Bergamo Economia - Aprile2012

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ABBIAMO FUSO IL MOTORE

Intervista esclusiva all'anti/modernista per eccellenza: Massimo Fini «Art.18? Non m'interessa. Dobbiamo importare il modello svizzero» «POSITIVO IL 2011 ». NONOSTANTE OFFANENGO

Gianfranco Bonacina, presidente della Bcc di Treviglio, anticipa i numeri della prossima assemblea generale di bilancio DA B2B A «BUSINESS-T TO-C CONSUMER»

Il futuro dell’economia bergamasca e gli scenari fieristici visti da Stefano Cristini, direttore tecnico di Promoberg

Rivista mensile - Ogni primo venerdì del mese in edicola al prezzo di 4,00 euro. Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. 70% DCB Bergamo. In caso di mancato recapito restituire al mittente.

Stretta creditizia? Ecco le soluzioni dei Confidi

INCHIESTA ESCLUSIVA. Le banche non aiutano le aziende? Svelate da Confiab, Confapi Lombarda Fidi, Creditagri Italia, Fogalco, Cooperfidi Italia, Cooperativa Artigiana di Garanzia, Liaeurofidi e Italia Com-fidi le principali iniziative per sostenere il tessuto economico bergamasco

APRILE 2012 - anno 6 - numero Economia, attualità, costume e stile

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SOMMARIO Aprile 2012

ECONOMIA 12

«Barbaro sognante» Rigore, crescita ed equità Maroni: «No. Tasse, tasse e tasse»

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Contributo Proposte per un fisco che (forse) verrà

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Società & Economia

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Pillole di finanza

Massimo Fini: «Dobbiamo tornare indietro, abbiamo fuso il motore»

Claudio Rossi: quando si deve risparmiare

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Bergamo sviluppo Bergamo Sviluppo, la nuova mission di Bergamo Formazione

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PAGINA 30

Parola all’associazione «Impresa sociale» Una risposta alla crisi

Gianfranco Bonacina Presidente della BCC Treviglio «Bilancio positivo». Nonostante Offanengo 3


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SOMMARIO Aprile 2012

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Punti di vista

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Liberalizzazioni? Una lenzuolata con i soliti buchi

Portafoglio La difesa del patrimonio nell'Italia di Mario Monti

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Copertina I confidi, ultima trincea contro la crisi

Edilizia e sostenibilità «EDIL 2012 TECH», la risposta più importante

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Economia locale Il futuro del B2B? Mutare in «Business-to-Consumer»

BUSINESS

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Leggere la legge Quando conviene rivolgersi all'avvocato per recuperare il credito

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Case history «Per fare un bergamasco ci vogliono due cinesi»

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Eureka Edil 2012: battere la crisi a colpi d’innovazione

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La telenovela Fuori la Dec dall'ospedale della Trucca

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Accesso al credito iFidi: la pedemontana del credito targata Cna

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Delocalizzazioni Fiber delocalizza? No. Per ora assume

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Enfant prodige Gori sale in cattedra e «scende in campo»

Top business Coperture Futuro, sul tetto dell'avvenire


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SOMMARIO Aprile 2012

RUBRICHE & EVENTI

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Nuova concezione «Devero Medical Spa», salute e benessere

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Chi, dove e perchè Foto e curiosità

BERGAMO ECONOMIA Rivista mensile di economia, attualità, costume e stile (Registrazione al Tribunale di Bergamo nr. 22 del 02/08/2007) Società editrice: Speb S.r.l. Via San Giorgio 6/n 24122 Bergamo Presidente: Marino Lazzarini

REDAZIONE: Direttore responsabile: Paolo Agnelli Curatori del progetto: Cristiano Agnelli e Luigi Berlusconi Caporedattore: Luca T. Bilotta Mail: bilotta@bergamoeconomia.it Redattore: Livio Casanova Mail: casanova@bergamoeconomia.it Fotoreporter: Giorgio Chiesa Mail: chiesa@bergamoeconomia.it Consulenti: Marco Amorese, Federica Ferrari, Claudio Rossi, Barbara e Cristina Putortì Art: Francesco Legramanti Mail: grafici@bergamoeconomia.it

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Behind the scenes L'unico Service che può chiamarsi BMW

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Provata per voi Nissan GT-R, l'unica supercar da città

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Vento di poppa Dal Messico al Boba, l'YCBG festeggia con Lario Bergauto

PUBBLICITA’: Tel. 035 678812 Agenti: Antonio Milanesi, Sergio Saresini, Jarno Sambinelli e Antonio Mandato Mail: info@bergamoeconomia.it Concessionaria pubblicità nazionale: A. Manzoni & C. S.p.A., via Nervesa, 21 Milano. Tel. 02 57494211 Concessionaria pubblicità locale: Speb S.r.l., Via San Giorgio, 6/n 24122 Bergamo

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Alta quota «8000 metri di vita», Simone Moro incontra i Lions Clubs

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L’editoriale Aprile 2012

La satira sfida l'economia? No, la spiega con Fitoussi DI LUCA T. BILOTTA

ella noia mortale del palinsesto televisivo italiano, fra Grande Fratello e Maria De Filippi con i suoi programmi "Amici" e "Uomini e Donne", le scorse settimane abbiamo avuto modo di osservare con interesse un'intervista rilasciata a cuore aperto da Jean-Paul Fitoussi direttamente a La7. Nulla di particolare, del resto è un personaggio pubblico ed è normale che rilasci dichiarazioni o interviste. Quello che pare strano però, è che dinanzi a Serena Dandini - ottima presentatrice, ma certamente non un'esperta d'economia internazionale - e soprattutto il comico Dario Vergassola (simpaticissimo, ma non un giornalista de "Il Sole24Ore") abbia parlato chiaramente della situazione economica internazionale ed italiana. Mai un economista era stato così chiaro, simpatico e spesso pungente su argomenti d'attualità. A questo punto ci si può chiedere quale sia la vera faccia dell'economia: quella istituzionale o quella televisiva? Lo si deve ammettere: Fitoussi è sempre stato chiaro e spesso controcorrente. E' stato capace di prevedere la crisi economica del vecchio continente in anticipo, anche se all'inizio era stato considerato quasi "pazzo". Anche questa volta Jean-Paul Fitoussi l'ha cantata senza peli sulla lingua. Ha espresso chiaramente il suo pensiero di economista Presidente degli studi politici di Parigi e dell'Osservatorio francese della congiuntura economica. Senza dimenticare qualche battuta al veleno nei confronti del premier Monti e, seppur francese, di Nicolas Sarkozy e persino dell'amica Angela Merkel. "C'è stima nei riguardi di Monti in Europa, ma è troppo serio", attacca incalzato dalla conduttrice, "del resto è un professore". La serietà non è però un difetto: "Non è assolutamente un problema, è che non siamo più abitua-

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ti a vedere politici seri soprattutto in Italia". Dichiarazioni pesanti, poi incalza sull'Articolo 18 e bacchetta. La modifica voluta dal Professore non serve a nulla né serve il licenziamento facile per favorire gli investimenti stranieri in Italia. "Ciò che occorre - ha proseguito - è avere meno burocrazia, più accessi facilitati per la creazione di

nuove imprese, meno mafia e quindi più certezza della sicurezza e della trasparenza. E infine meno corruzione. Se l'Italia assicurasse questo gli investitori tornerebbero, e licenziare sarebbe l'ultimo dei problemi". "I lavoratori sono come bambini: essendo deboli, vanno protetti. Così non lo si fa". Ma il vero problema qual è allora? "Ci sono troppi contratti collettivi, troppa confusione: questo è il vero problema italiano sul fronte lavorativo". Ragionamento economico profondo? No, solo buon senso e capacità di lettura dell'attualità. Monti ha risposto da par suo: "I governi precedenti hanno concesso troppo alle parti sociali". Fitoussi ha ribaltato un altro assioma "montiano", quello della rigidità dei conti dello Stato. "Meglio che si indebiti lo Stato che tante famiglie e pun-

tare alla rigidità del bilancio dello Stato è solo una ipocrisia". E passando all'Europa ecco la globalizzazione: "In Europa siamo capaci di farci del male da soli, non serve il resto del mondo. La situazione attuale non è colpa della globalizzazione. Abbiamo creato l'Europa senza clausola di salvataggio: e allora come possiamo essere uniti se non ci si aiuta a vicenda? Questo è il vero problema, come il debito unico europeo che non esiste". Altra analisi d'alta economia? No, altro buon senso quasi tragicomico. Poi passa alla Germania: "Conta sulle esportazioni, ovvero sugli altri per la propria forza economica. Può sempre modificarsi questo fattore, bisogna fare attenzione a chi compra i tuoi prodotti ed aiutarli. Senza di loro non si ha forza". Infine, incalzato da Vergassola afferma su Merkel e Sarkozy: "Non riesco a comprendere se non capiscono l'economia o fanno finta di non capire". Un crescendo di rivelazioni, che culmina con il debito pubblico: "Ogni bambino che nasce in Italia, si porta sulle spalle circa 30 mila euro di debito pubblico? Vero, ma sono anche proprietari di un pezzo d'Italia. Alla fine non è poi così alto come prezzo da pagare con tutte le bellezze che guadagnano". Una logica sopraffina, quella di Fitoussi, che riesce in poco tempo a ribaltare concetti complicati rendendoli semplici in modo disarmante. Se fosse spiegata così l'economia mondiale, forse tutti noi saremmo molto più sereni. O forse no, ma per lo meno sapremmo quali sono i problemi e cosa ci aspetta. Paradossale però che, per dire le cose come realmente stanno, si debba andare ad uno show televisivo in cui satira e comicità sono il tema portante. Che significa? Meglio non rispondere e darci, tutti insieme, la risposta interiormente. Sappiamo già il perché. IL CAPOREDATTORE

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Notizie in breve 435.552 euro E' il reddito imponibile dichiarato da Giorgio Jannone del PdL. Il più ricco tra i parlamentari bergamaschi. Chiude la classifica dei ricchi/poveri Sergio Piffari, dell'Italia dei valori, con 111.119 euro.

658.291 euro E' il reddito imponibile dichiarato dal sindaco Tentorio, il più ricco a Palazzo Frizzoni. Curiosità: il primo cittadino non smentisce la fede atalantina, con 5 azioni della "Atalanta Bergamasca Calcio".

Il vincitore

Un cisanese alla guida di Confindustria E' il nuovo presidente designato per Confindustria, il che vuol dire che dal prossimo maggio Giorgio Squinzi succederà a Emma Marcegaglia come leader degli industriali. Nato a Cisano Bergamasco, il 18 maggio 1943, una laurea in chimica industriale e honoris causa in ingegneria chimica, il prossimo presidente di Confindustria è un esempio per l'imprenditoria italiana. Nominato Cavaliere del Lavoro nel 1998, con lui l'azienda fondata assieme al padre Rodolfo (la Mapei) si è trasformata da impresa familiare a multinazionale, leader nella produzione di adesivi e prodotti chimici per l'edilizia. A differenza di Alberto Bombassei, Squinzi - cattolico e appasionato di sport (ama il ciclismo, vedi Team Mapei; ma anche il calcio, è milanista e proprietario del Sassuolo, squadra del campionato di Serie B) - porterà Confindustria a una riorganizzazione nel segno della continuità con la gestione Marcegaglia. Come nuovo leader di Confindustria Squinzi si presenta come un mediatore: "Sono per un colloquio continuo, costruttivo", ha spiegato parlando del suo approccio nelle relazioni industriali. "Non sono per gli scontri", ha sottolineato. E "non sono una colomba, come invece sono stato descritto".

Lo sconfitto

Mr Brembo si consola in Cina Alberto Bombassei ha riconosciuto immediatamente la vittoria di Giorgio Squinzi e subito dopo il voto il presidente della Brembo ha dichiarato che il risultato dimostra "quanto sia ampia la realtà degli imprenditori italiani che spinge per un profondo cambiamento di Confindustria. E' la realtà che rappresenta le aree più industrializzate del Paese, a cui il presidente designato non potrà non prestare ascolto". Mister Brembo può comunque trovare consolazione dall'imminente taglio del nastro nel nuovo stabilimento di Nanchino, in Cina, programmato per il 26 aprile prossimo. La notizia è rilanciata dal Giornale di Vicenza (Bombassei è vicentino di nascita) che aggiunge alcuni particolari; partner dell'operazione sarà un'impresa locale, la ViMacchine, che ha standardizzato determinati processi industriali del ciclo Brembo per eliminare il truciolato dalle lavorazioni meccaniche di precisione, ottenendo dischi frenanti completamente torniti. Presente in Cina dal 2000, la società di Bombassei ha presentato l'acquisizione di Nanchino nel dicembre 2009, per un valore di 8,5 milioni di euro. Nello stabilimento, ceduto dalla Donghua Automotive Industrial (ex Nanjing automobile group corporation), che è il socio cinese ormai consolidato del gruppo bergamasco, era stato annunciato un investimento di altri 20 milioni fino al 2014 (più 20 milioni nella joint venture). 10


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ECONOMIA&BUSINESS

Rigore, crescita ed equità Maroni: «No. Tasse, tasse e tasse» «BARBARO SOGNANTE»

«Il no del Governo alla candidatura di Roma per le Olimpiadi 2020 è l'unica cosa positiva del Governo Monti». Il leghista, ex Ministro degli Interni, incontrando a Telgate gli imprenditori bergamaschi, non fa sconti a nessuno e boccia l'azione del nuovo esecutivo guidato da Mario Monti PHOTO DI GIORGIO CHIESA

l no alle Olimpiadi a Roma è l'unica cosa positiva che il Governo Monti ha fatto da quando si è insediato". E' il primo (e unico) apprezzamento di Roberto Maroni, ospite al centro monsignor Biennati di Telgate, al Premier Mario Monti per il no del Governo alla candidatura di Roma per le Olimpiadi 2020. L'ex Ministro degli Interni, accompagnato dal vice presidente di Regione Lombardia Andrea Gibelli, dal presidente della Provincia di Bergamo Ettore Pirovano, dagli onorevoli Giacomo Stucchi e Nunziante Consiglio e dal segretario provinciale Cristian Invernizzi, ha incontrato gli imprenditori del territorio. A detta di Maroni, le principali criticità che devono affrontare le imprese"che pretendiamo di rappresentare" sono: "La pressione fiscale elevata, l'eccesso di burocrazia pubblica e un sistema bancario distante". Sul tema della pressione fiscale: "Il governo Monti

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non solo non ha fatto nulla, ma ha fatto il contrario di quello che doveva fare. Dal trinomio iniziale di buoni propositi rigore, equità e crescita si è rimasti a tasse, tasse, tasse. Monti ha investito molto sulla crescita, ma sulla crescita della pressione fiscale, che non è una buona notizia per gli imprenditori e per le famiglie. Il Governo ha agito solo sul fronte del prelievo, aumentando tutto quello che era possibile aumentare, senza che questo abbia comportato un aumento della crescita, che era l'obiettivo vero". Citando una ricerca di Confcommercio ha spiegato come la pressione fiscale legale, cioè quella gravante sui contribuenti in regola, quest'anno raggiungerà il 55% portando il Paese al numero uno della classifica europea e quindi mondiale. Lo ha sottolineato: "Nel 2012 raggiungeremo tre record: quello del più rapido incremento della pressione fiscale apparente nella storia repubblicana, quello di raggiungere il massimo storico assoluto in termini di pressione medesima (45,2%) e, infine, quello di raggiungere il massimo mondiale in termini di pressione fiscale legale (cioè effettiva sui contribuenti in regola)". Sempre sul tema della crescita oltre alle tasse "sta crescendo anche la disoccupazione e il debito pubblico. Questo enorme aumento della pressione fiscale non è servito a ridurre il debito pubblico, anzi è stato calcolato che da quando c'è il Governo Monti, ogni mese il debito pubblico è aumentato di 15 miliardi e si aspetta il record il prossimo 28 aprile, quando sfonderemo i duemila miliardi di euro. Se l'obiettivo era aumentare la pressione fiscale per ridurre il debito pubblico allora è stato clamorosamente mancato. Se questa è la crescita, era meglio prima". Discutibile, secondo Maroni, anche la scelta del Governo di rimborsare, con i soldi "rastrellati" dalle riforme, un debito contratto con una banca americana piuttosto che destinare la stessa cifra alle Pmi. La notizia non è affatto nuova, ma era già nota alle cronache finanziarie proprio dallo scorso 3 gennaio, grazie ad una comunicazione della stessa banca a stelle e strisce. L'agenzia finanziaria americana rimarca come in data 3 gennaio, Morgan Stanley sia rientrata da una posizione che aveva nei confronti della Repubblica Italiana, da 6.268 miliardi di dollari a 2.887 miliardi, per una differenza, appunto, di 3.4 miliardi, corrispondenti a 2.567 miliardi di euro. Tuttavia, è stata riportata ancora una volta da Bloomberg e continua a scatenare non pochi 14

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interrogativi e perplessità. "Discutibile anche perchè quest'anno in Italia è previsto un meno 4% di crescita del pil, e fra un mese avremo la 'paccata' vera nella tasche dei cittadini, quando tutti dovranno pagare l'Imu".L'ex Ministro degli Interni è andato alla carica contro il "sacco del Nord", cioè il prelievo della liquidità (8,6 miliardi di euro) delle tesorerie di Regioni, Province e Comuni da trasferire nella tesoreria centrale di Bankitalia, a Roma. "Una lesione dei principi del federalismo - ha spiegato Maroni - è la politica del gambero sul federalismo, ma è anche una lesione dei principi fondamentali della nostra Costituzione. È il principio di sussidiarietà, che dice che tutto ciò che può essere fatto a livello più basso dell'organizzazione dello Stato, cioè i Comuni, deve essere lasciato lì. Sono soldi dei Comuni e dei cittadini, che i Comuni hanno perché hanno risparmiato e non perché qualcuno glieli ha regalati. Sono soldi che i Comuni spen-

Come dice il giuslavorista bergamasco Tiraboschi, che di queste cose se ne intende, questa riforma fa arretrare di 10 anni le riforme fatte con Marco Biagi". Per Maroni anche "l'ingresso per i giovani sarà più complicato e più costoso" e in merito al giudizio positivo espresso dall'Ocse sulla riforma del mercato del lavoro del governo Monti "mi chiedo quale riforma del lavoro abbia visto l'Ocse. Io che sono un membro del Parlamento non l'ho ancora vista. E' stata approvata una misura "salvo intese" e avendo frequentato Palazzo Chigi so cosa vuol dire. Si tratta di una cartella vuota con scritto: Riforma del Mercato del Lavoro. Non conosciamo il testo ma solo indiscrezioni di stampa e che l'Ocse si metta a dare giudizi su indiscrezioni di stampa rivela che c'è un appoggio al governo Monti a prescindere, e questo non va bene". Tornando a pressione fiscale, burocrazia e banche, che rappresentano due-terzi delle dif-

dono per pagare i loro fornitori, che sono piccole e medie aziende che danno servizi e forniture ai Comuni che sono in credito per 60 miliardi di euro, e che oggi rischiano di chiudere. Quindi questa manovra rende ancora più difficile la vita dei Comuni e dei cittadini perché diminuiscono i servizi. C'era bisogno di tutto, tranne di questo". Critico anche per quanto riguarda il mercato del lavoro "La riforma è sbagliata nel merito e rischia di rendere più complicata la vita alle imprese. E' una riforma che a noi non piace non tanto e non solo per l'articolo 18, che è un pasticcio. In un momento drammatico come questo investire sul lavoro significa aumentare le possibilità di assumere, non di licenziare.

ficoltà che devono affrontare le Pmi, l'ex Ministro degli Interni ha chiuso l'incontro proponendi un taglio "selettivo" della stessa pressione a favore di chi produce ricchezza e ha citato, in particolare, un taglio del 15 per cento ipotizzato dall'economista Luca Ricolfi. Sulla burocrazia propone di riattivare subito il processo di federalismo fiscale e di spesa standard per tagliare i costi della spesa corrente dello Stato e sul tema del credito per la crescita del paese "serve una moral suasion nei confronti delle banche affinché garantiscano il credito alle imprese". Lasciato il Governo il partito di Bossi e Maroni prova a tornare la Lega di lotta.


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ECONOMIA&BUSINESS

Proposte per un fisco che (forse) verrà Il sole 24 ore chiede aiuto ai lettori CON... TRIBUTO - a cura della Dott.ssa Barbara Putortì l quotidiano "Il Sole - 24 Ore", particolarmente autorevole in questa fase storica che vede i "tecnici" alla gestione dell'Esecutivo, ha posto in essere un'interessante iniziativa, chiamando i propri lettori a esprimersi su diverse ipotesi di modifica, semplificazione e ottimizzazione del sistema fiscale italiano. L'idea è stimolante anche in considerazione della preparazione tecnica della platea degli interessati e del fatto che il Sole 24 Ore ne ha presentato i risultati al Governo, che proprio in questi giorni sta preparando un nuovo Decreto Legge in materia fiscale. La grande maggioranza degli intervenuti ha votato quale migliore ipotesi di riforma un progetto che da anni è sul tavolo dei governi che si sono succeduti alla guida del Paese, ma che non ha mai preso corpo: creare un conflitto di interessi tra venditori e consumatori finali, consentendo a questi ultimi di detrarre parte delle spese sostenute per beni e servizi (nell'ipotesi determinate in una quota del 25%, ovvero una percentuale superiore all'Iva applicata sull'operazione, che il consumatore è tenuto a pagare in caso di cessione "regolare"); un provvedimento di questo tipo stimolerebbe il consumatore a richiedere al cedente la documentazione fiscale inerente la cessione (scontrino, ricevuta fiscale, fattura), in modo da poterla inserire nella propria dichiarazione fiscale. Ciò che attualmente accade, invece, è l'esatto contrario: venditore e consumatore hanno il medesimo interesse ad una cessione "in nero", in quanto il primo risparmia sulle imposte dirette, e il secondo sull'Iva. Finora un provvedimento di questo tipo non è mai stato adottato in quanto a fronte della cer-

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tezza di un minore gettito dovuto alle detrazioni dei consumatori farebbe fronte l'incertezza del maggiore gettito da parte dei venditori. Per evitare un rischio di questo genere, l'operazione potrebbe essere all'inizio introdotta limitatamente ad alcuni settori ritenuti a maggiore rischio di evasione fiscale, quali quello delle manutenzioni ordinarie

domestiche , delle locazioni o delle spese sostenute per servizi professionali (avvocati, notai, commercialisti, architetti, ecc.). La seconda proposta con maggiori consensi è relativa all'introduzione di una "fiscal card" che garantisca benefici fiscali e detrazioni sui pagamenti di beni e servizi effettuati con modalità tracciabili anziché per contanti. In sostanza si tratterebbe di ripensare il contrasto all'uso del denaro contante (che

spesso è associato ad acquisti in evasione di imposta) ribaltando l'attuale impostazione: anziché penalizzare l'uso del contante, imponendo soglie di utilizzo molto rigide (ad oggi pari a 999,99 Euro) che penalizzano diverse categorie di utenti non impedendo comunque l'uso fraudolento, si tratterebbe di premiare chi decide di effettuare i propri acquisti con modalità tracciabili (anche immediatamente da parte dell'erario, appunto mediante "carte fiscali"). Una tale iniziativa potrebbe combinarsi con la prima, consentendo detrazioni fiscali (ad esempio pari al 25% del costo del bene o del servizio) a chi effettui acquisti tracciati con "fiscal card". Le altre proposte per un fisco migliore riguardano interventi più tecnici ma che interessano vastissime categorie di operatori. Da una parte si invocano provvedimenti che possano alleggerire gli adempimenti richiesti ai contribuenti, che sono notoriamente pesanti, complessi e non di rado inutili; si va da una generale semplificazione dei modelli dichiarativi e, (ma forse è chiedere troppo) a una uniformità degli stessi nel corso dei diversi periodi, all'abolizione della dichiarazione IMU, dello "spesometro" (al limite da sostituire con una riedizione degli elenchi clienti - fornitori) e delle dichiarazioni "black list" allo snellimento dei modelli Intrastat (quelli italiani sono tra i più complessi in Europa). Dall'altra parte si chiedono interventi di tutela del contribuente, troppo spesso sottoposto a sanzioni draconiane a fronte di illeciti o scorrettezze di lieve entità: in questo senso le proposte tese a eliminare le sanzioni sugli errori formali (e la precisa individuazione di tali fattispecie) e a correlare l'entità delle pene conseguenti a reati tributari alla effettiva dimensione dell'impresa.


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ECONOMIA&BUSINESS

«Dobbiamo tornare indietro, abbiamo fuso il motore» SOCIETÀ&ECONOMIA

Intervista esclusiva a Massimo Fini, fondatore del movimento politico «Movimento Zero», ispirato ai principi di primitivismo, anti/modernismo, decrescita e democrazia diretta

A CURA DI GIORGIO CHIESA

n Modello di sviluppo atroce, sfuggito al controllo anche di chi pretende di governarlo, ci sta schiacciando tutti, uomini e donne di ogni mondo. Proiettandoci a una velocità sempre crescente, che la maggioranza non riesce più a sostenere, verso un futuro orgiastico che arretra costantemente davanti a noi - perché è lo stesso modello che lo rende irraggiungibile crea angoscia, depressione, nevrosi, senso di vuoto e inutilità. In occidente questo modello paranoico è riuscito nell'impresa di far star male anche chi sta bene (566 americani su mille fanno uso abituale di psicofarmaci). Esportato ovunque, per la violenza dei nostri interessi e quella, ancor più feroce, delle nostre buone intenzioni, il modello occidentale ha disgregato popolazioni, distrutto culture, identità, specificità, diversità, territori, tutto cercando di omologarle a sé". Sono queste le prime parole che si leggono nel "Manifesto dell'Antimodernità", redatto da Massimo Fini, giornalista, scrittore, drammaturgo, attore e attivista italiano,

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che nel 2005 ha fondato il movimento politico "Movimento Zero", ispirato ai principi di primitivismo, anti/modernismo, decrescita e democrazia diretta. Lo abbiamo intervistato per voi toccando una pluralità di temi, gli stessi

«Mestieri come il contadino in primis (perché arriverà il momento in cui bisognerà ritornare alla terra), ma anche il falegname e l'idraulico, diventeranno sempre più ricercati» che sono saliti agli onori della cronaca economica, e non, in questi ultimi mesi. La visione che ne consegue può essere condivisa o meno, ma è senz'altro uno stralcio lucido e profondo di

uno dei più grandi intellettuali italiani. "La necessità aguzza l'ingegno, la sicurezza lo ottunde". Lei ha scritto sul problema del lavoro andando controcorrente, potrebbe illustrarci la sua visione? "Esiste già un sistema molto semplice in Svizzera, che non si pone il problema dell'Articolo 18. Infatti, il lavoratore può essere licenziato in qualsiasi momento, ma ha diritto ad un sussidio di disoccupazione molto alto e nello stesso tempo può frequentare gratuitamente corsi di qualificazione che lo abilitano a settori che in quel momento sono un traino per l'economia. Dopo qualche tempo l'ufficio del lavoro gli propone un'offerta, che lui può rifiutare, fino ad un massimo di tre occasioni. Solo a quel punto perde il suo sussidio. Questo è un sistema semplice che a mio avviso è anche più equo, in quanto la cassa integrazione - in realtà - è stato il modo con cui l'imprenditore privatizzava i profitti e socializzava le perdite, scaricando tutto sulla collettività. Ma andava bene


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«La cassa integrazione è stato il modo con cui l'imprenditore privatizzava i profitti e socializzava le perdite, scaricando tutto sulla collettività, bisogna importare il modello svizzero»

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terzo mondo. Ora questo non è più possibile e i problemi stanno uscendo dal guscio. Se tutti devono competere a livelli sempre più alti qualcuno deve soccombere, è un sistema paranoico che chiede sempre maggiori sacrifici alla collettività. Solo il concetto di "mercato del lavoro" è in sé terrificante, perché equipara l'uomo alla merce. Tutto ciò si è prodotto, come detto, dalla rivoluzione industriale in poi, in quanto prima il lavoro non era un mito come invece ne hanno fatto i liberisti. Per Marx, ad esempio, era l'essenza del valore. Del resto, Stachanov, l'operaio che lavorava 15 ore al giorno, era un eroe dell'Unione Sovietica".

anche agli operai, è stato sostanzialmente il modello assistenzialistico del Nord. Parlo portando l'esempio della prima CIG della Fiat, dove i cosiddetti "barotti" - vale a dire operai ex contadini che possedevano campi - lavoravano sui loro terreni in nero contemporaneamente alla difficoltà dell'azienda. Quindi, se tu sei garantito a vita, non hai alcuno stimolo a cercarti un altro lavoro, è umano ed è ovvio, per questo la soluzione svizzera è intelligente, non vedo altra via. Il modello di sviluppo così concepito, infatti, è arrivato al limite, non credo si possa creare nuova produzione e nuovo lavoro". "Della manualità avremo presto tutti estremo bisogno. L'uomo Sapiens Sapiens deve fare qualche passo indietro". Dove dovrebbe esattamente tornare l'uomo per vivere adeguatamente? "Mi sembra evidente che in un sistema basato sulle tecnologie noi abbiamo perso qualsiasi capacità manuale. C'è un'iniziativa molto interessante fatta da una casa editrice che si occupa di brico20

lage, per tornare ad insegnare ai bambini la manualità. Mestieri come il contadino in primis (perché arriverà il momento in cui bisognerà ritornare alla terra), ma anche il falegname e l'idraulico, diventeranno sempre più ricercati per la loro indispensabilità. E' anche una questione culturale". Qual è, a questo punto, il modello imprenditoriale che può "portarci avanti"? "Non bisogna cercare un modello per andare avanti, ma uno per tornare indietro. Quindi, non sono in grado di proporre modelli imprenditoriali. Nella realtà, il dramma del mondo in cui siamo immersi è che siamo tutti schiavi salariati. Nell'era preindustriale, un artigiano o un contadino che viveva del suo non aveva il problema del lavoro, non esisteva la disoccupazione. Quest'ultima è iniziata con la rivoluzione industriale, è un problema che si pone da due secoli e mezzo a questa parte. Naturalmente, in questo periodo i paesi più avanzati hanno potuto trarre vantaggio da due fattori: aver cominciato per primi e aver rapinato il

"Il denaro? Da utile intermediario nello scambio per evitare le triangolazioni del baratto diventa a sua volta merce". Cosa ne pensa dell'attuale sistema economico basato sulla moneta? "Martin Lutero ha definito il denaro come sterco del demonio. Il denaro è stato decisivo nell'era moderna, ma assieme a tutta una serie di altri elementi. Quando si trasforma da utile intermediario allo scambio per evitare la

«Quando il denaro si trasforma da utile intermediario allo scambio per evitare la triangolazione del baratto e diventa merce, porta una finanziarizzazione del sistema che è ciò che vediamo oggi» triangolazione del baratto e diventa merce a sua volta, porta una finanziarizzazione del sistema che è ciò che vediamo oggi. Ma il capitalismo finanziario e quello industriale non sono due cose distinte. Il primo è una conseguenza del secondo ma anche una precondizione di


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quest'ultimo: gli investimenti si fanno avendo del denaro, che viene prestato a sua volta dalle banche. Tutto si tiene". "Poiché abbiamo già prodotto di tutto e di più non possiamo più crescere se non con margini sempre più ristretti che alla fine si esauriranno anch'essi". Quale futuro prevede con questo modello di sviluppo? "Siamo come una potentissima macchina arrivata a schiantarsi contro un muro. Ma non ci rassegniamo e continuiamo ad accelerare, fino a quando il motore si fonde. Questo sistema non si rassegna e collasserà su se stesso. I tempi non li so con precisione, ma credo siano più rapidi rispetto a quello che immaginavo 25 anni fa, quando iniziai a fare questi discorsi. Ora si parla di circa 10 anni, quindi è imminente". Se India e Cina continueranno a svilupparsi a questo ritmo, le risor-

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prime decisive sarebbero finite, purtroppo sbagliò la previsione di qualche anno. Perché altrimenti saremmo già stati costretti a fare qualche passo indietro. Oggi, siamo arrivati al para-

«La Tav è un'opera che va avanti per ragioni semplici: ciò che hanno in testa le leadership mondiali si riassume con la competizione, quindi bisogna infarcire i paesi d'infrastrutture per poter competere» dosso che non sappiamo più cosa farcene di tutte le risorse che abbiamo accumulato, tant'è vero che si dice che bisogna stimolare i consumi per aumen-

Massimo Fini, e il suo movimento politico

se finiranno per tutti tra dieci anni come dice? "Se finissero le risorse sarebbe solo un bene, perché ci costringerebbe a fare qualche passo indietro. Quando il "Club di Roma", guidato da Aurelio Pezzei, immaginò che nel 2000 circa le materie

tare la produzione, una frase a mio parere folle perché significa che non produciamo più per consumare, ma consumiamo per produrre. Non è più il "meccanismo" ad essere al nostro servizio, ma siamo noi al suo, si è invertito l'ordine delle cose".

Esiste un modello di sviluppo alternativo per l'Occidente alla luce dei suoi studi e quali costi avrebbe per la collettività? "Le correnti di pensiero che si sono occupate più seriamente di questi aspetti parlano di un ritorno ragionato a forme di autoproduzione e autoconsumo, che passano per il recupero della terra e la riduzione drastica dell'apparato industriale e finanziario di oggi. Quindi, governare una ragionevole decrescita. Per il momento, gli unici paesi che rimangono fuori da questa follia sono le poche società che abbiamo lasciato in vita e che non abbiamo ancora bombardato". "I NoTav, come ha capito benissimo il ministro Corrado Clini, "sono contrari allo Sviluppo, la loro è una battaglia ideologica". Ma non meno ideologica è la posizione di chi sostiene che la Tav è necessaria alla crescita e allo Sviluppo". Un parere sulla Val di Susa alla luce di quanto detto. "Quest'opera continua ad andare avanti per ragioni abbastanza semplici: ciò che hanno in testa le leadership mondiali si riassume con la competizione, quindi bisogna infarcire i paesi d'infrastrutture per poter competere. Con questo meccanismo aumenta la ricchezza della nazione ma s'impoverisce la popolazione, oltre che sconciare il territorio. Certamente, se a livello mondiale non ci sarà un accordo per limitare questa corsa alla competitività assoluta che non guarda in faccia nessuno, i governi premeranno sempre in questo senso". "La democrazia rappresentativa non è la democrazia ma una truffa ben congegnata. E' un sistema di minoranze organizzate, di oligarchie, politiche ed economiche, che escludono il cittadino che non ne fa parte da ogni momento decisionale ingannandolo col rito elettorale". Come dovrebbe essere allora la democrazia? "L'unica democrazia possibile è quella 21


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diretta, che naturalmente prevede l'esatto contrario della globalizzazione, quindi un ritorno alle piccole patrie. La democrazia esisteva quando non si sapeva come si chiamasse. Nel villaggio

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"Certamente, ma la Lega nel corso degli anni ha perso tutte le sue buone caratteristiche. Era un movimento localista, quindi contrario alla globalizzazione. Ma si è alleata con Silvio Berlusconi,

Umberto Bossi, amico di Massimo Fini

perdita di buona parte dei suoi dirigenti. Non Umberto Bossi, che in qualche modo rimane un puro, ma per usare una frase fatta, se entri nel sistema in un modo o nell'altro ne fai parte. L'idea praticabile e vincente della Lega era quelle delle tre macro/regioni, un'idea intelligente perché effettivamente Nord, Centro e Sud sono diversi dal punto di vista sociale, economico, culturale e climatico. Fu avversata in modo feroce dai partiti in quanto avrebbero perso il loro potere, e poi si è finito per ripiegare in un federalismo che così strutturato non ha senso. Io lo

«La Lega era un movimento giusto, di stampo localista. Ma nel corso degli anni, alleandosi con Silvio Berlusconi, ha perso tutte le sue buone caratteristiche» vedo come un contentino formale alla lunga battaglia di Umberto Bossi. Sinceramente, mi dispiace in primis per lui, in quanto è una persona che stimo e con cui c'è un rapporto di rispetto, a tal punto che circa dieci anni fa mi confidò di essere di sinistra. Ma intendiamoci, un movimento localista non è né di destra, né di sinistra". preindustriale l'assemblea dei capifamiglia decideva esattamente e in modo preciso tutte le cose che riguardavano il villaggio. Il tutto a ragion veduta, perché conoscevano molto bene il territorio. Oggi siamo all'esatto opposto, con esempi addirittura grotteschi come quello italiano dove gli eletti sono formalmente decisi dalle dirigenze di partito". Il ritorno alla comunità è una visione di stampo leghista. 22

che è l'esatto opposto. Era anti/americanista - in quanto gli Stati Uniti sono il paese leader di questo sistema -, ma si è aggrappata ad un personaggio che è più americano degli americani". Perché la Lega è dovuta scendere a questi compromessi? "La Lega è stata combattuta dal sistema in maniera brutale. Inoltre, con il sistema maggioritario si è costretti ad allearsi, e la conseguenza è stata la

"Io preferisco un'Europa governata dai tedeschi a un'Italia governata dagli italiani". Mario Monti è per lei un tedesco travestito da italiano? "Senz'altro. Se il sistema è questo direi che è un bene averlo come primo ministro. Io lo definisco l'uomo giusto all'interno di un sistema sbagliato. Se fossimo andati avanti con il tran tran di prima, a furia di non decidere saremmo finiti come la Grecia".


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ECONOMIA&BUSINESS

I confidi, ultima trincea contro la crisi IN COPERTINA

Una boccata di ossigeno per le imprese di fronte alla stretta delle banche Ecco, in una panoramica, le principali iniziative per sostenere il tessuto economico bergamasco messe in atto dai confidi legati alle associazioni di categoria e al territorio ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA

Confiab Confiab: credito e corsi itineranti di formazione finanziaria per imprenditori Dallo scorso febbraio hanno preso il via, nei poli distaccati della Associazione Artigiani, corsi di formazione destinati agli imprenditori per conoscere il credito e districarsi nella complessità degli strumenti finanziari. Per permetterne una larga partecipazione si svolgono nelle ore serali, dopo la giornata lavorativa. "In questi incontri - spiega Antonella Bardoni, direttore Confiab nella veste di docente serale, - sono affrontate non solo le modalità di accesso al credito ma anche cosa chiedere alla banca e come chiederlo. Il titolo stesso "Conoscere per essere liberi di scegliere" è l'espressione di quello che Confiab vuole trasmettere: una conoscenza finanziaria che consente scelte ponderate e non frutto dell'urgenza". La funzione principale del Consorzio Fidi Associazione Artigiani di Bergamo è quella del rilascio di garanzie su finanziamenti erogati alle imprese dal sistema bancario nella misura che va dal 50% al 80%. La garanzia Confiab ha due finalità: in primis accedere al credito ed in secondo luogo offrire all'impresa un tasso di interesse inferiore rispetto a quello che sarebbe applicato se l'impresa si rivolgesse autonomamente alle banche. A questo si aggiunge un servizio di consulenza: "Entriamo nelle imprese e nelle banche - continua Bardoni - con le aziende stesse per costruire rapporti di vera partnership che portino ad un miglioramento dell'aspetto finanziario ed a comprendere le esigenze delle imprese coniugate a nuovi criteri di valutazione". I finanziamenti garantiti alle imprese, nel 2011, dal Confiab: 1530 domande per 180 milioni di euro.

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Confapi Lombarda Fidi - Apindustria Stretta bancaria? «Garanzie patrimoniali e «stretta» sulle commissioni di garanzia» E'questa la risposta alla prolungata crisi da parte di Confapi Lombarda Fidi, il Confidi emanazione delle Associazioni delle piccole e medie imprese della Lombardia. "In questi ultimi mesi - spiega Alfredo Longhi (nella foto), rappresentante di Apindustria Bergamo nel CdA di Confapi Lombarda Fidi - si è completato il rinnovo delle convenzioni con le Banche e le garanzie rilasciate, ora patrimoniali, hanno acquisito maggiore riconoscimento, agevolando quindi la concessione del credito in un contesto che rimane estremamente complicato, con offerta di credito contratta ed estrema prudenza nei confronti di imprese purtroppo provate nel conto economico e nella struttura patrimoniale e finanziaria". "Nonostante le evidenze hanno richiesto - sottolinea Fabio Cutrera, direttore di Confapi Lombarda Fidi - un inasprimento delle condizioni economiche (commissioni) di accesso alla garanzia (così come le Banche hanno operato su tassi e spese a carico delle imprese), Confapi Lombarda Fidi ha prima mantenuto invariati i propri oneri valorizzando l'accordo di garanzia sottoscritto con Federfidi Lombarda (Confidi regionale lombardo di secondo grado), quindi, da inizio anno, ha operato una riduzione parificando le commissioni applicabili alle imprese ammissibili alla controgaranzia del Fondo Centrale di Garanzia a quelle praticate alle migliori imprese, dimezzando di fatto nella maggior parte dei casi il costo della garanzia. Oggi, quando si ottiene credito sorge inevitabilmente la problematica legata al costo dello stesso (se si finanzia un'impresa, non la si può soffocare con oneri difficilmente sostenibili)".

Creditagri Italia - Coldiretti Per gli agricoltori c'è SGFA. «Una garanzia (di stato) rispetto ai finanziamenti» Tra le varie problematiche che sta affrontando il mondo agricolo, così come in altri settori, c’è anche la difficoltà di accesso al credito. "Spesso accade anche che le garanzie richieste alle imprese - dice Franco Gatti, vice presidente di Creditagri Italia, - siano ridondanti rispetto all'importo del finanziamento erogato: apposizione di ipoteche su beni di valore anche triplo del finanziamento, richiesta di fidejussioni aggiuntive da parte di confidi e di familiari del richiedente, soprattutto nel caso di imprese condotte da giovani o in fase di start-up". Un supporto a tale situazione è rappresentato dal Confidi, in particolare da Creditagri Italia che ha assorbito lo storico Agrifidi operante in provincia di Bergamo. "CreditAgri ha avuto una fase di assestamento dopo la fusione, ma ora si presenta come un Confidi che ha maggiore potere contrattuale verso le banche, con una garanzia valida secondo i parametri di Basilea (se non ci fosse stata la fusione la garanzia del Confidi avrebbe avuto meno valore). A questo si è anche aggiunta la possibilità di veicolare la garanzia SGFA (che è un garanzia di stato) a prima richiesta e a ponderazione zero per grossi investimenti, un'opportunità che alcune aziende agricole bergamasche hanno già colto. Molte aziende agricole stanno, comunque, investendo in settori diversi da quelli di una agricoltura più "tradizionale" ed in particolare verso quelle forme che consentono una "diversificazione" di aspetti produttivi legati alla filiera agricola italiana (spacci, botteghe di "Campagna Amica" , agriturismo, agricoltura multifunzionale, ecc.). Ciò a dimostrazione della vivacità della imprenditorialità agricola".

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Fogalco - Ascom Fogalco e Asconfidi Lombardia: un'aggregazione tra Confidi per salvare l'accesso al credito Fogalco, la Cooperativa di Garanzia di Ascom Bergamo, è tra i soci fondatori di Asconfidi Lombardia, il super confidi che riunisce 13 confidi lombardi. L'obiettivo del nuovo organismo, nato nel 2009 ma diventato operativo lo scorso anno, è quella di rendere ancora più qualificata la garanzia che il consorzio provinciale offre. "Con Asconfidi Lombardia - afferma Riccardo Martinelli (nella foto a sinistra), presidente di Fogalco, - la nostra garanzia diventa paragonabile ad una garanzia "bancaria". E nello specifico Fogalco, per supportare concretamente le imprese bergamasche, controgarantisce Asconfidi del 25% e mantiene la vicinanza al territorio per meglio interpretare le necessità". La nuova struttura operativa salvaguarda il radicamento nel territorio e la conoscenza diretta delle imprese. "Nostro compito è quello di far coesistere un'organizzazione complessa - spiega Antonio Arrigoni (nella foto a destra), segretario Fogalco - , con livelli di analisi e controllo sempre più articolati e sofisticati, con la tradizionale capacità di azzerare il divario informativo tra la banca e l'impresa. Ciò vale, in particolar modo, per quelle aziende, start up, micro imprese, o operanti in settori "critici", il cui problema principale non è tanto il "come e a quali condizioni", ma anche e soprattutto il "se" poter accedere ai finanziamenti fondamentali per iniziare o continuare ad operare". Per quanto, riguarda i numeri, Fogalco ha chiuso il 2011 con 25 milioni di euro di affidamenti garantiti, il 25% in meno rispetto allo scorso anno e con un totale di 5.700 soci.

Cooperfidi Italia - Confcooperative «Supportiamo le cooperative grazie alle opportunità di finanza agevolata» "Confcooperative continua il sostegno alle imprese e il loro accompagnamento nell'accesso di misure di finanziamento spiega Giuseppe Guerini, presidente di Confcooperative Bergamo - tramite l'utilizzo di prodotti di finanza agevolata e ordinaria. Il progetto di collaborazione con le Bcc e con i principali istituti di credito come Ubi Banca, Creberg e Banca Popolare di Sondrio (in particolare per il Fondo Jeremie) per la gestione dei servizi di finanziamento e credito è infatti il filo conduttore di una politica tesa a sviluppare proposte operative per sostenere il rapporto tra cooperative e banche. È in quest'ottica che il mondo della cooperazione si è attivato per servire al meglio le esigenze in materia di credito delle cooperative: un impegno che ha portato alla nascita di Cooperfidi Italia, consorzio nazionale fidi di garanzia fidi promosso da Confcooperative insieme ad Agci e Legacoop e iscritto nell'elenco degli intermediari finanziari vigilati ex art. 107 del Tub (Testo unico bancario)". Il consorzio nasce dalla fusione di 9 confidi regionali attivi nel sostegno alle imprese cooperative: un soggetto unitario che punta a fornire un servizio forte per lo sviluppo delle imprese, dalla prestazione di garanzie all'assistenza e consulenza in materia finanziaria. "Confcooperative si sta attivando per promuovere una campagna di adesione a questo nuovo sistema di garanzia che può contare su un volume di garanzie erogate, per le cooperative socie, di 70 milioni di euro, un patrimonio di 20 milioni di euro e un valore di attività finanziarie di 85 milioni di euro".

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Fai - Federazione Autotrasportatori Italiani «Rafforzare e sostenere i confidi promossi dalle associazioni di categoria» "Il mondo dell'autotrasporto merci bergamasco soffre tanto quanto, e forse anche più di altri settori imprenditoriali, il rapporto con il credito. Le banche - sostiene Marco Stucchi, presidente di Fai Bergamo, - trincerandosi dietro regole sempre più stringenti tradiscono la loro "mission": prestare denaro a chi se lo merita. Sicuramente. Ma concederlo. Oggi, paradossalmente, il sistema bancario concede finanziamenti a chi non ne ha bisogno". Un esempio? "Per avere 100 mila euro di fideiussione è stato richiesto un deposito "cash" di 50 mila euro. E poi ci sono una miriade di finanziamenti non concessi a progetti di sviluppo molto seri, portati avanti da aziende che nella loro storia non hanno mai presentato problemi di solvibilità. Un dramma per il nostro settore è rappresentato dall'aumento del gasolio tanto più se si pensa che i pagamenti dello stesso, oggi, vengono richiesti quasi pronto consegna mentre abbiamo clienti per cui effettuiamo il servizio di trasporto che pagano - quando pagano a 90 120 180 gg. Si è perso il rapporto di reciproca stima e fiducia che si veniva a creare con il direttore di filiale e gli imprenditori, anche quelli seri, vengono soffocati nella loro voglia di fare, creare sviluppo, occupazione, benessere per sè e per chi lavora con loro. Credo che siano necessarie profonde riflessioni e immediate misure di sostegno". Il rischio? "Il collasso del sistema imprenditoriale. L'unico aiuto arriva dai confidi delle associazioni di categoria. La Fai, per questo motivo, ha aderito alla FOGALCO, la cooperativa di garanzia dell'Ascom di Bergamo".

Cooperativa Artigiana di Garanzia di Bergamo «Stop a plafond contingentati dalla banche. Meglio iniziative come lo Sbocca Crediti» Dall'ultima ricerca Fedart (Federazione Nazionale Confidi Artigiani) è emerso che 700.000 piccole imprese italiane si rivolgono ai Confidi per ottenere credito dalle banche. Nel 2011 i finanziamenti garantiti in essere da parte dei Confidi alle PMI, hanno sfiorato i 14 miliardi di euro, ma la stretta creditizia pesa anche sull'attività degli enti di garanzia: lo scorso anno un quinto dei finanziamenti garantiti dai confidi non è stato effettivamente erogato alle imprese da parte delle Banche. Ma cosa si può fare in questo periodo difficile alla luce, anche, dei recenti suicidi di piccoli imprenditori? "Non siamo dell'idea di possibili plafond che le Banche mettono a disposizione in quanto sono sempre contingentati e devono avere particolari caratteristiche. Di solito penalizzanti per costi, importi e finalità che finiscono poi con limitare anziché ampliare il numero dei possibili beneficiari" spiega il presidente Italo Calegari. "Condividiamo, invece, l'iniziativa "Sblocca Crediti" e lo stanziamento di un fondo da parte di Unioncamere di Milano e - purtroppo - della sola Unicredit. L'iniziativa ha lo scopo di anticipare alle PMI i crediti vantati nei confronti di Enti pubblici previo preventivo consenso da parte degli stessi". Gli Istituti di credito convenzionati con la Cooperativa artigiana di garanzia sono 22; i prestiti garantiti nell'anno 2011 sono stati 485 per un importo che supera i 10 milioni di euro. I prestiti garantiti dal 1965 (anno di costituzione) al dicembre scorso sono stati n. 64.660 per un importo complessivo di 406 milioni di euro.

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Liaeurofidi - LIA Per migliorare l'accesso al credito Liaeurofidi propone il fondo Jeremie "Per favorire nuovi investimenti - spiega il presidente del Consorzio Liaeurofidi Irene Paccani (nella foto accanto a Gianluigi Maffeis) -, e sostenere lo sviluppo di nuove imprese, Liaeurofidi si è adoperata per la costituzione di un' ATI "Associazione Temporanea di Imprese" che partecipasse in forma unitaria, al bando pubblico di assegnazione di uno o più lotti finanziari messi a disposizione dalla regione Lombardia, nell'ambito del Programma Operativo Regionale, finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fondo di investimento Jeremi FERS) e promosso da Finlombarda Spa". L'iniziativa si propone di migliorare le condizioni di accesso al credito delle Micro, piccole e medie imprese operanti in Lombardia e sostenere investimenti (ad elevato contenuto innovativo) nelle aree della ricerca industriale, sviluppo sperimentale, innovazione tecnologica e sviluppo organizzativo-aziendale. "L'unione di più Consorzi fidi sotto forma di aggregazione temporanea è stata pensata per soddisfare le richieste provenienti dalle imprese in qualsiasi punto della regione si trovino. Con questo spirito Liaeurofidi, quale capofila del progetto, ha riunito altri tre confidi facenti parte della stessa Confederazione Nazionale C.L.A.A.I. (da qui il nome ATI CLAAI )". L'ATI è costitutita da Lia Eurofidi, la Cooperativa Artigiana Lombarda di Garanzia di Milano, la cooperativa di garanzia di Assopadana e Upi Fidi, la Società Cooperativa a Busto Arsizio. Banche partnership del progetto è la Federazione delle BCC Lombarde, "in un'ottica di aggregazione che preveda maggiore stabilità sul mercato e soprattutto unione delle singole competenze, ATI CLAAI diviene un trampolino di prova per eventuali sviluppi successivi".

Italia Com-fidi - Confesercenti «Con l'iscrizione nell'elenco degli Intermediari Finanziari rilasciamo garanzie di tipo primario» Italia Com-fidi è il confidi della Confesercenti ed opera su tutto il territorio nazionale. E' il risultato di diverse operazioni di fusione che hanno visto i Confidi regionali del mondo Confesercenti confluire in quello che, per quantità di garanzie in essere, è il secondo confidi d'Italia. "A soli cinque mesi dalla presentazione della domanda - spiega Danilo Jadoul, responsabile della filiale di Bergamo, - Italia Com-fidi è stato inserito nell'elenco dei confidi di cui all'art 107 del TUB, vigilati dalla Banca d'Italia e quindi in grado di rilasciare garanzie di tipo "primario", particolarmente gradite agli Istituti di Credito e dunque molto utili al superamento delle attuali difficoltà del mondo bancario nell'erogare il credito alle PMI". Attualmente il Confidi conta 62.500 Imprese associate, delle quali 9.200 sul territorio della Lombardia. Lo stock dei finanziamenti garantiti ammonta a 4.2 miliardi di euro dei quali 328 milioni relativi ad imprese Lombarde; la ripartizione per tipologia di finanziamento si articola nel 38% di fidi a breve termine, nel 31% di finanziamenti a medio e lungo termine chirografari, nel 31% di mutui ipotecari. Nel corso del 2011 sono state finanziate 3.500 imprese per 339 milioni di finanziamenti erogati, dei quali 47 milioni a 453 imprese lombarde. "Le operazioni di investimento, insieme al credito di esercizio sono le finalizzazioni che ricorrono con più frequenza anche se negli ultimi tempi prende sempre più vigore la domanda di sostegno ad operazioni di liquidità e di ristrutturazione dell'esposizione finanziaria".

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ECONOMIA&BUSINESS

Figlio di contadini, GIANFRANCO BONACINA è presidente della Cassa rurale e artigiana di Treviglio dal maggio 2004 (dopo esserne stato direttore generale per 14 anni) quando prese il testimone da Alfredo Ferri, presidente onorario. È nato a Treviglio il 28 dicembre 1941 e risiede nella frazione Castel Cerreto. Diplomato in Ragioneria all'Itc Oberdan nel '61, inizia a lavorare alla Same Trattori come impiegato. Nel '70 passa alle dipendenze della Federazione lombarda casse rurali e artigiane come impiegato. Nel '74 entra nell'organico della Cassa rurale di Treviglio gestendo la Segreteria generale. Nell''84 diventa vicedirettore, due anni dopo direttore e poi presidente.

«Bilancio positivo» Nonostante Offanengo 30


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IL TREVIGLIESE

Gianfranco Bonacina, presidente della Bcc di Treviglio, anticipa il prossimo bilancio: «Nella raccolta siamo cresciuti del 7.8% e del 5% per gli impieghi. Dalla fusione con la Bcc cremasca prendiamo in carico 120 milioni di raccolta depositi e 90 milioni di impieghi. Le sofferenze saranno circa 18 milioni di euro» ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA PHOTO DI GIORGIO CHIESA

uongiorno, sono io il presidente della Bcc di Treviglio". Capita di voler intervistare il presidente di una banca, cercare il numero, telefonare per fissare un appuntamento e - sorpresa - scoprire che, dall'altra parte, a rispondere può essere il presidente stesso. E' stato così il primo contatto con Gianfranco Bonacina, presidente della Banca di Credito Cooperativo di Treviglio. Si potrebbe obiettare che la Bcc di Treviglio è una piccola banca rispetto alle grandi banche locali e non è pensabile attendersi, al telefono, la risposta diretta di Zanetti (Ubi) o Zonca (Credito Bergamasco). Eppure così piccola non è perchè dopo la

fusione con la Banca di Credito Cooperativo di Offanengo dello scorso ottobre, la Bcc di Treviglio conta una rete di 50 filiali, 348 dipendenti divisi in 5 province, un territorio di competenza costituito da 119 comuni e una compagine sociale di oltre 20 mila soci. Tra le prime BCC in Italia. E se la prima differenza - il contatto diretto - con le grandi banche l'abbiamo scoperta così, le altre le abbiamo chieste al presidente Bonacina.

al territorio e il sostegno alle iniziative sociali e culturali promosse dalle realtà locali come i comuni, le parrocchie, le scuole, le associazioni di volontariato, le società sportive, i centri ricreativi. Non ci limitiamo a svolgere le funzioni tipiche di una banca perché tra i principi ispiratori, scritti nell'art. 2 dello Statuto delle Bcc, c'è creare valore economico, sociale e culturale. Le grandi banche, invece, si limitano all'attività creditizia tradizionale".

Cosa distingue la Bcc di Treviglio dalle tradizionali grandi banche? "L'elemento distintivo è il nostro modo di operare e lo stile cooperativo, l'attenzione

Bre.Be.Mi. La Bcc è la prima banca fra gli azionisti. Gli altri istituti di credito del territorio hanno copiato o seguito l'esempio?

«La mattina mi sveglio presto e sono solito fare colazione, nella mia casa di Castel Cerreto, con mia moglie»

«Prima di andare in banca mi fermo per una preghiera nella basilica di S. Martino»

«Passo dall'edicola in via Roma per il Corriere della Sera, L'Eco di Bergamo e il Sole 24 ore»

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L A G I O R N ATA T I P O D I G I A N F R A N C O B O N A C I N A


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Le grandi banche diminuiscono gli affidamenti ad artigiani e Pmi. Cosa fa la Bcc per allentare la stretta creditizia e sostenere il motore dell'economia bergamasca? "Abbiamo continuato ad erogare credito. In via prioritaria ai soci, alle loro famiglie, agli artigiani e alle piccole e medie imprese che soffrono di più il ritardo nei pagamenti. Non finanziamo le grandi industrie, ma prestiamo attenzione ai piccoli. Ai soci e ai clienti, lo scorso anno, abbiamo messo a disposizione un plafond di credito agevolato di 70 milioni di euro. Il territorio si distingue per una forte e innata capacità innovativa che va sostenuta". Qual è l'atteggiamento della Bcc di Treviglio rispetto alla crisi? "Non ci siamo fermati, non abbiamo pianto e non ci siamo chiusi in un angolo a consolare i nostri clienti. In questi tre anni di crisi abbiamo continuato ad infondere coraggio ai nostri imprenditori puntando sulla coesione sociale, sulla correttezza, sulla valorizzazione e la tutela del territorio". Fin dall'inizio, quando ancora ero direttore, espressi al presidente della BreBeMi Bettoni l'intenzione di diventare azionista della nuova autostrada, con una piccola quota perché sono convinto che, quando un'infrastruttura così importante attraversa "il giardino" di casa tua, è fondamentale conoscere e capire l'impatto

che avrà sul territorio. Non ho mai pensato di finanziare la Brebemi ma la Bcc e i suoi soci erano in grado di dare un importante capitale di consenso, condividendone l'iniziativa. Il caso della Tav dimostra che, in alcuni casi, il capitale di consenso conta più di quello economico e finanziario".

E rispetto alla Brebemi? "Va tenuta alta la guardia. Sul rischio di infiltrazioni malavitose a tutti i soci abbiamo inviato una lettera per sensibilizzarli sul tema della legalità. Presidio della legalità significa presidio alla malavita. Oggi non avvertiamo presenza di infiltrazioni mafio-

«In via Carcano, alla Bottega del Caffè, mi concedo un caffè con un gruppetto di amici»

«Alle 8 sono in banca. Pausa pranzo all'una. La giornata lavorativa si conclude alle 8 di sera»

«Non pratico sport ma ai tempi della ragioneria correvo la staffetta con Giacinto Facchetti»

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se sul territorio e le nostre filiali sono state messe in guardia e sono pronte a segnalare ogni caso sospetto. Noi abbiamo già lavorato in una terra difficile, Agrigento". Cosa lega Treviglio ad Agrigento? "Nel marzo del 2005, nei comuni di Grotte e di Agrigento è maturata l'idea di costituire una banca di credito cooperativo. Nel 2008 abbiamo seguito l'iter per la costituzione della Bcc di Agrigento, in tutti i suoi passaggi, accompagnandoli nella fase di start up. E' una terra difficile ma 1300 soci hanno voluto la loro banca. Un progetto di tutoraggio è stato avviato prima, alla fine degli anni Novanta, con la Bcc dei comuni cilentani in provincia di Salerno. Andavo da loro cinque volte al mese per aiutarli nella fusione di quattro Casse rurali cercando di trasmettere loro il senso della cooperazione creditizia. Abbiamo inviato anche nostri tecnici per il controllo di gestione, l'ufficio legale e alcuni informatici. Oggi la Bcc Del Cilento è una delle più significative della Campania" Pochi mesi fa la fusione con la cremonese Offanengo. Un boccone amaro da digerire o un'opportunità per aumentare la zona di operatività? "E' un opportunità che va vista in un'ottica dai 3 ai 5 anni. La Bcc di Offanengo viene da un anno di commissariamento e prima di tutto è necessario ricostruire la trama di reti e rela-

«Di sera, in genere, guardo poca televisione. Tra i programmi mi piace Che tempo che fa»

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zioni locali. Non nascondo abbiamo incontrato delle difficoltà per la fusione ma sono state superate. In punta di piedi, senza rotture o stravolgimenti, ci siamo presentati ai soci cremonesi attivando relazioni per conoscere il territorio e le sue necessità. Un mese fa, al sindaco Patrini, abbiamo consegnato un assegno di 24 mila euro per sostenere gli interventi resisi necessari dopo l'incendio divampato nell'asilo comunale di Offanengo, che lo aveva reso inagibile. Ci siamo presentati così alla comunità". Tra poco più di un mese ci sarà l'assemblea generale della Cassa rurale di Treviglio. Peseranno i numeri negativi di Offanengo sul prossimo bilancio? "Il bilancio è positivo. Siamo cresciuti nella raccolta del 7.8% e per quanto riguarda gli impieghi tra il 4.5% e il 5%. Abbiamo erogato credito in modo prioritario ai 20 mila soci e ai clienti con i quali operiamo. Il frazionamento del credito, con il tetto a 4 milioni negli affidamenti, ci ha tutelati dal coinvolgimento in grosse insolvenze, anche se default e concordati hanno aumentato le sofferenze. Per quanto riguarda Offanengo abbiamo acquisito voci di bilancio negative ma ne eravamo consapevoli. Per riequilibrare i conti economici delle loro filiali ci vorrà del tempo, un’attività commerciale molto forte, fiducia e trasparenza. Ci sono già segnali positivi: in un mese e mezzo abbiamo registrato 130 soci nuovi.

«Se non ho impegni istituzionali solitamente vado a dormire presto. Alle 10 sono a letto»

Le perdite sono state ammortizzate da loro, con il loro patrimonio. Noi prendiamo in carico 120 milioni di raccolta depositi e 90 milioni di impieghi. Le sofferenze che portiamo a casa saranno circa 18 milioni di euro. Non nascondo, comunque, che certe situazioni difficili dovevano essere evitate o potevano essere chiuse prima". Lei sostiene che nelle banche di credito cooperativo non si può capire il bilancio civilistico se non lo si affianca al bilancio sociale. Se è presto parlare di bilancio civilistico, qualche anticipazione sul bilancio sociale? "Da 12 anni noi presentiamo il bilancio sociale per comunicare il valore della mutualità e dallo scorso anno, secondo la direttiva europea, presentiamo anche il bilancio integrato. Lo scorso anno abbiamo sostenuto alcune cooperative sociali che si occupano di disabilità e alcuni asili nido. Penso a Castel Rozzone, a Canonica, a Fara Gera d'Adda e Offanengo. Due importanti progetti di "Housing Sociale": il primo ha riguardato la ristrutturazione dell'attuale patrimonio immobiliare della SECO(Società Edificatrice Case Operaie), in via Mons. Portaluppi a Treviglio. La ristrutturazione ha consentito di portare il numero degli appartamenti dagli attuali 100 a 120, attraverso la realizzazione di mono e bilocali, adatti alle necessità delle persone, per lo più anziani soli, che li abitano. Il secondo, a totale carico della Fondazione Cassa Rurale di Treviglio, è stata la ristrutturazione e l'ampliamento della cascina "Corte di Sopra" nella frazione trevigliese di Castel Cerreto. Lì sono stati ultimati 22 appartamenti, bi e trilocali, distribuiti su due piani, con un terzo piano destinato a soffitte e depositi condominiali. Gli appartamenti sono stati progettati per persone anziane e giovani coppie". Gianfranco Bonacina uomo, trevigliese o presidente della Bcc di Treviglio. In cosa si riconosce di più? "Essere trevigliese. Io sono di Castel Cerreto, figlio di contadini e non avrei mai pensato di arrivare a fare il presidente della Bcc. Mi riconosco in una trevigliese che, nonostante le difficoltà, si sforza quotidianamente di dare risposte concrete a chi ha bisogno". 33


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ECONOMIA&BUSINESS

Quando si deve risparmiare Sera parsimonia in fundo est (Esiodo, Opere e giorni, 369) L'immagine è quella dell'anfora di vino dalla quale bisogna attingere in abbondanza quando si è all'inizio e risparmiare, invece, da metà in poi! PILLOLE DI FINANZA - Rubrica a cura del Dott. Claudio Rossi aramente ci si sofferma a pensare quanti e quali costi le nostre famiglie debbono mensilmente sostenere: questo esercizio, invece, potrebbe esserci molto utile soprattutto per raggiungere l'obiettivo di spendere meglio ottenendo di più. Prima pero' di analizzare singolarmente i costi, è importante precisare quali sono mediamente gli obiettivi di investimento delle differenti fasce d'età dei componenti la famiglia, in particolare dei genitori. Infatti alcuni obiettivi, oltre ad altri comuni a tutte le età, variano, anche di molto, a seconda che ci si trovi tra i 20 ed i 35 anni, tra i 35 ed i 45, tra i 45 ed i 65 ed infine oltre i 65. Tra quelli comuni vanno considerate le esigenze di liquidità per fronteggiare le spese impreviste e la protezione del reddito del capofamiglia specialmente se con familiari a carico, mentre tra quelli tipici dei vari raggruppamenti possiamo evidenziarne diversi a seconda delle fasce. Tra i più giovani è evidente la crescita del capitale nel medio periodo per l'acquisto dell'abitazione, nel lungo per garantire un'istruzione accademica di qualità ai figli oltre alle spese per sanità integrativa, vacanze ed auto. Nella fascia tra i 35 ed i 45 anni pur permanendo l'esigenza della sanità integrativa e dell'istruzione dei figli, si incomincia a profilare una necessità pensionistica e per un'eventuale seconda casa. Dopo gli 'anta, permangono forti le esigenze di sanità integrativa, pensionistica e universitaria dei figli mentre superati i 65 anni, smarcate le esigenze di rendita e copertura sanitaria inte-

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grative si incomincia a pianificare una crescita del patrimonio per un'eredità ai figli stessi. Ma da dove arrivano i nostri soldi? Principalmente essi provengono da redditi da lavoro (più comune lo stipendio), da pensione e da impresa che si aggiungono al reddito generato dagli investimenti già parte del patrimonio accumulato dalla famiglia. Quest'ultimo è solitamente il frutto del cosid-

detto risparmio, ovvero di quella parte del reddito che non viene consumato nelle spese al supermercato, nell'alloggio, nel mantenimento e nell'educazione dei figli, nell'abbigliamento, nelle tasse e così via. Anche il risparmio puo' avere diverse destinazioni: quello che viene accantonato per garantirsi un adeguato tenore di vita anche e soprat-

tutto quando si smetterà di lavorare ovvero il cosiddetto risparmio previdenziale, che può essere obbligatorio (contributi) o volontario (fondi individuali o polizze), quello che viene investito per fronteggiare gli imprevisti definito risparmio assicurativo, con il quale ci si garantisce da eventuali rischi di eventi sfavorevoli quali malattie od incidenti ed, infine, quello che viene accumulato per costituire il vero patrimonio della famiglia, identificativo del benessere e della solidità economicofinanziaria dei componenti la famiglia stessa. Esso è solitamente quella parte di attività che più da vicino risulta oggetto di scelte d'investimento tendenti principalmente ad accrescerlo ed a proteggerlo, come abbiamo avuto modo, in altre occasioni, di trattare al titolo " modalità e scelte d'investimento". Le forme tipiche sono rappresentate da liquidità, titoli di Stato, azioni, fondi comuni, immobili, beni rifugio e così via: un posto di rilievo è per altro tenuto dalla casa di proprietà, il cosiddetto "mattone", che da sempre viene considerato un asset importante per la tutela e la trasmissione del patrimonio. Da ultimo, sebbene non da tutti ed assolutamente imprevista, vale la pena ricordare che altra fonte di reddito che possa contribuire ad incrementare il patrimonio familiare, è rappresentata da un'eredità o da una vincita ad una lotteria: un colpo di fortuna che con assoluta certezza ci permetterebbe di recuperare un po' di vino nella nostra anfora nonostante si sia già versato per oltre la metà!


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Bergamo Sviluppo, la nuova mission di Bergamo Formazione

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LARGO BELOTTI

Tre sedi: a Bergamo in via Zilioli, a Brembate con l'Incubatore d'Impresa e nel Point di Dalmine; una rete di collaborazione con 15 Associazioni di categoria, l'Università e i centri di ricerca e una ventina di dipendenti per la «nuova» realtà camerale nata per favorire lo sviluppo del territorio e la crescita delle imprese

ergamo Formazione ha ceduto il passo a Bergamo Sviluppo, la "nuova" Azienda Speciale della Camera di Commercio, che inizia la sua avventura ereditando e allargando la mission che era stata di Bergamo Formazione, includendovi anche aree prima non proprie o prioritarie, come l'innovazione e l'internazionalizzazione. "Un'evoluzione necessaria, - afferma il presidente della Camera di Commercio Paolo Malvestiti che la nostra Camera ha appoggiato per poter rispondere in modo mirato ai bisogni che prima la globalizzazione dell'economia e poi la crisi in atto hanno imposto alle nostre imprese. Infatti Bergamo Sviluppo nasce con l'ambiziosa, ma realistica missione di favorire lo sviluppo e la competitività del territorio provinciale e in particolare per sostenere la crescita delle imprese, realizzando progetti sempre più di tipo integrato, sia negli ambiti dell'orientamento, della formazione, della creazione e sviluppo d'impresa, ma anche dell'innovazione/trasferimento tecnologico e dell'internazionalizzazione, da cui le nostre aziende non possono più prescindere". Già nel 1994, con la nascita di Bergamo Formazione, la Camera di Commercio deci-

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se di dotarsi di una struttura in grado di "leggere" i mutamenti registrati nel tessuto imprenditoriale, in modo da poter offrire risposte adeguate alle esigenze e allo sviluppo del territorio. Nuove sfide aspettano ora Bergamo Sviluppo, che dovrà mostrarsi pronta a recepire le nuove dinamiche

Paolo Malvestiti

che si affacciano sul mercato e ad accompagnare le imprese verso nuovi orizzonti. E che i progetti e i servizi della "nuova" Azienda Speciale possano diventare sempre più calibrati per riuscire a supportare il mondo imprenditoriale locale lo si capisce anche dalla scelta di dotarsi di un CDA interamente composto da imprenditori appartenenti ai diversi settori economici 37


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(Angelo Carrara - presidente, Gianluigi Viscardi - vicepresidente e rappresentante del settore industria, Giorgio Ambrosioni componente del consiglio camerale, Maria Teresa Azzola - rappresentante del settore artigianato e Alberto Brivio - rappresentante del settore agricoltura), tutti già impegnati nel mondo associativo del comparto di riferimento. "Lo scenario economico in cui ci troviamo ad operare - afferma Angelo Carrara, neo presidente di

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Formazione, che soprattutto negli ultimi anni ha coordinato una serie di progetti realizzati operativamente dalle singole Associazioni territoriali di volta in volta aderenti. "Questa coesione e "capillarità" - sostiene Gianluigi Viscardi - verrà non solo garantita, ma potenziata, in modo che diventi un "modus operandi", uno "strumento" per monitorare e raccogliere le esigenze delle nostre pmi e approntare poi azioni ad hoc per sostenerne la competitività e la cre-

anche di know-how e di patrimonio intangibile. Il coordinamento delle azioni e dei progetti/iniziative che verranno realizzati sarà

Gianluigi Viscardi

Angelo Carrara

fondamentale per evitare la dispersione delle risorse, sempre comunque nel rispetto del ruolo di coordinamento proprio della Camera di Commercio, che deve mantenere la regia della strategia adottata sul territorio". Bergamo Sviluppo opererà, infatti, nel rispetto dei fini istituzionali della Camera di Commercio e in conformità agli indirizzi formulati dalla stessa, ma per sostenere le strategie di sviluppo del tessuto produttivo

Bergamo Sviluppo - deve essere letto come stimolo a porsi nuovi obiettivi, pur preservando tutto quello che di positivo è stato fatto e realizzato in questi anni. Bergamo Sviluppo è il risultato della lungimiranza e della visione strategica dell'ente camerale, che ha deciso di unire in un'unica realtà, le competenze di soggetti diversi, Bergamo Formazione, Servitec e Assist, aprendosi così al cambiamento ma guardando anche al futuro. Vogliamo che la nuova Azienda Speciale sia, ancora più che in passato, il braccio operativo della Camera di Commercio e punto di riferimento per il territorio e per tutti i settori economici, grazie al dialogo e al confronto continuo con le Associazioni di categoria, osservatorio privilegiato dell'imprenditorialità bergamasca". La collaborazione con il sistema associativo locale è peraltro un aspetto che ha caratterizzato l'operato di Bergamo 38

Maria Teresa Azzola

scita, secondo un'ottica di valorizzazione del potenziale delle aziende da un punto di vista non solo di capacità produttiva, ma

territoriale sarà anche chiamata a nuove ed importanti sfide, tra cui quella dell'innovazione. Secondo Maria Teresa Azzola


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"per intraprendere la strada del cambiamento occorre puntare su operatività ed efficacia: ora ci sono tutti i presupposti non solo per cambiare marcia, ma anche per diffondere e radicare sul territorio "cultura dell'innovazione" e fornire alle imprese il supporto necessario per avanzare sui mercati con prodotti e servizi all'avanguardia". Oltre alla sede di Bergamo e di Brembate di Sopra, Bergamo Sviluppo potrà infatti contare anche su una sede all'interno del POINT di Dalmine, che si punta a far interfacciare di più con il territorio esterno, per riuscire ad intercettare meglio i bisogni d'innovazione delle imprese bergamasche. Tra le novità che caratterizzano la "nuova" Azienda Speciale anche la nomina, da parte del CDA, di un Comitato Tecnico Scientifico, che dovrà dare supporto all'organo di gestione con pareri propri e spunti per progetti futuri. Il CTS risulta composto dal direttore di Bergamo Sviluppo Cristiano Arrigoni, con funzione di coordinamento, Emanuele Prati, segretario generale della CCIAA, Giuseppe Vavassori, Guido Venturini e Matteo Brivio, rispettivamente direttori di CNA Bergamo, Confindustria Bergamo e CDO e infine Lucio Cassia, direttore del CYFE dell'Università di Bergamo. Cristiano

Cristiano Arrigoni

Arrigoni, confermato direttore anche di Bergamo Sviluppo, sottolinea "che con questa evoluzione si apre per l'Azienda Speciale un nuovo capitolo. Bergamo Formazione era una "macchina" ormai

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ben collaudata che ha avuto la capacità di adeguarsi continuamente ai nuovi scenari: dal 1994 ad oggi ha infatti saputo evolversi, adattando i propri servizi e progetti ai bisogni delle imprese locali, sempre operando per favorire lo sviluppo del tessuto imprenditoriale, e

LE 3 SEDI OPERATIVE BERGAMO, via Zilioli 2 (uffici di Bergamo Sviluppo) BREMBATE DI SOPRA: via Legler 14 (Centro Formativo per la Creazione d'Impresa) DALMINE: via Pasubio 5 (c/o Polo per l'Innovazione Tecnologica POINT)

IL CDA DI BERGAMO SVILUPPO

quindi del territorio provinciale. Una logica vincente che deve ovviamente continuare a guidarci, soprattutto oggi che innovazione e internazionalizzazione sono le leve per incoraggiare crescita e competitività: questi ambiti devono diventare sempre più "a portata di pmi". Cercheremo quindi di farlo attraverso l'offerta di servizi specializzati, ma al contempo concreti, come abbiamo sempre fatto". E a livello operativo alcune novità sono già evidenti: a Bergamo Sviluppo è stato infatti attribuito il coordinamento di una serie di bandi di concorso camerali per l'assegnazione di contributi e voucher alle imprese bergamasche per il tramite di progetti presentati dal sistema associativo, "a testimonianza - conclude il presidente Malvestiti - della volontà di fare dell'Azienda Speciale il nuovo strumento per sostenere le strategie di sviluppo del tessuto produttivo territoriale".

Angelo Carrara, presidente Gianluigi Viscardi, vice-presidente e rappresentante del settore industria Giorgio Ambrosioni, componente del consiglio camerale Maria Teresa Azzola, rappresentante del settore artigianato Alberto Brivio, rappresentante del settore agricoltura

IL COMITATO TECNICO-SCIENTIFICO Emanuele Prati, segretario generale della Camera di Commercio di Bergamo Giuseppe Vavassori, direttore CNA Bergamo Guido Venturini, direttore Confindustria Bergamo Matteo Brivio, direttore Compagnia delle Opere Lucio Cassia, direttore CYFE, Università di Bergamo Cristiano Arrigoni, direttore di Bergamo Sviluppo e coordinatore del CTS

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«Impresa sociale» Una risposta alla crisi PAROLA ALL'ASSOCIAZIONE

E' l'alternativa al disastro finanziario proposta da Giuseppe Guerini, nuovo presidente di Confcooperative Bergamo, che traccia le linee guida del suo mandato e scommette sullo spirito d'iniziativa, d'imprenditorialità e di creatività dei giovani e sulla partecipazione attiva delle donne

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA PHOTO DI GIORGIO CHIESA

iuseppe Guerini, 46 anni nato a Casnigo, è il nuovo presidente di Confcooperative Bergamo, eletto all'unanimità all'assemblea congressuale tenutasi il mese scorso alla Sala Caravaggio della Fiera di Bergamo. Già segretario generale di Confcooperative Bergamo e presidente di Federsolidarietà, Guerini, che succede a Sergio Bonetti e guiderà l'Unione provinciale per i prossimi quattro anni, ci anticipa le linee guida del suo mandato.

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Presidente, la cooperazione e il modello cooperativo possono essere un antidoto alla crisi? "La crisi finanziaria esplosa a partire dal 2008 ha sconfessato l'approccio ultra finanziario all'economia, l'enfasi sul valore del capitale e sugli investimenti speculativi che - imperativo - devono fruttare, costi quel costi. E' tramontato il modello neoliberista e il mito del grande manager, apolide e senza radicamento. Una 40

sorta di cavaliere solitario che sposta attività e capitali solo in funzione della resa, disconoscendo la produzione di valore aggiunto, di lavoro e di beni. A questo modello, responsabile del disastro delle economie occidentali, si può rimediare mettendo al centro il lavoro concreto, la solidarietà, la condivisione democratica delle scelte economiche. Applicando, cioè, il modello cooperativo". Esiste un'alternativa al capitalismo? "Le istituzioni economiche, i mercati e anche la politica sono state soggiogate dal capitalismo finanziario al punto da pensare che non esistessero altri modelli di produzione, soprattutto dopo il fallimento di quello che molti ritenevano l'alternativa: il modello socialista dell'economia centralizzata e pianificata. Senza la pretesa di essere alternativo, il modello dell'economia cooperativa è complementare, caratterizzato dalla dimensione partecipativa e dell'equità. Un nuovo modello imprenditoriale incarnato dall'impresa sociale"


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Quali sono le potenzialità ancora inespresse del modello cooperativo? "L'illusione di un capitalismo basato sulla crescita infinita in un mondo finito deve lasciare il posto ad una forma diversa di economia, fondata sulla mutualità e la cooperazione piuttosto che sull'individualismo e la competizione. Sul versante occupazionale, la scelta dei lavoratori di costituire cooperative può essere una forma di rilancio di attività imprenditoriali in difficoltà. In questo senso registriamo esperienze in Europa e in alcune regioni italiane, mentre in provincia di Bergamo incontriamo ostilità e indifferenza". Lei crede che ci siamo dei pregiudizi nei confronti del mondo della cooperazione? "In una trattativa sindacale ricordo ancora la frase sprezzante di un dirigente di un sindacato dei lavoratori che, come risposta alla mia proposta di rilanciar un'azienda in crisi costituendo una cooperativa, mi disse: "Piuttosto che fargli fare una cooperativa, li tengo 4 anni in cassa integrazione"". Nuova presidenza significa nuova squadra? "Abbiamo bisogno dell'esperienza e delle competenze dei dirigenti "collaudati", facendo tesoro del loro patrimonio di conoscenze e dello spirito di innovazione dei giovani decisi ad investire nel futuro. Ambizioso è il programma che ci siamo proposti e intendiamo realizzare". Ci sarà spazio per i giovani? "Il sistema della cooperazione può offrire ai giovani nuove prospettive sia dal punto di vista occupazionale sia nella possibilità di realizzare un progetto o un sogno imprenditoriale. Per affrontare le sfide di un mercato difficile, e spesso bloccato, la risposta può essere la costituzione di cooperative tra giovani professionisti. All'iniziativa lanciata dal governo Monti per i giovani: "si fa impresa con un euro", noi rispondiamo, meglio farlo in cooperativa. Meglio un impresa in buona compagnia, facile e conveniente perché si condividono i rischi e si moltiplicano i progetti". E per le donne? "La presenza di cooperatrici tra i dirigenti è una 42


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buona notizia. Era ora, mi verrebbe da dire. Credo che questo nuovo consiglio possa colmare il divario storico, a livello dirigenziale, tra uomini e donne". Che cosa "eredita" dalla presidenza Bonetti? "Una struttura solida e ben organizzata e un'ottima collocazione sul terreno della rappresentanza. L'impegno di Bonetti ha contribuito a far crescere il profilo istituzionale di Confcooperative Bergamo. E' stato protagonista della stagione che ha portato la cooperazione Imprese & Territorio, accrescendo il profilo organizzativo e di rappresentanza imprenditoriale". Nervi scoperti e criticità del sistema cooperativo? "La contrazione della capacità di spesa, in particolare degli enti locali, rappresenta una criticità importante per il sistema generale delle imprese. Si creano le condizioni per un generalizzato deterioramento del clima di competitività che non si gioca più sul terreno del merito e sulle qualità professionali ma si riduce alla rincorsa sul "prezzo", che per molte cooperative é prevalentemente dato dal costo del lavoro". Come si concilia dignità del lavoro e giusta retribuzione? "La dignità del lavoro, l'effettiva partecipazione e la possibilità di autodeterminazione dei soci lavoratori nelle dinamiche imprenditoriali sono gli aspetti più delicati che dovremo affrontare. Troppi enti, sia pubbli-

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ci sia privati, committenti delle cooperative pretendono prestazioni a costi troppo bassi. Decisamente fuori dal mercato, violando la dignità del lavoro e al limite della legalità. La concorrenza, paradigma di ogni mercato, si trasforma in una guerra al ribasso. Non si può pensare di continuare a scaricare sul costo del lavoro le esigenze di contenimento dei costi per la gestione dei servizi". In Europa cresce l'attenzione per l'economia sociale e si osserva un interesse particolare per il tema dell'impresa sociale. Come interagisce con questo la cooperazione? "L'impresa sociale potrebbe costituire uno degli strumenti più interessanti per la realizzazione di quei processi di costruzione, mantenimento e sviluppo del capitale sociale delle comunità locali senza il quale ogni sforzo di riforma del welfare rischia di naufragare in una riduzione delle politiche sociali a mere forme di assistenza residuali. Dopo 20 anni di Mercato Unico (quest'anno ricorre l'anniversario) centrati sulle merci ci si sta orientando sulla conoscenza e sullo sviluppo dei servizi alla persona. In quest'ottica l'esperienza dell'impresa sociale ripropone la possibilità, per il cittadino, di essere attore e non spettatore della politica e dell'economia. Si amplia, in sostanza, il progetto politico culturale del metodo cooperativo che offre soluzioni nuove a problemi antichi, come il tema dell'equità, della giustizia sociale e della protezione sociale".

CHI È GIUSEPPE GUERINI, IL NUOVO PRESIDENTE DI CONFCOOPERATIVE BERGAMO Giuseppe Guerini, 46 anni, è cooperatore sociale dal 1988. Ha avuto un ruolo dirigenziale in diverse cooperative; si è occupato di programmazione delle politiche sociali e di politiche attive del lavoro; come imprenditore cooperativo è oggi presidente della cooperativa sociale Ecosviluppo ed é amministratore di alcune cooperative e imprese del sistema Confcooperative a livello locale e nazionale, tra cui CFI (Cooperazione Finanza Impresa) che si occupa di investimenti a sostengo delle ristrutturazioni d'imprese in forma cooperativa. Da qualche tempo ha iniziato ad occuparsi anche di credito cooperativo ed é consigliere della Bcc di Ghisalba. Dal settembre 2010 é componente del Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) di Bruxelles dove si occupa principalmente di politiche del lavoro, welfare e impresa sociale. É stato Segretario generale di Confcooperative Bergamo dal 2008 a 2012 ed é anche presidente nazionale di Federsolidarietà .

Come si intreccia pubblico e privato? "Il modello cooperativo, incentrato sulla mutualità, può essere la leva imprenditoriale per ampliare e diversificare i settori di co-produzione del benessere pubblico, intercettando risorse economiche e umane private e pregiate e interpretando la sussidarietà. Pensiamo alle potenzialità che potrebbero sprigionarsi nell'ambito dei servizi pubblici locali, nella gestione dell'acqua o dell'energia costituendo cooperative tra utenti. Un'opportunità straordinaria per assicurare la dimensione pubblica e una gestione democratica di questi beni". In che modo le imprese sociali posso essere attori chiave dell'innovazione? "L'innovazione nei processi sarà il terreno della competitività tra sistemi economici e territori. Trasformazioni economiche e sociali non possono prescindere da ricerca e sviluppo a cui l'impresa sociale è chiamata a rispondere, coerentemente con le finalità di interesse generale. Non saranno i campi di attività a qualificare l'impresa sociale ma le modalità con cui si opera (non il cosa si fa ma come si fa). Non tanto in termini di prestazioni erogate ma in termini di partecipazione e di produzione di benessere e beni comuni. Le imprese sociali migliori e più competitive dovranno essere quelle che sapranno trasformare i prodotti in valori condivisi, in beni collettivi "rendicontabili" e riconoscibili come interesse generale". Ma rendicontazione e valori sono due termini in antitesi tra loro? "Non direi che sono in antitesi, anzi rendere conto significa assumersi responsabilità verso gli altri, questo é il primo valore guida che si dovrebbe rispettare in tutti i sistemi economici ed imprenditoriali. Certo, concetti come economia partecipata, interesse generale e bene comune sono difficilmente misurabili ma a partire dall'esperienza della cooperazione possiamo sottolineare due necessità con le quali ci dovremo sempre confrontare. La prima: regolamentare e vigilare per evitare opportunismi a danno della comunità. La seconda: orientare e governare l'operatività delle imprese sociali in percorsi progressivi di qualità verso l'eccellenza". 43


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RUBRICHE

n lenzuolo con troppi buchi e con il freddo che fa l'Italia rischia di prendersi l'ennesimo malanno. Le liberalizzazioni licenziate dal governo Monti appaiono timide, incomplete e poco coraggiose. Prive di vere logiche liberalizzatrici e soprattutto non del tutto contrapposte a quegli interessi corporativi che più volte vengono denunciati. Manca molto, manca troppo, affinché si possa essere davvero soddisfatti. È mancato il guizzo deciso verso un intervento a 360°,

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senza remore o paure. Così la pensano le forze economiche bergamasche, chiamate ad esprimere un parere pubblico nel corso di un convegno organizzato dall'Udc di Bergamo, a Palazzo Margiotta, sul tema "Liberalizzazioni e crescita economica, cosa cambierà per i cittadini?". All'invito del segretario cittadino Federico Villa, hanno risposto Paolo Agnelli, presidente di Apindustria Bergamo, Alberto Barcella leader della Confindustria Lombardia, Luigi Trigona, direttore dell'Ascom e il presidente dell'Ordine

dei commercialisti Alberto Carrara. Ospite d'onore Gianluca Galetti, vicecapogruppo dell'Udc alla Camera dei deputati. "E' un confronto su un tema di stretta attualità - ha aperto Federico Villa, segretario cittadino dell'Udc di Bergamo, spiegando i motivi del convegno -. Cerchiamo di capire cosa vuol dire liberalizzare, quali saranno le conseguenze e i cambiamenti pratici che avverranno perché, nonostante il decreto sulle liberalizzazioni sia stato definitivamente convertito in legge e sia sotto gli occhi di tutti,


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Liberalizzazioni? Una lenzuolata con i soliti buchi PUNTI DI VISTA

Dibattito all'Udc di Bergamo sul nuovo pacchetto Monti. Agnelli (Apindustria): «Serve ben altro per competere»; Barcella (Confindustria): «Recuperare produttività» Trigona (Ascom): «Il rischio è il falò dei valori»; Carrara (Commercialisti): «Misure figlie della fretta e della necessità»

si fa fatica a prenderne coscienza". Se l'idea di svecchiare il nostro Paese è condivisa da tutti i relatori, sono le strategie messe in campo a suscitare perplessità, soprattutto in assenza di altri interventi di natura più strutturale e meno normativa: l'Irap, per citarne uno su tutti, oppure i costi dell'energia e gli ostacoli burocratici. "Il percorso della crescita passa sicuramente anche attraverso le liberalizzazioni - ha osservato Paolo Agnelli, che presentava il punto di vista della piccola media industria - ma deve

essere chiaro che gli svantaggi delle imprese italiane oggi sono altri: una pressione fiscale al 55%, ad esempio, una politica energetica deficitaria e il costo della manodopera che rimane tra i più alti al mondo. Per ridurre il gap verso gli altri Paesi è stato fatto troppo poco". Molte erano le attese degli imprenditori sul fronte dell'Irap, la tassa che grava sul costo del lavoro e che dal mondo delle imprese è ritenuta la più ingiusta tra tutte le imposte da pagare. La sopportano da 14 anni ormai, l'Irap è stata infatti

istituita con la Finanziaria 1997 dopo un lunghissimo dibattito durato anni. I critici contestano soprattutto il fatto che per come è stata costruita colpisca di più le imprese ad alta intensità di manodopera del Paese. "Più dipendenti ha l'azienda, più alta è l'Irap. Più l'azienda si indebita con le banche per investire, più alta è l'Irap. Ma come si può tassare il lavoro in questo modo - ha chiesto provocatoriamente - e pensare che un'impresa possa essere competitiva?".Il presidente dell'Apindustria non si entu45


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siasma nemmeno per i presunti stimoli introdotti dal governo Monti per favorire l'iniziativa imprenditoriale: la nuova società a responsabilità limitata, con capitale sociale di 1 euro e destinata agli under 35. "Uno dei problemi delle imprese italiane è dato dal fatto di essere sottocapitalizzate. La capitalizzazione non è un

riere all'entrata di uno Stato, un tempo efficaci, oggi si rendono sempre più inefficaci contro potenziali entranti stranieri". All'impossibilità, in un mondo globalizzato, di imporre barriere protezionistiche e vista la scarsa crescita degli ultimi dieci anni "si aggiungono l'enorme debito pubblico e un sistema troppo burocratizzato,

Oriocenter che è agganciato all'aeroporto e, quindi, fa storia a sé". Il direttore dell'Ascom, richiamando il monito della Cei, si è detto perplesso contro la mercificazione del lavoro. "Nel nostro settore, già nel '98 con il decreto Bersani, si fece un falò delle licenze. Ora che si è intervenuti sull'orario di apertura degli esercizi, con un ampliamento inutile e dannoso, il rischio è il falò dei valori. L'80% dell'occupazione, nella grande distribuzione, è femminile. Oltre che fonte di stress il lavoro domenicale pone a rischio i valori della famiglia e della persona". Anche Alberto Carrara ha usato parole decisamente critiche: "Queste misure sono figlie della fretta e della necessità quindi auspichiamo diverse modifiche soprattutto per le modalità d'accesso alla professione e l'abolizione delle tariffe professionali. Il rischio nell'ambito dei servizi professionali - per il presidente dell'Ordine dei commercialisti di Bergamo -, è uno scadimento nella qualità del servizio al cittadino". Ha concluso il convegno Gian Luca Galletti, vice capogruppo Udc alla Camera che ha sottolineato come "le liberaliz-

optional - ha detto - e temo che questo sia solo uno slogan. Una semplificazione che non tiene conto dei problemi pratici in cui i soci possono incorrere nella gestione e nello svolgimento dell'attività". Dei quattro relatori Alberto Barcella concede l'apertura di credito maggiore alla riforma partendo dal dato di fatto che la sfida è globale per forza di cose senza possibilità di un ritorno al passato. "Le liberalizzazioni - ha detto - sono un segnale di cambio di mentalità e per questo vanno sostenute in tutti i modi". Ha ricordato quando ad essere considerati "cinesi" erano quelli di Leffe e di come la politica industriale, in Italia, sia ridotta ai minimi termini. "La globalizzazione, affiancata dalla concorrenza che arriva dai paesi emergenti, ha determinato il cambiamento dei punti fermi dell'Occidente. Oggi il mercato mette in luce l'interposizione tra produttori e consumatori che si riflette nella contraddizione tra offerta e domanda". In questo quadro il primo obiettivo è rappresentato dalla necessità di recuperare produttività ma "la restrizione del credito, cui si affianca un incremento significativo del costo del denaro riduce la competitività delle realtà italiane rispetto ai vicini rivali tedeschi. Le bar-

ma non possiamo rassegnarci a un destino di progressivo declino". Più critico Luigi Trigona che ha usato la parola "anarchia" per indicare il processo avvenuto nel commercio, riferendosi alle aperture 24 ore su 24, alle domeniche e ai festivi: "Trovatemi un bergamasco che faccia la spesa a mezzanotte - ha detto - e vi darò ragione. Altrimenti vi dico che questi processi sono stati dannosi per la categoria, con l'eccezione di

zazioni siano un mezzo e non un fine. Un processo necessario per modernizzare il Paese". All'uscita, ascoltando gli imprenditori e i professionisti che hanno gremito la sala l'impressione è che dalle liberalizzazioni ci si aspettasse di più e di meglio. In un paese in cui lobby, corporazioni e caste sono potentissime è un inizio ma c'era bisogno (e ce n'è ancora) di aggredire il farraginoso sistema economico italiano.

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ECONOMIA&BUSINESS

Quando conviene rivolgersi all'avvocato per recuperare il credito Il decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo ha due vantaggi, consente di iniziare subito l'esecuzione e consente di iscrivere ipoteca su eventuali immobili di proprietà del debitore LEGGERE LA LEGGE - Rubrica a cura dell’avvocato Federica Ferrari i primi ritardi nel pagamento, il creditore di norma sollecita il cliente con qualche telefonata, poi passa alle comunicazioni scritte e solo quando si convince che ogni tentativo bonario sarà inutile, si rivolge con riluttanza ad un legale. Da quando il credito è divenuto esigibile sono oramai trascorsi diversi mesi e quindi, quando la pratica approda sulla scrivania dell'avvocato, è spesso troppo tardi. Tardi perché nell'attesa il debitore potrebbe essere stato messo in liquidazione o essere stato ammesso ad un procedura concorsuale (fallimento, concordato preventivo…). Tardi perché se c'era un patrimonio da aggredire è già stato aggredito dai creditori più veloci e più accorti. In queste situazioni le possibilità di recuperare il credito, soprattutto se chirografario - cioè non assistito dal privilegio e quindi "normale" - si riducono fortemente e le spese legali da sostenere per assumere qualche iniziativa rischierebbero di rivelarsi, nel caso di crediti non elevati, superiori all'entità del capitale originario per cui si agisce. Cosa fare allora? Il tempo è un alleato prezioso nella pratica di recupero del credito: alle prime avvisaglie di difficoltà, ai primi ritardi nel pagamento, di fronte alle richieste di rateazione ed alle ricevute bancarie restituite insolute è bene tutelarsi. Sulla base del contratto che ha dato vita al rapporto e/o con le fatture già emesse e non saldate, si può agire avanti il Giudice competente per ottenere l'emissione di un decreto ingiuntivo. Se

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vi è inoltre altra documentazione proveniente dal debitore e da lui sottoscritta che comprovi il diritto fatto valere è possibile ottenere il provvedimento già in forma provvisoriamente esecutiva. Il decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo ha due vantaggi: consente di iniziare subito l'esecuzione senza dover attendere che il provvedimento diventi

definitivo (ovvero senza lasciar decorrere 40 giorni o, in caso di opposizione, 130 giorni almeno) e consente di iscrivere ipoteca su eventuali immobili di proprietà del debitore. L'iscrizione di ipoteca ha un costo elevato (almeno euro 1.000) perché prevede il pagamento delle relative tasse ipotecarie e perché richiede l'intervento di un

Notaio, soggetto abilitato ad eseguire l'incombente, i cui compensi sono notoriamente poco economici. D'altra parte se il credito è di un certo valore vale la pena sostenere la spese dell'iscrizione ipotecaria perché, in caso di vendita dell'immobile all'asta, si potrà godere del privilegio ed essere quindi preferiti agli altri creditori chirografari, cioè "normali", nella ripartizione della somma ricavata dalla vendita, ciò sia in caso di procedure esecutive immobiliari sia in caso di aste fallimentari. Occorre precisare che una volta ottenuto un decreto ingiuntivo nei confronti del debitore non è necessario procedere per forza nei suoi confronti: se il cliente paga, se chiede una rateazione, se vedo che non conviene procedere oltre, è sempre possibile interrompere la procedura di recupero del credito. Il decreto ingiuntivo una volta diventato definitivo cristallizza il credito rendendolo inattaccabile per sempre e posso anche conservarlo nel cassetto ed utilizzarlo solo in futuro quando il debitore sarà tornato in bonis, anche a distanza di anni. Vantaggi non indifferenti a fronte di una spesa tutto sommato contenuta tenuto conto che i costi indicativi della procedura, per esempio per un credito di euro 25.000, si aggirano intorno ad euro 2.500,00 cioè a circa il 10% del capitale. In sostanza, considerati i costi ed i benefici della procedura monitoria, agire per l'ottenimento del decreto ingiuntivo conviene sempre.


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ECONOMIA&BUSINESS

«Per fare un bergamasco ci vogliono due cinesi» CASE HISTORY

Giro del mondo con l'amministratore delegato della Siac, Valerio Olivotto, che spiega cosa significhi internazionalizzare la produzione Differenze con l'Italia? In Francia «incentivi fiscali»; in Bosnia «basso costo della manodopera», in India «tassazione 30%» ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA PHOTO DI GIORGIO CHIESA

l lavoro è lavoro. Si va dove si trova". Valerio Olivotto, amministratore delegato della Siac spiega così il motivo per cui nel 1998 l'azienda di Pontirolo Nuovo, uno dei principali produttori indipendenti di cabine guida per macchine movimento terra e agricole, decide di internazionalizzarsi. Il concetto di internazionalizzazione della produzione, di per sè, suscita sentimenti contrastanti nell'opinione pubblica perché, da un lato, viene vista con favore la maggiore capacità delle imprese di penetrare i mercati esteri, ma dall'altro preoccupa lo spostamento di attività economiche che può associarsi all'apertura di stabilimenti produttivi all'estero. Oggi, a 14 anni di distanza, esistono gli stabilimenti produttivi della Siac do Brasil, della KK Slovenia e KK Bosnia, della Siac Bohui in Cina e della Siac SKH in India ma il quartier generale, che occupa 600 persone, rimane a Pontirolo Nuovo. A trasformarla in una multinazionale è stata la globalizzazione dei mercati, l'esigenza di seguire i clienti "strategici" e la volontà di intercettare nuovi potenziali clienti. "La globalizzazione - spiega

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SIAC: andamento del fatturato (milioni di euro)

Attese record per il fatturato 2012: 220 milioni di euro Il miglior risultato nella storia della SIAC di Pontirolo Nuovo

l'amministratore delegato della Siac agli studenti universitari del corso di economia e gestione delle imprese internazionali - è il frutto di una serie di scelte, o per meglio dire, di non scelte fatte 40 anni fa". Oggi il rischio maggiore che si corre è restare chiusi in una zona geografica troppo ristretta e "se non siamo noi a competere sui mercati esteri, prima o poi saranno le imprese straniere a venire a farci concorrenza sul mercato italiano". E se concorrenza deve essere, allora "è meglio battersi in casa loro". La Siac, fondata il 16 aprile 1966 da Vittorio Villa, è nata come società di stampaggio. Da qui il nome Siac: Stampaggi industriali assemblaggi carrozzerie. Alla sua morte, nel 1983, la direzione è stata rilevata dalla moglie Renata che nel 1986 ha affidato la gestione all'ingegner Valerio Olivotto, mantenendo la carica di presidente del consiglio d'amministrazione. Dal 2004 è subentrata la seconda generazione, la figlia Maria Vittoria Villa. La rivoluzione avviene negli anni novanta, da società manifatturiera e contoterzista si trasforma in un'azienda a ciclo completo. Alla produzione si aggiunge la progettazione e lo sviluppo: dal foglio bianco, allo sviluppo tecnico, alla disegnazione, ai test, all'omologazione, all'industrializzazione fino alla produzione di massa. Nel 1997 la produzione si estende dalle cabine per macchine agricole a quelle per movimento terra e nel 1998, dopo aver operato per 32 anni a livello nazionale, la decisione strategica di internazionalizzarsi. Quattro i motivi elencati dall'amministratore delegato. Primo: "se vogliamo sopravvivere e primeggiare nel mercato globale, dobbiamo diventare globali"; secondo: "il prodotto è ingombrante e costoso da trasportare. Il contatto con il cliente è continuo e richiede risposte rapide ed efficaci";terzo: "dobbiamo avvicinarci al mercato laddove il mercato esiste e soprattutto dove il mercato è in fase evolutiva" e quarto: "dobbiamo comunque essere competitivi e quindi utilizzare, ove possibile, i vantaggi dei Paesi a basso costo". Nel 1999, con la nascita di Siac France e la Siac do Brasil inizia l'espansione internazionale. Le società diventano operative l'anno successivo. "In Francia -racconta Valerio Olivotto - abbiamo trovato l'Afii, un'ente governativo che ha la missione di favorire gli investimenti stranieri. La capacità dei francesi di attrarre investimenti diretti esteri non ha confronti con quella italiana. E siamo solo al di là delle Alpi". Differenze con l'Italia? "Per le imprese straniere che investono 51


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hanno energia a basso costo (circa il 40-50% in meno rispetto all'Italia per le utenze industriali) e incentivi fiscali".Siac do Brasil, la società brasiliana con sede nel Minas Gerais, è nata da una joint-venture con un partner locale che si è poi ritirato dalla società. Con tre aumenti di capitale l'azienda di Pontirolo Nuovo ha incrementato la sua quota arrivando alla maggioranza nel 2001, al 97% del capitale nel 2004 e l'anno dopo al controllo assoluto. Differenze con l'Italia? "A differenza degli Europei, i brasiliani sono meno critici. Infatti i lavoratori brasiliani cercano di condividere gli obiettivi, senza metterli in discussione". Lo sbarco nell'est dell'Europa è del 2006. La Siac acquista la slovena Bori (poi ribattezzata K.K.), fornitore storico dell'azienda con uno stabilimento in Slovenia (Kras Kabine) a Sesana vicino al confine italiano e uno in Bosnia a Krupa (Krupa Kabine). "È una carpenteria che produce strutture saldate -spiega l'amministratore delegato della Siac -. La partecipazione iniziale prima e poi l'apporto di

motivo del nostro interesse per la Cina è che tutti i costruttori di macchine per movimento terra sono presenti o ci stanno per andare. La nostra vocazione è di essere partner globale per i clienti: e noi dobbiamo essere dove sono loro. Rispetto alle cabine europee, quelle realizzate in Cina sono povere e semplici ma lì ci sono i "numeri"". L'ingresso è avvenuto con la costituzione della Siac Bohui Cabs Manufacturing Ltd, joint venture al 50% con un partner locale: la Xgms, emanazione della Xcmg, il principale produttore di macchine movimento terra cinese. Lo stabilimento è situato a Xuzhou, una città a metà strada tra Shanghai e Pechino, che rappresenta la fabbrica più evoluta del Paese nel settore. Con 600 dipendenti, attualmente produce circa 20 mila cabine l'anno, principalmente per macchine movimento terra, destinate al mercato interno, con un fatturato equivalente a circa 18 milioni di euro. L'azionariato della società è alla pari e l'accordo prevede che, ogni tre anni, ci si alterni alla

SIAC NEL MONDO ) Stati Uniti d’America

) Europa

) Russia

Mercato in fase di studio

SIAC ITALY - Pontirolo Nuovo - Italy K.K. - Sezana - Slovenia K.K. - Bosanska Krupa - Bosnia

Mercato in fase di studio

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) America del sud SIAC DO BRASIL Guaranesia, MG Rio Claro; SP

) India

) Cina

SIAC - SKH Faridabad

SIAC BOHUI - Xuzhou

alcune produzioni ha dato vita ad una struttura industriale più ampia che fornisce al nostro gruppo il 90% di tutte le parti metalliche".La differenza rispetto all'Italia, in questo caso, si gioca tutto sul costo della manodopera, "in questa zona il produttore può beneficiare del costo del lavoro più basso. E' strategico per una realtà come la nostra avere un polo produttivo in un'area a basso costo". Due anni dopo, nel 2008, la Cina."Il 52

direzione generale e alla presidenza. Differenze con l'Italia? "Le persone occupate sono 600 ma se fossimo in Italia ne basterebbero la metà. In Europa, lo stesso tipo di prodotto potrebbe essere realizzato con meno ore di lavoro. Significativo è il fatto che le unità di misura in Cina siano le ore; per noi contano i minuti ed i secondi". Nel 2010, la garanzia di produrre 25 mila cabina di un solo modello l’anno, ha aperto per la Siac di Pontirolo

Nuovo le porte dell'India. "Lo scorso settembre è iniziato il processo produttivo e, entro marzo, pensiamo di raggiungere il tetto massimo di produzione".L'ingresso in questo nuovo mercato, con la costruzione ex novo di uno stabilimento quasi interamente robotizzato, è stato favorito dalla stipula di una joint venture con un partner locale ben radicato. Differenze con l'Italia? Tempo necessario per far partire l'insediamento produttivo: "un anno". Tassazione delle imprese straniere in Cina e in India: "30%".Per inciso, secondo uno studio della Cgia di Mestre, il peso dei balzelli per gli imprenditori in Italia arriva al 68.5% degli utili a fronte di una media europea di 43.4%. Nel 2011 la Siac ha chiuso la filiale francese e la produzione dello stabilimento francese di Auby è stata trasferita nella sede. "Con la contrazione economica e l'aumento dei costi si è reso opportuno razionalizzare e concentrare tutto a Pontirolo. I mercati, a livello geografico, sono molto differenti e in Europa occidentale la situazione è piatta per il comparto. Ci sono altri mercati che stiamo studiando e che riteniamo interessanti per ragioni e tempi diversi": la Russia e gli Usa. "Il mercato del movimento terra è per definizione quello americano. Penso alla Caterpillar. Abbiamo ceduto agli americani alcuni progetti industriali ma non siamo presenti come produttori e per ora con la nostra società brasiliana possiamo crescervi più di quanto possiamo fare dall'Italia". Maggiori sono le difficoltà per un ingresso in Russia perché "nonostante la crescita potenziale dovuta al fatto che sono 50 anni in ritardo rispetto al resto d'Europa, l'ingresso va affrontato solo con un grosso costruttore europeo e potendo contare su concreti appoggi locali. Vedremo". Per la Siac il cambio di strategia del 1998 è coinciso con la crescita continua e graduale del fatturato. Il 2011 si è chiuso con un giro d'affari che ha superato i 180 milioni di euro, l'obiettivo per il 2012 è toccare i 220 milioni di euro. Per l'azienda di Pontirolo sarebbe il risultato migliore della sua storia. Spunti finali dell’a.d. dopo il processo di internazionalizzazione aperto 14 anni fa: "Abbiamo stretto legami forti con i clienti globali (Caterpillar, JCB, CNH, Liebherr) e il Brasile è stato l'ancora di salvezza nella crisi del 2009/2010. In India prevediamo nel 2012/2013 un fatturato di 50 milioni di euro e possiamo, lo abbiamo fatto, anche ridimensionarci in funzione delle nuove dimensioni del mercato". Promemoria finale per chi vuole internazionalizzarsi: "Essere globali significa anche essere flessibili".


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ECONOMIA&BUSINESS

Fiber delocalizza? No. Per ora assume DELOCALIZZAZIONI

Dal rischio trasloco in Romania all'assunzione, a Treviglio, di 5 dipendenti. E' quanto sta accadendo alla società che produce dispositivi elettromeccanici ed elettronici per l'automazione dopo quattro mesi di presidio ai cancelli e aver fatto rientrare le attrezzature dal resto d'Italia

na storia da guardie rosse, kibbuz o soviet del popolo, quella che sta accadendo alla Fiber Spa di Treviglio. L'azienda, che dagli anni Cinquanta produce dispositivi elettromeccanici ed elettronici per l'automazione, aveva dichia-

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rato alla vigilia di Natale la cassa integrazione straordinaria in vista della cessazione delle attività produttive. Rischiavano così di perdere il posto di lavoro 43 dipendenti (su un totale di 51), in maggioranza donne. A quel punto è scat54

tato il presidio ai cancelli, ottenendo risultati mai visti in un caso del genere: il blocco ha impedito il trasloco produttivo in Romania e tenuto in vita il confronto tra lavoratori e proprietà, che ha cambiato il management (la titolare Annalisa Bianchi ha ceduto il timone ad

Annamaria Rozzoni), è entrata in concordato preventivo, ha raccolto ordinativi e ora sta addirittura assumendo. Piccoli numeri, visto che stiamo parlando di 5 o 6 contratti a tempo determinato per la durata di tre mesi, tuttavia è

pur sempre un raggio di luce che segue alla crisi più nera. Tra l'altro, secondo fonti dei lavoratori, la Fiber gode ancora di una certa fama e si parla di cinque manifestazioni di interesse rac-

colte in questi mesi per rilevare l'attività, tra cui una firmata dal gruppo tedesco AZ, quasi 400 milioni di fatturato. L'assetto societario è un po' complicato: c'è la Fiber con i sui 51 dipendenti, la Bigatti e la GAP, di proprietà 100% Fiber, per un totale di 80 dipendenti. Considerando l'indotto si arriva a 100 dipendenti. Il presidio intanto è sempre lì e i lavoratori non hanno mai smobilitato, nemmeno nei giorni gelidi della merla quando anzi si erano organizzati con un camper, una stufa a legna e molto spirito di resistenza. Bloccare una delocalizzazione, a volte è possibile. Almeno per qualche mese.


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ECONOMIA&BUSINESS

La difesa del patrimonio nell'Italia di Mario Monti PORTAFOGLIO

Presentata dalla società di gestione del risparmio Sofia Sgr la formula del «Private Insurance»: una polizza assicurativa contro la morsa del fisco perchè l'aliquota scatta solo al momento del riscatto, non sul maturato, e consente di sottrarre il patrimonio alla tassa di successione ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA PHOTO DI GIORGIO CHIESA

ra le varie novità recentemente introdotte dal Governo Monti, una che sicuramente ha solleticato la curiosità degli italiani è quella relativa alla trasparenza patrimoniale e reddituale dei membri dell'esecutivo. Relativamente al patrimonio del

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nostro Presidente del Consiglio, leggendo la dichiarazione, si capisce come abbia operato un'ampia diversificazione sia tra categorie di investimento (possiede sia investimenti finanziari che immobili a loro volta suddivisi tra residenziali e commerciali) sia all'interno delle stesse.

L'operazione trasparenza è stata accompagnata anche da una riforma fiscale che interessa le stesse attività finanziarie e l'applicazione di una nuova imposta di bollo. Alla Borsa Merci di Bergamo su come, quando e perchè diversificare il proprio patrimonio, durante il convegno "La


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tutela del patrimonio nell'Italia di Mario Monti",si sono confrontati professionisti che si occupano quotidianamente di investimenti. "A questa serata -ha detto Patrizio Comi, advisor di Sofia SGR - abbiamo voluto dare un titolo provocatorio perché vogliamo offrire risposte a tutti coloro che, giustamente, si preoccupano di salvaguardare il proprio patrimonio da eventuali "sorprese fiscali"". Alla luce delle recenti normative una soluzione concreta che consente di evitare la stretta fiscale è rappresentata dalle polizze di Private Insurance. "Sono contratti assicurativi con una capitale minimo -ha spiegato Ugo De Grenetdi Generali Pan Europe -. Hanno un valore che

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investimento, protezione della riservatezza grazie al segreto assicurativo, ottimizzazione fiscale in armonia con la legislazione del domicilio del contraente, esenzione dall'imposta di successione, tutela della propria famiglia in caso di fallimento del contraente e impignorabilità e insequestrabilità dei beni. Passando in rassegna alcuni aspetti De Grenet ha ricordato come "il regime di tassazione dei rendimenti delle polizze prevede un'aliquota che scatta solo nel momento in cui l'investitore decide di riscattare, del tutto o in parte, il proprio capitale. Questo consente, nel lungo periodo, di ottenere un notevole vantaggio fiscale". I rendimenti dei fondi comuni italiani, al contrario, vengono tassati ogni anno anche se non si riscattano. Il che, nel medio e lungo periodo, fa aumentare il peso del fisco in maniera considere-

maturati negli anni. Al momento della sottoscrizione della polizza l'assicurato deve indicare il nome del beneficiario che ha diritto a riscattare il capitale in caso di morte. "Il beneficiario- ha tenuto a precisare De Grenet - può essere anche una persona diversa dagli eredi legittimi, cioè estranea al nucleo familiare. A tutela della privacy l'identità del beneficiario può essere tenuta nascosta agli eredi naturali da chi ha emesso la polizza" e, in caso di morte dell'investitore, "le polizze non rientrano nell'asse ereditario e non possono essere considerate dal fisco come beni soggetti all'imposta di successione". Sulle novità fiscali e sugli effetti la riforma della tassazione fiscale sulle rendite finanziarie si sono soffermati Sandro Pontecorvo e Samanta Lombardi di Ubs Italia. "In precedenza - hanno ricordato - le rendi-

vole. Inoltre "la polizza garantisce il patrimonio da eventuali rivendicazioni dei creditori",ciò significa che in caso di fallimento dell'assicurato, i creditori non possono in alcun modo rivalersi sui premi versati nella polizza, né tanto meno sui rendimenti

te finanziarie erano tassate con due aliquote distinte: 12.5% per la maggior parte degli strumenti finanziari (ad esempio azioni, titoli di stato, fondi comuni, pronti contro termine); 27% per gli interessi sui conti correnti, depositi a risparmio ed altri strumenti finanziari come ad esempio specifiche categorie di obbligazioni societarie".Da quest'anno i rendimenti di queste forme di risparmio sono tassati con un'aliquota unica del 20% e "i prodotti finanziari che continuano ad essere soggetti ad una tassazione del 12.5% sono solo quelli relativi a titoli di stato rappresentativi del debito pubblico dello stato emittente, sia italiano sia estero". L'incontro è stato chiuso dal direttore investimenti di Sofia Sgr, Daniele Bevacqua, che ha offerto un quadro dei rischi finanziari corsi lo scorso anno e dal presidente Alberto Crespi che ha spiegato il concetto della consulenza operativa introdotto in Italia dalla stessa Sofia in grado di coniugare l'attività di consulenza generica con quella di collocamento e assistenza.

Ugo De Grenet

dipende da quello dell'attività sottostante a cui si legano, per esempio dei titoli o dei fondi di investimento. Ma si possono conferire anche altri beni che fanno parte del proprio patrimonio personale". E' come se un investitore confezionasse per la propria attività finanziaria una "veste assicurativa" ricevendo in cambio alcuni vantaggi: grande flessibilità nella scelta della strategia di

SOFIA SGR E LA GESTIONE DEL PATRIMONIO Creare una struttura di consulenza semplice, competente e indipendente nel giudizio sui prodotti finanziari. E' questa, in estrema sintesi, la filosofia che sta dietro Sofia Sgr, la società di gestione del patrimonio nella filiale di Bergamo, in via Mazzini 48. Fondata nel 2006 a Milano dall'allora rettore del Politecnico Francesco Brioschi, tuttora presidente onorario, dispone di un ufficio studi che vanta una lunga esperienza nel campo dell'analisi finanziaria e nella selezione degli investimenti. Al contrario di altre società di gestione del risparmio presenti in Italia, Sofia non ha nessun legame con banche e assicurazioni. E, soprattutto da questi, non percepisce alcun ritorno. Questo consente alla società di analizzare e gestire i prodotti finanziari in estrema indipendenza. "Indipendenza, personalizzazione, semplicità e competenza - spiega Patrizio Comi di Sofia Sgr Bergamo - sono, chiari e imprescindibili, i nostri valori cardine. Sono valori che tutti cercano ma che raramente si trovano in un'unica realtà perché a volte si è indipendenti ma con scarsa semplicità e personalizzazione nel dare soluzioni al cliente; altre volte si è competenti ma con gruppi Bancari alle spalle che impongono le loro scelte. Noi difendiamo esclusivamente gli interessi del cliente".

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ECONOMIA&BUSINESS

«EDIL 2012 TECH», la risposta più importante 58


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EDILIZIA&SOSTENIBILITÀ

La fiera dell'edilizia firmata Promoberg va oltre le aspettative: 42 mila presenze - un incremento del 13% rispetto al 2011 - e tante «idee sostenibili» per superare la crisi

a fiera dell'edilizia bergamasca è stata sotto la lente d'ingrandimento (o forse è meglio dire nell'occhio del ciclone) dell'intera filiera. Tutto il settore desiderava delle risposte importanti dalla più famosa manifestazione organizzata da Promoberg. Alle sorti di "EDIL 2012 TECH" è stato accostato un vero e proprio termometro, per tastare la salute della cre-

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scita edile sia del territorio bergamasco, sia di quello nazionale. Lo stesso Luigi Trigona, segretario generale di Promoberg, aveva fissato a 40 mila presenze l'obbiettivo da raggiungere, dimostrando un certo ottimismo. Ma visti i risultati e i riscontri ottenuti nella quattro giorni (dal 2 al 5 marzo), si può tranquillamente affermare che la kermesse è stata un successo che fa

ben sperare per il futuro: sono state infatti ben 42 mila le persone che hanno visitato la manifestazione (630 stand, 270 espositori, 52 mila metri quadrati). Si è quindi tornati sui livelli del 2008, facendo registrare un'inversione di tendenza a dir poco incoraggiante. "La nostra fiera dell'edilizia - ha sottolineato Luigi Trigona - si è confermata come un appuntamento fondamenta59


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le per tutti gli operatori del settore edile. Un luogo dove, assieme alle istituzioni e alle associazioni di categoria, gli stessi operatori hanno avuto la possibilità di dialogare e confrontarsi per riuscire a trovare le soluzioni più idonee ad affrontare la crisi in atto". SOSTENIBILITA' - Un focus assolutamente importante è stato dedicato alla sostenibilità, vista ormai da tutti (clienti,

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FUTURO - Sono sensibilmente aumentati anche gli arrivi da fuori provincia e le visite dall'estero, in particolare dalla Svizzera. Erano circa duecento gli imprenditori elvetici che hanno raggiunto Bergamo, attratti principalmente da due fattori: la sempre maggiore qualità della manifestazione - che ha visto la presentazione di alcuni prodotti in esclusiva europea e mondiale - e il cambio valutario per loro favorevole, che rende più conveniente acquistare in Italia. Positivi, in questo senso,

Bergamo - a superare il grave momento di difficoltà che sta vivendo il nostro settore. Ce la faremo, se punteremo su un nuovo tipo di edilizia, fatta di ricerca, formazione,

Luigi Trigona, segretario generale Promoberg: «Il recupero del patrimonio immobiliare e la tutela dell'ambiente sono esigenze che possono avviare un processo sostenibile delle costruzioni» innovazione, tutela dell'ambiente e riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente. EDIL 2012 TECH ha avuto il pregio di essere proiettata verso il futuro, grazie ad un format in continua evoluzione e a un folto gruppo di imprese che hanno avuto la forza e il merito di percorrere strade diverse da quelle tradizionali. Ma vogliamo fare ancora di più, per riportare l'edilizia berga-

operatori e imprenditori del settore) come l'unica via d'uscita dall'empasse congiunturale e come vero valore aggiunto al prodotto edile. "La politica e il sistema imprenditoriale - ha continuato il segretario generale - sono chiamati a fare rete per accelerare i processi di semplificazione normativa e delle procedure, e per riattivare canali finanziari pubblici e privati da destinare ad interventi di riqualificazione e alla difesa del territorio. Il recupero del patrimonio immobiliare già esistente e la tutela dell'ambiente sono due esigenze concrete di miglioramento della vita e della sicurezza dei cittadini, e possono realmente avviare un processo sostenibile delle costruzioni. Tematiche strategiche per l'edilizia del futuro, emerse chiaramente durante i tanti convegni e seminari promossi all'interno di EDIL 2012 TECH, che hanno visto raddoppiare i partecipanti rispetto all'anno scorso". 60

anche i commenti da parte dell'Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) di Bergamo. "Siamo determinati più che mai - ha affermato Ottorino Bettineschi, presidente Ance

masca sul podio che le spetta. Se lo meritano le tante aziende del territorio che, non dimentichiamocelo, ricava il 15% del proprio PIL totale proprio dall'edilizia".


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ECONOMIA&BUSINESS

Il futuro del B2B? Mutare in «Business-to-Consumer» ECONOMIA LOCALE

Stefano Cristini, direttore tecnico di Ente Fiera Promoberg, mostra una visione complessiva dell'economia nostrana, confrontando il riscontro del territorio alle tendenze dell'expo di via Lunga

nte Fiera è talvolta definito il termometro per valutare lo stato di salute di un determinato settore, a seconda della kermesse che ospita nel periodo espositivo. Ma è anche una straordinaria opportunità per tastare il tessuto economico bergamasco nel suo complesso. A questo proposito, il direttore tecnico Stefano Cristini ci illustra il panorama che deriva da questa visione, parlando a 360 gradi sulle manifestazioni storiche e sulle nuove tendenze del mercato. "Nei padiglioni di una Fiera non si gioca soltanto il futuro di un'azienda, dal momento che la Fiera è essa stessa la vetrina, la porta di un territorio che si espone e che si confronta con altre economie. In ambito espositivo occorre però fare un "distinguo" tra le fiere a carattere business-to-business, che stanno risentendo moltissimo di questa recessione e le fiere business-to-consumer, che costituiscono la parte preponderante del nostro calendario eventi. L'abilità di chi gestisce un quartiere fieristico sta nel cogliere i segnali, le anticipazioni del gradimento del pubblico, valutando per tempo la vivacità di determinati settori merceologici rispetto ad altri".

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Fino ad ora il 2012 ha riservato delle gra62

dite sorprese a Promoberg. Cosa prevede da qui alla chiusura dell'anno: un'ulteriore crescita per ogni manifestazione in calendario? "Le sorprese sono relative. In questi primi tre mesi dell'anno abbiamo registrato una sostanziale tenuta di "Bergamo SPOSI", una riconferma dell'appeal di "Bergamo CREATTIVA" ed una timida ripresa di EDIL, che da tre anni si presenta sul mercato con una doppia titolazione "Ristrutturazione" e "Tech" che stanno a significare un'alternanza merceologico-espositiva pensata proprio in funzione di un mercato che fatica a sostenere l'annualità di presenza. In questo senso, i 42 mila visitatori del 2012 hanno premiato lo sforzo organizzativo e di visione dell'Ente Fiera che si è mosso cogliendo i segnali, anche innovativi, di un settore che - auspichiamo - possa riprendersi al più presto". Economia e territorio: quali sono i settori trainanti di questo 2012 e cosa è cambiato, fino ad ora, rispetto al 2011? "Tra la fiera e il territorio esiste una "circolarità virtuosa"; da un lato la presenza della fiera stimola e facilita l'apertura verso l'esterno, dall'altro il territorio influisce sui risultati dell'atti-

vità. Detto questo, i settori trainanti non cambiano di anno in anno, vi sono dei cicli che, come in economia, anche in ambito fieristico determinano il successo e la vitalità di alcune esposizioni. Gli studi di settore ci dicono che sarà soprattutto l'ambito del turismo e del tempo libero ad avere più possibilità di tenuta e, in questo senso, Bergamo ed il suo territorio possono giocarsi buone chance, grazie alla presenza di infrastrutture ed incoming molto valide e territorialmente propositive". Se dovesse fare una previsione sul 2013, come muterà (se muterà) l'economia locale? "Più che prevedere mutamenti, dobbiamo auspicare una ripresa generale che, come ci stanno anticipando, dovrebbe avvenire a partire dalla seconda metà del prossimo anno. Una ripresa generale si rifletterà positivamente anche in ambito fieristico dove, peraltro, abbiamo già colto la definizione di nuovi modelli coerenti con una società in continuo movimento, sempre più flessibile, grazie ad una configurazione strutturale-modulare, e meno standardizzata delle manifestazioni". Se invece dovesse esprimersi a lungo


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termine, ad esempio tra 5 o 10 anni, vede qualche novità (magari nuove manifestazioni) o qualche difficoltà per determinati settori? "Al di là del maggiore o minore appeal di alcu-

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ni ambiti merceologici, tra un quinquennio o un decennio sarà completamente cambiato il modo di fare fiere. L'impresa che partecipa alla fiera non offre più soltanto beni e servizi ma l'esperienza che ne deriva, che è ricca di

sensazioni che si creano nel visitatore; in questo senso interpretiamo la tendenza in atto. Dalla semplice vendita di spazi espositivi ci stiamo proiettando verso una scelta di servizi collaterali di valore aggiunto: specializzazione 63


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degli eventi, forme di intrattenimento, con una sempre maggior rilevanza di congressi, workshop e manifestazioni collaterali, un insieme di realizzazioni che puntano alla valorizzazione del territorio". Come mai Promoberg non si è ancora occupata di hi-tech, vista anche l'eccellenza rappresentata dall'Università di Bergamo? "Bisogna intendersi sul significato di hi-tech. Tutto ormai è hi tech, nel senso che molti degli ambiti presenti nelle nostre manifestazioni utilizzano la tecnologia al momento più avanzata. Penso, ad esempio, a Show Way, l'evento che quest'anno proporremo a Bologna Fiere e che rappresenta il momento espositivo di eccellenza del comparto delle attrezzature per il mondo dello spettacolo. Si tratta di una fiera dall'altissima profilatura tecnologica, dal momento che l'Italia e la bergamasca in particolare vantano aziende e produzioni di assoluto livello. La collaborazione con la nostra Università si è poi concretizzata anche in altri ambiti, come quello pedagogico didattico di Lilliput". La fiera edile, da poco conclusa, ha confermato un trend in crescita. E' tutto merito della sostenibilità? "Tener botta attraverso una fiera che ha ventisei anni come "EDIL" in un settore come quello delle costruzioni così fortemente toccato dalla crisi implica mettere in campo una serie di iniziative e di correttivi che nel mercato attengono non solo alle soluzioni abitative del futuro, ma anche al recupero dell'esistente in una chiave, questo sì, di sostenibilità. Gli elementi che concorrono ad un possibile rilancio del settore, attraverso un recupero non solo degli edifici storici di città Alta ma anche del patrimonio edilizio degli anni '60 e '70 sono molti, e non possono prescindere da un'ottimizzazione delle risorse disponibili, da un'attenzione al mercato e da una sempre più stringente sinergia con le associazioni di categoria". Molti sociologi ed economisti parlano di un ritorno alla manualità che dovrà salvare le future generazioni. Vorrebbe fornirci la sua opinione e i suoi sentori dopo la recente "Bergamo Creattiva"? 64


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"Creattiva è diventata un fiore all'occhiello per Bergamo, ha avuto un riconoscimento come fiera nazionale ed è osservata con curiosità all'estero. E' un fenomeno di costume che, dal 2008, anno della sua prima edizione, è letteralmente esploso per una serie di concomitanti fattori positivi, tra cui appunto il ritorno alla manualità come piacere di creare qualcosa di unico per se stessi e gli altri. E' una fiera che raccoglie e concretizza la sempre più diffusa esigenza del "saper fare", sotteso a diverse motivazioni; sia per soddisfare il legittimo desiderio di possedere cose belle, sia per arrotondare vendendo i propri manufatti, sia per impegnare il tempo in attività gratificanti".

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attori territoriali. Penso che una logica strategica attuabile possa riguardare sia l'adozione di modelli di co-markership, atti a promuovere la partnership tra le strutture e

zioni che ospitate), cosa sceglierebbe e perché? "Indubbiamente Creattiva, per la "garanzia" dell'aspetto sociologico del fenomeno. Poi

gli organizzatori di eventi, sia l'introduzione d'innovazioni delle attività con lo sviluppo di manifestazioni di nuova concezione ed una loro maggior razionalizzazione".

penso a No Frills, l'evento di eccellenza del turismo b2b che abbiamo ospitato fin dalla sua prima edizione e che vede confluire ogni anno quasi trecento tra i più qualificati tour operator mondiali del settore. Infine, direi gli eventi in genere, dai concerti alle grandi convention, che la polifunzionalità del nostro polo fieristico consente di organizzare".

Qual è il valore aggiunto proprio di Creattiva? "Attraverso la nostra fiera si accede alla condivisione gratuita di molte tecniche, e allo scambio costante di stimoli ed idee. C'è tutto un popolo di appassionate hobbiste che è alla costante ricerca di materiali e tecniche; una sete di novità che le due edizioni annuali di Creattiva, quella primaverile e quella autunnale, riescono a soddisfare. Con le dovute cautele possiamo parlare di questa manifestazione anche come di un volano per la piccola industria bergamasca del tessile, degli accessori di abbigliamento di qualità e della lavorazione del legno, aziende che trovano in questo settore di appassionati, opportunità per dare nuova linfa e orientamenti, sicuramente per esplorare mercati sottovalutati, nei quali la qualità e la creatività fanno la differenza". Il turismo è un altro settore che ha subito forti scossoni con la crisi, e Bergamo è sempre sotto la lente d'ingrandimento per non essere capace di sfruttare le sue bellezze, nonostante l'aeroporto di Orio al Serio. Cosa dovrebbe fare la nostra città per investire maggiormente in questa risorsa? "Le risorse territoriali e le opportunità sono molte e di sicuro appeal. Il turismo è un elemento le cui potenzialità non sono ancora state accolte e promosse appieno, anche per la mancanza di una regia unica che attui un maggior coordinamento tra i vari

Ultima domanda, un piccolo gioco: se fosse costretto ad investire tutto il suo patrimonio in un unico settore (riferendosi naturalmente alle manifesta-

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ECONOMIA&BUSINESS

Edil 2012: battere la crisi a colpi d’innovazione «EUREKA»

Il presente parla di congiuntura economica negativa per tutti i settori, compreso quello edile e in questo senso innovare è diventato un obbligo. Alla fiera dell'edilizia il «Premio per Innovazione» è andato al volto «rosa» della Cantiere Tri Plok di Montello e ad altri cinque espositori a una parte c'è il soggetto costituito dalle aziende familiari che rappresentano la maggior parte del tessuto imprenditoriale nazionale; dall'altra parte c'è il verbo innovare, parola chiave per contrastare la crisi che tradotto significa modificare uno stato di cose, introdurre processi di miglioramento continui attraverso l'iniezione di nuove idee, metodi e tecnologie. Nel caso di "Klimatrave TriPlok" soggetto e verbo concordano perchè l'architrave brevettata dall'impresa familiare Cantiere Tri Plok di Montello ha vinto la settima edizione del "Premio per Innovazione Tecnologica nell'Edilizia", un riconoscimento promosso da Edil 2012 Tech, la Fiera dell'Edilizia organizzata da Promoberg. Nella motivazione si richiama espressamente che "oltre all'aspetto tecnico, la commissione ha inteso

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valorizzare il lavoro di questa azienda storica bergamasca a conduzione familiare - in "rosa" - essendo gestita da Manuela Ghidini Testa e dai quattro figli (Laura, Roberta, Mariachiara e Francesco), per essere riusciti a dare continuità alla tradizione imprenditoriale giunta alla terza generazione, risolvendo con questo prodotto un nodo delicato tra l'edilizia tradizionale e l'efficienza energetica". Il premio è intitolato alla memoria di Pietro Assolari fondatore della Rami di Seriate e Giovanni Tomasoni fondatore della Tomasoni srl di Ranica, due imprenditori bergamaschi che hanno contribuito all'innovazione tecnologica nel mondo delle costruzioni. Oltre all'impresa familiare di Montello la commissione ha premiato altri cinque espositori che si sono distinti per prodotti e soluzioni particolarmente innovative.


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Cantiere Tri Plok di Montello L'Architrave Tri Plok è un manufatto prefabbricato per l'edilizia progettato per risolvere in maniera efficace le esigenze costruttive dei muri portanti e divisori, costruiti in maniera tradizionale, evitando la formazione di ponti termici o segnature nell'intonaco di finitura. “L'innovazione dell'architrave Triplok - è scritto nel verbale redatto dalla commissione esaminatrice - consiste nella sostituzione del fondello in laterizio con xps espanso Stirodur C che garantisce un altissimo livello di isolamento, pesi ridotti del 50% , eliminando condense e muffe indesiderate". La Cantiere Tri Plok è una delle realtà storiche della nostra provincia. Fondata nel 1948 dal cav. Severo Testa, nel 1978 la conduzione aziendale passò nelle mani dell'unico figlio maschio, Pierangelo, che si concentrò nella realizzazione di manufatti in cemento. Oggi la Cantiere Tri Plok, arrivata alla terza generazione, produce elementi di arredo urbano, giardino e manufatti in cemento per l'edilizia. Data la sua formazione, è certamente una delle aziende più in "rosa" in circolazione.

Kennew di Nembro L'impresa bergamasca situata all'imbocco della Val Seriana con 7 dipendenti e un giro d'affari di 5 milioni di euro ha presentato in fiera un generatore fotovoltaico mobile "Ikube". Un pannello solare autonomo e trasportabile, composto da nove pannelli fotovoltaici classici che si richiudono a cubo, in grado di generare energia elettrica "verde" fino a 1,5 kilowatt. Le 8 batterie Piombo-acido AGM classe C20 da 245 Ah, contenute alla base della struttura, vengono ricaricate dall'impianto stesso, assicurando oltre 11 kWh di energia accumulata. Il generatore fotovoltaico compatto e portatile permette di superare tutte le problematiche che ruotano intorno all'istallazione di un impianto stand alone di tipo classico: sopralluogo, studio di fattibilità, progetto, realizzazione delle strutture per i pannelli, realizzazione delle strutture per le batterie, messa in funzione e collaudo. E' stato ideato allo scopo di fornire energia elettrica in tutte quelle zone non coperte da una rete elettrica e per tutti impieghi di lavoro, emergenza e soccorso che richiedono di poter spostare la propria fonte di energia. Ha una dimensione di trasporto estremamente ridotta - 1 metro cubo - è totalmente autonomo, ecologico e silenzioso, è munito di inverter e batterie di backup.

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Ripamonti Serramenti di Treviolo All'azienda di Mozzo è andato il riconoscimento "per la continua ricerca nel settore dei serramenti in legno - ha sottolineato la commissione esaminatrice - e per aver progettato e messo in produzione le finestre scorrevoli minimali della serie "Blackwood", dal ricercato design e con innovazioni tecniche significative". Per sfruttare al massimo luminosità e migliorare il design, il telaio del serramento scorrevole occupa 38 mm ed è composto da un vetro (dimensioni massime di 6 metri di lunghezza per 2,5 di altezza) con supporti in legno di rovere. Nel 2009, la Ripamonti Serramenti ha vinto il premio per l'innovazione per aver commercializzato "Iso Bloc" un prodotto brevettato dalla Sudtirol Fenster di Gais, in provincia di Bolzano. Il brevetto riguardava un sistema per il montaggio di finestre: in pratica basta effettuare un vano nel muro dell'abitazione nel quale inserire "Iso Bloc", un monoblocco composto da un controtelaio al quale vengono fissati già in fabbrica elementi isolanti di elevata qualità, compreso il cassonetto per la tapparella.

Brevetti Montolit di Cantello (Va) L'azienda varesina ha presentato in anteprima mondiale il nuovo brevetto: "Monster 360". Un taglia piastrelle da 3 metri, manuale o elettrico, per 1.5 con spessore che varia da 3 a 7 millimetri "Questa importante azienda Italiana, leader a livello internazionale - ha scritto la commissione - con questa nuova taglia piastrelle è riuscita a mettere a disposizione dei produttori di ceramiche e dei posatori uno strumento utile e indispensabile per rispondere alla crescente domanda del mercato che privilegia la scelta di piastrelle di grandi dimensioni fino a 3 metri per pavimentazioni e rivestimenti". La Brevetti Montolit SpA si occupa dal 1946 della produzione e commercializzazione di attrezzature professionali per il settore edile (linee di macchine elettriche e manuali per il taglio e la foratura di materiali lapidei). Con 500 prodotti a catalogo e oltre 300 brevetti depositati in tutto il mondo, esporta oltre il 40% della sua produzione in oltre 80 nazioni.

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Caterpillar Compagnia Generale Trattori - (Mi) A Edil 2012 è stato presentata da Cgt, distributore esclusivo di Caterpillar per l'Europa (Germania esclusa) la Pala gommata serie K. Un nuovo macchinario "che introduce - ha specificato la commissione - innovazioni tecnologiche significative nella motorizzazione, nel campo della sicurezza, nella visibilità di manovra per l'operatore, nella manutenzione e anticipa i nuovi standard sui consumi e il risparmio energetico che saranno introdotti dal 2013. Un riconoscimento anche a Caterpillar per la continua ricerca a livello internazionale finalizzata a migliorare l'efficienza e la qualità del lavoro nel mondo delle costruzioni". Le innovazioni: il rivoluzionario joystick di sterzo omologato per la circolazione su strada; il sistema idraulico Load Sensing; la rigenerazione del filtro antiparticolato; la cabina riprogettata in 3D intorno all'operatore e le nuove benne Cat Performance che consentono di caricare più materiale con una maggiore capacità di trattenerlo.

VRG di Verlato Giuseppe e Figli di Altavilla Vicentina Una pinza rotante brevettata che avvita i fili di ferro su strutture di armature di rinforzo per getti di calcestruzzo nei cantieri edili, evitando il movimento della mano. A rendere tutto più "facile" ci ha pensato Giuseppe Verlato e la sua V.R.G di Vicenza. La forma della pinza è quella classica (una tenaglia e le due impugnature per stringere o allentare) con due differenze fondamentali: la forma a scalini dei denti che permettono di tagliare e bloccare il filo e il sistema di rotazione che consente, tirando verso di se una delle due maniglie, di girare il filo senza muovere i polsi. Con la semplice operazione di tirare e rilasciare l'impugnatura ergonomica della pinza, l'utensile effettua la legatura richiesta sulle sbarre di ferro in 2 secondi, aumentando la produttività ed eliminando le operazioni di legatura tradizionale. La pinza rotante V.R.G. può operare con sezioni variabili di filo di ferro per mezzo di una semplice regolazione sulla leva di impugnatura e previene le malattie professionali legate al polso degli operatori edili.

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ECONOMIA&BUSINESS

CAIB, formazione e innovazione per sconfiggere la crisi UNIONE

Il «Consorzio Artigiani Installatori Idraulici Bergamaschi» è pronto ad accogliere la normativa regionale che rivoluzionerà la contabilizzazione del calore, mentre esporta il modello bergamasco anche a Como i sta preparando, in Lombardia, una vera e propria evoluzione nella percezione dei consumi energetici. La legge 3/2011 della Regione, a partire dal prossimo agosto 2012, infatti, obbligherà tutti gli stabili con più di 2 unità abitative e con riscaldamento centralizzato, alla contabilizzazione del calore e termoregolazione (vedi tabella). Una novità che andrà a modificare le nostre bollette, ma anche tutto l'indotto economico che deriva dalla filiera. Sarà quindi fondamentale avere un partner di assoluta fiducia, a cui affidare i necessari lavori di ristrutturazione e ottimizzazione.

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Ecco perché il CAIB - Consorzio Artigiani Installatori Idraulici Bergamaschi - sta da tempo investendo nella formazione, nella ricerca e nell'innovazione. "Ci siamo preparati - ha affermato il presidente Claudio Fiorendi - e siamo pronti ad accogliere questa normativa. Stiamo parlando di una modifica che riguarderà più di125 mila stabili, su cui molti "professionisti improvvisati" cercheranno di speculare. Siamo composti da 140 professionisti (30 aziende, con un fatturato complessivo consolidato di circa 20 milioni di euro), oltre 80 mezzi aziendali, quasi 1200 lavori realizzati ogni anno in Italia e all'estero e più di

600 anni complessivi di esperienza in ogni ambito dell'idraulica. Per far fronte alla nuova normativa abbiamo organizzato incontri e corsi di formazione ulteriori con i nostri dipendenti, così da poter fornire le più complete competenze all'utente finale". Quali sono le novità del Consorzio in questo 2012? "La prima consiste nel cambio di guardia alla presidenza, subentra Claudio Fiorendi, dopo che Giacinto Giambellini è stato eletto per ben tre volte. La seconda, più rilevante, è che il Consorzio


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Da sinistra: Alba Chiodelli consigliere, Giacinto Giambellini vicepresidente, Claudio Fiorendi presidente, Giacomo Tirloni consigliere e Giovanni Mascolo consigliere

è sbarcato anche in provincia di Como. Il modello bergamasco ha attirato ditte idrauliche anche fuori dal nostro territorio, in quanto vincente e funzionale. Il CAIB, infatti, vuole essere un esempio di come pur facendo business si possa mantenere la propria identità individuale e nel contempo lavorare con altre imprese avendo affinità d'intenti". Cosa avete fatto in materia di formazione? "È un aspetto su cui, come detto, abbiamo investito da sempre. Sono la formazione e l'aggiornamento dei titolari, degli operai e degli impiegati che fanno la differenza. Tutte le Aziende associate al CAIB si distinguono appunto per le conoscenze e le competenze idrauliche anche perché seguono costantemente i corsi organizzati direttamente dal Consorzio o in collaborazione con l'Associazione Artigiani di Bergamo".

Consorzio? "I consorziati sono imprenditori, non solo idraulici. Tutte le realtà che vanno a costituire la struttura sono aziende che hanno dovuto garantire standard molto alti, quindi rispettando ogni normativa presente". Come farete a rimanere al passo coi tempi, nonostante la crisi? "Punteremo soprattutto, e non solo, sull'innovazione. Oggi, la "green economy" costituisce il

Tipologia Impianto

20% del PIL nazionale, quindi è su quel fronte che vogliamo batterci. Purtroppo, bisogna dire, che lo sviluppo della green economy ha fatto nascere anche molte aziende non preparate, che hanno solo voluto cavalcare l'onda. Noi, per metterci al riparo dalle speculazioni, in futuro vorremmo aprire una collaborazione con l'Università di Bergamo, i prodotti da noi usati saranno testati e certificati a livello di rendimento e confrontati fra di loro, così da utilizzare solo prodotti d'alta qualità con metodiche garantite".

Data entro cui adottare le misure necessarie per termoregolazione e contabilizzazione

Superiore 350 kW E installazione ante 1/8/97

01/8/2012

Maggiore o uguale a 116,4 kV E installazione ante 1/8/98

01/8/2013

I restanti impianti

01/8/2014

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ECONOMIA&BUSINESS

Fuori la Dec dall'ospedale della Trucca LA TELENOVELA

Un altro capitolo nella vicenda del nuovo ospedale. Preoccupati dagli ennesimi ritardi e dall'inchiesta di Bari, i Riuniti hanno preso in mano la situazione: impresa pugliese «esonerata» e lavori affidati ad altre ditte La decisione in seguito al mancato rispetto dei termini delle migliorie a Dec è "fuori" dal nuovo ospedale della Trucca. Uomini e mezzi dell'azienda barese, finita nella bufera per un'inchiesta aperta dalla procura di Bari su un presunto giro di appalti pilotati, sono ancora fisicamente presenti nel cantiere, ma non saranno più chiamati a posare nemmeno una piastrella nel Papa Giovanni XXIII. I Riuniti, irritati e soprattutto preoccupati per il ritardo accumulato durante gli ultimi lavori, necessari per ottenere il parere favorevole della commissione di collaudo (senza il suo ok l'ospedale non potrà aprire), hanno deciso in pratica di "esonerare" la Dec e di affidare gli ultimi interventi ad altre ditte: i costi saranno però addebitati alla stessa Dec. Un conto da mettere sul piatto della bilancia quando si discuterà dei 150 milioni chiesti dai pugliesi per interventi da loro ritenuti aggiuntivi e di natura extracontrattuale (i Riuniti ovviamente la pensano diversamente). Sulla decisione di Largo Barozzi ha inevitabilmente influito la preoccupazione per gli sviluppi dell'inchiesta barese (due fratelli

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Degennaro arrestati, l'amministratore unico Vito indagato a piede libero), nonché l'ammissione della stessa Dec di essere in crisi di liquidità. Difficoltà che avevano avuto un riflesso anche al cantiere di Bergamo, con alcune maestranze che hanno lamentato ritardi nei pagamenti degli stipendi. Problemi simili si sono registrati nei giorni scorsi anche a Genova, dove la Dec si sta occupando del restyling delle stazioni Brignole e Principe. La scelta di mettere da parte la Dec è scattata quando si è avuta la consapevolezza che, di questo passo, difficilmente si sarebbe riusciti a rispettare la fatidica data di ottobre, mese in cui è prevista l'apertura del nuovo ospedale, già in ritardo di un anno abbondante sulla tabella di marcia nonostante i costi lievitati ormai a 500 milioni. La Dec aveva già goduto di una proroga di due mesi per ultimare i suoi interventi e apportare le rifiniture richieste dai collaudatori, ma non è stata in grado di mantenere l'impegno. La "deadline" è stata superata il 15 marzo e a quel punto, con la bufera di Bari che già infu-

riava, i Riuniti hanno deciso per il "divorzio anticipato". L'impresa dei Degennaro resta infatti alla Trucca da separata in casa: formalmente è ancora titolare dei lavori, ma di fatto non è più così. Lo conferma anche un'altra circostanza: la dirigenza degli Ospedali Riuniti ha deciso di prendere direttamente in carico le operazioni di sorveglianza del mega cantiere: il problema della sicurezza, specialmente notturna, è una questione primaria, che riveste carattere d'urgenza. Materiali e attrezzature, del valore di centinaia di migliaia di euro, fanno gola alle bande di malviventi che si aggirano per la provincia quando cala il buio. I Riuniti deciso di vigilare in prima persona sull'intera struttura, affidandosi a propri incaricati per scongiurare il rischio di vedersi costretti a mettere pezze al vestito ancora prima di averlo indossato. Un vestito che è già costato tantissimo ai contribuenti. Quanto alla famosa trincea, è stata praticamente ultimata e sta già funzionando a dovere, intercettando le acque in discesa dai colli. Almeno questa, una bella notizia.


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ECONOMIA&BUSINESS

iFidi: la pedemontana del credito targata Cna ACCESSO AL CREDITO

I Confidi Cna di Varese, Bergamo e Milano si sono uniti per dare vita a «iFidi», il primo consorzio del sistema Cna Lombardo che a breve sarà iscritto a Banca d'Italia, nell'albo degli intermediari finanziari ex art. 107 L'amministratore delegato Roberto Villa: «Alle imprese garantiamo accesso al credito a costi competitivi»

PHOTO DI GIORGIO CHIESA

i scrive "iFidi" e si pronuncia come si legge "iFidi". La sigla del primo consorzio del sistema Cna Lombardo nato dalla fusione per incorporazione tra Fidimpresa Varese, Fidimpresa Milano e Confidart Bergamo richiama quella di un telefonino di ultima generazione. In comune c'è lo sguardo rivolto al futuro. "iFidi - spiega l'amministratore delegato Roberto Villa- è nato da una fusione inter pares e ha generato una struttura di tipo "federale" che lascia ampie autonomie alle filiali, per poter essere il più vicini possibile alle imprese. La sfida che abbiamo raccolto è stata quella di creare una struttura unitaria, sufficientemente grande da garantire alle imprese quell'accesso al credito in misura necessaria alle loro esigenze, che non fosse la mera somma degli attivi patrimoniali e delle singole organizzazioni di provenienza ma qualcosa di nuovo, in grado di esprimere una sua precisa identità con chiari obiettivi ed unità d'intenti. A guidare questo percorso di unificazione è stata la volontà di pervenire all'iscrizione all'albo dei Confidi ex art. 107".

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"IFidi" è il primo Confidi del sistema Cna lombardo che sarà iscritto a Banca d'Italia nell'albo degli intermediari finanziari ex art. 107 del Tub (Testo Unico Bancario). Cosa significa? "Significa rilasciare una garanzia in linea con le direttive di Basilea II, acquisire una professionalità ancora più marcata, permettere alle Banche accantonamenti patrimoniali inferiori sulla parte garantita; ma significa anche non dimenticare la nostra natura mutualistica in difesa di un accesso al credito facilitato a costi contenuti per tutte le imprese che decidono di avvalersi della consulenza e dei servizi offerti da iFidi". Che funzione ha l'art. 107 del Tub? "L'art. 107 definisce le regole e le normative alle quali tutti gli intermediari finanziari (Banche, Leasing, Confidi, ecc.) devono obbligatoriamente attenersi al raggiungimento dei parametri minimi di attività finanziaria stabiliti dal Ministero dell'Economia e della Finanza e recepiti da Banca d'Italia. La Vigilanza della Banca

d'Italia ha lo scopo, all'interno dell'art. 107, di garantire la stabilità del sistema finanziario ed economico". Che differenza c'è tra una garanzia rilasciata da un confidi "106" e da "IFidi"? "La garanzia rilasciata da un Confidi 106 è di tipo "sussidiario"; questo vuol dire che, normalmente, il Confidi paga dopo che la banca ha esperito tutte le procedure legali nei confronti del garantito inadempiente e di eventuali terzi garanti. La garanzia di iFIDI (art. 107) sarà escutibile a "prima richiesta" da parte della Banca che, anche successivamente, potrà agire nei confronti del garantito o dei terzi garanti, avendo però già incassato dal Confidi una parte del credito insoluto". Dalla fusione di Fidimpresa Varese, Confidart Bergamo e Fidimpresa di Milano è nato "IFidi". Come si struttura? "La struttura di iFIDI vuole rispettare la vicinanza territoriale alle imprese che da sempre ha con-


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traddistinto la nostra operatività. Abbiamo costituito 3 filiali principali più altre tre dipendenti dalle principali, in modo tale che tutte affrontino in modo specifico le problematiche riferite alle singole province. L'articolazione attuale è la seguente: Bergamo - Brescia, Milano Monza/Brianza, Varese - Gallarate". Soci, patrimonio iniziale, totale deliberato e garanzie in essere al 31 dicembre 2011. Quali sono i "numeri" di "Ifidi"? "Attualmente iFidi conta su 12.300 soci e un patrimonio di 16 milioni di euro. Al 31 dicembre 2011 il totale deliberato è stato di 102 milioni di euro con garanzie in essere per 140 milioni di euro". Un bilancio dell'attività svolta nel 2011? "In un momento particolarmente delicato per l'economia non è agevole fare bilanci. Le banche, con le loro difficoltà, hanno ridotto le disponibilità finanziarie, soprattutto nel medio-lungo periodo, messe a disposizione delle imprese; le aziende posticipano gli investimenti in attesa di segnali positivi dal mercato e nel frattempo soffrono per la mancanza di liquidità causata, principalmente, da un allungamento ulteriore dei tempi di pagamento da parte della loro clientela (enti pubblici in primis). In poche parole una situazione di stallo che, speriamo, si sblocchi nel secondo semestre 2012, in parte legato ad una ripresa da tutti auspicata e in parte legata all'i-

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niezione di liquidità che la BCE ha messo a disposizione del sistema bancario a costi estremamente contenuti". In che settore ci sono stati gli interventi maggiori? "Principalmente nel settore dell'edilizia, delle attività manifatturiere in generale e del commercio sia al dettaglio che all'ingrosso".

L'autorizzazione come confidi 107 quali vantaggi concreti porterà alle imprese? "Chiariamo che la garanzia 107 porta vantaggi, in prima battuta, alle banche che possono contare sia su accantonamenti patrimoniali inferiori rispetto al limite stabilito da Banca d'Italia, sia sulla certezza di incassare subito, "a prima richiesta", la quota garantita dal Confidi in caso di default dell'impresa. Le imprese, di riflesso, dovrebbero (il condizionale è d'obbligo, in quanto sino ad oggi così non è) ottenere benefici sia in termini di miglior accesso al credito sia in termini di riduzione sostanziale dei tassi normalmente applicati dalle banche su finanziamenti non garantiti. Auguriamoci che tutto ciò avvenga in tempi brevissimi". Per le imprese della nostra provincia sarà più facile l'accesso al credito? "Per la verità, tolto appunto quest'ultimo periodo, non vi sono state grosse difficoltà di accesso al credito, soprattutto per i finanziamenti a breve e in presenza di garanzia Confidi; con il superamento delle attuali criticità economiche, non vi è dubbio che la normale operatività, sep76

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pure con una più attenta valutazione delle richieste di affidamento, verrà riavviata dal sistema bancario, facilitato anche dall'evoluzione dei Confidi trasformatisi nel frattempo in enti finanziari ex art. 107". A tassi più competitivi? "I tassi sono stabiliti ed applicati dalle Banche e non dipendono dal Confidi. Una cosa però e

certa: con l'economia in lenta e graduale ripresa anche le Banche sono chiamate, per senso di responsabilità sociale e per sostenere le imprese in questo lento e faticoso cammino di ripresa, a sostenere la crescita mitigando le loro richieste". Ci può fare un esempio? "Fare esempi oggi non è sicuramente agevole ma posso evidenziare un'anomalia: mentre i parametri di riferimento (Euribor, Irs, ecc.) sono stabili se non addirittura in discesa, i tassi continuano a salire. E' il segno evidente di un mercato finanziario ancora instabile dove il costo del denaro è determinato da fattori esogeni che nulla hanno a che fare con regole certe di stabilità finanziaria". "IFidi" può rilasciare all'impresa una garanzia "personale" spendibile presso tutti gli istituti di credito? "Si. La garanzia "personale" rilasciata da iFIDI, sarà assolutamente spendibile presso tutti gli operatori finanziari (Banche, società di leasing, Factoring, ecc.)".

Per chiedere la garanzia ad "IFidi" è necessario essere iscritti alla Cna? "Assolutamente no. Chiunque può richiedere l'intervento di iFIDI, indipendentemente dal fatto di essere associato o meno a CNA. Promozionalmente e a titolo assolutamente gratuito, noi offriamo un anno di adesione alla Cna. Il cliente, al termine del primo anno, dopo aver testato e usufruito dei numerosi servizi offerti da Cna, decide in piena autonomia se rinnovare o meno il rapporto associativo". Molte aziende artigiane e Pmi fanno fatica a stare sul mercato. Questa situazione come si traduce sul fronte degli affidamenti? "E' una situazione complicata che dovrebbe iniziare a sbloccarsi nel breve periodo. Alcune banche stanno già predisponendo nuovi piani operativi che prevedono un incremento sostanziale dei finanziamenti nel medio-lungo periodo; pur essendo il nostro Paese, tecnicamente in recessione, qualche timido segnale positivo di ripresa si inizia ad intravedere. iFIDI è pronto, come sempre, a fornire tutto il supporto necessario alle Imprese per ottenere credito alle migliori condizioni possibili. E' del tutto evidente che sarà data priorità, soprattutto da parte delle banche, a tutte quelle aziende che presenteranno, pur nelle difficoltà del momento, "numeri" concreti per sostenere obiettivi di rilancio se non addirittura prospettive di crescita". Per le imprese, oggi, qual è il problema maggiore: la mancanza di credito o la scarsa tutela legale dei crediti? "Sono le due facce della stessa medaglia: la mancanza di liquidità, molto spesso generata da incassi esageratamente lunghi e i tempi biblici della giustizia civile, stanno generando situazioni drammatiche. Aziende costrette a chiudere, pur avendo i "numeri" corretti per restare ancora sul mercato, perché non riescono più ad ottenere credito dal sistema bancario ma soprattutto non riescono ad ottenere quella giustizia, in tempi rapidi, che permetterebbe loro di risolvere i problemi finanziari. E' una situazione paradossale che deve essere risolta una volta per tutte se non vogliamo aggiungere difficoltà ulteriori a quelle che già devono sopportare le nostre Imprese".


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Esedra è il rivoluzionario e completo sistema per serramenti in alluminio facile da applicare e capace di risolvere con stile qualsiasi esigenza architettonica e d’arredo. Prodotti in svariate forme, dimensioni e finiture, i serramenti Esedra sono adatti a tutte le esigenze costruttive residenziali, commerciali e industriali. L’alluminio rende gli infissi Esedra durevoli nel tempo, indeformabili e completamente riciclabili senza alcun danno per l’ambiente. Inoltre le nuove tecnologie applicate al taglio termico e al vetro permettono ad Esedra il raggiungimento di bassissimi valori di trasmittanza permettendo all’utilizzatore un notevole risparmio energetico. La nuova serie HT 54-62 è stata infatti studiata per spingersi al di sotto del valore di trasmittanza 1,2 W/m2 K, parametro di riferimento nazionale per poter usufruire degli sgravi fiscali (contributo del 55%) per le spese sostenute nell’adeguamento della casa in materia di risparmio energetico. La nuova serie HT 54-62 e tutti gli altri sistemi Esedra sono certificati (PERMEABILITÀ DELL’ARIA, TENUTA ALL’ACQUA E RESISTENZA AL CARICO DEL VENTO) e mercati CE (UNI EN 14351-1). L’innovativo sistema HT 51-62 e le altre serie Esedra sono vendute in Italia da Agnelli Metalli di Lallio (BG), e dalle filiali di Rosignano (LI) e Oristano. In Europa dall’Agnelli Metalli Poland di Katowice.


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ECONOMIA&BUSINESS

Gori sale in cattedra e «scende in campo» ENFANT PRODIGE

Gli inizi televisivi a Rete 4, i maestri Freccero e Giovalli, la discesa in campo di Berlusconi, l'attuale fase di pigrizia di Mediaset nelle parole di Giorgio Gori, iscritto al Pd. In una lezione alla facoltà di Ingegneria di Dalmine svela il suo futuro politico: costituirà un'associazione ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA PHOTO DI GIORGIO CHIESA

a fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l'occasione". Con una citazione uscita dalla penna di Lucio Anneo Seneca circa duemila anni fa, il professor Lucio Cassia sintetizza agli universitari della Facoltà di Ingegneria di

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Lucio Cassia

Dalmine la carriera di Giorgio Gori, ospite di un ciclo di seminari sul tema "strategic management". L'occasione per il bergamasco, classe 1960, ribattezzato l'enfant prodige della televisione italiana si presenta quando giovanissimo, appena trentenne, diventa direttore di Canale 5. E' lui stesso a ripercorrerne i passaggi. "Dopo il liceo classico al Sarpi mi iscrivo ad architettura, al Politecnico di Milano. Durante gli ultimi anni dell'università faccio il giornalista collaborando con Bergamo Oggi, senza pensare alla televisione. A 24 anni, dopo la laurea, vengo a sapere che Rete 4 cerca collaboratori. Entro in televisione con un contratto precario da tre mesi e il compito di visionare film. Allora non c'era nessun database del cinema e io trascorrevo la giornata a visionare i film". Anno 1984: gli inizi a Rete 4. E' il 1984 e

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inizia come assistente di Carlo Freccero. In quello stesso anno la Fininvest acquista Rete 4 dalla Mondatori, in difficoltà a causa di un deficit accumulato per reggere la concorrenza con la stessa Fininvest di Berlusconi. L'anno prima, nel 1983, dopo un anno di proprietà della Rusconi la Fininvest aveva acquisito Italia 1 e così che Berlusconi nel 1984 si trova ad avere tre reti televisive come la Rai. Una televisione pubblica già allora lottizzata con Rai 1 alla Dc, Rai 2 ai socialisti e Rai 3 ai comunisti. E se la vocazione pedagogista del


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servizio pubblico con programmi come "Non è mai troppo tardi" dove si insegnava agli italiani analfabeti a leggere e scrivere è un capitolo chiuso "nella Rai - sottolinea Giorgio Gori - non è venuta meno la logica della lottizzazione. Più trasversale e complessa di una volta e non per questo meno pericolosa". Freccero e Giovalli: i maestri. Due i maestri di Giorgio Gori: Carlo Freccero, l'attuale direttore di Rai 4 che ai tempi di Rete 4 era capo del palinsesto della rete e Roberto

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Giovalli. ex direttore di diverse reti FininvestMediaset (ultima Italia 1). Lo stesso che, scaduto il contratto di Gori nel passaggio di Rete 4 da Mondadori a Finivest e dopo aver letto

«Sono entrato a Rete 4 nel 1984, come assistente di Carlo Freccero» 79


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una sua relazione su di un telefilm, decide di riassumerlo. Lo stesso che nel 2001 lanciando La7 provò a sfidare, senza riuscirci, il duopolio Rai - Mediaset con Fabio Fazio, Gad Lerner, Giuliano Ferrara e Luciana Littizzetto per creare un vero e proprio mercato. Con tre reti televisive Fininvest prova a scardinare il

«Roberto Giovalli? Un maestro. La figura di maggior qualità della tv italiana» monopolio pubblico. "Era un'azienda giovane - ricorda Gori -: 29 anni l'età media di chi ci lavorava con tanto entusiasmo, voglia di imparare e di sfidare la Rai". Erano gli anni Ottanta e Novanta che sono coincisi, secondo Gori, con il periodo più creativo e innovativo. "Abbiamo svecchiato il palinsesto dell'intrattenimento televisivo, portando film e telefilm e un linguaggio nuovo". L'obiettivo? "Crescere, fare profitto e assumere". Una fase che ha lasciato il posto, sempre secondo Gori, ad una stagione odierna più conservatrice. Berlusconi scende in campo. Gori viene nominato direttore di Canale 5 nel 1991 e nel 1997 di Italia 1. Torna in Mediaset nel 1999

«La «cacciata» di Mentana da Mediaset? «Una stupidata»

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sempre nella veste di direttore. Sono gli anni in cui cambiano le priorità di Berlusconi perchè matura l'idea di "scendere in campo". "La fine del 93 e l'inizio del 94 è stato un periodo difficile a causa delle continue discussioni con l'editore. Sono sempre stato contrario alla discesa di Berlusconi in politica. Anche perché ero convinto che non potesse vincere, che avrebbe messo a rischio l'azienda. E come me la pensavano persone più autorevoli: Confalonieri, Letta e, dentro Canale 5, Mentana e Costanzo. Non ci fossero stati loro sarebbe stato più complicato, ma è un fatto che la rete che dirigevo, a differenza di Italia 1 e Rete 4 che lo hanno assecondato, non si schierò mai. Io ero per la netta separazione tra azienda e partito. E su questa cosa il rapporto con Berlusconi si è raffreddato". Il 1999 è anche l'anno della "cacciata" di Mentana da Mediaset dove per primo, con il Tg5, ha lanciato l'informazione. Gori commenta così: "E' stata una stupidata". Mediaset vive di rendita. "Oggi la televisione italiana ha smarrito la sua vena creativa e l'Italia è il paese che registra il numero

La massima di Confalonieri? «Difendere Mediaset è difendere i confini della patria»

più basso di programmi nuovi lanciati ogni anno. Mediaset sta vivendo una fase di conservazione e ripiegamento perché si è lasciata sopraffare dalla pigrizia. Non c'è stato un 80

ricambio generazionale. L'età media di chi ci lavora è sessant'anni". Per spiegarlo porta un'esempio: "Mediaset è come un impero. Si sono picchettati i confini e non si conquista più. Fedele Confalonieri ama ripetere:" Difendere le nostre tre reti è un po' come difendere i confini della patria"". Per Gori l'ultimo anno in Mediaset è coinciso con la prima edizione del Grande Fratello. Sulle polemiche che ne sono seguite risponde: "Ho guardato solo quella edizione poi non ho più avuto voglia di vederlo. E' stata una tappa controversa e pur rispettando tutte le critiche credo abbia avuto il merito di offrire un ritratto della gente comune". Il futuro della televisione. "La pay tv prima, con canali e contenuti solo per gli abbonati, il digitale poi, che ha sostituito il sistema televisivo analogico e che ci ha accompagnati per cinquant'anni e infine la nuova frontiera della web tv stanno cambiando il panorama televisivo e le nostre abitudini". La crescita della televisione a paga-


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mento, con una offerta più articolata in grado di soddisfare tutte le esigenze, si è concentrata sopratutto negli anni '90. Altra rivoluzione è stata il digitale "La ripartizione delle frequenze - sottolinea Gori - ha privilegiato sia Rai sia Mediaset. Questo dimostra quanto sia poco il pluralismo e come l'intreccio di televisione e politica abbia favorito entrambi". E poi c'è il Web ma a farla da padrone è ancora la televisione. Lo dimostrano i numeri:"In Italia il tempo trascorso davanti alla televisione, in media per individuo, è di 4 ore al giorno e il 50% degli italiani non legge nemmeno un libro l'anno". Tradotto: per molti la televisione è ancora una compagna contro la solitudine. Magnolia: 130 milioni di fatturato. Dopo 17 anni in Mediaset, nel 2001 Gori lascia Mediaset e decide di aprire con Ilaria Dallatana e Francesca Canetta una start-up: la casa di produzione televisiva Magnolia che ha ideato, solo per dirne alcuni, programmi di successo come l'Isola dei famosi,

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X Factor, MasterChef e l'Eredità. Magnolia è stata acquisita nel 2007 dalla De Agostini e successivamente ceduta ad una società dello stesso gruppo dal nome Zodiak Entertainment, con sede in Francia, nella quale Gori possiede un 2 per cento di quote. E' una società che nel 2011 ha registrato 130 milioni di fatturato, con 2000 ore di tv prodotte l'anno e ha 45 dipendenti. Gori scende in campo. Nel novembre scorso, a dieci anni dall'addio a Mediaset, Gori lascia anche Magnolia per occuparsi di politica a fianco del sindaco di Firenze Matteo Renzi. "Ho avvertito la responsabilità di fare qualcosa per gli altri. Con un gesto in controtendenza, vista la disaffezione attuale verso la politica, mi sono iscritto al Pd. In Città Alta". A chi lo bolla come "berluschino" replica: "Non sono proprietario di televisioni e da undici anni non lavoro per Mediaset. Credo che di tempo ne sia passato parecchio". Con un gruppo di amici, a Bergamo, sta costituendo un'associazione che rispetto ad

un partito "offre una maggiore opportunità di partecipazione e di allargamento. A noi sembra una cosa un po' più democratica e più riformista". Rai modello Bbc. Visto il dibattito attuale sul Rai, il modello da imitare per riformare il servizio pubblico "dove, per assurdo, il consiglio di amministrazione si riunisce due volte a settimana e delibera su tutto e tutti" è la Bbc. La proposta: "un'autorità super partes, nel nostro caso il Capo dello Stato, che nomina un Trust con funzioni di indirizzo, controllo e seleziona i (pochi) manager che compongono il Comitato esecutivo, guidato da un Amministratore delegato con ampi poteri. Svincolata dalla politica che è penetrata in ogni singola posizione Rai". Ma se per la riforma del servizio pubblico c'è da aspettare ancora, cosa attendersi, invece, dall'enfant prodige della televisione italiana? Ridare credibilità alla politica, riportarla alla normalità. E in questo caso la normalità sarebbe un prodigio. 81


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ECONOMIA&BUSINESS

Coperture Futuro, sul tetto dell'avvenire TOP BUSINESS

Giorgio Micheletti, titolare dell'azienda di Calcinate, denuncia la lentezza italiana nello smaltimento dell'eternit. «Siamo al 10% dell'opera, entro il 2015 l'Europa ha imposto il 100%»

no degli aspetti che meno salta all'occhio nel settore dell'edilizia, e nel ramo delle ristrutturazioni, è senz'altro il tetto. Ciò che molti non sanno è che l'amianto sostanza riconosciuta cancerogena, vieta-

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ta in numerosi paesi e bandita totalmente dall'Unione Europea - è ancora presente in misura notevole proprio in Bergamasca. A dirlo è un professionista del settore, Giorgio Micheletti, titolare dell'azienda di Calcinate Coperture Futuro. "C'è stato

un incremento nello smaltimento di questo materiale e nel rifacimento di numerosi capannoni industriali grazie agli incentivi sul fotovoltaico. Ma non dobbiamo fermarci qui. L'Europa ci chiede di mettere definitivamente al bando in Italia l'eternit entro il 2015, ma siamo ancora molto indietro. Direi, facendo una stima spannometrica, che siamo al 10% dell'opera". Come nasce la Coperture Futuro? "Posso vantare un'esperienza quindicinale nel settore della lattoneria, delle coperture e dello smaltimento di eternit. Così, nel gennaio del 2008, ho deciso di avviare un'azienda che ha fatto dell'assoluta qualità, sia in termini di prodotto sia di servizio, il proprio vantaggio competitivo". Qual è la mission aziendale? "La ditta offre un prodotto che soddisfa tanto il privato quanto le imprese. La fornitura della Coperture Futuro coniuga, infatti, l'utilizzo di materiali d'alta qualità con la posa in opera, realizzata da professionisti altamente qualificati e attenti alla

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Giorgio Micheletti

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cura del dettaglio. La flessibilità, infine, completa il nostro pacchetto". In quale zone territoriali operate? "Lavoriamo su tutto il territorio nazionale, offrendo la nostra professionalità anche al di fuori della provincia di Bergamo. In generale, non ci tiriamo mai indietro, può capitare di effettuare commesse in altre regioni vicine, ma anche in Sicilia, per fare un esempio". Qual è il valore aggiunto rispetto alla concorrenza? "Siamo una piccola-media impresa, ma vantiamo un'esperienza notevole nel settore. Questo vuol dire dare un'impronta al cantiere diversa, sia in termini di pulizia nelle lavorazioni, sia in termini di educazione e rispetto delle maestranze". Avete mai pensato di dedicarvi al fotovoltaico? "Ci abbiamo pensato, ma preferiamo quando richiesto - affidarci a professionisti qualificati nel settore. Noi siamo nati per posare tetti e per il problema dello smaltimento dell'amianto che abbiamo

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prima accennato. Sappiamo fare la differenza su questi aspetti e ci dedichiamo a queste attività per cercare di migliorare costantemente". Concludendo, soffrite il problema della sicurezza sul lavoro?

"Personalmente sono una persona molto attenta alla sicurezza dei miei dipendenti. Negli anni d'attività abbiamo registrato praticamente nulla, nessun infortunio. Credo sia un aspetto di fondamentale importanza, su cui bisognerebbe calcare più la mano".


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RUBRICHE

«Devero Medical Spa», salute e benessere su misura NUOVA CONCEZIONE

Coniugare salute e relax, grazie ai migliori professionisti del settore. E' nata nel cuore della Brianza una vera e propria gemma d'accoglienza, che s'inserisce nell'offerta già ricca di Devero Hotel TESTO&PHOTO DI GIORGIO CHIESA

reare un polo d'eccellenza che sia un vero e proprio punto di riferimento, affidandosi ai migliori professionisti del settore per allestire la prima "Destination Spa" in Brianza: è questo l'intento, ambizioso e riuscito, della proprietà e della direzione del "Devero Hotel & Spa". Parliamo di una gemma d'ospitalità che da soli due mesi ha aperto i battenti, per ridefinire il concetto stesso di benessere secondo la logica della salute. "La proprietà dell'hotel - ha esordito Massimo Burchianti, direttore dell'albergo -, ha scelto di costruire una "Medical Spa" all'interno del complesso. Da una parte per arricchire e completare l'offerta dei servizi, dall'altra per proporre una Spa diversa rispetto alle altre strutture, posizionando il servizio su un livello nettamente superiore".

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Come mai avete scelto di creare una "Medical Spa"? "E' una concezione ancora poco conosciuta nel contesto italiano, cha abbina l'aspetto salutistico con quello estetico. "Devero Medical Spa" è aperta sia agli ospiti dell'hotel, sia alla clientela esterna, anche per valorizzare il territorio della Brianza con una struttura esclusiva e di alto livello che offre servizi di bellezza, relax e consulenze mediche specialistiche. Uno degli obiettivi principali della Spa, inoltre, è quello di arricchire l'esperienza di tutti: sia di coloro che soggiornano per motivi di lavoro, sia per quelli che semplicemente desiderano trascorrere un week-end in un hotel con Spa. Per i clienti congressuali, invece, abbiamo pensato di creare delle soluzioni speciali, chiamate "Meeting & Spa", che abbinano momenti di lavoro con momenti di svago". 88


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Devero Costruzioni si conferma dunque una realtà in costante crescita. "Parliamo di un solido gruppo edilizio lombardo - ha continuato Valeria Scaglia, responsabile commerciale e marketing -, che dopo aver curato e gestito nel 2008 l'apertura dell'hotel e il suo ampliamento con la costruzione di una torre nel 2010, completa la propria offerta con questo nuovo progetto. La struttura è oggi, dopo tre anni e mezzo di attività, un punto di riferimento nel panorama dell'hotellerie lombarda. La vocazione è congressuale (con ben 14 sale e due plenarie di cui una fino a 500 persone, 138 camere tra standard, superior e suites curate nei minimi dettagli), con una ristorazione di alto profilo riconosciuta dalla famosa guida Michelin e curata dallo chef Enrico Bartolini". Qual è oggi la filosofia del Devero Hotel? "Portare l'ospitalità e l'alto livello di servizio al centro dei nostri obiettivi, non fermarsi mai nella ricerca di un'offerta sempre più di qualità e sempre più ampia, che generi valore per i nostri interlocutori e per i nostri ospiti. Ci siamo posti sul mercato con il preciso intento di dare un valore aggiunto al panorama alberghiero lombardo, da tutti i punti di vista. Camere, congressuale, ristorazione, ed ora bellezza e salute; possiamo dire che "vendiamo accoglienza" a 360 gradi, fuori dai classici standard preconfezionati". Com'è nato il matrimonio tra la Devero Costruzioni e il mondo delle Spa? "La proprietà - ha proseguito Elena Gentile, presidente di Spa Emotions e direttrice tecnica della

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"Devero Medical Spa" - ci ha cercato perché voleva dare un'anima alla propria struttura. Abbiamo avuto la fortuna di poter seguire anche la "gestazione" della Spa ed intervenire direttamente nella progettazione per renderla il più possibile ergonomica e funzionale per i clienti e le operatrici. Aree (Spa-Beauty-Medical) ben distinte ma fuse tra loro ci consentono di prenderci cura di mente, anima e corpo dei

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nostri clienti/pazienti con interventi sinergici, "cuciti su misura", non preimpostati come spesso vengono tristemente venduti. Grazie a sofisticate diagnostiche fisiche e biofisiche, possiamo personalizzare i programmi viso e corpo con trattamenti manuali, fitoterapici, medici, nutrizionali, riabilitativi. Qui alla "Devero Medical Spa Health & Beauty", bellezza e salute sono un bene unico ed indivisibile".

Che differenza esiste tra una Spa tradizionale e una "Medical Spa"? "E' una differenza fondata sulla scientificità del metodo - è intervenuto Roberto Cavagna, dermatologo e direttore sanitario della struttura - che potremmo definire "più funzionale". Al piacere del relax e delle manualità estetiche si associa la personalizzazione dei trattamenti e la maggiore efficacia legata a tecnologie mediche altamente innovative, ma mai invasive. Qui alla


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"Devero Medical Spa" il cliente viene accolto e valutato da specialisti del settore (dermatologi, chirurgo plastico, ortopedici, nutrizionisti e fisioterapisti) perfettamente allineati in metodiche congiunte di benessere globale, in un fluire di trattamenti medici ed estetici perfettamente integrati tra loro. Tutto questo è frutto della nostra ventennale esperienza nella creazione del metodo SpaEmotions, che sposa la medicina del benessere all'estetica più avanzata ed eccellente e che promuoveremo nelle serate a

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tema che mensilmente offriremo ai nostri ospiti per educarli al benessere olistico". Anche la tecnologia è assolutamente all'avanguardia. "C'è un accostamento speciale tra la capacità e la professionalità di queste persone - ha concluso Domenico Ventura, chirurgo plastico e l'alto livello tecnologico delle macchine presenti. Quest'ultime permettono infatti di veicolare in profondità principi attivi senza usare

alcun ago. Inoltre, mi preme aggiungere che c'è un approccio al paziente d'altri tempi, abbiamo completamente recuperato il rapporto di fiducia che deve necessariamente esistere tra persona e medico curante. Personalmente, ho deciso di collaborare con questi professionisti perché hanno il mio stesso modus operandi: sappiamo interloquire con il paziente capendone il disagio, sia fisico che psicologico. Solo da questi passi si riesce a costruire un percorso che possa farlo rinascere". 91


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RUBRICHE

L'unico Service che può chiamarsi BMW

BEHIND THE SCENES

Viaggio «dietro le quinte» della concessionaria ufficiale BMW e MINI Lario Bergauto, nelle sue sedi di via Campagnola e Grumello del Monte Un patrimonio di professionalità, organizzazione e tempestività

l giorno d'oggi, vendere vetture d'alta qualità e tecnologicamente innovative non è più sufficiente. Oggi, la vera sfida è rappresentata dalla capacità di costruire con il cliente un rapporto duraturo e

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consolidato nel tempo. All'interno di questo scenario, l'assistenza ha assunto un ruolo di primaria importanza. Sempre più spesso, infatti, i clienti orientano il loro acquisto valutando innanzi tutto la qualità del servizio post-vendita offerto.

SERVIZI - Muovendosi in quest'ottica, la concessionaria ufficiale BMW e MINI per Bergamo e provincia Lario Bergauto ha messo a disposizione dei propri clienti una serie di servizi assolutamente vantaggiosi e comodi tra cui, ad esem-


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pio, spiccano: pacchetti di manutenzione, vetture sostitutive gratuite, servizio navetta, possibilità di mobilità alternativa attraverso i mezzi pubblici, o ancora l'usufruire del servizio Fast-Lane, attendendo in sede in un'area dedicata con

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possibilità di Wi-Fi gratuito per interventi che richiedono meno di due ore. STANDARD - Da questo punto di vista, quindi, è evidente che mantenere uno standard qualitativo così elevato è diffi-

cile ed impegnativo, ed è quindi necessario uno sforzo costante che richiede continui corsi d'aggiornamento tanto per i tecnici quanto per i sistemi di diagnosi, sempre all'avanguardia nelle sedi Lario Bergauto, sia di via Campagnola a 93


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Bergamo sia di Grumello del Monte (dove abbiamo effettuato le fotografie che vi proponiamo). GARANZIE - L'attenzione e la cura per i dettagli offre però l'opportunità - a chi sceglie l'assistenza di Lario Bergauto -, di avere sempre a propria disposizione non solo personale costantemente preparato e competente, ma anche le più recenti versioni software disponibili per la propria BMW. 94

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TEAM - La squadra di BMW Service è poi formata esclusivamente da specialisti con un know-how pluriennale, abili nel padroneggiare le innovative tecnologie che la casa mette a disposizione. La massima competenza si unisce quindi alla passione, un mix che mette al riparo la clientela da ritardi e inconvenienti di percorso.

tre, gioca una parte importante, anzi fondamentale, il servizio ricambi, che proprio per i marchi BMW e MINI offre la possibilità di avere ben tre "approvvigionamenti" giornalieri. Il risultato di questo sforzo? Tempestività ed efficacia nella riparazione, con conseguente riduzione del fermo dell'autoveicolo ai minimi termini.

TEMPESTIVITA' - Nell'assistenza, inol-

FILOSOFIA - Il Service di BMW mette al


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primo posto i desideri di chi guida, salvaguardandone anche i portafogli. La manutenzione programmata, infatti, offre un interessante piano di assistenza a prezzo predefinito, con la possibilitĂ poi di scegliere fra diversi pacchetti di assistenza. RETE - L'offerta va a costituirsi in una rete virtuosa, nella quale le prestigiose

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vetture sono al centro dell'attenzione. Un sistema costituito da lavoro e tecnologia, valori che sanno garantire il Service vero e proprio assieme al centro di ricerca della casa madre. Tutto è in costante movimento assieme alle vetture, ma con un vantaggio decisivo nel campo dell'innovazione pura di servizio. SODDISFAZIONE - Le promesse che

BMW ha deciso di volgere ai propri clienti sono quindi veri e propri "impegni" che vengono mantenuti, il tutto per essere in grado di soddisfare qualsivoglia esigenza. Conservare inalterate negli anni tutte le qualitĂ di un gioiello BMW, infatti, significa affidarlo solamente nelle mani di chi lo conosce davvero, e di chi lo ama tanto quanto chi lo possiede.

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MOTORI

Motore: il cuore realizzato praticamente a mano in alcune componenti è mosso dal propulsore VR38DETT, una nuova unità da 3,8 litri, sovralimentata da due turbocompressori IHI La potenza massima è di 550 CV a 6400 giri 96

ARTICOLO DI LUCA T. BILOTTA PHOTO: GIORGIO CHIESA

rovarla fra le curve di città Alta è spettacolare. Sembra quasi di essere in un'altra dimensione, ovviamente dalle tinte e dai tratti decisamente corsaioli. Parliamo della GT-R della Nissan, bomba ad orologeria provata grazie alla complicità della concessionaria Motor 3000 di Bergamo. L'impatto è speciale: fin dai primi giri del motore ci si accorge di essere saliti su di un bolide. Eppure, se non si schiaccia l'acceleratore, l'andamento dell'auto è simile a qualsiasi altro

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mezzo che vediamo normalmente in città. Un agnellino che - al momento giusto sfodera gli artigli sull'asfalto rombando e sprintando come non mai. Insomma, la giusta auto per chi non disdegna divertirsi senza spendere un'enormità (come prestazioni e tecnologia è davvero a buon mercato rispetto alle rivali d'alta gamma). Ma non solo, è un'auto da tutti i giorni: per chi non deve per forza lasciare (passateci il termine) "la supercar della domenica" in garage e rubare le chiavi della


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Nissan GT-R, l'unica supercar da città PROVATA PER VOI

Prestazioni fuori dal comune, ma anima adatta al traffico cittadino per chi desidera il top senza rinunciare a niente. Insomma: potenza allo stato puro solo quando si vuole

moglie per andare al lavoro in settimana. Ma vediamola nel dettaglio, in tutto il suo splendore. DESIGN - Aggressiva, estrema e potente. Di sicuro nulla di scontato: la GT-R è per chi cerca la sportività estrema a prezzi non esorbitanti. Le prestazioni sono da urlo, con un aspetto estetico composto da linee decisamente aggressive: imponente, squadrata nei fianchi e molto aerodinamica: il suo Cx è infatti pari a 0,26. Anche le prese d'aria sui parafanghi anteriori migliorano le performance aerodinamiche della vettura, agevolando il flusso dell'a-

ria intorno alle ruote, e sono caratteristici e grintosi. INTERNI - Come per le linee esterne, anche l'abitacolo della GT-R è ricercato e funzionale. Gli strumenti di bordo sono posti direttamente sulla linea di visione del guidatore per la massima leggibilità. Gli indicatori analogici circolari hanno spesse cornici e in posizione d'onore c'è un tachimetro con la linea rossa che parte dai 7000 giri. Qui è inserito anche un indicatore che mostra la posizione del cambio. Completamente nuovo è il display multifunzione nel centro del cruscotto,

Interni: il nuovo display multifunzione nel centro del cruscotto mostra le informazioni di bordo (velocità, accelerazioni angolari, consumi, ecc.) e i dati dettagliati sulla meccanica del veicolo 97


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che mostra le informazioni di bordo (velocità, accelerazioni angolari, consumi, ecc.) e i dati dettagliati sulla meccanica del veicolo (spinta del turbo, pressione di acqua e olio motore, olio della trasmissione, distribuzione coppia motrice anteriore/posteriore e molto altro ancora), oltre ad angoli di sterzata, pressione in frenata e accelerazione, e mappatura ottimale delle cambiate per risparmiare carburante. Il display è stato progettato in collaborazione con Polyphony Digital Inc., i realizzatori dei videogiochi della serie Gran Turismo per la PlayStation Sony. I sedili anteriori sono di tipo sportivo e molto contenutivi, mentre nel divanetto posteriore l'apparente ospitalità offerta è quella di una 2+2 sportiva. Il bagagliaio ha una capacità di 315 litri. PRESTAZIONI - Ora, ragionando con qualche dato alla mano (ad esempio il record di velocità in un unico giro in pista al Nürburgring pari a 7' e 38'') e dopo averla provata insieme al titolare della concessionaria Nissan, l'ex pilota di F1 Piercarlo Ghinzani, ci chiediamo: come può un'auto arrivare a certe prestazioni e, al contempo, definirsi maneggevole in città come un'automobile normalissima? Semplice: la massa della vettura di 1.740 kg, non proprio pochi, è mossa dal propulsore VR38DETT, una nuova unità da 3,8 litri, sovralimentata da due turbocompressori IHI, sviluppata specificamente per la GT-R. La potenza massima è di 550 CV a 6400 giri, mentre la coppia di 632 Nm viene erogata senza soluzione di continuità da 3200 a 5800 giri. Questo il cuore del veicolo, molto - ma proprio molto - potente. Ma al contempo la trazione integrale permette di dotare l'auto di una tenuta fuori da ogni paragone. Inoltre c'è una piccola curiosità: i propulsori, come le trasmissioni, sono tutti realizzati a mano. Un ingegnere assembla pezzo per pezzo i componenti del motore: gli operai specializzati completano la costruzione in una speciale "camera bianca" dedicata alla GT-R 98


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nello stabilimento Nissan di Yokohama. Il risultato? Una bomba ad orologeria, basta innescarla ed è show. Se non si spinge, allora si "ridimensiona" in un'auto adatta a tutti i giorni lavorativi. TECNICA - Altre caratteristiche fondamentali, come dicevamo prima, per simili risultati tecnici sono: la trasmissione e la trazione. La nuova sportiva di Nissan utilizza, infatti, un cambio automatico-seuquenziale di tipo GR6, sviluppata appositamente per la vettura. Il cambio a doppia frizione a sei marce con comandi sul retro del volante (shift paddle) è molto veloce, a seconda che si utilizzi la modalità manuale o la più performante "R". Apprezzabile nell'utilizzo urbano l'opzione automatica "A", anch'essa selezionabile dal comando al centro del cruscotto. Il sistema di trazione integrale, invece, è il 4WD ATTESA E-TS, che distribuisce in maniera ottimale la potenza alle ruote anteriori, se e quando necessario. Dalla trazione solo posteriore, si può arrivare a dare fino al 50% della coppia all'assale anteriore per migliorare la trazione in condizioni stradali difficoltose, come pioggia, ghiaccio e neve. La trazione anteriore serve anche ad affrontare meglio le curve sull'asfalto, ottimizzando aderenza e stabilità. Due caratteristiche che, ovviamente, rendono l'auto polivalente in base all'utilizzo che se ne fa. SICUREZZA - A dare l'equilibrio in curva (ma non solo, ovviamente) ci pensa anche il comparto sospensioni. Lo stesso è stato curato da Bilstein che le ha tarate per la nuova piattaforma "Premium Midship" e sfruttano la perfetta distribuzione del carico sulle quattro ruote. Un apposito comando permette al guidatore d'impostare tre differenti modalità: R (per le alte prestazioni), Sport (l'impostazione normale) e Comfort (per attutire i sobbalzi sull'asfalto cittadino). Il sistema modifica elettronicamente la regolazione degli ammortizzatori Bilstein DampTronic, sviluppati appositamente per la GT-R. I freni della nuova GT-R, infine, sono griffati made in Bergamo dalla Brembo ed adottano dischi acciaio ventilati e traforati sulle quattro ruote da 380 mm di diametro. I pneumatici sono 255/40ZRF20 sull'anteriore e 285/35ZRF20 al posteriore, mentre i cerchi in lega da 20 pollici hanno una serie di protuberanze sul bordo per fissare saldamente le gomme nelle forti accelerazioni e in frenata. Insomma, uno spettacolo in ogni dettaglio.

Design: linee decisamente aggressive ed imponenti, squadrata nei fianchi e molto aerodinamica Il suo Cx è infatti pari a 0,26

MOTOR 3000 Via Zanica, 58/h Tel. 035 320606 - Bergamo info@motor3000.it www.motor3000.it

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RUBRICHE

Dal Messico al Boba, l'YCBG festeggia con Lario Bergauto VENTO IN POPPA

Lo scorso venerdì 16 marzo la concessionaria ufficiale BMW e MINI ha festeggiato lo splendido risultato ottenuto dallo Yacht Club Bergamo nella Copa Mexico, mostrando il gioiello MINI Coupé 100

PHOTO: LORIS SAMBINELLI

orna una delle partnership più riuscite, allegre e mondane della Bergamasca. La concessionaria ufficiale BMW e MINI Lario Bergauto ha deciso di mostrare uno dei suoi gioielli, la frizzante MINI Coupé, all'interno di una serata speciale lo scorso venerdì 16 marzo, nella quale si è festeggiato lo Yacht Club Bergamo e la sua regata nella acque del Messico. Ma andiamo con ordine: l'invitata speciale, che nelle prove su strada ha saputo colpire tutti per il suo dinamismo su asfalto, pur rimanendo assolutamente adatta alla vita quotidiana, ha sfoggiato la sua linea aggressiva come da tradizione all'esterno della location scelta per l'evento, che per la cronaca è stata la celeberrima discoteca Bobadilla Feeling Club di Dalmine. Da poche settimane sul mercato anche nella versione Roadster, con il suo design insolito, la nuova MINI Coupé non è passata di certo inosservata. Il carattere estroverso della sua carrozzeria ha messo in evidenza la sportività assoluta di questa due posti. La ridotta superficie frontale con para-

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brezza piÚ inclinato, il tetto profondamente allungato con spoiler integrato e il retro marcato, poi, non hanno avuto bisogno di commenti. Quale migliore occasione dunque per mostrarla, se non celebrando un risultato di assoluto spicco ottenuto dall'YCBG? Il team bergamasco, infatti, ha rappresentato l'Italia nella "Regata Copa Mexico" che si è tenuta dal 2 al 12 marzo scorso, una manifestazione nata nel 2010 in occasione del centenario della Repubblica Messicana, considerata a livello internazionale come il Campionato Mondiale Sudamericano classe J24. Alla kermesse erano iscritti ben 64 equipaggi professionisti di venti nazioni diverse e gli orobici, tra gli agguerriti avversari, hanno saputo classificarsi 13esimi in classifica generale e primi tra i velisti non professionisti. Inoltre, nel corso della serata, per non far mancare nulla a tutti i presenti, sono stati estratti due premi di assoluto prestigio: un weekend per due persone nella cornice di un hotel 4 stelle del Trentino e un corso di guida "BMW Driving Academy" (che si svolgerà nell'autodromo di Franciacorta), vinto - quest'ultimo - dall'appassionata di motori Melissa Molendi.

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RUBRICHE

«8000 metri di vita», Simone Moro incontra i Lions Clubs ALTA QUOTA

Un «Intermeeting di zona» per salutare il più grande alpinista bergamasco, reduce dall'ennesima impresa della sua carriera Presentato in esclusiva anche il suo nuovo libro «La Voce del Ghiaccio» 104

PHOTO:GIORGIO CHIESA

na serata emozionante, condita da un'ottima cena e condivisa con amici importanti. L'appuntamento "Intermeeting di zona" ha visto coinvolti il Lions Clubs di Trezzo sull'Adda, di Dalmine, di Ponte San Pietro, di Romano di Lombardia, di Treviglio Fulcheria e di Treviglio Host. Al ristorante "Villa Giavazzi" di Verdello l'argomento della serata è stato "8000 metri di vita" e l'ospite d'onore niente poco di meno che Simone Moro, che ha accettato il prestigioso invito anche grazie alla famiglia Cornali, titolari dell'azienda Somain Italia di cui lo scalatore è testimonial. Lo scorso giovedì 15 marzo i fortunati ospiti hanno anche avuto l'opportunità di toccare con mano la nuova fatica editoriale dell'alpinista bergamasco, "La voce del Ghiaccio - Gli Ottomila in inverno: il mio sogno quasi impossibile". Per la prima volta

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nella storia della letteratura di montagna, questo libro è stato scritto quasi interamente durante un'ascensione a un ottomila in inverno, il Nanga Parbat, che Simone Moro ha intrapreso alla fine del dicembre 2011. Al termine della conviviale, è stato infine mostrato un filmato dell'impresa svolta il 2 febbraio 2011, quando insieme a Denis Urubko e all'americano Cory Richards, lo scalatore ha realizzato la prima salita invernale del Gasherbrum II (8035 metri), ovvero la prima di un 8 mila del Karakorum.

LA VOCE DEL GHIACCIO Il libro porta i lettori da una tappa all'altra della carriera dello scalatore bergamasco: dalla spedizione sull'Aconcagua, la cima più alta delle due Americhe, a quella drammatica sull'Annapurna, terminata con la morte dell'amatissimo amico Anatolij; dal doppio tentativo sul Shisha Pangma (il primo va a vuoto, e un alpinista deve saper accettare i propri limiti, conoscere il valore della rinuncia) al Broad Peak, fino all'esplorazione della valle del Batura, in Pakistan, conclusasi con la fondazione a Shimshal di una scuola di alpinismo per ragazzi e ragazze, vero e proprio dono alla comunità locale, e al recente successo del Gasherbrum II, conquistato appena prima che si scatenasse l'ira della montagna. Un cammino mozzafiato durante il quale spiega i segreti del suo alpinismo, che non insegue record da inserire in un curriculum ma la passione fortissima per l'esplorazione e l'avventura, l'unico fuoco che brucia anche a ottomila metri in inverno.

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SIMONE MORO Ha iniziato a praticare arrampicata all'età di 13 anni, cominciando sulle montagne di casa e spostandosi successivamente sulle Dolomiti. Nel 1985 ha cominciato a dedicarsi all'arrampicata sportiva realizzando nel 1987 la sua prima via di grado di difficoltà 8a e nel 1989 una trentina di salite fino all'8b+. Nel 1992 è partita la sua esperienza di alpinista himalayano, che è diventata preponderante nella sua attività alpinistica, pur non abbandonando mai completamente l'arrampicata. Ha realizzato oltre 36 spedizioni alpinistiche extraeuropee ed è giunto in cima a sette dei quattordici ottomila. Ha raggiunto quattro volte la vetta dell'Everest di cui ha anche compiuto la traversata sud-nord nel maggio 2006. Atleta poliedrico, ha inoltre praticato ogni forma di alpinismo: arrampicata su ghiaccio, misto, alta quota, dry tooling e arrampicata sportiva.

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EVENTI

CHI, DOVE E PERCHÈ PHOTO: FRANCESCA IACHELINI

«BPB IN NEVE», l'unione del gruppo 108

na fantastica giornata di sole e l'incantevole scenario delle montagne che coronano la conca di Foppolo, il Corno Stella su tutte, hanno fatto, la scorsa domenica 11 marzo, da splendida cornice all'evento "BPB IN NEVE", prima edizione del rendez vous aziendale promosso da Banca Popolare di Bergamo e aperto a sciatori, snowboarders, ciaspolatori, fondisti, slittinisti, bobbisti e amanti dell'abbronzatura d'alta quota. Tutti rigorosamente "made in" Banca Popolare di Bergamo. Tantissimi (oltre 400) i dipendenti dell'istituto cittadino che hanno voluto trascorrere una domenica con i colleghi di sempre, ma in un contesto completamente diverso da quello tradizionale: una ghiotta e piacevole occasione per conoscersi meglio e rafforzare quel clima di collaborazione e di stima e fiducia reciproca che sono l'amalgama naturale della coesione e dello spirito di gruppo che da sempre caratterizza il personale della Banca Popolare di Bergamo. Tanta la carne al fuoco anche nel primo pomeriggio, quando un invitante e tiepido sole ha dato giusto il tempo di chiudere per un istante gli occhi che già ci si trovava proiettati dentro un bob per una delle tante batterie di qualificazione che hanno visto darsi battaglia una trentina di coppie. Una giornata riuscitissima, certamente, grazie anche al fattore meteo che ha regalato uno spezzone d'estate ad inizio marzo.

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EVENTI

CHI, DOVE E PERCHÈ PHOTO: GIORGIO CHIESA

Nuova SEAT Ibiza, «festa spagnola» 112

itmo caliente e sabor latino di sangria e paella. Un mix a dir poco vincente quello allestito per la presentazione della nuova SEAT Ibiza, lo scorso sabato 24 marzo alla nuova sede di Bonaldi Motori, in via Correnti 23. La concessionaria ufficiale ha dunque chiamato Ibiza, invitando i bergamaschi ad una serata spagnola ricca di colori e sapori. La nuova nata, dal canto suo, ha stupito tutti per il suo design emozionante, abbinato ad una guida eccitante ed uno standard di qualità elevato, oltre alla funzionalità ulteriormente migliorata. Un insieme di fattori esplosivo che ha conferito alla nuova Ibiza un carattere unico, diventando di fatto l'offerta più sportiva e più versatile delle vetture del segmento. La nuova generazione, infine, si integra perfettamente nel marchio SEAT, in quanto ha una linea potente e solida, mostra un temperamento dinamico pur mantenendo sempre le sue linee rifinite e il suo carattere deciso: ricerca nei dettagli (nuovi rivestimento, cerchi in lega e colori) e avveniristiche soluzioni tecniche (fari bixeno e luci diurne a LED).

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EVENTI

CHI, DOVE E PERCHĂˆ

Sanpellegrino, un QR code per promuovere la Bergamasca 114

n codice digitale sulle bottiglie dell'acqua Sanpellegrino per promuovere il territorio bergamasco in tutto il mondo. Il gruppo Sanpellegrino e la Provincia di Bergamo hanno annunciato lo scorso 16 marzo - in una conferenza stampa al relais Chateaux "La Cantalupa" un'importante iniziativa per valorizzare le bellezze naturali, storiche e culturali bergamasche. Oltre 35 milioni di bottiglie che verranno distribuite in cinque paesi avranno impresso un QR code, un particolare tipo di codice a barre leggibile con i telefoni cellulari e gli smartphone di vario tipo. Fotografando il codice i consumatori dell'acqua Sanpellegrino arriveranno ad un filmato su YouTube che illustra le tante bellezze di cui è ricco il territorio bergamasco e il suo forte legame con la famosa acqua minerale. La clip, risultato della collaborazione tra Il Gruppo Sanpellegrino e l'Assessorato al Turismo della Provincia di Bergamo, è il racconto per immagini del successo mondiale dell'acqua Sanpellegrino ed evidenzia le diverse eccellenze del territorio dal quale la storica acqua minerale attinge le sue peculiari caratteristiche e il suo gusto unico e autentico.

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EVENTI

CHI, DOVE E PERCHÈ PHOTO: LORIS SAMBINELLI

Chapeau e Lario Bergauto, ecco a voi lo «Chaperitivo» 118

atterrata sulla Bergamasca una nuova offerta per il divertimento mondano. Uno dei discobar più alla moda degli ultimi anni, lo Chapeau Sensation Club (che si trova all'interno del Centro Galassia, in via Zanica), ha organizzato assieme alla concessionaria BMW e MINI Lario Bergauto, l'aperitivo per eccellenza. Vale a dire, una serata che denota un'assoluta novità nel panorama modaiolo locale, e che accompagnerà la fortunata clientela ogni ultima domenica del mese, per un evento chiamato lo "Chaperitivo". La scorsa domenica 26 febbraio, quindi, le porte del locale si sono aperte dalle 18.30, per chiudersi, coccolando gli ospiti, alle 22. La location prestigiosa - ideata e diretta da Ilario Casali, Mirko Consonni e Manuel Barbieri - è stata anche teatro per l'esposizione di una splendida Mini Cooper S Countryman ALL4 da ben 184 cavalli, che ha deliziato la vista di tutti gli appassionati e non. Durante la serata sono stati serviti i migliori drink, accompagnati da un grande buffet, mentre la selezione musicale è stata curata dal dj Luca Laterza.

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EVENTI

CHI, DOVE E PERCHÈ PHOTO: LORIS SAMBINELLI

Panathlon Bergamo, l'omaggio a Mario Merelli 120

nche il Panathlon Club di Bergamo ha reso omaggio all'alpinista bergamasco Mario Merelli, tragicamente scomparso lo scorso 18 gennaio. Giovedì primo marzo, infatti, con una cena conviviale al ristorante "Il Pianone" di città Alta, è stata organizzata una serata dedicata esclusivamente al re degli ottomila, un uomo che nei suoi 20 anni di carriera ha effettuato numerose ascensioni sulle principali montagne italiane ed europee, con anche importanti spedizioni extraeuropee. Tra le più alte vette conquistate si ricordano: Everest (per ben due volte), Makalu, Kangchenjunga, Shisha Pangma, Annapurna, Broad Peak, Gasherbrum I, Lhotse, Cho Oyu e Dhaulagiri. All'appuntamento sono intervenuti, tra gli altri, Dino Merelli, fratello di Mario, e Marco Zaffaroni, compagno di cordata dello scalatore. A condurre la serata/dibattito è stato Pino Capellini, direttore del mensile Orobie. Nel corso dell'appuntamento sono stati inoltre proiettati diversi filmati inediti di Mario Merelli, commentati da Marco Zaffaroni, amico e compagno di tante avventure dell'alpinista bergamasco.

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Concessionario ufficiale per le Provincie di: SONDRIO Castione Andevenno Via al Piano, 28 Tel. 0342.35.92.11

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