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T0m4t0_P0w4r, Il killer misterioso
Il killer misterioso di T0m4t0_P0w4r
Napoli quel giorno si svegliò sotto un manto di nebbia, umida, opaca. Era autunno ed una pioggerellina sottile ricopriva le strade ed i tetti delle case.
In un condominio signorile e molto grande del centro viveva Angelica Renault, una giovane donna che si era da poco trasferita dalla Francia per sfuggire ad una condanna all’ergastolo per un crimine che aveva commesso. Aveva ucciso i terroristi responsabili dell’assassinio di sua madre, l’unica cosa che aveva e a cui teneva veramente.
Tuttavia, Angelica riuscì a fuggire dalla prigione di massima sicurezza con un cucchiaio e, con un ottimo travestimento, era venuta a vivere in Italia dove aveva iniziato una relazione con Ugo Conte.
Ugo Conte era un ragioniere di mezza età, sempre elegante, ma cattivo e disonesto.
Non andavano molto d’accordo e litigavano spesso, così riferivano i condomini.
Quella mattina Angelica trovò il corpo dell’uomo morto davanti alla porta della cantina. Sopra la schiena aveva una ferita da fucile, un AK47, ed un biglietto con su scritto: “Non avrò i miei soldi, ma tu hai avuto una punizione”. Firmato: “Il Killer Misterioso”.
Angelica chiamò tutta preoccupata Gino Gigiotti, il vicino di casa, giocatore d’azzardo, molto elegante come Ugo Conte e simpatico. Mentre Gino e Angelica parlavano sulle scale, videro un uomo scappare che sembrava proprio Achille, detto O’Macellaro, ovvero il macellaio sotto casa.
Gino e Angelica chiamarono il detective Tommy che si lanciò all’inseguimento; gli dissero di fare in fretta e di salire sul loro furgoncino per non perdere tempo.
Tutti e tre bloccarono Achille, sfiorando l’incidente. Il detective esclamò: “Ora andiamo in commissariato, così mi spiegate tutto nei minimi dettagli!”
L’interrogatorio iniziò da Achille, il quale dichiarò
che stava consegnando la spesa alla nonnina del dodicesimo piano, ma che dopo aver sentito le urla, era scappato, spaventato.
Poi toccò ad Angelica che mentì dicendo di essere incensurata e felicemente fidanzata con Ugo, confessò anche al momento del delitto era in camera sua a dormire e disse altresì che Gino si trovava con lei e che lui poteva confermare che era davvero a casa sua a dormire.
Infine, era toccato a Gino Gigiotti il quale dichiarò che Ugo era un uomo cattivo e disonesto, perché gli aveva dato delle banconote false in seguito ad una scommessa.
Sostenne anche che nel momento in cui aveva sentito le urla, si trovava nella sua camera a fare la maratona della sua serie preferita di Netflix; ma non disse nulla che c’entrasse con Angelica.
Il detective sospettò di Angelica, perché nessuno poteva confermare che lei stesse dormendo al momento dell’uccisione del fidanzato.
Dopo l’interrogatorio, la polizia e il detective Tommy andarono in casa di Ugo Conte per perquisirla e dopo aver speso un pomeriggio intero ad analizzare le tracce, Tommy disse: “Bene, bene, bene, ora sappiamo chi è il colpevole! Se dico il vostro nome fate un passo in avanti, l’unico di voi tre che non chiamerò sarà il fortunato!”
Il detective chiamò per primo Achille e poi Gino Gigiotti.
Angelica disse con una voce minacciosa: “Mi avete scoperto… quello stupido di Ugo non mi voleva bene. L’ho ucciso perché ho scoperto che aveva l’amante! Se non ci fossi stato tu ad ostacolarmi, detective, sarei riuscita ad uccidere anche lei!”
Il detective le rispose: “Parlane con il giudice, non con me e, comunque, io faccio solo il mio lavoro. Sarai contenta di farti 27 anni di galera”.
Il giudice la dichiarò colpevole e Angelica fu messa in galera.
Gino Gigiotti ed Achille vissero per sempre felici e contenti. FINE!