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mira luna, Profumo di mandorle

Profumo di mandorle

di mira luna

Era il 4 Aprile 1937. Lady Stonly, una giovane e importante contessa di Londra, alta e magra, con i capelli neri come la pece, aveva dato una festa per il suo ventiquattresimo compleanno.

Aveva invitato le sue care amiche Griffin e Marianne, due chiacchierone che si impicciavano sempre negli affari altrui, Lord Kattle, il marito di Griffin, un grande ereditiere che si vantava sempre delle sue ricchezze e Mister Dan, un uomo semplice, ma molto amico della contessa.

Il maggiordomo Stevens accolse gli invitati con molta gentilezza e li scortò nella sala del ricevimento. Era una stanza ampia, con una tavola apparecchiata con stoviglie antiche. Un lampadario di cristallo pendeva dal soffitto e tende di velluto blu ornavano le finestre e insieme creavano un contrasto tra la delicatezza e l’eleganza.

Avevano appena iniziato a pranzare, quando Mister Dan cadde dalla sedia.

Il suo corpo alto e magro giaceva a terra, inerme; i suoi lunghi capelli biondi oscuravano una parte di quel volto bianco, pallido, spettrale.

Respirava a fatica, stringeva un bicchiere di vino in mano.

Gli invitati erano spaventati, non sapevano cosa stesse succedendo e si iniziarono a sparpagliare. Tutti tranne una, Marianne.

Fu chiamato subito il medico del castello, Peter, che disse di non preoccuparsi.

Quella frase sembrò a tutti falsa.

Il castello era diventato silenzioso e cupo. Lady Stonly non faceva che correre per le stanze sussurrando: “L’hanno avvelenato, l’hanno avvelenato! Bisogna chiamare la polizia, bisogna chiarire questa faccenda!”

Il giorno seguente chiamarono me, l’ispettore Kratbull, l’agente privato della famiglia Stonly.

Entrai nell’imponente castello l’indomani e scrutai tutti i presenti con sospetto.

Lady Stonly mi accolse e mi raccontò tutto l’accaduto.

Notai subito che Griffin si sfregava le mani e che Lord Kattle fischiettava una canzone con aria innocente. Quella reazione mi sembrò molto strana...

Per prima cosa decisi di andare nell’infermeria del castello, dove avevano portato Mister Dan, aprii la porta e lo vidi disteso sul letto, immobile.

Mi avvicinai e capii che era deceduto.

Interrogai subito il medico che aveva aspettato fuori dalla porta; mi disse che, secondo lui, la vittima era stata avvelenata con il cianuro, un veleno molto potente. Pensai di andare ad esaminare la scena del crimine dove forse avrei trovato qualche indizio.

Entrai nella sala del ricevimento e la ispezionai. Mancava il bicchiere da cui Mister Dan aveva bevuto e anche quello di Lord Kattle! Molto strano...

Chiesi alle cameriere e al maggiordomo se li avessero presi loro, ma non ne sapevano niente, erano come spariti nel nulla.

Volli interrogare subito Lord Kattle.

Scelsi come sala per gli interrogatori lo studio di Lady Stonly e lo aspettai.

Appena arrivò lo feci sedere di fronte a me e gli chiesi: “Vicino a chi era seduto durante il pranzo?”

Lui rispose: “Tra mia moglie Griffin e Lady Stonly, Mister Dan si trovava di fronte a noi, di fianco a Marianne”.

“Chi ha versato il vino a tutti?”

“L’ha versato il maggiordomo Stevens che, poco prima che accadesse l’avvelenamento, era andato a sistemare le camere”.

“Quali rapporti aveva con la vittima?”

“Sinceramente non lo conoscevo, era la prima volta che lo vedevo”. Gli dissi che poteva andare.

A quel punto convocai Marianne, l’unica che era seduta accanto a Mister Dan.

Le chiesi se lo conoscesse.

“Sì, lui andava al college con mio fratello e quindi delle volte ci incontravamo” rispose con aria sognante e molto tranquilla.

Le chiesi anche conferma della versione dei posti a tavola data da Lord Kattle e lei confermò tutto.

Proseguii il mio interrogatorio con Griffin che disse di non aver visto niente perché era andata un secondo in bagno visto che gli era colato il mascara.

Se la sua versione era vera, potevo scagionarla.

Poi chiamai Lady Stonly, che mi diede la prova che Griffin era innocente.

Le chiesi in che rapporti fossero lei e Mr. Dan e mi disse che erano fidanzati.

Per ultimo venne il maggiordomo Stevens che mi disse: “Ho versato il vino a tutti tranne che a Mister Dan perché era finito, a lui l’hanno versato le cameriere”.

Lo mandai via e mi rintanai nello studio per creare la lista dei sospettati.

Lista sospettati: - Griffin: era in bagno al momento dell’avvelenamento. Scagionata. -Maggiordomo Stevens: Non c’era al momento dell’assassinio. Scagionato. - Cameriere: hanno versato il vino alla vittima. Indiziate. - Marianne: era seduta di fianco a Mister Dan. Indiziata. - Lady Stonly: era seduta di fronte alla vittima. Indiziata. - Lord Kattle: sparito il suo bicchiere insieme a quello di Mister Dan. Indiziato.

Moventi: Ancora sconosciuti.

Ritornai nella sala del ricevimento per cercare altri indizi.

Sentii subito un odore di mandorla, tipico del cianuro. Formava una scia che decisi di seguire.

Attraversai tutte le sale del castello fino ad arrivare in un vicolo cieco. Scoraggiato, decisi di tornare indietro quando una botola si aprì sotto di me. Caddi in una stanza buia, fredda. Si udivano rumori improvvisi, scricchio-

lii. A un certo punto la luce proveniente dalla fessura venne oscurata da un volto che, senza farsi riconoscere, prese velocemente il coperchio della botola, chiudendola. Ero in trappola. Mi guardai attorno preoccupato e in un angolo mi sembrò di intravedere un bagliore. Lo seguii e trovai il bicchiere di Lord Kattle e di Mister Dan, di fianco ai quali si trovavano un paio di guanti in pelle nera dove era ricamata un’iniziale: M come Marianne.

Conoscevo la colpevole, ma perché l’aveva fatto?

Ripensai al suo interrogatorio e a come mi aveva descritto con aria sognante Mister Dan, ma tutto quello che avevo scoperto non aveva importanza se non riuscivo a uscire.

Preso dallo sconforto iniziai a gridare, disperato: “Aiuto! Sono bloccato quaggiù! Aiutatemi!”

A quel punto sentii una voce che gridava: “Non ti preoccupare! Adesso ti lanciamo una corda!”

Intanto, qualcuno tirò su il coperchio, mi lanciò una corda e mi aiutò a salire. Uscito dalla stanza, ad aspettarmi, trovai Lady Stonly e Lord Kattle. Li ringraziai e, dopo aver raccontato tutto, feci chiamare Marianne, la colpevole.

Quando arrivò le chiesi con tono incalzante: “Sei stata tu ad avvelenarlo?”

“No!”

“Confessa, hai nascosto il bicchiere di Lord Kattle per attirare i miei sospetti su di lui?”

Lei negò tutto, ma alla fine cedette e confessò: “Sì, sono stata io. Mister Dan era il mio ex fidanzato e quando ho visto che mostrava l’anello di fidanzamento che voleva dare a Lady Stonly a Lord Kattle, sono stata presa da un attacco di gelosia. Mentre andavo in bagno ad asciugare le lacrime, mi ricordai di avere nella borsa il mio profumo alle mandorle, contenente un estratto di cianuro”.

“Sono entrata nella sala del ricevimento e, mentre erano distratti, ho aperto l’ampolla di profumo e ne ho versata una goccia nel suo bicchiere”.

Raccontai ai presenti la confessione di Marianne, mentre la portavano via i miei colleghi poliziotti.

Il mistero era finalmente risolto.

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