano alle competizioni

2-6

I giocatori (da minimo a massimo), di cui la squadra è composta, di cui almeno uno come portiere

Categorie

Al torneo internazionale della RoboCup i giocatori e i team possono appartenere a diverse tipologie, suddivise in relazione alle dimensioni del robot con il quale si partecipa, alla complessità o in funzione al tipo di finalità progettuale di quest'ultimo.

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