Betania's Gazette n°51

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n°51 – 7 marzo 2018


2001-2016 15 anni al Vostro servizio

EDITORIALE tailor e hand made N. 51

Amici carissimi, dopo il lancio del progetto che ci vede coinvolti assieme a Terre di Mezzo per la promozione dei cammini e la visita ad una Italia forse sconosciuta ma dal fascino indiscusso, eccomi ancora qui a presentarVi le nostre proposte. Le trovate tutte sul nostro sito – www.betaniatravel.it - con schede dedicate e ogni tipo di informazione necessaria. Qui, brevemente, vi parlo del primo viaggio, quello inaugurale, quello al quale non potete mancare… Manca poco, lo so, ma l’occasione per camminare nelle 5 Terre con Roberta Ferraris vi farà di certo venire l’acquolina in bocca. Dal 4 al 8 aprile un viaggio carico di emozioni, paesaggi a strapiombo sul mare, quiete e storia: che altro desiderare?

Betania – Società Cooperativa Sociale O.N.L.U.S Iscritta all’Albo Nazionale delle Cooperative a mutualità prevalente al n° A122164 Iscritta all’Albo delle Cooperative Sociali della Regione Lombardia al n° 530 Associata a Confcooperative C.F.- P.IVA: 03140200969 – CCIA MB

Sede operativa via Manzoni 56 20900 Monza – MB tel. – fax 039 83 27 16 www.nonsolospesa.org clienti@nonsolospesa.org


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Dalla prefazione alla proposta al viaggio: “La Liguria è una terra dura e faticosa, in buona parte montuosa, dai difficili collegamenti terrestri e dall’agricoltura laboriosa. È un territorio che ha subito saccheggi e depredazioni, con paesi, uomini e famiglie che hanno dovuto sempre ricominciare, risollevarsi. Tutto questo lo si legge nella parsimonia che tanti liguri hanno, eredità naturale di una terra difficile. Tutto questo lo si può capire soffermandosi sulla storia di ogni singolo luogo raggiunto, oltre che valicando promontori e osservando l’ambiente, con i suoi lembi di terra coltivata strappata ai declivi.” (Monica D’Atti, Franco Cinti, La Via della Costa. L’itinerario ligure per la Via Francigena. 300 chilometri da Mentone a Sarzana) Le mie parole sono perfettamente inutili: basta leggera la scheda viaggio per iniziare ad assaporare la bellezza della proposta http://www.betaniatravel.it/esperienze/esperienzedautore/01-via-della-costa/ Non fatevi scappare l’occasione di volervi bene, anche in vacanza. Buona riflessione a tutti, Fabrizio

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SAVE THE DATE!

Da quasi vent’anni i libri della collana Percorsi di Terre di Mezzo guidano migliaia di viaggiatori lungo i cammini italiani e verso Santiago de Compostela. Oltre a fornire tutte le informazioni essenziali, tappa dopo tappa raccontano anche il senso più autentico del cammino, invitando a conoscere i territori attraversati e a incontrare le comunità che li abitano. Da quest’anno Terre di Mezzo, in collaborazione con Betania Travel, aggiunge una nuova iniziativa, le “Esperienze d’autore”, ovvero la possibilità percorrere alcuni tra i cammini più belli accompagnati dagli autori di Terre di mezzo o da guide che condividono lo spirito delle nostre proposte editoriali: la storia, la narrazione, le suggestioni, le dimensioni culturali e spirituali, le relazioni sono al centro del nostro modo di entrare nei territori e nei cammini che li attraversano. Veri viaggi d’autore insomma. È il nostro modo per dare un contributo ulteriore alla crescita dei percorsi in cui abbiamo creduto, un aiuto concreto alle persone che localmente sono state coinvolte nei cammini e che scommettono su un modo di fare impresa che diventa parte integrante della tutela del paesaggio e delle comunità.

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Via della Costa Da Portovenere a Levanto, sui sentieri delle Cinque Terre 4/8 aprile 2018 — 5 giorni/4 notti con Roberta Ferraris, guida GAE regione Piemonte

Tra Portovenere e Levanto la montagna precipita nel Mediterraneo con una costa alta e tormentata, priva di insenature e costellata di scogli. Luogo di selvaggia bellezza, la costa di Tramonti e delle Cinque Terre è stata abitata e coltivata da epoche remotissime. Le sue mulattiere e i sentieri sono noti nel mondo, tutelati, come tutto il territorio, dall’Unesco. In cinque giorni andremo a conoscere a passo lento alcuni dei sentieri famosi, ma soprattutto quelli meno noti, e per questo più emozionanti. Scopriremo i santuari a mezza costa, i vigneti terrazzati, la sorprendente wilderness di punta Mesco, e naturalmente, le celeberrime borgate incastonate alla foce di altrettanti torrenti. Restando sempre in vista di un mare blu cobalto, limpido e profondo. Cammineremo su un breve tratto del percorso che da Luni segue su tratturi e “creuze”, tutta la costa ligure, fino a collegarsi con il tratto provenzale del cammino verso Santiago. PERCORSO difficoltà: media partenza: La Spezia, piazzale antistante la stazione La Spezia Centrale FS, ore 12 di mercoledì 4 aprile. Treni frequenti sulla linea Genova-Ventimiglia e Parma-La Spezia (Pontremolese). arrivo: Levanto, stazione FS, ore 15 circa. Treni regionali e Intercity dalle 16 circa. itinerario: viaggio itinerante, con possibilità di trasporto bagagli. Si cammina su sentieri e mulattiere, con dislivelli sensibili. Indispensabile abitudine al cammino in montagna e allenamento. Vari transfer con i comodi treni della linea Sestri Levante - La Spezia. accoglienza: due ostelli, un albergo, una foresteria di santuario. sapori e prodotti: vini di eccellenza da abbinare ai piatti della tradizione ligure: trofie al pesto, polpo con patate, acciughe in bianco, la mes-ciua, tra i più noti. Imperdibile il cibo di strada: farinata e fritto misto di pesce e verdure nel cartoccio. territorio, società e ambiente: non si può conoscere la Riviera Spezzina se non a piedi. Si tratta di un territorio oltremodo fragile, dove il paesaggio agricolo dei vigneti terrazzati, creato dall’uomo in circa mille anni di lavoro, può trasmettersi ai posteri solo se si riuscirà a preservare, almeno in parte, le coltivazioni tradizionali. Conosceremo alcune realtà virtuose, che scommettono sui prodotti della terra e sul turismo evoluto di chi va a piedi. PROGRAMMA:

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Mercoledì 4 aprile / Da Portovenere a Biassa Attraversiamo la magnifica costa di Tramonti, passando per Campiglia. Vigneti e coltivazioni di zafferano si alternano a ombrosi boschi. Panorami memorabili sulle isole di Palmaria e del Tino e sulle falesie calcaree del Muzzerone (8,8 km, 3h30 di cammino, dislivello in salita 550 m, in discesa 210 m). Giovedì 5 aprile / Da Biassa a Volastra Ci affacciamo sulle Cinque Terre, con visita a Riomaggiore e Manarola. Il panoramico sentiero che sale al monte delle Tre Croci ci porta tra gli uliveti di Volastra (8 km, 3 ore di cammino, dislivello in salita 510 m, in discesa 520 m). Venerdì 6 aprile / Da Volastra a Monterosso Seguiamo un sentiero a mezzacosta tra le vigne, tra i più belli delle Cinque Terre. Visitiamo Corniglia e prendiamo un treno per Monterosso. Nel pomeriggio, in cammino sul Sentiero Verde Azzurro, con sosta a Vernazza e ritorno al nido d’aquila di Corniglia, dove passeremo la notte (12 km, 4h30 di cammino, dislivello in salita 430 m, in discesa 800 m). Sabato 7 aprile / Da Vernazza a Soviore Si riprende il cammino da Vernazza, questa volta per salire in alto. Splendida la vista sul paese dal santuario di Nostra Signora di Reggio. Si prosegue con un sentiero tutto montano, ma affacciato sul blu del mare, per il santuario di Soviore. Ci accoglie la storica foresteria, in un luogo di silenzio immerso nella natura. (6 km, 2h30 di cammino, dislivello in salita 510 m, in discesa 70 m). Domenica 8 aprile / Da Soviore a Levanto Il nostro cammino prosegue ancora alto sulla costa. La meta è il promontorio di punta del Mesco, dove facciamo sosta, come i pellegrini del passato, all’eremo romanico di Sant’Antonio. Poco oltre, visita al Podere Case Lovara, per ammirare gli orti recuperati dal FAI (11 km, 4 ore di cammino, dislivello in salita 430 m, in discesa 900 m). COSTI : € 550,00 a persona (da 8 a 11 partecipanti) € 500,00 a persona (da 12 a 15 partecipanti) LA QUOTA COMPRENDE: cene, pernottamenti e prima colazione come da programma, guida, assicurazione, trasferimenti in treno ove previsti, ingressi come da programma. LA QUOTA NON COMPRENDE: mance, bevande e gli extra durante le cene, i pranzi, tasse di soggiorno, il trasferimento al punto di ritrovo e dal punto di arrivo, tutto ciò che non è previsto nella sezione “la quota comprende”. extra: è possibile richiedere: trasporto bagagli, assicurazione annullamento, trasferimento al punto di ritrovo e dal punto di arrivo. INFO E PRENOTAZIONI: Betania Viaggi di Betania s.c.s. o.n.l.u.s. betania@betaniatravel.it tel. 039 832716 Da lunedì a venerdì dalle 9:30 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00

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La nuova Alleanza lancia la Primavera per la Mobilità Dolce 2018 Dal 21 marzo al 21 giugno 2018 eventi in tutta Italia per chi ama camminare, pedalare, scoprire greenways e conoscere ferrovie turistiche

Nasce l’Alleanza per la Mobilità Dolce e parte la sua prima iniziativa. Dal 21 marzo al 21 giugno decine di eventi saranno protagonisti della Primavera per la Mobilità Dolce 2018: per chi ama pedalare, camminare, scoprire ferrovie turistiche ed immergersi nella cultura e nel paesaggio del nostro territorio. Nei tre mesi, tra gli eventi di spicco della manifestazione, la Giornata delle Ferrovie delle Meraviglie dove antiche ferrovie e vecchi tracciati chiederanno a gran voce di essere valorizzati come ferrovie turistiche o greenways, e la Maratona Ferroviaria lungo i binari dell’Italia che vuole ripartire. “La mobilità dolce ha finalmente un grande slancio anche in Italia e nell’anno di “Cibo buono ed autentico”, dopo quello dei piccoli borghi e dei cammini – dichiara Anna Donati, portavoce della Alleanza per la Mobilità Dolce -. Noi siamo impegnati con questi eventi per l’attuazione della legge per le ferrovie turistiche e del velorail, per quella recentissima per lo sviluppo della mobilità ciclistica sulle ciclovie turistiche nazionali e per la crescita dei cammini” Occasione per il lancio della Primavera sarà il convegno di AMODO del 23 marzo a Milano durante “Fà la cosa giusta!”, fiera sugli stili di vita sostenibili organizzata da Terre di Mezzo, che farà il punto sulla mobilità dolce ed il turismo sostenibile in Italia, e dove avremo uno stand dedicato alla nuova Alleanza e alle nostre iniziative. Pronti per gli amanti delle due ruote gli eventi dell’associazione ARI Randonneur, aderente ad AMoDo, con cinque “randonnèe” nei mesi di aprile e maggio, nell’ambito della campagna “strade da vivere”. Campagna di sensibilizzazione per la sicurezza dei ciclisti sulle strade. Per chi ama camminare, inoltre, AMoDo sarà partner della Decima edizione della Giornata/Mese nazionale dei Cammini Francigeni promossa da Rete dei Cammini, in programma la prima domenica di maggio e per tutto il mese, con tanti eventi in tutta la Penisola. Cosi come la FIE - Federazione Italiana Escursionismo impegnata nella promozione di passeggiate ed escursioni tra i sentieri del Belpaese. Altra novità è rappresentata da BAI – Borghi Autentici d’Italia – e “I Cammini del Buon Vino”: obiettivo è riscoprire i piccoli borghi italiani lungo le reti della mobilità dolce e la cultura dell’agroalimentare nostrano. AIAPP, l’Associazione degli architetti del Paesaggio, ci guiderà poi tra Giardini e Paesaggi italiani, mentre

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il WWF Italia nella giornata delle Oasi del 20 maggio, proporrà eventi legati alla mobilità dolce nella natura. Nella Giornata Nazionale delle Ferrovie delle Meraviglie, inoltre, andremo alla ricerca di tracciati da recuperare con i treni turistici o come greenways ciclopedonali, in grado di attrarre nuovo turismo, come avvenuto di recente per la Gemona Sacile e la Avellino Rocchetta S. Antonio. La giornata sarà animata dalla Federazione Ferrovie Turistiche e Museali, dalle proprie associate e dalla Associazione Irpina In_loco_motivi. A giugno, per la chiusura della Primavera, presente la consueta Maratona Ferroviaria 2018 lungo i tracciati ferroviari di Toscana, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta. Un’opportunità per fare il punto con le realtà locali, per chiedere la riapertura delle ferrovie “sospese” e per promuovere la cultura del viaggio ferroviario e della mobilità dolce. A queste iniziative già in calendario, molte altre sono in preparazione dalle 27 associazioni che formano l’Alleanza per la Mobilità Dolce, come il Touring Club Italiano, AEC, Legambiente, Italia Nostra, Federtrek, UTP Assoutenti, Associazione Greenways, AICS, Kyoto Club, Napoli Pedala, Federparchi, Associazione Italiana Turismo Responsabile, AIGAE, Città Slow. L’Alleanza invita tutti quelli che amano la bicicletta, le greenways, le ferrovie turistiche, i cammini, il turismo sostenibile, la mobilità dolce, a promuovere un evento sul proprio territorio per la Primavera della Mobilità Dolce e comunicarlo ai nostri contatti.

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PRODOTTO

CREMA MANI AL LIMONE CON OLIO DI JOJOBA E BURRO DI KARITÈ 100 ML FITOPREPARAZIONE HIERBA BUENA La crema per le mani al limone è ricca in estratti vegetali di ginkgo e salvia che svolgono un’azione protettiva a livello cutaneo. L’olio di jojoba e il burro di karitè nutrono la pelle in profondità, contribuendo a rallentare i processi di invecchiamento cutaneo. L’olio essenziale di limone rinfresca e deodora.

RICETTA

Sfinci di San Giuseppe

Gli sfinci (o sfince) di San Giuseppe sono delle gustose e morbide frittelle di origine palermitana, coperte di una delicata crema di ricotta e gocce di cioccolato, pistacchi tritati, ciliegie e scorze d'arancia candite. Gli sfinci, il cui nome deriva dal latino e dall'arabo e significa "spugna", sono appunto dei dolcetti molto morbidi e areosi che vengono preparati previa una frittura lunga (10-15 minuti) e dolce, di questo modo l'impasto si gonfierà raddoppiando il suo volume iniziale, divenendo soffice e alveolato al suo interno. Gli sfinci vengono tradizionalmente preparati il giorno della festa del papà, il 19 marzo. Buon appetito a tutti i papà! Ingredienti per 20-25 sfinci • Acqua 250 ml • Sale 3,5 g • Farina 00 200 g Betania – Società Cooperativa Sociale O.N.L.U.S Iscritta all’Albo Nazionale delle Cooperative a mutualità prevalente al n° A122164 Iscritta all’Albo delle Cooperative Sociali della Regione Lombardia al n° 530 Associata a Confcooperative C.F.- P.IVA: 03140200969 – CCIA MB

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• Uova (5 uova medie) 250 g • Burro 65 g PER LA CREMA • Ricotta di pecora 600 g • Zucchero a velo 180 g • Gocce di cioccolato fondente 50 g PER DECORARE E PER FRIGGERE • Strutto 1 kg (o 1lt di olio di semi di arachide) • Granella di pistacchi 3 cucchiai • Ciliegie candite 20 • Arancia candita scorzette 20 Preparazione 1. Iniziate la preparazione degli sfinci di San Giuseppe, realizzando la crema di ricotta. La sera prima, mettete la ricotta di pecora dentro ad un colino per farla sgocciolare bene, poi versatela in una ciotola e unite lo zucchero a velo: mescolate per amalgamare il tutto, coprite con della pellicola trasparente o con un coperchio e lasciate riposare in frigorifero per tutta la notte. 2. Versate in un pentolino l’acqua, il burro (o lo strutto) e il sale e poi, una volta sopraggiunto il bollore, unite tutta in una volta la farina, mescolando gli ingredienti sul fuoco con un mestolo di legno per almeno 2-3 minuti fino a che il composto si staccherà dal pentolino. 3. Fate raffreddare e nel frattempo potete unire alla crema di ricotta le gocce di cioccolato fondente e riporla di nuovo in frigorifero fino a che gli sfinci non saranno fritti. 4. Mettete l'impasto in planetaria con il gancio a foglia (oppure lavorate a mano con un mestolo di legno) e lavorate l’impasto per 1 minuto, poi unite una alla volta le uova: non unite l’uovo successivo se prima non sarà stato assorbito completamente quello precedente. Dovrete ottenere una pastella liscia, cremosa e densa. 5. Sciogliete lo strutto ( o scaldate l’olio) in un pentolino fino a portarlo a 160-165°, poi friggete l’impasto versandolo nel pentolino a cucchiaiate: non friggete più di 3-4 sfinci alla volta per non abbassare troppo la temperatura dell’olio e per non rischiare di avere poco spazio quando gli sfinci cominceranno a crescere. 6. Rigirate spesso gli sfinci servendovi di due forchette, per dorarli su tutti i lati e farli quindi gonfiare bene. Con questa temperatura, gli sfinci dovranno friggere per almeno 10-15 minuti. 7. Quando saranno ben dorati scolateli per bene con una schiumarola e adagia teli su di un vassoio foderato con carta assorbente da cucina. 8. Quando avrete terminato di friggere, lasciate intiepidire gli sfinci, poi prendete la crema di ricotta, lavoratela qualche secondo con un mestolo di legno e poi, servendovi di un cucchiaio, ricoprite la superficie degli sfinci. 9. Guarnite ogni sfincio con della granella di pistacchi, una ciliegina candita e una scorzetta di arancia candita. Serviteli immediatamente. Consiglio In alternativa al burro si possono usare 60 di strutto per l'impasto. Tratto da: http://ricette.giallozafferano.it/Sfinci-di-San-Giuseppe.html Betania – Società Cooperativa Sociale O.N.L.U.S Iscritta all’Albo Nazionale delle Cooperative a mutualità prevalente al n° A122164 Iscritta all’Albo delle Cooperative Sociali della Regione Lombardia al n° 530 Associata a Confcooperative C.F.- P.IVA: 03140200969 – CCIA MB

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IL MESE DI MARZO FRA TRADIZIONI E LEGGENDE Nel mese di Marzo accade il fenomeno dell’Equinozio di Primavera, per convenzione attorno al ventunesimo giorno. Ma vediamo che cos’è, dal punto di vista puramente scientifico, un equinozio. Le stagioni sono una conseguenza del fatto che l’asse di rotazione della Terra non è perpendicolare al piano della sua orbita intorno al Sole. Quando il Polo Nord si orienta in direzione del sole, nell’emisfero boreale è estate, mentre in quello australe è inverno. La situazione si inverte sei mesi dopo. In due giorni dell’anno, verso la fine di Dicembre e verso la fine di Giugno, l’asse terrestre raggiunge il massimo grado di inclinazione rispetto al Sole, per cui abbiamo il fenomeno della giornata più lunga e della notte più corta dell’anno che in un emisfero è il Solstizio d’estate, e nell’altro è contemporaneamente il Solstizio d’inverno. Sei mesi dopo avviene il contrario: il Polo Sud raggiunge la massima inclinazione verso il sole e i solstizi si invertono. I solstizi dividono così l’anno in due parti. A metà tra un solstizio e l’altro, a fine Marzo e a fine Settembre, ci sono due giorni in cui gli emisferi nord e sud ricevono la stessa quantità di luce solare, e di conseguenza il giorno e la notte hanno la stessa durata. L’asse terrestre non è più inclinato verso il sole, ma si trova ad angolo retto rispetto a un’immaginaria linea TerraSole. Il sole è dunque direttamente perpendicolare all’Equatore. Questi sono gli equinozi, dal latino equinox che significa notte uguale. Come dice il termine stesso gli equinozi sono periodi di grande equilibrio ma anche di grande cambiamento; i punti in cui il sole sorge e tramonta si spostano rapidamente, giorno dopo giorno. Questo fenomeno genera un altro fenomeno ciclico, molto più lento, la precessione. Essa consiste nel fatto che l’asse terrestre traccia un cerchio completo nel firmamento nell’arco di circa 26.000 anni, determinando così la visibilità di costellazioni e di stelle diverse in diverse posizioni nel cielo notturno. Per questo parliamo ad esempio dell’era dell’Acquario in cui alcuni dicono siamo già entrati e che per altri è ancora ben lontana. Ogni 2100 anni circa il sole dell’Equinozio appare davanti a una costellazione diversa. Per noi “moderni” e soprattutto occidentali questi momenti dell’anno non rivestono grande importanza, passando nella maggior parte dei casi inosservati, ma in tempi più remoti, in tutte le civiltà antiche di Oriente e di Occidente, il ciclo dell’anno col passaggio delle stagioni veniva celebrato da tutti i membri della comunità con riti, celebrazioni e feste che si protraevano anche per parecchi giorni. Erano riti che celebravano momenti importanti dell’anno legati principalmente alle attività agricole di semina e raccolto, ma che celebravano soprattutto l’unità inscindibile tra uomo e natura, quasi un’identificazione con essa, o almeno uno spirito di collaborazione con essa che noi, in questa epoca di ben altri usi abbiamo perduto – non definitivamente, ci piace credere e sperare. Erano questi, per i popoli antichi, momenti di grande rilevanza, che segnavano il passaggio delle stagioni, l’allungarsi e l’accorciarsi della presenza della luce solare o del buio, influenzando non solo la Natura, ma anche lo stesso organismo umano e la sua psiche, e che hanno tuttora effetto su di noi a livello psico-fisico, anche se, figli di un’epoca esageratamente distratta, non ce ne accorgiamo più. Abbiamo testimonianze di riti e feste stagionali durante solstizi ed equinozi già a partire dal Neolitico, in un’epoca compresa tra i 6000 e gli 8000 anni fa, soprattutto nei resti di costruzioni particolari come i monumenti monolitici, i circoli in pietra, alcuni complessi funerari e camere a corridoi, che erano allineati col sorgere ed il tramontare del sole in occasione di solstizi ed equinozi.

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Anche la civiltà Egizia, centrata sul culto del dio sole, RA, creatore e governatore del mondo, che veniva venerato sia a livello mitologico sia come fenomeno quotidiano seguì lo stesso precetto di allineare templi e costruzioni sacre al levarsi e al tramontare del sole in quei momenti dell’anno. La stessa cosa avveniva tra gli Assiri e i Babilonesi , i quali davano grande importanza agli equinozi: la festività babilonese più importante era il nuovo anno, l’Akitu, che cadeva in corrispondenza dell’Equinozio di primavera. Durante questa festività, che durava 12 giorni, il re, in qualità di figlio del divino, rigenerava e sincronizzava i ritmi della natura, del cosmo e della società umana. Lo stesso tempio di Salomone a Gerusalemme era orientato verso il sorgere del sole dell’Equinozio di Primavera. Nella città di Teotihuacan, in Messico, una delle città più grandi dell’America precolombiana, vi sono testimonianze delle stesse tradizioni, così come nelle città dei Maya e degli Inca. Sul versante dell’Estremo Oriente, in Cina, già dall’epoca della dinastia Shang abbiamo l’evidenza che l’anno fosse diviso in quarti,distinti da equinozi e solstizi, e in Giappone l’equinozio di primavera è la festa nazionale Higan, che è l’inizio di una manifestazione buddista che celebra la natura e tutte le cose viventi. Anche in India si celebrano i passaggi delle stagioni con feste e rituali,i puja.

In Cambogia l’anno nuovo , Chaul Chham coincide con l’equinozio di primavera e si celebra con tre giorni di astensione da tutte le normali attività. Molti sono i miti legati all’equinozio di primavera. Tra i Fenici ed i Greci ad esempio, il mito raccontava di come Adone, un fanciullo bellissimo, amato e conteso da Afrodite e Persefone, dee rispettivamente dell’amore e della morte fu ucciso in un bosco da Ares ingelosito, sotto forma di cinghiale, e che la sua morte diede inizio alla primavera; mito che corrisponde a quello del culto di Diana a Nemi e a quelli del dio cervo di origine celtica, la cui morte è la condizione assoluta per la rinascita della natura che avviene in primavera. Per i popoli antichi la primavera era non solo la rinascita della natura in tutto il suo lussureggiante splendore, ma coincideva anche con il momento della semina e portava quindi già la promessa del raccolto e dell’abbondanza, ed era quindi collegata ai riti e ai culti di fertilità. Erano momenti in cui non solo la natura si rinnovava ma anche il corpo umano si rigenerava e infatti a queste festività si affiancavano riti di purificazione come digiuni, purghe, confessione ed assoluzione di peccati ed altro; testimoni di un legame molto stretto uomo-natura, della consapevolezza che l’essere umano è parte integrante della natura ed è regolato dalle stesse leggi, ma anche di una visione più sacra e magica della vita sulla terra e del rapporto Uomo-Natura, Uomo-Cosmo, dove Natura e Terra non sono terre vergini da sfruttare a nostro piacimento ma sono incarnazioni di divinità, di magiche e potenti creature, o comunque luoghi in cui questi risiedono. Visione quanto mai lontana dalla nostra, basata invece sullo sfruttamento forsennato e sulla distruzione ingiustificata di ogni equilibrio naturale. Nel calendario celtico invece, proprio il 21 Marzo, si festeggia Ostara, detta anche Eostre o Eostar. La festa è di origine germanica, infatti prende il nome da quello della dea Eostre, patrona della fertilità. Il culto della divinità si diffuse in tutta l'Europa. In Grecia prese il nome di Estia, mentre a Roma e in seguito in tutto l'impero romano venne con il nome di Vesta, e al suo culto fu dedicato l'ordine sacerdotale delle vergini Vestali. La festa di Ostara celebra la rigenerazione della natura e la rinascita della vita, coincidente con l'equinozio di primavera. Nell'antichità, per l'occasione, le Vestali celebravano un particolare rito che prevedeva l'accensione di un cero (che venne in seguito assimilato dalla tradizione cristiana) simboleggiante la fiamma eterna dell'esistenza. Il cero, all'interno dei templi dedicati alla dea, veniva spento solo all'alba del giorno seguente. Durante la festività venivano celebrati rituali ierogamici (che simboleggiano cioè l’accoppiamento di due divinità o di un dio con un mortale), anche oggi ripresi da alcune correnti del Neopaganesimo, e in particolare da alcuni gruppi wiccani, durante i quali la rinascita della vita veniva esaltata e sacralizzata Betania – Società Cooperativa Sociale O.N.L.U.S Iscritta all’Albo Nazionale delle Cooperative a mutualità prevalente al n° A122164 Iscritta all’Albo delle Cooperative Sociali della Regione Lombardia al n° 530 Associata a Confcooperative C.F.- P.IVA: 03140200969 – CCIA MB

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attraverso l'unione sessuale. I popoli anglo-sassoni chiamavano il mese lunare corrispondente all'incirca al nostro aprile, Eostre-monath, e in questo periodo celebravano feste in onore della dea Eostre associata a vari aspetti connessi col rinnovarsi della vita quali la primavera, la fertilità e la lepre (per la velocità con cui prolifica). Con la diffusione del Cristianesimo la festa di Ostara venne assimilata dalla Pasqua, la cui data di celebrazione cade presso il primo plenilunio successivo all'equinozio di primavera. La nuova festa cristiana, ancora priva di un nome, in certe lingue assimilò anche la nomenclatura della vecchia festa. Ancora oggi, infatti, in inglese la Pasqua è chiamata Easter, e in tedesco Ostern. Anche parecchi elementi della tradizione antica furono inglobati dalla festa cristiana. Tra questi il coniglio pasquale, simbolo di fertilità e prosperità e l'uovo, simbolo dell'embrione primordiale da cui scaturisce l'esistenza. Tratto da: http://www.ecocastelli.it/a/il-mese-di-marzo-fra-tradizioni-e-leggende/

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…LAVORO…

SPECIALE CONVENZIONI Lavori in un’azienda che ha a cuore il benessere dei suoi lavoratori e che sviluppa politiche di Responsabilità Sociale di Impresa e di Welfare Aziendale? Il Consorzio Idea Agenzia per il Lavoro e Cooperativa Betania propongono alle aziende convenzioni gratuite per erogare ai dipendenti servizi a un prezzo convenzionato. Un esempio? • Le nostre convenzioni per l’erogazione dei servizi alle famiglie, con prezzi scontati. Idea Agenzia per il Lavoro è diventata oggi punto di riferimento per molte famiglie che sono alla ricerca di figure qualificate, professionali, serie e di fiducia. Idea Agenzia per il Lavoro e Betania accompagnano le famiglie nella ricerca della persona giusta e nel suo inserimento lavorativo. •

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PER SAPERNE DI PIÙ

BOLLATI E GARANTITI Un ponte tra il carcere e la città Il Consorzio Idea Agenzia per il Lavoro (con i suoi soci lombardi Betania s.c.s. o.n.l.u.s. e Associazione Opera San Francesco per i Poveri), la Cooperativa Sociale LaFucina, la Cooperativa Trasgressione.net, in collaborazione con il Comune di Rho e Confcooperative Unione Regionale della Lombardia, sta realizzando le azioni del progetto Bollati e Garantiti: una rete di accompagnamento al lavoro, ascolto, sostegno e formazione per 30 detenuti de carcere di Bollate. Il progetto, che ha mosso i primi passi a gennaio 2017, vede la scelta mirata di 30 detenuti pionieri che abbiano raggiunto i requisiti per l’Affidamento Sociale o siano prossimi al fine pena. L’obiettivo è di guidarli e affiancarli nella rielaborazione dell’esperienza detentiva per trasformarla in occasione di emancipazione individuale e collettiva. I detenuti stanno facendo un percorso di crescita personale con la partecipazione a gruppi organizzati di confronto, incontri di coaching dove scoprire le proprie potenzialità e capacità, momenti di orientamento al lavoro, percorsi per lo sviluppo delle abilità sociali, corsi di formazione indirizzati all'incontro con realtà aziendali del territorio di Rho e non solo. Inoltre, questi detenuti sono attori nella crescita del territorio del rhodense, nell’ottica di trovare un posto e un ruolo nella società, partecipando a eventi nelle scuole e sui territori, dove assumere un ruolo di responsabilità nel sensibilizzare i cittadini, con particolare attenzione ai più giovani, in merito a problematiche legate alle tossicodipendenze, alle ludopatie, al crimine e alla propria esperienza dopo il carcere. Con Bollati e Garantiti, si vuole colmare lo smarrimento e la solitudine che il detenuto prova nel momento in cui è prevista la sua uscita dal carcere. L’obiettivo è creare una rete di supporto territoriale Betania – Società Cooperativa Sociale O.N.L.U.S Iscritta all’Albo Nazionale delle Cooperative a mutualità prevalente al n° A122164 Iscritta all’Albo delle Cooperative Sociali della Regione Lombardia al n° 530 Associata a Confcooperative C.F.- P.IVA: 03140200969 – CCIA MB

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in modo tale che il varcare la soglia del carcere sia davvero un momento di trasformazione per il reale reinserimento nella società. Il contesto di sfondo che sta rendendo possibile questa sperimentazione è il carcere di Bollate, un’istituzione penitenziaria avanzata e di eccellenza. Noto per l’approccio metodologico che pone al centro la responsabilizzazione del detenuto e la forte integrazione con il territorio, il cui contributo è indispensabile per il reinserimento sociale dei detenuti. Il progetto è finanziato dall’Avviso per lo sviluppo di interventi di accompagnamento all’inclusione socio lavorativa delle persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria (minori e adulti) - Azione 9.2.2 e Azione 9.5.9. del POR FSE 2014-2020. Sito di progetto: http://www.bollatiegarantiti.it/

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Giovedì gnocchi: come nasce la tradizione

Giovedì gnocchi è uno dei modi di dire più conosciuti quando si parla di cibo e giorni della settimana. La frase completa in realtà coinvolge anche i giorni immediatamente successivi; infatti il proverbio, diffuso principalmente nella Capitale e nelle zone immediatamente circostanti, recita: “giovedì gnocchi, venerdì pesce e sabato trippa”. UN PIATTO CALORICO E NUTRIENTE PER AFFRONTARE IL SUCCESSIVO VENERDÌ DI MAGRO Sembrerebbe che la nascita di questa frase risalga all’immediato dopoguerra: un promemoria legato alla necessità di riempire i piatti a tavola con pochi soldi e con quello che offriva il mercato. In quegli anni infatti, un po’ perché nei mercati i generi alimentari scarseggiavano, un po’ perché in certi giorni bisognava rispettare le regole religiose di osservare il digiuno o comunque l’astensione dal consumo della carne, bisognava esercitare al meglio l’antica arte di arrangiarsi. Dunque il giovedì, giorno precedente il venerdì di magro, si diffuse l’abitudine di mangiare un piatto calorico, nutriente e dal grande potere saziante come gli gnocchi. Preparati con acqua, farina, pochissime uova e molte patate, gli gnocchi erano mangiati in abbondanza per fare il pieno di energia in vista del giorno successivo, venerdì, in cui secondo il precetto religioso (all’epoca molto più rispettato di oggi) si osservava il digiuno dalla carne e si potevano consumare solo pesce e legumi, di norma ceci e baccalà. Per concludere il triduo, ricordiamo che nella giornata di sabato era d’uso macellare gli animali, in vista del giorno festivo: il popolino, meno abbiente e spesso escluso dalla distribuzione di cosce e bistecche, poteva permettersi di acquistare solo le parti meno nobili degli animali, come frattaglie, stomaco e trippa, che però nelle mani sapienti delle massaie diventavano piatti assai gustosi. In ogni caso bisogna ricordare che la pasta di cui stiamo parlando sono gli gnocchi di patate: un piatto che nella forma che conosciamo noi ha cominciato a diffondersi dalla fine del 1800. La patata infatti è stata importata dall’America nel sedicesimo secolo, ma prima di essere usata diffusamente per l’alimentazione umana sono dovuti passare altri due secoli. Fin dal medioevo invece con il termine gnocchi si intendeva un semplice impasto di acqua bollente e farina di cereali vari a cui era data una forma più o meno sferica e di grandezza variabile. Spesso gli gnocchi erano preparati in occasioni particolari, come il giovedì grasso, le cene delle vigilie delle ricorrenze religiose, o durante il periodo dedicato al culto dei defunti. Tratto da: http://www.agrodolce.it/2018/02/15/giovedi-gnocchi-dove-mangiare-gnocchi-a-roma/ Betania – Società Cooperativa Sociale O.N.L.U.S Iscritta all’Albo Nazionale delle Cooperative a mutualità prevalente al n° A122164 Iscritta all’Albo delle Cooperative Sociali della Regione Lombardia al n° 530 Associata a Confcooperative C.F.- P.IVA: 03140200969 – CCIA MB

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