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n. 16 agosto 2013

in copertina

Dalla svolta di Mediobanca una nuova era per Compass

speciale

Sportelli: si, no, come?

storie di business Pitagora / A10 Networks / Deutsche Bank / Consorzio Cbi / Micro Focus

immobiliare

Il Punto Rea Srl / Assofinmed Gian Luca Sichel, amministratore delegato di Compass 1


www.bancaemercati.com 2


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News

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Banca&Mercati è un periodico on line Registrazione presso il Tribunale di Milano, n. 291 del 26/05/2010 Banca&Mercati è una testata di Business Gallery di Andrea Bigi, P.Iva IT07041300968 C.F. BGINDR69H16E897M Anno III numero 16 agosto 2013

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Banca&Mercati Blend Tower, Piazza IV Novembre 7 20124 Milano Tel. +39 02 87 34 30 19 Fax +39 02 87 34 44 44 www.bancaemercati.com BG Business Gallery di Andrea Bigi P.Iva IT07041300968 C.F. BGINDR69H16E897M Sede legale: Viale Montello 5, 46100 Mantova

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Direttore responsabile Andrea Bigi Testi a cura di Andrea Bigi, Rosaria Barrile, Elena Giordano Bellini Grafica e web Carlo Ghelfi per informazioni e segnalazioni info@bancaemercati.com per informazioni commerciali Valeria Rossana Volpe commerciale@bancaemercati.com hanno collaborato Adrian Ash, Emanuele Cagnola, Luca Calconi, Nicolò Carpaneda, Roberto Cominotto, Didier Le Menestrel, Alan Mudie, Evelyne Pflugi, Mike Riddell, Stuart Thomson, Ben Traynor, Ad van Tiggelen, Daniele Vergari, Richard Woolnough


Editoriale

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Flash News

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Focus corner • Cosa fare mentre l’oro crolla? / Adrian Ash di BullionVault

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• Le azioni tornano protagoniste / Alan Mudie di Union Bancaire Privée

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• Shale gas: euforia o rifiuto? / Nicolò Carpaneda di M&G

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• Chi sono gli speculatori dell’oro / Ben Traynor di BullionVault

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• Le banche sono pronte per la rivoluzione mobile? / Emanuele Cagnola di Compuware • Estate 2013: azionario su grazie ai TINA / Ad van Tiggelen di Ing Investment Management

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• L’ombra della Spagna sulla crisi del debito / Mike Riddell di M&G Emerging Markets Bond

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• Le nuove opportunità dalla rivoluzione energetica / R. Cominotto e E. Pflugi di Swiss & Global Asset Management

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• La Fed e la fine del QE / Richard Woolnough di M&G

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• Le crisi obbligazionarie, ieri e oggi/ Didier Le Menestrel di Financière de l’Echiquier

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• Collection: sempre più mirata e strutturata / Luca Calconi e Daniele Vergari di Experian

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• Come prepararsi alla fine del QE / Stuart Thomson di Ignis Asset Management

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News&Eventi • Semplicità, sicurezza e costi contenuti

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• Tra privacy e personalizzazione

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• Banche: a rischio la fedeltà dei clienti

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• L’età dell’oro per i dividendi (negli Usa)

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• Le Pmi e il funding gap

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• Così riparte il mercato

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• UniCredit, la nuova strategia è cross-canale

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• Frodi creditizie: oltre 24mila casi nel 2012

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n.16 agosto 2013

• Salva un albero, usa Time4Mind!

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• Fidarsi della nuvola: il cloud nel banking non è più utopia

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• Qualità del credito sotto controllo con Cedacri

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Speciale Sportelli: si, no, come? • Lo sportello? Largo al modello relazionale / Abi: Luisa Bajetta

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• Verso la "rete ideale" / UniCredit: Gabriele Piccini

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• La filiale? “Vista autostrada” / Banca Ifis: Giovanni Bossi

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• Più vicini ai clienti in un mondo che cambia / Gruppo Ubi Banca: Rossella Leidi

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• La filiale è di design e sostanza / Banca Sistema: Egisto Franceschi

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In copertina

• Dalla svolta di Mediobanca una nuova era per Compass

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Performance

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Carriere

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• ATS e Pitagora: così l’It si allinea alle esigenze del business

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• Applicazioni sotto controllo con A10 Networks

86

• Deutsche Bank: largo all’It Transformation

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• Pagamenti e cash management, largo all’innovazione

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• Chi taglia i costi (e i rischi) del rehosting

90

Storie di business

Immobiliare • Il fair value nella filiera del Real Estate

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• Commercialisti vs mediatori creditizi

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Stile • Dopo il leasing, la seconda vita della nautica

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Uomini e Tecnologie

A servizio del cliente Lavoriamo insieme con passione e determinazione condividendo valori e obiettivi

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Editoriale

Andrea Bigi, direttore di Banca & Mercati

Il Paese “irriformabile” In attesa della sentenza della Cassazione sul processo Mediaset, il prossimo 30 luglio, registriamo questa interessante dichiarazione di Flavio Zanonato, attuale ministro dello Sviluppo Economico: “Penso che all’inizio dell’autunno sarà possibile annunciare che non ci sarà un punto di Iva in più e non ci sarà l’Imu sulla prima casa”. Ecco, dietro questa apparente buona notizia su Imu e Iva si evidenzia l’enorme difficoltà che caratterizza l’azione dell’Esecutivo Letta, ormai giunto alla fatidica soglia dei cento giorni: superata la tanto criticata politica dell’annuncio, sembra impossibile ma siamo arrivati “all’annuncio dell’annuncio”. Con buona pace del pur volenteroso Decreto del Fare, che così tante cose poi non ha fatto. Nessuna sorpresa, per la verità. Il percorso irto di ostacoli che attendeva il Governo Letta era stato ampiamente previsto da tutti gli osservatori. Da una parte, pende il fattore B, ovvero le temute reazioni del Centrodestra di fronte alle vicende giudiziarie del suo leader: dalla voliera un po’ imbolsita del PDL escono periodicamente falchi, colombe e anche qualche piccione, al punto che non si capisce più bene oggi cosa sia, il PDL, se non quello che è sempre stato, ossia solo e unicamente il partito di Silvio Berlusconi. Dall’altra parte preme tuttavia il fattore R, ovvero la lotta per la leadership del PD che fu di Bersani e che per la prima volta non sembra avere un vincitore designato. In realtà il vincitore designato ci sarebbe anche, se Matteo Renzi fosse appoggiato dall’establishment del PD, che invece non lo vuole come capo ed è tuttora in grado di mobilitare la maggioranza degli iscritti al partito. Infine resta il fattore G, nel senso che si poteva perlomeno auspicare che sulla speditezza dell’azione di governo (ad esempio nel caso dei cosiddetti “costi della politica”) avrebbe potuto incidere positivamente la forza parlamentare del M5S. Presentatosi a Roma come un vero e proprio spauracchio, accreditato addirittura di un ipotetico 40% nel caso di un immediato ritorno al voto, il movimento di Beppe Grillo è andato vicino a eleggere il “suo” presidente della Repubblica, ma poi si è via via autoridimensionato. Innanzitutto,

facendo trasparire tutta l’ovvia inesperienza (e in alcuni casi inadeguatezza) dei propri eletti, e in secondo luogo, soprattutto, scontando l’errata strategia di comunicazione del proprio leader, il quale invece che bollare i media come “venduti” avrebbe dovuto cavalcare l’onda del populismo e sfruttarli, i media, per continuare a martellare la sua propaganda. Di fondo resta una sensazione di attesa, ma non tanto per le decisioni della Cassazione. La domanda che bisogna porsi è infatti molto semplice: è davvero possibile cambiare questo paese? E’ migliorabile in qualche modo il sistema politico, è risanabile l’economia, è riconducibile a qualche forma di razionalità la spesa pubblica? Cento giorni fa avevamo detto che il destino di questo governo si sarebbe comunque giocato sull’economia. Sì, ma quale economia? Oggi, più che a Letta e alla “irriformabile” politica italiana, siamo al punto che bisogna guardare alle mosse di Draghi e della Bce, se non addirittura a quelle del lontanissimo e disinteressato Bernanke (e della Fed), per sentirsi un po’ più tranquilli.

Andrea Bigi

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Flash news

L’alternativa Infonet alle visure ipocatastali Ricco (acronimo di Rapporto Immobiliare Catasto e COnservatoria) è stato scelto dalla Banca Popolare di Sondrio e dalla Bcc Laudense - Lodi

E’ un servizio di informazione che permette di ridurre le tempistiche per le procedure di affidamento bancario. Si tratta di Ricco (acronimo di Rapporto Immobiliare Catasto e COnservatoria), servizio offerto da Infonet al settore Banking & Finance che si inserisce nell’ambito della fase istruttoria di una pratica e permette agli istituti di credito di procedere alle verifiche per valutare l’affidabilità dei richiedenti e il grado di rischiosità delle operazioni. In pratica, con un’unica interrogazione è possibile reperire i dati, aggiornati alla data di ricezione del report, degli

immobili censiti al catasto intestati al richiedente. Inoltre è possibile visualizzare l’esistenza di gravami e il dettaglio degli stessi, eventuali casi di omonimia nonché la presenza di ulteriori beni registrati presso altre conservatorie. Ricco rappresenta dunque un’alternativa alla tradizionale visura ipocatastale, ma con una serie di benefici aggiuntivi per l’utilizzatore, come confermano Pietro Zamproni, dell’Ufficio Istruttoria Crediti della Bcc Laudense - Lodi, e Franco De Maestri, dell’Ufficio Sviluppo Applicativo e Business Intelligence della Banca Popolare di Sondrio.

“Abbiamo scelto di utilizzare Ricco per la sua innovatività e la qualità dell’output informativo rispetto alle alternative disponibili sul mercato, dice Zamproni. In primo luogo, la possibilità di integrare il servizio nei sistemi informativi direzionali della banca garantisce la possibilità di accedervi in modo facile e veloce anche alle filiali dislocate sul territorio. In secondo luogo, i Ricco di Infonet consentono di avvalersi di un unico partner di riferimento, per la consultazione simultanea di più banche dati, con un notevole risparmio sia in termini di tempo sia di costi”. “Prendendo come riferimento una normale pratica di mutuo, aggiunge De Maestri, il Ricco di Infonet risulta avere un costo inferiore di circa il 40% rispetto alle tradizionali visure ipocatastali, senza dover rinunciare alla qualità. Accedendo alla piattaforma on line, si può scegliere, infatti, il grado di approfondimento del rapporto e, una volta confermato, i risultati vengono inviati tramite un format di presentazione molto semplice e di immediata lettura e interpretazione. Inoltre, è una soluzione molto rapida: la maggior parte delle richieste sono evase in tempo reale e, in caso di pratiche molto complesse, il tempo medio è di circa 25 minuti”.

Ncr e gli Atm contactless In collaborazione con MasterCard e Ing Bank, Ncr ha realizzato in Polonia uno dei primi sportelli Atm contactless al mondo Uno dei primi sportelli Atm contactless al mondo, che consente all’utente di effettuare qualsiasi operazione avvicinando semplicemente la propria carta al lettore. Lo ha realizzato Ncr in Polonia in collaborazione con MasterCard e Ing Bank. In pratica, presso gli sportelli abilitati, i clienti di Ing Polonia in possesso di carte di credito contactless Visa e MasterCard potranno prelevare facilmente il proprio denaro senza dover inserire la carta nel lettore.

Il che, fa notare Roberto Mozzi, Ncr Financial Area Industry leader Italia, rende una transazione contactless “approssimativamente il 25% più veloce di un prelievo tradizionale”. Una volta inserito il necessario codice Pin, i clienti potranno scegliere se effettuare un prelievo oppure un versamento. “L’introduzione della tecnologia contactless, ha dichiarato Barbara Borgiel-Cury, head of Accounts, Payments and Cards Department di Ing Bank Slaski, ottimizza le 8

transazioni, rendendole più veloci e convenienti. Non è solo la prima istallazione di questo tipo in Polonia, ma addirittura una delle prime nel suo genere in tutto il mondo. Vogliamo che i nostri clienti abbiano accesso alle soluzioni più moderne, efficaci e sicure che il mercato mette a disposizione. Le transazioni mobile e contactless rappresentano il futuro del settore finanziario, in Polonia e nel mondo”.


Flash news

Intesa Sanpaolo riorganizza l’asset management nell’Est Europa Via al nuovo polo che consoliderà tutte le attività del settore nell’area

Intesa Sanpaolo ha annunciato la costituzione di un nuovo polo dell’asset management nell’Est Europa (Hub) che consoliderà tutte le attività del settore nell’area. Il nuovo Hub, che è controllato da Eurizon Capital Sgr con il 50,1% ed è il frutto della collaborazione

fra Eurizon e la divisione Banche Estere di Intesa, nasce da un progetto di razionalizzazione delle partecipazioni esistenti nell’ambito del quale la società slovacca Vub Asset Management assume il ruolo di sub-holding a cui fanno capo l’ungherese Cib Investment

Fund Management e la croata Pbz Invest. Le tre società al 31 marzo 2013 avevano asset in gestione per circa 2 miliardi di euro. “L’iniziativa, commenta Mauro Micillo, amministratore delegato di Eurizon Capital Sgr, rientra in una strategia di potenziamento e diversificazione geografica della presenza di Eurizon Capital all’estero. La società è già attiva in Asia attraverso la partecipazione del 49% in Penghua Fund Management (Cina) e la branch commerciale di Eurizon Capital SA a Hong Kong. La collaborazione con le banche estere del Gruppo nell’Est Europa punta a replicare quanto realizzato in Italia con Banca dei Territori in termini di servizio e sinergie tra Sgr e collocatore”.

Ubi Banca sostiene le nuove generazioni Con un mutuo per i giovani senza un contratto di lavoro a tempo indeterminato e un finanziamento fino a 50mila euro per le start-up Ubi Banca ha messo a punto due nuove soluzioni finalizzate a garantire maggiore solidità ai progetti delle giovani coppie e dei nuovi imprenditori. Si tratta di un mutuo per i giovani che non hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato e un finanziamento fino a 50mila euro per i progetti di start-up. “Era necessario ripensare i modelli tradizionali di concessione dei mutui perché oggi il mercato del lavoro, soprattutto per i giovani, è profondamente cambiato, spiega Victor Massiah, consigliere delegato del Gruppo Ubi Banca. Oggi le nuove generazioni sono in gran parte precarie, e un Gruppo come il nostro che vuole fare ‘Banca per bene’ deve pensare anche al loro futuro”. L’iniziativa “Mutuo casa giovani coppie 2013” si caratterizza per un rapporto massimo tra rata e reddito del 35% e un Loan To Value che può arrivare a coprire fino all’80% del valore di perizia dell’immobile, e viene proposto in tre tipologie: fisso, variabile e variabile con cap.

Vuoi metterti in proprio o avviare una tua attività? Diamo credito alle tue nuove idee con un finanziamento fino a 50.000 euro. 800.500.200 - www.ubibanca.com Ullaut verovit volorum re perunt, si cus, sinia quos entem rehent ut vitem rectent. Lentibus, sunt quiberum rem et quis nimustis vent aliti omnienihil mod maiorum quam eaquo conse sam verrorp orestinus ma pero et moluptaqui dit, sitis qui

Fare banca per bene.

L’importo massimo erogabile vicedirettore generale di Ubi Volate in filiale. Abbiamo un mutuo pensato per le coppie determinate, se non hanno un lavoro aPer tempo indeterminato. è anche di 500mila euro. quanto Banca, ci confermano come una per bene. riguarda il finanziamento, invece, banca dinamica, attentaFareebanca sensibile potrà avere durata variabile da alle esigenze delle nuove famiglie. un minimo di 18 a un massimo di A testimonianza della rilevanza che 60 mesi e consentirà di ottenere diamo a queste iniziative abbiamo fino a 50mila euro in un’unica deciso, per la prima volta da quando soluzione da impiegare per le il Gruppo è nato, di supportarle con spese di avviamento, per piccoli una grande campagna pubblicitaria investimenti produttivi e per multimediale che prevede spot Tv assunzione di personale. “Queste e radio, annunci stampa e media soluzioni, dice Rossella Leidi, digitali”. 800.500.200 - www.ubibanca.com

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Flash news

La tecnologia contro le frodi assicurative Da uno studio a cura di Xeffe e CeTIF l’Italia non va oltre al 2% di frodi accertate sul totale dei sinistri verificatisi Il fenomeno delle frodi, da sempre presente nel panorama assicurativo, negli ultimi anni sta diventando sempre più preoccupante, in particolar modo per il mercato italiano e con riferimento al ramo Rc Auto. Un dato su tutti: l’Italia non va oltre al 2% di frodi accertate sul totale dei sinistri verificatisi, mentre la media europea di sinistri fraudolenti si attesta intorno al 10%, e questo a causa di un maggior numero di frodi sommerse nel nostro Paese. E’ quanto emerge da uno studio sulla tematica delle frodi realizzato da Xeffe, software house specializzata sul mondo finance, in collaborazione con il CeTIF. Su questo tema il CeTIF ha organizzato recentemente il competence centre “Fraud Management Assicurativo: processi e sistemi alla luce della nuova normativa”, che ha messo in luce come le compagnie assicurative, a causa di carenze strutturali del comparto e delle normative, spesso non mettano in atto azioni concrete finalizzate alla prevenzione e all’individuazione delle frodi. Lo studio ha inoltre rilevato come un modello organizzativo che sia efficace nelle azioni di contrasto alle frodi non possa prescindere dall’integrazione di strumenti tecnologici evoluti di Fraud Detection, Prevention & Investigation. A questo proposito Xeffe propone la soluzione antifrode Xfraud, che permette l’identificazione delle probabili frodi tramite l’applicazione di regole predefinite e personalizzabili da ogni compagnia, utilizzando i dati forniti dalla compagnia stessa e associandoli a banche dati esterne fornite dalle istituzioni (Ania, Ivass, Inail ecc.), a banche dati private e ai dati disponibili sui social network.

Banca di Sassari: soluzione ATS per la gestione degli incassi Nell’ambito della gestione dei prestiti contro cessione del quinto dello stipendio

Ridurre i tempi di lavorazione e le risorse impiegate per svolgere l’attività di riconciliazione degli incassi con la pratica di riferimento, nell’ambito della gestione dei prestiti contro cessione del quinto. E’ l’obiettivo centrato da Banca di Sassari (Gruppo Bper) tramite l’applicazione del Sistema di

Abbinamento Incassi sviluppato da ATS, che esegue da subito l’associazione automatica della maggior parte dei movimenti e aumenta nel tempo il livello di automatismo grazie a funzioni di auto-apprendimento. Il sistema è in grado di lavorare sia sui dati strutturati sia su quelli non 10

strutturati, che sono variabili da banca a banca e differenti per ogni tipologia di pagamento, rendendo pertanto l’attività, di solito svolta manualmente, assai onerosa e soggetta a errori. “Abbiamo ridotto a un terzo i tempi di elaborazione e diminuito anche il numero di persone necessarie all’attività, dichiara Agostinella Deiana, responsabile Organizzazione divisione Consumer Gruppo Bper, conseguendo molteplici risultati che vanno da una più efficace allocazione delle persone sulle diverse fasi di lavoro dei processi, con una migliore gestione dei picchi di lavoro, a una riduzione del rischio operativo, ottenendo infine una maggiore efficienza dell’intero processo. Risultati concreti che abbiamo riscontrato misurando il primo mese di attività, e che, siamo certi, miglioreranno nel tempo”.


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La crisi e lo stress da lavoro Un’indagine condotta da Robert Half evidenzia la crescente presenza di dipendenti demotivati e stressati nelle aziende Nelle aziende è sempre più comune la presenza di dipendenti demotivati e stressati. Lo sostiene il 58% dei responsabili Risorse Umane intervistati nell’ambito di una recente indagine condotta da Robert Half. L’indagine mette anche in luce i principali fattori che contribuiscono allo stress da lavoro: il 59% degli intervistati vede nella “situazione economica” la prima ragione di stress, che sale al 61% per le piccole imprese, seguita poi dal “carico di lavoro” (51%) e dalle “aspettative disattese o irrealizzabili ” (36 per cento). “Lo stress da lavoro, commenta Erika Perez, associate director di Robert Half, può colpire qualsiasi professionista, dal top manager all’impiegato. I prolungati periodi di eccessivo carico di lavoro spesso implicano straordinari, lunghe ore alla scrivania con poche

pause che, in alcuni contesti, possono generare stanchezza e demotivazione. Nell’attuale scenario di incertezza economica, poi, è sempre più frequente che le aziende mantengano i propri team snelli, anche nei momenti di picco di lavoro, rischiando

di affaticare le proprie risorse”. Ma che cosa possono fare le aziende per prevenire stress e demotivazione tra i dipendenti? La metà dei responsabili Risorse Umane ha risposto di promuovere un ambiente di lavoro più collaborativo, il 39% di rivedere i ruoli e le relative mansioni al fine di bilanciare al meglio i carichi di lavoro, il 37% di offrire un orario di lavoro flessibile o la possibilità di lavorare da casa. Infine, il 29% delle aziende incoraggia i propri dipendenti a prendersi ferie e/o premessi. “E’ importante confrontarsi con regolarità con le proprie risorse, conclude Perez, per verificarne il grado di motivazione e impegno così da essere pronti, ai primi segnali di stress, a mettere in atto misure per alleviare la pressione”.

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Flash news

Barometro Crif: prosegue il calo della domanda di credito I dati di aprile indicano un -3% per la domanda di prestiti e -9% per la domanda di mutui, nell’ambito delle famiglie, e un -1%per i finanziamenti richiesti dalle imprese Aprile in negativo per la domanda di credito di famiglie e imprese. I dati del Barometro Crif indicano infatti un -3% per la domanda di prestiti e -9% per la domanda di mutui, nell’ambito delle famiglie, e un -1%per i finanziamenti richiesti dalle imprese. Se la flessione dei mutui rappresenta ormai un trend strutturale (dura dall’inizio del 2011), preoccupa in particolare la debolezza della domanda di prestiti e finanziamenti da parte delle imprese, che negli ultimi due mesi hanno invertito il trend positivo che aveva caratterizzato l’ultimo trimestre del 2012. Per quanto riguarda la domanda di credito da parte delle famiglie, “rispetto al trend dei finanziamenti effettivamente concessi, che potrebbero dipendere sia dalla prudenza della domanda sia da politiche di erogazione più restrittive adottate dagli istituti di credito, spiega Simone Capecchi, direttore Sales & Marketing di Crif, la debole dinamica in atto descrive in modo inequivocabile l’atteggiamento estremamente cauto da parte delle famiglie, alle prese con la fragilità del mercato

del lavoro, la riduzione dei redditi disponibili e la conseguente preoccupazione riguardo la capacità di far fronte agli impegni finanziari”. Sul fronte dei mutui, invece, a ulteriore conferma della

accoppiarsi con la perdurante cautela da parte degli istituti di credito, alle prese con un tasso di default in lento ma continuo aumento nonostante gli interventi varati a supporto delle famiglie

cautela adottata dalle famiglie italiane va considerata la progressiva diminuzione dell’importo medio richiesto per i mutui, che ad aprile si è attestato a 127.749 euro contro una media di 131.803 euro rilevata nel 2012. Inoltre, a livello di importi medi richiesti, prosegue lo spostamento verso le fasce più basse. “La debolezza della domanda di mutui da parte delle famiglie, osserva Capecchi, continua ad

e le numerose rinegoziazioni dei piani di rimborso”. Infine, per i finanziamenti richiesti dalle imprese, se si scompone il dato tra imprese individuali e società, si evidenzia un andamento più regolare e un segno lievemente positivo (+0,67% nel mese di aprile e +3,41% nel quadrimestre) per le società rispetto alle ditte individuali (-3,4% ad aprile e -3,5% nei primi quattro mesi 2013).

Cariparma Crédit Agricole e la comunicazione digitale Il Gruppo punta sui canali interattivi come Twitter e YouTube Dopo l’apertura del canale YouTube, il Gruppo Cariparma Crédit Agricole ha annunciato l’ingresso su Twitter. Attraverso i nuovi canali interattivi, gestiti con il supporto dell’agenzia We Are Social, la banca intende rafforzare il dialogo con i propri clienti e aprirsi alla comunità di influencer on line. In particolare, attraverso Twitter (account @GCariparmaCA), il Gruppo parlerà agli utenti in rete di Mondo Cariparma Crédit Agricole, con highlights su news, eventi e prodotti del Gruppo; Rugby, con news, immagini e video sulla nazionale italiana sponsorizzata dalla banca; Arte e Cultura, con l’indicazione di mostre, pubblicazioni e iniziative promosse dalla banca in questi ambiti; Sociale, con i progetti di responsabilità sociale e le iniziative realizzate per il territorio. La “svolta digital” di Cariparma Crédit Agricole è stata anche accompagnata dalla creazione del sito istituzionale di Gruppo, www.gruppocariparma.it, cui seguirà il restyling dei siti di Cariparma, FriulAdria e Carispezia con un allineamento stilistico ai nuovi canoni della corporate image. I maggiori interventi riguardano una nuova interfaccia di maggiore impatto emozionale grazie alle immagini, un tono informale e una nuova architettura delle informazioni. 12


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L’impatto dell’e-comm sulle carte di credito L’Osservatorio Acquisti CartaSi prevede che l’uscita dalla crisi economica si verificherà soltanto nel 2014 L’Osservatorio Acquisti CartaSi segnala che nel 2012 il totale della spesa con carta è stato di 76,3 miliardi di euro, con una crescita nominale del 2,6 per cento. La previsione per il 2014, quando dovrebbe verificarsi l’uscita dalla crisi economica, è di oltre 80 miliardi (+2,4%), mentre per il 2013 il trend di spesa annuale dovrebbe crescere complessivamente dello 0,8 per cento. Tuttavia, se si esclude il canale e-commerce (che nel 2012 ha fatto segnare un +16,5%), gli andamenti previsti per il 2013 e il 2014 calano rispettivamente al -1% e al +0,8 per cento. L’Osservatorio Acquisti CartaSi, che è basato sull’elaborazione di un database quadriennale di più di 60mila serie storiche proprietarie, evidenzia inoltre alcuni cambiamenti comportamentali che hanno caratterizzato i consumatori nel 2012: innanzitutto il rallentamento delle spese in informatica, “dovuto probabilmente sia alla minor pressione dell’offerta, specie sotto Natale, sia a una minor reattività da parte delle fasce di persone non ancora raggiunte dai prodotti tecnologici”, al quale ha fatto da contraltare il boom della spesa on line in telefonia e prodotti musicali, che denota la continua espansione dell’utilizzo dei device mobili; in secondo luogo il ridimensionamento della crescita delle spese dedicate al turismo, mentre aumentano quelle per i servizi ricreativi; infine la riduzione della spesa in prodotti fisici, in particolar modo nel periodo dei saldi.

Semestrali Abi: redditività delle banche ai minimi storici Il Roe dell’attività bancaria cade allo 0,47% nel 2012 dal +2,38% del 2011, con un utile consolidato a un miliardo di euro dai cinque miliardi del 2011. Bene la patrimonializzazione

Le banche italiane scontano gli effetti già negativi della congiuntura economica, cui si sommano il carico del nuovo quadro regolamentare europeo e talune norme nazionali che ampliano il divario di competitività rispetto ai principali concorrenti europei. In questo quadro, sottolineano le nuove Semestrali Abi sui bilanci di fine 2012, “è irrinunciabile per istituti di credito a vocazione prevalentemente commerciale recuperare una redditività che ha raggiunto minimi storici mentre affrontano rigide politiche di patrimonializzazione”. In effetti,

dall’analisi dei conti economici del campione di 39 gruppi bancari esaminati, prosegue il trend al ribasso della redditività di settore: il Roe, calcolato al netto delle componenti straordinarie non ricorrenti (es. svalutazione avviamenti) dell’attività bancaria cade allo 0,47% nel 2012 dal +2,38% del 2011, con un utile consolidato che scende a un miliardo di euro dai cinque miliardi del 2011. Non rettificando per tali componenti straordinarie, il risultato netto consolidato è negativo per 1,8 miliardi, con un Roe al -1 per cento. Alla redditività lorda del 2012 hanno contribuito negativamente sia il margine d’interesse, con un decremento del 5% e una riduzione di circa 2,4 miliardi, sia le commissioni nette in discesa del 2,2% di circa 550 milioni. Rimane comunque positivo il margine di intermediazione, in recupero del 3,3% per oltre 2,5 miliardi, grazie all’aumento degli altri ricavi netti (attività di negoziazione, risultato netto sia delle attività finanziarie 13

valutate al fair value e sia delle attività cedute e/o riacquistate). Sul versante degli oneri, prosegue invece il recupero di efficienza delle banche con una riduzione delle spese amministrative del 2,2%, dato su cui si riflette sia la diminuzione delle spese per il personale (-2,7%) sia quella delle altre spese amministrative (-1,5 per cento). Abi segnala inoltre il rilevante flusso delle rettifiche di valore nette dei crediti iscritte nei conti economici 2012 (26 miliardi circa di euro contro i 16,7 miliardi del precedente esercizio), che è la conseguenza di “politiche contabili delle banche improntate a crescente prudenza valutativa, in linea con le valutazione dell’Autorità di vigilanza”. Infine, per quanto riguarda la patrimonializzazione, le banche italiane risultano oggi “pienamente allineate alla media europea”, con il Tier 1 che passa dal 9,52% del 2011 al 10,56% del 2012 e il Total Capital ratio al 13,46% rispetto al 12,71% dell’anno precedente.


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La tecnologia di sicurezza Vasco per Hsbc Bank Brazil Permette l’accesso a tutti i canali della banca attraverso un’unica autenticazione, grazie a un’app che sfrutta la tecnologia Otp Hsbc Bank Brazil ha scelto di integrare le funzionalità mobile di Digipass di Vasco Data Security International contestualmente all’espansione della propria offerta di servizi on line e mobile. A oggi sono oltre 90mila i correntisti della banca che utilizzano il proprio dispositivo mobile per accedere ai canali self-service ed eseguire transazioni finanziarie. Grazie all’implementazione delle nuove funzionalità, Hsbc Bank Brasile è il primo istituto finanziario al mondo a offrire un accesso completamente integrato a Internet banking, mobile banking, contact center, sportelli bancomat ed e-commerce. Infatti, per proteggere le transazioni on line, ai clienti basterà scaricare l’app “Digipass for Mobile” sul proprio device mobile e, a ogni connessione,

verrà generata una password monouso (Otp) per accedere a tutti i vari canali della banca. Ad esempio, un cliente di Hsbc che ha scaricato Digipass for Mobile può prelevare soldi a un Atm senza usare il bancomat ma solo con il proprio cellulare. Inoltre, il cliente può chiamare il contact center Hsbc semplicemente cliccando su un pulsante dell’applicazione. Automaticamente, l’applicazione verifica le credenziali del cliente, effettua la telefonata ed esegue le procedure di sicurezza (identificazione e la verifica della password), senza che sia necessario l’intervento di un operatore. Dopo la verifica, il cliente può eseguire direttamente tutte le operazioni finanziarie. La tecnologia di Vasco garantisce inoltre la sincronizzazione tra il server e la

piattaforma, rilevando anche l’ora legale. Dunque l’app funziona regolarmente anche quando il cliente si reca in diversi fusi orari, quindi può essere utilizzata in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. “Il potenziamento del canale mobile, ha dichiarato Marcello Veronese, direttore Digital Channel di Hsbc, è il risultato di più di cinque anni di ricerca e sviluppo. Abbiamo voluto essere certi che i nostri clienti potessero beneficiare di una soluzione di autenticazione innovativa e semplice da usare non solo in Brasile, ma anche in tutto il mondo. Grazie alla partnership con Vasco, abbiamo creato una soluzione all’avanguardia: un vantaggio significativo per il mercato brasiliano, dove le carte con password statiche sono ancora ampiamente in uso”.

Il Piano Assunzioni di UniCredit Previsto l’ingresso di circa 500 persone da assumere nell’arco di 18 mesi con contratti di stabile occupazione

Paolo Cornetta, responsabile Risorse Umane di UniCredit

UniCredit ha annunciato il Piano Assunzioni 2013, che prevede l’ingresso di circa 500 persone da assumere nell’arco di 18 mesi con contratti di stabile occupazione. Oltre a questo piano, sono previsti anche ingressi di lavoratori stagionali (circa 150). Più in

dettaglio, per il periodo saranno effettuate circa 100 assunzioni con contratto a tempo indeterminato di persone con profili professionali senior, nelle funzioni di governo (Rischi, Compliance) e in settori ad alta specializzazione (It); circa 400 assunzioni con contratto di apprendistato professionalizzante, principalmente nel canale diretto (UniCredit Direct) e nel network; circa 20 assunzioni di neolaureati ad alto potenziale, con contratto a tempo indeterminato, “che a partire da un percorso comune nel network, avranno l’opportunità di conoscere - nell’arco di due anni - aree e business della banca. La destinazione finale di questi giovani è stabilita fin dall’assunzione, nei principali business e funzioni di governo dei cui si compone il Gruppo in Italia”. “In uno scenario economico non facile, con alti tassi di disoccupazione giovanile, ha dichiarato Federico Ghizzoni, amministratore delegato 14

di UniCredit, abbiamo deciso di investire sull’Italia anche attraverso un piano mirato di assunzioni che prevede l’inserimento di oltre 500 giovani laureati in tutto il territorio nell’arco di 18 mesi. Vogliamo dare così un forte segnale di fiducia nel futuro e nella capacità delle nuove generazioni di giocare un ruolo per la ripresa economica del Paese”. Delle 400 assunzioni previste nel 2013, circa 150 sono state di fatto già perfezionate. “Il Piano Assunzioni 2013, ha aggiunto Paolo Cornetta, responsabile Risorse Umane di UniCredit, è un’iniziativa in controtendenza e un contributo concreto alla ripresa dell’economia italiana reso possibile anche grazie agli strumenti di ingresso offerti dal nuovo contratto nazionale. Vogliamo puntare sulla ricerca e sull’inserimento dei migliori studenti e neolaureati, perché per noi è essenziale lavorare fin da oggi sulla preparazione dei leader di domani”.


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S&P certifica il credit crunch L’agenzia prevede un ricorso sempre maggiore delle aziende alle emissioni obbligazionarie Nel 2012 le banche hanno tagliato alle imprese italiane quarantaquattro miliardi di euro di finanziamenti. E’ pertanto prevedibile, sottolinea un report di Standard & Poor’s, un ricorso sempre maggiore delle aziende alle emissioni obbligazionarie per far fronte alle proprie necessità di finanziamento. Secondo l’agenzia di rating le banche, che provvedono tuttora al 92% del fabbisogno finanziario di breve e lungo termine dalle imprese, “hanno avviato un percorso di riduzione della leva finanziaria che, insieme all’allentamento della legislazione d’impresa e fiscale per le medie imprese che è stata introdotta in Italia, incoraggerà probabilmente l’emissione di più obbligazioni”. Già

lo scorso anno le imprese italiane hanno emesso un ammontare netto di 20 miliardi di euro di bond colmando in parte il taglio dei finanziamenti da parte delle banche. Nei prossimi cinque anni,

sottolinea S&P, in presenza di una ripresa della crescita economica il funding delle imprese attraverso bond potrebbe arrivare fino al 14%17%, sostenuto dalla crescita degli investimenti fissi.

I vincitori del Green Globe Banking Award 2013 A Intesa Sanpaolo il primo premio nella categoria Impatti Diretti, mentre la Bcc di Castagneto Carducci prevale nella categoria Impatti Indiretti

Marco Fedeli, fondatore di Green Globe Banking (a sinistra), e Marco Flavio Cirillo, sottosegretario al ministero dell’Ambiente (al centro), consegnano il Green Globe Banking Ad Honorem 2013 a Mario Crosta, dg di Banca Etica, in rappresentanza di Global Alliance for Banking on Values

Proclamati i vincitori del Green Globe Banking Award, il premio per le eccellenze Green del settore bancario giunto alla sua sesta edizione. Intesa Sanpaolo ha conseguito il primo premio nella categoria Impatti Diretti, con il progetto “Filiale ad energia quasi 0”. Secondo le motivazioni del Comitato Scientifico, “è una dimostrazione concreta della volontà aziendale di considerare la tutela ambientale un

obiettivo strategico da perseguire anticipando la direttiva europea che prevede la realizzazione di edifici ad energia quasi zero a partire dal 2020”. A Deutsche Bank e Bcc di Roma sono andati il secondo e terzo posto. Per la categoria Impatti Indiretti il primo riconoscimento è andato alla Banca di Credito Cooperativo di Castagneto Carducci con il progetto “Tu, la tua Banca e il Territorio - Green Deposit”, 15

per aver “saputo interpretare, coerentemente con le dimensioni limitate della sua portata operativa, l’essenza del Green Banking, proponendo una strategia originale e genuinamente orientata a servire il suo territorio. Con un progetto centrato sull’attività di raccolta, la banca ha saputo perseguire una vera condivisione sui valori ambientali con i suoi clienti e il suo territorio”. Il secondo e terzo posto sono invece stati assegnati rispettivamente alla Banca Popolare di Vicenza e la Cassa di Risparmio di Asti. Infine ad aggiudicarsi il Green Globe Banking Ad Honorem 2013 è stata l’associazione internazionale Global Alliance for Banking on Values. Il Comitato Scientifico ne ha riconosciuto il merito di “sapere significativamente diffondere, attraverso l’attività bancaria focalizzata nel retail banking, i principi di sostenibilità ambientale come perno della vocazione etica delle proprie banche associate congiunta a una performance economica superiore rispetto a quella delle banche tradizionali”.


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Popolare di Roma (Carife): via al nuovo Spazio Consulenza Nuova filiale nella capitale cui seguiranno altre aperture nei prossimi mesi La Banca Popolare di Roma, divisione di Cassa di Risparmio di Ferrara, ha inaugurato il nuovo “Spazio Consulenza” nella capitale (in via Marconi 238/240). Lo Spazio Consulenza, che sarà aperto dal lunedì al venerdì con orario continuato dalle 9 alle 20, presenta due ambienti: Carife Active, area automatizzata dedicata alle operazioni che il cliente potrà gestire facilmente in autonomia (come il versamento di contanti e assegni e il prelievo), e lo Spazio Consulenza, un ambiente accogliente in cui il cliente sarà assistito dai consulenti per i servizi bancari più complessi, le esigenze di investimento e finanziamento, e la gestione del portafoglio. “Il nuovo spazio di via Marconi, ha dichiarato Daniele Forin, direttore generale di Carife, sintetizza la nostra idea di fare ‘banca della consulenza’ e rappresenta un esempio di ambiente innovativo studiato pensando alle

L’inaugurazione dello Spazio Consulenza a Roma: al centro (quarto da sinistra) il dg della Cassa di Risparmio di Ferrara Daniele Forin

esigenze della clientela: gli orari estesi e l’accoglienza dei locali permetteranno infatti di assistere con la massima cura i nostri clienti. La nuova apertura per Banca Popolare di Roma, cui ne seguiranno

altre sempre nella città di Roma nei prossimi mesi, dimostra inoltre l’impegno e l’attenzione con cui il nostro istituto intende seguire e sviluppare la relazione con la clientela romana”.

Sna: Demozzi confermato alla presidenza Fiducia dal quarantaseiesimo congresso nazionale del Sindacato Nazionale Agenti di Assicurazione Il quarantaseiesimo congresso nazionale dello Sna-Sindacato Nazionale Agenti di Assicurazione, tenutosi a Bussolengo (VR), ha confermato la fiducia al presidente Claudio Demozzi, che ha ottenuto 226 voti a favore, 30 contrari e 57 astenuti. Nell’ambito

Claudio Demozzi, presidente del Sindacato Nazionale Agenti di Assicurazione

dell’appuntamento si registrano comunque le dimissioni del vicepresidente Giorgia Pellegrini e di un altro componente dell’esecutivo, Claudio Prandi. “I primi dati definitivi riguardanti il mercato assicurativo italiano e l’andamento della raccolta premi, ha dichiarato Demozzi, confermano la contrazione del settore, che nel 2012 registra un decremento del 4,6% rispetto al 2011. Ma l’utile delle imprese, dopo qualche anno di sofferenza, pare sia ritornato a livelli molto positivi, con un Roe superiore all’11%. La nostra quota di mercato nel 2011 (ultimi dati definitivi disponibili) era pari all’87,6% nei rami Auto, quota che scende all’81% circa, tenendo conto dei premi intermediati dai broker e appoggiati alle agenzie. Appare evidente quanto la grave crisi di redditività, che attanaglia la nostra categoria nel suo complesso, riguardi principalmente, se non esclusivamente, gli agenti 16

di assicurazione e ben poco le compagnie”. Nel corso della sua relazione annuale Demozzi ha elencato i risultati ottenuti dal suo mandato, la cui sintesi migliore è contenuta nella Legge 221/2012. “In un’unica Legge la nostra categoria ha ottenuto: la libertà di collaborare, lo standard minimo RCA, l’home insurance, la piattaforma tecnologica comune e la semplificazione burocratica; nonché una dichiarazione di intenti, che suona come un monito a tutto il settore: ‘Al fine di favorire il superamento dell’attuale segmentazione del mercato assicurativo e di accrescere il grado di libertà dei diversi operatori’ (Art.22 c.10 L.221/2012) . Si tratta di un grande, storico risultato, in grado di modificare le prospettive di tenuta di un modello agenziale che ormai segna il passo, davanti alle grandi sfide che l’evoluzione del mercato ci impone”.


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UniCredit-Bei: 580 milioni di euro per le imprese Via a quattro nuovi accordi per finanziamenti a medio-lungo termine alle imprese italiane

Dario Scannapieco, vicepresidente Bei responsabile per le operazioni in Italia, Malta e Balcani Occidentali

UniCredit ha concluso quattro nuovi accordi con la Banca Europea per gli Investimenti per finanziamenti a medio-lungo termine alle imprese italiane in una pluralità di settori, mettendo a disposizione un plafond complessivo di 580 milioni di euro. Quattro le aree di intervento: oltre ai finanziamenti per le piccole e medie imprese (400 milioni) e per

le mid-cap (50 milioni), parte delle linee di credito sono destinate alle aziende per i programmi nella protezione dell’ambiente e nelle energie rinnovabili (100 milioni). Un’ultima tranche (30 milioni) riguarda l’iniziativa “Industria 2015”, volta a finanziare i progetti in ricerca e sviluppo selezionati dal ministero dello Sviluppo Economico in specifiche aree. “Le Pmi, ha commentato Dario Scannapieco, vicepresidente Bei responsabile per le operazioni in Italia, Malta e Balcani Occidentali, sono le più colpite dalla lunga crisi che attanaglia l’Europa e l’Italia: per esse, l’accesso al credito è diventato la priorità in assoluto in questi mesi affinché riescano a proseguire con adeguate risorse finanziarie la loro attività. Con queste operazioni la Bei, grazie alla collaborazione con UniCredit, uno dei nostri partner principali a livello europeo, mette la propria finanza caratterizzata da lunghe scadenze e tassi favorevoli a disposizione del mondo produttivo italiano”. “I nuovi accordi con la Bei, dichiara l’amministratore delegato di UniCredit Federico Ghizzoni, vanno ad aggiungere

Federico Ghizzoni, amministratore delegato di UniCredit

risorse preziose al nostro continuo e robusto supporto alle piccole e medie imprese italiane. La nostra vicinanza alle Pmi e la capillare conoscenza del territorio ci consentono di canalizzare rapidamente le risorse verso le imprese, in modo da massimizzare l’efficacia di questi strumenti di finanziamento degli investimenti, che sono vitali per la competitività del sistema produttivo italiano”.

Setefi (Intesa Sanpaolo) entra nel circuito Cartes Bancaires Si tratta del principale circuito di pagamento francese Setefi, società di Intesa Sanpaolo specializzata nei sistemi di pagamento, ha aderito al circuito francese Cartes Bancaires. L’obiettivo di Setefi, che è la prima realtà italiana a entrare fra i “principal members” di Cartes Bancaires (che nel 2012 ha gestito transazioni per oltre 480 miliardi di euro e conta oltre 60 milioni di carte nel mondo), è rafforzare la propria capacità competitiva sul mercato estero. A beneficiare dell’accordo saranno i grandi marchi italiani del made in Italy che operano in Francia con Pos Setefi, che potranno accettare pagamenti sul circuito Cartes Bancaires, così come i francesi che si recano in Italia per turismo o lavoro e d’ora in poi potranno pagare i loro acquisti presso i negozi con Pos Setefi. “Si tratta di un tassello importante, ha dichiarato Maurizio Manzotti, amministratore delegato e direttore generale di Setefi, che rafforza l’operatività internazionale di Setefi, da oltre un anno presente con i propri Pos in Francia, Spagna e Svizzera e, prossimamente, anche in Portogallo, Regno Unito, Grecia, Olanda, Austria e Germania. L’adesione al principale circuito di pagamento francese è strategico per aumentare la competitività della nostra offerta sul mercato transalpino, che seguiamo con grande interesse viste le ampie possibilità di sviluppo”. 17


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I Cio delle compagnie assicurative temono i bassi tassi d’interesse Lo evidenzia una nuova ricerca a cura di The Boston Consulting Group e Axa Investment Managers

Le principali sfide per l’industria assicurativa europea sono rappresentate dai tassi d’interesse bassi, le nuove normative e la gestione del rischio. Lo sottolinea la nuova ricerca pubblicata da The Boston Consulting Group e Axa Investment Managers, “Adapting asset management strategies to the current market environment”, basata sulle interviste ai chief investment officer di circa 30 compagnie assicurative in tutta Europa. Quasi i due terzi dei Cio (68%) indicano nei tassi d’interesse bassi la maggiore sfida, seguiti dalle nuove normative (58%) e dalla complessità di gestione del rischio (47%), mentre l’incertezza macroeconomica e la volatilità dei mercati preoccupano di meno (rispettivamente 26% e 16 per cento). Gli assicuratori dichiarano inoltre di temere la prospettiva di costanti interventi politici sull’attività economica: il 30%

degli intervistati ha citato infatti l’intervento politico come una delle sfide principali, aggiungendo che la politica intacca la loro capacità di fare previsioni e adottare scelte d’investimento. Infine lo studio ha rilevato che, nonostante la crescente propensione dei Cio a controbilanciare l’impatto del contesto a basso rendimento allocando su fonti alternative di rendimento, il movimento

verso la reale diversificazione dei portafogli sia stato in realtà molto limitato. La maggior parte degli assicuratori afferma di allocare fino al 10% dei propri portafogli su asset class alternative. Ma più realisticamente, sostiene il report, il dato si attesta solo attorno al 2-3 per cento. “Le società che adottano le misure necessarie a ottenere una reale diversificazione dei portafogli e ad accedere alle asset class più interessanti del mercato, dice Laurent Seyer, Global Head of Multi-Asset Client Solutions di Axa IM, godono di un evidente vantaggio. Come evidenziato dall’indagine, le compagnie assicurative parlano di diversificazione ma poche si stanno muovendo verso la sua reale applicazione. Di fatto, la crisi finanziaria e le nuove normative stanno spingendo gli assicuratori a mantenere l’allocazione sugli investimenti obbligazionari”.

A Ubp il private banking internazionale di Lloyds Union Bancaire Privée aumenterà di oltre dieci miliardi di franchi la massa in gestione Union Bancaire Privée ha siglato l’accordo per acquisire il private banking internazionale di Lloyds Banking Group. L’operazione, che aumenterà di oltre dieci miliardi di franchi la massa in gestione di Ubp (83,2 miliardi di franchi al 30 aprile 2013), rafforza la posizione di Union Bancaire Privée in Svizzera e sui suoi mercati chiave ad alto potenziale di crescita, tra cui il Medio Oriente e l’America Latina.

“Questa acquisizione, dichiara Guy de Picciotto, Ceo di Ubp, rafforza il nostro ruolo di protagonisti nell’industria e conferma l’impegno nelle due attività chiave della banca: il private banking internazionale e l’asset management. Siamo desiderosi di accogliere i team di Lloyds e di recepire il loro knowhow, di cui ci avvarremo su scala ancora più vasta. A nostra volta, con la concorrenziale gamma 18

di servizi di private banking e soluzioni d’investimento che ci contraddistingue, offriamo ai clienti privati di Lloyds la nostra competenza in qualità di attore principale della gestione patrimoniale in Svizzera e nel mondo”.


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Focus corner

Cosa fare mentre l’oro crolla? I dati storici indicano che negli ultimi 45 anni, dopo aver perso quanto lo scorso trimestre o più, l’oro ha poi goduto di un forte rimbalzo nel mese successivo. Tuttavia bisogna anche considerare il peso del mercato valutario, dato che tipicamente i rally del dollaro tendono a danneggiare il prezzo dell’oro

Adrian Ash, head of research di BullionVault 27% e del 25% furono altrettanto notevoli, rispettivamente del 92% e del 39 per cento. Anche maggio 1980 e marzo 1982 offrirono un solido rimbalzo trimestrale, del 28% e del 15% rispettivamente. Però, come anche nell’agosto 1981, con un rally del 5%, tali ribassi dell’oro furono parte di quello che poi si sarebbe rivelato un mercato ribassista molto lungo, che durò infatti vent’anni. Chi possedeva oro durante quei momenti ebbe l’opportunità di ridurre le perdite quando arrivavano i rally a dare un po’ di sollievo. Mentre gli investitori che nell’inverno del 1980/81 decisero di non agire non ottennero nemmeno quello. I prezzi dell’oro crollarono mese dopo mese, estendendo perdite del 25% di un ulteriore 20% nei tre mesi precedenti e successivi alla fine di febbraio 1981. Morale dei dati? Chi non investe in dollari prenda nota, perché secondo i dati di inizio anni 80 (il migliore paragone che possiamo fare con la situazione odierna) sono i rally del dollaro che tendono a danneggiare il prezzo dell’oro: in questo modo chi compra in una valuta diversa dal dollaro ha dei vantaggi quando è l’oro ad andare in rally, perché quando il dollaro va in rialzo sono tutte le valute a perdere, e non solo l’oro. Si noti che i dati in euro nella tabella prendono il marco tedesco come riferimento prima del 1999. Dunque è meglio vendere durante i rimbalzi, uscire il prima possibile o comprare ancora? E’ una scelta chiaramente difficile. Prendere in considerazione il panorama finanziario generale e le lezioni della storia, che però non necessariamente si ripete identica, possono aiutare. In bocca al lupo.

Negli ultimi novanta giorni, il prezzo dell’oro è crollato del 25,2% in termini di dollaro. Il crollo, il quarantesimo in ordine di importanza dal 1968, è stato causato da pesanti vendite, ed è normale che coloro che hanno comprato e possiedono oro per il lungo termine stiano in questo momento considerando varie possibilità. Le vendite guidate dal panico sono un rischio evidente, così come lo è anche rimanere seduti a non far nulla. Sia che il destino dell’oro sia di continuare a crollare oppure no, non sembra questo il momento adatto per uscire, almeno secondo quello che dice la storia. Sembra infatti probabile un rialzo a breve termine. Negli ultimi 45 anni, dopo aver perso quanto questo scorso trimestre o più, l’oro ha poi tipicamente vissuto un forte rally nelle successive quattro settimane, con un rialzo medio mensile dell’11,1 per cento. Quando invece l’oro continuò a cadere estendendo le perdite, il ribasso medio mensile in dollari fu del 5,3 per cento. Chiaramente i dati storici non sono una palla di cristallo, ma possono fornire un’indicazione per fare una scelta quanto più possibile informata. Negli ultimi 45 anni, i sell-off così drammatici sono stati seguiti da un rialzo mensile medio dell’8,2 per cento. Le dinamiche sono simili, anche se non identiche, per chi investe in altre valute.

L’impatto del dollaro L’oro ha attraversato sei periodi distinti durante i quali i prezzi in dollari sono crollati quanto oggi o peggio in un trimestre. In cinque di queste occasioni il prezzo è salito bruscamente nel successivo trimestre, ma quando invece non è accaduto il buco è stato profondo, cambiando non solo le medie ma anche i portafogli degli investitori più fedeli. La fine del 1973 e la metà del 1974 si dimostrarono soltanto pause nel lungo mercato bull dell’oro guidato dall’inflazione. I rimbalzi che avvennero dopo i crolli del 20


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