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Bookmarks/i libri M E TA M O R F O S I D I U N U O M O T R A N Q U I L L O
Un libraio dell’Est non regge alla riunificazione della Germania. E diventa sovranista SABINA MINARDI
Nel novembre del 1992, appena tre anni dopo la caduta del muro di Berlino, il comico di Dresda Uwe Steimle si è presentato al Deutsches Patentamt, l’Ufficio brevetti, chiedendo la registrazione della parola “Ostalgie”, nostalgia dell’Est. Nel 2019 una delibera del Consiglio comunale della città sassone ha proclamato, dopo il pieno elettorale della destra populista, lo stato d’emergenza nazismo. Due fatti di cronaca che vengono in mente oggi, e che punteggiano la scalata di un soviet revival non certo estraneo a Ingo Schulze, che a Dresda è nato. “La rettitudine degli assassini” (Feltrinelli, traduzione di Stefano Zangrando) in quella crepa tra Est e Ovest – politica, sociale, dell’anima - scava e indaga con profondità, attraverso la figura di un libraio antiquario, fiero proprietario di un sofisticato negozio noto in tutta la Germania. Che da intellettuale libero, conoscitore delle pagine più preziose di sempre, con uno spirito critico che lo preserva dal “lasciarsi impressionare dalle aspettative del suo tempo”, scivola in una condizione di rabbioso sovranista reazionario. Come è potuto accadere? Schulze ricostruisce il mistero Norbert Paulini, letteralmente nato in mezzo ai libri, uomo fedele alle sue letture, e dunque teoricamente fedele a se stesso. Che, al contrario, non regge l’urto del nuovo mondo che avanza con l’autunno del 1989: il capitalismo dell’Ovest svaluta la sua pregiata libreria; le certezze di una comunità di lettori, che si riunisce ogni sabato per rivendicare indipendenza dalle ombre minacciose della Stasi, vanno in frantumi. Come il matrimonio, le amicizie, i risparmi. La fiducia nei libri. In un suggestivo intreccio di sguardi, tre voci raccontano, inclusa quella di un editor che scrive la storia. E in questo gioco di prestigio, si staglia la pericolosa solitudine dell’uomo retto, quando è di colpo disilluso e disancorato. “Grazie a un muro, uno appartiene a qualcosa, sta di qua o di là… e tu sai dove sei”, diceva il vecchio berlinese vagando per la sua città. Era “Il tempo invecchia in fretta” di Antonio Tabucchi. Q
“L A RE T TIT UDINE DEGLI A S S A S SINI” di Ingo Schulze Feltrinelli, pp. 271, euro 18
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Amare. E non sapere come farlo. Essere fieri, innamorati della propria figlia, tanto da volerlo gridare al mondo. Ma non sapere come dimostrarlo. Lo sguardo di una donna che si poggia furtivo su due nipotine mai conosciute dà il via a uno struggente racconto familiare sul complicato, contraddittorio rapporto tra madre e figlia. Dall’attesa della nascita agli anni della crescita, tra silenzi, parole sbagliate o date per scontate, un viaggio intorno ai chiaroscuri della maternità. Due laghi, il lago di Ocrida e quello di Prespa, su tre confini complicati: Grecia, Albania, Macedonia del Nord. Da questa prospettiva, su terre oggetto di contese e ostilità da sempre, la vicenda familiare della scrittrice bulgara (già autrice del bellissimo saggio narrativo “Confine. Viaggio al termine dell’Europa”, Edt), ricostruita attraverso le tante migrazioni, i gesti di coraggio, gli enormi tradimenti subiti. Un racconto di gente che si muove, attraversa continenti, ogni volta riparte da zero. Un letterato musulmano di Spagna scampa a un naufragio, sulla via del ritorno dal pellegrinaggio alla Mecca. E approda in Sicilia, dove soggiorna per alcuni mesi. È il 1185. E la scoperta di quell’isola governata dai Normanni, così imprevedibile e sorprendente, lo conquista. Tra mercanti infedeli, donne vestite a festa ed eunuchi in un incontro di civiltà, tra aspettative e scoperte, che vale la pena rileggere. Il testo è la parte finale del diario di viaggio noto come la “Rihla”.
“COME A M A RE UN A FIGLIA” Hila Blum (trad. di Alessandra Shomroni) Einaudi, pp. 208, euro 17 “IL L AGO” K apka K assabova (trad. di Anna Lovisolo) Crocet ti, pp. 376, euro 19 “VIAGGIO IN SICILIA” Ibn Jubayr (a cura di G. Calasso) Adelphi, pp. 138, euro 13