n. 14 marzo 2013
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La sfida della Customer Experience
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Editoriale
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Flash News
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Focus corner • L’oro è più efficace degli stratagemmi / Miguel Perez-Santalla di BullionVault
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• Le banche centrali non bastano / Greg McGreevey di Invesco Fixed Income
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• Quota 1.500: e poi? / Andrew Pease di Russell Investments
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• Chi punta sui titoli immobiliari globali / Gillian Tiltman di M&G Global Real Estate Securities
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• Inflazione? Servono estintori prima dell’incendio / Ben Lord di M&G European Inflation Linked Corporate Bond • Focus sugli asset reali / Anton Oberhofer di Swiss & Global Asset Management
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• High yield e paesi periferici / James Tomlins di M&G European High Yield Bond
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• Azioni e oro in portafoglio / Alan Mudie di Union Bancaire Privée
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News&Eventi • La nuova sfida della Customer Experience
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• 2013, l’anno del risparmio
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• Private e Corporate Banking, insieme
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• Il nuovo volto del commercialista
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• Il private banking che accorcia le distanze
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• Le prospettive del biotech
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• L’applicativo modulare per essere FATCA-compliant
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• Con Time4Mind la dematerializzazione è più facile
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• Il mistery shopping premia Veneto Banca
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• Le informazioni? Sempre a portata di Cloud
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• La rimonta degli asset rischiosi
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• Come cresce il Collateral Management
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n.14 marzo 2013
Speciale: Previdenza • Previdenza complementare, facciamo il punto / Università Bocconi e Carefin: Sergio Paci
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• L’aspettativa che il futuro sia uguale al presente / Intesa Sanpaolo: Alessandro Varaldo
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• Fondi pensione e Borsa: quale possibile collaborazione / Borsa Italiana: Alessandra Franzosi
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• Informazione, consulenza, cliente tranquillo per il suo futuro / Zurich Global Life in Italia: Dario Moltrasio
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• Accentrare la complessità e distribuire semplicità / Axa Mps: Michele Spagnuolo
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• Quando il fondo pensione serve per vivere / BAP Assicurazioni (Gruppo Banca Etruria): Emanuele Marsiglia
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Carriere
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Storie di business • Findomestic Banca e la razionalizzazione dei sistemi contabili
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Immobiliare • Case, in calo lo spread fra domanda e offerta
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• Mediazione creditizia: il contributo delle associazioni
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Arte • Parola d’ordine qualità
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• Le qualità del Property and Market Rating
Banca&Mercati è un periodico on line Registrazione presso il Tribunale di Milano, n. 291 del 26/05/2010 Banca&Mercati è una testata di Business Gallery di Andrea Bigi, P.Iva IT07041300968 C.F. BGINDR69H16E897M Anno III numero 14 marzo 2013
Banca&Mercati Blend Tower, Piazza IV Novembre 7 20124 Milano Tel. +39 02 87 34 30 19 Fax +39 02 87 34 44 44 www.bancaemercati.com BG Business Gallery di Andrea Bigi P.Iva IT07041300968 C.F. BGINDR69H16E897M Viale Montello 5, 46100 Mantova
Direttore responsabile Andrea Bigi Testi a cura di Andrea Bigi, Rosaria Barrile, Elena Giordano Bellini Grafica e web Carlo Ghelfi per informazioni e segnalazioni info@bancaemercati.com per informazioni commerciali Valeria Rossana Volpe commerciale@bancaemercati.com
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hanno collaborato Ben Lord, Greg McGreevey, Alan Mudie, Anton Oberhofer, Andrew Pease, Miguel Perez-Santalla, Gillian Tiltman, James Tomlins
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Editoriale
Andrea Bigi, direttore di Banca & Mercati
I vincitori (e anche qualche vinto) Nonostante le abbia formalmente vinte, o quasi, con la sua maggioranza alla Camera dei deputati e la maggioranza dei voti al Senato, Pierluigi Bersani e il Centrosinistra hanno sostanzialmente perso le elezioni politiche del 2013. E quando non si riesce a vincere partendo da un vantaggio larghissimo, in cui da mesi tutti gli osservatori, protagonisti compresi, davano per scontata la vittoria del Partito Democratico e dei suoi alleati, si tratta di una sconfitta pesante, di una vera e propria debacle politica. Di più: per la prima volta dopo molti anni, il blocco di sinistra perde voti in modo consistente e subisce l’erosione diretta da parte di una forza politica concorrente, in questo caso la protesta di Grillo. Un dato di fatto che, tanto per essere chiari, dovrebbe mettere in stato di allerta chi nel quartier generale di Bersani pensa di tornare molto presto alle urne. Ora il leader democratico dovrebbe comunque ricevere l’incarico di formare il nuovo governo dal presidente della Repubblica, ma poiché è decisamente improbabile che possa avere la fiducia in Parlamento del Movimento Cinque Stelle (se non su qualche provvedimento mirato), dovrà giocoforza trattare con Silvio Berlusconi. Il quale ancora una volta ha dato il meglio di sé in campagna elettorale, compiendo un’impresa che nessuno riteneva possibile: rivitalizzare il Centrodestra moribondo e conservare un ruolo chiave nel nuovo Parlamento. Se la capacità di parlare alla gente dicendo ciò che la gente vuole sentirsi dire è la principale qualità che un politico deve possedere, ebbene questa qualità Berlusconi la possiede senza alcun dubbio. Con in più la faccia tosta che gli permette di presentarsi ancora con toni populisti e di protesta nonostante tanti anni al governo del Paese, compresa la fiducia al Governo Monti. L’accenno al populismo di Berlusconi ci porta dritti a commentare il risultato più clamoroso di queste elezioni: il Movimento Cinque Stelle di
Beppe Grillo è oggi il primo partito alla Camera, che è il vero termometro del Paese essendo a suffragio universale. Un esito assolutamente impensabile prima delle elezioni, che in qualche modo rende ancora più bruciante la sconfitta del PD con buona pace dei sondaggisti (a proposito: perché non abolire gli exit poll che una volta di più sono serviti unicamente agli speculatori di Borsa?). L’exploit del M5S ha un padre, quel populismo 2.0 anti-sistema e antieuropeista impersonato magnificamente dal carisma di Beppe Grillo, ma anche una madre, quella crisi economica che ha prodotto 700mila licenziati in soli nove mesi del 2012 e ha portato in dote l’Imu e tutti i sacrifici imposti da Monti per salvare il nostro posto nell’Euro. E così l’ultima parola va proprio all’inequivocabile sconfitto di questa tornata elettorale: Mario Monti, e con lui l’improbabile coppia di alleati Casini-Fini, ha dovuto rendersi conto che il centro politico in Italia non esiste più (se mai è esistito) e che il terzo polo è solo quello della protesta, mentre la pacatezza tanto apprezzata dalla stampa internazionale resta confinata nei salotti buoni. Andrea Bigi
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Flash news
Kedrios e AR Enterprise diventano Xchanging Italy Le due società oggi gestiscono i processi informatici del back office di oltre 100 realtà finanziarie (istituti bancari e Sgr) e di circa una trentina di società di intermediazione mobiliare Nasce un nuovo operatore di riferimento per il mercato italiano del Business Process Outsourcing. Kedrios, società controllata dal gruppo Xchanging, ha assunto la denominazione di Xchanging Italy. Lo scorso novembre Kedrios aveva finalizzato l’acquisizione di AR Enterprise, società che offre servizi It e business processing alle istituzioni finanziarie attive nel risparmio gestito. Le due società oggi gestiscono i processi informatici del back office di oltre 100 realtà finanziarie (istituti bancari e Sgr) e di circa una trentina di società di intermediazione mobiliare. “Dopo aver completato con successo l’acquisizione di AR Enterprise, ha dichiarato
Massimiliano Monfreda, Co-Ceo di Xchanging Italy, intendiamo proporci al mercato con un nuovo brand che richiama in maniera più diretta l’expertise globale del gruppo Xchanging, presente in dieci Paesi e attivo nella fornitura di servizi tecnologici per diversi settori”. Xchanging Italy si propone al mercato italiano anche con l’obiettivo di sviluppare tutta la gamma di prodotti già offerti a livello globale dal Gruppo, in settori non ancora serviti in Italia quali l’assicurativo e il procurement. La società, che nella propria sede milanese impiega circa 250 persone, è guidata dai co-amministratori delegati Massimiliano Monfreda, già Ceo
Massimiliano Monfreda, Co-Ceo di Xchanging Italy
di Kedrios, e Stefano Brioschi, in precedenza Ceo di AR Enterprise.
Il Poc di Veneto Banca convince i risparmiatori Collocati 350 milioni di euro attraverso il Prestito Obbligazionario Convertibile 5% 2013-2017 Dopo il bond 31 gennaio 2013 - 31 luglio 2015 da 400 milioni di euro riservato agli investitori istituzionali, che ha registrato richieste per 620 milioni, Veneto Banca ha interamente collocato il Prestito Obbligazionario Convertibile 5% 2013 - 2017 da 350 milioni destinato al mercato dei risparmiatori. La banca ha emesso 7.777.777 obbligazioni convertibili del valore nominale di 45,00 euro a un tasso del 5%. Agli azionisti è stata offerta l’opzione di acquistare un’obbligazione ogni 13 azioni possedute, oltre al diritto di prelazione sull’inoptato.
“Il Poc, dichiara Vincenzo Consoli, amministratore delegato di Veneto Banca, ha incontrato l’interesse soprattutto di privati e famiglie, in tutti i territori dove operiamo, non solo nel Nord Est. E’ la dimostrazione della stima di cui Veneto Banca gode a livello nazionale. I 350 milioni raccolti sul mercato retail italiano, dei quali circa metà al di fuori del nostro tradizionale territorio d’elezione, e i 400 milioni collocati a fine gennaio presso importanti investitori internazionali qualificati sono numeri che di questi tempi ci rendono davvero orgogliosi”.
Vincenzo Consoli, amministratore delegato di Veneto Banca
Obama contro Standard & Poor’s Via a una causa civile da almeno cinque miliardi di dollari L’amministrazione Obama è pronta a una maxi-causa civile da almeno cinque miliardi di dollari contro Standard&Poor’s. L’agenzia di rating è accusata infatti dal dipartimento di Giustizia di Washington di aver contribuito in maniera determinante alla crisi dei
mutui subprime del 2008, avendo deliberatamente sopravvalutato alcuni titoli immobiliari. S&P ha replicato negando le accuse: “L’azione del governo è del tutto senza fondamenta fattuali o merito legale. Sfortunatamente S&P, come tutti gli altri, non ha previsto la 8
velocità e la forza della crisi in arrivo e come e quanto la qualità dei crediti ne sarebbe stata colpita”. Per ora nessuna iniziativa legale è stata invece intrapresa dal governo federale americano nei confronti delle altre due principali agenzie di rating Moody’s e Fitch.
Flash news
Natixis punta sull’India Con il nuovo fondo azionario IDFC India Equities Fund
Investe in titoli azionari indiani senza alcun limite di capitalizzazione. IDFC Asset Management Company, società che fa parte di Natixis Global Asset Management, ha lanciato IDFC India Equities Fund, fondo Ucits che ha come benchmark l’indice Msci India NR e punta a beneficiare
del trend di crescita di lungo periodo dell’economia indiana. IDFC India Equities Fund investe in un portafoglio di 35-45 titoli di società già leader cosi come in aziende con un modello di business in crescita in settori che presentano un alto potenziale di sviluppo in India. “Riteniamo che il fondo IDFC
India Equities Fund possa offrire buoni ritorni nel lungo termine, commenta Naval Bir Kumar, vice chairman di IDFC Asset Management Company, grazie alla nostra profonda conoscenza del Paese e dei vari settori economici. La nostra strategia ci permette di avere la flessibilità per investire in società ad alto potenziale di crescita senza limiti di capitalizzazione e in quei titoli che sono meglio posizionati per trarre beneficio dalla continua crescita del mercato indiano”. “Il lancio di IDFC India Equities Fund anche sul mercato italiano, afferma Antonio Bottillo, amministratore delegato per l’Italia di Natixis Global Asset Management, va incontro alla necessità sentita da molti investitori di diversificare i propri portafogli e di avere accesso a quelle aree del mondo che mostrano forti segnali di crescita economica”.
Pmi e internazionalizzazione: accordo Veneto Banca-Simest L’obiettivo è assistere gli imprenditori italiani nelle proprie attività all’estero Veneto Banca e la finanziaria pubblico-privata Simest, partecipata a maggioranza da Cassa Depositi e Prestiti, hanno siglato un accordo finalizzato a veicolare al mondo delle imprese le proprie competenze in materia di export e internazionalizzazione. In sostanza, l’obiettivo è assistere gli imprenditori nelle proprie attività all’estero. Simest sfrutterà la rete di sportelli della banca per proporre servizi di consulenza e assistenza, mentre Veneto Banca si impegnerà, con i suoi prodotti e servizi, a facilitare le procedure e le modalità di accesso agli strumenti di agevolazione e supporto previsti dalla normativa nazionale e attualmente gestiti da Simest. “L’export italiano, dichiara Cataldo Piccarreta, direttore Mercato di Veneto Banca, non è mai stato così alto dal 2002. Per questo, in risposta alla costante attenzione che il Gruppo rivolge alle esigenze delle pmi, stiamo
Cataldo Piccarreta, direttore Mercato di Veneto Banca
lavorando intensamente per migliorare i nostri prodotti e servizi, già ampiamente utilizzati dalla clientela. Un impegno a ottimizzare la nostra offerta che passa attraverso accordi e collaborazioni con i principali attori dei processi di internazionalizzazione ed 9
esportazione delle imprese italiane, come Simest. L’accordo che abbiamo siglato si aggiunge alle recenti intese con altri soggetti sullo stesso tema e segna un deciso passo in avanti nell’offerta del Gruppo Veneto Banca per sostenere il Made in Italy”.
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Bper, la Bei e i mutui alle imprese Resi disponibili 180 milioni di euro per sostenere Pmi e Mid Cap La Banca Europea per gli Investimenti prosegue il rapporto di collaborazione con la Banca Popolare dell’Emilia Romagna concedendo una linea di credito per finanziare progetti di sviluppo delle aziende clienti. In base all’accordo, saranno disponibili 180 milioni di euro per sostenere Pmi e Mid Cap (aziende che impiegano fino a 3mila addetti). Le possibilità di finanziamento abbracciano un ampio spettro di interventi in tutti i settori economici: agricoltura, industria, servizi, commercio e turismo. Sono finanziabili gli investimenti finalizzati allo sviluppo dell’impresa: immobili, beni strumentali, ricerca di prodotto e processo, acquisto di marchi e brevetti, ecc. E’ inoltre finanziabile la quota di capitale circolante in proporzione all’aumento della capacità produttiva generato dagli investimenti programmati. “In un momento particolarmente
complesso per il mondo delle imprese, soprattutto medio-piccole - ha dichiarato il direttore della divisione Corporate di Gruppo Corrado Savigni - l’accordo dimostra la forte volontà di individuare tutte le possibili opportunità per sostenere con atti concreti il tessuto produttivo del Paese, in particolare con operazioni di finanziamento
con piano di rimborso con durate maggiori di quelle in genere offerte alla clientela”. L’accordo Bei-Bper segue quello definito nei mesi scorsi che ha consentito di mettere a disposizione linee di credito per 40 milioni di euro a imprese ed enti locali delle aree colpite dal terremoto dello scorso maggio in Emilia Romagna.
Il gruppo Bassilichi diventa istituto di pagamento La controllata Moneynet ha ottenuto l’autorizzazione a operare come istituto di pagamento ibrido
Leonardo Bassilichi, amministratore delegato di Bassilichi
Moneynet, società del gruppo Bassilichi, ha ottenuto l’autorizzazione da Banca d’Italia per operare come istituto di pagamento ibrido. Bassilichi potrà quindi rendere disponibile al
mondo delle Pmi, al mercato retail, ai liberi professionisti e alla Pa un “conto di pagamento” attraverso il quale effettuare operazioni di prelevamento e trasferimento fondi oltre a molteplici servizi tipicamente bancari (bonifici in entrata e in uscita, RID, F24, ecc.). Inoltre il Gruppo potrà fornire servizi a valore aggiunto e agevolazioni - sistemi prepagati e ricariche elettroniche, borsellini elettronici privativi, sistemi di raccolta punti loyalty, trasferimento di denaro - attraverso la rete di Eft/Pos, la gestione di carte microchip oppure con apposite App per smartphone. Tutti questi servizi potranno essere gestiti in collegamento diretto con il conto di pagamento aperto presso Moneynet. “Questo importante risultato, ha commentato Leonardo Bassilichi, amministratore delegato di Bassilichi, conferma la volontà di cogliere tutte le opportunità di business in un contesto sempre 10
più complesso rappresentato dal mondo dei sistemi di pagamento elettronici. Coerentemente con gli obiettivi previsti dal piano industriale 2013-2017, metteremo a disposizione anche del settore retail le nostre competenze nella monetica e la nostra piattaforma tecnologica nella quale intendiamo investire sempre più energie e risorse per continuare a essere competitivi grazie al lancio di servizi altamente innovativi, in sinergia con il sistema bancario”. Inoltre secondo Marco Di Marco, presidente di Moneynet, “la veste di istituto di pagamento permetterà a Moneynet di rafforzare e consolidare il suo presidio del mercato italiano dei pagamenti elettronici, diventato ancora più competitivo per la presenza di nuovi player di calibro internazionale che hanno come obiettivo l’erosione delle quote di margine oggi riservate al mondo bancario”.
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Che Banca! punta sul conto a zero spese Le spese vengono azzerate per chi opera solo su web
Christian Miccoli, amministratore delegato di Che Banca!
Nuova veste per il conto corrente CheBanca!, che azzera completamente le spese (spese di gestione e per le operazioni, per la carta di credito e il costo per l’imposta di bollo) per chi opera solo su web. E’ previsto invece un canone mensile di due euro per chi desidera un pacchetto di assistenza in filiale, così come c’è la possibilità di effettuare operazioni dispositive una tantum in filiale con una commissione fissa di tre euro a operazione. “Il nuovo conto corrente di CheBanca!, spiega Christian Miccoli, al timone della banca retail del Gruppo Mediobanca fin dal lancio a maggio 2008, rappresenta per noi un passo
molto rilevante, soprattutto per il suo significato simbolico all’interno della nostra strategia di business. Da oltre cinque anni, quando ancora stavamo progettando questa banca, non abbiamo mai smesso di ascoltare i bisogni dei clienti e di cercare soluzioni efficienti e moderne. Oggi siamo più che mai coerenti con questo principio. Il nuovo conto corrente è la conferma del nostro modo di fare banca e incarna esattamente l’attuale indirizzo strategico di CheBanca!: attenta ai bisogni oggi ma sempre più proiettata al futuro”.
Scandalo derivati: Mps tenta l’operazione trasparenza Chiusa la verifica sul portafoglio finanza: le perdite sui derivati ammontano a 730 milioni Al 31 dicembre 2012 ammontano a 730 milioni di euro (al lordo dell’eventuale effetto fiscale) le perdite sui derivati “Alexandria”, “Santorini” e “Nota Italia” accesi da Mps nel corso degli esercizi precedenti. Lo ha annunciato Fabrizio Viola, amministratore delegato di Banca Monte dei Paschi di Siena, dopo la chiusura della verifica sul portafoglio finanza dell’istituto. Rocca Salimbeni ha inoltre comunicato che il rimborso dei Monti-bond slitterà di un anno rispetto al previsto (dal 2015 al 2016)
dopo l’aumento di 500 milioni del prestito governativo. “Non è in atto alcuna fuga di depositi dalla banca, ha aggiunto Viola; il nuovo corso va avanti con il piano industriale che vede il rafforzamento dell’attività commerciale della terza banca del Paese”.
Fabrizio Viola, amministratore delegato di Banca Monte dei Paschi di Siena
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Flash news
Schroders e la finanza comportamentale Al via l’iniziativa Investimente per promotori e private banker
E’ la prima iniziativa in Italia che applica la finanza comportamentale all’attività di consulenza di promotori e private banker. Attraverso il sito web Investimente (www.investimente.it), lanciato da Schroders Italia in partnership scientifica con Matteo Motterlini, direttore del Cresa (Centro di Ricerca in Epistemologia Sperimentale e Applicata - Università VitaSalute San Raffaele), gli operatori professionali possono sottoporre ai propri clienti il “Test dell’Investitore Consapevole” per
individuare gli aspetti psicologici che ne condizionano le decisioni d’investimento. Il test, che è realizzato in esclusiva per il mercato italiano e non si sostituisce ai questionari di adeguatezza previsti dalla normativa MiFID, punta a individuare le emozioni e gli automatismi mentali che possono portare l’investitore a scelte non ottimali. Al termine della compilazione, della durata di 15 minuti circa, viene generato un report psico-finanziario personalizzato in due versioni
(una per il cliente e una per il consulente) che fornisce suggerimenti pratici per evitare i principali errori decisionali e acquisire maggiore consapevolezza. “Con Investimente, Schroders vuole sostenere gli intermediari finanziari nel loro delicato compito, oggi più difficile che mai, dice Luca Tenani, responsabile Distribuzione Italia di Schroders. Lontano da logiche commerciali e questionari di profilazione classica, è uno strumento di ‘lavoro’ per aiutare i consulenti a conoscere meglio gli investitori e gli investitori a conoscere meglio sé stessi. L’esigenza di una maggiore educazione finanziaria è sempre più sentita, complice la recente crisi economica che ha complicato il rapporto con gli investimenti. Siamo convinti che fare educazione finanziaria significa favorire la conoscenza non solo dei prodotti d’investimento ma anche del ruolo che l’emotività e le ‘abitudini’ giocano nel processo decisionale e nella percezione dei rischi. Migliorare la consapevolezza del modo in cui si decide è fondamentale per effettuare scelte più serene e razionali”.
La tecnologia Teradata per Abn Amro La banca olandese la utilizzerà per potenziare la proprie iniziative di business intelligence Abn Amro Bank ha scelto la tecnologia Teradata come piattaforma principale per tutte le proprie iniziative di business intelligence. La banca olandese potenzierà l’attuale datawarehouse Teradata per soddisfare i nuovi requisiti normativi e implementare funzionalità di Bi di nuova generazione orientate al miglioramento del servizio clienti. “Abn Amro, afferma Hans Fons, amministratore delegato di Teradata Belgio, punta a rafforzare il suo posizionamento nel mercato olandese, e per poterlo fare deve essere in grado di offrire un servizio clienti di qualità superiore. Inoltre la banca si sta preparando a soddisfare i requisiti normativi richiesti da Basilea e dal governo olandese. Il datawarehouse Teradata, insieme ad una gamma di applicazioni analitiche, offrirà informazioni dettagliate sulle necessità finanziarie e sulle operazioni bancarie dei clienti. Grazie a questa conoscenza più approfondita Abn Amro potrà intraprendere azioni decisive e mirate”. 12
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Pictet punta sui corporate bond dei mercati emergenti Disponibile in Italia il nuovo comparto Pictet-Emerging Corporate Bonds Investe nelle obbligazioni societarie dei mercati emergenti, con l’obiettivo di superare l’indice JP Morgan Cembi Broad Diversified del 2% annuo su un periodo di tre-cinque anni. E’ disponibile in Italia il nuovo comparto PictetEmerging Corporate Bonds della sicav Pictet Luxembourg di Pictet Asset Management. La gestione del comparto, che dal lancio avvenuto lo scorso novembre ha ricevuto sottoscrizioni per oltre 600 milioni di dollari, è stata affidata ad AlainNsiona Defise, arrivato in Pictet lo scorso anno da JP Morgan. Defise si avvale del supporto di un team composto da quattro analisti del credito societario delle aree in via di sviluppo. “Le emissioni corporate dei mercati emergenti, afferma Defise, offrono agli investitori una valida alternativa per beneficiare dei rendimenti allettanti e dei fondamentali solidi di società con sede nei Paesi emergenti. Rispetto
a quelle dei Paesi avanzati, le imprese dei mercati in via di sviluppo presentano infatti una leva inferiore e rendimenti più elevati. Considerando inoltre che quasi il 70% di tali aziende appartiene alla categoria investment grade e che i tassi di insolvenza e di recupero non differiscono da quelli di altri segmenti del mercato, l’asset class appare più sicura di quanto gli investitori possano pensare”. “In un contesto di generale difficoltà nel trovare fonti di rendimento obbligazionarie attraenti, dichiara Luca Di Patrizi, country head e managing director di Pictet Asset Management, il fondo Pictet-Emerging Corporate Bonds rappresenta una soluzione attraente per affrontare questa fase di mercato in un’ottica di diversificazione, ricerca di rendimento e decorrelazione rispetto alle principali altre classi d’investimento. La strategia investe
Luca Di Patrizi, country head e managing director di Pictet Asset Management
in titoli obbligazionari denominati principalmente in dollari Usa. Questo approccio permette di attenuare l’impatto diretto della volatilità delle valute emergenti”.
La crisi colpisce anche il money transfer Le rimesse degli immigrati dall’Italia nel 2012 sono diminuite dell’8% dopo cinque anni di crescita
Gabriel Sorbo, regional director di Western Uniona
Nel 2012, dopo cinque anni di crescita, le rimesse degli immigrati dall’Italia sono stimate in calo dell’8%: da 7,4 a 6,8 miliardi di
euro. La flessione è attribuita alla crisi economica, visto che la diminuzione dell’occupazione fra gli immigrati in Italia nel biennio 2010-2011, secondo l’Ocse, è stata infatti di circa il 3,3 per cento. Nel 2013, secondo le ultime proiezioni della Banca Mondiale, è prevista tuttavia una ripresa del flusso di rimesse in Italia come in altri paesi europei. E’ quanto emerge da una analisi a cura di Western Union sulla base dei dati di Banca Mondiale, Banca d’Italia, Ocse, Eurostat e altre fonti di mercato. “Nonostante il calo nel 2012, osserva Gabriel Sorbo, regional director di Western Union (fra i globale nei trasferimenti di denaro con 510mila agenzie in 200 paesi, ndr), il money transfer rimane molto popolare in Italia. La sua diffusione è legata all’aumento della presenza di immigrati negli ultimi anni, che ha raggiunto i 6 milioni, secondo l’Istat. Anche 13
gli italiani utilizzano i servizi di trasferimento di denaro da e verso l’estero e all’interno del Paese. Il successo del money transfer si basa sull’affidabilità, la velocità del nostro servizio ‘a minuti’, l’estensione del nostro network internazionale e i costi competitivi con il nostro sistema ‘Next Day’ con la consegna il giorno successivo”. Le principali destinazioni delle rimesse dall’Italia, secondo i dati della Banca d’Italia, sono Europa dell’Est, Africa, America Latina e Sud-Est Asiatico. L’Italia, secondo Eurostat, è il secondo mercato del Vecchio Continente con una quota del 19% dopo la Francia. “La presenza di stranieri in Italia tenderà a consolidarsi in questo decennio, secondo un recente studio del Cnel, ricorda Sorbo; nel 2020 gli immigrati rappresenteranno il 13% della forza lavoro con una maggiore presenza negli impieghi più qualificati”.
Flash news
Il crollo del mercato dei mutui nel 2012 Il Barometro Crif della domanda di mutui e prestiti delle famiglie evidenzia un -42% per la domanda di mutui
Simone Capecchi, direttore Sales & Marketing di Crif
Un annus horribilis per la domanda di credito delle famiglie. Il Barometro della domanda di mutui e prestiti delle famiglie di Crif evidenzia infatti un pesante -42% per la domanda di mutui nel corso del 2012, sulla scia dell’andamento negativo delle compravendite di immobili residenziali. Peraltro il calo risulta ancora più significativo nel confronto con gli anni precedenti. “Il crollo della domanda di nuovi mutui, spiega Simone Capecchi, direttore Sales
& Marketing di Crif, è spiegabile principalmente con le difficoltà derivanti dalla crisi, che ha indotto le famiglie italiane a posticipare a momenti più favorevoli l’acquisto di un immobile residenziale. Questo atteggiamento di estrema cautela non è stato stimolato neppure dalla diminuzione dei prezzi delle abitazioni registrata nel corso dell’ultimo anno. In altre parole, le famiglie sembrano essersi ‘autocensurate’, evitando di appesantire il proprio indebitamento rispetto al reddito disponibile, in una sorta di deleveraging, nel timore di poter trovare difficoltà nel ripagare nel tempo il finanziamento acceso. In più, va registrata la sostanziale scomparsa dei mutui di surroga e sostituzione, di fatto oggi non più convenienti per i richiedenti”. A conferma di questo trend va considerata anche la progressiva diminuzione dell’importo medio richiesto per i mutui, che nel 2012 ha fatto registrare un ulteriore calo (131.445 euro contro i 136.863 del 2011), così come l’ormai consolidato spostamento verso le fasce più basse
per quanto riguarda l’importo delle richieste di mutuo (quella compresa tra i 100mila e i 150mila euro vanta una quota superiore al 29 per cento). La domanda di prestiti fa registrare invece un -4%, scontando la contrazione dei consumi di beni durevoli di importo più rilevante (auto, moto, arredamenti, elettrodomestici) tipicamente sostenuti dall’accensione di un finanziamento. Tuttavia, facendo riferimento al 2008 (cioè prima dell’inizio della crisi), emerge una diminuzione complessiva del -18 per cento. “Il clima di elevata incertezza che ha caratterizzato l’intero 2012, osserva Capecchi, ha di fatto portato le famiglie a comprimere i consumi rimandando o rinunciando agli acquisti, soprattutto a quelli di valore più consistente o quelli considerati non strettamente indispensabili, con la conseguente diminuzione dei finanziamenti richiesti. Nel complesso abbiamo registrato una maggiore tenuta da parte della domanda di prestiti a sostegno delle spese di importo più contenuto, che prevedono piani di rimborso meno impegnativi”.
Il Papillon di UniCredit E’ un nuovo sistema che permette di effettuare pagamenti biometrici touchless Consente di effettuare pagamenti biometrici touchless, grazie a un nuovo sistema che identifica le persone sulla base della mappa delle vene della mano. Si chiama Papillon, ed è stato messo a punto dal team di Ricerca e Sviluppo di UniCredit guidato da Marco Berini e Riccardo Prodam. In pratica Papillon, che è stato inaugurato presso un negozio della catena Kiko Make Up Milano dall’amministratore delegato di UniCredit Federico Ghizzoni, permette di pagare i propri acquisti semplicemente avvicinando la propria mano al sensore, integrato in un Pos di nuova generazione. Grazie a Papillon, in pochi secondi il lettore riconosce l’utente e provvede a effettuare il pagamento. Il meccanismo è semplice: il sensore, attraverso lo spettro emesso dall’emoglobina presente nel sangue quando viene investita da un impulso elettromagnetico, riconosce la mappa delle vene e delle arterie della mano, che è unica per ciascun individuo. Il sensore non fa altro che “tradurre” simultaneamente questa mappa in un codice numerico univoco. E’ comunque necessario registrarsi preventivamente al servizio, consentendo al sistema di memorizzare una prima volta la tracciatura delle vene dell’utente: da quel momento in poi, ogni volta che avvicinerà la mano al sensore, Papillon lo riconoscerà in maniera certa. “Innoviamo per competere e crescere, ha affermato Ghizzoni, lo richiede il mercato e ancor più i clienti. Per questo lavoriamo per implementare un nuovo modo di fare banca, investendo risorse nello sviluppo di soluzioni all’avanguardia in grado di produrre anche nuovi prodotti e servizi. Il nuovo team di Research & Development ha iniziato a generare idee innovative e prototipi basati sulle tecnologie più avanzate, per valorizzare creativamente il nostro patrimonio, ovvero i nostri clienti, i colleghi e la nostra rete, per creare nuove soluzioni a beneficio di tutto il Gruppo”. “Papillon, ha dichiarato Berini, è un cambiamento di paradigma; sinora tutti i sistemi tradizionali d’identificazione riconoscevano un documento o un dispositivo che apparteneva all’individuo. Questo sistema riconosce l’individuo stesso attraverso una procedura semplice e per nulla invasiva come il mostrare il palmo della propria mano a un sensore, senza neanche toccarlo”. 14
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