Bergamo Economia Giugno 2010

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LA CONGIUNTURA A Bergamo timida ripresa della produzione industriale La performance bergamasca è tra le peggiori della Lombardia

L’APPROFONDIMENTO Enzo Rodeschini: “La sfida con i cinesi non è sul costo del lavoro” Prodotti con più “appeal” per il vicedirettore di Unioncamere Lombardia

L’INTERVISTA

Rivista mensile - Ogni primo venerdì del mese in edicola al prezzo di 4,00 euro. Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. 70% DCB Bergamo. In caso di mancato recapito restituire al mittente.

Paolo Agnelli: “Alle imprese serve un federalismo decontributivo” Il presidente di Apindustria Bergamo traccia un bilancio del suo mandato

Vipiemme Solar, a Isso il primo fotovoltaico agricolo Nato dalla collaborazione con "Nrg Agrivis", l'azienda bergamasca - guidata da Alfredo Volpi assieme ai figli Alberto e Raffaele - sta ultimando Agroenergia 2.5, il parco solare a due metri dal suolo che non intacca la regolare attività di coltivazione

GIUGNO 2010 - anno 4 - numero Economia, attualità, costume e stile

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Noi abbiamo energia da vendere

Il consorzio APIENERGIA compie 10 anni. Costituito nel 2000, oggi aderisce al gruppo d’acquisto CONFAPI che fornisce piÚ di 370 imprese per un volume di oltre un terawattora di energia elettrica.

Via San Benedetto, 3 - 24122 Bergamo tel. 035 210151 - fax 035 223448 - www.apindustria.bg.it - energia@apindustria.bg.it


L’editoriale Giugno 2010

Green economy: bolla o realtà? Per capirlo servono nuovi incentivi

DI LUCA T. BILOTTA

on quasi 70 mila impianti attualmente in esercizio, il fotovoltaico ha raggiunto e superato in Italia la quota di 1 Gigawatt di potenza installata. Si può definire un traguardo storico, considerando la veloce e rapida esplosione d'aziende di settore nate proprio in questi ultimi anni. Secondo il contatore del "Gestore dei Servizi Energetici", si registra una potenza generata globale di 836.208 kW relativa ad impianti incentivati con il "Nuovo Conto Energia" e 165.238 kW di potenza relativa al "Primo Conto Energia" di qualche anno fa. Da oggi l'energia elettrica da fotovoltaico prodotta in Italia è pari a circa 1.300 Gwh all'anno ed è in grado

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Entro il 2050 il 75% dell’energia prodotta al mondo deriverà da pannelli fotovoltaici Con i giusti incentivi l’Italia può giocare un ruolo fondamentale

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di soddisfare il fabbisogno di quasi mezzo milione di famiglie. Grazie a questi "Kwh fotovoltaici" viene evitata la produzione di 875 mila tonnellate di CO2 e ridotto il consumo di combustibili fossili per 230 mila tonnellate di petrolio. Un dato non indifferente considerando i disastri ambientali che, cronaca internazionale alla mano, stanno coinvolgendo Stati Uniti e Singapore. Se l'Italia è ancora indietro anni luce sul fronte del nucleare, per quanto riguarda le energie rinnovabili naviga a gonfie vele. Crisi, ovviamente, permettendo. icuramente, in questi ultimi anni, due cose hanno profondamente caratterizzato l'industria del fotovoltaico in Italia: in primis la presa di coscienza che anche nel nostro Paese - grazie ad una crescita dell'installato che a fine 2008 ha fatto segnare un +380% rispetto all'anno precedente - il settore della green economy non fosse più un "fenomeno" da relegarsi nel novero dei mercati "di nicchia". Bensì uno spiraglio industriale con elevate potenzialità di generazione di valore e con ricadute importanti nel rivitalizzare il tessuto imprenditoriale italiano. La seconda che, pur considerando i dati positivi di sviluppo del settore (solo in Lombardia il rapporto 2008/2009 parla di un +259% di crescita economica), il mercato sta subendo una fisiologica trasformazione e riqualificazione. Già perché, con l'acuirsi della crisi finanziaria - i cui prodromi si erano già avvertiti al termine del 2008 -, si sono ulteriormente ridotte le risorse a disposizione per gli investimenti e la crescita delle imprese. E questo ha reso ancora più ampia la forbice fra le realtà più "mature" e tecnologicamente più avanzate, da quelle nate sulla scorta dell'entusiasmo un po' come era accaduto ai tempi della Internet bubble. In pratica il fotovoltaico italiano, ora, è più maturo.

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ul piano economico, comunque, la green economy legata al sole rappresenta sempre una realtà significativa: a fine 2009 si contavano circa 1.000 imprese operanti in Italia, con un fatturato che ha superato i 2,5 miliardi di euro complessivi e oltre 20.000 addetti. A questi si devono aggiungere le diverse migliaia di operatori

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locali, coinvolti principalmente nella fase d'installazione residenziale e più di 350 banche e istituti di credito attivi nel finanziamento degli impianti. Dati forti, resi ancora più significativi dal ruolo della Lombardia e di Bergamo in questi scenari. Se la nostra regione sembra proprio essere la terra promessa del comparto, Bergamo rappresenta il fulcro creativo dell'industria fotovoltaica. Bergamo Economia ha avuto modo di parlare in varie occasioni di realtà industriali dedite al settore. Come la Comitalf Energy e l'Elettrica Service - rispettivamente costruttori ed installatori di sistemi fotovoltaici -, o la Fonderia Viganò, che ha creduto nella "green economy" installando impianti sui tetti della propria catena produttiva a Ciserano. Non saranno i primi e non sono gli ultimi. Questo mese vi presentiamo la Vipiemme Solar, azienda nata "da una costola" della Vipiemme - consolidata realtà leader nella produzione di accumulatori e batterie -, complice un'idea vincente di Alfredo Volpi. L'ennesima dimostrazione di quanto Bergamo sia creativa in un mercato in grande espansione in Italia e in Europa. Ma soprattutto tecnica, in un settore che - come in ogni comparto industriale - vede nella specializzazione l'arma vincente per emergere ed affermarsi. ntanto, per il futuro recente della green economy, le previsioni più rosee sembrano riguardare gli impianti a film sottile, che raggiungeranno il 34% del mercato globale entro il 2012, essendo più semplici da applicare e con minore necessità di materiale attivo. Mentre per il solare termodinamico è previsto il raggiungimento dei 18,6 Gigawatt entro dieci anni. Molto, comunque, dipenderà dal nuovo fondo per gli incentivi, ora in via d'esaurimento. Previsto per il 2011, il nuovo piano subirà un ribasso delle agevolazioni. Il Governo, infatti, sembrerebbe avere in programma il taglio del Conto Energia del 20%, una percentuale particolarmente alta che metterebbe addirittura a rischio l'eccellenza italiana (e bergamasca). Sarebbe davvero un peccato, considerando che - proprio ora - eravamo arrivati al punto di svolta. La consacrazione della bolla verde in una florida industria ecologica potrebbe restare, quindi, solo una chimera.

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IL CAPOREDATTORE

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Via Bolgare, 1, 24060 Carobbio Degli Angeli (BG) Via Strauss, 42, 20038 Seregno (MI)


Sommario Giugno 2010

Società Editrice Giornale di Bergamo S.r.l. Presidente: Paolo Agnelli Curatori del progetto: Cristiano Agnelli e Luigi Berlusconi Direttore: Paolo Provenzi

REDAZIONE: Speb S.r.l. (Impaginazione, testi e foto) Caporedattore: Luca T. Bilotta Mail: bilotta@bergamoeconomia.it Redattore: Livio Casanova Fotoreporter: Giorgio Chiesa

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Collaboratori: Carlo Di Gregorio (ha collaborato a questo numero Paola Bergamelli)

ECONOMIA & BUSINESS

Consulenti: Marco Amorese, Claudio Rossi, Laura Adele Feltri, Maria Zaccone, Alberto Capitanio, Barbara e Cristina Putortì Art: Francesco Legramanti Mail: grafici@bergamoeconomia.it Fotografi: Laura Pietra, Loris Sambinelli e Franco Pasinetti

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Vipiemme Solar, a Isso il primo fotovoltaico agricolo

PUBBLICITA’: Tel. 035 678812 Agenti: Antonio Milanesi, Sergio Saresini, Renato Ardizzone, Jarno Sambinelli e Antonio Mandato Mail: speb@ilgiornalebg.it Concessionaria pubblicità nazionale: A. Manzoni & C. S.p.A., via Nervesa, 21 Milano. Tel. 02 57494211

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Abbonamenti: 035 678838 Costo abbonamento: 40 euro per 11 mesi

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Matricola Tesmec va a Piazza Affari L'azienda di Grassobbio quotata in Borsa

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Dati&Statistiche Esposizione media di 291mila euro In 10 anni debiti delle imprese raddoppiati

Società Editrice Giornale di Bergamo S.r.l. Via San Giorgio 6/n 24122 Bergamo Capitale sociale 75.000,00 Euro Stampatore: Castelli Bolis Poligrafiche S.p.a. 24069 Cenate Sotto (Bg) - Via Alessandro Volta, 4 Tel. 035 4258528

Eccellenze "Le aziende lasciate sole dalle istituzioni” La denuncia di Franco Rho della Cam

Concessionaria pubblicità locale: Speb S.r.l., Via San Giorgio, 6/n - 24122 Bergamo

INFO:

Copertina

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"Il piatto piange" Per liquidità con la cartolarizzazione L’ipotesi del bergamasco Mario Comana


www.bergamoeconomia.it

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Cash Flow Nuove regole contro i "cattivi pagatori"

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Fido Lia eurofidi "ossigeno" per le Pmi

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"Bucare" i confini Gli affari si fanno sui mercati. Esteri

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RUBRICHE & EVENTI

Mercato&Architettura Per la casa stile, spazio e funzione La ricetta del designer Massimo Castagna

AZIENDE 68

Top business

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Shopping Center "Le Due Torri", un futuro in costante evoluzione

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Salute&Benessere Climasalis Srl, l’aria del mare è nel cuore di Bergamo

CSP Prefabbricati di Ghisalba l'innovazione nell'edilizia

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Sport&Business Villa Paradiso, ora il golf è per tutti

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Prova su strada Jaguar XJ, innovazione e tradizione Honda CR-Z, spirito sportivo M3 Coupé e X5 M, emozioni estreme

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La kermesse Tennis Vip, un altro game solidale a Cividino

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Chi, dove e perché Foto e curiosità 7


Notizie in breve 116 euro E' l'aumento medio per il rinnovo del CCNL dei lavoratori addetti alla produzione di laterizi e manufatti in cemento. Le tranches: 26 euro dall'1.4.2010; 30 dal 1.1.2011, 31 dall'1.9.2011 e 29 dal 1.9.2012

121 euro E' l'aumento medio per il triennio 2010-2012 per i lavoratori del settore legno. Il primo aumento è di 27,23 euro dal 1° aprile 2010, 46,90 dal 1° gennaio 2011 e l'ultimo di 46,90 euro dal 1° luglio 2012 per il 3° livello

L'Oscar ecologico

No Profit

All’Italcementi l’European Greenbuilding Award per il centro di ricerca i.Lab

La Commissione Europea ha assegnato a Italcementi il premio European Greenbuilding Award 2010. Il riconoscimento è stato conferito a ITCLab, ovvero al progetto che sta dando vita a i.lab, il nuovo Centro Ricerca del Gruppo in costruzione nell'area del KilometroRosso alle porte di Bergamo. Il centro di ricerca i.lab è stato premiato come miglior edificio d'Italia per l'efficienza energetica nella categoria "best new building". Il GreenBuilding Programme è stato creato nel 2004 dalla Commissione Europea - nell'ambito del progetto Intelligent Energy Europe dell'Agenzia Esecutiva per la Competitività e l'Innovazione (EACI) - e ha lo scopo di stimolare l'efficienza energetica e promuovere l'integrazione delle energie rinnovabili negli edifici. L'European Greenbuilding

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Award si inserisce in questo programma. Il nuovo laboratorio Italcementi, progettato dall'architetto americano Richard Meier, si sviluppa su uno spazio di 11.000 mq, di cui 7.500 mq adibiti esclusivamente alla ricerca, e ha l'ambizione di rispondere ai requisiti, anche i più stringenti, in materia di risparmio energetico e di qualità innovativa della progettazione. Sono impiegate in modo significativo energie alternative e materiali all'avanguardia e sostenibili. I pannelli solari e quelli fotovoltaici - che produrranno ogni anno oltre 54.560 kWh, per un risparmio complessivo di 12,7 tonnellate di combustibili fossili ogni anno - ridurranno il consumo delle energie tradizionali e quindi l'emissione di CO2 in atmosfera. Un ulteriore contributo finalizzato a ridurre l'emissione di CO2, sarà dato dall'impian-

to geotermico che sfrutta il calore accumulato nel suolo e nel sottosuolo. "Il premio assegnato a i.lab riconosce le ottime prestazioni energetiche di questo edificio - spiega Lorenzo Pagliano, direttore di eERG, il gruppo di ricerca presso il Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano che rappresenta il punto di riferimento del GreenBuilding Programme in Italia -. Il Centro di ricerca Italcementi sarà in grado di ottenere un risparmio di energia fino al 60% rispetto al riferimento della normativa in vigore, grazie sia alle modalità di costruzione e ai materiali dell'involucro, sia all'utilizzo di fonti rinnovabili. Un altro aspetto molto interessante di i.lab è quello di essere un edificio low-energy e allo stesso tempo artistico, con caratteristiche architettoniche di alta qualità".

Maurizio Carrara nuovo Presidente della Fondazione Unidea Maurizio Carrara, manager bergamasco, è il nuovo presidente di Unidea-Unicredit Foundation. Carrara, da sempre attivo nel settore no profit e della cooperazione internazionale, ha fondato il Cesvi (Cooperazione e Sviluppo), oggi Fondazione Cesvi onlus, che ha presieduto fino al 2005. Nel 2000 è diventato membro del CdA della Società Editoriale Vita, editrice del settimanale Vita no profit Magazine. Dal 2005 al 2010, ha assunto il ruolo di Consigliere delegato di Società Editoriale Vita e Amministratore unico di Vitaconsulting srl. Ora è il nuovo presidente di Unidea-UniCredit Foundation, la fondazione corporate no profit del Gruppo UniCredit. Un idea che, in partnership con associazioni ed enti, progetta, implementa e controlla direttamente progetti di sviluppo nei 22 paesi dove il Gruppo UniCredit è presente e in aree dove il Gruppo non ha interessi commerciali, in particolare in Africa Sub-Sahariana. La Fondazione è impegnata nella promozione di una moderna filantropia d'impresa, così come della cultura dell'impegno civile, della donazione e del volontariato. Unidea è interessata ad approfondire i temi dell'economia sociale, con particolare attenzione al significato della filantropia d'impresa e, più in generale, della relazione tra mondo for profit e mondo no profit.


La scheda

DI FIERA... IN FIERA - RUBRICA A CURA DI ALBERTO CAPITANIO

In "vetrina" i settori trainanti del Made in Italy l periodo estivo segna generalmente una diminuzione del numero di eventi fieristici Business to Business, per poi riesplodere in modo significativo da fine agosto. Tuttavia, per questo mese abbiamo selezionato cinque manifestazioni di livello internazionale che si tengono in Italia, sulle quali ci si aspettano segnali per la ripresa economica.

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Riva del garda

74° Expo Riva Schuh Dal 12 al 15 giugno Sede: Riva del Garda Fierecongressi Info: www.exporivaschuh.it - Tel. 0464 570153 Conosciutissima dai buyer internazionali, ma praticamente sconosciuta al pubblico, Expo Riva Schuh si conferma il primo appuntamento annuale al mondo nell'ambito del quale presentare le collezioni di calzature per la grande distribuzione, il primo, quindi, dove i compratori pianificano una parte consistente del budget a loro disposizione. Expo Riva Schuh rappresenta un'occasione unica per scoprire in anteprima le tendenze della prossima primavera - estate 2011 assieme a vaste collezioni di pronto moda in un piacevole clima di business e relax sul bellissimo Lago di Garda. I numeri della fiera: 32.216 mq superficie netta; 1157 espositori di cui 787 stranieri e 10247 visitatori professional

Milano

Firenze

EIRE Expo Italia Real Estate Dal 8 al 10 giugno Sede: Fiera Milano Info: Gefi Spa - Tel. 02 31911911 www.italiarealestate.it Il rilancio del sistema immobiliare riparte da Eire - Expo Italia Real Estate, appuntamento al quale sono attesi numerosi investitori dall'area del Mediterraneo e dai Balcani. Che il momento non sia dei migliori per il settore è risaputo, così come è risaputo che questo stop pesa in modo preoccupante su economie come la nostra che ha come asse trainante il mondo delle costruzioni. Eire offrirà spunti interessanti per investimenti in diverse aree nel mondo, oltre ad essere un punto di riferimento per molteplici iniziative in chiave Expo 2015 e interpretare al meglio le opportunità offerte in tema di social housing. Eire offre un vaglio di respiro internazionale grazie alla presenza d'istituzioni e operatori privati di Paesi del Nord Africa come Marocco ed Egitto, e di Paesi europei dell'area balcanica come Slovenia, Montenegro, Ungheria, Romania e Turchia. A questi vanno aggiunti alcuni Paesi emergenti come il Brasile o nuove presenze come Nicaragua e Malta. In mostra, come già accennato, anche il social housing, che ha assunto in quest'ultimo periodo un ruolo rilevante e sostanziale per il mercato internazionale come modalità privilegiata per dare una risposta concreta all'esigenza abitativa. Social Housing Exhibition sarà un'area espositiva e di comunicazione all'interno di Eire 2010, dove gli studi di progettazione e di architettura, le imprese, i consorzi e le cooperative promuoveranno i progetti realizzati, i modelli e le migliori tecnologie e innovazioni nella costruzione, nei materiali e nell'arredo. Da segnalare i Focus dedicati al Retail e alla Logistica.

78° Pitti Uomo Dal 15 al 18 giugno Sede: Firenze, Fortezza da Basso Info: www.pittimmagine.com - info@pittimmagine.com - Tel. 055 36931 Ben 890 i marchi e le collezioni che saranno presentate a questa edizione, dei quali sono 292 i marchi provenienti dall'estero (33% del totale). 709 le aziende che parteciperanno al salone, 59.000 i metri quadrati di superficie espositiva, 14 sezioni nell'ambito della moda uomo, 30.000 i visitatori complessivi del salone mentre sono oltre 18.000 i compratori all'ultima edizione estiva. Infine, 6.100 sono i buyer dall'estero (il 34% del totale) provenienti da Germania, Giappone, Spagna, Olanda, Francia, Gran Bretagna, Svizzera, Cina, Turchia, Belgio, Grecia, Austria, Stati Uniti, Russia, Corea del Sud, Portogallo e Danimarca. Pitti Immagine Uomo è l'appuntamento più atteso e importante delle rassegne Pitti di giugno e, a giudicare dalle anticipazioni, dovrebbe segnare la ripartenza della moda internazionale.

6° Pitti Woman Dal 15 al 18 giugno Sede: Firenze, ex-Dogana, via Valfonda Info: www.pittimmagine.com - info@pittimmagine.com - Tel. 055 36931 In contemporanea con "Pitti Uomo" in scena la sesta edizione di Pitti W-Woman Precollection, il salone-evento di Pitti Immagine dedicato alle collezioni donna. Negli spazi della Ex Dogana di via Valfonda, una selezione di oltre 60 marchi internazionali presenterà in anteprima assoluta le collezioni per la primavera/estate 2011. Pitti W si è ormai consolidato come un appuntamento strategico. Special Guest - Haider Ackermann.

71° Pitti Bimbo Dal 24 al 26 giugno Sede: Firenze, Fortezza da Basso Info: www.pittimmagine.com - info@pittimmagine.com - Tel. 055 36931 Immagine sempre più contemporanea per Pitti Bimbo, l'unico salone internazionale che dà una rappresentazione completa dell'universo della moda bimbo, presentando i diversi stili. Tra le novità e i progetti speciali - sono 99 i nomi nuovi e i rientri di questa edizione - segnaliamo il debutto nella moda bambino di una prestigiosa griffe come Fendi, l'esordio in anteprima assoluta della linea kids di Hackett London e le nuove collezioni della griffe bergamasca I Pinco Pallino che festeggia 30 anni di successi in tutto il mondo.

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ECONOMIA&BUSINESS

Stress da impresa: dal 1° agosto in vigore l'obbligo di valutazione LEGGERE LA LEGGE - RUBRICA A CURA DELL’AVVOCATO MARCO AMORESE

l primo agosto, nel momento in cui la maggior parte del paese inizia a godersi un meritato riposo e a dissolvere al sole le tensione accumulate durante l'anno, entra in vigore l'obbligo per il datore di lavoro di procedere ad una valutazione del rischio stress-correlato. L'introduzione di una valutazione del benessere psicologico delle risorse umane dell'azienda aveva fatto parlare molto di sé: detta novità era la principale del nuovo impianto legislativo sulla sicurezza introdotto con il D.Lgs. 81/08 ed aveva generato entusiasmi e timori. Il decreto correttivo n. 106/09 aveva però allontanato la data di entrata in vigore di detta valutazione all'estate del 2010, sedando gli entusiasmi e lenendo i timori. In un periodo di tensione finanziaria in cui molte aziende stanno affrontando un profondo ripensamento della struttura del personale, introdurre un ulteriore adempimento a molti non è sembrata una scelta propizia. In realtà, la valutazione del rischio stress-correlato non dovrebbe incidere in modo significativo sui costi dell'impresa che dovrebbe essere in grado di fare affidamento prevalentemente sulle proprie risorse interne e generare un miglioramento delle condizioni di lavoro. Certamente, tuttavia, l'ausilio di professionisti esterni che forniscano consulenza in tema di diritto alla privacy dei lavoratori, di psicologia del lavoro e di psicologia delle organizzazioni potrà essere almeno in parte necessario. Se questo è l'auspicio, l'incertezza operativa non aiuta a confortare detto auspicio: l'art. 28 D.Lgs.81/08, infatti, fa esplicito rinvio alle indicazioni elaborate dalla Commissione consultiva permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro costituita presso il Ministero del lavoro. Tuttavia, dette indicazioni non sono state redatte e, pertanto, mancano indicazioni precise su come si debba procedere e quali aspetti devono essere oggetto di valutazione prevalente. La carenza di indicazioni specifiche non deve tutta-

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via spaventare in modo eccessivo: infatti, la logica della valutazione è identica a quella prevista per la valutazione di altri rischi, cui gli imprenditori sono ormai da tempo abituati. Il parametro cui il datore di lavoro dovrà fare riferimento è la salute sul lavoro inteso come "benessere fisico, mentale e sociale" (questa è la definizione dell'accordo quadro europeo cui la norma fa esplicito riferimento). Una volta definito il parametro, il datore di lavoro dovrà procedere, con la partecipazione del personale incaricato ad attuare la sicurezza nella propria compagine lavorativa, ad una valutazione di tutti i rischi che possano incidere su detto bene-salute. Sarà importante che, almeno in sede di prima valutazione, detta valutazione sia compiuta nel rispetto della procedura posta dall'art. 29 D.Lgs.81/08 e, pertanto, unitamente al responsabile del servizio di prevenzione e protezione ed il medico competente con consultazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Sarà, altresì, opportuno dotare di data certa il documento di valutazione redatto alla fine del processo. Il sistema prevede, come al solito, un processo reiterativo per cui all'esito della valutazione, si devono individuare gli adempimenti che possano assicurare la prevenzione e la programmazione degli interventi necessari a ridurre il rischio al di sotto del livello consentito. Una volta messo in atto detto piano di azione, si dovrà procedere ad una nuova valutazione per individuare i rischi da affrontare e sottoporre a nuova valutazione. Agosto è vicino e gli imprenditori che non abbiano ancora provveduto dovranno iniziare al più presto la valutazione del rischio anche in assenza delle linee guida di cui sopra si è detto. Va sottolineato, tuttavia, che i datori di lavoro che impieghino fino a 10 dipendenti potranno, fino al 30 giugno 2012, utilizzare l'autocertificazione usufruendo della valutazione "semplificata" di cui all'art. 29 c. 5 D.Lgs. 81/08.

La scheda

ha conseguito un LL.M. presso la Harvard Law School ed un Dottorato di ricerca in diritto commerciale presso l'Università degli Studi di Brescia. Italian Chair of the New York State Bar Association. È ammesso all'esercizio della professione forense in Italia e a New York STUDIO LEGALE AMORESE ha sede a Bergamo Via Zelasco, 18; Tel. +39 035 212175 Fax +39 035 271110 e a Londra 76 Holland Park, Tel +44 207 229 0889 (www.amorese.eu)



ECONOMIA&BUSINESS

Fisco: ridiamo sprint al made in Italy CON... TRIBUTO - RUBRICA A CURA DELLA DOTT.SSA BARBARA PUTORTÌ

nno 2010, anno di importanti incentivi, è così che il Governo intende combattere la crisi economica, che se pur con influssi minori rispetto ad altri paesi, ha colpito molti settori industriali del nostro sistema economico nazionale. Al fine, quindi, di sostenere l'attività produttiva e i consumi, il Consiglio dei Ministri ha approvato, il cosidetto "decreto incentivi". In primis, il decreto istituisce un fondo per il sostegno della domanda finalizzata a obiettivi di efficienza energetica, ecocompatibilità e miglioramento della sicurezza sul lavoro, con una dotazione pari a 300 milioni di Euro per il 2010. Sul punto, il comunicato stampa della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha chiarito che i contribu-

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ti riguarderanno motocicli elettrici, abitazioni, elettrodomestici, cucine, macchine agricole, gru e motori per la nautica. Uno degli incentivi più importanti è quello riferito alle agevolazioni fiscali indirizzate alle imprese che operano nel settore tessile, dell'abbigliamento e della moda made in Italy. L'Agenzia delle Entrate ha approvato il modello CRT per la comunicazione dei dati sugli investimenti fatti nel 2010 in attività di ricerca industriale e svi-

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luppo. Le imprese potranno accedere a fondi per un totale di 70 milioni di euro erogabili come esclusione dall'imposizione sul reddito d'impresa delle spese sostenute nell'anno in corso per la realizzazione dei campionari. Non è previsto alcun limite di natura giuridica o legato alla dimensione aziendale per poter accedere al beneficio. La circolare chiarisce, infatti, che l'agevolazione è aperta a tutti gli operatori che svolgono attività produttive di reddito d'impresa nei settori delle industrie tessili anche se l'attività non è svolta in modo prevalente. Possono accedere al beneficio sia le imprese residenti sia le stabili organizzazioni, anche se determinano il reddito in modo forfetario e hanno iniziato l'attività dal 2010. Effettuare attività di ricerca e ideazione estetica, o realizzazione prototipi per creare un campionario o delle collezioni, sono alcune delle condizioni necessarie per usufruire della detassazione dedicata al settore tessile e della moda. Inoltre la circolare dell'Agenzia delle Entrate fa una panoramica dei costi ammissibili, specificando che il contribuente deve dimostrare l'inerenza delle spese alle attività agevolate. La detassazione spetta esclusivamente ai fini dell'Irpef (comprese le addizionali) e dell'Ires, ed è riconosciuta a prescindere dal risultato di esercizio (utile o perdita). Tale agevolazione potrà essere fruita solo al momento del versamento del saldo delle imposte sui redditi dovute per il periodo d'imposta di effettuazione degli investimenti in oggetto. La circolare precisa che il risparmio d'imposta non può superare l'importo massimo che l'agenzia delle Entrate comunicherà, in via telematica, al contribuente in seguito alla sua richiesta di agevolazione, che va presentata tra il 1 dicembre 2010 e il 20 gennaio 2011. In caso di investimenti che nel loro complesso superano i 70 milioni di Euro stan-

ziati, l'agevolazione è attribuita proporzionalmente all'ammontare del risparmio d'imposta richiesto dal contribuente. L'Agenzia inoltre chiarisce che, in base alle disposizioni comunitarie sugli aiuti “de minimis“, l'importo massimo per il quale si può fruire dell'agevolazione è pari a 200mila euro.

La scheda

Dottore Commercialista Revisore Contabile

STUDIO ASSOCIATO MANAZZA - PUTORTÌ ha sede a Bergamo in via Cucchi n. 3, Tel +39 035 215205 +39 035 4136420 Fax +39 035 226736



ECONOMIA&BUSINESS

PILLOLE DI FINANZA - RUBRICA A CURA DEL DOTT. CLAUDIO ROSSI

Il Credito Documentario Trasferibile ome abbiamo avuto modo di apprendere nelle precedenti edizioni, il credito documentario ha rappresentato sin dai tempi delle Repubbliche Marinare la più utilizzata e sicura forma di regolamento economico delle transazioni commerciali internazionali tra importatori ed esportatori. Una delle sue caratteristiche principali è quella di essere irrevocabile mentre, per la scarsa conoscenza tra gli operatori, solo in limitati casi, ne viene sfruttata appieno la potenzialità che discende dall'inserimento anche della clausola di trasferibilità. Questa clausola esprime la sua massima efficacia specialmente nelle transazioni commerciali che vengano poste in

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essere da intermediari commerciali di merci, facendo si che essi, senza rivelare le controparti finali, accrescano le proprie capacità di sostenere maggiori volumi di interscambio. La clausola di trasferibilità: - È inserita nel credito documentario dalla banca emittente; - Conferisce al beneficiario il diritto di trasferire totalmente o parzialmente il credito ad un altro nominativo; - Non altera le caratteristiche di fondo del credito documentario (irrevocabilità, conferma, etc…)

Come procedere

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ale clausola viene fatta inserire all'atto dell'apertura del credito dall'ordinante-compratore su richiesta del venditore a pena di inefficacia

del contratto di compravendita. Infatti, come visto, il venditore è solitamente un broker-intermediario che, mettendo a frutto la sua conoscenza dei mercati e le diverse situazioni degli stessi, sfrutta l'impossibilità del compratore a contattare direttamente il reale fornitore della merce, vendendogli dei prodotti di cui a sua volta si approvvigiona presso terzi, lucrando solo sulla differenza del prezzo. Nella sostanza l'intermediario risulta creditore nei confronti del compratore finale e debitore verso il fornitore della merce e dovrebbe impegnare fondi propri o farsi anticipare da un finanziatore il denaro occorrente per l'acquisto. Facendosi aprire un credito trasferibile, l'intermediario può invece acquistare la merce senza movimento di fondi propri e limitando al massimo il ricorso al finanziamento bancario; egli puo' infatti trasferire il credito all'effettivo fornitore della merce per un ammontare pari all'importo stabilito: quest'ultimo ritenendosi adeguatamente garantito dall'apertura di credito disposta dall'ordinante consegna i documenti alla banca ed incassa il corrispettivo della merce venduta. L'intermediario resta beneficiario della differenza tra l'importo del credito "originario" e l'ammontare del credito trasferito: tale differenza rappresenta il suo utile nell'operazione. Si ricorre al credito trasferibile anche per fornire ad una persona di fiducia dell'ordinante-compratore (agente, rappresentante, etc...) i mezzi necessari per la conclusione di un affare quale, ad esempio, l'acquisto di merci durante una manifestazione fieristica. In questa situazione il "fiduciario" del compratore, beneficiario del credito aperto a suo favore, puo' trasferire parzialmente al venditore il credito stesso anche parzialmente, per il solo valore dell'affare concluso.

Qualche riflessione sui potenziali rischi ome noto a tutti gli operatori esperti di vendite contro documenti, il compratore-ordinante del credito non può controllare la merce prima di regolarne il prezzo, svantaggio solo in parte attenuato dall'inserimento in contratto di più o meno complesse certificazioni di ispezione emesse da parti di sua fiducia. Solo la correttezza commerciale del venditore-beneficiario del credito puo' con certezza assicurargli che i documenti corrispondano alla merce spedita e che la qualità della stessa sia conforme. Inoltre gli intermediari

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finanziari che intervengono nell'operazione, per effetto del principio del formalismo caratteristico del credito documentario, non rispondono dell'autenticità e veridicità dei documenti e pertanto non possono in alcun modo contribuire ad attenuare questo aspetto di rischio. Salve le garanzie commerciali rilasciate dall'intermediario al compratore finale, nel credito documentario trasferibile, l'aspetto di rischio sopra esaminato, si traduce, quindi, per l'ordinante-compratore in un aggravamento del rischio stesso per lo più dovuto alla non conoscenza dell'effettivo fornitore - secondo beneficiario - che sarà poi colui il quale presenterà i documenti in utilizzo del credito trasferito.

La scheda

Con laurea in Scienze dell'Economia e Master SDA Bocconi in Wealth Management, ricopre da diversi anni posizioni di responsabilità in ambito bancario e scrive articoli e testi concernenti l'Impresa. Opera oggi come Family Business Advisor



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Danno ambientale: le novità introdotte dal Decreto Legge 135/2009 LEGGE AL VERDE - RUBRICA A CURA DELL’AVVOCATO CRISTINA PUTORTÌ

el tentativo di far fronte alle censure provenienti dalla Corte di Giustizia Europea, che nel 2008 ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dello Stato Italiano per la non corretta trasposizione della direttiva 2004/35/CE in tema di responsabilità per danno ambientale, il legislatore italiano ha varato il D.L. 25 settembre 2009, n. 135 apportando, così, rilevanti modifiche a quanto precedentemente disciplinato dal D.Lgs 152/2006. Una delle novità più significative riguarda la fattispecie del concorso di più persone nel medesimo evento dannoso che, con l'introduzione della nuova normativa, non è più regolata dal principio della responsabilità solidale dei coobbligati, bensì, da quello della responsabilità individuale dei singoli soggetti. Si tratta, più in particolare, di un ritorno a quanto precedentemente disposto dall'art. 18 della legge 349/1986 che prevedeva la suddivisione per quote, nei limiti della propria responsabilità personale, del danno ambientale commesso in concorso da più soggetti. Viene così superata l'impostazione del Codice dell'ambiente secondo la quale, se un fatto dannoso è imputabile a più persone, queste sono obbligate in solido al risarcimento e colui che ha rifuso l'intero danno ha diritto di regresso contro ciascuno degli altri obbligati nei limiti della gravità delle rispettive colpe e dell'entità delle conseguenze derivate. Nonostante lo sforzo del legislatore di adeguare la normativa italiana alle indicazioni comunitarie, non è stata ancora risolta la questione primaria concernete il criterio di imputazione dell'illecito ambientale che il D.L. 135/2009 continua ad individuare come responsabilità per colpa, mentre la normativa comunitaria identifica come responsabilità oggettiva. La legge italiana rimane, pertanto, ancorata al principio secon-

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do cui la responsabilità deve essere accertata anche in base all'effettiva presenza degli elementi di dolo o colpa ravvisabili in capo ai diversi coautori di un medesimo evento dannoso, e non soltanto in base al mero nesso causale esistente tra il danno ed i vari comportamenti lesivi. La responsabilità oggettiva, invece, comporta un'attribuzione soggettiva dell'illecito prescindendo, quindi, dall'atteggiamento psicologico del soggetto a cui è attribuito il fatto lesivo. Un'altra importante novità introdotta dall'art. 5 bis del D.L. 135/2009 riguarda l'obbligo per il responsabile dell'inquinamento di procedere al ripristino, a sue spese, della situazione precedente al verificarsi del danno e, in mancanza, all'adozione di misure di riparazione complementare e compensativa, limitando la possibilità di un risarcimento per equivalente monetario solo, in via sostitutiva, nel caso in cui, sia il ripristino che le misure di riparazione, risultino omesse, impossibili o eccessivamente onerose. Tale previsione è stata inserita in sostituzione di quanto statuito dall'art. 311 del D.Lgs 152/2006 che dava un'importanza primaria alla forma di risarcimento ambientale per equivalente patrimoniale ed una posizione solo marginale agli istituti della riparazione complementare e compensativa. La modifica si è resa necessaria per adeguare la normativa italiana alla direttiva 2004/35/CE che prevede l'utilizzo della valutazione monetaria solo in alcuni casi e comunque al solo scopo di determinare la portata delle misure di riparazione complementare e compensativa, e non certo al fine di sostituirle totalmente con risarcimenti di carattere pecuniario. Come si è avuto modo di osservare, numerose sono le novità introdotte dal D.L. 135/2009 in materia di danno ambientale e molti sono i passi compiuti dal legislatore al fine di giungere ad un corretto adeguamento della normativa

italiana a quella comunitaria. Tuttavia, sono diversi i problemi ancora irrisolti e le questioni ancora aperte e molteplici sono i cambiamenti che dovranno essere ancora apportati alle nostre leggi per soddisfare le prescrizioni dettate dalla Comunità Europea in tema di responsabilità per danno all'ambiente.

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Avvocato presso il Foro di Bergamo Ha conseguito un master in Diritto dell'Ambiente presso l'Università degli Studi di Bergamo STUDIO LEGALE PUTORTì Ha sede a Bergamo Via Silvio Spaventa, 25 Tel. - Fax 035 235226 cristina.putorti@libero.it www.ratiolegis.it



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Motivazione dei collaboratori IN... FORMAZIONE - RUBRICA A CURA DELLA DOTT.SSA MARIA ZACCONE

ome ci sentiamo quando qualcuno ci chiede di fare qualche cosa per lui? Quale leva è necessario muovere affinché, nel nostro mondo privato, ci sentiamo spinti ad agire? La prima obiezione da parte del lettore sarà che un conto è la vita privata e un conto il tema del lavoro dove il "do ut des" è apparentemente paritetico : io do il lavoro/stipendio a te tu mi dai il tuo tempo. Se fosse sempre così sarebbe di una semplicità decisamente allettante, ma così non è affatto. Anche in quest'area il tema della formazione è di fondamentale importanza poiché il vero valore aggiunto della motivazione è composto da quanto contribuisce un'Azienda a "formare" la professionalità di un individuo, costituendo un valore intangibile, perché non fatto di denaro, ma creando automaticamente un sistema di forte fidelizzazione, in quanto chi apprende e vede tracciare dinnanzi a se una strada con un obiettivo, è stimolato a fare meglio per raggiungerlo. Come vedete ho usato alcuni termini che sono determinanti per capire come costruire in un'Azienda il valore della motivazione e adesso riprendiamo questi termini cercando di analizzarli in una sorta di piccolo Glossario:

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Denaro Se proponiamo un aumento di stipendio ad un nostro collaboratore definendo la cifra, a fronte di una richiesta o di una resa constatata, assisteremo ad un cambiamento momentaneo composto da sorrisi e frasi di circostanza. Nelle ore immediatamente successive la risorsa terrà per sè la novità che il giorno dopo sarà un fatto acquisito. Il compenso viene vissuto come un dato di fatto e punto di partenza per ulteriori avanzamenti. Questo nell'ipotesi di un aumento extra in un'Azienda meritocratica. Se parliamo di Aziende non meritocratiche dove tutto è regolato automaticamente da scatti di anzianità l'aumento non sarà assolutamente percepito come "premio" ma come atto dovuto

aggiunto nelle conoscenze prima e nelle competenze poi che l'Azienda si preoccuperà di trasferirgli. La formazione rappresenta anche un valore di "sicurezza" per le risorse che si sentiranno sicure di avere una guida certa per l'acquisizione delle competenze.

Professionalità Se il denaro è spendibile per l'acquisto di beni di consumo, la professionalità è spendibile per stabilire il percorso di carriera? Direi di si poiché in questo modo si potrà crescere professionalmente ma anche in termini retributivi. L'acquisizione di professionalità stabilisce un altro elemento di valore aggiunto, non espresso in moneta ma ugualmente utile come "merce di scambio", modificando i parametri delle contrattazioni che la risorsa effettuerà successivamente, ponendo come elemento di tale contrattazione non il valore monetario ma bensì gli elementi della costruzione di una "carriera", in questo modo anche le scelte saranno supportate da un valore reale. Infatti nel valutare le posizioni offerte alla risorsa sia internamente che esternamente il processo di analisi non si baserà solo su un discorso monetario ma bensì sul percorso di crescita.

La scheda

Motivazione Qui iniziamo a fare la "summa" degli elementi che compongono la motivazione ribaltando l'ordine con il quale ho sino ad ora elencato tali elementi e quindi porremo: in primis - l'acquisizione di Professionalità come elemento della motivazione e come obiettivo da raggiungere. Secondo i percorsi formativi visti come strumento per raggiungere la professionalità. Terzo - il danaro utile e indispensabile poiché tangibile ma il cui valore deve essere sempre comparato con la qualità di ciò che viene proposto

Formazione

Fidelizzazione

"Contributo alla crescita professionale da parte dell'Azienda per migliorare le performance delle proprie risorse". Quando si fanno le selezioni accade sempre più spesso che il candidato chieda se viene svolto un programma di formazione, ancora prima di chiedere le condizioni economiche. Inizia con questo primo passo la valorizzazione non economica della risorsa che trova il vero valore

Pensate che una persona che viene formata correttamente, la cui professionalità viene stimolata e sollecitata e per la quale sia stata individuata la corretta leva della motivazione possa non rimanere fedele all'Azienda (non certo per tutta la vita concetto direi obsoleto) ma per un periodo congruo? Io ritengo che questo individuo saprà operare scelte oculate e seguire con fiducia i percorsi indicati dall'Azienda. E non è questo

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un obiettivo valido e congruo per sostenere una risorsa che in questo modo avrà ben più di un semplice compenso in denaro? Quanto investe ma quanto risparmia un'Azienda che sa motivare e di conseguenza fidelizzare i propri collaboratori? La mia risposta è che investe molto ma riceve anche molto, torniamo al concetto del "do ut des" e non parliamo di semplice danaro ma di un valore molto più alto, consistente e che potrà durare tutta una vita.

laureata in Sociologia a Roma, specializzandosi soprattutto in tecniche di gestione della Risorsa Umana e Formazione Ha lavorato per realtà internazionali quali la ex Mobil Oil Italia, ora Q8, e la Meridiana



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Industria: un altro passettino LA CONGIUNTURA

Da gennaio a marzo 2010 il comparto industriale bergamasco ha segnato un leggero rialzo dello 0.4% rispetto agli ultimi tre mesi del 2009. Nessuna ripresa "vigorosa" e dai dati congiunturali Bergamo registra la performance peggiore di tutta la Lombardia

ase delicatissima". Il neo presidente dell'ente camerale, Paolo Malvestiti, ha commentato così i dati relativi alla produzione e all'occupazione, nei primi tre mesi del 2010, in provincia di Bergamo. In occasione dell'ottava giornata dell'economia, il dettaglio dei numeri tratteggia un quadro

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Paolo Malvestiti

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congiunturale di timido miglioramento, come si può leggere nell'analisi approfondita. Un miglioramento, tuttavia, "debole e una ripresa non generalizzata, che non permette ottimismi superficiali - ha commentato lo stesso Paolo Malvestiti -. E' una fase molto delicata che va costantemente monitorata. La Camera di Commercio farà da supporto e promozione alle imprese, con un forte sostegno al credito, attraverso il sistema dei consorzi fidi. Nonostante le difficoltà, non dobbiamo ragionare solo in un'ottica difensiva perchè si possono progettare politiche di sviluppo, a sostegno

"La ripresa debole, non generalizzata, non permette ottimismi superficiali. E' una fase molto delicata che va costantemente monitorata. La Camera di Commercio farà da supporto e promozione alle imprese, con un forte sostegno al credito, attraverso il sistema dei consorzi fidi"


Produzione industriale primo trimestre 2010 Variazione trimestrale destagionalizzata

Como

Il risultato tendenziale di Bergamo diverge dal dato regionale. La variazione trimestrale destagionalizzata, in Lombardia, nel primo trimestre del 2010 è nettamente positiva (+3.1%). Al di sopra della media lombarda c'è Como, Varese e Brescia. Bergamo, con Mantova e Cremona è fanalino di coda con +0.4%.

5,8

Varese

3,3

Brescia

3,3

Lombardia

3,1

Milano

2,7

Lecco

1,6

Sondrio

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Pavia

0,9

Lodi

0,8

Monza

0,7

Cremona

0,4

Mantova

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Bergamo

0,4

6,0%

5,0%

4,0%

3,0%

di strategie che vadano oltre l'emergenza del breve periodo". Paolo Longoni dell'ufficio studi della Camera di commercio, ha analizzato nel dettaglio di cifre che danno Bergamo ancora molto al di sotto della crescita lombarda, anche rispetto agli ultimi tre mesi del 2009. Il rettore dell'Università di Bergamo, Stefano Paleari, ha richiamato la necessità di allargare la ricerca congiunturale verso una mappatura delle politiche per il territorio, non solo delle attività di punta, ma anche dei settori emergenti che potrebbero fungere da traino agli altri settori. Il Quadro generale. Industria, artigiaStefano nato, commercio e servizi in provincia di Paleari Bergamo nel primo trimestre 2010. I primi tre mesi del 2010 confermano la ripresa del ciclo della produzione industriale manifatturiera in provincia di Bergamo, avviatasi nell'ultimo trimestre del 2009. I segnali positivi sono molteplici e coerenti: il

2,0%

1,0%

0,0%

miglioramento della dinamica congiunturale è presente nei dati della produzione dell'industria e dell'artigianato, del fatturato, degli ordinativi, del tasso di utilizzo degli impianti, dei livelli delle scorte e delle aspettative delle imprese. La variazione trimestrale della produzione nell'industria (+0,4%) è inferiore al dato medio regionale (+3,1%) ma conferma l'avvio di un graduale percorso di uscita dalla recessione che aveva avuto una prima conferma per l'industria bergamasca nell'ultimo scorcio del 2009 (+1,2% nel trimestre). L'indice della produzione è invece ancora di poco inferiore (-0,3%) ai livelli di un anno fa, quando si era ancora nel pieno della recessione. La minore intensità della crescita tra gennaio e marzo 2010 rispet21


Produzione artigianato primo trimestre 2010 Variazione trimestrale destagionalizzata

Bergamo Milano

2,6

Lecco

1,9

Mantova

1,6

Brescia

0,7

Lombardia

0,7

Sondrio

0,5

Cremona

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Varese

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Lodi

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Pavia

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Monza

-1,0 -1,9

Como

-5,0%

to agli ultimi tre mesi del 2009 e allo stesso dato medio regionale può essere dovuta, al netto della più ampia variabilità del dato provinciale, alle caratteristiche di questa fase del ciclo: la ripresa degli scambi internazionali e della stessa domanda interna stanno interessando i settori produttori di beni intermedi e non ancora pienamente il comparto dei beni d'investimento, nel quale l'industria bergamasca ha un'elevata concentrazione d'imprese. Per Bergamo questo significa che la ripresa non è ancora robusta nel settore decisivo del comparto meccanico, nonostante il sensibile miglioramento delle prospettive. Si tratta di un fenomeno consueto - il mutamento del ciclo e il risveglio della domanda si riflette prima sui beni di consumo e 22

Il risultato tendenziale di Bergamo diverge dal dato regionale. La variazione trimestrale destagionalizzata, in Lombardia, nel primo trimestre del 2010 è leggermente positiva (+0.7%). A trainare la regione c'è Bergamo con + 2.8%, seguita da Milano, Lecco, Mantova e Brescia.

2,8

0,0%

5,0%


intermedi e solo in ultimo sui beni d'investimento -, ma potrebbe anche indicare una maggiore incertezza su modi e tempi di ritorno ai livelli ritenuti "normali" di domanda e produzione e quindi un indebolimento di più lungo periodo degli investimenti. La distanza dai livelli produttivi precedenti alla crisi finanziaria (siamo a -12% dall'inizio 2008) resta ampia e induce a valutare con molta cautela ritmo e prospettive della ripresa in corso. L'occupazione non sta reagendo agli impulsi del ciclo, anche se qualche timido miglioramento si scorge nella graduale riduzione delle ore utilizzate di Cassa Integrazione (mentre quelle richieste e autorizzate, secondo i dati INPS, sono ancora in aumento) e in una relativa attenuazione della caduta degli addetti. La domanda di lavoro risponde in genere con alcuni trimestri di ritardo alle fluttuazioni cicliche, ma è anche probabile che la profondità senza confronti della recessione accresca l'incertezza sulla scala di produzione e i conseguenti livelli occupazionali su cui le imprese dovranno riposizionarsi. La perdita complessiva di posti di lavoro nel biennio di crisi, dal I trimestre 2008 al I trimestre 2010, che si può desumere dal campione dell'indagine congiunturale risulta per l'industria di Bergamo pari al -6,3% (-5,5% in Lombardia). Nonostante la ripresa sia più marcata nelle medie industrie rispetto alle piccole, l'artigianato manifatturiero a Bergamo mette a segno un buon risultato nel primo trimestre del 2010 (+2,8 la variazione congiunturale), migliore rispetto al dato medio regionale ma ancora al di sotto (-1,6%) dei livelli di un anno fa. Si registra anche un leggero progresso dell'occupazione, più sostenuto rispetto alla media lombarda. Restano tuttavia molto caute, con una leggera prevalenza dei pessimisti, le aspettative degli artigiani bergamaschi sulla congiuntura del prossimo trimestre. Nel commercio e nei servizi, i segni di ripresa sono molto più labili, come conseguenza di una dinamica dei consumi ancora negativa. Nel commercio a Bergamo le vendite sono ancora distanti (-2,5%) dai livelli già non elevati di un anno

fa. Qualche relativo miglioramento, con dinamica in recupero negli ultimi trimestri, è presente nel commercio al dettaglio non alimentare e nel commercio non specializzato, cioè nella distribuzione moderna. Gli addetti delle imprese commerciali risultano in calo (-0,5%) per il quarto trimestre consecutivo. Nelle costruzioni e nell'edilizia il quadro è negativo. Nei servizi qualche spunto di miglioramento compare in attività più vicine al ciclo della manifattura - come i trasporti e il commercio all'ingrosso. I servizi alle persone e i servizi di ristorazione e turistici registrano ancora fatturati in calo. Dagli altri servizi alle imprese dati ancora in flessione. Nel complesso dei servizi - che nell'indagine congiunturale include anche l'edilizia - il giro d'affari è in calo del -2,6% rispetto all'anno precedente. Gli addetti nell'insieme delle attività dei servizi sono in leggera riduzione (-0,2%) nel trimestre. La flessione più consistente si registra nelle costruzioni e negli altri servizi. Modesto il calo degli addetti nel commercio all'ingrosso. Nei rimanenti servizi la dinamica degli addetti è positiva, con valori più pronunciati nell'informatica e telecomunicazioni e nei servizi alle persone. 23


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Primi "sbuffi" della locomotiva lombarda L’APPROFONDIMENTO

Positivi i dati congiunturali, ma "per superare la crisi - sostiene Enzo Rodeschini, vicedirettore di Unioncamere Lombaria - c'è solo una strada: la competitività. La concorrenza con i cinesi non gioca sul costo del lavoro, ma occorre dare più "appeal" e valore aggiunto ai nostri prodotti" ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA PHOTO: GIORGIO CHIESA

buffa la locomotiva, stride e lancia le prime scintille. L'economia lombarda si muove, magari al passo della tartaruga, ma si muove. Per la nostra Regione, il 2010 si è aperto con dati congiunturali indubbiamente positivi, al di sopra delle previsioni di qualche mese prima. La produzione è cresciuta del 3,1% rispetto agli ultimi tre mesi del 2009 e del 2,5% rispetto ad un anno prima. Il dato che dovrebbe rincuorare è la coerenza fra i diversi indicatori: produzione, fatturato, ordini, utilizzo degli impianti, export, ecc. confermano in modo omogeneo l'inversione di tendenza. "Da scontare - ricorda Enzo Rodeschini, responsabile dell’area studi di Unioncamere Lombardia sono le pesanti perdite del passato: tra la fine del 2008 e quella del 2009 la crisi ha colpito duramente, con perdite percentuali nell'ordine delle due cifre. La produzione industriale è risalita a quota 97 (fatto 100 il 2005), ma siamo ancora ben lontano da quota 106 raggiunta prima della crisi".

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Qual è il termometro della ripresa a Bergamo e nel resto delle province lombarde? Ci sono aspetti peculiari per Brescia, Como, Milano, etc.? "I termometri sono diversi: il primo è relativo all'andamento della produzione industriale, correlato a quelli del fatturato, dell'export, degli ordinativi. Il più adatto a misurare lo stato di salute o meno dell'economia locale (sempre più integrata in quella globale) è l'andamento della domanda sia nella sua componente estera - che di fatto sta aiutandoci ad uscire dalla crisi - che in quella interna. Su quest'ultimo fronte i dati sono meno consolanti: i consumi delle famiglie e gli investimenti pub24

blici e privati sono ancora deboli, anche se almeno nel manifatturiero emergono i primi segnali di inversione di tendenza. Significative differenze si sono verificate fra le province più industriali (Bergamo, Lecco, Como, Monza Brianza, Varese), il cui export ha risentito del crollo della domanda mondiale a fine 2008, e quelle del sud lombardo (Mantova, Lodi, Cremona, Pavia), favorite dalla presenza significativa di settori anticiclici come quello della filiera agro-alimentare. Milano, polo terziario della Lombardia, è in una situazione intermedia, espressione della diffusione generalizzata della crisi e della caduta della domanda". I dati presentati per la Regione Lombardia sono, in generale, positivi. La parola "ripresa", tuttavia, è ancora accompagnata da aggettivi come fragile, timida, debole. Da una certa omogeneità e coerenza fra alcuni aspetti (produzione, ordini, fatturato, scorte, aspettative) si può parlare di un'inversione di tendenza? "L'inversione di tendenza è indiscutibile. C'è da chiedersi se nei prossimi trimestri manterremo questa direzione o se fattori esogeni, soprattutto di origine finanziaria legati alla debolezza dell'Euro, alla crisi greca e ai rischi di altri Paesi, bloccheranno il consolidarsi della ripresa. Una ripresa che, in tutti i casi, sarà lenta e faticosa". Il quadro generale ci dice che la crisi che stiamo attraversando è diversa dalle altre. Come ne uscirà il sistema imprenditoriale lombardo? E quello bergamasco? "E' diversa perché globale. Meglio, perché esplosa proprio quando il mer-


ENZO RODESCHINI

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cato era concretamente globalizzato e tale da trasmettere i suoi effetti, in misura diversa, su tutti i territori, su tutte le filiere. La via d'uscita è una sola: competitività. E' impossibile da raggiungere se facciamo concorrenza ai cinesi sul costo del lavoro, ma solo se diamo ai nostri prodotti e ai servizi un valore aggiunto di intelligenza integrata, di valore d'uso, di vendibilità. Vale per la Lombardia e vale per Bergamo". Si pensa a politiche di sviluppo del sistema, ma come si può conciliare competitività, innovazione e internazionalizzazione con "l'urgenza" che molte piccole e medie imprese hanno di riposizionarsi, ma soprattutto, di resistere sul mercato? "Resistere, oggi, non significa sopravvivere tirando la cinghia e continuando a fare quello che si faceva prima. Resistere vuol dire "cambiare" - e consiglio - il più velocemente possibile, per recuperare competitività, sapendo che la concorrenza internazionale ce l'abbiamo in casa, volenti o nolenti. Da soli è difficile, forse è il momento in cui le medie imprese, anche micro e piccole, debbano capire che è nel loro interesse muoversi in rete, per poter generare prodotti e servizi più competitivi, pieni di intelligenze diverse, in grado di essere vendute nel mondo intero. Cambiare assieme, non illudendosi di poter fare tutto da soli". A Bergamo la variazione trimestrale 2010 della produzione nell'industria (+0.4%) conferma un graduale percorso di uscita dalla recessione che aveva avuto la prima conferma già nell'ultimo scorcio del 2009 (+ 1.2%). Ma come si spiega il forte divario con il dato medio regionale (+3.1%)? "Nei trimestri scorsi ci sono stati momenti con risultati opposti, quando Bergamo andava meglio della media regionale. Guardando a tutta l'evoluzione della crisi da fine 2008, direi che Bergamo è allineata al dato regionale e in particolare all'andamento delle province più industrializzate e più esposte (in quanto forti esportatrici) alla caduta della domanda mondiale. In questo primo scorcio del 2010, inoltre, la domanda di beni di investimento - comparto di forza del metalmeccanico bergamasco - è stata fra le più deboli e le imprese locali ne hanno risentito più che altrove". 26

Auto, chimica, aerospaziale, macchinari, costruzioni, settori che insieme sfornano valore aggiunto scontano il continuo rincaro delle materie prime. Quali sono le ricadute per le imprese lombarde? "Il rincaro delle materie prime è anche un indicatore di ripresa della domanda mondiale. Purtroppo le imprese non sono in condizione di caricare in egual misura i prezzi finali dei prodotti. Sono quindi costrette a subire una riduzione dei margini che resta sopportabile nel breve periodo, ma non nel lungo. Se la ripresa si consoliderà, potrà determinarsi nel tempo un maggior equilibrio fra variazioni dei prezzi delle materie prime e dei prezzi finali". Legati al manifatturiero, al di là di fattori esogeni, non crede che per la Lombardia ci siano nodi strutturali da risolvere? "I nodi strutturali ci sono, a partire da innovazione e ricerca. Ricordo che investiamo l'1.2% del Pil contro quote doppie o triple dei nostri concorrenti maggiori. In parte sono nodi che derivano dal quadro nazionale, del quale subiamo ovviamente vincoli e politiche macroeconomiche. Ciò detto, si può sicuramente fare di più e meglio a livello regionale e locale per sostenere la competitività del "sistema Lombardia". Regione e Sistema camerale hanno aggregato almeno in parte le loro risorse proprio per concentrarle su queste priorità. Spendere bene il poco che è disponibile è già un primo passo nella giusta direzione, puntando a supportare le imprese nel salto di qualità che sono chiamate a fare. Penso che nei prossimi mesi saranno centrali e determinanti le politiche a favore delle aggregazioni e delle reti". In un quadro sostanzialmente positivo un elemento rimane preoccupante: il lavoro. Leggendo i dati di questo primo trimestre come si spiega il fatto che al miglioramento economico non si accompagni una ripresa occupazionale? "L'occupazione reagisce sempre in ritardo alle variazioni dell'occupazione, nel male ma anche nel bene. Tanto più quando molte imprese non vedono, ancora, segnali di ripresa così forti da offrire garanzie sulla produzione a medio termine. Preferiscono aspettare qualche

mese prima di assumere, anche solo per rinnovo del turn over. Restano poi casi non marginali di crisi aziendali, oggi coperte dagli ammortizzatori ordinari o straordinari. Se la ripresa non si consolida con uno sforzo eccezionale di cambiamento, sul territorio bisognerà essere pronti ad affrontare adeguatamente alcune chiusure definitive, attivando processi diffusi di riconversione e riqualificazione dell'imprenditorialità e delle forze lavoro, con il coinvolgimento di tutto il sistema locale, dalle imprese ai sindacati, dal mondo associativo agli enti locali". Cosa dobbiamo aspettarci, per la Lombardia e per Bergamo, nei prossimi tre mesi? "Senza terremoti esogeni e sperando nella capacità dell'Unione Europea di governare le crisi-paese in corso, è ragionevolmente prevedibile che si continui nella positiva tendenza partita a fine 2009. Ci vorranno anni per recuperare la caduta del 2008-2009 e sarebbe stupido attenderci ritmi di crescita paragonabili a quelli cinesi o indiani. Ci basta molto meno, anche perché, lo dimentichiamo troppo spesso, noi partiamo da livelli di ricchezza decisamente più elevati e forse è tempo di accettare un progressivo riequilibrio mondiale che non implica "toglierci il pane di bocca", ma accettare di crescere meno velocemente di chi sta molto peggio di noi. E comunque crescere, proprio grazie alla domanda generata dalle crescenti disponibilità dei Paesi emergenti".



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"Alle imprese serve un federalismo decontributivo" PAROLA ALL'ASSOCIAZIONE

Paolo Agnelli, presidente di Apindustria Bergamo, traccia il bilancio del suo mandato sottolineando che "non bisogna più finanziare chi, con la scusa dell'internazionalizzazione, cerca altri paesi dove trasferire la produzione. I contributi vanno erogati solo a chi resta"

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA PHOTO: LAURA PIETRA

aggio e giugno tempo di bilanci. Non solo per le società di capitali ma anche per Apindustria Bergamo, l'associazione che difende e sostiene i piccoli e medi imprenditori bergamaschi. L'assemblea ordinaria che l'associazione terrà il prossimo 22 giugno sarà un momento importante per fare il bilancio degli ultimi tre anni di vita associativa e per scattare una fotografia dell'attuale situazione economica che vivono le imprese associate. In tema di rendiconti, dalle ultime rilevazioni di Confapi (la Confederazione italiana della piccola e media industria a cui aderisce Apindunstria Bergamo) i bilanci aziendali delle Pmi non lasciano spazio a troppe interpretazioni: solo il 41% ha registrato utili, il 59% ha chiuso in pareggio o perdita e il 3% ha registrato perdite gravi. Con l'anno nuovo i dati mettono in luce segnali di miglioramento ma il quadro è ancora denso di ombre più che di luci. Anche a livello provinciale "le aziende associate - sottolinea Paolo Agnelli, presidente di Apindustria Bergamo - hanno registrato un calo del fatturato 2009 sull'anno precedente e la forbice va dal 20 al 35 per cento di flessione. Nei primi tre mesi il volume d'affari è cresciuto del 10% ma va sempre rapportato ai dati negativi dello scorso anno".

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Nel corso di questo mese ci sarà il rinnovo del consiglio direttivo di Apindustria Bergamo. Un bilancio di questo mandato alla guida dell'associazione delle piccole e medie imprese? 28

"Sono stati tre anni molto impegnativi, anche per via della situazione economica che nel suo complesso ha interessato le aziende associate. Tuttavia, è stato un mandato positivo. Nell'ultimo triennio la base associativa é cresciuta del 10% e, oggi, Apindustria Bergamo conta 500 aziende associate. Oltre ai servizi tradizionali sono cresciute le attenzioni rivolte agli associati. Alla consulenza finanziaria si sono affiancati percorsi di politica aziendale, di bilancio. Attraverso strumenti camerali e progetti specifici, sia di natura regionale che nazionale, è stato affrontato il tema dell'innovazione e dello sviluppo aprendo l'associazione ad una prospettiva internazionale". Come è cambiato, in questi ultimi anni, il modo di rappresentare le imprese? "Le esigenze delle imprese stesse sono cambiate. Non è più solo una rappresentanza di natura politica o di matrice sindacale, volta a tutelare le imprese. A questo si è aggiunta la volontà di offrire servizi innovativi, per consentire ai nostri associati di rimanere al passo con i tempi e, soprattutto, con i mercati. Particolare attenzione è stata data a tutte le novità legislative. Sono stati affrontati temi legati all'ambiente, alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Un esempio: la responsabilità civile e penale dei soggetti giuridici. L'imprenditore non è più soltanto un soggetto di natura commerciale, ma ha delle responsabilità anche di natura civile e penale e la gestione dei rischi è un aspetto di


Paolo Agnelli

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no uccidendo le imprese, certo è che non le stanno aiutando. Diciamo che svolgono lavoro d'ufficio, normale amministrazione. E poi rimane l'ombra dei derivati, credo che si stia mascherando un problema ancora irrisolto. Nessuno è in grado di dire chi sia ancora coinvolto e in che misura".

primaria importanza. Questi tre anni sono stati caratterizzati, inoltre, dal lavoro e dai successi ottenuti con Imprese&Territorio, che stanno dando benefici a tutte le associazioni coinvolte". Con quali scelte e prospettive bisogna guidare l'associazione nei prossimi anni? "Per chi guiderà l'associazione credo che gli obiettivi debbano essere una crescita quantitativa - nei numeri - e qualitativa - nei servizi -, ampliandone la gamma. In un percorso di personalizzazione andranno approfondite le dinamiche legate alla ristrutturazione del debito, all'accesso al credito, alla ricerca dell'innovazione tecnologica finalizzata a nuovi mercati di sblocco e ai problemi organizzativi che gli associati vivono quotidianamente. Sono temi che stiamo presidiando e ritengo debbano essere continuamente monitorati e approfonditi". Dagli ultimi dati presentati dalla Camera di commercio, risulta che l'industria bergamasca ha fatto segnare un + 0.4%. E' possibile parlare di ripresa? "Io non parlerei di ripresa, ma di scosse di assestamento su volumi dello scorso anno. Sono momentanee e riconducibili, il più delle volte, a precise richieste dei committenti che non fanno tendenza. Qui non si tratta tanto di lanciare slogan sulla ripresa, ma di credere - in modo stabile - ad una ripresa. Il trimestre stesso presenta dati discordanti con carichi di lavoro altalenanti, un'incertezza che non c'è mai stata in passato. E poi c'è legato tutto il problema occupazionale". Nelle difficoltà di accesso al credito denunciato da molte Pmi, lei più volte ha sottolineato che è venuto così a mancare il legame diretto tra la banca e la comunità produttiva. Secondo lei perché le banche hanno chiuso i rubinetti? "Hanno paura e senza chiari ed espliciti segnali di ripresa preferiscono soprassedere. Centellinano - ma sarebbe meglio un'altra parola - il credito. Lo danno a chi se lo "stramerita", a chi ha i conti in ordine e che potrebbe anche non chiederlo. Non posso dire che le banche stia30

La riduzione degli affidamenti, sempre più selettivi ha spinto le imprese a ricercare forme di garanzie al credito bancario. In questo quadro come giudica il ruolo dei confidi nella nostra provincia? "Assolutamente attivo. Confapi Lombarda fidie - il consorzio regionale che raggruppa le Apindustria distribuite sulla regione - ha garantito, nel 2009, 280 milioni di euro. Fondamentale è stato il ruolo dei Confidi nel finanziamento alle Pmi per aiutarle a superare la crisi e per scongiurare il rischio chiusura che si profila anche per il 2010. Bergamo e Varese si sono dimostrate le province più attive. Noi stiamo lavorando con "Jeremie", l'iniziativa frutto di un accordo regionale tra Ubi, Confapi Lombarda Fidie e Confidi Province Lombarde per agevolare l'accesso al credito alle micro e pmi della Lombardia. Garantiamo l'80%". Come giudica l'azione del Governo che preferisce distribuire incentivi piuttosto che sviluppare una seria politica industriale a favore del sistema manifatturiero e di trasformazione? "Non ci sono le condizioni normali perché un'impresa possa lavorare. Mi chiedo: perchè un imprenditore deve costituire un'azienda di trenta dipendenti a Bergamo o Brescia e non oltre confine. Solo se ha un'enorme vantaggio competitivo o rinuncia ai margini, pur di stare vicino a casa, può farlo perché qui non ci sono vantaggi sul costo della manodopera, sull'energia, sul fisco e le infrastrutture. Continua la delocalizzazione dei Grandi, delle multinazionali estere, con la conseguente perdita di posti di lavoro che vengono riassorbiti dalla piccola e media impresa. Sono necessari deterrenti alla delocalizzazione Serve un federalismo decontributivo a livello locale: a chi assume, a chi non riduce, a chi viene e investe da noi. Non bisogna più finanziare chi, con la scusa dell'internazionalizzazione, cerca altri paesi dove trasferire la produzione. I contributi vanno erogati a chi resta". Chiudiamo con l'elezione di Paolo Malvestiti alla guida della Camera di Commercio, frutto della coesione di Imprese&Territorio. Quali sono le sue aspettative? "L'elezione di Malvestiti è frutto di una politica collegiale dell'ente camerale e non più di una conduzione personalistica dell'ente. Ci aspettiamo, e già sono stati fatti passi in questa direzione, una condivisione delle scelte, un'allargamento della platea e dei soggetti che possono beneficiare degli interventi camerali. Le risorse che provengono dal sistema produttivo devono tornare alle imprese. Non si deve più correre il rischio, com'è già accaduto in passato, che si disperdano in attività che non siano pertinenti o di diretto interesse per le realtà economiche. Userei una metafora: se Bergamo fosse una bottiglia di champagne e noi il suo contenuto, è come se - con Malvestiti si fosse finalmente deciso di tagliare il tappo con la sciabola".



ECONOMIA&BUSINESS

"Le aziende sono sole e le istituzioni non rispondono" ECCELLENZE

La denuncia è di Franco Rho, padre fondatore della Cam. "Le imprese che producono nel territorio, invece che essere tutelate, sono abbandonate a loro stesse I problemi? Concorrenza sleale cinese ed Euro troppo forte" ARTICOLO DI GIORGIO CHIESA

uella che oggi è una delle più grandi aziende della Bergamasca (produttrice di articoli per bambino, con oltre 300 dipendenti), è allo stesso tempo una delle più "saccheggiate" nelle idee. Ciò che traspare dalle parole di Franco Rho - fondatore, quarant'anni fa, del "mondo del bambino" assieme ai fratelli Aldo e Mario - è una solitudine palpabile, un'assenza delle stesse istituzioni e associazioni che invece di tutelare le eccellenze locali incoraggiano le esternalizzazioni. Non parliamo solo di quattro stabilimenti divisi in due sedi, una a Telgate e l’altra a Grumello del Monte, ma anche e soprattutto di un mare d'innovazioni che hanno permesso alla Cam di essere un fiore all'occhiello dell'imprenditoria nazionale. "La nostra produzione - afferma l'imprenditore è quasi totalmente in loco. Il 95% della merce arriva dai nostri capan-

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noni di Telgate e Grumello. Il risultato? Invece che essere tutelati a livello nazionale, la situazione italiana ed europea è sempre peggiore. Al giorno d'oggi, il problema maggiore è la concorrenza sleale, come quella cinese. Noi investiamo per avere idee, per produrle, per lanciarle sul mercato con la comunicazione. Poi arrivano le copie dei nostri prodotti al 20% in meno del prezzo. Mi sembra evidente che ci sia qualcosa che non funziona. Lo chiedo alle istituzioni, per far sopravvivere l'industria italiana serve dinamismo. Deve essere lo Stato, assieme alle associazioni industriali, a venire da noi per chiederci quali siano i problemi dell'economia reale". Quali sono le soluzioni che propone? "Investiamo circa l'8% del nostro fatturato (59.886.858 di


Il presidente F r a n c o R h o assieme alla figlia M o n i c a , responsabile marketing

euro nel 2008, n.d.r.) in comunicazione e innovazione ogni anno. Per avere un mercato equo non serve l'imposizione di un dazio, ma solo il rispetto delle normative internazionali di concorrenza e lealtà. È troppo facile chiederci di contribuire a risanare il PIL, prima lo Stato - o chi per esso - deve ascoltarci, deve portare da noi i suoi rappresentanti per discutere delle problematiche tangibili". Il problema si è aggravato con la crisi? "Sicuramente. Oltretutto siamo entrati in un circolo vizioso, una sorta di catena di Sant'Antonio nella quale il primo committente non riesce a pagare, provocando insoluti che poi si ripercuotono a catena su tutta la filiera. Dal canto nostro, abbiamo sof-

ferto ma non eccessivamente di questo effetto domino. Tuttavia, a complicare la situazione ci si è messo anche l'Euro, una moneta troppo forte che limita le esportazioni". Parla di esportazioni. Facendo alcune percentuali, come si sviluppa la vostra rete vendita a livello internazionale? "Inizialmente il nostro business si sviluppava principalmente all'estero. Parlo addirittura di un 70-80%. Più recentemente abbiamo investito anche sull'Italia, e oggi siamo così divisi: 40% nazionale, 40% europeo, 20% extra-europeo. Adesso cercheremo di tornare anche sul mercato brasiliano, e su quello argentino dato che la crisi sembra essersi parzialmente sgonfiata". 33


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incrementare il fatturato ogni anno, anche di poco. Col 2009, invece, abbiamo subito un tracollo dell'11%. Adesso la risalita è difficile, ma già da aprile abbiamo registrato una differenza positiva dell'1,5%. La nostra azienda esporta molto all'estero, specialmente nei paesi dell'Est, dove la crisi è arrivata in ritardo. Parlo di Russia, Romania, Ucraina, Slovacchia, solo per fare alcuni nomi. Paesi in cui è sempre più difficile vendere, la nostra moneta - lo ripeto ha troppo valore". Cosa prevede per il futuro? "Se le cose non cambieranno, non vedo prospettive rosee per l'intera Comunità europea. Come già spiegato, i problemi sono due: Euro troppo forte e concorrenza sleale. Io, personalmente, non intendo spostare la produzione e gli uffici dalla nostra cara e amata Bergamo, la parola esternalizzazione non rientra nel nostro vocabolario. Questa è, al momento, una delle nostre certezze". 1

È possibile entrare nel mercato cinese, proprio quello da cui arrivano i problemi maggiori? "Purtroppo vige la regola (non scritta) del protezionismo. Noi, per riuscire ad esportare in Cina, dobbiamo avere una certificazione chiamata C.C.C., un foglio di carta che può essere emesso dopo che alcuni ispettori cinesi sono venuti a controllare l'azienda. È un giro di carte che costa circa 10mila euro e che non ti da la certezza di poter entrare nel loro mercato. A maggior ragione dopo che le varie aziende che vengono ispezionate hanno già superato le più severe certificazioni europee". Parlando di numeri, il vostro fatturato è decresciuto in modo gravoso nell'ultimo periodo? "In quasi mezzo secolo di storia siamo riusciti ad

1 ) Reparto di lavorazione del ferro; 2 ) Assemblaggio del prodotto; 3 ) Comparto del tessile; 4 ) Reparto di lavorazione della plastica

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ECONOMIA&BUSINESS

Tesmec va in Borsa MATRICOLA

L'azienda di Grassobbio sbarcherà a Piazza Affari con un'offerta pubblica di vendita e di sottoscrizione dedicata per il 10% a retail e per il 90% a investitori istituzionali. L'offerta globale ha come oggetto 53.230 milioni di azioni a Grassobbio a Piazza Affari, Tesmec si appoggia alle spalle forti degli investitori istituzionali per l'imminente sbarco in borsa. L'offerta pubblica di vendita e di sottoscrizione sarà dedicata infatti solo per il 10% al mercato retail, lasciando i nove decimi grandi player finanziari. E' quanto si legge nella newsletter Consob che ha autorizzato la pubblicazione del prospetto informativo per la quotazione del gruppo di Grassobbio, attivo nelle soluzioni integrate per la costruzione e manutenzione di infrastrutture. La Tesmec è controllata al 56.64% dalla Ttc di Ambrogio Caccia Dominioni, amministratore delegato del gruppo. L'offerta globale ha come oggetto 53.230 milioni di azioni, in parte frutto di un aumento di capitale per massime 16.5 milioni di azioni e in parte da dismissioni degli attuali azionisti. L'emittente - si legge nella pubblicazione Consob - intende utilizzare i proventi dell'operazione per supportare gli obiettivi di consolidamento e di sviluppo della società e del gruppo e in particolare l'aumento di capitale darebbe alla società la possibilità di reperire i mezzi finanziari necessari per accelerare l'attuazione della propria strategia di crescita. La società di Grassobbio, tra le prime matricole dopo due anni di buio fitto, ha presentato domanda di autorizzazione alla quotazione in borsa lo scorso 4 marzo e potrebbe debuttare sul listino entro questo mese. Oggi l'azionariato vede la famiglia fondatrice, Caccia Dominioni, al 35,8% attraverso la Ttc, cui si aggiunge il 20,8% detenuto dalla

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Fi.Ind, controllata a sua volta da Ttc con il 50,7% e partecipata anche da Alfredo Brignoli, Marco Lazzati e Matteo Caccia Dominioni. Un altro 40% è in mano a 3T, finanziaria controllata da Gianluca Vacchi, entrato nella compagine sociale nel 2007 e che con l'ipo avrebbe la possibilità di valorizzare l'investimento. Nell'ambito dell'operazione di collocamento anche i Caccia Dominioni potrebbero vendere una piccola quota, ma la famiglia punterebbe a restare sopra il 40% del capitale post-ipo. Oltre alla vendita di titoli, l'offerta dovrebbe prevedere una quota di azioni derivanti da aumento di capitale. Le risorse derivanti dall'offerta pubblica di sottoscrizione dovrebbero essere utilizzate soprattutto per la crescita interna. Tesmec punta infatti a completare il processo di internazionalizzazione produttiva e distributiva che finora l'ha portata a essere presente in oltre 60 Paesi. Il gruppo, nato nel 1951, può contare su oltre 300 dipendenti e dispone di quattro siti produttivi, tre in Italia, a Grassobbio, Endine Gaiano e Sirone (Lecco), e uno negli Stati Uniti ad Alvarado (Texas). Per lo sbarco in Borsa, il global coordinator dell'operazione è Mediobanca che agirà anche in qualità di responsabile del collocamento per l'offerta pubblica, sponsor e specialista. I consulenti incaricati sono ChiomentiStudio Legale per Tesmec e Clifford Chance per Mediobanca mentre Reconta Ernst & Young Spa è la società di revisione incaricata.



ECONOMIA&BUSINESS

Debiti delle imprese più che raddoppiati Debito bergamasco pari a 2,5 miliardi (Valori assoluti in milioni di euro) Dicembre 1999 Dicembre 2008 Dicembre 2009 Importo per impresa (in euro) Variazione % 1999/2009 Variazione % ultimo anno

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11.587,9 25.765,6 25.040,2 291.630,0 116,1 -2,8

iù di 291mila euro. E' l'esposizione media di ogni impresa bergamasca, in continua crescita negli ultimi dieci anni. Se nel 1999 il debito complessivo delle aziende ammontava a 11.5 miliardi di euro, oggi la somma è più che raddoppiata (+116.1%) superando quota 25miliardi di euro. Il caso vuole che nell'ultimo anno la stretta al credito abbia leggermente ridotto l'affidamento (-2,8%) invertendo una tendenza ormai consolidata, altrimenti il risultato sarebbe ancora più pesante. Considerando che a Bergamo operano importanti multinazionali (Italcementi, Brembo, Tenaris, solo per citarne alcu-

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DATI&STATISTICHE

Ogni azienda bergamasca ha un'esposizione media di 291mila euro Secondo un'indagine della Cgia di Mestre, se nel 1999 il debito complessivo delle aziende ammontava a 11.5 miliardi di euro, oggi la somma è più che raddoppiata (+116%) superando quota 25miliardi di euro

ne) indebitate a livello fisiologico ma per cifre astronomiche, i 291mila euro che gravano su ognuna delle 86mila imprese attive in provincia non trovano molti rivali nel panorama nazionale: stando alla ricerca della Cgia di Mestre, infatti, la classifica delle maggiori esposizioni vede capofila Milano (media di 418.361 euro), quindi Brescia (324.037), Siena (296.787) e Roma (media di 292.376 euro). Sono questi alcuni dei risultati emersi dall'analisi condotta dall'Ufficio studi della CGIA di Mestre che ha osservato l'indebitamento delle società e quasi società non finanziarie e le cosiddette "famiglie produttri-

ci". Negli ultimi 10 anni la crescita dell'indebitamento delle imprese italiane è stata del +93,6%. Sempre nello stesso periodo l'aumento dell'inflazione, invece, è stato poco superiore al +23%. In termini assoluti l'esposizione con il sistema bancario ha raggiunto, a fine 2009, i 933 miliardi di euro. Mediamente, ciascuna impresa italiana ha un debito con le banche pari a 176.596 euro. Se delle realtà provinciali più "scoperte" abbiamo parlato, in termini percentuali l'aumento più sostenuto registrato nell'ultimo decennio spetta invece alla provincia di Siena (+229.7%). Al secondo posto si piazza Rimini (+191.8%) e

Le prime. Indebitamento delle imprese per provincia Indebitamento delle imprese* Provincia

Siena Rimini Grosseto Trento Bolzano Ragusa Pesaro e Urbino Brescia Pescara Forlì Vibo Valentia Ascoli Piceno Venezia Milano Verona Ravenna Bergamo Salerno

E l a b o r a z i o n i

Dic. 1999

Dic. 2008

Dic. 2009

Importo (in euro)

2.406,0 2.928,8 1.317,9 5.248,5 6.375,9 1.143,7 3.150,2 15.649,7 1.697,3 4.611,9 293,4 2.523,2 6.368,4 66.974,5 9.350,6 4.071,5 11.587,9 3.314,8

6.083,2 8.847,3 3.248,0 12.298,7 15.090,6 2.541,9 7.328,2 36.617,9 3.973,3 10.235,3 647,8 5.405,3 14.350,1 153.337,8 20.650,3 8.586,0 25.765,6 7.145,5

7.931,9 8.547,1 3.385,8 12.729,1 15.281,9 2.674,1 7.323,3 35.788,3 3.873,8 10.330,3 655,2 5.540,4 13.951,8 146.114,2 20.267,3 8.803,1 25.040,2 7.085,9

296.786,9 253.939,7 124.855,7 262.146,7 286.521,3 89.106,6 184.941,3 324.037,2 124.626,0 254.129,1 50.659,8 132.723,1 196.889,9 418.360,8 224.014,5 231.489,6 291.630,0 70.237,1

U f f i c i o

S t u d i

C G I A

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M e s t r e

Var. % 1999/2009

Var. % Ultimo anno

229,7 191,8 156,9 142,5 139,7 133,8 132,5 128,7 128,2 124,0 123,3 119,6 119,1 118,2 116,7 116,2 116,1 113,8

30,4 -3,4 4,2 3,5 1,3 5,2 -0,1 -2,3 -2,5 0,9 1,1 2,5 -2,8 -4,7 -1,9 2,5 -2,8 -0,8

s u

d a t i

B a n c a

*La voce imprese comprende le “società e quasi società non finanziarie” e le “famiglie produttrici”

d ’ I t a l i a

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al terzo Grosseto (+156.9%). Se dal 1999 al 2008 - commentano i ricercatori - l'aumento dell'indebitamento è stato progressivo, con l'avvento della crisi economica e finanziaria si è registrata una inversione di tendenza. Tra il 2008 e il 2009 l'esposizione delle nostre imprese è diminuita del 2% per effetto sia della stretta creditizia praticata dalla banche sia per la riduzione delle richieste di prestito avanzate dalle imprese. Infine, sottolineano dalla CGIA di Mestre, va osservato che per quanto riguarda le grandi imprese, la quota di investimenti realizzati nel settore immobiliare è risultata essere superiore di circa2 volte e mezza (in valore assoluto pari a 237.58 miliardi di euro) rispetto a quelli compiuti in macchinari e attrezzature varie (97.27 miliardi di euro). Tra il 2000 e il marzo del 2009 i primi sono aumentati del 104% e i secondi solo del 13.4%,mentre l'inflazione, sempre nello stesso periodo di tempo, è aumentata del +21.5%. Le grandi imprese conclude la CGIA -, hanno privilegiato, in larga misura, l'investimento di natura speculativa, trascurando, invece, di investire nell'innovazione di processo per migliorare la competitività e divenire quindi più concorrenziali sul mercato domestico e quello internazionale.

Le ultime. Indebitamento delle imprese per provincia Indebitamento delle imprese* Provincia

Avellino Como Oristano Viterbo Nuoro Reggio Calabria Messina Latina Ferrara Parma Cagliari Siracusa Vercelli Torino Palermo Biella Potenza Sassari

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Dic. 1999

Dic. 2008

Dic. 2009

Importo (in euro)

1.904,3 5.618,1 485,5 1.513,2 779,9 1.360,1 2.222,6 2.551,7 2.688,3 8.417,2 3.877,8 2.487,8 1.513,8 23.716,4 6.010,6 1.889,6 2.052,1 2.504,3

2.739,7 8.733,5 743,5 2.183,0 1.169,2 2.088,0 3.186,8 3.610,4 3.947,0 12.314,8 5.112,7 2.870,9 1.872,9 28.853,2 6.515,8 2.162,7 2.198,4 3.169,6

2.888,9 8.491,6 733,8 2.282,3 1.164,7 2.030,6 3.312,4 3.687,9 3.869,2 11.960,4 5.284,1 3.305,8 1.788,0 27.912,6 6.792,3 2.106,6 2.206,5 2.575,1

72.863,9 189.556,7 52.991,6 66.378,0 42.857,9 46.581,9 73.474,4 76.981,3 111.404,9 276.631,5 85.285,5 112.618,6 111.135,8 135.022,0 85.347,3 119.939,9 62.285,9 55.625,7

U f f i c i o

S t u d i

C G I A

d i

M e s t r e

Var. % 1999/2009

Var. % Ultimo anno

51,7 51,1 51,1 50,8 49,3 49,3 49,0 44,5 43,9 42,1 36,3 32,9 18,1 17,7 13,0 11,5 7,5 2,8

5,4 -2,8 -1,3 4,5 -0,4 -2,7 3,9 2,1 -2,0 -2,9 3,4 15,1 -4,5 -3,3 4,2 -2,6 0,4 -18,8

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*La voce imprese comprende le “società e quasi società non finanziarie” e le “famiglie produttrici”

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ECONOMIA&BUSINESS

Per far circolare più "euri" ipotesi cartolarizzazione "IL PIATTO PIANGE"

Previa verifica di fattibilità finanziaria, la tecnica - proposta da Mario Comana, professore ordinario di economia alla LUISS di Roma - permetterebbe di far confluire i crediti delle piccole imprese verso una società veicolo che emette titoli obbligazionari

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA

otenziamento del ruolo dei Confidi, ipotesi di cartolarizzazione anche per le piccole imprese e lezioni di "Financial Education": è la ricetta di Mario Comana, professore ordinario di economia degli intermediari finanziari alla LUISS Guido Carli di Roma, presentata alla fiera di Bergamo nell'ambito di Artigiana 2010 - l'evento regionale finalizzato alla valorizzazione e promozione dell'artigianato lombardo - per affrontare il nodo del credito e della finanza, insomma per far circolare denaro all'interno del sistema. "La liquidità delle imprese, tema primario sia per la nascita che per il loro sviluppo - sottolinea il professore bergamasco -, diventa argomento secondario e marginale quando si tratta di capire come intercettarla. E' un problema che deve essere affrontato in termini concreti e pragmatici, sia sul versante della disponibilità delle risorse finanziarie che sulla generazione del fabbisogno". Se prima della crisi, anche a fronte di tempi di incasso particolarmente lunghi, gli imprenditori potevano ricorrere agli sportelli bancari per ottenere denaro, talvolta anche a buone condizioni, con la crisi tutto è cambiato. Il mercato ha perso la fiducia, le banche non erogano prestiti e guardano con diffidenza ogni tipo di richiesta, dal fido allo sconto fatture. "Un'

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impresa che vive problemi finanziari - ricorda Mario Comana - ha difficoltà reali e concrete, da risolvere subito. Non si può pensare a interventi una tantum come meri contributi finanziari, fini a se stessi. Non sono un beneficio perché si rivelano, il più delle volte, misure che acuiscono i problemi piuttosto che risolverli". L'approccio può essere ruvido, ma la liquidità è uno dei grovigli principali da sciogliere, soprattutto per le piccole e le medie imprese che per natura sono sotto capitalizzate e spesso non possono ricorrere a tagli produttivi per recuperare risorse con cui rifinanziare le casse languide. Ancor di più vale per le micro imprese artigiane, perché "il cuore di queste realtà è la produzione di servizi, di beni. La finanza è una condizione non solo sufficiente per il loro successo, ma assolutamente necessaria". E per la serie "tutti i salmi finiscono in gloria" "si possono avere tante idee, magari geniali, ma se non ci sono "gli euri" per metterle in piedi, rimango allo stadio di idee. Belle, geniali, creative e magari remunerative, ma idee". Tre gli ambiti da aggredire: nel rapporto banche imprese serve un potenziamento immediato dei confidi, è necessario risolvere l'annoso problema nei ritardi di pagamento delle pubbliche amministrazioni e bisogna puntare su una financial education su misura per le Pmi.


Mario Comana

Successivamente i titoli vengono collocati sul mercato, per incamerare liquidità, riportandola poi a coloro che hanno conferito i crediti Il problema del funding (situazione in cui imprese meritevoli non ottengono, a causa di imperfezioni di mercato, il volume di finanziamenti che otterrebbero in un mercato efficiente). Nel processo del credito i Confidi hanno svolto un ruolo cruciale. A fronte degli imminenti cambiamenti strutturali del settore, organizzativi ed individuali, quella dei consorzi di garanzia è "un esperienza che deve essere valorizzata, - sottolinea Mario Comana - all'interno dell'evoluzione del sistema di controllo sulle banche che va sotto il nome di Basilea 3. In Basilea 2 l'Italia è stata capace di introdurre - anche se per il rotto della cuffia - il riconoscimento dei Confidi. Con modalità, certo, un po' anguste e come attenuazione dei rischi computati in capo alla banche". Con Basilea 3 si rischia, in un colpo solo, di tagliare il mercato dei Confidi di un quinto. La bozza di revisione dei criteri di valutazione per il sistema bancario, finalizzato a rendere il sistema finanziario più stabile, costituisce un rischio concreto, attuale e rilevante per i Confidi e per le imprese dal rating di medio livello. "E' necessario un rafforzamento della dotazione patrimoniale dei

Confidi, perché questi assumano un valore decisivo nel facilitare la bancabilità dei prestiti e nella promozione dell'economia territoriale e delle eccellenze locali" e vanno in questa direzione vari interventi come Confiducia, Fondo Jeremie, Made in Lombardy e i recenti Formigoni Loan che agevolano l'incremento del volume delle garanzie bancarie prestate. "In questo senso - suggerisce il professore ordinario di economia degli intermediari finanziari - potrebbe essere utile un'ipotesi di coinvolgimento e di concorso, in cui istituti bancari e imprese d'investimento concorrano a finanziare progetti d'innovazione per le imprese del territorio". Un altro ambito collegato potrebbe essere il finanziamento delle reti. La dinamica degli impieghi e la gestione dei flussi. La considerazione è scontata ma "il modo migliore per avere pochi problemi di liquidità - precisa Mario Comana - è di avere meno fabbisogno di risorse". Detto questo le altre problematiche derivano dal ritardo di pagamenti, soprattutto dalle pubbliche amministrazioni e dalle difficoltà di accesso al credito 43


uno smobilizzo - ha tirato le somme il professore bergamasco - che permette di sbloccare una massa che oggi si è incancrenita. Ecco dove ha senso che la pubblica amministrazione ponga in essere quei correttivi che, sotto forma di garanzie e omogenizzazione dei crediti, rendono possibili quello che altrimenti non sarebbe praticabile".

per le piccole imprese. "Il problema più che il credito sono - al plurale - i crediti. Il problema, più che di razionamento del credito, è nell'impossibilità di portare a casa i crediti per i lavori già fatti. In questo caso c'è solo un verbo: pagare". L'ipotesi al vaglio di fattibilità finanziaria per smobilitare la situazione pregressa, in particolare per quanto riguarda la cessione dei crediti pubblici, è ricorrere alla cartolarizzazione. Tecnicamente i crediti delle micro imprese verso la pubblica amministrazione non hanno le caratteristiche per essere cartolarizzati. Aggiustando il tiro, questa tecnica permetterebbe far fluire i crediti verso una società veicolo che emette titoli obbligazionari, li colloca sul mercato, ne incamera la liquidità e la riporta a coloro che hanno conferito i crediti. "C'è, così, un’anticipazione, 44

L'importanza di una Financial Education per le Pmi e per le micro imprese. Oggi, per un imprenditore, è difficile essere aggiornato sul suo mercato, sul business, sulle opportunità di internazionalizzazione, e nel contempo andare "a caccia" di canali per recuperare risorse finanziarie. "Serve qualcosa di più innovativo dei corsi che puntualmente vengono organizzati, servono soluzioni moderne come un "coaching" delle imprese nei loro rapporti finanziari". Vi sono deficit dovuti alla mancata conoscenza di strumenti finanziari, all'incapacità di gestione degli stessi o all'impossibilità di combinare un portafoglio che possa dirsi ottimale, "una soluzione di concreta fattibilità - ipotizza Mario Comana potrebbe essere intercettare le figure professionali uscite precocemente dal sistema bancario che conoscono l'operatività del rapporto banca impresa". Ad oggi, infatti, ci sono bacini di professionalità di matrice bancaria e finanziaria che non si sono ancora ricollocate sul mercato. "Ognuno di questi professionisti, sotto l'egida di associazioni, del sistema camerale o di altri alvei, si fa carico di seguire una decina di imprese guardando dentro i loro contratti, le richieste di garanzie", una sorta di outsouricng. Un direttore finanziario che una piccola impresa non si può permettere ma che delle sue competenze abbia la possibilità di fruirne a costi assolutamente compatibili. "Ovviamente - conclude il professore bergamasco - se si troveranno delle coperture di costo sarà meglio ma non è ipotizzabile che interventi e misure partano sempre e solo dalla disponibilità di risorse". Per le pmi e per le piccole imprese si è aperta una nuova stagione di caccia. Alla liquidità.



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Nuove regole contro i "cattivi pagatori" CASH FLOW

L’UE contro i ritardi nei pagamenti propone un limite di 30 giorni, non solo per le pubbliche amministrazioni, ma anche per i privati. La nuova direttiva, prima ancora di essere votata, ammette già deroghe e "circostanze eccezionali"

ARTICOLO DI: LIVIO CASANOVA

agamento: 30 gg dffm (secondo la direttiva europea x del x. x. 2010). Nonostante le x siano ancora delle incognite per le imprese bergamasche potrebbe essere questa la nuova dicitura da indicare, in calce, alle fatture. A scriverlo, almeno per ora, ci prova l'Unione Europea che ha cerchiato di rosso, nell'agenda delle priorità, il problema dei "cattivi pagatori". La direttiva sui ritardi di pagamenti è scivolata sul tavolo del Parlamento europeo ad inizio aprile, la Commissione mercato interno chiede che il termine di pagamento di 30 giorni venga imposto non solo alla pubblica amministrazione ma anche nelle transazioni tra privati. Va subito detto che per una direttiva che pone e propone un limite: trenta giorni, sarebbe auspicabile un iter d'approvazione altrettanto veloce. In questi mesi, il rispetto dei termini di pagamento per molti imprenditori e imprese bergamasche, è divenuta una speranza più che una certezza. E se il pagamento in se stesso rappresenta una delle tante criticità che la

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crisi ha reso solo più stringente, i 30 giorni si sono dilatati oltremodo. Il problema, evidenziato dai deputati che hanno sostenuto l'iniziativa, "è che i mezzi di ricorso previsti dall'attuale legislazione europea non si dimostrano efficaci a garantire le imprese e, per le amministrazioni pubbliche come per i privati, la decisione di pagare in ritardo è spesso un modo semplice, ma ingiustificato, di superare le limitazioni di bilancio rinviando i pagamenti all'esercizio successivo". Comportamenti che portano spesso al fallimento di aziende altrimenti sane, alla compromissione della competitività delle Pmi, ad un potenziale effetto a catena che genera in alcuni casi il fallimento di un'intera filiera di fornitori. La situazione si sta ulteriormente aggravando perché i debitori, enti pubblici ed aziende private, per sistemare i loro problemi finanziari stanno allungando costantemente i termini di pagamento, scaricando l'onere sui piccoli. Si spiega, così, il motivo per cui questi ultimi sono costretti a ricorrere alle banche per


Bruxelles Il Parlamento europeo

"provare" a farsi anticipare una parte degli importi delle fatture. "Non dimentichiamo - ha detto Barbara Weiler, il deputato responsabile della legislazione - che la situazione delle piccole e medie imprese è la ragione principale per questa direttiva". La maggioranza in Parlamento è chiara: sui 36 membri del comitato, 30 hanno votato in favore del rapporto presentato dalla stessa relatrice Barbara Weiler e gli altri sei si sono astenuti. L'obiettivo delle istituzioni europee è: tutelare le imprese, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni che per il problema di liquidità rischiano di chiudere in conseguenze della crisi. L'intenzione è migliorare il cash flow delle imprese europee e italiane, fondamentale in questo periodo di flessione economica e agevolare il funzionamento del mercato interno tramite l'eliminazione delle barriere alle transazioni commerciali transfrontaliere. Questo è possibile solo se i creditori hanno a loro disposizione strumenti che permettano di esercitare efficacemente i loro diritti

quando subiscono ritardi nei pagamenti, scoraggiando, prima di tutto, le amministrazioni pubbliche. In Italia il tempo medio di pagamento della PA è 128 giorni,tre volte i 40 giorni tedeschi, ma più lungo anche dei 49 giorni inglesi o del 70 francesi. Nell'Unione Europea la media è di 69 giorni mentre le aziende private saldano i propri fornitori in 88 giorni. Ancora prima del voto finale, però, atteso per questo mese all'assemblea di Strasburgo in seduta planetaria, sono state concesse deroghe sibilline e quanto mai preoccupanti. Nelle transazioni tra privati (business-to-business) il termine di pagamento può essere superiore ai 60 giorni "se è dimostrato che il ritardo non causa danni ingiustificati a nessuna delle parti". Per il pubblico le regole sono più stringenti. Sono, infatti, necessarie "circostanze eccezionali" che giustifichino un ritardo nel pagamento oltre i 30 giorni, mentre non sono giustificati ritardi ulteriori al limite dei 60 giorni. Deroga sulla deroga: fanno eccezione le istituzioni di sanità pub47


blica e le istituzioni pubbliche medico-sociale per la particolare natura di organismi quali ospedali pubblici, che sono in gran parte finanziati attraverso rimborsi nell'ambito dei sistemi di sicurezza sociale. Gli eurodeputati hanno votato per abolire lo standard di risarcimento del 5% del conto, che solo gli enti pubblici dovrebbero pagare in base al progetto della Commissione. La commissione dell'Eurocamera ha deliberato, invece, di aumentare il tasso legale di interesse applicato se il pagamento è in ritardo, al tasso di riferimento maggiorato di almeno nove punti percentuali (invece di sette punti, come proposto dalla Commissione). Inoltre, i creditori riceveranno 40 euro di risarcimento per i costi amministrativi. La posizione della Commissione Mercato interno dovrà passare al vaglio della plenaria di Strasburgo, la data dipenderà dal raggiungimento di un accordo in prima lettura tra Consiglio e Parlamento, nel frattempo aumentano i cattivi pagatori. Secondo i dati raccolti da Cribis D&b (società specializzata nella business information) nel 2009 le aziende italiane puntuali sono state il 43,7% del totale, 48

con un calo del 5,9% rispetto all'anno precedente. Sempre in confronto con il 2008, il 26,6% delle imprese ha peggiorato i propri pagamenti. Numeri sicuramente preoccupanti, soprattutto se si pensa che nel 2007 le aziende puntuali con i pagamenti erano il 7% in più rispetto ad oggi e nel primo trimestre del 2010 il trend negativo continua. Rispetto al 2007, i settori che danno il buon esempio in termini di pagamento sono i trasporti, l'edilizia e l'industria estrattiva, al contrario, le imprese più lente nel saldare appartengono ai servizi finanziari e al commercio al dettaglio. Le piccole e medie imprese sono le più virtuose: la percentuale di imprese che paga puntualmente diminuisce con il crescere del fatturato, ciò significa che mentre le Pmi si sforzano di rispettare i contratti, le aziende con un alto fatturato, con più potere contrattuale si prendono maggiori libertà sui tempi di pagamento. Adesso bisogna solo sperare che la nuova Direttiva sui ritardi di pagamento non arrivi, anch'essa, in ritardo.



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In piedi da sinistra i due vicepresidenti Alberto Armati e Gianfranco Soldo Al centro il presidente Irene Paccani

ARTICOLO DI LIVIO CASANOVA PHOTO: GIORGIO CHIESA

a 13 milioni di euro del 2008 ai 24 milioni dello scorso anno. Due "semplici" numeri che fotografano il dato operativo e il volume dello sforzo - quasi raddoppiato - di Lia eurofidi, il consorzio di garanzia dell'associazione Lia (Liberi Imprenditori Associati) di Bergamo, per far fronte all'emergenza credito delle imprese associate. Anno di duro lavoro e di profonda maturazione per il consorzio che ha contribuito ad attenuare l'impatto della crisi per artigiani e piccole imprese: nel solo 2009 le pratiche accolte sono state 500 contro le 322 del 2008, garantendo 24 milioni di euro per circa 45 milioni di finanziamenti complessivi erogati dagli istituti di credito. E la funzione di "ammortizzatore" degli effetti della crisi è testimoniata anche dai dati del 2010, "le richieste di concessione di garanzie deliberate nei primi tre mesi - ha confermato Irene Paccani, presidente del Consorzio e vicepresidente della Lia

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- ammontano a circa 13 milioni di euro, con un aumento del 40% rispetto ai dati dello stesso periodo dello scorso anno". Guardando ai numeri del 2009, qual è la situazione economica che emerge sul fronte delle sofferenze? "I dati confermano come la crisi abbia colpito i settori strategici e nevralgici della nostra economia. Qualche esempio viene dalla ripartizione tra i vari comparti: per il settore dell'edilizia gli affidamenti perfezionati sono stati il 25% e hanno assorbito oltre 11 milioni di euro, per la metalmeccanica il 14% con 6.300 milioni, per il legno l'8% con 3.700 milioni, poi la chimica con il 5% e quasi 2.500 milioni e, infine, l'autotrasporto il 4% e più di 1.500 milione di euro. La maggior parte dei finanziamenti è andato al commercio con il 26% degli affidamenti e quasi 12 milioni di euro".


Lia eurofidi "ossigeno" per le Pmi FIDO

Per garantire l'afflusso di credito e sostenere le piccole e medie imprese in un solo anno, nel 2009 è stato raddoppiato lo sforzo operativo. Per Irene Paccani, presidente del Consorzio e vicepresidente della Lia (Liberi Imprenditori Associati) i classici sistemi di valutazione penalizzano le imprese locali che potrebbero investire

Ci sono state richieste anche da parte di imprese gestite da stranieri? "Poche le richieste di imprese straniere. Poche decine di domande se rapportate ad una sempre maggiore presenza di tali realtà sul nostro territorio. Queste imprese scontano la difficoltà di prestare garanzie reali che permettano l'accesso al credito a fronte di situazioni patrimoniali, in alcuni casi, piuttosto fragili. L'esame del loro portafoglio mostra quanto, rispetto alle altre, siano maggiormente esposte sul breve termine nel segmento dei mutui per la definizione di progetti, per le minori garanzie che possono offrire e per le politiche più caute adottate dagli istituti di credito".

spesso il sistema creditizio non tenga conto che la piccola e media impresa, nonostante sia vittima di una delocalizzazione selvaggia, finanziata dallo stesso stato e mascherata come apertura ai mercati esteri, abbia saputo reagire dimostrandosi pronta al cambiamento e alla novità. Questa maggiore flessibilità, dovuta anche ad una struttura gestionale più conte-

Molte imprese bergamasche hanno denunciato, da parte delle banche, condizioni di accesso al credito poco favorevoli, rientro dei fidi concessi, una richiesta di maggiori garanzie e tassi più onerosi. Anche voi avete raccolto le stesse impressioni? "Le grandi imprese dispongono di mezzi propri mentre le Pmi, sottocapitalizzate per loro natura, devono necessariamente ricorrere al credito bancario. Sono dell'avviso che troppo 51


Da sinistra Augusto Cometti, Alberto Armati, Gianfranco Soldo, Irene Paccani, Guido Pedrini e Giuseppe Vigani

nuta, dovrebbe essere premiata anziché messa "all'indice" come fattore di maggiore rischio". Oggi, un'impresa che non ha i requisiti per ottenere credito direttamente dalla banca può rivolgersi a voi e, con la garanzia di Lia eurofidi, accedere ai finanziamenti dell'istituto bancario? "Per tre quarti delle imprese bergamasche la contro-garanzia dei Confidi è la "condicio sine qua non" per accedere al credito bancario e, da questo punto di vista, Lia eurofidi diviene il veicolo necessario. Le aziende si rivolgono a noi non solo per presentarsi all'istituto di credito ma, spesso, per avere una consulenza e un'assistenza mirata sulla reperibilità delle risorse economiche. Si crea, così, quella sinergia necessaria che diventa un’ulteriore iniezione di fiducia all' azienda troppo spesso lasciata sola in questo momento di difficoltà". Da sinistra Gianluigi Maffeis, Irene Paccani e Arianna Rota

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Il vostro radicamento sul territorio, la conoscenza dell'economia locale e la rapidità di acquisizione delle informazioni non solo quantitative (i dati di bilancio, per esempio) ma anche qualitative, non possono rappresentare - nell' attuale fase di crisi - l'occasione per


costruire un più solido rapporto tra banche e imprese? creto supporto alle Pmi. Da qui lo sviluppo di un pool di persone che, "Proprio per ribadire il concetto sopra esposto, mi piace ricordare che nel tempo, hanno ricercato i giusti equilibri tra credito e impresa. Le Lia eurofidi è un braccio operativo dell' assocrescenti richieste ci hanno indotto, tra il 2006 e il ciazione Lia, ed in quanto tale, dispone di un 2007, a ridefinire scelte operative e gestionali. Da canale preferenziale di conoscenza dell'imqui l'inserimento tra i nostri collaboratori di Gianluigi presa, laddove spesso ne cura la formazioMaffeis, una figura con ampia esperienza nel ne, la sicurezza, la qualità, l'assistenza sinmondo dei Confidi. Oggi ricopre il ruolo di dacale e molto altro ancora. Il sistema Responsabile della gestione crediti. Importanti sono banca che in questi ultimi anni ha dato vita stati i riconoscimenti e contributi dalla Camera di ad un susseguirsi di fusioni e di accorpaCommercio che si preannunciano più cospicui dal menti (in Italia le operazioni di aggregazione nuovo insediamento camerale, strumento necescondotte nel corso degli anni novanta hanno sario per far fronte ai maggiori volumi di attività". riguardato 450 banche, con una riduzione da un punto di vista numerico, del 18% c.a.) ha Qual è il futuro di Lia eurofidi? forse perso per strada ed infranto per sem"A coloro che al nostro esordio ci domandavapre il buon vecchio " rapporto umano" che no quale fosse la necessità di proporsi sul terDott. Lorenzo Cavallini tanto contava sul rapporto di fiducia tra ritorio con una nuova realtà consortile, la membro esterno banca ed impresa. E' quindi fuori da ogni risposta viene dai numeri e dai riconoscimenti. del comitato tecnico dubbio che, il radicamento sul territorio da Numeri che ci permetteranno, in un futuro un lato e l'attenzione alla struttura e alle esigenze dell' azienda dalprossimo, di ragionare in termini di coesione ed aggregazione. l'altro, creino i giusti presupposti per un maggior dialogo con le banche". Condizione futura necessaria per il potenziamento dei Confidi". Quali sono le iniziative messe in campo da Lia Eurofidi per sostenere le Pmi associate? Grazie al sistema della garanzia, coloro che negli ultimi 12 mesi hanno presentato un'istanza di accesso al credito tramite Liaeurofidi quali benefici hanno ottenuto? "Il nostro consorzio, in linea con gli strumenti messi a disposizione dal governo e dalla regione, si è subito attivato per rendere operativi e facilmente accessibili le varie linee di sostegno alle imprese. Mi riferisco alla moratoria sui debiti delle Pmi laddove, l'oggetto dell'accordo, prevede la sospensione per 12 mesi del pagamento della quota capitale, il progetto "Confiducia" sottoscritto tra Federfidi Lombarda, Regione Lombardia e Sistema Camerale Lombardo che amplia il margine di rilascio della garanzia al sistema creditizio fino al 70%. Nel contempo Liaeurofidi si è fatta garante di operazioni che richiedevano un'attenta analisi dei costi per sostenere importanti progetti di sviluppo delle aziende associate. Abbiamo investito nei tempi di risposta, nel rapporto diretto con l'azienda. Possiamo dire che "siamo scesi in campo", incontrando le imprese nei loro luoghi di lavoro, raccogliendo le impressioni e toccando con mano le esigenze. E a volte, purtroppo, anche le difficoltà".

Il responsabile gestione crediti Gianluigi Maffeis e Irene Paccani

Il Consorzio di garanzia Lia eurofidi è operativo dal 2003. Oggi conta 700 associati, un monte finanziario superiore a 50 milioni di euro e un incremento prestiti erogati che negli ultimi due anni è aumentato di circa il 10%. Come si spiegano le performance di Lia eurofidi? "La crescita operativa di Lia eurofidi ha le sue radici nella reale volontà, da parte di un gruppo di imprenditori, di creare un con53


ECONOMIA&BUSINESS

Gli affari si fanno sui mercati. Esteri "BUCARE" I CONFINI

Con la crisi e il crollo della domanda interna torna centrale la sfida dell'internazionalizzazione e il ruolo giocato dall'export "Artigiana 2010" ha presentato le opportunità offerte a Pmi e micro imprese per portare il "made in Bergamo" in Svizzera, Emirati Arabi Uniti, Marocco, Francia e Turchia

ARTICOLO&PHOTO DI LIVIO CASANOVA

endere petrolio agli arabi o ghiaccio agli esquimesi. E' l'incognita che le imprese bergamasche corrono quando si affacciano, per la prima volta, sul grande palcoscenico dei mercati esteri. Non conoscendo il paese, il rischio è proporre un doppione di qualcosa che loro hanno già, ad un prezzo inferiore. Visto il momento di fiacca e la domanda interna molto debole, l'internazionalizzazione (che non è solo una questione di export) rappresenta una sfida a cui, volenti o nolenti, sono chiamate medie e piccole imprese bergamasche per rimanere sul mercato. E, soprattutto, per rimanerci sorretti da un giusto spirito competitivo. Nel momento in cui un'impresa orobica decide di piazzare i propri prodotti oltre confine, la scelta è se collocare lo stesso prodotto su tutti i mercati o se modificarne la tipologia a seconda della piazza. Ma ancora prima, quando si sceglie di sviluppare una

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politica di presenza commerciale su altri Paesi, le precauzioni sono: muoversi con cautela, riducendo il rischio di prendere "bidoni", al fine di massimizzare l'efficacia e l'efficienza. Nell' ambito della manifestazione "Artigiana 2010" è stato gettato uno sguardo sui mercati internazionali con la presentazione multisettoriale delle opportunità offerte alla Pmi lombarde e, in particolare, a quelle bergamasche in Svizzera, Emirati Arabi Uniti, Marocco, Francia e Turchia. La Svizzera. Il paese elvetico, nonostante sia l'unico con cui confina la Lombardia, è una tra le zone più sottostimate per i suoi rapporti con l'Italia. Al mondo è il primo acquirente pro-capite di prodotti italiani eppure, spesso e volentieri, ci si dimentica di quella internazionalizzazione che è a tre quarti d'ora dalla Lombardia. Dall'Italia la Svizzera importa molti


generi alimentari come olio, vino, liquori. E' importante sottolineare che i vini italiani con 62.5 milioni di litri importati sono la categoria più importante. L'olio d'oliva italiano occupa una quota di mercato pari al 66%, mentre per quanto riguarda liquori e distillati segue, di poco, il Regno Unito. Formaggi e latticini stazionano per il 42% del comparto. Prima della crisi, che ha segnato una flessione strutturale delle importazioni nel paese elvetico, dal nostro paese, nel 2008 la Svizzera ha importato soprattutto prodotti chimico-farmaceutici, macchine industriali e agricole, articoli elettronici. Il successo del "Made in Italy" in questi settori è una conseguenza della vicinanza geografica e culturale tra i due Paesi, della capacità dei prodotti italiani di soddisfare le esigenze di qualità del consumatore svizzero e dell'elevato potere d'acquisto del Paese che premia l'alto valore aggiunto delle produzioni pro-

venienti dall'Italia. La Svizzera non appartiene all'unione europea, per cui sconta aspetti doganali e fiscali, ma offre dei margini di prezzo unici e interessanti. Ancora scarso, tuttavia, è l'interscambio con Bergamo. Emirati arabi. In un'ipotetica classifica dei paesi pro-capite che acquistano prodotti italiani, gli Emirati Arabi Uniti sono terzi. Per il 2010 si prevede una crescita del Pil pari al 4.1%, dovuta, prima di tutto, ai proventi petroliferi e alla ulteriore espansione che sta vivendo l'economia non legata esclusivamente al petrolio. Il 2009 ha segnato una flessione dell'esportazione italiana verso gli emirati arabi, ma nel 2008 il valore era stato di 5.2 miliardi di euro, in aumento rispetto all'anno precedente. A farla da padrone è il settore della meccanica strumentale, mobili, metallurgia e prodotti in metallo, elettronica ed elettrotecnica. Tra le voci del55


li. Ampi margini di penetrazione ci sono per le imprese italiane che producono attrezzature agricole per la raccolta delle olive, della frutta e per i macchinari destinati all'agroindustria e all'imbottigliamento. In Marocco, però, gli imprenditori italiani si fanno vedere poco e così hanno la meglio francesi e spagnoli.

l'export anche generi alimentari, caldaie e l'oreficeria storica. Forti gli interessi italiani su Dubai a fronte di prospettive immobiliari che tornano ad essere interessanti. Dal 7 al 12 dicembre è prevista una missione incoming multisettoriale della Camera di Commercio di Bergamo negli Emirati Arabi Uniti. Dopo avere selezionato gli operatori emiratini dei relativi settori, verranno organizzati degli incontri B2B in Dubai, Abu Dhabi, Sharjah, R.A.K, sono previsti minimo 6 incontri selezionati con operatori locali per ogni impresa. Finalità: avviare contatti per la conclusione di affari. Marocco. Per un interscambio con il paese nordafricano gli imprenditori bergamaschi hanno una carta in più: Luca Pezzani. Il segretario generale della Camera di Commercio Italiana in Marocco, a Casablanca, è di Bergamo. Il Marocco è in forte crescita e negli ultimi 10 anni ha potuto vantare una crescita media del Pil intorno al 3.5%. Nell'anno della crisi la crescita è stata del 5%. Durante il triennio 2006 - 2008, l'andamento dell'interscambio tra Italia - Marocco è stato costante con un saldo positivo in costante crescita fino a superare il miliardo e mezzo di euro. L'Italia importa dal paese nordafricano pesci, crostacei, molluschi preparati, surgelati e conservati, concimi chimici e composti azotati. Le opportunità di export sono legate al tessile (meglio se in un'ottica di partenariato) e in particolare ai tessuti di filati tipo cotone, al cuoio, ai carburanti per motori, ai combustibili minerali e gassosi, agli autoveico56

Francia. L'Italia è il primo fornitore francese per quanto riguarda la moda tra cui filati, tessuti, pelli e cuoio. E' al terzo posto per auto e componentistica, al quarto per la meccanica e gli elettrodomestici e al quinto per il settore agroalimentare. Se mettiamo tra parentesi lo scorso anno, nel 2008 scorrendo le principali voci dell'import italiano troviamo: prodotti agroalimentari (4.3 mld/e), automobili e servizi associati (4.1 mld/e), prodotti dell'industria meccanica (3.1 mld/e) prodotti siderurgici e servizi associati (2.9 mld/e), preparazioni farmaceutiche e servizi associati (2.8 mld/e), materie plastiche e servizi associati (2.5 mld/e). Tra le principali voci dell'export italiano ci sono, come detto, prodotti dell'industria meccanica (6.2 mld/e), automobili e servizi associati (4.2 mld/e), tessile e moda (4.1 mld/e), prodotti siderurgici (3.6 mld/e) e infine prodotti agroalimentari (2.6 mld/e). I settori maggiormente interessati dagli investimenti italiani in Francia sono stati: automotive (Fiat e Iveco), materiali da costruzione (Italcementi, Marazzi, MAPEI), macchine agricole (Case New Holland, Merlo France), aerospaziale (Finmeccanica), finanza (Generali), energie (Eni, Enel), lavorazione dei metalli (Gruppo Zeni, Riva Acciaio), moda (Benetton, Prada, Armani, etc.), distribuzione (gruppo BorlettiPrintemps), editoria (Mondadori), medicina e salute (Ligresti), ristorazione (Cremonini, Autogrill). Turchia. Il mercato turco riveste una grande importanza per l'Italia e la Lombardia. La nostra regione rappresenta il 26% dell'interscambio tra i due paesi. Nonostante ci sia stato, per il 2009, un calo dello scambio commerciale, l'Italia è al quarto posto tra i Paesi partner commerciali della Turchia. L'interscambio ha superato i 13 miliardi e mezzo miliardi di dollari, di cui: 7.7 miliardi di dollari in esportazioni (-30.4% rispetto al 2008) e 5.9 miliardi di dollari in importazioni (-24,6% rispetto al 2008). L'Italia è il quinto paese fornitore, preceduta dalla Russia, Germania, Cina e Stati Uniti ed è il quarto mercato di sbocco delle merci turche preceduta dalla Germania, Francia e Regno Unito. La crisi non ha fermato gli investimenti italiani in Turchia con una cifra record di 300 milioni di dollari. Gran parte dei prodotti esportati dall'Italia riguarda il settore dei beni strumentali ed intermedi, oltre naturalmente a quelli più noti del "Made in Italy", come l'abbigliamento. In lieve aumento anche le esportazioni italiane di fibre sintetiche ed artificiali, gioielli ed articoli di oreficeria. Gli affari si fanno sui mercati. Esteri.



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Stile - Spazio - Funzione, la ricetta per l'acquisto di un immobile MERCATO&ARCHITETTURA

Parola all'architetto Massimo Castagna, direttore artistico e designer di prestigiose aziende dell'arredamento "La crisi sta facendo una selezione, valorizzando gli aspetti qualitativi rispetto ai temi quantitativi. Sono più importanti le singolarità e le eccezionalità rispetto alla standardizzazione" 58


a casa è il tema che affascina maggiormente il mondo della progettazione, indubbiamente rimane il nucleo nel quale ci conformiamo e attraverso il quale ci manifestiamo durante la nostra vita. Nella mia lunga carriera di consulente immobiliare sono venuta a contatto con il mondo della casa attraverso ciò che era stato già costruito e a sua volta arredato. Ho potuto osservare come coniughiamo lo stile con la funzione degli spazi attraverso la nostra personalità e le nostre quotidiane esigenze. In questo approccio alle funzioni ed allo stile, la figura cardine dalla quale direttamente o involontariamente siamo guidati è quella dell'architetto. Se vi affidate ad un professionista serio e preparato, non solo risiederete in una bellissima abitazione, ma avrete ottimizzato gli spazi e le funzioni ed il vostro immobile avrà un valore aggiunto. In questa rubrica che Bergamo Economia mi mette gentilmente a disposizione, c'è la volontà di parlare della casa come forma d'investimento ed analizzare tutti gli aspetti che possono confluire nelle scelte dell'acquisto, determinandone il valore. In questo filone logico, ha voluto coinvolgere la figura di un architetto molto interessante, Massimo Castagna, perché nella sua esperienza di lavoro non solo si è occupato di progettare case e residenze, ma da diversi anni è direttore artistico oltre che designer di prestigiose aziende nel mondo dell'arredamento.

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Che differenza esiste tra architettura design ed "interior design"? "L'architettura ha tempi di realizzazione piuttosto lenti ed è normale che dal momento dell'ideazione di un progetto alla sua realizzazione passino degli anni, mentre "interior design" e design hanno tempi di realizzazione molto rapidi ed interpretano immediatamente i cambiamenti del gusto e del costume spesso anticipandoli. Chi si occupa di design deve lavorare oggi su ciò che il mercato proporrà tra oltre un anno, con anticipo notevole rispetto all'evoluzione sia dell'architettura che della percezione e al gradimento diffuso del pubblico". Secondo lei, quali sono gli elementi che deve valutare l'acquirente di un immobile? "Il mercato dell'edilizia propone una grande quantità di edifici realizzati secondo criteri speculativi standardizzati, figli di anni in cui era faci-

le vendere case in cui le attenzioni del progetto fossero spesso rivolte più all'esterno del fabbricato che alle qualità e vivibilità degli interni. La crisi sta facendo una precisa, profonda selezione, valorizzando gli aspetti qualitativi rispetto ai temi quantitativi, e conferma che una casa non va mai valutata puramente in termini di superficie e costo/mq e chi acquista un bene durevole, soprattutto se è il luogo dove vivere, non può confrontare il valore di una casa solamente riferendola a parametri medi di mercato. Sono oggi più importanti le singolarità, i plus e le eccezionalità rispetto alla standardizzazione". Come giudicare le caratteristiche di un progettista se si ha poca conoscenza nel campo dell'architettura? "Un edificio è frutto del lavoro di più professionisti che con competenze diverse contribuiscono a realizzare l'opera ma, in generale, è imprecisa e confusa l'identificazione dei ruoli. Il progettista è l'anima ed il regista di un progetto, deve avere affinità culturale, la fiducia del committente e facilità nel relazionarsi, ha il proprio preciso modo di esprimersi interpretando un proprio percorso stilistico ed è il coordinatore di tutte le figure che, con ruoli differenti, ruotano intorno al progetto ed alla realizzazione. Ciò che posso consigliare è di valutare un professionista non per la vicinanza o la conoscenza personale, ma per i caratteri della sua mano, del suo preciso modo di pensare ed interpretare la casa".

La scheda

Vicepresidente FIMAA Bergamo (Federazione Italiana Mediatori Agenti d'Affari), agente immobiliare dal 1988 e mediatore creditizio Da sottolineare anche il ruolo di docente per Bergamo Formazione nel campo immobiliare

CASAFELTRI Via Cucchi, 3 Bergamo Tel. 035 4220053 www.casafeltri.it

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C'è un pensiero a volte qualunquista che viene associato all'architetto, ovvero che sia più preoccupato dello stile del progetto a discapito delle funzioni di una casa. Proviamo a sfatarlo? "Progettare presuppone un diverso rapporto tra le figure di progettista e committente, bisogna anche occuparsi dell'immediato coinvolgimento di più professionisti già dalle prime fasi di lavoro, ed è obbligatorio un attento lavoro di sviluppo in sede progettuale ove devono essere affrontati e sviscerati i vari temi. E' superficiale un rapporto dove da una parte o dall'altra non vi sia consapevolezza della complessità e del metodo, o non esista reale disponibilità al confronto: lo stile è un linguaggio, caratteristica ed elemento di unicità del professionista che deve avere precisa affinità con il committente. Le funzioni sono necessità, presupposti del progetto che vanno visti, ragionati e discussi entrando nella "vita" di chi abiterà la casa, valutati nella loro singolarità, rifuggendo ogni schema preconfezionato con una reale e profonda disponibilità al dialogo". Abbiamo visto in questi anni mutare le esigenze e le fruizioni di una casa legata agli spazi cucina e bagno. Ritiene che il futuro ci riservi uno sviluppo diverso? 60

"La casa è lo specchio della nostra vita e dei nostri tempi e riflette le trasformazioni della cultura, del costume e del nostro modo di vivere. I temi del futuro saranno legati a questi cambiamenti, probabilmente con una maggiore velocità di evoluzione ed una maggiore propensione da parte nostra al cambiamento ed alla mobilità: tecnologia, semplicità d'uso, sicurezza, comfort, personalizzazione, fitness, benessere, outdoor, tempo libero, energia, ecologia, comunicazione, multimedialità, sensorialità, piacere, emozione, sono solo alcuni dei temi che potranno trovare nuove interpretazioni secondo ricette sempre più personali e sempre meno standardizzate". Nella sua esperienza di progettista ha affrontato con grande competenza il tema della domotica. Ci può anticipare cosa ritiene basilare di questo progetto? "La domotica è una tangibile differenza nel vivere le case di oggi rispetto al passato, forse una delle più grandi rivoluzioni dell'abitare degli ultimi decenni ma, sebbene se ne parli molto, trovo ancora una grande difficoltà nelle persone a capire esattamente quale sia la sua reale utilità e spesso la sua visione è superficiale, limitata alla gestio-

ne della multimedialità o al controllo centralizzato degli impianti. Ho progettato H2D, una casa domotizzata, completamente funzionante, frutto della collaborazione con Siemens, Telmotor e Zenucchi arredamento. La domotica è una differenza sostanziale ed un'esperienza sensoriale che le parole non possono spiegare".



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Vipiemme Solar, a Isso il primo fotovoltaico agricolo IN COPERTINA

Nato dalla collaborazione con "Nrg Agrivis", l'azienda bergamasca guidata da Alfredo Volpi assieme ai figli Alberto e Raffaele - sta ultimando Agroenergia 2.5, il parco solare a due metri dal suolo che non intacca la regolare attivitĂ di coltivazione 62


Il progetto sarà dotato d'impianto da 2,5 mWp a inseguimento biassiale La struttura verrà conclusa a settembre, si estenderà su 11 ettari e utilizzerà il brevetto "Sun Catch System"

Da sinistra: Raffaele, Alfredo e Alberto Volpi

ARTICOLO DI GIORGIO CHIESA PHOTO: LAURA PIETRA

om'è possibile costruire un campo solare al di sopra un campo agricolo, in modo da sfruttare entrambe le attività produttive e senza creare danno all'ambiente? La domanda ha senz'altro occupato per molto tempo i pensieri di Alfredo Volpi e dei due figli Alberto e Raffaele, rispettivamente chief executive officer, amministratore delegato e responsabile marketing di Vipiemme Solar, realtà imprenditoriale di Isso che unisce progettazione e produzione di moduli fotovoltaici innovativi. Parliamo di una vera e propria fusione tra terra e cielo, per molti romantica, per altri geniale o, più semplicemente, molto funzionale. "Grazie alla collaborazione tra la nostra azienda e "Nrg Agrivis" - affermano all'unisono -, lo scorso novembre abbiamo aper-

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"Il parco solare - afferma l'amministratore delegato Alberto Volpi -, consentirà di fornire energia a impatto zero a oltre 1.400 famiglie di quattro comuni dell'area di Isso: Barbata, Covo, Fontanella e Antegnate"

to il cantiere di Agroenergia 2.5, un progetto molto ambizioso che consiste nella realizzazione di un parco fotovoltaico dotato d'impianto da 2,5 mWp a inseguimento biassiale. La struttura verrà ultimata a settembre, si estenderà su 11 ettari e, grazie all'utilizzo del "Sun Catch System", avrà la peculiarità di produrre energia a impatto zero anche in termini di utilizzo del suolo. Infatti, l'altezza dei pannelli da terra superiore a 2 metri permetterà il normale svolgimento delle attività agricole. Il primo lotto dei lavori accanto alla sede è già ultimato". Dato senz'altro curioso è che lo Stato ha da quattro anni riconosciuto che l'energia solare produce "reddito agrario", la creazione e cessione di energia dal fotovoltaico è infatti considerata attività agricola. "Si tratta di un'importante riconoscimento - afferma Alberto Volpi -, riassumibile più sempli64

cemente così: perché si abbia tale reddito - con tutte le agevolazioni fiscali del caso -, è sufficiente che la struttura sia collocata al suolo. Questo fa capire la portata della nostra realizzazione, in quanto perfino a livello nazionale non era concepibile che l'azienda agricola potesse sfruttare i suoi terreni anche per impianti solari". In cosa consiste esattamente il brevetto "Sun Catch System"? "Il parco solare - continua l'amministratore delegato -, consentirà di fornire energia ad impatto zero a oltre 1.400 famiglie di quattro comuni dell'area di Isso: Barbata, Covo, Fontanella e Antegnate. Il brevetto utilizzato per i pannelli fotovoltaici permette di sfruttare meglio l'energia solare rispetto ai classici sistemi fotovoltaici, producendo rendimenti più elevati. Infatti, i pannelli solari sono con-


"Vipiemme Solar afferma Alfredo Volpi, chief executive officer -, è tra le poche aziende italiane in grado non solo di commercializzare, ma anche di realizzare internamente sia le celle fotovoltaiche che i pannelli"

trollati da un software che ne gestisce la rotazione, tenendo conto della costante variazione dell'inclinazione della terra rispetto al sole. In questo modo si ottiene una grande efficienza aumentando la produzione di energia di circa il 35% rispetto ai sistemi classici. Inoltre, non saranno prodotte emissioni di alcun tipo e la fauna migratoria non subirà alcun disturbo. Ogni kilowattora (kWh) prodotto dall'impianto corrisponde alla mancata emissione in atmosfera di 0,60 kg di anidride carbonica". La Lombardia, quindi, è sempre più all'avanguardia in questo settore. "Questo è un passo fondamentale verso la realizzazione di una vera e propria "Sun valley" a livello regionale. Agroenergia 2.5 è un progetto importante in un periodo in cui sempre più emerge la necessità inderogabile di sviluppare energia pulita. È un risultato frutto del lavoro di molte imprese attive nel territorio e numerose istituzioni locali, regionali e nazionali che ci hanno sostenuto. A loro va il nostro più sentito ringraziamento e la conferma di un impegno che porteremo avanti nel tempo: creare energia pulita per i cittadini e valore per la comunità. Con questa iniziativa, quindi, la Lombardia si conferma ai vertici del fotovoltaico italiano con più del 15,6% d'impianti sul totale di quelli operanti sul territorio nazionale".

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Il responsabile marketing Raffaele Volpi: "I nostri impianti sono alimentati dai pannelli che produciamo. Abbiamo realizzato l'ideale della "fabbrica pulita al 100%" e siamo associati a PvCycle come punto di raccolta dei prodotti esausti"

Inoltre, grazie alla vostra produzione in loco, possiamo dire che il "made in Italy" del fotovoltaico è, e sarà, sempre più richiesto. "Vipiemme Solar - continua il padre Alfredo Volpi -, si distingue nel panorama del fotovoltaico italiano, in quanto è tra i pochissimi gruppi in grado non solo di commercializzare, ma anche di realizzare internamente sia le celle fotovoltaiche che i pannelli. La nostra "Linea Gold Italy" evidenzia la produzione con filiera interamente italiana: nei nostri stabilimenti ci occupiamo di tutto, i laboratori di ricerca sviluppano costantemente nuove tecnologie per moduli fotovoltaici ad alto rendimento e la creazione interna dei moduli ci permette di ottimizzare costi e qualità". Non è eccessivamente dispendioso produrre tutto a Isso? "Contrariamente non potremmo avere alta efficienza (ottima resa 66

del modulo anche a temperature elevate), qualità (materiali dall'elevato standard tecnologico e qualitativo), una progettazione accurata (il processo produttivo garantisce la massima protezione delle celle anche in condizioni atmosferiche avverse), sicurezza (ogni pannello presenta al suo interno un codice a barre posizionato sotto il vetro per garantire l'inviolabilità del codice riconoscitivo) e garanzia di prestazioni". Immaginiamo che il prezzo da pagare sia comunque alto. "Come avrete capito le idee non ci mancano - afferma il responsabile marketing Raffaele Volpi -, e quelle non hanno prezzo. I nostri impianti di produzione sono, infatti, alimentati dai pannelli che produciamo e che vengono utilizzati anche per il riscaldamento a pavimento e per il raffreddamento. Vipiemme Solar è, dunque, una realtà produttiva a impatto ambientale nullo e zero


emissioni, pulita al 100%. E che la salvaguardia ambientale sia un punto di riferimento assoluto per la nostra azienda è dimostrato non solo per aver realizzato concretamente l'ideale della "fabbrica pulita al 100%", ma anche dal fatto che l'azienda è associata a PvCycle e punto di raccolta ufficiale dei pannelli esausti, inviati al riciclo". Parlando di mercato, gli incentivi presenti in Italia non hanno "drogato" la domanda? "Sicuramente molti investitori si sono avvicinati al business dell'ecologia solo per motivi finanziari, senza che dietro ci fosse una reale necessità industriale o un piano di sviluppo economico. Gli impianti che entrerebbero in funzione da aprile 2011 usufruirebbero, stando alle ultime modifiche, di una tariffa incentivante con una riduzione che varia tra i 6,5 e gli 8,1 punti percentuali, a seconda del tipo di installazione. Da aprile ad agosto potrebbero trovare una diminuzione delle tariffe tra il 10 e il 12,8%. Poi del 17,6%. Infine, dal 2012, andrebbe a regime il taglio medio annuo del 6%. Ma è tutto ancora da definire". Quando gli incentivi cesseranno cosa succederà? "Riteniamo - continua Alberto Volpi - che per affrontare il mercato vero si debba puntare sulla tracciabilità dei componenti. In altre parole, servirà il massimo della trasparenza riferita al prodotto e, sicuramente, il fatto di avere una produzione italiana al 100% gioverà. Le prospettive, in ogni caso, sono molto interessanti. La Lombardia, come dicevamo, gioca un ruolo di primissimo piano in questo scenario. Infatti, erano oltre 6mila gli impianti installati nella nostra regione a giugno 2009 per una potenza che complessivamente sfiorava i 57mila kW (con una crescita di circa cinque volte tra il 2008 e il 2007) e che stimiamo si quadruplicherà entro la fine del 2011. Più a lungo termine, il potenziale complessivo di crescita tra il 2009 e il 2020 è pari a quasi 7mila MW".

Il tetto dell’azienda di Isso

In che modo si può favorire l'investimento nelle rinnovabili da parte di privati cittadini e aziende (e non solo gruppi finanziari)? "È molto importante sostenere l'investimento delle famiglie e delle piccole e medie imprese. Si tratta di un tema che riguarda già un gran numero di persone: un anno fa erano circa 36mila gli impianti installati nel solo segmento residenziale. Per un impianto con potenza media di 3 kW l'investimento è di circa 15mila euro e il tempo di rientro dell'investimento previsto è di circa 10 anni. Non un periodo enorme ma certamente significativo per un individuo o una famiglia. Poter contare su incentivi fiscali ben studiati, in grado di rendere meno pesante il carico complessivo sulle famiglie, costituirebbe certamente un ottimo sostegno". Fino a che punto le rinnovabili potranno arrivare a sostituire o integrare le fonti "classiche" di energia? "Quella prodotta da fonti rinnovabili, in particolare quella solare, è l'energia del futuro. Arriverà un giorno in cui non si useranno più sistemi classici: questi ultimi saranno interamente sostituiti dalle "sorgenti" oggi considerate alternative. Non è più un'ideologia o un sogno. È una realtà che ha iniziato a realizzarsi, anche grazie a progetti come il nostro". 67


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CSP Prefabbricati l'innovazione nell'edilizia NATI PREFABBRICATI

Soluzioni sempre all'avanguardia per l'azienda di Ghisalba che per il complesso dell'Altra Sede Regione Lombardia, inclusa la Torre, ha fornito oltre 20.000 mt lineari di travi e 6.000 mt lineari di pilastri Un brevetto che ha fatto risparmiare più di 70 giorni di lavoro ARTICOLO DI: LIVIO CASANOVA & CARLO DI GREGORIO

ilastro di Regione Lombardia è la Csp Prefabbricati Spa. Nel vero senso del termine. Nel grattacielo più alto d'Italia, nuova sede della Regione e conosciuto come "Palazzo Lombardia", sono stati utilizzati i pilastri "Pcm" (Pilastri cerchiati misti) brevetto dell'azienda di Ghisalba. Una soluzione innovativa, messa a punto dalla stessa Csp Prefabbricati che incarna la miglior tradizione nell'arte del costruire, espressione di una vocazione cresciuta in quasi cinquant'anni di attività. Nata nel 1965 per iniziativa di Augusto Signorelli ed Achille Rottigni è maturata grazie alla continua ricerca, alla serietà pro-

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fessionale, alla competenza tecnica e alla flessibilità. Su questi "pilastri" e con la consapevolezza di una competitività sempre accresciuta, la Csp Prefabbricati Spa ha fondato il proprio sviluppo e successo. Palazzo Lombardia, simbolo dell'attuale sviluppo urbanistico del capoluogo né è una testimonianza. "Il progetto originario di cantiere - ci spiegano Cristina Signorelli, Flavio Rottigni e Massimiliano Signorelli, la nuova generazione alla guida dell'azienda - prevedeva un metodo costruttivo totalmente "in opera". Ma questo, per sopraggiunte esigenze organizzative, è diventato incompatibile con la nuova tempistica. In un


Da sinistra: Cristina Signorelli, Flavio Rottigni e Massimiliano Signorelli

concreto spirito di "solution provider", abbiamo messo a punto una proposta di fattibilità alternativa e risolutiva, basata sull'impiego del nostro sistema SMQ". Di cosa si tratta? "E' una soluzione costruttiva integrata acciaio-calcestruzzo, con un alto grado di affidabilità, adattabile a diverse esigenze progettuali e cantieristiche che ottimizza tempi realizzativi e costi. Si è deciso di adottare questa soluzione, perché dal 12° piano della torre la committenza si è trovata ad affrontare un aumento esponenziale delle difficoltà, la cosiddetta problematica dei fabbricati alti. Ad esempio non sono più sufficienti le normali gru di cantiere, cambia il pompaggio del calcestruzzo, cambiano le attrezzature e le modalità di cantiere e, di conseguenza, si allungano i tempi di realizzazione".

sitema integrato SMP - SMQ per edificio industriale

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Quali sono stati i risultati concreti? "Dal 16° piano in poi, dal momento cioè in cui si è riusciti a ricorrere al nostro sistema innovativo, di cui sono stati utilizzati i pilastri, si è passati da 8 giorni a piano (con il metodo tradizionale) a 5.5 con punte fino a 4 giorni per piano. Il sistema SMQ assicura numerosi vantaggi , oltre al risparmio di tempo, l'autoportanza e un'elevata sicurezza antisismica". Quali sono i "pilastri" della Csp Prefabbricati? "In primis la versatilità. La nostra è un'azienda atipica e particolare. Normalmente, infatti, i nostri concorrenti sono specializzati nella realizzazione di prefabbricati per l'edilizia o di semi prefabbricati. Nella nostra azienda, invece, abbiamo sviluppato le competenze ed i sistemi per esserci in entrambi i settori. La Csp è una realtà bergamasca di riferimento nel panorama nazionale". Come è strutturata? "A Ghisalba, nel cuore della Bassa Bergamasca, c'è la nostra sede storica che si dispiega su 90 mila mq, inoltre la rete commerciale ha come punto di riferimento le filiali di Roma e Milano. La nostra azienda opera con due divisioni ben strutturate e competenti, con larga autonomia operativa, ma interfacciate costantemente tra loro ad ogni livello. La divisione sistema misto di qualità (SMQ) si occupa di progettare e realizzare soluzioni innovative, caratterizzate dall'integrazione funzionale ed applicativa di elementi in acciaio che vengono completati in opera con getti di calcestruzzo".

Sopra e sotto: il cantiere dell'Altra Sede Regione Lombardia

C'è anche un ambito, che potremmo definire "tradizionale". "Si tratta della divisione sistema modulare precompresso (SMP) che propone diverse soluzioni progettuali modulari e complete per la realizzazione di strutture prefabbricate in edilizia commerciale, artigianale e industriale, ideali anche per realizzare alberghi, scuole, metropolitane, parcheggi, stabilimenti e aeroporti. In questi ultimi anni abbiamo dato vita ad una riorganizzazione complessiva delle nostre risorse e potenzialità produttive, che ci consente oggi di rispondere con tranquillità anche alle commesse più impegnative dal punto di vista delle quantità e della tempistica". In che misura la Csp collabora con il mondo accademico? "CSP è all'avanguardia nelle soluzioni innovative, offerte ed inserite nel mercato edilizio. Ricerca di laboratorio, ma sarebbe meglio dire, ricerca applicata. In quindici anni abbiamo registrato ben quattro brevetti e non si contano le innovazioni che abbiamo apportato nel nostro settore, di cui le imprese hanno senz'altro beneficiato. Abbiamo rapporti con università di tutta Italia e siamo tra i soci fondatori di "AssoPrem" (Associazione Nazionale dei Produttori di Travi Reticolari Miste) di cui il nostro responsabile Ricerca e Sviluppo, ingegnere Livio Izzo, è presidente". La crisi del settore edile come sta cambiando le scelte del committente? "Il committente è alla ricerca della qualità. Nel 2008 70

abbiamo raggiunto il massimo storico del fatturato e nel 2009, anno tragico per il nostro settore, ci siamo riallineati con gli anni precedenti. Nonostante le difficoltà del 2010 possiamo contare su un adeguato portafoglio ordini. Per nessuno dei nostri collaboratori - e sono un'ottantina - è stato necessario ricorrere alla cassa integrazione. Rimaniamo fiduciosi anche per il futuro".



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Da sinistra Il direttore Roberto Speri, Ludovic Castillo, ad di Altarea Italia e Lino Iemi, presidente Gruppo Policentro

"Le Due Torri", un futuro in costante evoluzione SHOPPING CENTER

Il direttore del centro commerciale di Stezzano Roberto Speri traccia un primo bilancio e parla delle prossime iniziative. "Siamo molto soddisfatti e non ci fermeremo, a breve sarĂ allestito "In4You", il nostro punto informazioni legato al territorio" 72


ARTICOLO DI: GIORGIO CHIESA

l bilancio a un mese dell'apertura è molto buono. Il centro è stato lanciato sul mercato attraverso una massiccia campagna di comunicazione e sin dall'apertura abbiamo avuto un ottimo riscontro da parte della clientela". Parola di Roberto Speri, direttore de "Le Due Torri", il neonato centro commerciale di Altarea Italia che ha aperto i battenti lo scorso 14 aprile a Stezzano. Un vero e proprio shopping center su due piani costantemente in evoluzione, che darà del filo da torcere ai suoi fratelli maggiori e che ha già dimostrato tutta la sua attrattiva. "Gli operatori sono entusiasti - continua Speri - e questo non può che rendere sia la proprietà, sia la società di gestione del centro (Cogest Italia, n.d.r.) estremamente soddisfatte. Rispetto ad altre strutture, la differenza si esprime attraverso questi principali fattori chiave: comunicazione, servizi e interattività. Per la prima è sufficiente guardare le immagini del lancio, diverse da quelle realizzate finora da qualsiasi concorrente. Per ciò che concerne i servizi e l'interattività, a breve sarà allestito "In4You", il punto informazioni del centro commerciale le cui informazioni saranno veicolate da una hostess formata ad hoc per rispondere a qualsiasi esigenza dei clienti. "In4You" sarà un luogo ricco di contenuti, non solo legati al centro stesso, ma anche al territorio, attraverso servizi come la prevendita di biglietti per eventi e concerti della zona".

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famoso torneo Vip dell'Accademia del Tennis. In collaborazione con l'Oratorio di Mozzo abbiamo avuto ospite il cabarettista Fabrizio Fontana a favore dell'associazione "EOS: la stella del Mattino", che ha raccolto fondi per bimbi gravemente malati". Parlando di numeri, possiamo fornire qualche dato sull'affluenza del primo mese d'apertura? "Nel corso del primo week-end inaugurale abbiamo raggiunto 50mila presenze. Questo è l'unico dato ufficiale che al momento possiamo diffondere. In ogni caso, mi sento di affermare che, per tutto il mese, i numeri sono stati più che soddisfacenti sia nei giorni feriali, sia nei fine settimana". Siete dunque riusciti ad inserirvi bene in un territorio che aveva già importanti centri commerciali? "Per quanto il territorio sia saturo di centri commerciali,

Dovremo aspettarci qualche altra sorpresa da questo punto di vista? "Interagiremo con il Comune di Stezzano, che veicolerà attraverso "In4You" diversi servizi al cittadino. Inoltre, saranno predisposte diverse postazioni di totem interattivi, in grado di veicolare contenuti dedicati alla struttura stessa. Infine, alcuni dei servizi del centro "Le due Torri" sono già insiti nell'offerta merceologica: dai "must" quali bancomat, edicola e agenzie di viaggi, alle dotazioni più attuali come l'area wi-fi, la nursery, il solarium e l'estetica. La novità più interessante per uno shopping center, però, è senz'altro il laboratorio dentistico". Verrà quindi rinforzato il dialogo col territorio. "A questo proposito abbiamo stretto rapporti importanti, partecipando a iniziative di grande richiamo e valenza socio-culturale: dalla Fiera del Libro di Bergamo, che si è tenuta dal 23 aprile al 2 maggio scorso in città, al 73


sapevamo - grazie agli studi effettuati prima ancora della realizzazione del progetto -, che avremmo potuto avere dei buoni margini. Inoltre, il nostro centro ha dalla sua diversi plus che ci hanno permesso di raggiungere risultati positivi in tempi piuttosto brevi. In primis, "Le Due Torri" è una struttura dove è possibile trovare tutto, nonostante sia a misura d'uomo. È dotato di negozi di qualità ma accessibili a tutti per fascia di prezzo, è situato in una posizione strategica e facilmente accessibile grazie al collegamento con la nuova tangenziale sud di Bergamo e, infine, ha offerto sinora (e continuerà a farlo) un ricco palinsesto di eventi e iniziative un po' "fuori dal comune", così come recita la subheadline della nostra comunicazione". Cosa significa essere direttore di un centro commerciale che è riuscito a offrire così tanti posti di lavoro? "In tempi di crisi non posso che essere felice. Mille posti di lavoro tra diretti e indotto sono numeri che parlano da soli. Inoltre, in una logica di servizio per le imprese clienti e i lavoratori, il centro, tramite la sua società di gestione Cogest Italia, proporrà e svilupperà corsi di formazione mirati per combattere il problema dell'occupazione". 74

La partnership con Esselunga ha dato i suoi frutti? "Certamente. È un traino molto importante, che aggiunge valore a un'offerta merceologica ricca e variegata". Quali sono i progetti e le prospettive a medio e lungo termine? "Oltre all'obiettivo prettamente commerciale di far crescere ulteriormente le affluenze e quello di stringere legami sempre più consolidati con il territorio, il centro commerciale punta a diventare sempre più attraente in termini di servizio, struttura, innovazione e tecnologia, oltre che in termini di accessibilità. Stiamo studiando diverse soluzioni tecnologiche utili a fornire informazioni su come raggiungere il centro, su cosa si troverà all'interno, oltre alle promozioni e agli eventi. Per ciò che concerne l'accessibilità, dopo aver reso possibile, con l'apertura del 14 aprile, la finalizzazione dell'intervento sulla viabilità circostante (che a oggi ci collega con la nuova tangenziale Sud di Bergamo), Le Due Torri - grazie alla proficua collaborazione instauratasi con il Comune di Stezzano -, potrebbe essere raggiungibile anche da piste ciclabili collegate direttamente al centro e da nuovi mezzi di trasporto".



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L’aria del mare è nel cuore di Bergamo SALUTE&BENESSERE

Nata dalla volontà della giovane imprenditrice Dott.ssa Sara Carafa, Climasalis Srl è il primo centro della città dotato di grotte di sale per la haloterapia

PHOTO: GIORGIO CHIESA

i deve essere qualcosa di magico nel sale, perché esiste nell'oceano e nelle nostre lacrime". Lo ha scritto il poeta e pittore Khalil Gibran circa un secolo fa, quando le proprietà benefiche del sale cominciavano ad essere riconosciute a tutti i livelli. Qualità spesso sottovalutate, ma che lo portarono ad essere considerato alla stregua dell'oro nell'antichità. Tuttavia, è solo nel 1843 che il dottor Felix Boczkowski decise di approfondire quelle che fino ad allora erano state solo intuizioni, osservando l'ottimo stato di salute dei lavoratori delle miniere di sale. Nasce così la haloterapia, un metodo naturale che consiste nella somministrazione, per inalazione, di cloruro di sodio micronizzato. Ma Bergamo cosa centra in tutto questo? A rispondere è la Dott.ssa Sara Carafa, giovane imprenditrice che proprio nel centro cittadino ha deciso di aprire Climasalis Srl (www.clinicadelsalebg.it), un luogo dove è possibile respirare e rigenerarsi con la benefica aria del mare. "L'idea è venuta da un'esperienza di famiglia, mio fratello - infatti - convive da molto tempo con una dermatite atopica e anche io sono vittima di allergie (che si acutizzano con la primavera), come gran parte delle persone. Da diversi anni ci sentiamo ripetere dai dottori che l'aria di mare, grazie all'alta concentrazione di cloruro di sodio, sarebbe l'ideale rimedio ai problemi. Tuttavia, a meno che non si abiti in una località balneare, l'aria di mare è possibile respirarla solamente durante le vacanze. È da questa volontà che abbiamo

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scoperto le grotte di sale, caldamente consigliate anche da uno dei più importanti pediatri e allergologi d'Italia, il Dottor Fabio Agostinis, da cui mio fratello è in cura da diversi anni". Come funzionano esattamente le grotte di sale? "E' una stanza ricoperta interamente di sale sulle pareti, sul pavimento e sul soffitto. L'ambiente è reso quindi asettico e le persone, appena entrate, avvertono una sensazione di assoluto relax grazie al colore bianco del sale e alla cromoterapia. Le proprietà benefiche del sale fanno il resto: si crea un microclima puro, che viene mantenuto costante per temperatura (dai 18 ai 24 gradi) e umidità. Per entrare nella grotta non servono particolari accorgimenti e neppure un abbigliamento specifico. Si rimane vestiti e ci si rilassa, magari ascoltando musica o guardando un dvd, e in una sola seduta di 30 minuti si gode degli stessi benefici di tre giorni al mare". Passando ad una domanda meno gradevole, ma ugualmente importante, specialmente di questi tempi: qual è il costo a seduta? "Trenta euro. All'interno della grotta di sale per adulti possono entrare fino a quattro persone contemporaneamente e, naturalmente, avere il massimo della comodità. In quella dei bimbi, invece, i piccoli fino al sesto anno di età entrano accompagnati dalla


La Titolare Sara Carafa nella grotta dei bambini

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mamma, che non paga. Inoltre, stiamo studiando pacchetti differenziati per le persone più sfortunate e per gli anziani, e naturalmente abbiamo sconti per tutti quelli che decidono di sottoscrivere il classico abbonamento". Quali sono i vantaggi dell'haloterapia? "Nelle grotte di sale Aerosal le particelle di sale vengono nebulizzate a secco da uno speciale apparecchio e le loro dimensioni sono ideali per raggiungere tutte le sezioni delle vie respiratorie. Il sale inalato ha un effetto di detersione dell'intero albero respiratorio, oltre che battericida (rimandiamo al box sull'haloterapia per avere informazioni dettagliate, n.d.r.). In ogni caso, un nostro cliente potrà "monitorare" i suoi miglioramenti grazie alla convenzione che abbiamo stretto con Medical Group, uno studio medico (nello stesso edificio di Climasalis Srl, in via XX Settembre 29, n.d.r.) che effettuerà visite pre e post trattamento a un prezzo di favore". Quindi, serve una ricetta medica per entrare in una grotta di sale? "Assolutamente no. Siamo ancora considerati come dei centri benessere, anche se numerosi studi scientifici potrebbero trasformarci in sanitario. È importante sottolineare che la terapia del sale è un coadiuvante delle cure mediche, perché mantiene l'apparato respiratorio pulito e equilibra la flora della pelle". 78

La grotta degli adulti


Il parere del luminare Fabio Agostinis: “La haloterapia giova alla salute”

Vi portiamo la testimonianza di un luminare della medicina. Il Dr. Fabio Agostinis è laureato in medicina e chirurgia (con specializzazione in pediatria ed immunologia clinica). Il suo è un parere autorevole e spassionato sui benefici dell'haloterapia. "Al mare, se si soggiorna in località caratterizzate da litorali scogliosi, si ha la possibilità di inalare naturalmente la salsedine marina. Il sale e lo iodio fanno si che si verifichi quell'aumento della produzione di muco nasale e di espettorazione che, in maniera caratteristica, si verifica soprattutto nei primi giorni di permanenza al mare. Dopo poco tempo il naso non gocciola più, e i linfonodi del collo riducono progressi-

vamente il loro volume. Ecco perché ai bambini classificati una volta come linfatici era consigliato il soggiorno marino. La terapia del sale, vale a dire haloterapia, è totalmente naturale e non ha effetti collaterali, proprio per questo è adatta a tutte le fasce di età. Il ciclo ideale di terapia è di 15-20 sedute, preferibilmente a cadenza giornaliera. I benefici si protrarranno poi per un periodo di tempo che va da sei mesi ad un anno, a seconda dei casi. Insomma, se non è possibile portare il mare vicino a casa, l'haloterapia fa almeno in modo che si possano sfruttare al massimo i suoi effetti benefici sulla salute. Senza perdita di tempo e senza sprechi di denaro".

Uno sguardo clinico

Il cloruro di sodio inalato è in grado di far funzionare la "clearance muco ciliare", quell'insieme di piccole ciglia di cui sono dotate le cellule che tappezzano le vie respiratorie e che, con movimenti molto frequenti, trasportano il sottile strato di muco che le ricopre verso il cavo orale: si ottiene così una continua detersione dell'intero albero respiratorio. Vi sono anche dimostrazioni di un miglioramento del nostro apparato immunologico difensivo. Si può utilizzare l'haloterapia per quanto riguarda la rinosinusite e le sue complicanze (adenoidi, patologie a carico dell'orecchio). L'haloterapia trova una sua indicazione anche per altre patologie come la fibrosi cistica. Studi condotti su asmatici hanno dimostrato come il trattamento con il sale inalato nelle grotte sia risultato efficace nel ridurre l'iperreattività bronchiale. Trovano indicazione anche le bronchiti, oltre che le laringiti e faringiti. Studi scientifici ne hanno dimostrato l'efficacia nella cura della dermatite atopica in età pediatrica, della psoriasi e della vitiligine. L'haloterapia, infine, normalizza la normale flora cutanea superficiale.

L’accogliente sala d’attesa

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Villa Paradiso, ora il golf è per tutti SPORT&BUSINESS

Parola a Carlo Carozza, titolare di International Golf Holding, società che ha preso in gestione la struttura di Cornate d'Adda: "Voglio avvicinare i giovani a questo sport, il futuro sarà fatto di circoli accessibili ed economici"

ARTICOLO DI: GIORGIO CHIESA PHOTO: LAURA PIETRA

l golf viene ormai visto come uno sport dai giovani Voglio portare questa disciplina al grande pubblico e tra cinque anni conto di avere 5mila iscritti - In Italia la mentalità è ancora antiquata, ma per l'inversione di tendenza non ci vorrà molto tempo". Sono solo alcune delle affermazioni di Carlo Carozza, quarant'anni d'esperienza tra i green nazionali e titolare di International Golf Holding, società che opera a 360° nel marketing golfistico. "Con questa azienda, nata nel 1994, abbiamo voluto dare un supporto concreto all'imprenditore che decide d'investire in una struttura complessa come un campo da golf. Ci occupiamo dello studio di fattibilità, delle operazioni turistiche e immobiliari, seguiamo la costruzione, il marketing, l'avviamento e la gestione finale dell'impianto, al momento seguiamo la direzione di otto impianti in Italia. Abbiamo da poco preso in gestione la struttura del Golf Club Villa Paradiso, a Cornate d'Adda, per due ragioni fondamentali: è in una posizione strategica tra Bergamo, Lecco e Milano, ed - a livello progettuale del campo vero e proprio - è tra i primi dieci circuiti d'Italia. La mia missione? Creare un circolo accessibile a tutti, soprattutto in termini di costi, in cui i giovani possano finalmente giocare (e imparare a giocare) senza dover essere per forza di cose soci. In altre parole, vorrei ridimensionare il concetto di "club esclusivo", investendo maggiormente sulla comunicazione".

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Quali investimenti sono previsti per la struttura di Villa Paradiso? "International Golf Holding avrà la gestione per 12 anni, a giugno compiremo sei mesi. Il nostro intento è portare il "18 buche" di Cornate d'Adda tra i primi cinque impianti d'Italia. Quello che ancora manca a livello strutturale sono una piscina e una spa. Tuttavia, posso dire che abbiamo già stretto un accordo per realizzare entrambi, partiremo da fine anno con la costruzione". Cosa intende fare dal punto di vista del marketing? "Sul nostro sito internet (greenpassgolf.net, n.d.r.) abbiamo creato un portale telematico dove iscriversi e diventare soci virtuali. È possibile avere a basso prezzo anche la tessera della federazione, che ti consente di poter scendere sui green. Attualmente, abbiamo 800 iscritti e conto d'incrementare questa cifra in modo considerevole, fino a 5mila in cinque anni. Già adesso, comunque, possiamo organizzare eventi e competizioni contattando le persone attraverso la rete, così da dare una nuova vitalità ai vari circuiti". E' un modo per rendere accessibili i "18 buche" al grande pubblico? "Al giorno d'oggi, con una spesa di 500 euro puoi già iniziare a giocare sul campo executive. Se una persona non volesse acquisire la


Carlo Carozza

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chiusi rimarranno la minoranza, mentre il resto dei campi sarà a disposizione di tutti. In Italia abbiamo potenzialità che non riusciamo a sfruttare, basti pensare che esistono 350 impianti ma pochissimi giocatori, siamo addirittura gli ultimi in Europa in termini di praticanti. La Germania, che ha 700 impianti, mantiene un rapporto giusto tra circoli e iscritti. Attualmente, nel nostro paese, i seniores sono circa il 70%, la svolta generazionale è dunque a un passo. International Golf Holding sarà la prima a interpretare questa nuova tendenza". Si riferisce anche al fenomeno Monassero? "E' un esempio di ciò di cui stavo parlando. Matteo Manassero ha iniziato a giocare in uno dei circoli che dirigo - il GardaGolf - ed è l'espressione più tangibile del cambiamento dei tempi. Ha appena compiuto 17 anni ed è il più giovane e talentuoso giocatore professionista di tutti i tempi. Ormai è diventato un personaggio affermato, per giunta italiano: le televisioni e i giornali ne parlano continuamente".

quota per diventare socio, abbiamo letteralmente inventato il golf on-line, che come dicevo ti consente di giocare sui vari campi a seconda delle competizioni che organizziamo. A pensarci bene, quindi, il costo reale è già inferiore a quello dello sci o di altri sport". Cosa occorre per creare una struttura e una rete di contatti simile? "A differenza di altre società del settore, ci occupiamo anche della direzione dei vari campi. Attualmente abbiamo la gestione di diverse strutture sull'intero territorio nazionale e, inoltre, siamo proprietari del Golf Club Jesolo, del Dolomiti Golf Club e stiamo partendo con un progetto importante a Desenzano. Stiamo anche realizzando tre campi in Sicilia e uno in Campania. Risulta evidente che questo tipo di ramificazione sul suolo italiano è frutto di anni di lavoro, non ci si può improvvisare in un progetto tanto ambizioso". Quindi, è questa poliedricità il vostro valore aggiunto? "Rispetto a qualche anno fa è cambiato il concetto di disciplina golfistica. Con questo genere d'iniziative i circoli 82

Concludendo, quando lei propone i suoi progetti in giro per l'Italia, come viene accolto dai vari imprenditori o immobiliaristi che hanno deciso d'investire nel golf? "Ad essere sincero, credo di essere un personaggio piuttosto scomodo per tutte quelle persone che hanno una visione di questa disciplina ancora stereotipata. Il futuro parla una lingua che probabilmente non conoscono, se il golf vuole sopravvivere ed essere florido deve aprirsi al grande pubblico una volta per tutte. E per farlo serve conoscere la rete telematica, occorre saper organizzare importanti eventi, bisogna riuscire ad aggregare le persone abbattendo le barriere economiche. Questo è ciò di cui International Golf Holding si sta facendo carico".



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Nuova Jaguar XJ, binomio d'innovazione e di tradizione IN ANTEPRIMA

Fra le curve e le buche del Golf Club l'Albenza, sveliamo in anteprima la nuova regina britannica dalle linee eleganti e raffinate: un'auto di classe per uomini che si distinguono nel traffico

ARTICOLO DI LUCA T. BILOTTA PHOTO: LAURA PIETRA

tilisticamente imparentata con la XF, nettamente distante dalla serie precedente, la nuova XJ segna una moderna rivoluzione nella storia di Jaguar. Sostituire un autentico mito come la Jaguar XJ che da ormai 23 anni continua la lenta evoluzione della iniziale XJ40 non deve essere stato compito facile. Noi di Bergamo Economia l'abbiamo voluta

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svelare fra le curve e le buche del Golf Club l'Albenza. La classe del green accostata alla nuova regina "british", che proprio con il colore verde ha fatto la storia dell'automobilismo. DESIGN - Quasi fosse una donna ritratta secondo i canoni classici della bellezza pittorica, con i fianchi forti e le spalle strette, la nuova Jaguar XJ mostra una parte inferiore larga e muscolosa, scolpita in maniera decisa nei lati, con un frontale espressivo e cofano imponente, mentre la parte superiore del padiglione ha un andamento più "aereo", leggero, filante e con finestrini laterali che disegnano una forma a goccia. Le misure (5.122 x 1.894 x 1.448 mm) sono molto simili a quelle della precedente XJ, ma i designers sono intervenuti in maniera decisa sulle proporzioni e hanno lavorato su di una nuova impronta da coupé, sulla mascherina con griglia a nido d'ape e sui sottili fari allo

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xeno. Il terzo volume posteriore è appena abbozzato e si confonde con la parte spiovente del lunotto, mentre il cofano bagagli ha una forma poco in linea con il resto della carrozzeria; anche le luci posteriori a LED, caratterizzate da tre strisce rosse verticali e poste a chiusura dei parafanghi, hanno una leziosità che sembra contrastare con l'insieme della vettura. INTERNI - I famosi legni e i pellami che hanno fatto la fortuna degli abitacoli Jaguar tornano in maniera ripensata e modernizzata, inseriti all'interno di un ambiente molto più moderno e tecnologico di prima, caratterizzato da una plancia che raccorda le portiere e che con queste condivide l'impiallicciatura di legno. La parte superiore del cruscotto presenta una doppia sporgenza centrale per le bocchette di aerazione circolari e una semplice palpebra per la strumentazione. I


cinque passeggeri hanno a disposizione tutta la luce e la visibilità offerta dal tetto panoramico in vetro scuro che si apre esternamente e ha una copertura anti-riflesso coadiuvata dalla presenza di tendine elettriche. Luxury, Premium Luxury, Portfolio e Supersport sono i quattro diversi livelli di equipaggiamento che permettono di creare una XJ su misura scegliendo fra colori, finiture e pellami in un'inedita varietà. STRUMENTAZIONE - Il matrimonio fra innovazione e tradizione ha una delle sue espressioni più evidenti nella presenza di un pannello strumenti che sembra composto dai classici quadranti analogici presenti ancora sulla maggioranza delle vetture e sulle Jaguar in particolare, ma che in realtà non ha nulla di fisico ed è composto da uno schermo da 12,3 pollici ad alta definizione che provvede a riprodurre tachimetro, contagiri e tutte le informazioni sulla vettura. Messaggi di allerta, una grafica rossa più sportiva e info multimediali che dal navigatore possono momentaneamente apparire al posto dei due quadranti secondari. Degno compagno di questa strumentazione iper-tecnologica è lo schermo touch screen da 8 pollici alloggiato al centro della consolle centrale, munito di funzionalità Dual-View che permette ai due occupanti dei posti anteriori di vedere cose diverse sullo stesso monitor, tipo il navigatore e un film in DVD. Il sistema audio e multimediale è completo di interfaccia Bluetooth, USB e sistema Hard-Disc-Drive (HDD) per l'archiviazione fisica dei brani musicali. MOTORI - In Italia la nuova Jaguar XJ sarà disponibile con tre motori (tutti Euro 5): il più interessante è il diesel V6 di 3 litri con doppio turbocompressore, uno a geometria variabile che svolge il lavoro principale di sovralimentazione e un secondo più piccolo a geometria fissa. Vanta una potenza superiore del 33% rispetto al 2.7 precedente, facendo segnare il bel valore di 275 CV e una coppia che arriva a 600 Nm (+38%) ed emissioni di CO2 ciclo misto 184g/Km passo corto e 189g/Km passo lungo. Con questo propulsore la XJ accelera da 0 a 100 km/h in 6,4 secondi e può arrivare fino a 250 km/h. I motori a benzina sono i nuovi V8 di 5 litri Gen IIIche vanno a sostituire il precedente 4.2, disponibili in versione aspirata e sovralimentata. Il V8 aspirato è lo stesso utilizzato sulla XF, sviluppa 385 CV e 515 Nm, spingendo la grande berlina a raggiungere i 100 km/h da fermo in 5,7 secondi ed emissioni di CO2 ciclo misto 264g/KM passo corto e lungo. Al top della gamma c'è il "Supercharged" da 510 CV e 625 Nm (emissioni di CO2 ciclo misto 289g/Km passo corto e lungo), disponibile solo in allestimento Supersport, che consente di arrivare ai 100 orari da fermo in 4,9 secondi. Il cambio è un automatico-sequenziale Jaguar a 6 marce controllato elettronicamente gestibile tramite il JaguarDrive Selector sul tunnel centrale o con le palette montate dietro il volante. Una delle principali innovazioni della XJ è rappresentato dalla costruzione della carrozzeria in alluminio (50% di materiale riciclato) derivata dall'industria aerospaziale, cosa che la rende più leggera di 150 kg rispetto alle concorrenti dirette.

Tecnologia: la strumentazione è composta da uno schermo da 12,3 pollici ad alta definizione che provvede a riprodurre tachimetro, contagiri e tutte le informazioni sulla vettura

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Design: le linee da compatta coupé nascondono in realtà una 2+2 a 3 porte con portellone posteriore, parabrezza fortemente inclinato e coda tronca 88

ARTICOLO DI LUCA T. BILOTTA PHOTO: LAURA PIETRA

er le vie della città non può passare inosservata. L'abbiamo immortalata volutamente immersa nella natura grazie alla complicità di Honda Radaelli Bergamo, perché proprio il suo Dna è puro quanto l'aria che respiriamo. Honda, del resto, spinge sull'acceleratore presentando un'altra vettura ibrida dopo la Civic, la Insight e in attesa della Jazz: parliamo della nuova Honda CR-Z, in queste pagine in tutto il suo splendore in esclusiva. Già nel nome, le cui tre lettere stanno per "Compact-Renaissance-

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Zero", sono racchiuse le caratteristiche salienti di una compatta coupé che attraverso la lunga strada verso le emissioni zero vuole rappresentare la rinascita di una coscienza ecologica e di una vena sportiva difficile da trovare sulle auto ibride. In una sorta di ideale quadratura del cerchio, i tecnici e i progettisti Honda hanno cercato di infondere nella nuova 2+2 prodotta a Suzuka sia i valori del rispetto per l'ambiente che quelli della dinamica di guida, abbinando il sistema ibrido parallelo IMA al cambio manuale 6 marce.


Honda CR-Z, naturale sportività ESCLUSIVA

Presentata in anteprima la nuova coupé ibrida giapponese, una 2+2 capace di coniugare l'attenzione all'ambiente e lo stile di guida sportivo che piace ai giovani e non solo con all'attivo 124 CV, con una coppia di 174 Nm a partire dai 1.500 giri/min

DESIGN - Le linee da compatta coupé nascondono in realtà una 2+2 a 3 porte con portellone posteriore, sedili posteriori abbattibili anche separatamente, parabrezza fortemente inclinato e coda tronca con doppia vetratura, verticale e orizzontale inclinata. Il design deriva in buona parte dalla CR-Z concept del 2007, pur con gli addolcimenti del caso che trasformano un prototipo in una vettura di serie. Le misure esterne (4.080 x 1.740 x 1.395 mm) e il passo di 2.435 mm stanno a testimoniare gli ingombri ridotti rispetto alla Insight, più lunga di 310 mm e con un passo più ampio di 115 mm; anche il peso, di 1.198 kg, è inferiore di 57 kg rispetto a quello della ibrida a 5 posti. Il frontale, pur rispondente alle stringen-

ti normative di sicurezza per i pedoni, è stato mantenuto abbastanza basso e affilato per dare un'immagine ancor più accattivante alla CR-Z. INTERNI - All'interno spicca subito la strumentazione hi-tech in stile tridimensionale e la plancia decisamente studiata per il guidatore, con tutti i comandi di bordo raccolti nel volante e nelle due zone vicine alle dita del pilota. Il tachimetro digitale con contagiri analogico attorno e i due pannelli informativi laterali danno una bella sensazione di modernità e di controllo totale delle caratteristiche del mezzo. I sedili sportivi anteriori fanno un po' sfigurare le piccole sedute posteriori della configurazione 2+2, evidentemente

Interni: spicca subito la strumentazione hi-tech in stile tridimensionale, con tutti i comandi di bordo raccolti nel volante e nelle due zone vicine alle dita del pilota 89


pensate per brevi spostamenti o piccoli passeggeri; gli schienali di questi ultimi possono però essere abbattuti per creare un ampio vano di carico posteriore, che dalla configurazione standard a 4 passeggeri (233 litri) arriva fino a un volume di 401 litri. Climatizzatore automatico, lettore CD a 6 altoparlanti, collegamento USB e avviamento del motore con pulsante fanno parte della dotazione base della CR-Z.

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MOTORE - Per dimostrare la versatilità del suo sistema ibrido IMA, la Honda ha deciso di puntare per la CR-Z su di un'impostazione più dinamica, abbinandolo per la prima volta ad un cambio manuale a 6 marce anziché al più tradizionale CVT. A spingere la nuova coupé giapponese c'è innanzi tutto un motore i-VTEC 4 cilindri a benzina di 1,5 litri inedito per l'Europa ma già utilizzato sulle


Jazz giapponesi, in grado di esprimere una potenza massima di 114 CV a 6.100 giri/min e una coppia di 145 Nm a 4.800 giri/min. Assieme a questo, ospitato in un compatto alloggiamento fra motore termico e trasmissione, c'è il motore elettrico da 14 CV (a 1.500 giri/min) e 78,4 Nm (a 1.000 giri/min). Attraverso un funzionamento congiunto e sinergico dei due propulsori, la potenza massima del sistema IMA arriva sulla CR-Z a quota 124 CV, con una coppia di 174 Nm a partire dai 1.500 giri/min, valori vicini a quelli della Civic 1.8, ma con la coppia e l'elasticità di un turbodiesel. ALLA GUIDA - Nuovo e interessante è il sistema "3-Mode Drive" per la scelta fra tre diverse modalità di guida: le impostazioni ECON, NORMAL e SPORT provvedono a modulare la risposta di acceleratore, sterzo, climatizzatore, cruise control e l'assistenza del sistema IMA per avere prestazioni orientate di volta in volta alla massima efficienza, all'utilizzo normale o alla marcia più brillante, colore della strumentazione e sonorità allo scarico compresa. Alimentato da batterie al nichel metallo-idruro (NiMH) da 28Ah, il motore elettrico somma la propria spinta a quella del motore a benzina e permette alla Honda CR-Z di accelerare da fermo fino a 100 km/h in 9,9 secondi, di arrivare a 200 km/h, di consumare mediamente 5 litri di benzina ogni 100 chilometri e di emettere 117 g/km di CO2, un valore inferiore di 35 g/km a quello della Civic. Nelle fasi di decelerazione il motore elettrico funge da generatore di corrente per le batterie, sottoposte al non indifferente sforzo di riavviare il motore nelle situazioni di stop&start. SICUREZZA - Una parte non visibile ma molto importante della Honda CRZ è quella nascosta dalle forme della coupé, rappresentata da una scocca particolarmente rigida (a livello della Civic Type R) che sfrutta la tecnologia di compatibilità avanzata Honda (ACE) e uno speciale ponte ad "H" per migliorare la risposta del retrotreno, dare dinamicità alla guida e contribuire ad aumentare la sicurezza passiva. Pur sfruttando il pianale della Insight, la CR-Z sfrutta numerose modifiche per ottenere un comportamento di guida più brillante e piacevole, come ad esempio la carreggiata aumentata di 20 mm all'anteriore e di 25 mm al posteriore; anche le sospensioni sono simili alla sorella a 4 porte, con molle, ammortizzatori e barre antirollio specifiche e i bracci anteriori delle sospensioni MacPherson realizzati in alluminio fucinato anziché in acciaio stampato come sulla Insight (-2 kg).

Motore: a spingere la nuova coupé giapponese c'è innanzi tutto un motore i-VTEC 4 cilindri a benzina di 1,5 litri inedito per l'Europa. Al suo fianco il motore elettrico da 14 CV (a 1.500 giri/min) e 78,4 Nm (a 1.000 giri/min)

Honda Radaelli 24125 Bergamo (BG) 75, VIA VITTORE GHISLANDI Tel.: 035 355736 24047 Treviglio (BG) 5, LARGO I MAGGIO Tel.: 0363 48066

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M3 Coupé e X5 M Emozioni estreme TEST DRIVE

Complice il "BMW MDrive Tour", protagonista alla concessionaria cittadina Lario Bergauto lo scorso aprile, abbiamo provato per voi due regine incontrastate dell'asfalto

ARTICOLO DI LUCA T. BILOTTA PHOTO: GIORGIO CHIESA

abito non fa il monaco, recitava un vecchio detto popolare. E anche per le sportivissime di casa BMW, questo tipico "modo di dire" può calzare a pennello: sotto un'estetica sportiva non esasperata, infatti, pulsano motori dalle velleità di F1. Il 20 e 21 aprile scorsi, tutti i modelli M erano schierati all'esterno della concessionaria ufficiale di Bergamo e provincia BMW Lario Bergauto, complice la kermesse "BMW MDrive Tour". Una due giorni a tutto gas, in compagnia dei piloti

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Motorsport capitanati dall'esperto pilota Maurizio Amadori che ha illustrato, attraverso una serie di slides informative, la storia della Serie M ad un numero selezionato di clienti bergamaschi. Poi tutti in strada: 15 minuti a testa per testare al volante le più estreme BMW in commercio. Noi di Bergamo Economia abbiamo scelto due regine incontrastate: la fiammante Serie M3 Coupé e la potente X5 M. Due vere stelle del firmamento bavarese, due auto che lasceranno il segno. E non solo sull'asfalto, intendiamo nel mercato italiano.


M3 Coupé - Era lei la regina. Bianca, siluette raffinata ed estrema al contempo. Al primo colpo d'occhio si nota il tettuccio in carbonio, bellissimo nella sua trama cangiante e più leggero di cinque chilogrammi rispetto all'acciaio, a tutto vantaggio del baricentro. Dettaglio sportivo e pregiato, simbolo anche di un'attenzione di BMW alla tecnologia efficiente. Secondo dettaglio: sotto il cofano campeggia il potente V8 quattromila. Tutto in alluminio, con farfalle singole, doppio Vanos e con 420 cavalli ha un bel rapporto cavalli/litro pari a 105. Gira alto, come un

motore da moto, con il limitatore a 8400 giri e la potenza massima a 8300 giri. La coppia massima è generosa, 400 Nm a 3.900 giri mentre i consumi sono da sportiva, con 8 km/litro per la media dichiarata (emissioni di CO2 ciclo misto 295 g/km). Più che i consumi, però, è meglio concentrarci sui dati fondamentali, come i 4,8 secondi per lo 0-100 km/h e l'esatta metà, 2,4 secondi per l'operazione inversa, il 100-0 km/h. Il cambio Drivelogic a doppia frizione e a sei marce (con puddle al volante), rende tutto più divertente. Da provare il "Launch-Control", un pulsante 93


M3 CoupĂŠ - Era lei la regina. Bianca, siluette raffinata ed estrema al contempo. Al primo colpo d'occhio si nota il tettuccio in carbonio, bellissimo nella sua trama cangiante

che permette uno sprint con partenza da fermo ottimale ed energico (noi l'abbiamo testato: da restare senza fiato). Ovviamente tutto in massima sicurezza, grazie anche ai freni scompound, con mozzo e disco in materiali differenti, autoventilati con diametro di 360mm davanti e 350 mm dietro, e spessore di 30mm. X5 M - Anche per la X5 c'è sotto il cofano un motore potentissimo, caratterizzato dal trattamento Motorsport. Ma anche sicurezza estrema, cura nei dettagli massima, il top della tecnologia applicata ad una autovettura. Il motore è il cuore ed il fulcro principale: un 8 cilindri a V, con doppia turbina, una cilindrata di 4.400 cc ed in grado di sviluppare una potenza di 550 cavalli a 6.000 giri, con una coppia massima di 678 Nm disponibile tra i 1.500 ed i 5650 giri al minuto. Molte le peculiarità di questo propulsore, il primo della serie M ad essere turbocompresso e soprattutto il primo in grado di combinare la tecnologia della nuova turbina con l'impianto di scarico armonizzato nella risonanza per la Dynamic Performance Control. A questo si 94


devono aggiungere soluzioni avanzate e già conosciute ed apprezzate quali lo sterzo Servotronic ed il sistema Adaptive Drive per le sospensioni. Le prestazioni della BMW X5 M sono, ovviamente, fenomenali: accelerazione da 0 a 100 km/ in 4,5 secondi ed una velocità massima autolimitata a 250 km/h (emissioni di CO2 ciclo misto 325 g/km). Prestazioni queste che fanno della BMW X5 M il SUV più veloce e potente del mondo. Le innovazioni estetiche introdotte sono le grosse prese d'aria frontali nella parte bassa del paraurti, ben 4 terminali di scarichi e cerchi in lega da 20 pollici. Il cambio è, per la prima volta, a 6 marce, gestibile mediante la leva elettronica centrale o tramite i bilancieri di alluminio posti sul volante, con le 3 modalità di gestione selezionabili, a seconda delle proprie preferenze: Drive, Sport ed M Manual. Per quanto concerne gli ausili elettronici alla guida troviamo, oltre l'ABS, il controllo dinamico della frenata, i controlli per la frenata in curva e per la guida in discesa. Interessante la presenza dell'Adaptive Drive con sospensioni pneumatiche autolivellanti più basse di 10 mm rispetto alla versione normale.

X5 M - Anche per il SUV c'è sotto il cofano un motore potentissimo, da ben 555 cavalli Ma anche sicurezza estrema, cura nei dettagli massima, il top della tecnologia applicata ad un'autovettura

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Tennis Vip, un altro game solidale a Cividino LA KERMESSE

Giunge alle battute finali la kermesse benefica. Dopo la vetta da "mezzo milione" toccata con la scorsa edizione, le premesse sono rosee anche per questo 2010 96

ARTICOLO DI: CARLO DI GREGORIO

l Tennis Vip edizione 2009 ha toccato quota 500mila euro raccolti in beneficenza. E se il buongiorno si vede dal mattino, la kermesse ha - per questo 2010 - già i numeri per "spiazzare" tutti ancora una volta. Il trentaquattresimo compleanno del torneo organizzato dall'Accademia del Tennis Bergamo è stato festeggiato venerdì 21 maggio scorso sotto i migliori auspici: spalti gremiti come non mai hanno infatti accompagnato l'avvio del diciannovesimo "Trofeo Achille e Cesare Bortolotti" e del quarto "Trofeo Giacinto Facchetti". A commentare quella che è stata una delle più belle "conviviali sportive" delle ultime stagioni è, come sempre, un raggiante Giovanni Licini, mente e anima della kermesse di Cividino dalla sua fondazione. "Sono venute a trovarci più di mille persone

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per l'evento inaugurale. Se la memoria non m'inganna, credo sia stato un vero e proprio record". Giusto il tempo di lustrarsi gli occhi e la partita d'avvio, come da tradizione, ha visto sfidarsi quattro talenti tennistici del passato in un doppio misto: Raffaella Reggi, Cristina Casini, Paolo Canè e Claudio Panatta. La giornata è stata anche l'occasione per presentare, con orgoglio, il gemellaggio tra il Tennis Club di MonguelfoVal Pusteria ed il Vip: in rappresentanza delle istituzioni bergamasche erano presenti il vice sindaco di Bergamo Gianfranco Ceci e l'assessore allo sport della Provincia Alessandro Cottini. Dulcis in fundo, la celebrazione è stata

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onorata dai sapori e dai profumi dell'Alto Adige: speck e formaggi di baita alpina erano, infatti, parte del rinfresco per gli ospiti. E, da buon Vip che si rispetti, sono passate ventiquattr’ore per vedere in campo darsi battaglia bergamaschi ed alto-atesini, naturalmente all'insegna dello sport in amicizia, come lo stesso Licini ha tenuto a precisare. Da lunedĂŹ 22 maggio, invece, si è iniziato a fare sul serio: venticinque partite di media giornaliere ed altri due tornei inaugurati. Parliamo della prima "Coppa Elio Lodovici" e del torneo "Le Due Torri Shopping Center", per un totale di circa trecentosettanta partecipanti. Ci sono stati personaggi dello sport, come il ciclista Claudio Chiappucci, e dello spettacolo, come Claudio

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Bisio e l'altrettanto mitico Aldo del celeberrimo trio comico che ha fatto ridere tutta Italia con innumerevoli sketch. Inoltre, giovedì 27, è stata la volta della prima squadra dell'Atalanta, con l'allenatore Bortolo Mutti in prima fila sulla terra rossa a dar battaglia come ci ha abituato fino alle ultime battute dello sfortunato campionato da poco concluso. Ovviamente non sono mancati i vincitori del Vip 2009: da Oscar Magoni al duo Damiani-Carmignani, passando per il misto Gallivanoni-Luisa Ancelotti e Cristiano Agnelli. Anche qui, però, a trionfare sarà come sempre la solidarietà. A questo proposito, il ricavato dell'edizione 2010 sarà devoluto a due associazioni: gli "Amici dell'Oncologia" della Val Seriana e della Val Cavallina e l'associazione "Wheelchair Tennis", che s'impegna a far giocare insieme disabili e normodotati, così da migliorare e incentivare l'integrazione e la riabilitazione post-traumatica. Intanto, mentre in campo, ogni giorno, si susseguono le partite, l'atmosfera del Tennis Vip sarà scoppiettante fino all'11 giugno (il 10 si giocheranno le finali), giorno della grande serata di gala che chiuderà la kermesse. Sarà questo il grande momento dei Golden Vip edizione 2010. Ad essere insigniti saranno Gianpaolo Bellini - trent'anni di cui venti (fino ad ora) nell'Atalanta -, Maurizio Ganz - ventuno stagioni di calcio ad altissimi livelli e ospite d'onore fisso del Vip assieme al padre - e Gianluigi Viscardi, mente e cuore di Cosberg e vice presidente di Confindustria Bergamo.

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ABenergie: in mostra l'energia con le fotografie ecologiche

CHI, DOVE E PERCHÈ

PHOTO: GIORGIO CHIESA

a società grossista-trader di energia elettrica e gas ABenergie ha presentato in anteprima, giovedì 27 maggio scorso, il ciclo di mostre "Fotografare l'energia. Sole, acqua e vento negli scatti di sei fotografi italiani", una serie di eventi ideati da "Libri Aparte", editore e promotore di progetti artistici. L'iniziativa s'inserisce nell'ambito di un innovativo piano di comunicazione aziendale che si affida al linguaggio della fotografia digitale per sensibilizzare e portare all'attenzione del pubblico il tema dell'energie da fonti rinnovabili. Sei giovani fotografi si sono misurati, quindi, con i tre attori primari del cambiamento globale in atto nell'approvvigionamento energetico. Sole, acqua e vento guidano tre doppi appuntamenti espositivi - curati da Marcella Cattaneo, Viola Giacometti e Sara Mazzocchi - che, di volta in volta, presenteranno al pubblico i lavori di due autori a confronto. Per la prima volta in una mostra fotografica, tutti i partecipanti presenteranno i propri scatti (realizzati in digitale) su cornice anch'essa digitale, sostituendo alla stampa tradizionale la tecnologia LCD a risparmio energetico. Gli artisti coinvolti hanno infatti scelto di adottare un metodo espositivo coerente con la "mission" aziendale di ABenergie, compiendo una scelta coraggiosa dal risvolto ecologico, in quanto riduce l'impatto ambientale della stampa fotografica e consente di immortalare l'energia attraverso l'energia stessa. Il primo appuntamento della rassegna è stato dedicato al sole e ha presentato i lavori di Alvise Vivenza e Luca Volpe, due autori impegnati nel campo fotografico da diversi anni sia in Italia che all'estero. La mostra è stata aperta al pubblico il primo giugno scorso (e rimarrà allestita per l'intero mese) alla sede operativa di ABenergie, in via Tasca 3, a Bergamo. Seguiranno altri due appuntamenti nel mese di settembre e dicembre.

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EVENTI

Travel Cup 2010, a tre gare dal sogno caraibico

CHI, DOVE E PERCHÈ

PHOTO: LORIS SAMBINELLI

ontinua inanellando successi l'edizione 2010 della Travel Cup, il torneo organizzato grazie alla partnership tra Roncalli Viaggi e l'agenzia di pubblicità e marketing e20. Le prime cinque tappe sono state giocate a Villa Paradiso Golf Club, Castello di Tolcinasco Golf&Country Club, Golf Club Parco dei Colli, Golf Brianza Country Club e - per l'appuntamento del 22 maggio scorso -, ancora nel circuito cittadino di Longuelo. La sesta tappa si è poi svolta il 2 giugno al mitico Franciacorta Golf Club. Ciascuna competizione, come da migliore tradizione golfistica, è stata strutturata su un percorso di 18 buche modalità Stableford e i partecipanti sono stati divisi in tre categorie. Travel Cup ha dunque proseguito sulla scia dei bei risultati già mostrati nei mesi di marzo e aprile, parliamo di dieci gare (altre tre da disputare) che porteranno i fortunati iscritti fino alla finale nella splendida Repubblica Domenicana. E proprio quest'ultima si giocherà, dopo una pausa di qualche mese dal termine del torneo, a gennaio 2011. Teatro della grande sfida sarà il Golf Residence La Estancia, una struttura che si trova in una posizione privilegiata, su una delle più belle spiagge dell'isola.

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EVENTI

Iperauto Bergamo e Jaguar Golf Trophy, una graffiante anteprima

CHI, DOVE E PERCHÈ

leganza e piacevolezza. Un clima conviviale e uno tra i tornei golfistici più belli d'Italia hanno fatto tappa nell'atmosfera bucolica del "Golf Club Bergamo L'Albenza". Domenica 31 maggio scorso, con la complicità di Iperauto Bergamo, concessionaria Jaguar di via Borgo Palazzo, è approdato tra i green del campo di Almenno San Bartolomeo il circuito nazionale "Jaguar Gold Trophy 2010". Durante la giornata si sono sfidati numerosi golfisti, proprio mentre tra le verdi colline faceva bella mostra di sé una grande anteprima. Parliamo della nuova e graffiante XJ - che verrà ufficialmente presentata l'8 giugno - e della sempre attuale XF. Lungo il percorso, un 18 buche Stableford, nulla è stato lasciato al caso anche per gli spettatori della gara. Durante la giornata si sono infatti svolte diverse attività, tra cui alcuni test drive dei gioielli della casa britannica. Infine, dopo l'aperitivo, alle 19, le premiazioni hanno fatto da corollario allo spettacolo già offerto dai giaguari di razza, adagiati sul verde percorso del circuito cittadino.

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"Acqua: confini invisibili", il Consorzio di Bonifica incontra l'arte bergamasca CHI, DOVE E PERCHÈ

PHOTO: GIORGIO CHIESA

stata inaugurata giovedì 13 maggio scorso, all'interno dello "Urban Center" di Bergamo, la mostra concorso d'arte "Acqua: confini invisibili", promossa dal Consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca. Le 20 opere esposte, 5 per ogni categoria (pittura, videoanimazione, fotografia e installazione-scultura) sono state il risultato di un'accurata selezione effettuata dalla commissione giudicatrice tra gli oltre 100 lavori pervenuti da artisti, affermati e non, di tutta la provincia. Quella dei giurati, quindi, è stata una scelta ardua, anche considerato il fatto che tutte le opere d'arte ricevute hanno dimostrato un'apprezzabile dose di originalità e creatività, prendendo spunto dalla traccia fornita dagli organizzatori. Anche quest'anno si è parlato di acqua intesa come trasparenza e purezza, risorsa fondamentale, che sfugge ad ogni confine e custodisce il segreto poetico e metaforico della vita. E se la scelta dei finalisti del concorso è stata decretata da un'apposita commissione, quella dei vincitori, uno per ogni categoria, è stata effettuata direttamente dai 20 selezionati nella stessa serata di giovedì. Grazie ad un'innovativa modalità di votazione, gli artisti hanno contribuito direttamente a premiare i quattro vincitori, che si sono aggiudicati altrettante borse di studio del valore di 1.500 euro ciascuna. I più apprezzati sono stati Alfredo Colleoni - con l'opera "Animale Superiore" (pittura) -, Silvia Valenti - "Mare Dentro" (video animazione) -, Paolo Baraldi - "Ritorno all'origine" (fotografia) - e Andrea Zanotti, con "2025 Dreaming Water" (installazione-scultura). Naturalmente presente alla kermesse il presidente del Consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca Marcello Moro, che davanti al numeroso pubblico accorso per l'occasione ha voluto esprimere la sua soddisfazione per il successo della manifestazione. "Ritengo che l'arte possa veicolare messaggi importanti. È anche grazie ad iniziative come queste che il consorzio intende far conoscere l'importante azione che svolge quotidianamente, al fine di tutelare e salvaguardare il territorio in cui opera".

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EVENTI

Panathlon Bergamo, con Macalli e Gussoni per il futuro del calcio

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PHOTO: LORIS SAMBINELLI

opo 38 anni di attesa, l'Inter si è giocata la finale di Champions League e l'ha vinta trionfalmente. L'Italia campione del mondo è arrivata in Sudafrica, dove dovrà difendere il suo titolo conquistato in Germania nel 2006. Il calcio giocato, insomma, monopolizza sempre le prime pagine dei giornali, ma dietro all'avvenimento agonistico che infiamma milioni di italiani qualcosa non funziona: gli scandali sono sempre all'ordine del giorno, gli arbitraggi continuano a fare discutere, mentre la legge sulla privatizzazione degli stadi fatica a decollare. Alla luce di tutto questo una domanda è d'obbligo: quale futuro può avere il nostro calcio? Di tutto questo si è parlato giovedì 20 maggio scorso nel corso della conviviale promossa dal Panathlon International Club di Bergamo, a cui hanno preso parte Mario Macalli, presidente della Lega Pro e vice presidente vicario della Figc, e Cesare Gussoni, ex presidente dell'Aia (Associazione Italiana Arbitri). Come di consueto per le grandi occasioni, la cena è stata organizzata all'interno dell'elegante "concept restaurant" della Saps, a Lallio. Nei vari interventi accorsi durante la conviviale, Macalli e Gussoni - insieme ad altri ospiti -, hanno affrontato e sviscerato i vari aspetti del calcio italiano, spaziando fra le diverse categorie e le diverse problematiche ancora irrisolte, lasciando poi agli interlocutori lo spazio per alcune domande e, giusto per non farsi mancare nulla, anche qualche provocazione.

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"Note di emozioni" aprono il Festival Internazionale della Cultura

CHI, DOVE E PERCHÈ

PHOTO: GIORGIO CHIESA

n'inaugurazione di altissimo livello per una kermesse che ha eletto Bergamo capitale dell'arte. Il "Festival Internazionale della Cultura" si è aperto sabato 15 maggio scorso, all'Auditorium del Seminario di Città alta, con il concerto "Note di Emozioni" della Leipzig Philarmonic Orchestra, diretta da Michael Kohler. Un importante momento di musica classica che è stato il preludio al viaggio nel mondo della creatività proposto dal programma della manifestazione. Una gita che ha attraversato anche la fotografia, il cinema, il teatro, la letteratura, la danza e l'architettura, una piacevole passeggiata all'interno delle emozioni, come suggerisce lo stesso tema del Festival rimasto in programma dal 15 al 30 maggio scorso. Un'iniziativa che è nata con lo scopo di contribuire alla crescita sociale e culturale di Bergamo e del suo territorio con un modello nuovo, che guarda ai giovani e al loro futuro: li ha resi spettatori e, al contempo, protagonisti e attori di momenti di confronto e arricchimento con ospiti provenienti da Boston, Melbourne, Messico, Belgrado, New Mexico e Lipsia. Lo sviluppo e la realizzazione stessa del progetto è opera di "Bergamo Convention Bureau" ed è stata patrocinata dal Ministero della Gioventù. Fra gli enti e le istituzioni coinvolti erano presenti la Diocesi di Bergamo, il Centro Congressi Giovanni XXIII, l'Ente Fiera Promoberg, la Camera di Commercio, il Comune, la Provincia, il Csa (ex provveditorato agli studi), l'Università degli Studi di Bergamo, l'Istituto musicale Donizetti, oltre ai partner come Ubi Banca, Trawel Group, Oriocenter ed Eco di Bergamo. Parlando poi delle iniziative, quest'ultime sono state numerosissime e tutte gratuite, a dimostrazione della volontà di far crescere il mondo dell'arte all'interno di tutta la Bergamasca, un territorio che spesso trascura il suo patrimonio culturale e storico.

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Cena delle Stelle al Km Rosso, per un "Desiderio di Libertà" CHI, DOVE E PERCHÈ

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cominciata con un ricchissimo aperitivo a buffet con protagonisti cruditè di mare, bignè agli scampi, ravioli di sarda e cocco, crema di asparagi con uova di quaglia, per proseguire con un antipasto a base di gusti e profumi tutti italiani. Per non parlare poi dei primi e dei secondi e del mitico buffet di dolci. Il tutto abbinato a vini eccellenti delle più rinomate cantine italiane e bergamasche. È stato questo il menu della Cena delle Stelle, che si è tenuta giovedì 29 aprile scorso al Kilometro Rosso, il parco tecnologico che per un giorno si è trasformato nel ristorante più rinomato al mondo, per una kermesse la cui regia è stata affidata al famoso conduttore televisivo Cesare Cadeo. Gli chef dei 9 ristoranti stellati di Bergamo, per la prima volta, hanno cucinato insieme a sostegno dell'Associazione In-Oltre e del progetto "Desiderio di Libertà", che permetterà a più di 100 ragazzi disabili e non di condividere un'esperienza di vacanza, all'insegna del rispetto delle differenze e della disponibilità all'aiuto. A Cesare Cadeo, inoltre, è stato affidato il compito di battere l'asta di bottiglie pregiate (tra cui un Chateau Margaux del 74) e di oggetti preziosi, sempre con l'obiettivo di raccogliere fondi a sostegno dell'associazione bergamasca che da anni lavora per permettere l'integrazione sociale delle persone diversamente abili a Bergamo e provincia. Madrina della serata è stata l'attrice fiorentina Barbara Enrichi, protagonista dei film di Leonardo Pieraccioni "I laureati", "Fuochi d'Artificio", "Ti amo in tutte le lingue del mondo" e "Il Ciclone", e recentemente sul grande schermo nel ruolo della preside della scuola del film di Giovanni Veronesi "Genitori e figli. Agitare bene prima dell'uso". Un parterre di tutto rispetto ha dunque brillato insieme ai cuochi entrati nell'olimpo della cucina mondiale, al Kilometro Rosso si sono infatti ritrovati l'eleganza del "Roof Garden", l'incanto della "Osteria di Via Solata", la classicità di "Da Vittorio", la creatività di "Frosio", la tradizione della "Antica Osteria dei Camelì", la modernità della "Anteprima", i colori della "Osteria della Brughiera", il sapore di "Al Vigneto" e la ricercatezza del "San Martino". Una costellazione culinaria che attraversa Bergamo, Brusaporto, Almè, Ambivere, Chiuduno, Villa d'Almè, Grumello del Monte e Treviglio, tracciando il percorso dell'alta cucina bergamasca.

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Banca Mediolanum, un invito irrinunciabile al Castello di Marne

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PHOTO: GIORGIO CHIESA

ella suggestiva cornice di quella che fu la residenza di campagna di Bartolomeo Colleoni, giovedì 20 maggio scorso il "private banker" di Mediolanum Roberto Gotti ha organizzato un'elegante cena per i propri migliori clienti. La serata è stata aperta da un aperitivo in giardino ed è continuata con una vera e propria conferenza in uno dei saloni della residenza, dove Luinardo Rubertelli - direttore commerciale di Mediolanum - ha illustrato la storia della banca e trasmesso alcune interviste a personaggi della cultura e dell'imprenditoria italiana. Successivamente, lo stesso Roberto Gotti ha salutato tutti introducendo l'ospite illustre della serata: una meravigliosa BMW X6 Active Hybrid gentilmente fornita dalla concessionaria di Bergamo e Lecco Lario Bergauto, vale a dire il gioiello automobilistico con una tra le più avanzate tecnologie pulite presenti sul mercato. BMW X6 Active Hybrid, inoltre, è anche la più potente 4x4 al mondo che unisce un motore V8 Twin Turbo a ben due motori elettrici. Caratteristiche che si traducono in 480cv di potenza ed un consumo inferiore del 20% rispetto ad un motore convenzionale. Infine, al termine della conferenza, il patron Fabio Acquaroli ha ricevuto gli ospiti nel salone del camino, deliziandoli con una cena all'altezza della residenza, dei presenti e della vettura.

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San Rocco e Le Dodici Lune, a Scanzorosciate in mostra i gioielli del mare

CHI, DOVE E PERCHĂˆ ARTICOLO DI: PAOLA BERGAMELLI PHOTO: GIORGIO CHIESA

enerdĂŹ 21 maggio scorso, l'Hotel San Rocco e il ristorante Le Dodici Lune di Scanzorosciate sono stati il teatro dell'esposizione di gioielli di Giampaolo Giardina dal titolo Amoremare. Un opale australiano dai colori straordinari trasformato in una manta in oro bianco, una perla iridescente divenuta una medusa tempestata di brillanti, rami di corallo sardo che formano tentacoli di calamari che escono da conchiglie d'argento, sono solo alcune delle creazioni che Giardina ha esposto in esclusiva nel cortile dell'Hotel San Rocco. Negli spazi suggestivi, come la ghiacciaia, del ristorante Le Dodici Lune, hanno trovato dimora gioielli raffiguranti pietanze e piatti a base di pesce davvero unici nel loro genere. L'atmosfera calda e accogliente, aiutata dalla temperatura piacevole di primavera inoltrata, ha facilitato l'intento di condurre gli invitati in un viaggio attraverso fondali marini per incontrare creature luccicanti. Le parole di accompagnamento alla mostra di Claudio Rota e le note di Roger Rota - che ha suonato inedite musiche dal mare da lui composte - hanno accompagnato il viaggio, mentre le interpretazioni marine dello chef Serravalle hanno deliziato i palati dei presenti con composizioni a base di pesce e frutta esotica. I preziosi di Giardina hanno rapito il pubblico femminile, ma non sono stati gli unici a brillare nella notte, la Lexus IS 250C e la RX 450h Ibrida di Livio Cella Team hanno, infatti, ammaliato il pubblico maschile.

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"BMW Golf Cup International", Lario Bergauto evergreen a L'Albenza

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nche quest'anno, come da tradizione da oltre vent'anni, si è svolta la prestigiosa tappa del "BMW Golf Cup International 2010" all'interno della splendida cornice del "Golf Club Bergamo L'Albenza". Una piacevole ricorrenza che si è tenuta sabato 8 maggio scorso, resa possibile grazie alla disponibilità della concessionaria BMW di Bergamo e Lecco Lario Bergauto, un partner che di certo porta bene all'immagine di quello che è uno dei circuiti golfistici tra i più importanti a livello amatoriale. I soci del Club bergamasco, infatti, sono sempre riusciti a partecipare sia alla finale nazionale del circuito, sia a quella internazionale. Per l'occasione, è stata data l'opportunità di provare le nuove BMW Serie 5 Gran Turismo, Serie 5 berlina e X5 euro 5, un tecnico della Lario Bergauto era infatti a disposizione per le varie prove su strada delle vetture. Al termine della kermesse, prima del "cocktail buffet" allestito con immancabile classe nella clubhouse, sono stati premiati i vincitori della gara con prestigiosi premi, tutti all'insegna della sportività.

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Cayenne e Bonaldi Motorsport, due anteprime di lusso CHI, DOVE E PERCHÈ

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artedì 4 maggio scorso è andato in scena un doppio appuntamento al Centro Porsche Bergamo. All'interno dello showroom sono stati presentati la nuova Porsche Cayenne e, in contemporanea, il Team Bonaldi Motorsport impegnato nel campionato Carrera Cup 2010. Gli ospiti, avvolti da un atmosfera accattivante sulle note di musica jazz, hanno gustato specialità green?food accompagnate da cocktail intitolati alle novità del mondo Porsche. Più efficiente, più sportiva e, per la prima volta, anche ibrida: sono queste le doti della nuova Cayenne. Un vero e proprio cambio generazionale per la vettura sportiva fuoristrada, che si è presentata completamente rinnovata negli esterni e negli interni. La novità più significativa è la versione S Hybrid, dotata del sistema Full Hybrid parallelo, un concetto di trazione tecnicamente innovativo con consumi di 8,2 litri per 100 chilometri nel NEDC (Nuovo ciclo di guida europeo) ed emissioni di CO2 pari a soli 193 g/km. Capitanati dalla Cayenne S Hybrid, tutti i modelli della nuova generazione si sono imposti sulle vetture della loro classe come standard di riferimento per efficienza e performance. Rispetto alle versioni precedenti, i consumi sono diminuiti fino al 23%. Come ogni Porsche, infatti, anche la nuova Cayenne è stata sviluppata rispettando fedelmente il principio "Porsche Intelligent Performance": maggiore potenza a fronte di consumi ridotti, maggiore efficienza a fronte di minori emissioni di CO2. La serata è stata anche l'occasione per presentare ufficialmente il nuovo Team Bonaldi Motorsport. Simona Bonaldi e Gianemilio Brusa (ad del Gruppo Bonaldi) hanno accolto i piloti Andrea Sonvico e Federico De Nora, svelando al pubblico entusiasta la nuova 997 GT3 Cup, il bolide che ha debuttato nel Campionato Carrera Cup Italia lo scorso 25 aprile a Misano.

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