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PRIMI PASSI
PRIMI PASSI
DI MARCO MONTAGNA*
PRIMA DI OSSERVARE IL CIELO
COME UTILIZZARE IL PIÙ ANTICO STRUMENTO ASTRONOMICO, CHE TUTTI NOI POSSEDIAMO IN DUE ESEMPLARI
PRIMI PASSI
Quante volte abbiamo rivolto il vostro sguardo all’insù, in una notte estiva, magari in aperta campagna o in montagna, e abbiamo desiderato saperne di più, capire, osservare e perché no, provare un telescopio? Tutti, prima o poi, vengono almeno sfiorati da questi pensieri. Molto spesso, però, i buoni propositi vengono frenati da alcune difficoltà. I telescopi sono costosi, difficili da usare, le stelle sembrano tutte uguali… Queste sono tra le motivazioni più ricorrenti di chi si allontana dal cielo dopo il primo sguardo. In questa rubrica cerchiamo di affrontare insieme un percorso, che passo dopo passo possa introdurre all’osservazione del cielo stellato, prima a occhio nudo e poi con il telescopio. Non appena vengono appresi i concetti di base, la foschia cosmica si dipana e tutto si mostra limpido davanti ai nostri occhi.
DOVE OSSERVARE IL CIELO?
La scelta di un luogo di osservazione sbagliato porta a risultati deludenti che possono demolire le aspettative celesti. Purtroppo, in Italia, il cielo stellato non è visto come un bene culturale di primo livello tanto quanto il nostro straordinario patrimonio artistico. Se guardiamo una foto satellitare notturna della nostra penisola, ci rendiamo conto come vi sia uno smodato e irrazionale uso dell’illuminazione pubblica. Dove i nostri genitori vedevano la Via Lattea, oggi vediamo una manciata di stelle confuse in un cielo di tonalità grigie e arancioni. La prima cosa da fare, quindi, è trovare un luogo adatto per osservare le stelle. Un cielo di campagna, appena fuori i centri abitati, rappresenta già un ottimo inizio. Un cielo di montagna è meglio ancora, in quanto l’inquinamento luminoso è assai inferiore e l’atmosfera è più trasparente. Uno dei metodi più semplici per valutare la luminosità del cielo notturno è la scala di Bortle. Venne ideata da John E. Bortle e pubblicata sulla rivista americana Sky & Telescope nel 2001, con l’intento di aiutare gli astronomi amatoriali a valutare la qualità del sito di osservazione. La scala si basa sull’osservabilità di alcuni oggetti astronomici notevoli, come la Galassia di Andromeda, ed è formata da nove classi: dalla classe 1, che indentifica un cielo veramente buio, alla classe 9, corrispondente al cielo visibile dal centro delle città. In Italia non esistono cieli di classe 1, esclusivo appannaggio di luoghi sulla Terra come i deserti. Qualche località fortunata raggiunge la classe 2, mentre tipicamente un cielo di montagna raggiunge le classi 3 o 4. Si tratta comunque di cieli molto belli, con l’inquinamento luminoso che comincia a mostrare qualche effetto, ma la Via Lattea è presente e dettagliata e lo spettacolo è mozzafiato.
UNO STRUMENTO A COSTO ZERO
Prima ancora di correre ad acquistare un telescopio, c’è uno strumento che noi tutti possediamo, gratuitamente, ma che magari non sappiamo bene come utilizzare al meglio: i nostri occhi. Ecco perché spenderemo un po’ di tempo per capire come funziona il nostro sistema visivo. La retina è il sensore che il nostro occhio usa per catturare la luce e convertirla in immagini. È formata da due tipi di cellule: quelle più abbondanti sono i bastoncelli, utilizzati soprattutto in condizioni di scarsa luminosità, per la cosiddetta “visione scotopica”. Sono molto sensibili alla luce ma poco al movimento e ai dettagli. Nella retina sono presenti anche i coni, meno abbondanti, meno sensibili, ma capaci di percepire colori, dettagli e movimento, e sono dedicati alla “visione fotopica”. I bastoncelli sono circa 100 milioni e si trovano soprattutto nella parte esterna della retina, mentre i coni sono 5 milioni e sono collocati nella parte centrale. Inoltre, i bastoncelli sono circa 4000 volte più sensibili dei coni. La grande sensibilità dei bastoncelli suggerisce una tecnica molto interessante per osservare il cielo, che si può applicare sia a occhio nudo che al telescopio, chiamata visione distolta. Invece di osservare la nebulosa o la galassia con il centro dell’occhio, dove si trovano i coni, scarsamente sensibili alla luce debole, basta osservare leggermente di lato, con la “coda dell’occhio”, per attivare i bastoncelli. Basta un po’ di allenamento per notare un miglioramento nei dettagli che si riescono a percepire. Con questa tecnica si riescono a vedere anche a occhio nudo alcuni oggetti del cielo profondo come deboli macchioline, naturalmente sempre sotto cieli bui e di buona qualità. Una perfetta visione notturna richiede alcuni minuti di adattamento al buio, durante i quali le cellule della retina si preparano
PRIMI PASSI
DI MARCO MONTAGNA
» La Luna è il corpo celeste che meglio si presta all’osservazione a occhio nudo (bfcspace.com/Roberto Ortu).
alla visione scotopica. Se si guarda una forte sorgente luminosa, come lo schermo dello smartphone, si azzera in pochi secondi questo adattamento e si deve ricominciare. Per illuminare la zona intorno alla postazione osservativa conviene utilizzare una torcia a luce rossa, in quanto la retina umana è meno sensibile in quella banda dello spettro luminoso. Anche quando si utilizzano software planetari per l’assistenza alle osservazioni, conviene impostare la “modalità notturna”.
LA PRIMA OSSERVAZIONE
Ora che sappiamo come usare al meglio i vostri occhi per osservare e le nostre mani per misurare le distanze angolari celesti (vedi il box), siamo pronti a un primo contatto con la volta celeste. La maggior parte di ciò che vediamo sopra di noi sono le stelle. Che appaiono scintillanti a causa del seeing, un fenomeno dovuto alle piccole e caotiche deviazioni
OSSERVAZIONI PRIMI PASSI
» Talvolta i pianeti si allineano presentando delle configurazioni spettacolari come questa, dove possiamo ammirare in diagonale, dal basso, Giove, Venere, Marte e Saturno.
Per sapere dove e quando osservare questi fenomeni occorre seguire la rubrica
“Cielo del Mese” (bfcspace.com/Gianni Tumino).
che subiscono i raggi luminosi provenienti dagli astri per effetto della turbolenza atmosferica. È un fenomeno inevitabile sulla superficie terrestre, che può essere solo limitato recandosi in luoghi dal clima tranquillo e asciutto, come alle alte quote o nei deserti. Ecco perché gli osservatori astronomici vengono realizzati preferibilmente in queste località o addirittura inviati nello spazio. Le stelle sembrano formare insieme delle figure, dette costellazioni. Nell’antichità gli uomini attribuirono a queste figure i significati più diversi, da esseri mitologici ad animali, legandole a miti e leggende. In realtà, le stelle appartenenti a una stessa costellazione non si trovano alla medesima distanza, e hanno in comune solamente una apparente
PRIMI PASSI VERSO IL CIELO
Questa rubrica vuole cercare di rendere il cielo stellato accessibile a chiunque, con esempi pratici e un linguaggio semplice. Tutti sono incuriositi dalle stelle, ma la pratica osservativa presenta delle barriere talvolta insormontabili. Posso dopo passo, partendo dalle basi e procedendo verso anche argomenti più avanzati, supereremo questa barriera e impareremo insieme a scrutare il cosmo.
MISURARE IL CIELO
Osservando il cielo a occhio nudo, nasce il problema di stimare le distanze tra le stelle e altri oggetti astronomici senza disporre di alcuno strumento. Un vecchio trucco consiste nell’usare dita, mani e braccia per stimare le distanze sulla volta celeste: 1° corrisponde alla dimensione del dito mignolo 2° sono equivalenti alla dimensione del pollice 5° sono misurati da tre dita insieme 10° equivalgono circa a un pugno chiuso 15° corrispondono alla distanza massima tra indice e mignolo divaricati 20° si ottengono aprendo al massimo pollice e mignolo.
PRIMI PASSI
» Un classico del cielo invernale, facilmente riconoscibile, è la costellazione di Orione.
Al suo interno ospita la Nebulosa di Orione, l’oggetto astronomico più facile da osservare con qualsiasi strumento (bfcspace.com/Gianni Tumino).
DI MARCO MONTAGNA
vicinanza sulla volta celeste. Nonostante ciò, la conoscenza delle costellazioni è utilissima per orientarsi nel cielo stellato e sarà una preziosa alleata. Proseguendo la nostra prima osservazione, possiamo osservare un punto molto brillante che non scintilla, nel cielo a sud. Con ogni probabilità stiamo ammirando uno dei cinque pianeti visibili a occhio nudo: potrebbe essere Venere, Marte, Giove o Saturno. Mercurio è visibile con difficoltà o all’alba o al tramonto, nei pressi del Sole, a seconda del periodo. In casi fortunati ne sono visibili in contemporanea più di uno. Da cieli molto bui sarebbe possibile anche osservare Urano, ma distinguerlo dalle altre stelle non è facile, tant’è che gli astronomi hanno capito solo nel 1781 che non era una stella! Oltre a stelle e pianeti, non possiamo dimenticarci della Luna, il nostro satellite naturale, che si presta moltissimo a essere indagata già con i nostri occhi o con un semplice binocolo.
LA PROSSIMA PUNTATA
Siamo giunti alla fine di questa parte introduttiva all’osservazione del cielo, che era necessaria perché questa pratica richiede solide fondamenta per essere affrontata al meglio ed evitare delusioni. Nella prossima puntata, inizieremo a navigare in questo grande oceano cosmico e parleremo di costellazioni, coordinate celesti e molto altro ancora.
*MARCO MONTAGNA LAUREATO IN ASTRONOMIA E INGEGNERIA INFORMATICA, SI OCCUPA DI SVILUPPO SOFTWARE E GESTISCE IL BLOG “LA NOTTE STELLATA”.