Zeta Numero 1 |Febbraio 2021

Page 32

Storie

Di Lorenzo Ottaviani

1

Calcio robotico, passioni storiche e il futuro che corre Un giorno, grazie all’Intelligenza Artificiale, potremmo assistere ad entusiasmanti partite di calcio giocate dai robot. Tutto è iniziato meno di trent’anni fa, ma il processo è in evoluzione SPORT

1

1. La Bar Ilan University, israeliana, famosa per lo sviluppo del calcio robotico, sta trasformando la sua abilità tecnologica verso la progettazione di veicoli autonomi 2-3-4. Tripla vittoria per il team B-Human di Brema nella Standard Platform League alla RoboCup 2017 a Nagoya, in Giappone (Fonte: B-Human)

2 32 — Zeta

Bulloni e cavi al posto del sudore, ma sempre con il pallone tra i piedi. Se migliaia di esseri umani si sfidano sui campi da calcio sin dall’800, i robot hanno iniziato a farlo da quasi trent’anni. Era il 1993 quando nacque la RoboCup, iniziativa avviata ufficialmente nel 1997 con l’obiettivo di realizzare un team di robot umanoidi in grado di affrontare e battere la squadra Campione del Mondo. Una sfida affascinante e complicata ma non impossibile, come ci spiega Daniele Nardi, docente di Intelligenza Artificiale alla Sapienza Università di Roma: “È ancora difficile fare delle previsioni sull’evoluzione tecnologica nei prossimi anni, ma la cosa interessante è aver individuato queste competizioni per sviluppare un diverso tipo di tecnologia”. L’Intelligenza Artificiale – disciplina delle scienze e della tecnica che consente la progettazione di sistemi in grado di fornire alle macchine prestazioni proprie dell’intelligenza umana – ha le sue origini nelle teorie di Alan Turing. Il grande matematico, negli anni ’50, teorizzò che un giorno una macchina avrebbe battuto a scacchi un essere umano. Il tutto si avverò il 10 febbraio 1996, quando il famoso scacchista Garri Kasparov venne sconfitto dal computer IBM Deep Blue. Da lì al calcio robotico il passo è stato breve in termini di tempo, meno per quanto riguarda i progressi tecnologici. “Inizialmente avevamo solo automi su ruote, adesso abbiamo robot umanoidi che per quanto piccoli e lenti rappresentano una novità importante. Grazie allo sviluppo delle tecniche di Computer Vision (la capacità di una macchina di riconoscere gli oggetti, ndr) siamo riusciti a rendere i giocatori consapevoli di dove si trova la palla”. Ma non è l’unico problema da superare: “Grazie alle loro telecamere interne, oltre che ad individuare gli oggetti, i robot sono anche in grado di riconoscere la propria posizione in campo e quella degli avversari. L’aspetto più critico dal punto di vista tecnologico è proprio questo. Dopodiché i robot devono essere in grado di coordinarsi come squadra, per evitare di rincorrere il pallone come farebbero dei bambini”. Le sfide fra robot umanoidi si svolgono 5 contro 5 su un campo da nove metri per sei. I robot si muovono in maniera autonoma, senza nessuna forma di controllo. Il computer esterno svolge solamente le funzioni di arbitro, che ravvisa falli e pu-


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.