DAL TERRITORIO
TESTIMONIANZA
Dopo quasi vent’anni ricomincio a vivere Camilla Bernasconi racconta la sua storia di dolori, da una storta a una caviglia da bambina alla cura per la spondiloartrite ∞ A CURA DI LUCIO BUONANNO
Ha un volto dolcissimo in una cornice di capelli castani, è simpatica, ha la parlantina facile e due occhi cangianti tra il verde e l’azzurro, un sorriso accogliente che le provoca ai lati della bocca due fossette. È laureata in comunicazione media e pubblicità e lavora come marketing specialist nel dipartimento radio di Mediamond. Ora abita a Brembate con il compagno, dopo essere stata fin dalla nascita cittadina di Ponte San Pietro. È membro dell’Anmar Young, Associazione Nazionale Giovani Malati Reumatici, che coglie ragazze e ragazzi tra i 18 e i 35 anni che soffrono di patologie reumatiche. Partecipa, inoltre, attivamente al progetto ASTEROIDI (lo spazio giovani di ALOMAR ODV - Associazione Lombarda Malati Reumatici) che promuove iniziative per sensibilizzare sull’impatto delle malattie reumatologiche sui giovani (dai 18 ai 35 anni). E pensare che fino a pochi anni fa era costretta a usare le stampelle per potersi muovere. E aveva bisogno dei genitori e della sorella maggiore per vestirsi. Oggi Camilla Bernasconi, 29 anni, è una donna felice che riesce a fare tutto da sola anche se la sua malattia non è stata ancora debellata completamente. Il miracolo lo deve ai farmaci biologici che le ha consigliato il dottor Ennio Giulio Favalli all’ASST Gaeta66 | Bergamo Salute | Maggio/Giugno 2021