Bergamo Economia

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Fabio Leoncini IL 2012 DI INNOWATIO A QUOTA 670 MILIONI

ECONOMIA, POLITICA E STILE - NUMERO 60

Confimi Impresa

IN VATICANO STORIE DI FAMIGLIE E VALORI CISAF, L’INNOVAZIONE CORRE VELOCE L’IMPRESA BERGAMASCA GUIDATA DA ANDREA CALLIONI TORNA A CRESCERE INVESTENDO SULLE IDEE

ACB, EDUCAZIONE E PUNTUALITÀ PASSAGGIO GENERAZIONALE RIUSCITO NELL’AZIENDA DI TRASPORTI CAPITANATA DA PATRIZIO CAPPELLA

ALPINA SERVICE PER LA REALTÀ DI FILIPPO CUTRONA ALTRI 5 ANNI DI COLLABORAZIONE CON SACBO IN AEROPORTO

Rivista mensile - Ogni primo vener dì del mese in edicola al prezzo di 2,50 euro. Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. 70% DCB Bergamo. In caso di mancato recapito restituire al mittente.

AGNELLI, FERRERO, MARTINI

MENSILE DI GENNAIO 2013

SEI MESI DA INCORNICIARE ASSOCIATI A QUOTA 20MILA


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CONTENUTI gennaio 2013

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EDITORIALE

LA NORMALITÀ NELLA CALZA DELLA BEFANA

IN COPERTINA

di Carlo Quiri

C

he la fine di un'epoca sia tetra e plumbea, è una possibilità ma non certo l'unica. Chi vuole o riesce a conservare ancora un briciolo di ottimismo, punta infatti sull'esatto opposto: magari non una nuova età dell'oro, però almeno un abbozzo di rilancio, qualcosa che ci riporti finalmente in un Paese grandicello, se non proprio grande, comunque maturo per costruire qualcosa di meglio. Quella che ci troviamo tra le mani, per usare le parole di Beppe Grillo, è quasi un'Italia in concordato preventivo, ostaggio dei creditori e del proprio debito, governata da un commissario giudiziale che ha deciso di pagare tutto e subito, cioè in due anni. Una scelta da galantuomini, indubbiamente, che si è concretizzata nella maggiore spremitura dei contribuenti mai vista al mondo. Il concetto di onorare i debiti viene condiviso da tutta la parte onesta, che ci auguriamo sia sempre la maggioranza. Invece la distribuzione del carico fiscale, le risposte alla crisi, l'acquisto dei costosissimi cacciabombardieri USA, l'IMU, eccetera, tutto questo rientra nella parte opinabile dell'operato di governo. Questa seconda parte (IMU, cacciabombardieri) per ora non ci interessa. Teniamo invece a sottolineare come anche i suoi detrattori, riconoscano a Mario Monti molte capacità, lo considerino un interlocutore autorevole, gli portino rispetto. Lui, uomo di centrodestra, che ha esentato la Chiesa dall'IMU e stangato i pensionati, è visto a sinistra non come il demonio Silvio Berlusconi, ma come un'alternativa accettabile, un possibile alleato anche nel futuro esecutivo. Stesso discorso per Montezemolo, per Oscar Giannino, per Raffaele Bonanni e per ciò che di nuovo sta nascendo dal centro verso destra. Ora, lo stesso ragionamento vale anche in senso inverso, con una legittimazione reciproca di cui Matteo Renzi è la prova vivente. Di questo il Paese aveva molto bisogno e tra un po' vedremo alle urne quanto questi concetti siano condivisi dalla stragrande maggioranza degli italiani.

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ZINGONIA

48

«TRADE MARK»

ECONOMIA ATTUALITÀ & POLITICA

6. 8. 10. 13. 16. 22. 24. 28. 30. 34. 38.

CON...TRIBUTO E’ arrivato il Redditest BREVI HOTEL IN TASCA. Blind Booking allarga l’offerta Una nuova app per i «quattro stelle» bergamaschi IN COPERTINA Aziende familiari e valori, in Vaticano si raccontano Agnelli, Ferrero e Martini ASSOCIAZIONI Confimi Impresa diventa grande in sei mesi ventimila associati UN SOGNO PALAZZINARO Zingonia. E’ l’anno zero LA GRANDE CRISI Emergenza lavoro. I casi di Italcementi, Lombardini, Ubi e Honegger MARCHIO & ETICHETTE Mondadori Printing Cambio di insegna per Pozzoni L’EREDITÀ DEL LAVORO Gli esuberi Ubi in nome del padre BILANCI Innowatio 2012, un pieno di energia «MILLE BOLLE BLU» Idroelettrico miniera d’oro liquido RINNOVABILI Rinnovabili? Dove si investe (ancora) sul territorio

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38

RINNOVABILI

30

BILANCI

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PEPITE

76

MOTORI

86 EVENTI

ECONOMIA ATTUALITÀ & POLITICA

42. 46. 48. 52. 56. 64.

4

RUBRICHE

68.

EVENTI

72. 74. 76. 80. 82. 86.

MATRICOLE ABenergie a Piazza Affari IL BALLO DEL MATTONE Allarme casse edili, fioccano Durc falsi TM «TRADE MARK» Con la CCIAA si tutela il «Made in Bergamo» IL PREMIO Lavoro e progresso, cinquanta candeline PIAZZOLE & POSTI AUTO Parcheggio Riuniti, contro il ticket raccolta firme e petizione on line LOGISTICA & TRASPORTI I Tir, obbligati a innovarsi PEPITE & LINGOTTI Investimenti. Il mattone? Meglio i mattoncini. D’oro XPHARMA. La farmacia del futuro? E’Network DUE RUOTE SPAZIALI. La vittoria del grafene TEST DRIVE. BMW X3 xDrive, regina delle nevi RITORNO AL FUTURO. Moto 3: il rombo della Rumi IN ESCLUSIVA Jaguar XF Sportbrake, la familiare del giaguaro CHI, DOVE E PERCHE’. Foto e curiosità

Bergamo Economia Rivista mensile di economia, attualità, costume e stile (Registrazione al Tribunale di Bergamo nr. 22 del 02/08/2007) Società editrice: Speb S.r.l. Via San Giorgio 6/n 24122 Bergamo Presidente: Marino Lazzarini Direttore responsabile: Paolo Agnelli Concessionaria pubblicità locale: S.P.E.B. S.r.l. Via San Giorgio, 6 - 24122 Bergamo Tel. 035 678812 - Fax 035 678895 Concessionaria pubblicità nazionale: A. Manzoni & C. S.p.A., via Nervesa, 21 Milano. Tel. 02 57494211 Stampatore: Fotoincisione 2000 Albano S. Alessandro (Bg) - Via Spallanzani, 6 Tel. +39 035 4521290 Abbonamenti: Tel. 035 678808 Costo abbonamento: 22 euro per 11 mesi www.bergamoeconomia.it


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Dott.ssa Barbara Putortì

CON...TRIBUTO

È ARRIVATO IL REDDITEST

Nuovo strumento delle Entrate per misurare la fedeltà fiscale:suggeriamo un’autoanalisi

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emaforo rosso per chi spende più di quanto dichiara al fisco. Semaforo verde per chi ha un tenore di vita in linea con gli importi indicati nel modello Unico. Redditest è il software lanciato dall'agenzia delle Entrate per misurare la fedeltà fiscale dei contribuenti italiani. Una prova del nove per evitare problemi in futuro con l'amministrazione finanziaria e dribblare controlli. Il software Redditest è già disponibile in rete, per accedervi si deve entrare sul sito dell'Agenzia delle Entrate e cliccare sulla sezione Redditest, il contribuente deve in seguito compilare una serie di campi indicanti le spese più importanti sostenute nel corso dell'anno come ad esempio acquisto di immobili e beni mobili registrati, pagamenti di mutui e leasing, assicurazione, spese per la colf, spese per scuola e università dei figli ecc. Alle predette spese il sistema dovrebbe aggiungere automaticamente alcuni costi cal-

colati, considerate le caratteristiche del contribuente, in modo forfettario, sulla base delle statistiche nazionali, come le spese per i beni alimentari, e l'abbigliamento, che si presume ciascuna famiglia debba inevitabilmente

affrontare. Al termine del percorso di inserimento dei dati, verrà richiesto un dato circa il reddito dichiarato, e si avrà il responso sulla congruità o meno del reddito in relazione alle spese sostenute, e quindi alla capacità contri-

butiva del soggetto. L'utilizzo di tale strumento è facoltativo e può essere compilation forma anonima e riservata, è stata definita una sorta di "autodiagnosi fiscale" i cui dati inseriti rimangono a conoscenza solo ed esclusivamente del contribuente. Si sottolinea che il Redditest non avrà alcuna valenza ai fini di eventuali accertamenti, né sarà portato a conoscenza dell'amministrazione finanziaria, venendo svolto dal contribuente sul proprio Pc. E' quindi evidente l'elemento psicologico di Tax compliance: quale strumento di orientamento al momento della compilazione della dichiarazione dei redditi, dovrebbe incentivare la dichiarazione di un reddito adeguato perlomeno alle spese standard sostenibili dal contribuente. Si segnala infine come la stessa Agenzia delle Entrate indichi che quella oggi presentata è solo la prima versione del software, che dovrebbe essere con il tempo affinata ed integrata.

ELEZIONI COMUNICATO PREVENTIVO PER LA DIFFUSIONE DI MESSAGGI POLITICI ELETTORALI PER LE ELEZIONI POLITICHE, REGIONALI E AMMINISTRATIVE DI FEBBRAIO 2012

L

a società SPEB SRL editrice della testata BERGAMO ECONOMIA ai sensi dell'art.7 della Legge 22 febbraio 2000, n.28 e della Delibera n. 24/10/CSP dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni,

C) pubblicazioni di confronto fra più candidati

COMUNICA

L'apposito documento analitico è depositato, a disposizione di chiunque abbia interesse a prenderne visione, presso la redazione di Via San Giorgio 6/N Bergamo tel. 035.678.811

che intende pubblicare messaggi politici elettorali a pagamento con le seguenti modalità. Sono ammesse soltanto le seguenti forme di messaggio politico elettorale: A) annunci di dibattiti, tavole rotonde, conferenze, discorsi; B) pubblicazioni destinate alla presentazione dei programmi delle liste, dei gruppi di candidati e dei singoli candidati;

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Tutte le inserzioni devono indicare la dicitura "messaggio elettorale" e il nome del committente del messaggio

PAGINA Ultima di copertina EURO 3.500,00 Colore interna EURO 1.500,00 Servizio di copertina EURO 10.000,00 IVA APPLICATA 4% (ART.7 legge 90/04)

Si accettano posizioni di rigore con una maggiorazione del 30%. Pagamento da effettuare contestualmente all'accettazione dell'ordine di pubblicazione. Nessun diritto fisso o spesa d'impaginazione. Non sono previsti sconti di quantità né provvigioni di agenzia. La prenotazione degli spazi per i messaggi elettorali deve essere completa della data di pubblicazione, del nome dei richiedenti e deve pervenire con il materiale di stampa almeno una settimana lavorativa prima della pubblicazione presso: S.P.E.B. - SOCIETÀ PUBBLICITARIA EDITORIALE BERGAMASCA S.R.L. Via San Giorgio 6/N Bergamo Tel. 035.678.823 E-mail: Grafici@Bergamoeconomia.it


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FLASH Hotel in tasca

BLIND BOOKING ALLARGA L’OFFERTA

UNA NUOVA APP PER VIAGGI CENTRATA SUI «QUATTRO STELLE» DI BERGAMO

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iamo o no il quarto aeroporto del Paese? Eppure, quei sette milioni e mezzo di sbarchi in aeroporto sono un filone aurifero inesplorato all'80 per cento, visto lo scarto tra pas-

Rebeca Minguela, ideatrice di Blink Booking

seggeri di Orio e pernottamenti negli hotel della provincia. Per colmare que-

sto vuoto, stanno quindi nascendo iniziative web una dietro l'altra, dalla sfida della Camera di Commercio per la vetrina di Trip Advisor, al nuovo lancio di Blink Booking, l'app di viaggi che permette di prenotare hotel di qualità per la notte stessa a prezzi scontati. Una formula, quest'ultima, ideata da una start up spagnola che si sta ritagliando uno spazio di tutto rispetto, proprio grazie alla formula "Quattro Stelle al prezzo di due". Un esempio? La notte all'Hotel Donizetti di Lallio a 58 euro, contro i 75 euro indicati per la normale clientela. Formula se vogliamo un po' spartana esclude la colazione - ma 58 euro per un quattro stelle sono davvero competitivi. Per filosofia aziendale, questo motore di ricerca offre le quattro migliori sistemazioni per ogni città (le altre che abbiamo trovato sono NH Hotel a 114 euro, Winter Garden Hotel a 84 euro e Cristallo Palace a 85 euro) assicurando lo sconto più alto tra la

lista di alberghi pre-selezionati in base a criteri di qualità, ubicazione e rating degli utenti. Da adesso è quindi possi-

bile pernottare a Bergamo e visitare Città Alta, alloggiando in alberghi premium a un prezzo molto conveniente e con la garanzia di avere sempre una stanza a disposizione in ognuna delle 23 città italiane selezionate.

Aziende di famiglia

OLDRATI DI PADRE IN FIGLIO

PREMIO PER IL PASSAGGIO GENERAZIONALE ALL’AD MANUEL OLDRATI

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illongo - Il premio "Di padre in figlio - il gusto di fare impresa", giunto quest'anno alla sua quarta edizione, ha visto il Gruppo Oldrati vincitore nella categoria "Giovane imprenditore", riconosciuto a merito come uno dei migliori passaggi generazionali. Un importante riconoscimento per la società bergamasca, da quasi cinquant'anni protagonista indiscussa nel mercato nazionale ed internazionale della gomma, che con questo titolo vede premiata la sua identità forte di famiglia e di azienda - fondata nel 1964 da Vanni

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Oldrati, che oggi può contare sui figli Manuel, Diego e Attilio. Il premio, promosso da Eidos Partners, dalla

Camera di Commercio Monza Brianza e dalla Camera di Commercio di Milano, ha riconosciuto il gruppo Oldrati tra i passaggi generazionali più virtuosi. Premiato lo scorso 24 novembre presso Borsa Italiana a Milano da una giuria presieduta da Mauro Magatti, Preside della Facoltà di Sociologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è stato scelto tra le circa sessanta aziende partecipanti a questa edizione 2012. Il Gruppo Oldrati ha sede a Villongo, con impianti produttivi a Villongo stesso, a Adro (BS), Adrara S.Martino, Palazzolo, Telgate.


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SEDE DI BERGAMO Via Casalino n. 17 - 24121 Bergamo (BG) Tel. +39 035 211171 - E-mail: sam@sam.it www.sam.it

FILIALE DI BONATE SOTTO Via Papa Giovanni XXIII n. 6 24040 Bonate Sotto (BG) Tel. +39 035 4942224 E-mail: bonate@sam.it

FILIALE DI AMBIVERE Via Dante Alighieri n. 21 24030 Ambivere (BG) Tel. +39 035 4946134 E-mail: ambivere@sam.it

FILIALE DI URGNANO Via Piave n. 113 24059 Urgnano (BG) Tel. +39 035 891669 E-mail: urgnano@sam.it

SUBAGENZIA DI ALZANO LOMBARDO MIRKO BURINI Via Roma n. 7 - 24022 Tel. e Fax +39 035 516515 E-mail: alzano@sam.it

SUBAGENZIA DI GAZZANIGA PEZZOLI UMBERTO WALTER Via Teruzzi n. 6 Tel. +39 035 738401 E-mail: gazzaniga@sam.it

SUBAGENZIA DI COSTA VOLPINO JURI PIETROBONI Via Nazionale n. 259 Tel. +39 035 971054 E-mail: costavolpino@sam.it

SUBAGENZIA DI SELVINO STUDIO RATTI C.so Monte Rosa n. 20 Tel. +39 035 764088 E-mail: selvino@sam.it

SUBAGENZIA DI OLTRE IL COLLE MEDA MARIA LUISA - MAURIZIO PAOLO Via Roma n. 626 Tel. +39 0345 95390 E-mail: oltreilcolle@sam.it


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Da sinistra monsignor Vincenzo Paglia Paolo Agnelli e Nigel Marcus Baker

In copertina

AGNELLI, FERRERO MARTINI: SE L’IMPRESA È UNA FAMIGLIA 10


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L’IMPRENDITORE BERGAMASCO E PRESIDENTE DI CONFIMI PARLA IN VATICANO DI IMPRESE FAMILIARI, DAL NONNO IN MONTENEGRO PER IMPARARE L'ARTE DEL CESELLO ALLA QUARTA GENERAZIONE DEL GRUPPO AGNELLI

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e aziende familiari sono quelle che educano i figli fin da piccolissimi a sporcarsi le mani in fabbrica oppure a giocare dietro il bancone. Al rispetto dei valori di famiglia, del nome, della moralità, del capitale umano e sociale che rappresentano, anche di fronte alla comunità. E una volta varcata la porta dell'azienda, lì si ritrovano passioni, valori, una visione di lungo periodo che si tramanda di generazione in generazione e che rappresenta un valore aggiunto, lo stimolo per migliorarsi e puntare verso nuovi traguardi. Questo il tema affrontato da Paolo Agnelli, industriale alla guida di un gruppo arrivato alla quarta generazione, che ha portato il proprio contributo al dibattito "Aziende familiari e valori" organizzato lo scorso 13 dicembre a Roma, in Vaticano. L'imprenditore bergamasco, presidente di Confimi Imprese (in sei mesi hanno aderito 20mila aziende con 330mila dipendenti e 70 miliardi di fatturato) è intervenuto nell'Aula Magna "Beato Giovanni Paolo II" insieme con rappresentanti delle famiglie industriali Ferrero (Gruppo Ferrero), Martini (Gruppo Martini & Rossi) e della multinazionale tedesca Dauphin Humandesign Center (sedute per ufficio) all'evento organizzato dal Pontificio Consiglio per la Famiglia e dall'Associazione Carità Politica. La conferenza, coordinata dal professor Alfredo Luciani, presidente di Carità Politica, ha visto la partecipazione di monsignor Vincenzo Paglia, nuovo presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, di Nigel Marcus Baker, ambasciatore di Gran Bretagna presso la Santa Sede e del professor Mario Molteni, docente di Economia Aziendale all'Università Cattolica di Milano. Nell'incontro si è voluto promuovere una riflessione sui modelli sociali di riferimento, dalla quale è emersa la correlazione fra famiglia e impresa, entrambe impegnate a dare senso e sostanza al lavoro e al territorio, nella convinzione che un'impresa prospera quando è l'uomo al centro del suo progetto, prima del commercio e del profitto, pur necessari a farlo vivere. La "lezione" di Agnelli è partita necessariamente da lontano, sia in senso cronologico - stiamo parlando dei

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primi del Novecento - ma anche in termini geografici, visto che il nonno, fondatore e capostipite del Gruppo, si trasferì ventenne da Milano nel Montenegro, all’epoca nell’orbita dell'impero austroungarico, per imparare le ultime tecniche del cesello: quello che oggi chiameremmo uno stage all'estero. Lì scoprì un metallo per lui nuovo, l'alluminio, impiegato anche per le posate di Napoleone attraverso un particolare metodo industriale inventato dalla Bayer. Imparò le saldature a cianuro di potassio, che poi hanno caratterizzato per decenni il trattamento del metallo, poi dopo questa fase di "internazionalizzazione" tornò a Milano dove fu altrettanto abile nel mettere a frutto questo suo bagaglio di nozioni: la sorella lavorava infatti per Leopoldo Pirelli e lui gli propose di rivestire i rulli della fabbrica con una lamina di alluminio: "Se va bene - ha raccontato Agnelli, riportando le parole del nonno - farò un campione di prova; in caso contrario, nulla mi sarà dovuto". E così diventò fornitore della Pirelli, a 25 anni, nel 1907, trovò le banche per finanziare questo suo progetto e iniziò davvero a muoversi con le sue gambe, a prendere decisioni, a tracciare strategie. Poi è venuto l'utilizzo più comune, quello delle pentole di alluminio; in azienda ha fatto il suo ingresso la quarta generazione e il prodotto si è sviluppato con un orientamento verso la ristorazione professionale. E oggi? "Siamo nei primi cinque d'Europa, con 100 tonnellate di profili di alluminio per 115 settori di utilizzo nel ramo industriale. Abbiamo passato tutte le crisi - ha continuato - guerre, terrorismo. Non abbiamo mai licenziato nessuno, al massimo qualche ora di cassa d'integrazione". Ai vertici, il rapporto è di dodici dirigenti per quattro membri della famiglia Agnelli. E i figli di questa dinastia "hanno ricevuto qualcosa che devono mantenere, con maggiore passione". La differenza tra un'impresa familiare e quelle manageriale, secondo l'imprenditore, è il modo di vedere le priorità. "Nell'impresa familiare non ho mai sentito la parola guadagnare, ma investire, mantenere i livelli occupazionali, svilupparsi e crescere con il territorio". Un ruolo virtuoso, quello dell'industria manifatturiera, che tuttavia si tramuta spesso in una lotta quotidiana per la sopravvivenza, con tre grandi ostacoli sul suo cammino: "Il prezzo dell'energia più alto del mondo - ha aggiunto Agnelli - il costo

del lavoro più alto d'Europa e un sistema bancario in pieno credit crunch, per non parlare della carenza di materie prime". Quanto alla situazione di oggi, "ci confrontiamo con un indice di povertà delle famiglie arrivato al 28% - ha concluso il presidente di Confimi - con un 12% di disoccupazione, siamo di fronte a un rischio sociale e tutti gli indicatori ci prospettano una ulteriore recrudescenza, sicchè il futuro sarà connotato da un aumento delle imprese che chiudono". Di impresa familiare come circuito virtuoso ha parlato anche monsignor Vincenzo Paglia, presidente dal giugno scorso del Pontificio Consiglio per la Famiglia, iniziando dal concetto "di carità e di amicizia" per arrivare alle dinamiche familiari come specchio di quelle imprenditoriali, attraverso un processo di crescita e di trasmissione dei valori. Mostrando notevole dimestichezza in questi temi, monsignor Paglia ha toccato i nodi dell'industria, dell'acciaio, del futuro di Terni, della crisi attuale vista anche come "il crollo di un sistema economica pensato esclusivamente per le relazioni economiche", quando invece "il villaggio globale ha bisogno di fondamenti nuovi, di solidarietà, fiducia e di buone relazioni. In un quadro di individualismo personale o a livello di Stato nazione - ha aggiunto - la famiglia rimane a palestra ideale in cui rigenerare gli elementi sopra richiamati. Va promossa l'attiva partecipazione di tutti alla vita di impresa, secondo un processo largo e inclusivo". Il presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia ha quindi esortato a sviluppare i beni relazionali e a investire sul capitale sociale, sfruttando la predisposizione dell'impresa ad affrontare il rischio, senza dimenticare i costi che finirebbero per gravare sulle generazioni future. "La qualità dell'impresa è competenza dei membri, efficienza del lavoro e capacità i stare sul mercato ovvero di produrre ricchezza, ma anche di produrre rispetto per gli altri, senso del proprio dovere, spirito di sacrificio. Si concretizza nell'impresa familiare - ha detto - la sintesi di ciò che contraddistingue l'economia virtuosa. Insomma, la famiglia al suo interno segue i principi delle Pmi. Monsignor Paglia ha concluso con due citazioni, una di Benedetto XVI ("occorre una nuova sintesi armonica tra famiglia e lavoro") e una di Cicerone: la famiglia è dove si apprende a fare impresa, stato, lavoro.

Da destra Paolo Agnelli Mario Molteni Nigel Marcus Baker e monsignor Vincenzo Paglia

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Associazioni

CONFIMI IMPRESA È DIVENTATA GRANDE IL NUOVO SINDACATO DI IMPRENDITORI IN SOLI 6 MESI A QUOTA 20 MILA IMPRESE ISCRITTE. IN ARRIVO ALTRE SIGLE L'IMPEGNO DEGLI INDUSTRIALI PER SALVARE IL SISTEMA

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ome associare ventimila aziende nel giro sei mesi, all'insegna di una nuova visione rappresentativa dell'Italia che produce. E' il risultato dell'operazione Confimi Impresa (Confederazione Italiana dell'Industria Manifatturiera e dell'Impresa Privata), il sindacato imprenditoriale fondato la scorsa estate che è riuscito in un batter d'occhio a coagulare l'impegno di migliaia di industriali, uniti per salvare il sistema. Aporre la firma sullo Statuto, i soci fondatori di Confimi (Bergamo, Modena, Verona e Vicenza), i leader del gruppo di imprese "Santa Chiara" - capeggiato dalle territoriali ex Confapi, Api Torino e Associazione Piccole e Medie Imprese dell'Umbria - e i rappresentanti di Aniem - Associazione Nazionale Imprese Edili Manifatturiere. La Confederazione è ora presente in 7 regioni (Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Umbria e Lazio) con 15 uffici territoriali in cui operano circa 250 persone al servizio delle imprese associate. Fanno parte di Confimi Impresa i quattro fondatori - Apindustria Bergamo, Apmi Modena, Apindustria Verona, Apindustria Vicenza - poi Aniem Associazione Nazionale Imprese edili manifatturiere, Api Torino, Associazione Piccole e Medie Imprese dell'Umbria, PMI Liguria e UNPAC (Unione nazionale produttori ausiliari conciari), quest'ultima fuoriuscita dalla Confindustria. Viste le dimensioni del fenomeno Confimi e la rivoluzione che stiamo vivendo in questi giorni per quanto riguarda la politica, non è fuori luogo sottolineare ancora una volta il ruolo di "antenna sensibile" del mondo produttivo, capace di anti-

cipare le tendenze e di intercettare anche le più lievi delle sollecitazioni: capace di voltare pagina, nel nostro caso, superando schemi, interessi e visioni che nulla o poco hanno in comune con il mondo delle imprese. "Confimi Impresa è la volontà di rappresentare in Italia il mondo delle pmi manifatturiere e delle attività ad esse collegate - spie-

società commerciali, liberi professionisti, assicurazioni, servizi alle persone, banche. Confimi Impresa ha l'obiettivo di specializzarsi soprattutto nella salvaguardia del comparto che ha caratterizzato la fortuna del nostro Paese: la manifattura. Oggi - ha detto ancora Agnelli - è indispensabile svincolarsi dai metodi di gestione che certe organizza-

Confimi Impresa la firma dello Statuto e dell’atto costitutivo a Roma

ga il presidente Paolo Agnelli, confermato alla guida dell'organizzazione - troppo spesso nel panorama associativo del nostro Paese si mescolano formule eterogenee nelle quali convergono aggregazioni di vario genere: Pmi industriali e artigiane,

zioni datoriali nazionali adottano o hanno adottato come fondamento della loro politica industriale. Metodi che rappresentano l'antitesi degli interessi delle imprese e che, senza un cambiamento radicale, non saranno in grado di fronteggiare le profonde tra-

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sformazioni in atto. Confimi è nata perché nessuno ha saputo fermare il declino della rappresentanza del manifatturiero italiano, e per combattere l'incompetenza della politica e delle associazioni. Le tasse sul reddito non ci spaventano, anzi, saremmo disposti a pagare volentieri qualche punto di più, però dobbiamo smetterla con l'Irap che oggi ci fa pagare anche una tassa sulle perdite - ha detto il presidente, accolto da un'ovazione - un Governo che davvero crede nelle imprese, deve togliere quel peso fiscale che impedisce la crescita, non aggiungere un carico dopo l'altro. Il nostro lavoro sta nel competere, nel produrre, invece dobbiamo farci carico di mille altri compiti e funzioni, siamo sostituti di imposta, svolgiamo adempimenti sanitari...". Fisco e burocrazia, quindi, ma anche lo squilibrio nel costo del lavoro, l'energia più costosa d'Europa, una crisi di cui non si vede la fine. "Dobbiamo essere disposti a morire, in nome di obiettivi comunitari che probabilmente non riusciremo mai a raggiungere. E anche se li dovessimo raggiungere, che vantaggio ne trarranno mai le 45mila aziende che nel frattempo hanno chiuso? O le mille aziende che chiudono ogni mese? Oppure ancora quei milioni di disoccupati che sopravvivono grazie a un sussidio destinato a esaurirsi? Per questo - ha concluso il presidente Agnelli - secondo noi servono azioni ben diverse da quelle che ci vengono suggerite". Nella veste allargata che ha visto la conferma di Agnelli alla presidenza, Confimi Impresa ha ora come nuovo vice presidente Vicario Gabriele Chiocci dell'Associazione piccole imprese Umbria, che ha indicato le tre priorità "trasparenza, efficienza e semplificazione" come parole chiave che dovrebbero essere l'abc della politica, ma anche di una rappresentanza associativa divenuta "pesante, chiusa e lontana dalle esigenze della base". "Dopo la scissione dalla Confapi nazionale è iniziato un percorso per dare risposte alle aziende - ha aggiunto Chiocci - gli imprenditori non si sentono più rappresentati da uno schema associativo vecchio di 50 anni che spesso ha creato delle strutture alla stregua degli enti pubblici, mettendo in evidenza un paradigma distorto della rappresentanza o addirittura facendo gli interessi di altri. Questo nuovo organismo metterà a sistema le competenze che vengono dalle varie regioni in modo da essere snelli ed evitare i doppioni". Sempre per il territorio umbro, ha commentato i nuovi sviluppi anche Mario Brustenga, Presidente dell'Associazione Piccole e Medie Imprese dell'Umbria: "Come soci fondatori - ha detto - abbiamo partecipato con entusiasmo alla costruzione di un sistema di rappresentanza che fosse leggero nella sua struttura a rete e dinamico nei suoi obiettivi di supporto alle Pmi. Obiettivi strettamente connessi alle rapide dinamiche dei mercati e alla capacità di intercettare opportunità di business in grado di risollevare le sorti delle nostre aziende ma, soprattutto, alla volontà di restituire agli

imprenditori la diretta rappresentanza dei loro interessi". Di fattori identitari ha parlato Fabrizio Cellino, presidente di Api Torino: "Piccoli o grandi, siamo imprenditori veri, che ogni mattina vanno in azienda e alzano la saracinesca - ha detto - e siamo qui perché accomunati da un unico intento: rimettere l'impresa al centro. Vogliamo essere messi nelle condizioni di fare il nostro lavoro: vogliamo riuscire a mettere a frutto il nostro impegno, senza chiedere l'impegno di altri, rompendo paradigmi e schemi che finora hanno dominato nel mondo dell'associazionismo. Non ci interessa sentirci dire cosa è stato fatto, ma cosa faremo domani, perché non c'è più tempo, non basta più un antibiotico per l'influenza, quando l'Italia è ormai un malato terminale. Il nostro Paese non è l'Inghilterra che vive di finanza - ha concluso - noi moriamo, senza la manifattura". Tra gli interventi, da segnalare anche quello del presidente di Apmi Modena, Dino Piacentini: "Novantotto per cento delle imprese con meno di 10 dipendenti: che piaccia o non piaccia, il sistema italiano è questo, però l'interlocutore imprenditoriale privilegiato, la Confindustria, rappresenta realtà come l'Eni, l'Enel, le multiutilities regionali. Viviamo con una struttura contrattuale pensata per le multinazionali, che si applica invece a realtà completamente diverse. Queste ventimila imprese che rappresentiamo, scommettono sull'Italia - ha continuato Piacentini - e se rimangono inascoltate, sarebbe come piantare il chiodo finale sulla bara del sistema produttivo italiano. Faccio un esempio chiaro a tutti, quello dell'integrativo provinciale dell'edilizia, che abbiamo appena rinnovato a Modena. Nonostante una situazione di settore difficilissima, i sindacati hanno sostenuto che, comunque, qualcosa andava messo sul tavolo, così ci siamo accordati per un aumento di 20 euro al mese. In busta paga, sono 7 euro netti. Gli altri 14 euro vanno alle associazioni datoriali e dei lavoratori". Un malfunzionamento della macchina su cui è intervenuto anche Santo Versace, imprenditore e deputato del Gruppo Misto: "Se qualunque impresa funzionasse come il Parlamento italiano, allora andrebbe fallita. Dobbiamo veramente rottamare i partiti politici, responsabili dell'incremento del debito pubblico". Tra gli esempi che ha citato, parlando di "imprese distrutte dalla classe politica", Versace annovera anche Telecom Italia. Infine parla del tema burocrazia: "In Sicilia un imprenditore inglese ha dovuto aspettare 7 anni per una concessione, prima di poter creare posti di lavoro per 250 risorse". Paolo Agnelli, Fabrizio Chiocci, Dino Piacentini, Santo Versace, sono le voci dell'economia reale, quella che produce, di quel mondo che vuole mettere "l'impresa al centro". La voglia di fare è la stessa degli anni del boom economico. Ora tocca a chi ci governa creare finalmente una politica industriale seria, aprendo la strada a una rinascita di tutto il Paese.

Confimi Impresa - Secondo atto

DEBUTTO A ROMA IL 5 DICEMBRE “L’impegno degli industriali per salvare il sistema manifatturiero italiano”

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on tutte le sue ventimila aziende associate, Confimi Impresa si è presentata ufficialmente il 5 dicembre scorso a Roma durante l'incontro "L'impegno degli industriali per salvare il sistema manifatturiero italiano". Sono intervenuti il presidente Paolo Agnelli e il vice presidente Gabriele Chiocci di Confimi

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Impresa, il presidente Aniem Dino Piacentini, il presidente API Torino Fabrizio Cellino; l'imprenditore Santo Versace; Michel Martone, vice ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali; Gianfranco Polillo, sottosegretario al Ministero dell'Economia e delle Finanze; Anna Rita Fioroni, senatrice del Pd in Commissione

Industria, Commercio e Turismo; Guido Crosetto deputato del Pdl in Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione; Anna Cinzia Bonfrisco, senatrice del PDL in Commissione Permanente Bilancio, e Gian Luca Galletti, deputato UDC, membro della Commissione Finanze alla Camera.


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Un sogno palazzinaro

ZINGONIA

È L'ANNO ZERO LE TORRI SIMBOLO DEL DEGRADO VERRANNO DEMOLITE MA DIETRO AL PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE CI SONO PERSONE CHE RICEVERANNO 10MILA EURO PER L'ABBATTIMENTO DELLA PROPRIA ABITAZIONE

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rentaduemila euro per un appartamento, sono tanti o pochi? E 6,7 milioni per 208 appartamenti a Zingonia, rappresentano un prezzo giusto? Visto l'andamento del settore immobiliare, forse sono addirittura troppi. Ma nei panni dei proprietari, ottenere 10mila euro per abbattere la propria casa è sì e no un piatto di lenticchie, una vecchia roulotte. Fatto sta che il famoso masterplan per Zingonia prevede proprio questo. Una zona che soffre più di altre la crisi per il fatto d'essere diventata un ricettacolo di clandestini, spacciatori, prostitute e così via. E c'è chi minaccia di suicidarsi se gli accordi non cambieranno: è il caso di Eugenio Zanotti, un invalido totale proprietario di una casa a Zingonia che sarà abbattuta quest'anno, all'interno delle ormai tristemente famose torri. Un vero e proprio urlo di disperazione, accompagnato dalla "minaccia" di non assumere per protesta più alcun farmaco in futuro, lasciandosi lentamente morire nella sua nuova casa in affitto e in condivisione con altre tre persone a Cisano. Una storia che affonda le sue radici lontano, addirittura otto anni fa, nel 2005, quando gli appartamenti iniziarono ad interessare ad un nutrito gruppo di extracomunitari. Ma Eugenio, assieme ad una decina di famiglie italiane rimaste (il resto è occupato da stranieri), sta ancora

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«Gli appartamenti servivano ad ospitare clandestini a 150 o 200 euro a testa, con cinque o sei letti per ogni casa»

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finendo di pagare il suo mutuo, non può lavorare, e come risarcimento riceverà, come detto, 10-15mila euro per l'abbattimento della sua proprietà. L'affare, se così lo vogliamo chiamare, andrà in porto grazie ad un finanziamento di 5 milioni concesso da Regione Lombardia e di 1,7 milioni da ALER. Un'intesa sigillata lo scorso 29 ottobre, dinanzi ad una sala gremita che ha ospitato la presentazione dell'accordo di programma per la riqualificazione di Zingonia, con relatori di prestigio: l'assessore provinciale alle grandi infrastrutture Lanzani, i dirigenti della Regione Landoni e Nova e tutti e cinque i sindaci dei comuni interessati (Osio Sotto, Ciserano, Verdellino, Boltiere e Verdello). Seduti tra il pubblico molti consiglieri comunali, i parroci, l'ex assessore Belotti, Marzia dell'ALER e rappresentanti di banche e imprese del territorio. Veniva dunque premiato anche il lavoro di Domenico Zambetti, l'assessore regionale alla Casa in carcere per aver comprato voti dalla 'ndrangheta. La delibera ufficiale per la riqualificazione di Zingonia, con cui si è dato il via ufficialmente al progetto, è stata infatti approvata martedì 9 ottobre nella riunione della Giunta Formigoni, proprio il giorno del suo arresto. Un fatto che lascia perplessi anche se riferito alle dichiarazioni rilasciate appena un anno prima dall'assessore Daniele Belotti all'incontro convocato dal Pirellone e ospitato dall'Istituto Habilita, in cui dichiarava: "I cinque milioni di euro che erano stati promossi con i fondi Fas per le aree sottosviluppate non ci sono più. È necessario quindi cambiare strategia, coinvolgere i privati nell'operazione che non vuol dire solo demolire le torri, ma riqualificare Zingonia nel suo complesso. Fondi pubblici in questo momento non ce ne sono". Un incontro chiuso proprio da Domenico Zambetti, allora nel pieno delle sue facoltà, che chiosava: "La famiglia è al centro di tutte le nostre azioni. Da qui vogliamo muoverci per rispondere concretamente Eugenio ai problemi e lo vogliamo fare Zanotti “Mi sto insieme agli imprenditori che lasciando possono darci una mano in quemorire” sto momento di difficoltà economica. Dobbiamo svuotare quei palazzacci, trovare una sistemazione adeguata alle famiglie in accordo con l'Aler e valutando le disponibilità dei Comuni. È necessario ragionare anche con le banche affinché agevolino il trasferimento delle famiglie con mutui che possano essere rinegoziati a condizioni di favore. Poi sistemate le famiglie, le torri verranno dichiarate inagibili e abbattute. Solo dopo si potrà pensare a ricostruire e riqualificare, riportando così quella garanzia di sicurezza che oggi manca". Annunci a dir poco disattesi e smentiti dalla storia che ci racconta Eugenio Zanotti, che tutto questo l'ha vissuto sulla propria pelle. L'ORIGINE DEL DEGRADO - "Erano persone di nazionalità diverse - ci ha confessato partendo dal 2005 -, ma eleganti e distinte. Avevano appena ricevuto un mutuo che copriva il costo intero della casa, con magari anche qualche decina di migliaia di euro in aggiunta. Il problema fu che dopo aver arre-

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dato l'appartamento, lo stesso veniva addobbato con cinque o sei posti letto, che servivano ad ospitare clandestini a 150 o 200 euro a testa. Fu questa la genesi del degrado. I proprietari naturalmente sparivano, non pagando più nulla, né spese condominiali o manutentive, né riscaldamento, né acqua e nemmeno gas, ma continuavano a prendersi i soldi dell'affitto che a sua volta proveniva da attività illecite come lo spaccio e la prostituzione". LE CONSEGUENZE - Gradualmente la situazione peggiorò, fino ad arrivare al 2009 in cui il degrado non fu più gestibile. "Ero in chemioterapia e dialisi, tornai a casa e non c'erano più riscaldamento e acqua. Decisi così di fare l'amministratore, a mio rischio e pericolo. Non c'era notte nella quale non sentivo sfondare la porta della mia cantina, subivo continue angherie come ritrovarmi gli escrementi fuori dalla porta di casa. Ma non mollai, fino all'annuncio dell'allora assessore alla Casa della Regione Lombardia Mario Scotti, che nel 2009 in un convegno ospitato dalla Casa di Cura Habilita (dinanzi a numerosi onorevoli e personalità locali) dichiarò che gli edifici sarebbero stati abbattuti. La direttiva da seguire era chiara, bisognava prendere da esempio il San Polo di Brescia, una situazione analoga nella quale gli edifici a torre furono fatti deprezzare. Ricordo bene che parlò di un piccolo compenso per "gli ultimi irriducibili", lo stesso che oggi ci propongono per distruggerci la casa, circa 10-15mila euro". LA BEFFA - Ora la situazione appare irrimediabile, in particolare per la scarsità d'informazioni che è stata fornita proprio ai residenti. "Nel 2009 si vendevano ancora appartamenti, anche a 65mila euro. C'ero quasi riuscito anch'io tra mille difficoltà, perché la zona ormai era troppo degradata, ma dopo l'annuncio dell'abbattimento si bloccò tutto, comprese le aste. La conseguenza fu che i prezzi scesero ulteriormente". IL SEGRETO DI PULCINELLA - "Ma tutti sapevano e per questo dico che l'abbattimento fu pilotato con un piano venuto da lontano. Lo stesso sindaco di Ciserano Enea Bagini era perfettamente a conoscenza della situazione ormai da diversi anni, perché addirittura entrava negli appartamenti per fare dei sopralluoghi. Ci siamo rivolti ai sindacati, alla polizia, a chiunque potesse darci una mano. Visite che duravano il tempo di una foto, quella utile per farsi belli sulla stampa". FUTURO - Ora Zingonia è guardata con gli occhi della pietà, come il totale fallimento urbanistico del progetto di Renzo Zingone voluto negli anni '60, che ha portato al degrado sociale attuale. Ma se ad oggi la popolazione del quartiere è costituita quasi dall'80% di extracomunitari, è molto probabile che la decennale lontananza delle istituzioni abbia contribuito in modo decisivo a ciò che sta accadendo. Nella speranza di non veder sorgere l'ennesimo centro commerciale, per il momento la riqualificazione annunciata dovrebbe interessare l'asse stradale di Corso Europa con la realizzazione di piste ciclabili e connessione a strutture pubbliche, la creazione di 40 alloggi di housing sociale, oltre ad aree ricreative e un centro di sicurezza locale con video sorveglianza. Tuttavia, sono assenti risposte per chi, nella sua stanza di Cisano, si sta lasciando morire in preda alla disperazione.

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La grande crisi

EMERGENZA LAVORO ITALCEMENTI, LOMBARDINI, UBI E HONEGGER COME SVANISCONO 2.700 POSTI UN MESE TREMENDO MENTRE LA CRISI PRENDE DI MIRA REALTÀ CHE CREDEVAMO INATTACCABILI

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ultima crisi aperta in ordine temporale è quella dell'Italcementi e i numeri definitivi non si conoscono, ma partiamo da 665 esuberi dichiarati, più altri 85 per il centro ricerche di gruppo, più "misure analoghe" per la Calcestruzzi che portano il totale dei posti a rischio intorno alle mille unità. Subito prima, era toccato alla Lombardini annunciare 700 esuberi, segno che la crisi sta attaccando anche un settore fino a poco fa florido come quello della grande distribuzione: anzi, c'è ancora la tendenza a costruire nuovi centri commerciali. E UBI Banca? Qualcuno avrebbe mai immaginato, fino a qualche anno fa, che anche un posto in banca fosse a rischio? Invece anche qui siamo di fronte a 650 fuoriuscite, per non par-

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lare dei 70 alti dirigenti licenziati recentemente, ad personam, fatto salvo l'impegno a riassumerli con una qualifica (e uno stipendio) inferiore. La crisi Honegger, che vale altri 358 posti di lavoro, ha radici più remote ma è giunta al suo triste epilogo poche settimane fa, quindi possiamo annoverarla a tutti gli effetti nel tremendo bilancio dell'ultimo mese, che ha cancellato 2.700 posti di lavoro. Finora, per quanto riguarda i licenziamenti che hanno colpito i lavoratori a tempo indeterminato nella nostra provincia, il dato degli iscritti alle liste di mobilità è di 9.104 persone, mentre nel 2011 erano state 7.004. I 9.104 iscritti nelle liste, stando ai dati appena forniti dalla Cgil, sono per il 29% dei licenziati dell'edilizia, per il 18,8% del settore metalmeccanico e

per il 23% di quello di commercio, servizi, alberghi, pulizie e acconciature. I lavoratori licenziati da aziende industriali di media e grande dimensione sono stati 2.409, mentre quelli lasciati a casa da realtà piccole, sotto i 15 dipendenti (o sotto i 50 per il commercio) sono stati 6.695. Il 13 dicembre, nell'ultima seduta della Sottocommissione provinciale sugli Ammortizzatori Sociali per il 2013, l'organismo ha validato per dicembre 210 domande di cassa in deroga; a novembre erano state validate dalla Sottocommissione di Bergamo 125 richieste. Di queste, 86 erano prime domande per quest'anno. In tutto il 2012 si stima che complessivamente oltre 3.600 aziende e 20mila lavoratori siano stati interessati da una richiesta di cassa in deroga.


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di Livio Casanova Etichette & Marchio

MONDADORI PRINTING CAMBIO DI INSEGNA PER POZZONI PER IL GRUPPO DI CISANO, CON LA RESTITUZIONE DEL MARCHIO, SI PERFEZIONA L'ACQUISTO INIZIATO DEL 2008 DELLA DIVISIONE GRAFICA MONDADORI. IL 2012 SI CHIUDE CON I TIMORI SINDACALI PER LE RICADUTE OCCUPAZIONALI

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ambio di insegne a Verona. Smontata "Mondadori Printing" dalla palazzina direzionale del complesso industriale situato nel cuore di Borgo Venezia al suo posto Elcograf. Ma questo, in ordine di tempo, è solo l'ultimo è il più visibile (visto anche l'utilizzo delle gru) di una serie di cambiamenti che ha interessato per tutto il 2012 una delle aziende grafiche più grandi d'Europa. Con la rimozione della scritta, nei primi giorni del mese scorso, dal quartier generale veronese il gruppo bergamasco Pozzoni ha perfezionato l'acquisto dell'ormai ex Mondadori Printing. La storica azienda veronese, con un'operazione iniziata nel 2008, è passata di mano per un controvalore di circa 120 milioni di euro. Maurizio Vercelli, responsabile del personale del

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gruppo bergamasco spiega al giornale locale "L'arena.it" che "secondo gli accordi stipulati con Mondadori al momento dell'acquisto dell'ultimo 20% delle quote, avevamo l'autorizzazione a utilizzare il marchio solo fino al 31 dicembre 2012". Ma quali sono stati gli altri cambiamenti? GENNAIO 2012. La Arnoldo Mondadori Editore formalizza al gruppo bergamasco Pozzoni, che già detiene l'80% di Printing, la cessione del restante 20% di Mondadori Printing. La residua partecipazione nella società in cui si concentrano tutte le attività della divisione grafica del gruppo. Un anno dopo, dicembre 2012, il Gruppo Pozzoni di Cisano Bergamasco restituisce il marchio ai legittimi proprietari, la


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Mondadori appunto, che rimane sul mercato solamente con la divisione editoriale e la sede a Milano. "Lo stabilimento chiarisce Vercelli - prenderà il nome di Elcograf, divisione storica del gruppo Pozzoni che si occupava delle attività di stampa roto-offset: dal punto di vista produttivo, comunque, non cambierà nulla". FEBBRAIO 2012. La Riorganizzazione aziendale della Mondadori Printing affronta il tema occupazionale con la domanda di cassa integrazione straordinaria presentata al ministero del Lavoro per i siti di Pomezia, Melzo e Verona. Sui 730 occupati nella sede scaligera, 140 sono i lavoratori interessati. I rappresentanti sindacali dei grafici cartai di

Cgil, Cisl e Uil, a "L'arena.it" spiegano che con la legge sui pensionamenti "non appena i singoli dipendenti raggiungeranno i requisiti, potranno andare in pensione". APRILE 2012. Nella riorganizzazione societaria della Mondadori Printing entrano a far parte anche due aziende che stampano periodici in rotooffset: la Elcograf (divisione storica del Gruppo Pozzoni con uno stabilimento a Lecco che si occupa della stampa delle riviste ex Hachette - Rusconi, oggi Hearst, e Cairo Editore), e la Datamill (società controllata al 100% dal gruppo, con due stabilimenti in provincia di Milano e Bergamo). Alla fine, assorbendo anche i dipendenti di Datamill, il gruppo supera il migliaio di addetti con i

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poli produttivi di Verona (con uffici amministrativi e commerciali, linee di confezionamento, sei impianti rotocalco, quattro rotooffset e undici macchine piane) per la stampa di cataloghi e riviste di Mondadori e di libri a colori; Melzo (ex Sorit con quattro rotocalco) per i periodici a marchio Mondadori, Pomezia (due rotooffset) che si occupa della stampa di riviste minori, Cles (con le macchine per la stampa in bianco e nero di libri), Pozzo d'Adda (tre roto a 64 pagine e una a 48) e Madone (due Sunday a 48 pagine più la 24 pagine ex Elcograf). Altri numeri li fornisce Vercelli

dale arrivano dopo un incontro tra Mondadori Printing e le segreterie nazionali dei sindacati. In un comunicato dei rappresentanti sindacali dei grafici-cartai di Cgil, Cisl e Uil si legge che "l'azienda ha evidenziato il momento estremamente difficile del settore Grafico-Editoriale e del gruppo in particolare". Per quanto riguarda i numeri: "i ricavi di Mondadori Printing sono scesi del 34% dal 2007 al 2011 e potrebbero arrivare a un meno 41% se il 2012 finisse con il trend manifestato nei primi 5 mesi di quest'anno, mentre il margine operativo lordo è passato da 35 a 32,4 milioni. Nel primo trimestre del 2012 si è registrato un ulteriore calo del fatturato dell' 11.9%, mentre il margine operativo lordo ha subito una forte contrazione di 5.21 milioni. In particolare si è verificata una perdita inaspettata nel libro nero (passato da 11.4 a 9.2 milioni) e un calo più accelerato del previsto delle riviste AME (passate da 14.5 a 12.3 milioni). La rotocalco evidenzia un calo armai strutturale dei ricavi e dei volume passati dai 90.2 milioni del 2007 ai 73.5 del 2011, mentre la rotooffset (gli 11 impianti del gruppo) ha un carico medio pari al 62% delle potenzialità". Dal punto di vista occupazionale "siamo convinti che negli anni della gestione "Pozzoni" molto sia stato fatto, a partire dalla riduzione del numero degli addetti, alla firma di accordi che prevedono maggiori flessibilità per l'impresa. Gli stessi numeri lo dicono chiaramente: il rapporto tra il costo del personale e i ricavi che è salito dai 15.5 milioni del 2007 ai 18.5 del 2011; o il rapporto tra il margine operativo lordo e i ricavi, passato dagli 8.2 milioni del 2007 agli 11.6 del 2011". SETTEMBRE 2012. A settembre il punto sulla crisi del settore che, oltre alla situazione congiunturale, deve affrontare anche le difficoltà legate al mondo della carta stampata. Secondo il segretario della Uilcom Uil Ivano Zampolli "è necessario un piano di investimenti, che le permetta di coprire tutte le esigenze del mercato" mentre per Maurizio Azzolin, segretario Slc Cgil, "finora non ci sono stati investimenti sul sito veronese: l'efficientamento produttivo è avvenuto scremando i posti di lavoro. Attualmente è in corso un'azione di prepensionamento, che interesserà oltre un centinaio di lavoratori". L'azienda risponde che "il gruppo Pozzoni crede nel sito produttivo di Verona e continuerà a farlo: gli investimenti previsti verranno realizzati". Per quanto riguarda l'occupazione Vercelli precisa che "attualmente stiamo lavorando al 60% della nostra capacità produttiva, ma ci stiamo impegnando per continuare a mantenere le stesse linee, sperando in un´inversione di tendenza".

quando spiega che "il settore grafico non sta attraversando un momento felice. Negli ultimi cinque anni la diffusione media delle riviste periodiche è scesa del 19% e il calo della pubblicità ha portato a una riduzione della foliazione. Nel 2008 Mondadori Printing perdeva 92 milioni di euro e aveva un indebitamento netto di 60 milioni: nel 2009 la perdita è stata dimezzata a 5, nel 2010 l'azienda ha chiuso in utile per 8 milioni Inoltre, l'indebitamento è passato da 60 a 1,2 milioni, a dimostrazione che siamo una realtà solida e sana". GIUGNO 2012. Ulteriori chiarimenti sull'andamento azien-

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DICEMBRE 2012. Qualche giorno prima di togliere l'insegna "Mondadori Printing" il consigliere locale Pdl Daniele Polato chiede un incontro a Palazzo Barbieri con la proprietà e con i sindacati della Mondadori Printing perché "voci allarmanti sulla situazione dell'azienda stanno circolando già da un po' di tempo. La preoccupazione è che la carenza di lavoro si rifletta sulla gestione e di conseguenza sui lavoratori". Quello che doveva essere un semplice cambio di insegna potrebbe essere il preludio ad un 2013 all'insegna di profondi cambiamenti. Presto per dirlo. Il 2013 è appena iniziato.


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Fotoincisione 2000


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di Livio Casanova L'eredità del lavoro

GLI ESUBERI UBI IN NOME DEL PADRE NELL'INTESA SINDACALE UN PUNTO RIGUARDA LE NUOVE ASSUNZIONI: «IL 6% SARÀ RISERVATO AI FIGLI DEI DIPENDENTI CHE ABBIANO PRESENTATO DOMANDA DI CESSAZIONE DEL RAPPORTO DI LAVORO»

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ra la corposa e articolata documentazione "Tensioni Occupazionali" relativa all'accordo sugli esuberi nel gruppo Ubi Banca troviamo -a margine- molte lettere di intenti tra cui una "Lettera criteri di equilibrio", una "Lettera Donne", una "Lettera Garanzie", una serie di "Lettera liberalità" che interessano le varie articolazioni del gruppo come Banco di Brescia, Bpa, etc. ma emblematica è la "Lettera candidature figli dipendenti". Nell'accordo tra il quinto gruppo bancario italiano e i sindacati (Fabi, Dircredito, Fiba-Cisl, Sinfub, Ugl, Uilca) che mette nero su bianco, in 650, i lavoratori in esubero su base volontaria con pensionamento incentivato (da 9 a 15 mensilità) o con passaggio dal fondo esuberi (trattamento pari a circa l'85% della retribuzione netta) c'è anche la "Lettera candidature figli dipendenti" in cui, per le nuove assunzioni, "il Gruppo si impegna a proseguire nelle attività di selezione delle candidature dei figli dei propri lavoratori...". Il capitoletto, che nello stralcio sindacale elenca i contenuti dell'intesa, si chiama "Assunzione figli" e nel dettaglio prevede che il 6% delle assunzioni entro il 2015 siano riservate ai figli di colleghe/i che abbiano presentato domanda di cessazione del rapporto di lavoro (Fondo solidarietà o pensione), previa verifica dei requisiti necessari per ricoprire, tempo per tempo, le posizioni disponi-

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bili. Il capitoletto, che nello stralcio sindacale elenca i contenuti dell'intesa, si chiama "Assunzione figli" e sintetizzato prevede che "il 6% delle assunzioni entro il 2015 siano riservate ai figli di colleghe/i che abbiano presentato domanda di cessazione del rapporto di lavoro (Fondo solidarietà o pensione), previa verifica dei requisiti necessari per ricoprire, tempo per tempo, le posizioni disponibili". Praticamente, in parole povere, il figlio in banca al posto del padre. I requisiti elencati sono "percorsi di studio, età, esperienze professionali, ecc". Viene escluso il passaggio automatico padre-figlio ma viene riconosciuto come titolo di precedenza, come fosse anch'esso un requisito al pari di una laurea, il fatto di essere discendenti di un ex-dipendente. La prassi è già diffusa e consolidata, soprattutto nel mondo delle banche. Anche nell'accordo firmato da Unicredit con i sindacati su 4.700 esuberi il colosso bancario si era impegnato a "privilegiare le assunzioni dei figli dei dipendenti con due vincoli legati alla laurea e alla conoscenza della lingua inglese". Se non è una forma di ereditarietà poco ci manca. Interpellata sull'accordo Ubi da Varesenews Rosalina Di Spirito, segretario provinciale della Fabi di Varese, ha spiegato che "è una previsione molto soft dove diciamo all'azienda che quando selezionerà i nuovi ingressi deve dare la possibilità di entrare, con una sele-

zione complessiva e senza canali privilegiati. Parliamo del 6 % delle nuove assunzioni che a livello nazionale saranno 240 e in provincia di Varese 15". A voler essere pignoli, nella lettera firmata UBI Banca Scpa si parla di "una quota pari ad almeno il 6%". Almeno, nella lingua italiana, è un avverbio e significa: se non altro, come minimo, per lo meno. Se le assunzioni previste sono 240 e tenuto conto che la stabilizzazione dei lavoratori precari riguarda 90 dipendenti, stando al capitoletto in questione potrebbero essere 30 i posti di lavoro che interessano la provincia di Bergamo, riservati ai figli. Il doppio di quanto stimato per la provincia di Varese. Al Mattino di Napoli, qualche anno fa, Alberto Bombassei (ai tempi ancora vicepresidente di Confindustria) aveva dichiarato: "Questa prassi potrebbe sancire un legame stretto della singola azienda con il territorio. Un tempo ci si rivolgeva al parroco per prendere notizie su una famiglia. Oggi, conoscendo la serietà di un padre, si è meglio disposti a prenderne il figlio". Di questi tempi e visti i risultati della multinazionale bergamasca dei freni (circa 1.3 miliardi di fatturato nel 2012 e 7mila dipendenti su 35 stabilimenti nel mondo) è più sicuro per il futuro dei figli avere un padre che lavora in Brembo. Per chi non ha questa "fortuna" l'alternativa è sempre suonare al parroco.


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foto di Giorgio Chiesa

Bilanci

INNOWATIO 2012 UN PIENO DI ENERGIA

FABIO LEONCINI E I SUOI 85 DIPENDENTI CHIUDONO IL BILANCIO CON 670 MILIONI DI FATTURATO (+24%)

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ttantacinque dipendenti, età media 32 anni, piercing e tatuaggi, nessuna giacca né cravatta o tailleur, 670 milioni di fatturato 2012 (+23,8%) e 7,7 milioni di utile netto (+48%). Davvero una realtà fuori dal comune, quella di Innowatio, poco più di una start up (è nata operativamente nel 2009) capace in un batter d'occhio di entrare nella top ten dei bilanci bergamaschi, in una provincia che conta realtà come l'Italcementi, la Brembo o la TenarisDalmine, solo per citarne alcune. Questo è il business del trading energetico ai tempi della crisi, così come lo ha importato al Kilometro Rosso il manico italoargentino di Fabio Leoncini, un emigrante di ritorno che prima ha creato la Dalmine Energie, poi è stato venduto in blocco alla E.On e infine è tornato a vendere energia proprio alla Dalmine, che rimane il maggiore cliente di Innowatio (e uno dei maggiori consumatori di corrente elettrica di tutto il Nord Italia). Mentre passa tra le scrivanie, i lavoratori gli danno del tu: ciao Fabio. E intanto smanettano dietro a decine di schermi di computer, collegati a tutte le borse del pianeta, così che Innowatio sembra una specie di Wall Strett in miniatura. Leoncini, ci spiega come funziona la sua azienda? La filosofia che vogliamo trasmettere ai nostri clienti è "comprare meglio e consumare meglio". In pratica, si tratta di superare il concetto tradizionale di acquisto energetico, finora utilizzato incluso dai grandi consumatori, basato sul solito meccanismo della gara aperta in cui si sceglie l'offerta economicamente più vantaggiosa, impegnandosi poi per un periodo medio-lungo che difficilmente è inferiore all'anno solare. Innowatio parte dal presupposto che nessuna azienda ha la stessa necessità di approvvigionamento energetico 365 giorni all'anno, 24 ore su 24, quindi noi proponiamo acquisti a cadenza molto più frequente, settimanale, a volte anche giornaliera - in base all'andamento dei mercati. A questo punto, sta all'imprenditore la scelta di entrare o uscire, di

attendere condizioni migliori o di fissare il prezzo che gli consigliamo in quel momento. Su questo prezzo, inoltre, in sede di rendiconto finale pratichiamo un conguaglio in favore dell'impresacliente che risulta dalla nostra attività di ottimizzazione del portfoglio, compartecipando le migliori condizioni che nel frattempo si fossero verificate. Quell'1% che resta, è il nostro utile. Fonti rinnovabili o petrolio: per voi cambia qualcosa? Non ci occupiamo assolutamente della filiera produttiva che, anzi, dobbiamo scavalcare per forza di cose. Ma se il concetto di cui

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vogliamo parlare è quello di Smart Economy, credo che Innowatio ne sia un esempio perfetto: noi stiamo cercando di applicare il pc al contatore della luce, di superare il concetto del filo di rame con quello della fibra ottica, di mettere in comunicazione un sistema finora inerte, rendendolo reattivo. Se qualcuno pensa che quello dell'energia sia un mondo in continua evoluzione, non considera che il motore diesel ha più di un secolo, che l'idroelettrico risale all'Ottocento e che tutto il sistema di trasmissione è rimasto sostanzialmente invariato: un business vecchio, insomma, in cui la corrente continua a girare nei fili e noi accendiamo l'interruttore. Per


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Fabio Leoncini

come lo vediamo noi, il futuro sta invece nel remotizzare le fonti di consumo, interfacciandole con il sistema produttivo. Solo se il sistema interagisce e dialoga al proprio interno, posso spegnere la centrale e usare il sole. E tutto questo per me significa Smart City In un periodo di crisi come quello attuale, è calata inevitabilmente anche la richiesta di energia per usi produttivi: come mai voi crescete a questi ritmi? Il prezzo dell'energia non dipende tanto dal reale impiego che se ne fa, ma soprattutto dalle quotazioni del petrolio che, come vedia-

mo, è sempre sui livelli massimi ma altamente volatili: ricordate quando costava 20 dollari al barile? Quando il prezzo lo faceva l'Opec? Ebbene, oggi il prezzo lo fanno la Cina e i fondi di investimento e di pensioni. E sarà inevitabile continuare in questa direzione, fino a quando il petrolio non verrà spossessato dal suo ruolo egemonico tra le fonti primarie di energia. Se il quadro è questo, non solo la crisi non ci nuoce, ma è anzi il motore del nostro lavoro. Un numero crescente di imprese dovrà scegliere una nuova strada per gli approvvigionamenti e per rendere più efficienti i propri consumi, se vorrà rimanere sul mercato. L'impatto della crisi è

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servito a nulla nemmeno il grande potenziale dell'euro, che ci ha permesso di accedere al credito con un tasso identico a quello della Germania, invece di pagarlo in lire. L'Italia mi ha dato tutto, quindi ritengo mio dovere impegnarmi per l'Italia, più che mai in questo momento, contribuendo al dibattito in prima persona. Per questo sono stato socio fondatore di Italia Futura a Bergamo e firmatario del manifesto di Fermare il Declino. Berlusconi? No, per quanto io mi senta un moderato cattolico, non sono mai riuscito a identificarmi nel suo messaggio politico. E la sua battuta sullo spread, mi ricorda il Peròn del dopoguerra, un tentativo populista talmente scarso, da rappresentare una marcia indietro per tutta la società

piuttosto sul fronte degli insoluti, un fenomeno purtroppo in crescita anche tra i nostri clienti, che stiamo fronteggiando con un potenziamento della divisione finanziaria. Trattandosi energia che Innowatio ha acquistato e pagato in anticipo, il nostro rischio d'impresa è molto alto e se consideriamo che il margine è intorno all'1%, si capisce che basta poco per squilibrare tutto il meccanismo. Però non voglio fare il pessimista, perché anzi stiamo crescendo anche in senso dimensionale e presto ci allargheremo con nuovi uffici Paesi produttori, domanda cinese, borsa energetica: vi confrontate davvero con poteri forti a livello globale, inattaccabili. Cosa ne pensa della realtà italiana? Io sono arrivato nel 1992, negli anni di Mani pulite, quindi mi sorprende tutto il patrimonio dilapidato da quello che considero il mio Paese: non è

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di Livio Casanova

IDROELETTRICO MINIERA D’ORO LIQUIDO

INVESTITORI FINANZIARI SULLE MONTAGNE BERGAMASCHE ALLA RICERCA DI SALTI D'ACQUA PER PICCOLI IMPIANTI SEMPRE PIÙ SOSTENIBILI ED EFFICIENTI, SOTTO I 50 KW CHE GODONO DI UNA CORSIA AUTORIZZATIVA PREFERENZIALE

C

appotto lungo, cappello calato sulla testa e occhiali scuri d'ordinanza. Carta geografica in una tasca, cannocchiale dall'altra e macchina fotografica compatta, grande quanto il palmo della mano. Non sono paparazzi ma è il kit dei geometri, spediti da qualche investitore finanziario

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che opera nel business (redditizio) dell'idroelettrico, a cercare acqua sulle montagne e nelle valli bergamasche. Senza dare nell'occhio osservano il territorio, annotano sulla cartina tratti di rogge e scattano foto ad acquedotti, tratti fluviali o cascate. Ma fotografano e immortalano anche altri colleghi che, come loro, si mimetizzano tra gli alberi e le foglie per cercare di capire per quale società lavorano. Di nascosto da occhi indiscreti scattano fotografie e si fotografano tra di loro perché nel business dell'energia idroelettrica non è sufficiente "scoprire" per primi un corso d'acqua con caratteristiche morfologiche adatte ad una centrale idroelettrica. Bisogna essere anche i primi a depositare la domanda di concessione per lo sfruttamento di canali. Altri "rabdomanti", più fortunati di loro, sono in ufficio e studiano comodamente il territorio davanti al computer. Stiamo parlando delle centrali e centraline idroelettriche che, negli ultimi anni, sono fiorite lungo i torrenti e i fiumi della Bergamasca e che interessano tanto la Val Brembana quanto la Val Seriana, affiancandosi a operatori storici che, dai primi del Novecento, pompano energia dalle acque delle Prealpi Orobiche. Il colosso Enel Green


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CONDOTTE O CANALI ESISTENTI CONDOTTE O CANALI IN ISTRUTTORIA DERIVAZIONI DI COMPETENZA REGIONALE L'IMMAGINE RAPPRESENTA CONDOTTE O CANALI ESISTENTI E IN ISTRUTTORIA, CON IL RETICOLO DELLE GRANDI DERIVAZIONI AD USO IDROELETTRICO SUL TERRITORIO PROVINCIALE DI COMPETENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA

Power, per esempio, controlla decine di impianti in provincia di Bergamo, così come i maggiori industriali della provincia si sono fiondati da tempo nel settore. Molti dei Comuni situati nell'alto Brembo, da Valtorta a Valleve, da Roncobello a Ornica, dispongono di già di centrali ma negli ultimi anni continuano a crescere le richieste dei privati interessati all'utilizzo di un corso d'acqua per la produzione di energia. Un trend che, beneficiando degli incentivi tarati in base alla potenza dell'impianto, ha visto il moltiplicarsi delle domande per la costru-

Per il centinaio di domande presentate presso gli uffici Ambiente e Tutela risorse naturali della Provincia di Bergamo, ne sono state accolte -circa- il 10%: otto nel 2011, undici nel 2012

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Installazioni idroelettriche di piccola taglia Per la provincia di Bergamo crescono le domande per impianti sotto i 50 kW che godono di una tariffa incentivante

zione di centrali idroelettriche. Alle tre-quattro domande protocollate annualmente, fino al 2008, siamo arrivati al centinaio degli ultimi due anni. Primo passo è la domanda di sfruttamento ad uso idroelettrico della acque pubbliche. Le concessioni relative alle piccole derivazioni (in cui rientrano anche mini e micro idroelettrico) sono di competenza delle Province, mentre le Regioni si occupano delle grandi derivazioni, quelle che superano i 3.000 kW di potenza nominale media annua di concessione. Un esempio è la centrale idroelettrica di Paderno d'Adda realizzata dalla Società Edison. Negli ultimi dieci anni è stata presentata una sola domanda in Regione per una centrale sopra i 3 megawatt, ma non è stata accolta. Al di là della taglia e del regime autorizzativo previsto, l'utilizzo energetico della risorsa idrica richiede tecnicamente "il possesso o il conseguimento di una concessione di derivazione di acque pubbliche superficiali per uso idroelettrico". Le domande passano dall'assessorato all'Ambiente e Tutela risorse naturali della Provincia di Bergamo. Con un po' di pazienza e spulciando nel sito di Via Tasso, nell'area che interessa il territorio, c'è la sezione "tutela risorse naturali" dove si trova il "Piano di settore delle risorse idriche" per il rilascio di nuove concessioni. Nella sezione "Ufficio derivazione" delle "Risorse idriche" si può anche recuperare "la carta delle derivazioni delle acque per uso idroelettrico" e risalire alle aziende che hanno chiesto il permesso per la costruzione centrali con la relativa zona interessata. L'esame della domanda è complesso, certosino ma più che altro tecnico. L'iter burocratico-amministrativo prevede 18/24 mesi per la concessione del diritto all'utilizzo dell'acqua e altri 90 giorni per l'autorizzazione unica alla realizzazione dell'impianto per un costo complessivo della sola domanda di 10 mila euro. Le spese di istruttoria, fino al 2009, non superavano i 200 euro. Ma per il centinaio di domande finite sul tavolo della provincia, ne sono state accolte -circa- il 10%: otto nel 2011, undici nel 2012. Numerose le bocciature a causa dell'impatto ambientale o per la mancanza di dati relativi al corpo idrico interessato o al progetto previsto. Durante l'istruttoria vengono chiesti approfondimenti e la mancanza di relazioni idrauliche, geologiche e idrogeologiche; di elaborati grafici e relazioni tecniche del progetto preliminare o delle garanzie finanziarie ed economiche per l'attuazione del progetto fa slittare -in alcuni casi anche decadere- i tempi e l'esame delle richieste di concessione idroelettrica. Ci sono

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anche domande che risultano improcedibili o decadono perché non vengono pagate le stesse spese di istruttoria. Domande che fra istanze e progetti, iter di verifica e pareri tecnici sono ferme da 10 anni. Ma come si spiega il crescente numero di richieste? Il motivo è semplice: il passaggio alle energie rinnovabili, favorito da incentivi economici rilevanti, dal punto di vista imprenditoriale è diventato un ottimo investimento. La concessione ha una durata trentennale. Temporanea, quindi, ma rinnovabile alla scadenza. Grazie gli incentivi e alle agevolazioni concesse dai certificati verdi, individuando le soglie di potenza e producibilità oltre le quali è ipotizzabile un ritorno economico da un investimento nel settore, mediamente in 4/5 anni viene ammortizzato l'intero costo dell'opera vendendo energia all'Enel. Si spiega così la corsa alle centrali, la stessa che ha interessato il fotovoltaico. Se si chiede agli uffici preposti al rilascio delle autorizzazioni una spiegazione sulla raffica di domande presentate, emerge un aspetto curioso: in molti casi e per alcuni tratti di fiume le richieste, tra loro, sono in concorrenza. Per alcuni tratti le imprese si accordano e realizzano insieme l'opera, evitando che la domanda si risolva in una questione burocratica. Tempi lunghissimi riducono o annullano la convenienza dell'intervento, mandando a monte anche il più prudenziale piano finanziario. Ma se è la concessione che interessa, da via Tasso escludono una sorta di compravendita delle autorizzazioni. L'altro fenomeno segnalato dalla Provincia riguarda le centraline idroelettriche di taglia molto ridotta. Nelle domanda sotto i 300 kW spiccano impianti sotto i 50 kW che godono di una tariffa incentivante. Viste le potenze in questione, i mini impianti sono di norma impianti ad acqua fluente realizzati presso fiumi, torrenti e canali irrigui a regime costante, che quindi non rischiano di rimanere a secco nelle stagioni più calde. Due i requisti necessari: un salto d'acqua sufficiente (dislivelli anche di pochi metri) e un buon valore di portata d'acqua, che si mantiene abbastanza costante nel corso di tutto l'anno. La tariffa onnicomprensiva riconosce 0,219 centesimi per ogni KWh di elettricità netta prodotto e immesso nella rete elettrica da impianti tra 20 e 500 kW. Cosa ci dobbiamo attendere, quindi, per il futuro (idroelettrico) della Bergamasca? Impianti sempre più piccoli (vista l'incentivazione tariffaria) e sempre più geometri sparpagliati sulle montagne, alla ricerca anche del più piccolo salto d'acqua o -meglio ancora- di una centrale idroelettrica in vendita.


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Testo&Photo di Giorgio Chiesa Rinnovabili

RINNOVABILI? DOVE SI INVESTE (ANCORA) SUL TERRITORIO PER LA FONTI PREALPI S.R.L. UN INVESTIMENTO DA UN MILIONE E MEZZO DI EURO. LE DUE CENTRALI AD OGGI PRODUCONO 8 MILIONI DI KILOWATTORA ALL’ANNO MA POTREBBERO RENDERE ANCORA DI PIÙ

È

la fonte di energia più antica del mondo e l'Italia ne ha in abbondanza. Per una volta non stiamo parlando del sole ma dell'idroelettrico, una risorsa non abbastanza presa in considerazione. Ne abbiamo parlato con Gianluca Ghisalberti, consigliere d'amministrazione della Fonti Prealpi S.r.l., che ci ha illustrato il funzionamento delle due centrali di Villa d'Almè, capaci di produrre ogni anno circa 8 milioni di kilowattora di energia pulita. "Abbiamo due impianti, il principale denominato "Ghiaie" con una potenza di circa 1 megawatt è in grado di produrre fino a circa 6 milioni di kilowattora annui, sfruttando una portata d'acqua tra i 13 ed i 16 m3 al secondo ed un salto idraulico di circa 7 mt. ed il secondario denominato "Ponte della Regina" ha, invece, una potenza di circa 400 kw e grazie ad un gruppo idroelettrico di fabbricazione francese in grado di sfruttare bassi salti idraulici, siamo nell'ordine di 2/3 metri, è in grado di produrre fino a circa 2 milioni di kilowattora annui. Al giorno d'oggi esiste, poi, la tecnologia per fare di più con quello che già abbiamo, per esempio sfruttando un brevetto che permette di usufruire dell'energia dalle acque del deflusso minimo vitale (DMV) della traversa che rifornisce l'acqua del canale. Il deflusso minimo vitale è quel quantitativo minimo di acqua imposto dalla legge per evitare che la fauna ittica e la flora fluviale (biocenosi)

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Lo sgrigliatore in funzione

I materiali impiegati per costruire la traversa


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L'acqua del Brembo che oltrepassa la traversa (deflusso minimo vitale)


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La nuova turbina

La Provincia come si pone di fronte alla Vostra richiesta di ulteriori investimenti nell'idroelettrico? "Ci ha aiutato molto, poiché l'iter burocratico è molto complesso e lungo e coinvolge circa 13 enti con diverse conferenze di servizi". Esistono problemi per chi, come voi, vorrebbe continuare a investire nell'idroelettrico? "Occorrerà verificare attentamente le nuove leggi e la riduzione, attualmente in atto, degli eco incentivi o le future prescrizioni per poter valutare la convenienza o meno a realizzare questa terza piccola centrale idroelettrica".

Gianluca assieme al padre Mario Ghisalberti

La presa dell'acqua

muoia per la mancanza d'acqua nel tratto di fiume dalla traversa, che porta l'acqua nel canale, fino alla reimmissione nel fiume stesso dell'acqua prelevata; inoltre il DMV, poi, permette ai pesci di risalire il fiume". Come mai volete investire una simile cifra? "Abbiamo dimostrato che con piccole turbine è possibile sfruttare (senza danneggiare i pesci) il deflusso minimo vitale delle acque. Nel nostro caso esso è di circa 3 m3 al secondo di acqua per cui si potrebbe mettere un impianto di una potenza di circa 250 kw per produrre circa 150 kilowattora".

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La vecchia turbina non in uso


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di Livio Casanova

Matricole

AB ENERGIE

A PIAZZA AFFARI SBARCO SUL SEGMENTO AIM DI BORSA ITALIANA IL PRESIDENTE ALESSANDRO BERTACCHI ANTICIPA LE STRATEGIE DELLA SOCIETÀ BERGAMASCA IN VISTA DEL COLLOCAMENTO SUL MERCATO AZIONARIO

Alessandro Bertacchi

"P

iccole imprese crescono", per farlo decidono di quotarsi ed emettere nuove azioni. Potrebbe essere questo il titolo del nuovo capitolo che spiega lo sviluppo di ABenergie, società grossista - trader di energia elettrica verde e gas naturale, fondata a Bergamo nel 2007 da Alessandro Bertacchi (presidente)

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e Matteo Acerbis (amministratore delegato). I due giovani imprenditori bergamaschi (classe '71), all'insegna del concetto innovativo di "filiera corta" nella fornitura di energia elettrica prodotta localmente e con centrali sul territorio, per finanziare la crescita senza "stressare" la situazione economica, finanziaria e patrimoniale della


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societĂ si quotano sull'AIM (Alternative Investment Market) di Borsa Italiana, collocando sul mercato una quota di minoranza. "Confermo l'intenzione di quotare ABenergie nel primo trimestre del 2013" spiega il presidente Alessandro Bertacchi che anticipa le strategie della societĂ in vista del collocamento.

ABenergie si quoterĂ entro il primo trimestre 2013 all'Aim Italia. Quali le ragioni di questa scelta? "La scelta di quotarsi per una PMI, a mio avviso, si lega al sostegno strutturale di un piano di crescita e consolidamento che non trascuri gli effetti sullo stato patrimoniale, sugli investimenti e sugli incrementi di fatturato. Quotarsi signifi-

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ca diventare più trasparenti e poter condividere i propri obiettivi e risultati". Chi è il vostro advisor? "Il nomad incaricato è Integrae Sim, Sim milanese con esperienza sul mercato AIM che ha recentemente portato con successo alla quotazione Frendy Energy e Primi sui Motori. Con loro abbiamo intrapreso un percorso di preparazione che ha conferito valore aggiunto alle nostre conoscenze e agli strumenti di gestione dell'impresa. Il rapporto quasi quotidiano

abbia molte imprese e imprenditori eccellenti, sicuramente alcuni di questi hanno progetti che potrebbero essere idonei ad essere sostenuti attraverso un IPO". Quali sono i vantaggi? "Riassumerei i vantaggi nell'accesso al capitale, nella visibilità, nella trasparenza e nella condivisione degli obiettivi con gli stakeholder". Chi sono i vostri principali competitors? "Senza presunzione crediamo di non avere competitor perché il nostro modello di business, di rete commerciale e di rapporto con il cliente, vuole essere unico". La particolarità di ABenergie sta in un modello di business a "filiera corta". Qual è la logica della catena di fornitura accorciata? "Per noi il concetto di sostenibilità non è un mezzo, ma un fine. Con la filiera corta nella vendita dell'energia intendiamo consolidare il nostro legame con il territorio. Acquistiamo la certificazione CO-FER sul territorio e sullo stesso territorio la rivendiamo insieme all'energia sostenendo così l'economia locale e l'ambiente". Filiere corte e centrali nel territorio. Anche per il futuro sarà questo il vostro modello di business o intendete entrare in altri mercati? "Siamo concentrati al 100% nello sviluppo del nostro modello di business: le centrali sul territorio e quindi produzione diffusa sono coerenti con la nostra mission".

con professionisti come Filippo Palmarini, Matteo Pontello e Luca Di Liddo, e grazie al loro approccio maieutico, sono stati momenti di reciproca contaminazione culturale".

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Come è composta la vostra compagine societaria? "Io e Matteo Acerbis deteniamo il 90% del capitale sociale in maniera paritetica, il restante 10% fa capo alle nostre rispettive famiglie".

Nel futuro di ABenergie c'è anche il coinvolgimento nell'azionariato della società di dipendenti e clienti. L'economia del futuro potrebbe essere quella basata sulla partecipazione dei lavoratori al capitale dell'azienda? "Con grande gioia posso dire che molti dipendenti hanno già espresso il desiderio di poter partecipare alla quotazione dell'azienda. L'idea che i nostri clienti possano diventare anche soci dell'azienda vedrebbe realizzare i nostri ideali".

Fondi in vista? Allargherete il capitale sociale? "L'operazione di quotazione è lo strumento con cui intendiamo accogliere nuovi soci che condividano la nostra mission e il nostro piano industriale"

Come si è chiuso il 2012 per ABenergie? "In linea con le previsioni. Con un fatturato superiore a 50 milioni di euro, un incremento del personale da 15 a 50 dipendenti e un parco clienti più che raddoppiato".

E' una strada che si sente di consigliare ad altri imprenditori bergamaschi? Quali sono le aziende bergamasche che potrebbero seguire la vostra stessa strada? "Consiglio a qualsiasi imprenditore di intraprendere percorsi che lo possano aiutare a comprendere e pianificare meglio il futuro. L'obiettivo della quotazione, per noi, è uno stimolo a migliorarci, diventare più trasparenti e consapevoli. Dotarsi degli strumenti di analisi e di gestione propedeutici a una quotazione, penso siano importati anche per la gestione ordinaria dell'azienda. Da imprenditore ho sempre pensato al sogno, agli obiettivi, senza dimenticare il conto economico. Mi rendo conto che per essere un buon imprenditore devo saper valutare l'impatto di ogni mia scelta anche sullo stato patrimoniale. Credo che il tessuto economico bergamasco

Come valuta le prospettive per il 2013? Quali sono le previsioni? "Il nostro piano industriale prevede, per il 2013, un fatturato di circa 90 milioni di euro e l'assunzione di altri 50 nuovi dipendenti. Ad oggi, ABenergie opera in tre aree territoriali (Bergamo, Brianza, Padova) e nel 2013 prevede di replicare il modello in altre 3 aree omogenee per caratteristiche e dimensioni". Come è la Borsa vista da una Pmi? "Incuriosisce e non nego che un po' intimorisca. Noi la vediamo come una nuova sfida e un'opportunità che ci costringe a metterci in discussione per lavorare con ancor più entusiasmo".


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Giulio Pandini

Il ballo del mattone

ALLARME CASSE EDILI FIOCCANO DURC FALSI IL PRESIDENTE GIULIO PANDINI LANCIA L’ALLARME DIECI CASI IN 10 GIORNI APPENA PARTITE LE VERIFICHE

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n vero e proprio dramma. L'edilizia bergamasca ha lasciato sul terreno, dall'inizio della crisi a oggi, quasi 9.000 lavoratori. Nello stesso periodo di tempo oltre 1.250 aziende hanno dovuto chiudere i battenti: un durissimo colpo per il tessuto artigianale del settore, con ben 926 imprese cancellate, ma nemmeno il versante industriale ride, dal momento che ha perso più del 20 % delle proprie associate dal 2007, l'ultima stagione prima della crisi. Che fiorisca il lavoro in nero, che le aziende chiuse continuino a operare sottobanco, è

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una teoria abbastanza diffusa; che le vendite di cemento siano crollate del 50% (vedi il caso Italcementi) è una realtà, quindi nemmeno gli irregolari, di questi tempi, gestiscono grandi affari. Del resto, come ha spiegato il presidente della Cassa Edile Giulio Pandini, gli imprenditori messi in ginocchio ricorrono sempre più spesso al crudele suicidio del falso in atto pubblico, taroccando i DURC (Documento unico di regolarità contributiva) che la cassa di Bergamo sta rendendo a prova di contraffazione, con tanto di filigrana, bolli a secco e inserti a colori. Pandini

mostra una circolare di fine novembre, inviata a tutti gli associati sulle irregolarità nel Durc: "In dieci giorni - racconta - abbiamo ricevuto dieci falsi attestati: il nostro scopo non è mandare in galera gli imprenditori, ma per legge siamo tenuti all'obbligo di denuncia e qui si rischiano minimo 6 mesi di condanna". La contraffazione più frequente? Un allungamento del periodo contributivo, alterando la data dei versamenti. "Anche per questo - aggiunge Panini - non accettiamo più fotocopie: anzi, ci è arrivata addirittura una copia autentica, ma falsa".


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TM «trade mark»

CON LA CCIAA SI TUTELA IL «MADE IN BERGAMO» IL CENTRO PIP (PATENT INFORMATION POINT) DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI BERGAMO OFFRE UN SERVIZIO SUI BREVETTI PER PROMUOVERE SVILUPPO DELLA RICERCA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA

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estire il passaggio verso un'economia ed una società basate sulla conoscenza: è l'obiettivo per il terzo millennio lanciato dall'Unione Europea nella Conferenza di Lisbona dell'aprile 2000. La declinazione era portare al

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3% del PIL, la spesa destinata alle attività di ricerca e sviluppo pubbliche e private, entro la fine del primo decennio attraverso politiche che si indirizzassero all'aumento del numero delle imprese piccole e medie che investono in R&S e favorire la nasci-

ta di nuove imprese innovative. L'apporto della R&S per diventare realmente incisivo per l'economia, deve essere in grado di trasformare le conoscenze e le invenzioni sviluppate a mezzo della ricerca, in innovazioni tecnologiche.


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La Proprietà Industriale come strumento a sostegno dell'innovazione. Gli investimenti in ricerca e sviluppo aumentano se sono previsti dei ricavi sufficienti a compensare le attività di R&S. Questo è possibile solo grazie ad un adeguato sistema di protezione dei diritti di proprietà industriale, in particolare dei brevetti di invenzione. Lo sfruttamento economico dei diritti industriali ha assunto un'importanza fondamentale nella crescita delle imprese e gli asset intangibili hanno acquisito un valore economico e strategico sempre maggiore. Secondo una stima rappresentavano il 20% del valore di mercato di un'azienda qualche decennio fa, ora hanno raggiunto invece l'80%, diventando il vero motore dell'economia moderna. Il Centro di Informazione Brevettuale

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della Camera di Commercio di Bergamo per la promozione della conoscenza dell' informazione brevettuale e per fornire importanti servizi di primo ausilio, nasce da un progetto iniziale dell'Ufficio Europeo dei Brevetti (UEB/EPO) per la creazione di una "Rete dei Centri di Informazione per la diffusione della cultura brevettuale" con l'obiettivo di

A disposizione delle Pmi che sviluppano innovazioni proteggibili ci sono bandi comunitari, nazionali e una linea di credito riservata ai brevetti dal Fondo Nazionale Innovazione

}

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AGEVOLAZIONI ED ESPERTI PER LE PMI CHE VOGLIONO BREVETTARE Il PIP della CCIAA di Bergamo ha aderito al programma per la linea di intervento 2 del progetto "Tutela della Proprietà Industriale", dedicata in modo specifico ai centri Patlib/PIP. Il progetto della durata di un anno è finalizzato a promuovere l'utilizzo dei diritti di P.I. quali strumenti privilegiati per valorizzare e sostenere la capacità innovativa e competitiva delle imprese del territorio. Gli interventi informativi e formativi organizzati dal PIP saranno 3 focalizzati in particolare su seguenti temi: 1) sul tema della creazione di un valido ed efficace nome commerciale. Infatti il processo di scelta di un marchio che esige l'interazione di diverse professionalità quali esperti in comunicazione e brand naming, legali specialisti in P.i., che valuteranno se la denominazione prescelta potrà influenzare la validità del marchio stesso e l'intensità della sua tutela in relazione alla capacità distintiva, oltre a contribuire al successo di un brand per il valore comunicativo e identitario. Inoltre, uno sfruttamento mirato dei segni distintivi migliora l'immagine e aumenta la competitività dell'impresa. Al tempo stesso sarà presentata la nuova misura di agevolazione economica per la registrazione di marchi comunitari e internazionali "Bando Marchi +"(Avviso GURI n. 105 del 7/5/2012) che si riassume come segue:

Misure

Spese riconoscibili

Beneficiari

Valore max agevolazione

MISURA A Agevolazioni per favorire la registrazione di marchi comunitari presso UAMI attraverso l'acquisto di servizi specialistici

Progettazione del nuovo marchio Ricerche di anteriorità e assistenza per il deposito. Assistenza per l'acquisizione del marchio depositato o registrato a livello nazionale. Assistenza per la concessione in licenza del marchio. Tasse di deposito presso UAMI

PMI

80% SPESE AMMISSIBILI SOSTENUTE nei limiti importi previsti per tipologia di servizio

MISURA B Agevolazioni per favorire la registrazione di marchi internazionali presso OMPI attraverso l'acquisto di servizi specialistici

Progettazione nuovo marchio nazionale. Ricerche di anteriorità e assistenza per il deposito. Assistenza per l'acquisizione del marchio depositato o registrato a livello nazionale. Assistenza per la concessione in licenza del marchio. Tassa di domanda e tasse di registrazione presso OMPI

PMI titolari di marchio registrato o che hanno depositato domanda di registrazione a livello nazionale o comunitario

80% SPESE AMMISSIBILI SOSTENUTE (90% per designazione Russia o Cina) nei limiti importi previsti per tipologia di servizio

Infatti la P.I. ha un ruolo diverso dal passato, per la sua capacità di attrazione di finanziamenti pubblici e privati. I vari bandi comunitari e nazionali sono in favore delle PMI che dimostrino di sviluppare innovazioni proteggibili per avere vantaggi competitivi sui mercati. Così da ultimo, la linea di credito riservata ai brevetti dal Fondo Nazionale Innovazione (www.uibm.gov.it) agevola il finanziamento di progetti innovativi basati sui titoli di proprietà industriale in particolare brevetti e disegni o modelli e ne beneficeranno le PMI che intendono portare sul mercato prodotti innovativi creati sulla base di brevetti o disegni/modelli. 2) sul tema del disegno industriale con l' intervento di un esperto di chiara fama che inquadrerà il design sotto il profilo del valore aggiunto del prodotto, dunque, come nuova risorsa strategica; 3) sulla tutela dei marchi in internet da contraffazione e abusi. Gli esperti che interverranno con la formazione e con servizi specialistici dedicati alla "Internet Brand Intelligence" supporteranno le imprese che ne avranno necessità in quanto impegnate su: lotta agli abusi e alla contraffazione dei segni distintivi (Marchi, Marchi collettivi, Denominazioni di origine protetta, ecc.) sul web generico e sulle piattaforme/circuiti di Commercio Elettronico per la tutela dell'integrità del marchio; comprensione della situazione competitiva del Brand sulla Rete e suoi attributi caratteristici e distintivi, anche eventualmente connessi ai "rischi reputazionali" connessi per problematiche di posizionamento nel "virtuale" dell'impresa e/o dei suoi prodotti, di interesse per finalità di marketing strategico, channel management, risk management, brand valuation, ecc. Il fenomenale sviluppo della Rete si è anche esteso in Italia che, nel 2012, registra ben 38 milioni di utenti (+11% sul 2011), pari ad una penetrazione del 62,1% della popolazione italiana. (Fonte: Internet Usage and World Population Statistics 31/12/2011) Internet, i "Motori di Ricerca", le piattaforme di commercio elettronico e il Web 2.0 hanno aumentato a dismisura l'importanza dei Marchi e il livello di rischio per l'integrità dei medesimi, diventando il contesto più favorevole per l'abuso e la contraffazione, non solo per i beni di largo consumo, del lusso o del farmaceutico, ma anche per i marchi noti nell'ambito di specifiche nicchie di mercato nelle quali si trovano ad operare le PMI e le "Denominazioni di Origine Protetta" (DOP), realtà economiche di notevole importanza per il "Made in Italy": da molteplici analisi del fenomeno, emerge infatti che la contraffazione colpisce infatti non soltanto le "griffe" ma anche i cosiddetti "middle brands". Gli esperti che interverranno con la formazione e con servizi specialistici dedicati alla "Internet Brand Intelligence" supporteranno le imprese che ne avranno necessità in quanto impegnate su: lotta agli abusi e alla contraffazione dei segni distintivi (Marchi, Marchi collettivi, Denominazioni di origine protetta, ecc.) sul web generico e sulle piattaforme/circuiti di Commercio Elettronico per la tutela dell'integrità del marchio; comprensione della situazione competitiva del Brand sulla Rete e suoi attributi caratteristici e distintivi, anche eventualmente connessi ai "rischi reputazionali" connessi per problematiche di posizionamento nel "virtuale" dell'impresa e/o dei suoi prodotti, di interesse per finalità di marketing strategico, channel management, risk management, brand valuation, ecc. Potranno fruire gratuitamente grazie al progetto portato avanti dal PIP, di pacchetti di assistenza anche a distanza. Il fenomeno della contraffazione non deve essere trascurato, come noto, per i danni che procura alle imprese che la subiscono, sia in termini di mancati guadagni che di danni di reputazione, sia ai consumatori che acquistano prodotti di scarsa qualità se non rischiosi per la salute, e sia per la società nella sua interezza per il mancato gettito fiscale e la manodopera irregolare che viene coinvolta. Il Piano Nazionale Anticontraffazione recentemente presentato dal Ministro dello Sviluppo Economico agli Stati generali per la Lotta alla Contraffazione ha evidenziato 6 macro-priorità in tema di lotta alla contraffazione: - Comunicazione/informazione destinata ai consumatori, per sensibilizzare questo particolare target e rafforzare la cul tura della proprietà intellettuale, soprattutto presso le giovani generazioni; - Rafforzamento del presidio territoriale, con l'obiettivo di creare e applicare a livello locale (capoluoghi di regione) un modello strategico per la lotta alla contraffazione, prevedendo un coordinamento delle Forze dell'Ordine e la forma zione delle stesse; - Lotta alla contraffazione via Internet, con il tentativo di trovare un giusto equilibrio tra gli interessi dei fornitori di connettività, i gestori dei contenuti e i titolari dei diritti; - Formazione alle imprese in tema di tutela della proprietà intellettuale, in una prospettiva non solo nazionale, ma anche internazionale. Fondamentale da questo punto di vista è il coordinamento con la nuova Agenzia ICE, che sup porta le imprese nel presidiare i mercati internazionali tramite l'innovazione che preveda un uso strategico della pro prietà intellettuale; - Tutela del Made in Italy da fenomeni di usurpazione all'estero. L'Italian Sounding è il fenomeno più noto di questa priorità, con un danno enorme al fatturato nei settori tipici del Made in Italy (agroalimentare, tessile - moda, design, ecc.); - Enforcement, con un particolare focus sulla preservazione della specializzazione dei giudici civili (mantenimento della specializzazione all'interno dei Tribunali per l'impresa nei quali sono confluite le Sezione specializzate in materia di tutela della proprietà intellettuale) e l'importante obiettivo della specializzazione dei giudici penali.

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rendere noti e di fornire gli strumenti per usufruire dei vantaggi derivanti dall'informazione brevettuale. La Rete dei Patlib (PATent LIBrary), ai quali nel corso del tempo si sono aggiunti i P.I.P. (Patent Information Point) per renderne più capillare l'attività, rappresenta dunque il network europeo che conta in Europa circa 320 centri di cui 52 in Italia. Con l'obiettivo di promuovere la conoscenza e offrire l'assistenza sul sistema della Proprietà industriale, contribuendo alla diffusione della cultura brevettuale, la Rete dei centri si rivolge alle imprese, ai ricercatori, agli studenti e a tutti coloro che hanno interesse ad acquisire informazioni e ad approfondire la tematica. In Italia i Patlib ed i PIP sono collocati presso Camere di Commercio, Parchi Tecnologici e Università. Già nel 1999 l'U.P.I.C.A. di Bergamo metteva a disposizione l'utilizzo della banca dati delle domande e dei titoli per marchi e brevetti nazionali, d'intesa con l'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (U.I.B.M.),. per svolgere, a richiesta dell'utenza, ricerche di marchi e brevetti, sia pure limitatamente ai dati bibliografici. In seguito al passaggio delle competenze e delle funzioni dell'U.P.I.C.A. in capo alle Camere di Commercio, avvenuto nel settembre 2000, la Camera di Commercio di Bergamo firmava nel marzo 2001 la convenzione con l'U.I.B.M. per l'accreditamento come Patent Information Point, impegnandosi a migliorare e ad accrescere sul territorio la conoscenza dell' informazione brevettuale, l'orientamento al deposito, i servizi di ricerca anche specializzata in materia di marchi e di monitoraggio sullo stato della tecnica per la verifica dei requisiti di brevettabilità per le invenzioni, l'organizzazione di incontri di informazione in materia di proprietà industriale. Da quattro anni a questa parte, presso la sede camerale nell'ufficio brevetti e marchi, il Pip, grazie alla collaborazione dei consulenti in proprietà industriale operanti sul territorio della bergamasca, ha realizzato un qualificato "sportello" che offre gratuitamente un orientamento agli inventori, privati e imprese, in materia di brevet-


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tabilità e relative problematiche pre e post deposito e in titoli di Proprietà Industriale; assicurare una copertura materia di marchi comunitari e internazionali, integrando informativa e un' assistenza specialistica alle PMI da parte i servizi informativi resi dal PIP presso l'ufficio marchi e delle Camere di commercio e dei Centri di informazione brevetti camerale. Data l'accresciuta importanza del sistebrevettuale (rete PATLIB e PIP); promuovere la realizzama di P.I.. della sua valorizzazione e dell' informazione ad zione di progetti innovativi di supporto alle imprese sui essa connessa, è stato varato nel 2012 il rilancio, la riquatemi della Proprietà Industriale. Tale programma di interlificazione e la ridefinizione del ruolo dei centri. vento mira a realizzare progetti finalizzati a potenziare le L'obiettivo perseguito dal Progetto avviato dalla Direzione attività di supporto alle innovazioni delle imprese sui temi Generale per la Lotta della Proprietà alla Contraffazione Industriale. Nuove misure per la registrazione UIBM del Ministero di marchi comunitari e internazionali. dello Sviluppo Dalla illustrazione Per le Pmi bergamasche Economico insieme che precede risulta all'Unioncamere, evidente come il che intendono depositare attraverso la Patent Information un marchio si riconosce Convenzione siglata Point (PIP) della un'agevolazione dell'80% per le spese il 17 dicembre 2009, CCIAA di Bergamo sostenute prevede la realizzasi profila come advizione di attività di sor nel campo delsupporto alle innovazioni delle imprese, di informazione e l'informazione brevettuale, garantendo un'assistenza semdi sensibilizzazione sui temi della Proprietà Industriale sul pre più completa e demandando per i diversi aspetti ineterritorio, attraverso le Camere di commercio e la rete dei renti e per ogni profilo gestionale, all'opportuno intervenCentri di informazione brevettuale PATLIB (Patent to dei professionisti specialisti nei diversi campi. Library) e PIP (Patent Information Point). Il programma di L'auspicio è, comunque, che queste brevi note siano di attività ha l'obiettivo di: potenziare a livello locale i servisprone per imprenditori, professionisti e consulenti ad zi di informazione e assistenza delle Camere di commercio avvicinarsi all'informazione brevettuale e alle sue opportualle imprese per l'utilizzo del sistema per il rilascio dei nità con sempre maggiore consapevolezza.

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Il premio

LAVORO E PROGRESSO CINQUANTA CANDELINE MEZZO SECOLO DI VITA PER IL RICONOSCIMENTO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DEDICATO AI LAVORATORI AI DIRIGENTI E ALLE AZIENDE DEL TERRITORIO

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l Riconoscimento del lavoro e del progresso economico, manifestazione della Camera di commercio, giunta alla 52esima edizione e organizzata alla Fiera per premiare le eccellenze lavorative del nostro territorio, è stata una vera e propria festa del lavoro orobico che si è tenuta la scorsa domenica 16 dicembre. Alla presenza della giunta camerale, rappresentata dal presidente Paolo Malvestiti, da Matteo Zanetti, Luigi Trigona, Angelo Carrara, Franco Nicefori, Giancarlo Colombi e Patrizio Fattorini e del segretario generale Emanuele Prati, sono stati assegnati 64 riconoscimenti a lavoratori e imprenditori suddivisi in cinque categorie; lavoratrici e lavoratori dipendenti o autonomi (6 premi), dirigenti d'azienda (1 premio), imprese industriali/commerciali/agricole/artigiane (12 premi), coltivatori diretti (5 premi) e lavoratrici e lavoratori dipendenti; Anzianità e Fedeltà (40 premi). L'ente camerale bergamasco ha inoltre voluto attribuire tre speciali benemerenze: Carlo Pesenti - consigliere delegato di Italcementi spa e ideatore di i.lab, per lo spirito d'innovazione e il coraggio di fare investimenti importanti -, Felice Rizzi - titolare dal 2004 della cattedra Unesco "Diritti dell'uomo ed etica della cooperazione internazionale"

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all'Università di Bergamo che si è contraddistinto per la sua apertura verso l'integrazione dei popoli attraverso il lavoro - e, infine, la Diocesi di Bergamo, per l'attenzione ai cambiamenti del lavoro e dell'economia. A margine dell'appuntamento sono stati dati alcuni riconoscimenti anche ad imprese storiche della Bergamasca, tra cui la Baldassare Agnelli S.p.a. di Lallio.

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Piazzole & Posti auto

PARCHEGGIO RIUNITI CONTRO IL TICKET RACCOLTA FIRME E PETIZIONE ON LINE NURSIND, L'ORGANIZZAZIONE DI CATEGORIA DEGLI INFERMIERI, SUL SITO «PETIZIONE PUBBLICA» HA LANCIATO UNA PETIZIONE CONTRO IL PAGAMENTO DEL POSTO AUTO NELL'AREA DELLA TRUCCA. GRATUITO, INVECE, IN LARGO BAROZZI IL PARCHEGGIO PER I DIPENDENTI DELL'OSPEDALE

P

agare il parcheggio per andare a lavorare. Per i dipendenti degli ospedali Riuniti di Bergamo che "traslocano" nella nuova struttura ospedaliera dedicata al Beato Giovanni XXIII tra le altre novità, per "guadagnarsi la pagnotta", c'è anche quella che dovranno pagare il parcheggio. Il ticket da 50 euro fissato nella convenzione con il privato che ha realizzato i posti auto nell'area della Trucca è oggetto di un confronto tra lavoratori, che vorrebbero il servizio gratuito come in largo Barozzi, e l'Azienda che invece propone il pagamento di una tariffa: "L'unica certezza sul parcheggio - scrivono i dipendenti - è quella di ridurci lo stipendio, penalizzazione ingiusta ed inaccettabile". In un comunicato firmato Nursind (l'organizzazione di categoria degli infermieri) e datato 9 gennaio 2012 (un anno fa!) vengono sollevati dubbi sulla sosta e "chiedono di far decadere il contratto in essere con la Bergamo Ho-spital Parking, in modo da gestire direttamente il nuovo parcheggio da parte dell'azienda, al fine di rendere gratuito l'accesso ai dipenden-ti e accettabili le tariffe del parcheggio per gli esterni e di utilizzare gli utili di gestione per finanziare la formazione e la ricerca aziendale". Sempre secondo l'organizzazione di categoria degli infermieri l'area potrebbe fruttare "un incasso annuo dai soli visitatori di 2,5 milioni di euro che assommati ai 1,8 milioni dai dipendenti, farebbero recuperare i costi alla società di gestione in soli 4 anni ed i rimanenti 22 anni le farebbero incassare 94,6 milioni di euro". Con lo slogan "Perché i proventi del parcheggio Nuovo Ospedale diventino una risorsa pubblica e non un business privato" lanciano una raccolta firme tra i

dipendenti dell'azienda e la cittadinanza con tre motivazioni: Primo "Se vuoi che il parcheggio sia gestito dall'ospedale e non da privato, a costi accettabili per l'utenza e gratuito per i dipendenti"; secondo "Se vuoi che i ricavi di gestione vadano alla formazione e alla ricerca sanitaria del Beato Giovanni XXIII" e terzo "Se non vuoi che il privato speculi sulla salute pubblica". A fine febbraio, a sostegno delle argomentazioni suddette, consegnano ufficialmente al direttore generale dell'ospedale Carlo Nicora 2.141 firme. Non soddisfatti su sito "Petizione Pubblica" lanciano anche una petizione on line "Destinare gli utili del parcheggio del Nuovo Ospedale di Bergamo alla Formazione e Ricerca Sanitaria" indirizzata al presidente della Provincia di Bergamo Ettore Pirovano e a Carlo Nicora e, tra l'altro, chiedono che "ai dipendenti sia consentito l'accesso gratuito al parcheggio loro riservato". La petizione online per far esprimere i bergamaschi ha raccolto, al momento, 583 adesioni. Più che nel numero sollevano spunti di riflessione i commenti di coloro che hanno sottoscritto la petizione. Egidio Viganò scrive "Comunque è assurdo pagare un parcheggio per recarsi all'ospedale", mentre Emilio Colombo precisa che "Sono d'accordo con la proposta tranne quella del parcheggio gratuito ai dipendenti. Ho sempre lavorato anche in città diverse e mi son sempre pagato i parcheggi!". Valeria Canali lancia una sua proposta "Sono d'accordo con il far pagare il parcheggio ma solo con un abbonamento annuale a titolo rappresentativo del servizio che comunque viene reso al dipendente (che so, tipo 50 euro all'anno se però vieni garantito il posto auto)". Solleva un altro dub-

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PARCHEGGIO

Posti auto e costi di realizzazione 3.600 1.200 6.000 1.200 720.000 500.000 4/5.000.000 16.269.397 9.500.000 28 anni 600 mq.

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77.981

150.000 77.111

Dipendenti dei Riuniti Posti auto riservati ai dipendenti Media giornaliera dei visitatori Posti auto riservati ai visita tori Euro: affitto annuo che pagherà all'Az. OO.RR.BG la concessionaria BHP Euro: budget annuo per formazione e aggiornamento agli OORRBG Euro: ricavo annuo ipotizzabile dalla gestione del nuovo parcheggio Euro: costo del parcheggio Euro: transazione a favore di BHP a causa rinvio apertura Nuovo Ospedale Durata del contratto di concessione alla BHP Area commerciale ad uso della BHP al 1° livello del parcheggio coperto Attività concesse alla BHP nel parcheggio: autolavag gio, officina, trasporto, noleggio, pubblicità. Euro: somma ricevuta dall'Ist. Mario Negri con il 5 per mille dai contribuenti nel 2007 Euro: somma ricevuta dall'Ass. Paolo Belli con il 5 per mille dai contribuenti nel 2010 Euro: somma devoluta dall'Ass. Cure Palliative ai Riuniti nel 2009 Euro: somma ricevuta dall'Ass. Cure Palliative con il 5 per mille dai contribuenti nel 2008

bio Giuliana Casati "disposta a pagare ma abbiamo la certezza che i posti auto bastino per tutti i dipendenti?". In ultimo Stefania Rigamonti scrive "Mi piacerebbe poi sapere il risultato della petizione, oltre che la data definitiva dell'apertura dell'ospedale".

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I TIR Logistica & Trasporti

OBBLIGATI A INNOVARSI UN SETTORE FONDAMENTALE PER TUTTO IL TRASPORTO MERCI ITALIANO ESPLORA NUOVE STRADE PER USCIRE DALLA CRISI GALOPPANTE

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ei 620.779 autocarri per il trasporto merci che circolavano in Lombardia all’1/01/2012 il 96,72% erano alimentati in maniera tradizionale, e cioè a benzina o a gasolio. Solo il restante 3,28% del parco circolante era composto da autocarri verdi e quindi alimentati a metano, a GPL o elettrici. Tra le province lombarde quella con la percentuale maggiore di autocarri verdi è Milano (4,18%), seguita da Brescia (4,09%) e Lodi (3,61%). Sempre ad inizio 2012 in Italia dei 4.021.413 autocarri circolanti solo 99.448 (che corrispondono al 2,47%) erano alimentati a metano, a GPL o elettrici, mentre i restanti 3.921.965 (e cioè il 97,53%) erano a benzina o a gasolio. Nella graduatoria delle regioni stilata in base alla percentuale di autocarri ecologici sul totale del parco circolante di autocarri la Lombardia si colloca in quarta posizione.

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Esedra è il rivoluzionario e completo sistema per serramenti in alluminio facile da applicare e capace di risolvere con stile qualsiasi esigenza architettonica e d’arredo. Prodotti in svariate forme, dimensioni e finiture, i serramenti Esedra sono adatti a tutte le esigenze costruttive residenziali, commerciali e industriali. L’alluminio rende gli infissi Esedra durevoli nel tempo, indeformabili e completamente riciclabili senza alcun danno per l’ambiente. Inoltre le nuove tecnologie applicate al taglio termico e al vetro permettono ad Esedra il raggiungimento di bassissimi valori di trasmittanza permettendo all’utilizzatore un notevole risparmio energetico. La nuova serie HT 54-62 è stata infatti studiata per spingersi al di sotto del valore di trasmittanza 1,6 W/m2 K, parametro di riferimento nazionale per poter usufruire degli sgravi fiscali (contributo del 55%) per le spese sostenute nell’adeguamento della casa in materia di risparmio energetico. La nuova serie HT 54-62 e tutti gli altri sistemi Esedra sono certificati (PERMEABILITÀ DELL’ARIA, TENUTA ALL’ACQUA E RESISTENZA AL CARICO DEL VENTO) e mercati CE (UNI EN 14351-1). L’innovativo sistema HT 54-62 e le altre serie Esedra sono vendute in Italia da Agnelli Metalli di Lallio (BG), e dalle filiali di Rosignano (LI) e Oristano. In Europa dall’Agnelli Metalli Poland di Katowice.


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Testo & foto di Giorgio Chiesa

CISAF Il rilancio

L'INNOVAZIONE CORRE VELOCE DOPO UN MOMENTO DI DIFFICOLTÀ, L'AZIENDA BERGAMASCA SPECIALIZZATA NEI TRASPORTI - GRAZIE ALLA GUIDA DI ANDREA CALLIONI - HA SAPUTO RIALZARSI INVESTENDO SULLE IDEE

L

«Il nostro fatturato dipendeva per il 20% dal trasporto su gomma per l'80% dalle ferrovie. In pochi anni possiamo dire che la proporzione si è completamente ribaltata»

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ottare contro le fluttuazioni del mercato grazie alla grinta di un giovane manager, che ha deciso di rinunciare alla sua carriera già ben avviata per prendere le redini dell'azienda di famiglia, in un momento di certo non facile a livello macroeconomico. Stiamo parlando di Andrea Callioni, che con la sua Cisaf - impresa bergamasca presente sul territorio nazionale da oltre 50 anni (dal 1958 per la precisione) - offre servizi di trasporto affidabili e su misura ad ogni esigenza. "Ho compiuto la mia scelta alla fine del 2006, quando mio padre è venuto a mancare. L'azienda era in difficoltà, riportava utile solo grazie ad attività straordinarie non legate a quella principale dei trasporti. Ma era una strategia che, sapevo bene, poteva funzionare solo per tamponare l'emergenza e l'imminenza. Così, nel 2010, in concomitanza del cambio societario che mi ha visto prendere la proprietà esclusiva dell'azienda, decisi di scrivere una lettera ai dipendenti nella quale, con la massima sinceri-


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tà, illustravo quali erano le due prospettive a cui saremmo potuti andare incontro".

plementazione di molta tecnologia (di cui sono appassionato) nella quotidianità del lavoro".

Qual era dunque il messaggio della lettera? "Eravamo specializzati in trasporto ferroviario, un lavoro di nicchia con buoni margini ma volumi in forte diminuzione. Quindi, se ci fossimo soffermati solo su quello che sapevamo fare bene, avremmo dovuto compiere un ridimensionamento aziendale. Viceversa, avevamo la possibilità di darci da fare, rimboccarci come si suole dire le maniche, e specializzarci anche nel trasporto su gomma, per cercare di crescere. Tutti insieme abbiamo deciso di andare avanti ed affrontare la sfida".

Tecnologia di che tipo? "Siamo stati i primi in Lombardia a montare dispositivi satellitari d'ultima generazione sui nostri camion. Quest'ultimi erano a loro volta collegati tra di loro, con il data center e con il nostro gestionale creando un sistema integrato (e-truck). Tutto viene quindi gestito in tempo reale e il cliente, dal canto suo, può controllare in ogni momento la spedizione ricevendo da noi comunicazioni sull'ora esatta della consegna. Come dicevamo, forniamo servizi a forte valore aggiunto".

Come ha risposto il mercato? "Il nostro fatturato dipendeva per il 20% dal trasporto su gomma, per l'80% dalle ferrovie. In pochi anni possiamo dire che la proporzione si è ribaltata, proprio perché è stato il mercato a chiedercelo. La nostra scelta è stata comunque premiata". Come avete fatto a competere in un momento di crisi? "Come dicevo, dandoci da fare, costruendo il miglioramento mattone dopo mattone. All'epoca feci un progetto con l'Università di Bergamo nell'area marketing, che ci permise d'intensificare i fattori critici di successo importanti per il clienti. Capimmo che, anche in un momento di crisi, la competizione non poteva essere basata unicamente sul prezzo, ma era importante il valore aggiunto offerto con il servizio. Iniziammo così a lavorare su nuovi aspetti: la disponibilità di mezzi ad hoc per ogni esigenza, la loro pulizia, le divise curate, fino ad arrivare all'im-

Ci sono alcune variabili, come il costo del carburante, che hanno messo in ginocchio l'intero settore. "Come tutti anche noi abbiamo risentito dei folli prezzi a cui è arrivato il diesel. Ma non siamo rimasti a guardare e abbiamo avviato progetti specifici per tamponare il fenomeno: mi riferisco a studi per misurare e migliorare l'efficienza aerodinamica dei nostri camion e a corsi di guida economica - organizzati da Iveco - che hanno messo in luce alcuni accorgimenti utili per risparmiare nella guida di tutti i giorni". Da quanti camion è composto il vostro parco mezzi? "Contiamo 18 mezzi, tutti di proprietà, capaci di trasportare anche merci pericolose ed eccezionali. Tutti i processi chiave vengono gestiti internamente, da quest'anni anche tutti gli interventi di manutenzione sono effettuati al nostro interno. Questo per avere più controllo sulle spese e per riuscire ad essere più tempestivi (quindi più flessibili per il cliente) negli interventi".


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45esimo

EDUCAZIONE E PUNTUALITÀ UNA RICETTA «MADE IN ACB»

LA STORICA AZIENDA DI TRASPORTI DI OSIO SOTTO, CAPITANATA DA PATRIZIO CAPPELLA, HA SAPUTO INNOVARSI CHIUDENDO CON RISULTATI POSITIVI - NONOSTANTE LA CRISI GLI ULTIMI QUATTRO ANNI

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accontare un'azienda che si appresta a compiere il 45esimo anno di età non è facile. In particolare perché, come è ovvio, a succedersi in questa speciale impresa sono state diverse generazioni, che a seconda del mercato nel quale hanno operato si sono sapute organizzare per continuare a fornire ai propri clienti un servizio d'eccellenza. Questa volta parliamo di un fiore all'occhiello nel settore dei trasporti, la "ACB di Bruno Cappella", che nel corso degli anni ha vissuto un fortunato cambio di generazione capitanato dal figlio Patrizio, al timone dell'impresa di Osio Sotto, che ha saputo innovare la propria realtà rinnovando anche se stesso. Una flessibilità, questa volta a livello mentale, che si è palesata con la crisi del 2008 e

con la capacità, proprio di Patrizio Cappella, di rimettersi in gioco, frequentando corsi di specializzazione in marketing e affidandosi ad una scuola di management che ha saputo valorizzarne le doti imprenditoriali e commerciali. "Siamo passati dall'era dell'abbondanza a quella dell'abbastanza, la visione del lavoro è totalmente cambiata e per queste ragioni ho deciso che qualcosa doveva cambiare anche nel nostro modo di concepire il business. Sono stato io, in prima persona, a voler imparare qualcosa di nuovo, che non avevo mai fatto, nel settore della comunicazione. Grazie a questo tipo di flessibilità che nell'ultimo triennio ha accompagnato non solo me, ma anche tutti i miei collaboratori, siamo riusciti a crescere negli annus horribilis, il


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«Effettuiamo trasporto e logistica su tutto il territorio nazionale ed europeo La nostra azienda, oltre a effettuare spostamenti di merce generica, effettua anche trasporti di merci pericolose e di rifiuti speciali»

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2009, 2010 e 2011. Abbiamo chiuso anche il 2012 con un ulteriore incrementi di fatturato, un bel modo per festeggiare i nostri 45 anni". Ci racconti le origini lontane della Bruno Cappella. "Il fondatore fu mio padre Bruno, con al fianco sua moglie Gabriella Carissimi. Sono stati loro, con grandi intuizioni, a capire l'importanza che aveva il mantenimento della puntualità delle consegne. Questa metodologia o filosofia mi è stata trasferita fin dalla tenera età, assieme alla dedizione totale al lavoro dei miei genitori. Ora cerco di trasmettere tutti i valori che ho imparato ai miei collaboratori, l'azienda - specialmente in tempi come quelli che stiamo attraversando - deve essere vissuta come una famiglia, bisogna essere uniti e disponibili a darsi una mano vicendevolmente. Io stesso ho voluto rimettermi in gioco, ho cercato di capire in prima persona quali erano le problematiche da risolvere e ho cercato di colmare il gap che avevamo proprio in fatto di marketing e comunicazione. Rimango, per certi versi, ancorato alla vecchia scuola, quella per cui se una cosa non lo sai fare non la puoi insegnare". Qual è il valore aggiunto della vostra realtà? "Effettuiamo trasporto e logistica su tutto il territorio nazionale ed europeo. La nostra azienda, oltre a effettuare spostamenti di merce generica, effettua anche trasporti di merci pericolose e di rifiuti speciali. Per il Nord Italia garantiamo la

consegna in meno di 24 ore, anche se quello che ci rende unici sono due semplici valori a cui teniamo molto: educazione e puntualità. Con la prima ci riferiamo a tutti quegli aspetti che ci rendono disponili e cortesi verso tutti i nostri clienti. Mentre sappiamo bene che dalle nostre spedizioni può dipendere il successo dell'imprenditore e di tutte le persone che lavorano con lui. Per questo l'educazione si collega all'estrema cura della puntualità, ovvero al rispetto dei tempi concordati".

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Testo & foto di Giorgio Chiesa

«Il nostro valore aggiunto è l'esperienza, siamo a Bergamo da quasi 12 anni e abbiamo recentemente vinto appalti anche in altri aeroporti»

Filippo Cutrona

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Handing Aeroportuale

ALPINA SERVICE

LE BRACCIA DEL «CARAVAGGIO AIRPORT» PER LA REALTÀ DI FILIPPO CUTRONA ALTRI 5 ANNI DI COLLABORAZIONE CON SACBO, GRAZIE ALLA VITTORIA DELLA GARA INDETTA PER LA GESTIONE DELLA MOVIMENTAZIONE SU TERRA DELL'AEROPORTO DI ORIO AL SERIO

È

un imprenditore a dir poco lungimirante Filippo Cutrona. Grande lavoratore che non si è dato mai per vinto, ha saputo sfruttare ogni momento del mercato a suo vantaggio e oggi, con la sua Alpina Service - che è socia anche dell'altra realtà AGS (Airport Global Service) - ha vinto nuovamente l'appalto indetto da Sacbo per lavorare all'interno dell'universo Orio al Serio. Ma andiamo con ordine, perché, come detto, Cutrona non è "nato" nelle piste d'atterraggio dell'aeroporto, ma tra le curve della strada. "Avevo una società di trasporti che decisi di lasciare per concentrarmi maggiormente in un altro settore che stava esplodendo. Fui lungimirante perché mi dedicai interamente ad Alpina Service nel 2001 (l’azienda nacque nel 1991), un anno prima dell'ingresso ad Orio al Serio di Ryanair. Oggi, all'interno dell'aeroporto, la mia realtà opera in appalto nei confronti della società di gestione, per svolgere tutte le attività di movimentazione. Il bagaglio viene curato dal momento in cui il passeggero lo consegna al check in; siamo noi a prenderlo in carico con tutte le responsabilità che ne conseguono. Lo smistiamo nei vari voli e lo carichiamo direttamente sull'aeromobile".

nel momento in cui atterra sulla pista di Orio, portando le scale per lo spostamento delle persone, il generatore per il mantenimento dell'energia elettrica a motore spento e così via".

Quali altri servizi offrite? "Puliamo gli aerei igienizzandoli all'interno. Inoltre, ci occupiamo della movimentazione del settore merci nel suo complesso: dalla parte documentale al ricevimento delle merci stesse, passando per il confezionamento, lo smistamento, il riconfezionamento e il carico/scarico dagli aeroplani".

ALPINA IN PILLOLE, I SERVIZI

Per quanto riguarda, invece, AGS? "Con AGS ci dedichiamo in maniera totale all'utente passeggero. Ci curiamo di lui dal check in fino all'imbarco vero e proprio. Forniamo poi tutto il supporto necessario all'aereo

Qual è il vostro valore aggiunto? "Certamente l'esperienza, siamo a Bergamo da quasi 12 anni e abbiamo recentemente vinto appalti anche in altri aeroporti, come quello di Torino e Verona". Da quante persone sono composte le sue aziende? "Solo a Bergamo siamo in 120. Abbiamo aggiunto altre 30 persone su Torino e siamo presenti anche a Verona sia con Alpina che con AGS. A questi numeri, riferiti solo ad Alpina, vanno aggiunte altre 90 persone circa che lavorano per AGS, a Bergamo e Verona. Il fatturato consolidato si attesta attorno ai 6 milioni di euro e per i prossimi 5 anni, come dicevamo grazie al nuovo appalto vinto, puntiamo a crescere ancora".

TRANSIT POINT: attività di magazzino tra cui ricevimento e controllo delle merci, smistamento e l'approntamento delle spedizioni HANDING AEROPORTUALE: servizi di assistenza a terra CATENA DI MONTAGGIO: gestione dell'assemblaggio completo di macchine industriali LOGISTICA INTEGRATA: gestione delle attività di trasporto, in tutte le diverse fasi SERVIZI VARI: movimentazione e trasloco arredi, pulizie

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A differenza dell'oro lavorato ed essendo espressione al 999,9% dell'oro in purezza, il lingotto è tra gli ultimi beni rifugio a non essere sottoposto al 21% di Iva

Pepite & Lingotti

INVESTIMENTI IL MATTONE? MEGLIO I MATTONCINI D'ORO CORSA AL METALLO PREZIOSO NELLA FORMA DI LINGOTTINI CERTIFICATI, DI DIVERSE DIMENSIONI E PER TUTTE LE TASCHE. UN GRUPPO DI GIOIELLIERI LOMBARDI CONSORZIATI IN «OROGIOIELLO», TRAMITE LA 8853 SPA, STORICO BANCO DI METALLI PREZIOSI MILANESE, PROPONE UN'INTERA GAMMA DI LINGOTTI. DAI 5 FINO AD OLTRE MILLE GRAMMI 68


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L'

epopea del Klondike è di oltre un secolo fa ma l'oro continua ad essere per il piccolo risparmiatore e per l'investitore il bene rifugio per eccellenza e, in tempi di crisi, ha assunto una veste nuova: i lingottini. Questo si spiega con la crescente sfiducia nei mercati azionari e con la ricerca di sicurezza in un investimento fisico, che si può toccare con le mani. Con lingotti d'oro, infatti, si indica la forma usuale e conosciuta dei piccoli o grandi mattoncini. Il motivo?

proprio portafoglio. "Non è direttamente influenzato dalle politiche economiche di ogni singolo paese - continua il titolare della gioielleria di Città Alta - e non può essere ripudiato o "congelato" come nel caso di alcuni beni cartacei. Il suo peso determina facilmente il valore dell'oggetto. E' indistruttibile, è facilmente riconoscibile ed è accettabile come forma di pagamento". E poi, al basso rendimento dei buoni fruttiferi postali si preferisce investire, anche piccole somme, nei lingotti d' oro. "Il lingottino - spiegano i gioiellieri consorziati - può essere anche un'idea regalo". Un altro aspetto è la cosiddetta liquidità perché "può essere venduto 24 ore su 24 in uno o più mercati in tutto il mondo". Le gioiellerie bergamasche consorziate in "Orogioiello" rispondono ai clienti che quotidianamente intendono acquistare oro con la certezza di acquistare lingotti di qualità garantita. "Ci siamo appoggiati - continua Brivio - all'esperienza di uno dei più quotati banchi metallo milanesi. Comunichiamo alla "8853" le richieste dei clienti e, tramite il banco di metalli, possiamo proporre tutta una gamma

A differenza dell'oro lavorato ed essendo espressione al 999,9% dell'oro in purezza, il lingotto è tra gli ultimi beni rifugio a non essere sottoposto al 21% di Iva. A differenza degli immobili o delle opere d'arte l'oro rappresenta un veicolo di investimento stabile: negli ultimi 5 anni il prezzo dei lingotti e delle monete di oro non ha smesso di crescere, in contrasto con la tendenza registrata dalle azioni in borsa. Entrando da "Brivio Gioielli", la gioielleria che si trova lungo la corsarola di Città Alta, tra le luci delle vetrine si distingue sul banco il biondo metallo nel taglio da 5 grammi. Il titolare Fabrizio Brivio con nove gioiellieri bergamaschi e due bresciani ha dato vita a "Orogioiello", un consorzio tra gioiellieri lombardi che fornisce consulenza gratuita ai clienti interessati ad acquistare oro sotto forma di lingotti. I clienti interessati vengono segnalati ad uno dei più importanti banchi metalli milanesi, la 8853 SPA, la quale si occupa direttamente di tutta l'operatività di vendita dei lingotti garantiti dal marchio "Mario Villa" presente da più di 60 anni in Italia. "Negli ultimi tempi - spiega Brivio, portavoce del Consorzio -, è cresciuta la domanda di metallo puro, di lingotti rispetto ai gioielli che vengono percepiti più come oggetti di moda che come un investimento di lungo periodo". Investire in oro diventa un modo per tutelare il proprio patrimonio, al riparo dall'inflazione, e per diversificare il

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di lingotti, dai 5 fino ad oltre mille grammi". Infine il prezzo che non è fisso ma cambia quotidianamente. Dal 1919 la Borsa di Londra ha il compito di determinare due volte al giorno il cosiddetto "fixing dell'oro", ossia il prezzo medio di riferimento. Tenuto conto dei costi di realizzazione, del trasporto e dell'assicurazione "per un minilingottino da 5 grammi - conclude Brivio - acquistato a dicembre, nei giorni di Santa Lucia il costo è stato di 260 euro".

Metallo giallo

ORO: I MOTIVI PER INVESTIRE

Il suo valore è destinato a crescere nel tempo. E poi si può acquistare e vendere facilmente

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L'ORO COME INVESTIMENTO. Il suo valore è destinato a crescere, negli ultimi dieci anni il prezzo è addirittura triplicato. Acquistarlo oggi significa possedere un bene destinato ad aumentare il suo valore nel tempo.

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ACQUISTARE ORO SOTTO FORMA DI LINGOTTI. Significa mettere al sicuro mettere al sicuro una parte dei propri investimenti. Gran parte dei consulenti finanziari consigliano di avere un 10% del proprio patrimonio investito in oro fisico.

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E' DESTINATO AD ESAURIRSI NEL TEMPO. Altri giacimenti saranno scoperti, nuove tecnologie faciliteranno la sua estrazione, ma l'oro

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non è una fonte rinnovabile e dunque la sua rarità ne accrescerà sempre di più il valore.

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SI CONSERVA FACILMENTE. In pochi grammi si racchiude un grande tesoro, è facilmente trasportabile, è facile stabilirne il valore attraverso il peso ed il titolo.

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CONSENTE LIQUIDITÀ IMMEDIATA. E' facilmente vendibile e la differenza tra prezzo d'acquisto e di vendita è minimo e, comunque, misurabile e comparabile.

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LA BELLEZZA DELL'ORO. Quando si vuole indicare qualcosa di prezioso si parla di oro. Quando

si vuole indicare qualcosa di affidabile si parla di oro. Si suol dire parole per indicare la saggezza e cuore d'oro per la bontà e la generosità.

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IMPORTANTE AFFIDARSI SEMPRE A PERSONE COMPETENTI E AUTORIZZATE. Affidarsi ai gioiellieri è importante perché si può sempre avere una consulenza precisa e un consiglio utile su come muoversi. Un gioielliere garantisce sempre la qualità dell'oro che vende ed applica un prezzo in linea con il mercato.


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foto di Alberto Mariani

XPHARMA LA FARMACIA DEL FUTURO? È NETWORK ROAD SHOW A PAGAZZANO DALL’ANTIRAPINA AL FARMACO ONLINE PER COMPETERE NELLA GRANDE SFIDA DELLA SALUTE

Max Aquilino

C

he il "sistema farmacia" stia cambiando volto e dinamiche di business è ormai una realtà. A livello europeo per esempio, assistiamo ad una sempre più massiccia concentrazione di punti vendita farmacia sotto poche, grandi insegne di distribuzione: Celesio, Phoenix, Alliance Boots. La tipica farmacia privata, spesso gestita a livello familiare, a cui siamo abituati, potrebbe ben presto sparire anche in Italia, questo il grido d'allarme lanciato dal Dr. Alfredo Sassi, Direttore generale di CTF Group, fondata nel 1943 con il nome di Cotifa e oggi quarto gruppo distributivo italiano e riferimento logistico e commerciale di oltre 3.000 farmacie. Ma, ha spiegato il dr. Sasso, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, oggi il competitor più aggressivo e diretto della farmacia non è la GDO, con l'apertura di punti vendita dedicati, bensì i grandi gruppi di distribuzione intermedia del farmaco, che potrebbero decidere politiche di acquisto e concentrazione delle farmacie private, proprio come già succede nel resto d'Europa. Quali armi allora in mano alle farmacie private per diventare più forti e non cedere alla crisi? La risposta arriva da una nuova realtà di settore, presentata sabato 15 dicembre nella splendida cornice del centro La Corte Berghemina, adiacente al castello di Pagazzano nell'ambito del Convegno "La Farmacia del Futuro". XPHARMA è un network di sei aziende che hanno sede in provincia di Bergamo ma esperienze e competenze di respiro interna-

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zionale che, ciascuna nel proprio campo, intendono ripensare, riorganizzare e rivitalizzare le farmacie private, dando vita a quella che potrebbe diventare, in Italia, la "Farmacia del Futuro", in risposta alle minacce di una congiuntura economica sfavorevole e di un alto rischio "concentrazione" che toglierebbe margini e potenzialità d'azione alle farmacie tradizionali. XPHARMA è consulenza e servizio a 360°, perchè dall'analisi del punto vendita emerge il supporto per ottimizzare ogni attività che interessa la farmacia. Il partner capofila di XPHARMA è l'azienda Medicallife di Calvenzano, che, partendo dalla produzione e distribuzione di cosmetici di alta gamma - le linee Manù, Jeunex HT, Platix HT- a base di principi attivi preziosi e innovativi, arriva oggi a proporre alle Farmacie spazi "SPA" e da trattamento estetico "chiavi in mano", innovativi concept d'arredo funzionali e modulari che creano sul PDV dei veri e propri "Store in store" su superfici a partire da soli 9 mq. Ma lo spazio Farmacia, che deve oggi essere ripensato in termini di "marketing" e di "Comunicazione visiva", può contare, grazie ad XPHARMA, su due importanti alleati: APDesign progetta e realizza spazi "salute e benessere" che possano creare percorsi interessanti ed appealing per i potenziali consumatori che entrano in farmacia, suggerendo loro nuovi prodotti e nuovi servizi. E LED TECHNOLOGY srl crea insegne e illuminazioni "hi-tech" a tecnologia LED, i cui componenti principali provengono da azien-


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de tedesche e nord americane leader nel settore,nel rispetto delle più recenti normative internazionali e nazionali. La Farmacia, disponendo di denaro contante "cash", necessita oggi più che mai anche di servizi di sorveglianza antirapina -"reato contro le persone", precisa il Dr. Flavio Stefani- e anti-intrusione -"quindi furto, reato contro il patrimonio"-, che vengono in questo caso proposti da BETA ELETTRONICA, azienda di Treviglio partner XPHARMA che, grazie al progetto "Secur Shop" voluto da Confcommercio, Confesercenti e Comufficio e attivato con il Ministero dell'Interno, può vantare ben 180 centrali operative sul territorio collegate a Questure e Comandi Provinciali dei Carabinieri, a tutto vantaggio della sicurezza. Entrando in area finanza, il Dr. Gian Carlo Rosini, esperto di Amministrazione, finanza e Controllo, di GCR Consulting, è il partner di XPHARMA più attento al budg-

te più farmacie possibili e i prodotti e servizi da queste offerti, in modo da risolvere con un semplice "click" qualunque richiesta dell'utente, sia di informazioni che di acquisto online. Una vera "rivoluzione" viene chiesta oggi alla farmacia, che necessita di un alto grado di informatizzazione del punto vendita, come spiega nel suo intervento il Dr. Visentin di "Consulentinfarmacia". Perché grazie all'informatica ci si differenzia in termini di efficienza ma anche di servizio, con attività mirate di FIDELIZZAZIONE DEL CLIENTE, per coccolare e premiare i clienti "ad alta spesa" e per incentivare il ritorno in farmacia anche quando non sia ha reale necessità di un farmaco. Per non parlare dell'"automatizzazione" del magazzino, scelta che, come ha spiegato uno dei relatori presenti al convegno, il dr. Giuseppe Basso, responsabile commerciale di Pharmathek, consente oggi al farmacista di liberare gli operatori per dirottarli sul servizio alla clientela, con risparmio di tempo, miglior impiego del personale e maggior

Da sinistra: hostess Flavio Stefani (CEO Beta Elettronica) Max Aquilino (CEO Medicallife Cosmetics) Alberto Pescali (CEO AP Design) Alfredo Sassi (Dir. Gen. CTF group)

et e all'ottimizzazione delle risorse… Questo con lo scopo di individuare i punti di forza e di debolezza aziendali ed eventuali anomalie di gestione, analizzando scostamenti, incidenze, varianze e andamenti periodici per meglio orientare le scelte di business dell'impresa farmacia. Tra le aziende del network XPHARMA infine anche CORIWEB, che permetterà ai PDV di interagire con un potenziale cliente non più passivo ma attivo, alla ricerca di soluzioni e prodotti tramite internet, portali web, per acquisti spesso con ecommerce. Il solo sito-vetrina potrebbe ormai non bastare più, ma va promosso attivamente e costantemente, e l'alto grado di visibilità online interessa certo anche la Farmacia, soprattutto se il cliente cerca prodotti e servizi molto "esclusivi". Per rendere ancora più incisiva la presenza online, Coriweb sta sviluppando il portale "MULTIFARMACIA", che riunisca quan-

soddisfazione del cliente finale. Il che, naturalmente, si traduce in incrementi di fatturato (fino a +64%). Non stupisce, dunque, visto lo spessore e la complessità delle aree di pertinenza del farmacista, che oggi deve togliere il camice per diventare imprenditore a tutti gli effetti, che l'idea di XPHARMA possa costituire una base solida per ripensare e rilanciare la Farmacia in Italia, permettendole di competere in un mondo sempre più vasto e ricco di interconnessioni. Come sottolinea Max Aquilino di Medicallife "Dall'arredamento all'illuminazione, da portali web tematici alla sicurezza, dalla consulenza gestionale agli accordi commerciali, XPHARMA è capace di dare una risposta esauriente ed immediata. Tanti servizi per la Vostra farmacia, un'unica risposta: XPHARMA"

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LA VITTORIA DEL GRAFENE DALL’AZIENDA DI MADONE L’ULTIMISSIMA GAMMA DI PNEUMATICI PER BICI

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a rivoluzione degli pneumatici per bicicletta arriva dalla nanotecnologia del grafene che, prima al mondo, la Vittoria di Madone si prepara a innestare nella mescola, rendendo le sue caratteristiche eccezionali se paragonate ad altri materiali come grafite e carbon black utilizzati regolarmente nell'industria. "Con piccolissime quantità si dispone di una enorme superficie attiva" ha spiegato Giulio Cesareo, CEO di Directa Plus che è riuscita ad industrializzare la produzione di questo materiale rendendolo competitivo dal punto di vista economico. Un'occasione che non è sfuggita a Rudie Campagne, presidente di Vittoria Group. "Quattro anni fa ci siamo seduti a bere un caffè Laura per parlare di questo materiale - spiega il presidente Campagne - e Polloni quando Cesareo me ne ha presentato le caratteristiche gli ho detto: "tu pensa a rendere il procedimento industriale, che a come sfruttarlo ci penso io"". Sulle caratteristiche dei prossimi pneumatici Campagne non si sbilancia, ma spiega: "Il nostro non è progetto visionario, ma una prospettiva concreta anche se stiamo implementando qualcosa di completamente nuovo. Directa Plus ha brevettato un nuovo sistema per la produzione di nanomateriali di carbonio e noi lo realizziamo. Siamo pronti: abbiamo la tecnologia, gli strumenti, le persone. I primi test ci dicono che i progressi ottenibili con il processo G+ sono tantissimi. Il nostro obiettivo è quello di produrre pneumatici ancora più resistenti e con un'incredibile tenuta dell'aria". Caratteristiche non da poco, soprattutto perché associate alla leggerezza e alla straordinaria resistenza che il grafene garantisce. Ma quel che interessa di più i ciclisti si chiama resistenza al rotolamento, cioè la perdita di energia meccanica dovuta alla deformazione dello pneumatico nella zona di contatto con l'asfalto. L'accordo che è stato presentato il 12 dicembre 2012 a Milano riguarda proprio l'inizio di una collaborazione che porterà, prossimamente, dei frutti che promettono di essere molto interessanti. Vittoria, che detiene l'esclusiva del processo per l'intero settore ciclistico, ha comunque dichiarato che la collaborazione appena sottoscritta porterà risultati non immediati. Non ci sono da aspettarsi novità nei prossimi saloni, in sostanza. È probabile che qualche prodotto definitivo comincerà a vedere la luce a partire dal 2014. Intanto questo mese verrà inaugurato nella fabbrica tailandese di Vittoria, un nuovo reparto dedicato esclusivamente alle mescole.

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MOTORI

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Test drive

BMW X3 XDRIVE REGINA DELLE NEVI

DINAMICITÀ RESTANDO NEL SOLCO DELLA TRADIZIONE DI MONACO DI BAVIERA PER IL SUV «INTERMEDIO» CHE SI DIMOSTRA VERSATILE SUL GHIACCIO E SULLE STRADE STERRATE. PROMOSSO IL QUADRICILINDRICO 2.0 A GASOLIO CHE NON FA RIMPIANGERE UN «TREMILA» A SEI CILINDRI PIACE ANCHE IL CAMBIO AUTOMATICO A OTTO MARCE Foto di Giorgio Chiesa

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artenza e arrivo sui colli innevati, e in alcuni tratti ghiacciati, della Maresana a bordo della BMW X3 xDrive20d percorrendo l'asfalto delle vie del centro storico cittadino, le strade sconnesse dei tratti fuori città con qualche piacevole fuori strada, il tracciato filante dell'autostrada prima di tornare alla meravigliosa veduta della città dalla collina bergamasca. La X3 è una suv che in fatto di prestazioni e piacevolezza su tutti i tracciati abbina la notevole versatilità a un piacere di guida superiore alla media delle rivali. Grazie ad un motore 2,0 litri, 4 cilindri turbo-diesel ad iniezione diretta di carburante con una potenza di 184 cv vanta consumi al livello di quelli di vetture più piccole e leggere, oltre che meno prestanti. Per quanto riguarda le prestazioni erogate si parla di 8,5 secondi per passare da 0 a 100 km/h con una velocità massima di 210 km/h. I consumi previsti sono di 5,6 litri ogni 100 km.

Promosso il quadricilindrico 2.0 a gasolio, che non fa rimpiangere un "tremila" a sei cilindri in fatto di prestazioni e piacevolezza. IN CENTRO CITTÀ. Al contrario delle rivali, si può guidare la X3 stando seduti molto in basso (grazie alle ampie regolazioni del posto guida), ma ciò non pregiudica la buona visuale di cui si gode davanti o di lato. La lunghezza non è esagerata (465 cm) e i sensori sono di serie. La guida nel traffico è resa gradevole dal brio del motore, ben supportato dal cambio automatico, e dallo sterzo (con demoltiplicazione variabile, optional) molto diretto e mai pesante da ruotare. FUORI BERGAMO. Le sospensioni attive sono un optional consigliabile: risultano abbastanza rigide da contrastare il rollio

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nelle curve affrontate velocemente, ma non per questo compromettono il comfort. Il risultato è che questa suv, complice pure lo sterzo preciso e diretto, sfoggia un'agilità da sportiva e non evidenzia la minima inerzia nei cambi di direzione. Alla soddisfazione del "palato" di chi apprezza la guida brillante contribuiscono la vivacità del turbodiesel e l'impianto frenante, incisivo e resistente alla fatica. SULL'AUTOSTRADA A4. Grazie all'ottava marcia molto distesa, a 130 orari il turbodiesel lavora a soli 2100 giri, con benefici sui consumi e sulla silenziosità. Inappuntabili anche le capacità filtranti delle sospensioni. Elevati il feeling di guida e la sicurezza percepita, anche nei curvoni affrontati in velocità. NEL FUORI STRADA. Con un'efficiente trazione integrale a ripartizione automatica, 21,3 cm di altezza minima da terra, favorevoli angoli di attacco e uscita (rispettivamente 25,7° e 22,6°) e 50 cm di capacità di guado, la X3 non teme la neve e permette di affrontare i fondi accidentati senza rischiare contatti col suolo. Nelle discese impegnative si può contare sul limitatore di velocità, che è di serie. PLANCIA E COMANDI. La plancia, con profili in alluminio spazzolato è austera, ma la qualità dei materiali è elevata e le finiture curate anche nelle zone nascoste alla vista. Il navigatore Professional, optional, ha lo schermo di 8,8", il disco fisso per registrare dati di navigazione o file audio e, su richiesta, anche il sintonizzatore TV. La disposizione dei comandi è corretta: la maggior parte delle funzioni di bordo si gestisce con la grossa rotella nel tunnel, mentre a sinistra della corta leva del cambio automatico c'è il tasto Sport per irrigidire sterzo e sospensioni (tutti equipaggiamenti su richiesta). Ben leggibile il cruscotto analogico, completo dell'indicatore di consumo informa anche dell'attività del sistema che sfrutta le decelerazioni per attivare l'alternatore, recuperare energia e caricare "gratis" la batteria. ABITABILITÀ. Le poltrone con rivestimento in pelle (regolabili elettricamente con memoria per il lato guida, e possibilità di aggiungere pure la regolazione motorizzata del supporto lombare) sono optional, ma sulla loro comodità non si discute. Ampio e piatto, il divano è adatto a tre adulti. Alla base della consolle c'è un doppio portabibita e le tasche nelle portiere sono grandi, pratico il cassetto di fronte al passeggero e il pozzetto sotto il bracciolo.

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BAGAGLIAIO. La soglia, sebbene non vicinissima a terra, è a filo del pavimento e quando si devono caricare valigie pesanti non si fatica troppo, grazie pure all'imboccatura ampia e squadrata. La regolarità del profilo interno permette di sfruttare senza difficoltà il

molto spazio a disposizione. La X3 è la più lunga della sua categoria e anche quella con il baule più ampio quando i cinque posti sono in uso. Curate le finiture e c'è pure una comoda vaschetta in plastica antisporco.

LARIO BERGAUTO Via Campagnola, 50 Tel. 035 4212211 - BERGAMO Corso Carlo Alberto, 114 Tel. 0341 27881 - LECCO Via Brescia, 78 - Tel. 035 830914 GRUMELLO DEL MONTE www.lariobergauto.bmw.it www.mobility.it

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di Livio Casanova Ritorno al futuro

MOTO3: IL ROMBO DELLA RUMI IL MITICO MARCHIO BERGAMASCO TONA IN PISTA NELLA EX CLASSE 250

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… Fermandosi a far due chiacchiere alle bottegucce dei meccanici ancora aperte, col Rumi di fuori": in una riga emblematica del romanzo"Ragazzi di vita", pubblicato per la prima volta nel 1955, Pier Paolo Pasolini celebra la fabbrica bergamasca, una tra le maggiori industrie italiane delle due ruote fondata nel 1929 dalla famiglia Rumi. La produzione motociclistica iniziò nel 1949, su decisione di Donnino Rumi, con la preparazione di un prototipo presentato alla Fiera Campionaria di Milano nel 1950. Un vero trionfo. L'azienda bergamasca, arrivò ad occupare 1.200 persone ma si trovò coinvolta in un dissesto finanziario, dovuto anche a sconvolgimenti politici in Argentina, che causarono la perdita di ingenti forniture di macchine tessili. Da questi eventi non riuscì a risollevarsi, terminando la sua produzione, compresa quella di mezzi a due ruote, nel 1960. Nella categoria 125, la Rumi raggiunse vertici assoluti, sia nella produzione di serie, con modelli quali le 125

Turismo e Sport, il "Gobbetto", lo "Scoiattolo" o la "Junior", sia nelle competizioni, in particolare nella gare di regolarità. Cinquant'anni dopo torna lo storico marchio, proprietà di Stefano Rumi e concesso in utilizzo alla Sport Racing Engineering di Zanica che ha scelto la Moto3 come rampa di lancio per il suo futuro. Un esordio nella 250 (moto3) dopo molta esperienza nella 125 GP 2 tempi (campionato italiano ed europeo 2010/2011) e una solida fama nel campo delle trasformazioni e del racing. Il nuovo propulsore è inedito, anche nelle forme. Le prime immagini diffuse dalla Rumi Sport Racing Engineering sono di un monocilindrico a 4 tempi da 250cc come da regolamento, ma con alcune peculiarità veramente racing. Rumi attesta la potenza di questo propulsore a 51,47 Cv, un valore elevato che dovrebbe consentire a questa nuova Moto3 di essere abbastanza competitiva. La disposizione del motore, con il cilindro lievemente inclinato in avanti (diversamente ai mono di KTM e Honda che sono praticamente verticali),


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Le Rumi sono state definite «le moto dell'artista» per via dell'imprenditore Donnino Rumi, instancabile e valente pittore e scultore Come nacque il Formichino? Prese un motore e con la creta ci plasmò attorno la carrozzeria

dovrebbe favorire la guidabilità per via della centralizzazione delle masse. Rispetto all'albero motore il cambio è in alto, così come la frizione, a secco come la totalità delle moto da competizione in questa categoria. La moto completa, che adotta una ciclistica che include pezzi ricavati dal pieno accoppiati con estrusi di alluminio, dal prossimo mese sarà in pista. Entro fine febbraio il programma del team di casa "Rumi" prevede diverse sessioni di test con la Moto3, per ottimizzare il set-up della motocicletta in previsione della prossima stagione sportiva. Non è ancora stato comunicato il programma definitivo ma sicuramente la vedremo sulle piste del Mugello e di Misano. Nell'attesa, bentornata!

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MOTORI

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In esclusiva

JAGUAR XF SPORTBRAKE

LA FAMILIARE DEL GIAGUARO

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LA NUOVA NATA DELLA CASA INGLESE CONIUGA L'ELEGANZA TIPICA DEL MARCHIO CON LA COMODITÀ DELLE STATION WAGON, SENZA RINUNCIARE ALLA LINEA SPORTIVA CHE HA GIÀ FATTO LA STORIA

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a XF Sportbrake affianca la tanto acclamata berlina sportiva Jaguar e aumenta la sua versatilità e praticità mantenendo al tempo stesso i valori fondamentali del modello, come l'entusiasmante e prestante eleganza, il lusso contemporaneo e un'esperienza di guida dinamica. La XF Sportbrake si basa sui numerosi aggiornamenti apportati al modello 2012 della XF berlina, che presenta un aspetto più incisivo in linea con l'ammiraglia XJ, compresa la nuova e suggestiva tecnologia delle lame luminose nei fari anteriori. La XF Sportbrake è completamente nuova a partire dal montante B fino alla coda, che le dona un'estetica molto diversa, esemplificata attraverso la filante eleganza della linea dei finestrini laterali ed evidenziata dalla sua finitura lucida. L'unione tra il fluente disegno del lunotto posteriore, la linea di cintura alta e la linea del tetto da station wagon conferisce alla XF Sportbrake una postura dinamica e possente.

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IMPATTO - Appena saliti sulla nuova Jaguar XF Sportbrake si viene accolti da un'atmosfera accogliente, lussuosa e confortevole. Regolando il sedile ed il volante ci si rende conto delle molteplici posizioni di guida che si possono scegliere, bassa e sportiva oppure rialzata e più confortevole, c'è spazio per tutti. Una volta trovate le regolazioni della seduta, appena si accende il propulsore si ammira il gioco scenografico di movimenti sulla plancia e sul tunnel centrale. Innestando la prima marcia e partendo si sente fin da subito la comodità della risposta dell'acceleratore, mai brusco ma sempre progressivo e confortevole, come si addice ad una vera Jaguar. Il motore risponde bene ai comandi del gas e non è molto ruvido mostrando un'ottima progressione e spinta. Il cambio supporta alla perfezione la coppia motrice, gestendo l'inserimento delle marce in maniera ottimale in ogni situazione: quando si viaggia tranquillamente le cambiate tengono estremamente bassi i giri del motore e non è

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raro vedere la lancetta al di sotto dei 2mila giri. Quando si affonda sul pedale del gas le cambiate risultano comunque morbide ma il regime si innalza notevolmente e la spinta della vettura si sente: raggiungere velocità elevate è facile e rapido. L'ottima ripresa è dovuta principalmente alla gestione del cambio che permette di sfruttare sempre al massimo la coppia motrice del propulsore garantendo accelerazioni da fermo molto rapide, e riprese autostradali veloci e confortevoli. MOTORE - La XF Sportbrake evidenzia in modo deciso sia il lato funzionale e sia quello sportivo del suo carattere attraverso la sua gamma di motorizzazioni. Disponibile esclusivamente con i propulsori diesel Jaguar quattro cilindri 2.2 litri e 3.0 litri V6, la XF Sportbrake offre un esemplare combinazione di raffinatezza, consumi ridotti, basse emissioni e notevole potenza. Il motore 2.2 litri quattro cilindri è disponibile con un cambio automatico ad otto rapporti abbinato al sistema Jaguar Intelligent Stop-Start, che consente alla XF Sportbrake di offrire le prestazioni e il piacere di guida che ci si attende da una Jaguar, ma con ridotte emissioni e un maggior risparmio di carburante. Il sistema utilizza il TSS (Twin Solenoid Starter) per arrestare il motore quando la vettura si ferma completamente e lo riavvia in minor tempo di quello necessario al piede del guidatore di passare dal pedale del freno all'acceleratore. Il sistema offre anche la funzione "change of mind", che consente al motore di riavviarsi rapidamente durante la fase di rallentamento permettendo al guidatore, ad esempio, di sfruttare un varco nel traffico ad un incrocio. Il propulsore Jaguar 3.0 litri V6 in prova, con doppia turbina sulla XF Sportbrake è disponibile in due diverse varianti, entrambe abbinate alla trasmissione automatica otto rapporti che in tutti modelli offre anche i comandi del cambio al volante. Il modello top di gamma "S" eroga 275 CV (202 kW) e 600 Nm di coppia, ed è in grado di soddisfare anche il guidatore più esigente. INTERNI - Lussuosissimi e perfettamente rifiniti, gli interni sono da vera Jaguar. Tutto è al posto giusto e l'eleganza estrema di alcuni particolari richiama il design di vetture ben più costose del marchio. Spettacolare per i passeggeri il sistema di apertura delle bocchette dell'impianto di climatizzazione, così come l'innalzamento all'accensione del selettore della marcia, già introdotto tempo fa su altre vetture del gruppo. I sedili sono molto comodi e potrebbero dimostrarsi l'ideale compagno per i lunghi viaggi autostradali. Il design sobrio ed elegante dell'abitacolo non rinuncia alla modernità, mostrandosi con tutti gli accessori più recenti presenti su auto di questo segmento. Il climatizzatore garantisce un veloce raggiungimento della temperatura impostata, mentre l'impianto di infotainment è completo e facile da utilizzare. IN VIAGGIO - Durante la marcia l'isolamento acustico è buono, il rumore del motore non è pre-

sente nell'abitacolo ed i fruscii aerodinamici sono ridotti. Come già detto, l'assetto permette una guida confortevole in ogni situazione, rivelandosi abbastanza morbido in relazione alle concorrenti, ma per questo non meno buono nella dinamica di guida. L'assemblaggio degli interni ed i materiali utilizzati sono di prim'ordine, anche gli

accessori presenti a listino sono di altissimo livello, come ad esempio i due diversi sistemi audio disponibili a richiesta, i Meridian da 380 o da 825 Watt, con amplificatore multicanale e sistema Digital Signal Processing che garantiscono una chiarezza del suono molto elevata ed una resa sonora ai massimi livelli.

IPERAUTO BERGAMO Via Borgo Palazzo, 205 Tel. 035.2924211 www.jaguarbergamo.it

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EVENTI

PANATHLON BERGAMO IN SAPS CINQUE NUOVI SOCI foto di Giorgio Chiesa

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uella che si è tenuta in Saps lo scorso giovedì 13 dicembre non è stata, per il Panathlon International Bergamo, una cerimonia come tutte le altre. All'interno del laboratorio di cucina della Pentole Agnelli di Lallio, infatti, si sono aggiunti ben cinque nuovi soci. Tutti giovani e, per la prima volta, è entrata a far parte della rete del fair play anche una donna. Ad essere introdotti all'interno del circuito sono stati Angelo Agnelli - padrone di casa che si è distinto per la professionalità dimostrata nel gestire, in un momento storico ed economico di certo non facile per lo sport, la società di volley Olimpia Pallavolo Bergamo, di cui è presidente -, Emanuele Arioli - anche lui della famiglia Olimpia Pallavolo, di professione psicologo dello sport -, Cesare Di Cintio - avvocato prestato al mondo del volley che vanta un curriculum di tutto rispetto nell'universo del calcio -, Eugenio Sorrentino - sportivo ed appassionato, responsabile dell'ufficio stampa di Sacbo e direttore responsabile di Terzo Tempo Magazine - e, infine, Rosa Di Leo, promotrice e organizzatrice di eventi sportivi e manifestazioni, prevalentemente nell'ambito del ciclismo.

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EVENTI

LARIO BERGAUTO E HAPPY FIT È FESTA ALLO CHAPEAU SENSATION CLUB foto di Giorgio Chiesa

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na partnership all'insegna della moda, del divertimento, della salute e della mondanità. E' stata suggellata lo scorso venerdì 14 dicembre tra la concessionaria MINI Lario Bergauto, la nuova e moderna palestra Happy Fit ed il famoso Chapeau Sensation Club, la location scelta per l'evento. Una serata, come dicevamo, che ha saputo riunire e creare un mix vincente di vitalità, classe e il giusto stile glamour che da sempre accompagna lo showroom di via Campagnola. Per l'occasione, quest'ultimo, ha deciso di esporre all'ingresso del locale una favolosa MINI Countryman, che non ha mancato di attrarre l'attenzione e lo stupore dei tantissimi giovani presenti. Come chicca della serata è stata anche data la possibilità di prenotare alcuni test drive dell'ammiraglia della casa tedesca, prove su strada che - per il piacere di tutti - si sono tenute nella giornate immediatamente successive all'appuntamento mondano. Il divertimento, come di consueto, si è prolungato per tutta la notte grazie all'atmosfera che ha reso famoso il locale del Centro Galassia, ideato e diretto da Ilario Casali, Mirko Consonni e Manuel Barbieri.

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EVENTI

TONDA 1950 E BUGATTI I GIOIELLI PARMIGIANI IN MOSTRA foto di Giorgio Chiesa

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stato un open day all'insegna dell'esclusività, della classe e dell'eleganza quello che la Gioielleria Cornali di Dalmine ha riservato alle ultime creazioni della nota Maison di orologeria Parmigiani Fleurier. Ad essere presentati ed illustrati sono stati, in particolare, due modelli nuovi ma già al centro delle attenzioni e dei desideri dei numerosi clienti che la scorsa domenica 2 dicembre sono accorsi nello showroom di Largo Europa. Stiamo parlando dei modelli Tonda 1950 e dello straordinario Bugatti. Il primo, che ha l'onore di riportare nel nome la data di nascita del suo creatore - Michel Parmigiani -, è un esemplare elegante e classico, presentato a Dalmine nella versione più femminile in oro bianco. L'orologio adotta il nuovo calibro automatico di manifattura PF 701 (dotato di una micromassa oscillante decentrata in platino 950), visibile attraverso il fondello in vetro zaffiro. È disponibile in oro rosa o in oro bianco, con due varietà di quadrante: color grafite o bianco granulare. Parlando del Bugatti, invece, possiamo dire che la sua linea rappresenta la parte futurista di questa Maison soli-

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tamente ancorata al classico. Nel Super Sport le ore vengono lette sul quadrante posto in verticale rispetto al polso, mentre il cuore è totalmente nuovo: il Calibro PF372 è meraviglioso da ammirare e proprio per la sua disposizione insolita rappresenta una prova impeccabile di savoirfaire orologiero. E' disposto in diagonale mentre il quadrante è in tutt'altra angolazione. Le sue indicazioni sono merito di un abilissimo uso di ingranaggi conici che permettono di trasferire l'energia con un angolo di 90 gradi. Il quadrante dell'orologio è nero e arancione e, per ricordare lo schema dei colori della Super Veyron, è parzialmente in carbonio perché l'auto fuori serie ne fa largo uso.

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EVENTI

LA DOLCE SANTA LUCIA DI MINI LARIO BERGAUTO foto di Giorgio Chiesa

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arrivata la neve, sono arrivate le feste, tutti sono più buoni e naturalmente non fa eccezione la concessionaria MINI Lario Bergauto. Ancora una volta lo showroom di Bergamo ha voluto stare vicino ai propri clienti con un'iniziativa originale e sicuramente gradita. La Santa Lucia, infatti, non dovrebbe coinvolgere solo i più piccoli ma anche chi comunemente, il 13 di dicembre, vive la sua quotidianità come per tutto il resto dell'anno. Proprio loro, i clienti, recandosi al service di via Campagnola, hanno trovato ad accoglierli dolci e piccoli regali, oltre che un allestimento natalizio di tutto rispetto, fatto di cioccolato, caramelle e dagli oggetti "cool" della linea MINI. Dagli stivali griffati alle borse di vernice, passando per portachiavi, mouse e altri simpatici presenti finemente curati nel dettaglio. Ogni avventore ha avuto anche occasione di partecipare alla lotteria organizzata proprio dalla concessionaria, che per l'occasione ha messo in palio uno dei meravigliosi trolley firmati MINI. La fortunata vincitrice è stata Chiara Marchesi, che nei giorni seguenti, proprio sotto Natale, è stata invitata ufficialmente per il ritiro del premio e la fotografia di rito.

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EVENTI

BERGAMO ACCADEMIA DELLA SOLIDARIETÀ foto di Giorgio Chiesa

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ittà Alta di nome, ma soprattutto di fatto. Alta di cuore, di generosità. "Nel 2012 non contano le parole, contano i numeri. Aver donato 100mila euro anche quest'anno, in tempi mai così difficili, conferma che Bergamo è la capitale della solidarietà". Il cuore di Bergamo che abbraccia l'orizzonte da Città Alta nel video che ha aperto la cerimonia di consegna del ricavato del Vip 2012, lo scorso mercoledì 5 dicembre, è l'orgoglio senza lustrini dell'Accademia dello Sport per la Solidarietà e del suo vicepresidente Giovanni Licini. "Non è il momento dei lustrini, ma della sobrietà", ha dribblato le celebrazioni Licini e per questo l'Accademia ha scelto la sala del Centro Culturale San Bartolomeo per aggiungere la bandierina del 2012, altri 100 mila euro, sulla cima della speranza, che dal 2002 ha raggiunto quota 800mila euro. Fatti, non cotillons, nella serata condotta da Marco

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Bucarelli, soprattutto sorrisi sonanti. Quarantacinquemila euro all'Associazione Amici dell'Oncologia della Val Seriana e della Valcavallina e al suo progetto di nuovi posti letto per la Casa d'Accoglienza "Don Aldo Nicoli" di Alzano, il resto del cuore ai ragazzi raccolti ogni notte per strada da don Fausto Resmini della Comunità Don Milani di Sorisole, ai sogni spezzati dal terremoto in Emilia, con due case mobili già consegnate a giugno, e al progetto dei semafori acustici per non vedenti in città, in collaborazione col Comune di Bergamo e l'Associazione Ciechi. "L'Accademia sa giocare bene anche col cuore, è campione di carità", è stata la carezza di monsignor Umberto Midali, delegato vescovile, e il suo sorriso si è unito a quello della politica e delle istituzioni. "Le risorse sono poche, le necessità tante e dove non arrivano le istituzioni c'è bisogno della società civile", è stato l'assist alla speranza di Carlo Saffioti e in effetti la speranza è l'antidoto contro la crisi. Speranza che la partita dell'Accademia "continui anche l'anno prossimo", è stato l'auspicio dell'assessore provinciale allo Sport Alessandro Cottini; speranza che ci "sia una statua per l'Accademia del milione di euro", ha scherzato ma non troppo l'assessore comunale allo Sport Danilo Minuti; speranza "è la parola da cui ripartire perché l'esempio

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dell'Accademia dimostra quanto sia concreto il collante della solidarietà", è stato invece l'orgoglio di Angelo Piazzoli, direttore generale del Credito Bergamasco, da anni primo compagno di viaggio del Vip. Bergamo capitale della solidarietà applaude la sua Accademia, ma a Bergamo l'Accademia chiede di restare in squadra nonostante i venti e la buriana. "Perché questo è un risultato straordinario, ma è sempre il gruppo a vincere", ha rilanciato Licini e il presidente dell'Accademia Alessandro Masera ha estratto una promessa dal cilindro. "Dare è il vero premio, e noi vogliamo continuare a farlo, perciò stateci vicino". Ci sono altre bandiere da piantare in vetta, altri sorrisi da far sbocciare.

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