Bergamo Economia

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Elezioni ECONOMIA, POLITICA E STILE - NUMERO 61

QUANTO È PROFONDO IL NORD

Made in Italy PENTOLE AGNELLI CUCINIAMO LA GRANDE MELA

MENSILE DI FEBBRAIO 2013

ROBERTO MARONI SI PRESENTA IN LOMBARDIA CON LA FORMULA DI FLAVIO TOSI A VERONA: UNA LISTA CIVICA

«LIZZOLA SNOW&FUN» SULLE CIME DEL DIVERTIMENTO NELLA STAZIONE SCIISTICA BERGAMASCA CHE HA CAMBIATO VOLTO

MOKKA ADATTO ALLA QUOTIDIANITÀ E PERFETTO PER LA CITTÀ IL NUOVO SUV COMPATTO DI CASA OPEL

MINI COUNTRYMAN JCW GRINTOSA NEL LOOK E SPORTIVA LA VERSIONE JOHN COOPER WORS DEL CELEBERRIMO SAV

Rivista mensile - Ogni primo vener dì del mese in edicola al prezzo di 2,50 euro. Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. 70% DCB Bergamo. In caso di mancato recapito restituire al mittente.

PIER PAOLO PIASTRA IN LISTA CON MARIO MONTI


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CONTENUTI febbraio 2013

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IN COPERTINA

EDITORIALE

DOVE SOFFIA IL VENTO DEL NORD di Carlo Quiri

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opo Roberto Formigoni e Giorgio Gori, la panoramica politica di Bergamo Economia si chiude virtualmente ospitando in copertina il partito di Roberto Maroni. Sbarazziamo subito il campo da un dubbio. Se qualcuno pensa che le prossime elezioni saranno il solito deja vu, per noi si sbaglia di grosso. Soltanto ai ciechi può sfuggire che personaggi come Beppe Grillo e Mario Monti faranno un bel pieno di voti, quindi possiamo subito toglierci l'idea di riassaggiare il 24 e 25 febbraio una minestra cucinata con gli ingredienti di cinque anni fa: questa volta i sapori nuovi ci saranno tutti. Nuovo, a modo suo, si presenta l'asse Lega-PDL, questa volta costruito non più sopra un ciellino ma sul trittico padano Lombardia-Piemonte-Veneto, rilanciando un governo del Carroccio per la macroregione del Nord. Sempre su scala regionale, la sinistra non schiera più Penati ma Umberto Ambrosoli: per intenderci, una candidatura appoggiata persino dal presidente dei commercialisti bergamaschi Alberto Carrara, uomo cui pochi avrebbero attribuito simpatie per il PD. Certo, con un occhio al territorio, la Bergamo elettorale si presenta ai nastri di partenza come una delle cinque province più a destra d'Italia, vero e proprio serbatoio per PDL, Lega e alleati, che valgono circa il doppio della sinistra messa insieme. Anzi, quando aveva fatto corsa a sè, l'allora partito di Renzo Bossi era risultato anche il più votato della provincia. Nel frattempo, i consumi sono andati indietro di 15 anni e i redditi addirittura di 27 anni. Sono numeri come questi che impongono ai vincitori delle prossime elezioni un compito non semplice: farsi carico dei problemi reali che affliggono il Paese, altrimenti sarà la deriva.

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«ALTA CUCINA»

ECONOMIA ATTUALITÀ & POLITICA

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8. 10. 16. 22. 26. 30. 34. 38. 40. 42. 46.

CON...TRIBUTO Il redditometro all’attacco PILLOLE DI FINANZA La crisi si piega ma non si spezza SMART ECONOMY Un posto al sole sui tetti bergamaschi MADE IN ITALY Pentole Agnelli cuciniamo la Grande Mela LAW FIRM Made in Italy, su la testa Parola di Frank Ferrante COPERTINA Maroni AREA NORD Il voto «utile» per Pagliarini ELEZIONI A fianco di Monti per rilanciare l’Italia MICROECONOMIA Il sogno di Gibelli? Una moneta locale lombarda «ALLE CALENDE GRECHE» Giustizia lumaca: 10 anni per una causa di lavoro «RES PUBLICA» Incidente con l’alpino, il conto dell’esercito «PICCOLO BORGO ANTICO» «Dormi a Caravaggio. Sindaco, dimettiti» «IMMOBILIARE» Mattone a Bergamo, prezzi giù dell’8.7% nel 2012

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RINNOVABILI

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L’EVENTO

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MOTORI

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L’ALLARME

ECONOMIA ATTUALITÀ & POLITICA

48. 52. 54. 56. 60. 62. 64. 68. 70.

RUBRICHE 72. 74. 78. 80. 84. EVENTI

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EVENTI

L’ALLARME. Stop al residenziale L’appello del quartiere per i vecchi riuniti ACARI & POLVERE Pulizia, contenzioso fra Dussmann e scuole catanesi «COLF». Lavoro domestico? All’83% è straniero «LETTERA DALLA GERMANIA» I tedeschi: «La nostra ricetta per AZ Fiber» «RADIO SHANGAI» Riccardi: «Sarà ancora l’anno del Dragone» «ORIENT EXPRESS». Lunar Capital entra nei Pinco Pallino RINNOVABILI. L’idroelettrico in tempi record «A TUTTO GAS». Cividate al Piano, Erg chiede 2 milioni «RISCOSSIONE FAI-DA-TE» Non gli pagano l’erba sintetica Piero Gustinelli vuole riprendersela NEVE DEL FUTURO. Lo scarpone ad personam L’EVENTO. Sul monte Pora torna la European Cup NEVE. «Lizzola Snow&Fun», sulle cime del divertimento IN ESCLUSIVA Mokka, il nuovo suv compatto di casa Opel IN ANTEPRIMA Countryman JCW, la settima «bomba» di casa Mini CHI, DOVE E PERCHE’. Foto e curiosità

Bergamo Economia Rivista mensile di economia, attualità, costume e stile (Registrazione al Tribunale di Bergamo nr. 22 del 02/08/2007) Società editrice: Speb S.r.l. Via San Giorgio 6/n 24122 Bergamo Presidente: Marino Lazzarini Direttore responsabile: Paolo Agnelli Concessionaria pubblicità locale: S.P.E.B. S.r.l. Via San Giorgio, 6 - 24122 Bergamo Tel. 035 678812 - Fax 035 678895 Concessionaria pubblicità nazionale: A. Manzoni & C. S.p.A., via Nervesa, 21 Milano. Tel. 02 57494211 Stampatore: Fotoincisione 2000 Albano S. Alessandro (Bg) - Via Spallanzani, 6 Tel. +39 035 4521290 Abbonamenti: Tel. 035 678808 Costo abbonamento: 22 euro per 11 mesi www.bergamoeconomia.it


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Dott.ssa Barbara Putortì

CON...TRIBUTO

IL REDDITOMETRO ALL’ATTACCO

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ai fino ad oggi uno strumento fiscale è stato così chiacchierato ancor prima di entrare in vigore come il Reddittometro. L'agenzia delle Entrate, a modo suo, cerca di porre freno all'ansia di molti cittadini dovuta all'ormai temutissimo redditometro. Tale strumento è stato posto in essere dall'amministrazione finanziaria con l'obbiettivo di "catturare" gli evasori che hanno un tenore di vita superiori alle possibilità ecomoniche effettivamente dichiarate. Tutti si domandano chi finirà in mano al fisco a causa del redditometro, e per chiarire tutto quello che non è stato specificato dalle normative, ci ha pensato il fiso con una nota pubblicata il 20 gennaio. In questa nota è stato specificato che sotto la lente verranno individuati due tipi di contribuenti: da una parte i molti "finti" poveri, che beneficiano di sussidi pubblici, e dall'altra coloro che assumono un tenore di vita alto, mediante acquisti di

Dott. Claudio Rossi

beni di consumo di lusso quali barche, moto e auto di grossa cilindrata ecc. Fondamentale sottolineare che il reddito-

metro esclude i pensionati, cioè: coloro che ricevono una pensione minima e unica non finiranno mai tra le grinfie dello strumento di controllo dell'evasione più temuto del secolo. A naso, anche se il fisco non l'ha espressamente specificato, si intuisce che ad essere lasciata in pace sarà anche un'altra categoria di lavoratori: i dipendenti, che non abbiano però un secondo lavoro non dichiarato e che, quindi, non spendano più

di quanto consenta loro lo stipendio o le altre entrate dichiarate, insomma, il fisco sottolinea che l'azione sarà tanto più efficace se diretta ad individuare casi eclatanti e non di leggeri scostamenti tra reddito dichiarato e quello speso. Il sospetto, quindi, è che i primi ad essere spiati saranno i conti correnti di quelle categorie che da sempre hanno ricevuto particolari attenzioni da parte delle autorità: i liberi professionisti, gli imprenditori e i commercianti. A conti fatti per incappare nei controlli del fisco bisogna essere davvero sfacciati, infatti, la legge concede almeno il 20% di "spread" tollerato tra quanto speso e quanto guadagnato, in più l'Agenzia concede una franchigia di 12 mila euro l'anno, tale franchigia di mille euro al mese serve a correggere le approssimazioni dovute all'applicazione delle medie istat. in caso il contribuente superi queste soglie verrà invitato a spiegare l'incongruenza.

PILLOLE DI FINANZA

LA CRISI SI PIEGA MA NON SI SPEZZA

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nche se la crisi dell’area Euro parrebbe arginata, la stessa non deve considerarsi risolta. Cerchiamo di capire il perchè anche attraverso la testimonianza di un addetto ai lavori, Stephen Macklow-Smith, portfolio manager di una Banca Internazionale. La politica dell'austerity sinora applicata, che come sappiamo, abbina gli effetti della riduzione della spesa pubblica e dell’aumento della tassazione è stata l’unico strumento efficace per tenere sotto controllo la crisi del debito sovrano europeo a disposizione delle autorità dell'eurozona: la riduzione dei livelli di spread a cui stiamo assistendo ne rappresenterebbe già i primi positivi ritorni a seguito delle manovre attuate sinora dai Governi. Come intervento d'emergenza, non ci sarebbero state alternative alla stessa a causa dei limiti imposti dai trattati europei, che, come noto, vietano il finanziamento del debito dei singoli

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Paesi dell'eurozona da parte della Banca Centrale Europea, cosa che se, invece, fosse potuta accadere, la messa in sicurezza di uno Stato in difficoltà avrebbe comportato meno sacrifici ai cittadini. Abbastanza singolare però non averlo intuito a priori, se si riflette che, a scanso di problemi, prevedere un efficace meccanismo solidale e centralizzato dovrebbe essere naturale specialmente quando determinate economie decidano di abbattere le barriere di mercato e di unire le loro sorti economiche. In assenza, però, di quest'ultimo ma fondamentale passaggio, non rimane che l’austerity quale alternativa immediata ed appropriata “arma” per riequilibrare le economie dei paesi europei colpite dal problema del debito, permettendo essa il risanamento dei bilanci statali ma, soprattutto, il riallineamento della domanda nazionale, pubblica e privata, dei singoli Stati ad un livello com-

patibile con quello della propria produzione interna. In questo modello l’indebitamento (il nostro paese ne ha fatto molto ricorso) verrebbe inteso come la copertura del gap tra la domanda e la produzione del singolo Stato. Va da sè che, quindi, se ad una diminuzione della domanda, diretta conseguenza della contrazione della produzione interna, si aggiunge il processo di continua deindustrializzazione frutto della globalizzazione e delle più favorevoli opportunità d'impresa offerte dai paesi terzi, fin troppo facile potrebbe apparire il capire quanto l’effetto “povertà” rischi di amplificarsi, tenuto fermo lo stock di debito o, peggio, dovendolo addirittura ridurre. Ecco perché la strada da fare è ancora lunga se si vogliono scongiurare scenari più pesanti di quello attuale essendo i veri problemi ben lungi dall’essere completamente superati.


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FLASH Smart economy

MOLTO POSTO AL SOLE SUI TETTI BERGAMASCHI ANCHE SENZA INCENTIVI IL FOTOVOLTAICO CRESCE ANCORA SUPERATA LA SOGLIA DEI DIECIMILA IMPIANTI

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erto gli incentivi pubblici danno una grossa mano, ma la green economy si conferma comunque uno dei pochi settori capaci ancora di crescere, come dimostra l'andamento del fotovoltaico. Secondo i dati più aggiornati forniti dal GSE e rielaborati in occasione di Proenergy+ (PadovaFiere, 11-13 aprile), in Lombardia sono 68.005 gli impianti in esercizio per un totale di 1.811.084 kW, segnando così un +37% di potenza installata rispetto al 2011, con un +40% di impianti. A Bergamo sono 10.162 gli impianti installati per una potenza di 239.608 kW (dati Atlasole Gse aggiornati al 13 gennaio 2013), il

che piazza la provincia al secondo posto della classifica regionale per numero di impianti fotovoltaici. Prima è Brescia con 15.857 impianti (per una potenza di 362.090 kW), quindi seguono nell'ordine Milano 8.125 (248.475 kW), Varese 6.007 (98.617 kW), Mantova 4.767 (167.224 kW), Cremona 4.732 (207.789 kW), Monza e Brianza 3.868 (73.536 kW), Como 3.762 (65.307 kW), Pavia 3.299 (157.299 kW), Sondrio 2.990 (45.118 kW), Lecco 2.267 (36.481 kW) e Lodi 2.169 (109.539 kW). Dati sicuramente positivi per le 2.007 aziende di installatori elettrici della provincia di Bergamo (dati Infoimprese aggiornati al

15 gennaio 2013, categoria Installazione di impianti elettrici ed elettronici - inclusa manutenzione e riparazione), che troveranno in questi numeri un motivo in òpiù per innovarsi e crescere. Quanto alle prospettive del settore, balza all'evidenza che la crescita del solare fotovoltaico e termico sia legata sempre più allo sviluppo tecnologico, alle nuove forme di consumo e all'integrazione progettuale e impiantistica: proprio per questo gli operatori devono avere una visione concreta dei prossimi scenari tecnologici e di sviluppo a livello europeo per essere pronti in anticipo rispetto a ciò che potrà accadere in Italia.

ELEZIONI COMUNICATO PREVENTIVO PER LA DIFFUSIONE DI MESSAGGI POLITICI ELETTORALI PER LE ELEZIONI POLITICHE, REGIONALI E AMMINISTRATIVE 24-25 FEBBRAIO 2013

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a società SPEB SRL editrice della testata BERGAMO ECONOMIA ai sensi dell'art.7 della Legge 22 febbraio 2000, n.28 e della Delibera n. 24/10/CSP dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, COMUNICA che intende pubblicare messaggi politici elettorali a pagamento con le seguenti modalità. Sono ammesse soltanto le seguenti forme di messaggio politico elettorale: A) annunci di dibattiti, tavole rotonde, conferenze, discorsi; B) pubblicazioni destinate alla presentazione dei programmi delle liste, dei gruppi di candidati e dei singoli candidati;

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C) pubblicazioni di confronto fra più candidati Tutte le inserzioni devono indicare la dicitura "messaggio elettorale" e il nome del committente del messaggio L'apposito documento analitico è depositato, a disposizione di chiunque abbia interesse a prenderne visione, presso la redazione di Via San Giorgio 6/N - Bergamo tel. 035.678.811 PAGINA Ultima di copertina EURO 3.500,00 Colore interna EURO 1.500,00 Servizio di copertina EURO 4.000,00 Specificazioni: redazionale di 3 pagine EURO 2.000,00 IVA APPLICATA 4% (ART.7 legge 90/04)

Si accettano posizioni di rigore con una maggiorazione del 30%. Pagamento da effettuare contestualmente all'accettazione dell'ordine di pubblicazione. Nessun diritto fisso o spesa d'impaginazione. Non sono previsti sconti di quantità né provvigioni di agenzia. La prenotazione degli spazi per i messaggi elettorali deve essere completa della data di pubblicazione, del nome dei richiedenti e deve pervenire con il materiale di stampa almeno una settimana lavorativa prima della pubblicazione presso: S.P.E.B. - SOCIETÀ PUBBLICITARIA EDITORIALE BERGAMASCA S.R.L. Via San Giorgio 6/N Bergamo Tel. 035.678.823 E-mail: Grafici@Bergamoeconomia.it


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SEDE DI BERGAMO Via Casalino n. 17 - 24121 Bergamo (BG) Tel. +39 035 211171 - E-mail: sam@sam.it www.sam.it

FILIALE DI BONATE SOTTO Via Papa Giovanni XXIII n. 6 24040 Bonate Sotto (BG) Tel. +39 035 4942224 E-mail: bonate@sam.it

FILIALE DI AMBIVERE Via Dante Alighieri n. 21 24030 Ambivere (BG) Tel. +39 035 4946134 E-mail: ambivere@sam.it

FILIALE DI URGNANO Via Piave n. 113 24059 Urgnano (BG) Tel. +39 035 891669 E-mail: urgnano@sam.it

SUBAGENZIA DI ALZANO LOMBARDO MIRKO BURINI Via Roma n. 7 - 24022 Tel. e Fax +39 035 516515 E-mail: alzano@sam.it

SUBAGENZIA DI GAZZANIGA PEZZOLI UMBERTO WALTER Via Teruzzi n. 6 Tel. +39 035 738401 E-mail: gazzaniga@sam.it

SUBAGENZIA DI COSTA VOLPINO JURI PIETROBONI Via Nazionale n. 259 Tel. +39 035 971054 E-mail: costavolpino@sam.it

SUBAGENZIA DI SELVINO STUDIO RATTI C.so Monte Rosa n. 20 Tel. +39 035 764088 E-mail: selvino@sam.it

SUBAGENZIA DI OLTRE IL COLLE MEDA MARIA LUISA - MAURIZIO PAOLO Via Roma n. 626 Tel. +39 0345 95390 E-mail: oltreilcolle@sam.it


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di Carlo Quiri Alta cucina

PENTOLE

CUCINIAMO

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ochi linguaggi sono davvero globali come quello dei sapori e che l'internazionalizzazione passi per lo stomaco, è un concetto che tutti noi abbiamo conosciuto, assaggiando una pizza o bevendo il caffè durante un viaggio all'estero. Nulla più del cibo unisce popoli e culture. Se si parla poi di mangiar bene, tutto quanto fa cucina italiana gode all'estero di un indice di gradimento

Angelo Agnelli

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AGNELLI

LA GRANDE MELA IL PROCESSO DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLO STORICO GRUPPO BERGAMASCO RIPARTE CON LA NUOVA SEDE E UNO SHOW ROOM SULLA QUINTA STRADA A NEW YORK ANGELO AGNELLI: «CIBO E CULTURA MADE IN ITALY SI CONFERMANO UNA RICETTA VINCENTE PER FARE PRESA ANCHE SUI GUSTI DEGLI AMERICANI»

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che fatichiamo a immaginare, noi abituati ogni giorno ai sapori di casa nostra. Anzi, nel Made in Italy che esporta, non è certo la cucina a rappresentare l'anello debole della catena, ma piuttosto una punta di eccellenza con pochissimi rivali al mondo. In sintesi, questa è anche la ricetta della nuova operazione del Gruppo Agnelli, storico marchio delle pentole professionali, che si prepara allo sbarco in America aprendo una sede a New York e uno Show Room sulla Quinta Strada. Ce ne parla Angelo Agnelli, partendo da una semplice constatazione: "Dal 1907 siamo partner della cucina italiana, che ora è diventata un'ambasciatrice del Made in Italy: perché non accompagnarla in questo percorso?"

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Come è nato questo progetto? L'idea di base era di aprire a New York una finestra sul Made in Italy, pensata per una platea di clienti quanto più vasta possibile. Cercare di capire la mentalità e i costumi del cittadino medio americano è stato quindi il primo passo, mentre per gli aspetti burocratici e fiscali siamo assistiti da un esperto del settore, lo Studio Negretti di Bergamo, che ha già seguito altre iniziative di questo tipo. Devo dire che non abbiamo incontrato nessuna difficoltà dal punto di vista amministrativo e che l'operazione sta procedendo davvero nel migliore dei modi. Parlando di pentole, quanto è diversa una cucina a New York da una in Italia?


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Showroom Pentole Agnelli New York vista area cucina, orto e ulivi

La prima cosa che abbiamo capito è che le abitudini lì sono diversissime. Per esempio, quasi nessuno cucina in casa, il cibo precotto la fa da padrone ed è soltanto in tempi recenti che il concetto di qualità è arrivato a far presa sul palato, distinguendo i sapori veri da quelli falsi, taroccati. Detto questo, c'è un notevole apprezzamento per l'italianità, sia come mondo di appartenenza, sia come immagine in genere. Sono aspetti che ci hanno portati a modificare profondamente il nostro progetto originario perché, se nessuno o pochi cucinano in casa, ci siamo orientati verso i luoghi in cui si socializza intorno a un tavolo, dall'happy hour agli aperitivi dopo il lavoro, pas-

sando ovviamente per i ristoranti che possono essere interessati a un prodotto come il nostro: mi riferisco a tutti quei locali con cucina a vista, oggi diffusissimi a New York, oppure ai ristoranti di nuova generazione che propongono la vera cucina italiana, non quella italoamericana classica. Abitudini diverse, piatti diversi, moneta diversa: qual è la vostra ricetta per gli americani? Ci siamo collocati nel segmento che meglio conosciamo, quello degli appassionati, dei gourmet, degli addetti ai lavori, di chi sa apprezzare uno stile di vita che all'estero gode di una reputazione infinitamente più alta di

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quanto non si immagini qui da noi. Grazie a Luca Lucarelli, un bergamasco naturalizzato negli USA, abbiamo trovato la sede giusta in uno storico grattacielo molto glamour, dove avrà sede la Baldassare Agnelli USA e uno show room che riproduce quello di Bergamo, puntando sullo stile e sul gusto: il bello e il buono, insomma, che rappresentano un po' la sintesi del Made in Italy. I nostri spazi saranno aperti al pubblico per metterlo a contatto diretto con i profumi, gli strumenti e gli ingredienti, accanto a libri e oggetti di design, il tutto all'insegna di un concetto di cultura e di convivialità come stile di vita. Il dollaro è un freno o un vantaggio? Se pensiamo al cambio, esportare negli USA diventa davvero difficile, quindi in quest'ottica l'euro è un freno che ci rende poco competitivi. Per noi è stato necessario ripensare tutto il sistema di vendita, aprire una nostra base e diventare distributori di noi stessi, mentre in Italia ed Europa ci appoggiamo a una rete di dealers. Detto questo, credo che a Milano pagheremmo un affitto doppio, per uno spazio con lo stesso prestigio e le stesse caratteristiche di quello newyorkese. La Baldassare Agnelli USA, ultima nata di un gruppo che vanta oltre un secolo di vita, si trova tra Union Square e Madison Square Park, a 200 metri da EATALY, uno dei luoghi-simbolo del gusto made in Italy, e a 150 metri dal Flatiron Building, storico grattacielo progettato da D. Burnham, uno dei simboli della città. La ristrutturazione e gli arredi sono stati curati dall'architetto milanese Marco Merendi, che così riassume la sua opera: "Uno spazio per fare conoscere i prodotti, lo stile e la cultura Agnelli, in cui organizzare incontri ed eventi legati al mondo della cucina, al cibo e al design made in Italy".

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Iperauto Bergamo

Concessionaria per Bergamo e Provincia

BERGAMO - Via Borgo Palazzo 205 Tel. 035 2924211 - Fax 035 2924212 www.iperautobg.it


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Law firm

MADE IN ITALY, SU LA TESTA PAROLA DI FRANK FERRANTE L’AVVOCATO DI NEW YORK SI È FATTO UNA FAMA DI PALADINO DEL MADE IN ITALY ALL’ESTERO E SONO SEMPRE DI PIÙ LE IMPRESE ANCHE BERGAMASCHE CHE SI RIVOLGONO A LUI PER EMERGERE NEGLI STATI UNITI «SECONDO ME ALL’ITALIA SERVIREBBE TANTO UN PRESIDENTE COME BARAK OBAMA»

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rank Ferrante, socio fondatore dello Studio Legale Ferrante negli Usa a Manhattan, studi umanistici svolti fra l'Italia e gli Usa, e tra le più note "law firm" per il Made in Italy all'estero e viene considerato un paladino delle nostre aziende, oltre che un esperto di internazionalizzazione. Lo Studio Ferrante annovera tra i suoi "top clients" nel comparto realtà come Technogym, Alessi, Monini, Cesare Paciotti, Moroso, Italcementi e tantissime aziende ita-

{

Tra Italcementi e Technogym l'ultima operazione che ha seguito riguarda la nuova sede a New York del Gruppo Agnelli

liane. La presenza delle realtà orobiche occupa uno spazio rilevante nel territorio americano, in particolare nel nord degli Stati Uniti. Uno dei principali partner italiani dell'avvocato Ferrante è Enrico Negretti dello Studio Negretti di Bergamo, studio di commercialisti ormai di terza generazione. Per fare un esempio concreto, è questo il team che si è occupato della recente operazione Stars&Stripes del Gruppo

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Agnelli, storico marchio bergamasco in procinto di inaugurare la nuova sede e lo Show Room di New York: ne parliamo in un servizio a parte con l'intervista ad Angelo Agnelli. L'Italia si sente in piena crisi: e il Made in Italy? Oppure: perché il Made in Italy non lo è? Stiamo assistendo ad un vero e proprio "revival" del Made in Italy, specialmente in coincidenza con il 2013 che sarà l'anno della 'Cultura italiana'. Abbiamo già ricevuto forte interesse dagli imprenditori italiani. Il Made in Italy piace, e soprattutto all'estero ne vanno matti. La situazione recessiva interna al paese non deve essere vista come un ostacolo ma come un'opportunità; un'opportunità per guardare all'estero partendo dalle proprie qualità e tradizioni.

}

E la crisi USA? E' superata? Si può parlare di ripresa? Negli USA si respira un vento nuovo di ottimismo e ripresa. Credo proprio che la crisi sia superata. Obama durante il suo discorso inaugurale ha toccato temi di sviluppo: innovazione, la spinta dei giovani e soprattutto la meritocrazia. Trovo che questi tre aspetti siano importanti in qualsiasi economia e spero che saranno il focus anche dell'ltalia, da ora in poi. Soprattutto, l'Italia ha bisogno di speranza, ogni volta che


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vado sento ancora molto pessimismo purtroppo. Qual è l'immagine dell'Italia all'estero, oggi? L'immagine dell'Italia all'estero è buona, almeno negli Stati Uniti. Il Made in Italy e' la parte dominante: pizza, pasta, moda, Sophia Loren e il Colosseo caratterizzano l'immagine del Bel Paese agli occhi degli americani. Gli aspetti positivi sono ancora dominanti, nonostante la politica. Spero che la politica non rovini quest'immagine ed il Made in Italy che esportiamo. Dal suo osservatorio, ci può indicare i punti di debolezza del sistema italiano? Le cose da correggere? Debolezze? La principale è che il sistema non e' basato sulla meritocrazia. Questo e' frustrante per chiunque. Ecco perché stiamo assistendo alla cosiddetta "fuga di cervelli", specialmente i giovani lo capiscono ed agiscono di conseguenza. L'economia deve essere più libera e competitiva invece di essere concentrata in alcune mani. E le persone vanno ricompensate. Inoltre le leggi dovrebbero essere fatte per favorire il business, non ostacolarlo. Per esempio non ci dovrebbero volere due mesi a costituire una società; in America si fa in un giorno. Questi ritardi e inefficienze sono purtroppo molto influenti, nuove aziende significano nuovi posti di lavoro, nuove opportunità di scambio con l'estero, ecc... un altro esempio di inefficienza è il cattivo utilizzo dei fondi statali: alcuni vengono utilizzati per opere pubbliche che molto spesso vengono lasciate incompiute. Senza bisogno di fare esempi... Parliamo adesso delle eccellenze italiane all'estero: quali sono le cose da imparare? Come sono riuscite a emergere? Il segreto è impegnarsi nel mercato d'oltreoceano con convinzione ed in maniera strutturata. Prendiamo ad esempio NY, casa mia, è un mercato che ti può dare tanto, troppo. Come dice Frank Sinatra: qui ce la

Frank Ferrante

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puoi fare, dipende solo da te! Gli Italiani devono avere confidenza in questo mercato. Bisogna sposare il progetto al 100% e si verrà ricompensati. I casi di eccellenza sono diversi. Fiat, è partita dalle sue tradizioni per arrivare al successo in America. E questo viene apprezzato anche dal cliente americano. Un esempio? Hanno fatto una pubblicità con Jennifer Lopez, stella internazionale, che è stata un flop apparentemente. Dall'altra parte, l'ultima pubblicità della 500 che parte dall'Italia attraversa il mare e arriva al ponte di Brooklyn è stata un grande successo. Al consumatore piace comprare anche la filosofia Made in Italy che sta dietro a un prodotto italiano. Ribaltiamo il discorso in chiave di attrattività: le è mai capitata un'azienda statunitense interessata a insediarsi in Italia? Assolutamente sì. Nell'immaginario collettivo, l'Italia sta in cima alla classifica mondiale nel settore della moda e dell'artigianato. Un nostro cliente, uno stilista spagnolo, vendendo franchises del suo marchio in Sudamerica, diceva sempre che la prima domanda che gli veniva posta era se vendesse al mercato italiano. E' risaputo che non esiste un retailer che operi a livello internazionale e sia considerato un successo a 360°, che non abbia una forte presenza in Italia. Solide filiali italiane delle case-madri americane sono presenti in settori e in dimensioni molto diverse tra loro, dalla singola boutique

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alla mega-catena, dal lusso al medio-basso retailer. Esempi vanno da Tommy Hilfiger e Calvin Klein a Tom Ford e Tory Burch; da Abercrombie & Fitch/Hollister e Gap/Banana Republic ad Apple e Gamestop. Altre presenze in settori vari sono: McDonald's fast food, Carglass (Safelite) autoriparazioni e Ottica Avanzi (Pearle Vision Group). Joseph M. Benoit, di Retail Real Estate Consultants Srl, segue dozzine di aziende statunitensi nella loro ricerca di location in Italia. Noi collaboriamo con lui (joseph.benoit@retailrealestate.it). Cosa chiede l'azienda-tipo italiana all'estero, rivolgendosi a lei? qual è il problema più frequente? Il cliente italiano parte normalmente dal punto di vista di come le cose funzionano in Italia. Dopo quasi 15 anni in questo campo riesco ad anticipare i loro problemi. Porto alcuni esempi: dal punto di vista dei rapporti lavorativi in America non c'è l'obbligo che siano regolati da contratti. Quando dico questo l'imprenditore italiano fa fatica a crederci, abituato alla complessa legislazione italiana del settore. Eppure è cosi, chiunque può essere licenziato in qualsiasi momento. Questo favorisce la produttività, la flessibilità e si ispira al sistema di meritocrazia di cui parlavamo prima. Dall'altra parte se un dipendente fa un buon lavoro, vi assicuro che, un datore di lavoro, fa di tutto per tenerlo. Nell'ambito Immobiliare non esiste la "buona uscita". I contratti non prevedono che siano sciolti prima del periodo deter-


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minato specialmente per motivi di natura economica nazionale (crisi), come previsto in Italia. Questo è un grande shock quando lo racconto ai clienti italiani. Altro mito da sfatare: negli USA non esiste un capitale iniziale minimo da versare in una società. Dipende dai soci. Si può anche partire con un dollaro. "You need a dollar and a dream". I 10,000 euro per la S.r.l. o i 120,000 Euro per la S.p.a. sono normative italiane. I clienti normalmente sono contenti di questa notizia! Infine, per quanto riguarda le transazioni immobiliari posso dire che sono più "informali": non esiste un notaio! Ai rogiti sono normalmente presenti avvocati, membri assicurativi ed agenti immobiliari di entrambe le parti. I costi di transazione sono minori. Come detto, l'imprenditore Italiano spesso parte con il suo punto di vista ovviamente basato sul modello di fare business italiano. Ciò porta a volte le start-up Italiane a sottovalutare aspetti che negli Stati Uniti sono importanti anche se magari in Italia non altrettanto, e viceversa. La filosofia del mio studio è quella di fare un'analisi costi/benefici per evitare conseguenze che potrebbero essere drammatiche. Idealmente preferiamo seguire i clienti fin dalle fasi iniziali delle loro start-up cosa che ci consente di evitare loro problemi in futuro, piuttosto che ripararli in seguito. Un suo punto di vista su falsi e plagio? Sono certamente in difesa del Made in Italy e contro il plagio. La creatività deve essere protetta e bisogna investire nella protezione della cosiddetta "proprietà intellettuale". Negli USA ci sono molte strategie efficaci per proteggerla. Proprio in questo il mio studio si specializza. L'euro è un vantaggio o una zavorra? Si sta rivelando una zavorra. Il concetto è corretto: trovo giusto unificare l'Europa sotto la stessa moneta e sistema economico. È anche favorevole al turismo perché evita ai turisti di cambiare moneta per ogni paese. È l'esecuzione di questo cambiamento che trovo pessima. Il cambiamento e' stato repentino e drastico. Inoltre è un cambio artificiale e non proporzionale: il valore di un euro è diverso in Italia dalla Germania, in base a potere d'acquisto, salari, costo vita ecc... Ci racconta l'ultima storia italiana di successo che le è capitata? Fortunatamente sono testimone di diverse storie di successo di italiani in America. La dice lunga il fatto che diversi dei nostri clienti italiani partono con un visto O1 che è riservato ad individui dalle qualità eccezionali nel loro campo. Da architetti a fashion designers, da parrucchieri e chef per finire con uomini d'affari, molti possono essere le categorie beneficiarie di questa tipologia di visto. Vediamo alcuni esempi di successo in diversi settori che hanno tutti come comun denominatore il Made in Italy. Rispettivamente nel design e nel fashion Gaetano Pesce e Giovanna Battaglia sono due artisti con storie di successo fenomenali alle loro spalle. La loro arte è oggi riconosciuta internazionalmente e a NY hanno avuto parte del loro successo. In altri campi mi viene in mente Grom, gelateria artigianale italiana, che ha già aperto diverse locations a Manhattan; stesso discorso anche se nel campo dei macchinari del fitness vale per Technogym. A dire il vero quest'ultima non opera in uno dei campi parti-

colarmente famosi per il Made in Italy, eppure i risultati fanno togliere il cappello. L'IMU americana: può dirci quanto è tassata la prima casa a NY? E la seconda casa? E' difficile da dire. Quello che posso dire e' che la tassazione su un'immobile residenziale viene normalmente basata sul valore del terreno e opere di miglioramento apportate sullo stesso. Questa tassazione e' stabilita a livello locale e basato principalmente sugli standard della zona. Non c'è differenza di tassazione in dipendenza del fatto che sia prima casa, seconda, terza o quarta. Tuttavia, gli interessi sul mutuo della prima casa possono essere detratti dalla tasse sulla dichiarazione dei redditi. Altro aspetto interessante è che, di frequente, vengono concesse dal comune della città di NY agevolazioni fiscali per immobili di nuova costruzione. Questo serve come incentivo all'economia. In generale, il mercato di NY e' molto sofisticato e presenta diversi cavilli legali e tassazioni che vanno analizzati bene prima di compiere operazioni. L'esperto immobiliare nel mio team è l'Avv. Lorenzo De Lillo. Lorenzo ha gestito un patrimonio immobiliare di circa 500 mila metri quadrati quando era al Sapir Group, uno dei più grandi proprietari di immobili di Manhattan. Il vantaggio di Lorenzo è che ha una prospettiva da parte del proprietario che gli permette di negoziare e anticipare tematiche a favore del compratore/affittuario. L'America è stata capace di votare Obama: che idea si è fatto delle prossime elezioni in Italia? Non mi sono mai interessato di politica fino ad ora. In America, Obama rappresenta la speranza e la svolta. E' il primo presidente nero nella storia degli Stati Uniti, è giovane e porta idee innovative e ottimismo. Credo che questo manca alla situazione politica italiana dove abbiamo le solite facce da 20 anni che dicono le stesse cose indipendentemente dal partito. Bisognerebbe fare piazza pulita. Un importante politico italiano ha sostenuto che "con la cultura non si mangia". Come risponderebbe? Non sono d'accordo e credo che sia un punto di vista non lungimirante. Il Made in Italy e la cultura italiana sono l'asset di maggior valore del paese. Sono stato ad un museo a Londra, era super curato. In Italia non posso dire la stessa cosa. Spendere soldi nella cultura non significa buttarli via, ma investirli saggiamente. Vediamo che negli States si è riaperto il dibattito sulle armi: lei ha un'arma a NY? Come la pensano i suoi colleghi di studio americani? Non ho un'arma, ma conosco l'autodifesa! Scherzi a parte, sono in favore del controllo sulle armi. A NY non serve avere un'arma, la città è molto tranquilla e sorvegliata. Anche Harlem e il Bronx sono quartieri in netta ripresa rispetto a 20 anni fa. Il fatto di detenere un'arma da fuoco è più una cosa del sud degli Stati Uniti, vedi Texas. Infine, non capisco i fanatici che rivendicano l'utilita' delle armi da fuoco. Non capisco come facciano a difendere la loro tesi ed il loro estremismo.

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LA VIGNETTA

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In copertina

ROBERTO MARONI ALLA PROVA DEL 9

Committente: Lista civica Maroni Presidente

ALLE REGIONALI CON UNA CIVICA CHE RICALCA QUELLA DI FLAVIO TOSI PLURIVITTORIOSO A VERONA E NOVE CANDIDATI BERGAMASCHI NELLA LISTA DELL’EX MINISTRO DEGLI INTERNI

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a Lombardia in testa. Ma con i piedi ben saldi per terra. Roberto Maroni si prepara a dare la scalata al Palazzo Pirelli con un programma sintetico e snello, basato su pochi punti essenziali. Ed un grande progetto quello di realizzare la grande Euroregione del Nord, una grande aggregazione territoriale che, oltre alla Lombardia, comprenderebbe anche il Piemonte, il Veneto ed il Friuli. Una potenza territoriale ed istituzionale da oltre venti milioni e con un Pil in grado di competere alla pari con la Francia e Germania. E in questo rinnovato contesto la Lombardia giocherebbe la parte del leone, la regione locomotiva, che tratterebbe sul proprio territorio almeno il 75% delle tasse prodotte dai cittadini. Numeri alla mano significherebbe lasciare

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Roberto Maroni attorniato dai candidati bergamaschi (Foto Tm)

in Regione circa 16 miliardi di euro in più l'anno. Soldi, come ha spiegato il candidato della Lega Nord nei suoi tanti incontri in giro per il territorio lombardo, con cui si potrebbero aiutare le imprese, eliminando l'Irap e attuando un piano per una fiscalità di vantaggio, con incentivi per le assunzioni e una no tax area per le imprese aperte dai giovani under 35. Imprese ma non solo. Con 16 miliardi l'anno in più a disposizione ci sarebbero risorse anche per

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Al centro del programma politico il mantenimento delle risorse sul territorio e la nascita di una macro-regione del nord

abbassare la pressione fiscale sui cittadini, per esempio eliminando l'Imu sulla prima casa o il bollo sull'auto, e per intervenire sul welfare o sulle infrastrutture. L'altra grande novità introdotta nel nuovo corso leghista, dalla rinnovata Lega 2.0, è la forte apertura alla società civile, volendo riproporre sulla più ampia scala lombarda il felice esperimento tentato lo scorso anni da Flavio Tosi nella sua corsa trionfale per il comune di Verona, ovvero liste civiche

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vere, formate da esponenti della società civile, da affiancare a quelle dei partiti in un coinvolgimento totale. Tanto che il programma di Maroni per la Lombardia non è stato scritto nelle stanze delle segreterie dei partiti ma in un evento pubblico tenutosi a Cernobbio, intitolato "Dillo a Maroni", dove imprenditori, lavoratori dipendenti, artigiani e commercianti hanno fornito le proprie indicazioni o proposte poi sintetizzate dal candidato in un programma di meno di 50 pagine. Spazio dunque ai cittadini, che vogliono dare un loro contributo per l'amministrazione della loro regione, attraverso la lista Maroni Presidente, una lista dove la componente bergamasca ha un peso notevole. Peraltro il rapporto tra il leader leghista e la città orobica in questo ultimo anno è stato molto intenso, con frequenti visite per incontri pubblici dell'ex Ministro degli Interni, che ha addirittura fatto aprire un 'Maroni point', punto di raccolta della parte bergamasca della lista civica, inaugurato pochi giorni fa in via Corridoni e subito assalito da vandali in un raid notturno. Nella lista ci sono liberi professionisti, lavoratori dipendenti, piccoli imprenditori: un estratto di quella società civile lontana dai palazzi della politica e chiamata a confrontarsi giorno dopo giorno con la difficile realtà della crisi. Persone che hanno scelto di mettere a disposizione le proprie competenze per far crescere la

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propria terra, la Lombardia. La squadra bergamasca è composta da nove persone, scelte per rappresentare diversi settori: dall'agricoltura al sociale, dall'edilizia allo sport, dall'artigianato al commercio. Settore, quest'ultimo, in cui da anni opera Luca Mangili, uno dei candidati bergamaschi "arruolati" da Maroni: 47 anni, Mangili è presidente provinciale della Fit, Federazione Italiana Tabaccai, che conta nella provincia circa 900 rivendite, e del Comitato di Quartiere di Piazzale Marconi (Stazione Autolinee-FSS-TEB ). Il mondo di Monica Vescovi, 41 anni, residente a Urgnano, è invece quello del sociale: da anni attiva nel mondo dell'associazionismo, dal 2009 ricopre la carica di presidente provinciale dell'Aido. L'unico tra i candidati bergamaschi ad aver già ricoperto un ruolo in politica è Francesco Mapelli: classe 1947, è stato consigliere regionale dal

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Dallo sport all’imprenditoria la squadra dell’ex ministro degli Interni comprende Luca Mangili, Monica Vescovi Francesco Mapelli, Vanessa Pesenti Gianluigi Stanga, Lara Magoni Emmanuele Marziali, Silvia Raimondi e Floriano Amidoni

1990 al 1995. Ma è all'agricoltura che ha dedicato una vita intera: imprenditore agricolo, Mapelli è stato presidente della Coldiretti Bergamo dal 1981 al 2003. Vanessa Pesenti, 37 anni, laurea con lode in Ingegneria, la crisi la tocca con mano ogni giorno, lavorando in uno dei quei settori, l'edilizia, più duramente colpiti dalla recessione: dal 2006 è alla guida dell'azienda di famiglia, la Pesenti Serafino Srl, e ricopre la carica di Vicepresidente dei Giovani Ance Lombardia. Il mondo dello sport può contare su ben due rappresentan-

Floriano Amidoni

ti: Gianluigi Stanga, per anni Team Manager di diverse squadre ciclistiche professionistiche con atleti di alto livello internazionale e oggi presidente di una società di consulenze nel mondo dello sport e Lara Magoni, vice campionessa del Mondo di sci, imprenditrice nel mondo alberghiero, consigliere nazionale del Coni e oggi anche allenatrice di sci, opinionista sportiva e testimonial Unicef. A sostenere il programma di Maroni nella squadra bergamasca c'è anche Emmanuele Marziali, presidente nazionale dei Rangers D'Italia, associazione che svolge attività nel campo ambientale e di protezione civile. 39 anni, di Azzano San Paolo, Marziali è un imprenditore e un broker assicurativo. Silvia Raimondi, quarantatreenne di Treviglio, è invece da anni impegnata nel mondo dell'associazionismo e si occupa in particolare di tematiche relative alla fami-

Silvia Raimondi

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glia e ai minori. Psicologa, esercita la professione in ambito giuridico, come consulente tecnico d'ufficio presso il Tribunale di Bergamo e collabora con le associazioni Mamme e papà separati e Famiglie numerose. A rappresentare il mondo dell'artigianato è Floriano Amidoni, 58 anni, di Seriate, imprenditore nell'area impiantistica delle telecomunicazioni e della difesa elettronica, membro del Consiglio dell'Associazione Artigiani di Bergamo e di Confartigianato Italia e tra i fondatori della "Settimana dell'Energia".

Emmanuele Marziali

Lara Magoni

Luca Mangili

Monica Vescovi

Francesco Mapelli

Vanessa Pesenti

Gianluigi Stanga

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di Giancarlo Pagliarini - foto di Giorgio Chiesa

Area nord

IL VOTO «UTILE» PER PAGLIARINI UNA PREVISIONE E UNA SPERANZA DEL MINISTRO DEL BILANCIO NEL PRIMO GOVERNO BERLUSCONI: «LA PREVISIONE È CHE “FARE PER FERMARE IL DECLINO” SARÀ LA GRANDE SORPRESA, SIA IN LOMBARDIA CHE A LIVELLO NAZIONALE; LA SPERANZA È CHE AL PIRELLONE, CHIUNQUE VINCA, SI LAVORI TUTTI ASSIEME PER IL BENE COMUNE»

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esi fa nel bel mezzo di una tavola rotonda ripresa da una tv avevo dichiarato che se non "saltava fuori qualche novità" alle prossime elezioni avrei votato per Grillo. Dopo aver incassato i mugugni degli altri partecipanti avevo spiegato che "anche se quelli del Movimento 5 Stelle le sbagliassero tutte, ma proprio tutte, non potrebbero mai fare peggio di quelli che hanno governato il paese negli ultimi anni, perché non è umanamente possibile fare peggio di Berlusconi, Prodi, Monti e compagnia bella". Lo avevo detto convinto e lo penso ancora adesso. Delle novità ci sono state. Ecco perché seguo con interesse Umberto Ambrosoli e Fare per Fermare il Declino di Oscar Giannino, Michele Boldrin, Luigi Zingales e altri. Sono signori molto diversi tra di loro. Ambrosoli è posato mentre Giannino e i suoi amici sono creativi, originali e decisamente "nuovi" per l'Italia: era ora! Ma un punto in comune ce l'hanno: la testa dura. Questo vuol dire che sono indipendenti dai partiti politici, non fanno parte della casta e per campare lavorano: questa è gente che non vive di politica.

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Un passaparola contro la "lotta politica". Preciso che non sono candidato né con loro né con nessun altro. Ho letto anch'io "A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca" (don Lorenzo Milani. Chiarelettere editore) ma a 70 anni penso che dovrei (dovremmo, in tanti!) limitarmi a dare qualche suggerimento. Le rivoluzioni le hanno sempre fatte i giovani e qui in Lombardia con le prossime elezioni per la Regione potrebbe cominciare una straordinaria "rivoluzione culturale": i tempi sono maturi per uscire dalle medioevali logiche "di casta" e di lotta che caratterizzano la burocrazia, la magistratura e la politica italiana. Che hanno bloccato il potenziale della nostra regione, hanno letteralmente assassinato la competitività di molte nostre imprese ed hanno peggiorato la qualità della vita di tutti noi. Ma perché "lottare"? Non l'ho mai capito. Fatemi capire: qui si tratta di servire i cittadini, non di lottare. Ecco un passaparola che raccomando: non votiamo per quelli che invece di descrivere quello che ritengono utile fare non fanno altro che criticare quelli che non sono con loro (stavo per scrivere "quelli che non sono della loro banda").


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Giancarlo Pagliarini

La "formula magica". Da Wikipedia: "La formula magica fu il risultato dell'elezione del Consiglio federale del 17 dicembre 1959 e fu chiamata magica sia perché rappresentava un governo trasversale, a cui partecipavano tutti i maggiori partiti svizzeri, sia perché rispecchiava la forza numerica delle singole formazioni politiche...". Per molti governo trasversale è una parolaccia. Io invece ho sempre pensato che in un governo o in una giunta dovrebbero esserci rappresentanti della maggioranza e anche dell'opposizione. Che invece di farsi la guerra dovrebbero lavorare assieme per i cittadini. Il problema è che in Italia i signori che fanno politica hanno l'obiettivo di gestire il potere, non di servire i cittadini. Ecco perché in tutte le classifiche internazionali (competitività, libertà economica, qualità della vita eccetera) il nostro paese sta rotolando anno dopo anno verso gli ultimi posti, verso le posizioni di Cuba e della Corea del Nord.

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Partiti politici o uffici di collocamento? Il Governo della Nuova Zelanda per la posizione di Governatore della banca centrale ha messo una inserzione sull'Economist (pag 16 dell'Economist del 4 Febbraio 2012). A Londra sul Sunday Times e sul Guardian del martedì si possono leggere offerte di lavoro per rettori, presidi e docenti nelle migliori università e per primari e medici degli ospedali. Da noi invece i partiti politici litigano a sangue anche per l'elezione del vicepresidente di una bocciofila e una volta ho visto il bigliettino da visita di un signore sul quale c'era scritto "Responsabile ufficio nomine del partito xy". Se non sappiamo per chi votare scegliamo quelli che dichiarano di non voler più sentir parlare di nomine "in quota" a questo o a quel partito e che a loro interessa che il candidato lavori bene. Chi se ne frega per chi vota. Voti per chi vuole. Le preferenze politiche di una persona non dovrebbero avere assolutamente nulla a che fare con la sua attività professionale. Un sogno. Il nome del prossimo presidente della Regione Lombardia sarà Roberto Maroni o Umberto Ambrosoli, anche se i rappresentati del Movimento 5 Stelle e di Fare per Fermare il Declino prenderanno tanti, tantissimi voti. Adesso vediamo le loro caratteristiche ma prima lasciatemi descrivere il mio sogno. Una giunta piccola. La Svizzera è grande quasi il doppio della Lombardia ed ha poco meno dei nostri abitanti. Nel governo ci sono sette persone che rappresentano le maggiori formazioni politiche. Che bello se Roberto Maroni, Umberto Ambrosoli, Carlo Maria Pinardi, Silvana Carcano e pochi altri fossero assieme in giunta. Dei "diversi" che lavorano assieme per il bene comune. Questa è la base del federalismo. La Costituzione Svizzera non comincia con l'articolo uno ma comincia con cinque premesse. Il testo della terza premessa è questo: "Determinati a vivere la loro molteplicità nell'unità, nella considerazione e nel rispetto reciproci". Questo è l'ABC del federalismo: dei "diversi" che lavorano assieme, che competono, che si rispettano, per realizzare assieme giorno dopo giorno il bene comune. Uno Svizzero di Interlaken è diverso da uno svizzero del Canton Ticino, non migliore o peggiore, ma diverso sì. Un bergamasco di Romano di Lombardia è diverso da un siciliano di Sciacca: non migliore o peggiore, ma diverso, molto diverso, sì. Come Maroni è diverso da Ambrosoli. Il federalismo non sono due o tre euro in più o in meno, ma dei "diversi" che invece di litigare e bloccarsi a vicenda si rispettano e lavorano assieme per il bene comune, tenendo sempre presente che l'essenza di una costituzione federale non sta tanto nelle tasse o nel numero di funzioni decentrate, ma nella capacità delle unità territoriali, che devono essere sovrane a tutti gli effetti sul proprio territorio, con competenze irrevocabili, di resistere alla naturale tendenza espansiva del potere centrale. In Svizzera ogni cantone è un piccolo stato, ma ogni 100 metri vedete una bandiera rossocrociata. Chiedetevi come mai. Un Presidente a rotazione. Con questa logica il Presidente della Regione Lombardia dovrebbe durare un anno ed essere a rotazione. In questo modo non si formerebbero i "centri di potere" che siamo abituati a vedere e che rendono sempre meno competitivo ed attraente il nostro sistema paese. I presidenti a rotazione non avrebbero lo spazio per "piazzare i loro

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uomini", così finalmente vedremmo "gli uomini giusti al posto giusto". Ma basta coi sogni. Vediamo le caratteristiche del prossimo presidente della Lombardia. AMBROSOLI. Nel discorso di prolusione dell'anno accademico 1964/65 in Università Cattolica, Miglio aveva detto che "Destra e sinistra, conservazione e innovazione sono categorie che acquistano valore soltanto nelle fasi di transito da una antica ad una nuova classe politica: quando quest'ultima si è veramente consolidata esse scompaiono e rimane soltanto l'amministrazione, cioè il vero governo". La mia impressione è che Ambrosoli potrebbe realizzare la nuova classe politica prevista da Miglio quasi mezzo secolo fa e che con Miglio mi ero illuso di aver trovato nella Lega Nord degli anni novanta. Il 14 Novembre un'ottantina di persone hanno firmato un documento intitolato "Con Umberto Ambrosoli per la ricostru-

zione della Regione Lombardia e per la rigenerazione delle forze politiche". Era un documento serio e l'ho firmato anch'io, dicendo "Bene. Tra Maroni e Ambrosoli sarà un bel match". Ecco un paragrafo di quel documento che mi sembra opportuno ricordare: "...La Regione deve tornare ad essere un soggetto di legislazione e di programmazione, mentre la gestione


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deve essere delegata alle unità amministrative inferiori, Province e Comuni". Siamo in presenza di un candidato alla presidenza della Regione che dichiara che è necessario dare più poteri ai sindaci. Se Ambrosoli vincerà spero che la Lega sia d'accordo. Perché l'istituzione Regione Lombardia non può continuare ad essere un ipertrofico centro di distribuzione di denaro. Tra i candidati del "Patto civico per Ambrosoli Presidente" vedo con piacere teste nuove e ben fatte di gente che non fa politica per mestiere. Per esempio, a proposito della nuova classe politica prevista da Miglio mezzo secolo fa, il candidato Beniamino Piccone, un giovane col mito della trasparenza, sta descrivendo sul suo sito le giornate di un candidato e in un allegato si possono vedere tutte le spese sostenute e i contributi ricevuti. MARONI. Maroni ripete dalla mattina alla sera che il 75% delle tasse pagate dai soggetti residenti in Lombardia deve restare sul territorio. Non capisco le critiche: questa è una proposta ovvia, logica e naturale. Ricordo come un incubo quel 13 Maggio 2007 quando Isaia sales, consulente economico di Bassolino, aveva spiegato "Le tasse non sono a dimensione regionale ma nazionale ed è lo Stato che si occupa di perequare tra le regioni più ricche e quelle meno". Questo principio, con la benedizione di Calderoli (!) ha poi trovato accoglienza nella legge delega per il cosiddetto "federalismo fiscale". Nel 2008 quando si era cominciato a parlare della legge sul cosiddetto federalismo fiscale i Presidenti di alcune Regioni erano usciti con incredibili "perle" di questo genere: "è una implicita secessione e che distrugge l'unità del paese" (Agazio Loiero), "non è un progetto di federalismo fiscale, ma di secessione fiscale, una vera e propria dichiarazione di guerra contro il Mezzogiorno" (Nichi Vendola) e così via. Mi viene in mente l'articolo 301 del codice penale turco che prevede il delitto di "lesa turchicità". In Turchia nel 2008 l'articolo sulla "lesa turchicità" è stato riformato, ma a leggere certe critiche al progetto di Maroni penso che qualcuno vorrebbe prevedere la galera per il delitto di "lesa italianità". Tre considerazioni: Prima: non bisogna guardare solo un albero (il 75% delle tasse), ma tutta la foresta, cioè l'organizzazione del sistema paese. Per esempio anche in Svizzera c'è una legge per la perequazione tra Cantoni forti e Cantoni deboli. Per essere più convincente Maroni dovrebbe parlarne e fare proposte razionali. Seconda: quando si parla di territorio si dovrebbe partire dai Comuni. Il "centralismo" dello Stato oppure delle Regioni non genera mai efficienza. Poteri operativi, responsabilità e risorse finanziarie dovrebbero essere gestite più vicino ai cittadini, dai sindaci, non dalla Regione. Spero che in campagna elettorale anche Maroni affronti questo argomento. Come abbiamo visto Ambrosoli lo ha già fatto. Terza: c'è un problema di credibilità grande come una casa, perché Maroni dichiara di voler realizzare questo progetto con Tremonti e col PDL. Ma quanto è credibile il PDL? Facciamo un passo indietro e vediamo cose è successo in questi anni: 1 Il 19 giugno 2007 la Regione Lombardia aveva approvato la proposta di legge al parlamento n. 0040 intitolata "Nuove norme per l'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione". 2 Per quanto riguarda le tasse che rimangono sul territorio prevedeva che restassero nei territori l'80% dell'IVA e tutto il get-

tito delle accise, dell'imposta sui tabacchi e di quella sui giochi (Articolo 2, comma 3 lettere b e c). 3 La Regione Lombardia aveva depositato quella proposta di legge sia alla Camera che al Senato. 4 In occasione delle elezioni del 2008 il PDL aveva inondato le piazze della Lombardia con la promessa di realizzare 7 "missioni" e la sesta missione prometteva di portare in Gazzetta Ufficiale la proposta di legge approvata dalla Regione Lombardia il 19 giugno 2007. La promessa del PDL, nero su bianco, era: "Approvazione, a tal fine, da parte del Parlamento, della proposta di legge "Nuove norme per l'attuazione dell'art. 119 della Costituzione" adottata dal Consiglio Regionale della Lombardia il 19 giugno 2007". 5 Quindi nelle elezioni politiche del 2008 il PDL aveva promesso ai suoi elettori (e a quelli della Lega Nord) che l'80 dell'IVA, le accise, le imposte sui tabacchi e sui giochi non sarebbero più "andate" a Roma ma sarebbero rimaste nei territori che le generavano. 6 L'obiettivo di far dimagrire lo Stato centrale, di cominciare a realizzare il principio di sussidiarietà anche facendo restare "più tasse sul territorio" sembrava raggiunto. Ma Formigoni, il Presidente della Regione che aveva depositato una sua proposta di legge alla Camera e al Senato, aveva, almeno così sembra, cambiato idea. Ecco due titoli del Sole 24 Ore: 6 giugno 2008 "Formigoni frena sulla formula lombarda: ok al testo delle Regioni". 7 Giugno: "Formigoni: il modello lombardo è una proposta, non l'unica accettabile". Incredibile, vero? E Calderoli (Lega Nord) invece di arrabbiarsi, di ricordare a Berlusconi la promessa fatta in campagna elettorale, invece di dimettersi di corsa dal Governo, ha seguito l'esempio di Formigoni. Ecco il titolo di un articolo sul Sole 24 Ore del 18 Luglio: "Calderoli parte dal modello Regioni". Con tanti saluti alla proposta di legge adottata dal Consiglio Regionale della Lombardia e alle promesse elettorali. Adesso si ricomincia da capo, ma sulla base di quello che abbiamo visto in questi anni la credibilità dell'accoppiata Lega - PDL mi sembra piuttosto deteriorata. Il coordinatore PDL in Lombardia Mario Mantovani ha dichiarato che "Nel nostro programma si parla addirittura di regione a statuto autonomo" (Corriere della Sera del 31 Dicembre). Magari! Ma mi sembra una gara a chi le spara più grosse. Come andrà a finire? Non ho la sfera di cristallo, non so come andrà a finire tra Maroni e Ambrosoli. Oggi, 23 Gennaio, mi sembra più seria la proposta di Ambrosoli, ma la campagna elettorale è ancora lunga. Chiudo con una previsione e una speranza. La previsione è che "Fare per Fermare il Declino" sarà la grande sorpresa sia in Lombardia che a livello nazionale. Tra l'altro della lista di Giannino per la Regione Lombardia fa parte, come indipendente, il prof. Marco Bassani. Marco praticamente ha vissuto tutta la sua vita professionale con Miglio ed è il vicepresidente dell'associazione Giancarlo Pagliarini per la riforma federale. Voglio ricordare che il decimo punto del progetto di Fare per Fermare il Declino comincia con le parole: "Introdurre il vero federalismo". La speranza è che al Pirellone chiunque vinca si lavori tutti assieme per il bene comune: sembra una frase fatta, perché è logico che sia così, ma in Italia e in Lombardia fin' ora non è stato per niente così.

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Testo&Photo di Giorgio Chiesa Elezioni

A FIANCO DI MONTI PER RILANCIARE L’ITALIA INTERVISTA A PIER PAOLO PIASTRA IMPRENDITORE MILANESE - BERGAMASCO D’ADOZIONE - IN LIZZA PER LA CAMERA DEI DEPUTATI NELLA LISTA LOMBARDIA 1 DELL’UDC

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na personalità poliedrica, ma ancorata alla concretezza dell'imprenditore con lo sguardo sempre proiettato al futuro. Pier Paolo Piastra è un uomo dalle tante sfaccettature, di cui il dirigente d'azienda e il politico sono senz'altro quelle che ne delineano i tratti più importanti. Milanese d'origine, bergamasco d'adozione, il candidato per la Camera dei Deputati (all'interno della lista Lombardia 1) per l'UDC si racconta il vista delle prossime elezioni politiche, analizzando il quadro generale, partendo dall'accordo con Mario Monti. "L'UDC - ha infatti affermato - è l'unico partito che non si vergogna di quanto ha fatto a fianco dell'ultimo governo nel 2012". Partiamo dalla riduzione dello spread. Dalla sua esperienza d'imprenditore, cosa vuol dire in termini di economia reale per un'azienda? "Aveva quasi toccato quota 600 punti quando Silvio Berlusconi lasciò. Oggi è sotto i 300, un dato innegabile che non si può che riconoscere nonostante la campagna elettorale. Una simile riduzione consente alle nostre imprese di approvvigionarsi di credito più facilmente. Sappiamo tutti bene quanto sia importante l'innovazione per il Paese, continuiamo a ripetercelo. Ma come sarebbe possibile lanciare proprio l'innovazione - mettendola in pratica - se reperire le risorse necessarie costa troppo caro?" In molti vi accusano di aver svenduto l'Italia alla Germania attraverso l'operato di Mario Monti. "Nulla di più assurdo, un vero e proprio non senso. La Germania registra oggi il più

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Pier Paolo Piastra candidato per la Camera dei Deputati nella lista Lombardia 1 dell'UDC

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«L'UDC, con Mario Monti, è impegnata a portare l'Italia su un cammino virtuoso simile a quello tedesco»

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Imprenditorialità e poliedricità: famiglia, impresa e politica

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alto tasso di disoccupazione di sempre. Ma il suo cuneo fiscale, vale a dire gli oneri che si pagano sulla forza lavoro, è più basso rispetto all'Italia. Di conseguenza, la produttività, è decisamente più alta. L'UDC, con Mario Monti, è impegnata a portare l'Italia su un cammino virtuoso simile a quello tedesco". Ma l'IMU è senz'altro una stangata che tutti hanno sentito. "Certamente pesa, e molto, anche sui capannoni industriali, incidendo negativamente sulla competitività delle nostre aziende. Ma l'UCD non ha mai venduto facili promesse: appunto, non promettiamo di togliere l'IMU sulla prima casa come invece millanta Berlusconi, né d'introdurre esenzioni fino a 500 euro, come dice Bersani. Belle idee, ma inutili per chi fa impresa. Noi vogliamo, come ha detto lo stesso Monti, che siano i Comuni a graduare l'IMU e pensiamo che in questo modo siano rispettate le specificità territoriali. Un Comune con numerosi capannoni industriali non avrà bisogno o interesse ad introdurre aliquote troppo alte. Proprio perché una vasta platea di contribuenti garantisce già un buon livello di gettito e un'ulteriore tassa farebbe fuggire le imprese, creando problemi di deindustrializzazione e disoccupazione nel territorio".

Pier Paolo Piastra con la moglie Patricia Duarte

Cosa ne pensa degli ultimi spot elettorali di Silvio Berlusconi? "Per creare lavoro non serve esentare per qualche anno dal fisco le imprese che assumono giovani. Questa è veramente una ricetta da pifferaio magico. Tutti quelli che poi il lavoro lo hanno perso o lo stanno ancora cercando, magari non essendo più tanto giovani, dovrebbero andare nel dimenticatoio? Occorre piuttosto agire sul cuneo fiscale e sull'Irap, a prescindere dall'età del lavoratore, in modo da agevolare le prime assunzioni e il reinserimento dei disoccupati". Qual è il progetto dell'UDC? "Noi dell'UDC vogliamo rilanciare la crescita, vale a dire imprenditoria e lavoro, perché il nostro paese non sia più al centro dei sorrisini degli altri, come purtroppo ci è già capitato di vedere. Ce ne ricordiamo tutti amaramente, prima del Governo Monti. Io e il mio partito chiamiamo i lombardi e tutti gli italiani a dimostrare fiducia nei propri mezzi e nella propria capacità di cambiare l'Italia".

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Testo & foto di Giorgio Chiesa

Andrea Gibelli

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Ottenere un credito dalla camera di compensazione costerĂ meno rispetto ad una banca perchĂŠ si ridurranno gli oneri finanziari


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Microeconomia

IL SOGNO DI GIBELLI? UNA MONETA LOCALE LOMBARDA IL «LOMBARD» DOVREBBE RISOLVERE I PROBLEMI LEGATI ALL’ACCESSO AL CREDITO E ALL’INSOLVENZA PER LE PMI TRATTENENDO AL CONTEMPO IL 75% DELLE RISORSE SUL TERRITORIO

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na moneta locale per la Lombardia? La proposta, presentata dal vicepresidente della Regione Andrea Gibelli, della Lega Nord, è seria. Ed il workshop tecnico che si è tenuto a Bergamo lo scorso lunedì 21 gennaio (a cui hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni e dell'imprenditoria locale), lo dimostra, mettendo in evidenza la continuità di una simile idea con le battaglie che il partito di Roberto Maroni da sempre combatte sul federalismo fiscale. Ma come funziona una moneta locale e può, quest'ultima, essere un vantaggio per l'economia reale, o semplicemente siamo di fronte ad un annuncio tipico da campagna elettorale? Come detto, il progetto ha delle fondamenta molto concrete, che hanno preso avvio ben prima dell'attuale situazione politica italiana. Perché il Lombard - nome che lo stesso Andrea Gibelli ha definito non ancora ufficiale - potrebbe essere un'esperienza economica rivoluzionaria per la regione, che andrebbe a vantaggio di un circuito virtuoso volto a trattenere (finalmente) ben il 75% delle risorse sul territorio e a risolvere una serie di problematiche legate alla moneta unica così come attualmente la conosciamo. "Una moneta complementare in Lombardia - ha affermato il vice presidente e assessore all'Industria e all'Artigianato della Regione - sarebbe importante e necessaria perché potrebbe assolvere alla funzione di scambio di beni e servizi, che oggi la moneta sovrana, l'euro, non è in grado di garantire. Bergamo va proprio in questa direzione, essendo stata la prima a racco-

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gliere lo spunto lanciato da Regione Lombardia nel dicembre scorso". Il progetto prende le mosse da esperienze simili già avviate in altri territori ed è figlio della ricerca accademica di Luca Fantacci - professore di scenari economici internazionali, studioso ed esperto di storia dell'economia all'Università Bocconi di Milano - che a settembre avvierà la moneta di Nantes francese. IL FUNZIONAMENTO - Stiamo parlando di un progetto che unisce due elementi: un sistema di credito locale ed un sistema monetario locale. Riguarda le imprese e consiste

Il progetto prende le mosse da esperienze simili già avviate in altri territori ed è figlio della ricerca accademica di Luca Fantacci

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essenzialmente in una camera di compensazione, vale a dire una banca (che ha la peculiarità di non avere capitali depositati o riserve) dove le aziende hanno un conto corrente denominato in una moneta diversa dall'Euro, ma che mantiene con lo stesso un cambio 1/1 e con cui la conversione è possibile solo in una direzione, da Euro a moneta locale. E' un meccanismo che serve alle imprese per pagarsi a vicenda e

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che riguarda principalmente le PMI che insistono sullo stesso territorio e sul medesimo sistema economico. Non stiamo parlando di esportazioni, anche se nulla vieta ad un'azienda esterna di entrare nel circuito in caso abbia interessi nella zona. Facendo una percentuale, possiamo immaginare che gli attori beneficianti della moneta locale siano soprattutto quelle piccole e medie imprese che sviluppano almeno il 30% del fatturato sul territorio.

DA SINISTRA Luca Fantacci e Massimo Amato

Franco Tentorio

LA CAMERA DI COMPENSAZIONE Proprio la CC è di un sistema creditizio per aiutare le imprese a farsi credito a vicenda e che garantisce sempre la solvibilità della controparte. Ma al circuito non devono partecipare le solo PMI, perché proprio quest'ultime potranno pagare i propri lavoratori con il Lombard o solo quella parte dei salari che eccede il contratto nazionale e che riguarda la contrattazione di secondo livello. Dal punto di vista elettronico il tutto sarà gestito in maniera ordinaria, agli effetti contributivi e fiscali risulterà neutrale, il pagamento delle tasse e dei contributi verrà infatti calcolato sull'intero importo. I VANTAGGI - Ottenere un credito dalla camera di compensazione costerà meno rispetto ad una banca perché si ridurranno gli oneri finanziari. La banca, infatti, per prestare soldi deve ottenerli a sua volta, la camera di compensazione presta moneta facendo da intermediario fra le imprese debitrici e creditrici, annullando i costi e gli interessi sull'attivo. Il tasso d'interesse non solo sarà inferiore, ma sarà anche indipendente dalle condizioni aleatorie del mercato monetario. Infine, il credito ottenuto in moneta locale verrà speso localmente, facendo quindi circolare valore all'interno del territorio, incrementandone il volume di attività economica. DIFFERENZA COL PASSATO - Il Lombard sarà una "Mutual Credit Currencies", vale a dire una moneta che si forma in un rapporto di credito cooperativo. In Italia esistono già altre monete locali o sono stati già fatti esperimenti in questo senso, ma sempre come "Fiat Currences", quindi imponendo monete analoghe alla valuta ufficiale che si creano a discrezione di un'autorità centrale. Il Lombard dovrà essere infatti una moneta che non replica su scala ridotta i difetti di quella ufficiale, che sono da 40 anni a questa parte il fatto d'essere priva di copertura ed emessa in quantità arbitrarie. Le monete locali devono essere fatte bene, non devono avere carattere inflazionistico, devono avere una connessione stretta col sistema degli scambi e devono creare valore economico non per la quantità, ma per la velocità con cui circolano.

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«Alle calende greche»

GIUSTIZIA LUMACA 10 ANNI PER UNA CAUSA DI LAVORO UNA SOCIETÀ DI BERGAMO HA ATTESO 3650 GIORNI LA DECISIONE DELLA CASSAZIONE CHE HA STABILITO ILLEGITTIMO IL LICENZIAMENTO PER GIUSTIFICATO MOTIVO OGGETTIVO SE NON C’È PROVA DELL’IMPOSSIBILITÀ DI RICOLLOCARE LA LAVORATRICE

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remilaseicentocinquanta giorni per una causa di lavoro. E' quanto ha dovuto attendere un'azienda di Bergamo prima di conoscere il pronunciamento della Corte di Cassazione su un licenziamento del maggio 2003. Dieci anni fa la 3V Sigma spa licenzia V.V., una dipendente inquadrata in livello B2, motivandolo con il fatto che vi era stata nell'azienda una sensibile riduzione dell'organico e che la dipendente in questione aveva rifiutato l'offerta di ricollocazione presso un’altra società del gruppo. Non dice che l'offerta era stata fatta alla dipendente ben otto mesi prima del licenziamento e che la ricollocazione era legata alla necessità di sopprimere il suo posto di lavoro. Il Tribunale di Bergamo dichiara illegittimo il licenziamento della dipendente per giustificato motivo oggettivo e la Corte di Appello di Brescia conferma la pronuncia di primo grado, ritenendo che la società datrice di lavoro non aveva fornito la prova dell'impossibilità di ricollocare la lavoratrice in una delle sue aziende o stabilimenti dove occupava oltre 300 dipendenti in mansioni equivalenti. Nella sentenza della Cassazione si legge che la Corte territoriale ha rileva-

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to dall'esame del libro matricola che la Sigma, prima e dopo il licenziamento, aveva assunto a Bergamo cinque impiegati di cui uno in gennaio in B1 ed uno ad ottobre in C2 con mansioni di segretaria di direzione e nella sede di Mozzo, un impiegato nel marzo 2004 in C2, mansioni impiegatizie che la ricorrente avrebbe potuto svolgere, ma la società non aveva allegato ne provato alcuna ragione giustificativa della necessità di procedere a nuove assunzioni e dell'impossibilità di adibire alle stesse mansioni la lavoratrice. La Corte ha poi rilevato che la società non avrebbe potuto invocare a giustificazione il rifiuto della lavoratrice ad essere licenziata dalla società e riassunta presso altra società controllata in Bergamo con meno di 15 dipendenti. Rileva infatti che la proposta era stata rifiutata per ragioni di convenienza non sindacabili ed era comunque, irrilevante essendo stata fatta prima del licenziamento, mentre si doveva avere riguardo al momento del licenziamento. Avverso la pronuncia di appello, la società datrice di lavoro promuove ricorso per Cassazione, rigettato dalla Suprema Corte con la sentenza 6/2013. Dieci anni dopo il licenziamento.


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II punto di vista del professionista

LA BUONA FEDE È IRRINUNCIABILE Il parere dell’esperto Riccardo Pallotta pubblicato sul quotidiano Ipsoa.it La Corte di Cassazione chiarisce l'illegittimità del licenziamento per ''giustificato motivo oggettivo'' nel caso in cui il datore di lavoro taccia al lavoratore che la proposta di ricollocazione lavorativa rappresenta l'unico ''antidoto'' al licenziamento per soppressione del posto di lavoro. Un’azienda non può legittimamente intimare un licenziamento per giustificato motivo oggettivo a carico di una dipendente alla quale, 8 mesi prima del licenziamento fosse stato prospettato di presentare le dimissioni per essere riassunta in altra società del gruppo senza che le fosse specificato che tale "proposta" rappresentava l'unica chance per non essere licenziata. Questa la conclusione alla quale è giunta la Corte di Cassazione nella sentenza n. 6 del 2013 depositata il 2 gennaio scorso. All'esito di una vicenda giudiziaria iniziata dieci anni fa la Corte - nel respingere il

ricorso dell'azienda avverso la reintegra nel posto di lavoro disposta dalla Corte di Appello di Brescia - ha fissato un principio tanto importante quanto di "buon senso". Il principio di diritto. Il datore di lavoro è tenuto al rispetto del principio della buona fede nella gestione del rapporto contrattuale con i propri dipendenti e quindi, i provvedimenti adottati in violazione di tale principio sono a tutti gli effetti illegittimi. Nel caso di specie, la violazione era rappresentata dal fatto che quando il datore di lavoro aveva prospettato alla dipendente l'offerta di cessare il rapporto di impiego con la società per essere riassunta da altra società del gruppo con meno di 15 dipendenti (…) - non aveva specificato alla dipendente che tale proposta era collegata al fatto che, di lì a poco, la posizione lavorativa da lei in quel momento occupata sarebbe stata soppressa con conseguente necessità di

procedere al licenziamento tout court. Conclusioni. La sentenza in commento appare significativa - nella sua sinteticità per la sua linearità e coerenza interna così come per la chiarezza con la quale riassume la road map che deve obbligatoriamente essere seguita nella fase patologica e traumatica della cessazione del rapporto di lavoro per volontà unilaterale del datore di lavoro. Quello che - semmai - potrebbe stupire, è che nel 2013 sia ancora necessario attendere dieci anni ed un giudizio di legittimità avanti alla Corte di Cassazione per avere certezze in merito al fatto che la dignità ed il rispetto debbano essere sempre assicurati ai lavoratori e che la buona fede debba essere sempre il cardine primario del rapporto contrattuale tra tutte le parti di qualsiasi rapporto economico, ivi compreso quello sottostante ad un rapporto di impiego.

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di Livio Casanova «Res publica»

INCIDENTE CON L’ALPINO IL CONTO DELL’ESERCITO IL PROVERBIO «ROBA DEL CÜMÜ, ROBA DE NISÜ» È COSTATO CARO AD UN MILITARE, CONDANNATO A RISARCIRE CON 2.472 EURO IL MINISTERO DELLA DIFESA PER UN INCIDENTE DI DIECI ANNI FA QUANDO ERA SOTTO LE ARMI

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oba del cümü, roba de nisü". Il modo di dire, per chi non mastica il dialetto, significa che la cosa pubblica non è di nessuno, perché di tutti. Ecco il motivo per cui nessuno se ne può appropriare. Ma che colpa può avere un giovanissimo artigliere alpino di Rovereto se non ne conosce il significato. Nessuna. A patto che di mezzo non ci sia la cosa pubblica. E di mezzo si tratta, visto che si parla di una camionetta militare. Dieci anni fa, nel 2003, un ventenne del Trentino-Alto Adige, in servizio come alpino, incorre in un incidente nella provincia di Bergamo mentre è alla guida di un fuoristrada dell'esercito

italiano. Dieci anni dopo, 2013, lo Stato gli presenta il conto. La Corte dei Conti, per quel danno, lo condanna a versare nelle casse pubbliche 2.472 euro. I giudici contabili attribuiscono a lui tutta la responsabilità dell'incidente. Apriamo una parentesi: benché nella gestione della cosa

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pubblica corruzione e benefici dei privati abbiano, da tempo, superato ogni limite di decenza, rimane valido il principio per cui chi danneggia o rovina un bene pubblico è tenuto al risarcimento. In parole povere: chi rompe paga. E non solo per senso civico. L'alpino roveretano più che sui banchi di scuola l'ha imparato a sue spese. Alla guida di una camionetta militare il ventenne, nel giugno del 2003, con un suo collega assolve l'incarico di pattugliare il territorio. Nelle strade di Grassobbio i due militari si rendono protagonisti di un incidente. L'artigliere alpino, alle prese con una curva, non riesce a mantenere il controllo del mezzo. Urta un'aiola e finisce la sua corsa contro un palo della luce. I due giovani riportano qualche ammaccatura. Escono dall'abitacolo con lievi ferite e vengono accompagnati all'ospedale per sincerarsi delle loro condizioni. In seguito l'Esercito ricostruisce l'accaduto, delineando la dinamica dell'incidente. Nella versione fornita dai due militari la causa è da attribuire ad un guasto meccanico del fuoristrada: perdita dell'olio e mancata risposta nella frenata. Di diverso avviso i carabinieri secondo cui, nella loro ricostruzione, ritengono eccessiva la velocità commisurata al tratto stradale. Stando sempre alle risultanze investigative dei Carabinieri la Corte dei Conti decide per la condanna del roveretano che, non costituendosi in giudizio, rinuncia a difendersi. Secondo la Corte la responsabilità deriva dal fatto che "il grado di diligenza, prudenza e perizia nello svolgimento della funzione è stato inferiore a quello dovuto, in ragione della conoscenza specifica dei pericoli dell'attività professionale svolta, per cui sussiste l'elemento soggettivo della colpa grave". Di conseguenza, al Ministero della Difesa, il giovane adesso deve pagare 2.472 euro. A cui vanno aggiunte le spese legali sostenute dallo Stato. Nella sua accezione negativa "Roba del cümü, roba de nisü" significa che essendo del Comune, nessuno se ne preoccupa. Un modo di dire bergamasco che l'ex alpino di Rovereto ha imparato nelle sue diverse sfumature. Dieci anni dopo e pagando di tasca propria.


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di Livio Casanova «Piccolo borgo antico»

«DORMI A CARAVAGGIO SINDACO, DIMETTITI» MASSIMO BRUSONI, PRIMO CITTADINO A VILLANTERIO (PAVIA) LAVORA A TREVIGLIO E DORME A CARAVAGGIO «TROPPO DISTANTE» PER IL “COMITATO PER VILLANTERIO” CHE LANCIA UN SONDAGGIO SU FACEBOOK E PRESENTA UNA RICHIESTA DI DIMISSIONI AL SINDACO «PENDOLARE»

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nnumerevoli e svariati possono essere i motivi per cui i cittadini chiedono le dimissioni al proprio sindaco: per reati, per vicende giudiziarie, per questioni urbanistiche. Curiosa la vicenda del primo cittadino di Villanterio Massimo Brusoni a cui hanno chiesto di dimettersi. Il motivo? Dorme a Caravaggio. Tutto inizia da Facebook dove, nel dicembre scorso, il Comitato di

Villanterio

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Villanterio crea un sondaggio dal titolo: "Il Sindaco di Villanterio, Massimo Brusoni, vive nella bergamasca, lontano dai problemi locali. Dovrebbe dimettersi?" Tre le risposte possibili: SI, NO e NON SO. Sul famoso social network tutti possono creare sondaggi, personalizzabili in ogni loro aspetto. Senza limiti, né di tempo né per il numero di risposte. Si possono fare domande agli amici di bacheca, ricevere le


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risposte e leggere i risultati in tempo reale. Villanterio e tori, ha raccolto 1.205 voti. L'affluenza è stata del 70.4% Massimo Brusoni sono le due voci del sondaggio in questiocontro il 77.8% della precedente tornata elettorale. ne. Villanterio è un paesino con poco più di tremila anime. Si Tantissimi gli elettori, più della metà della popolazione. Il trova nel Pavese orientale, in un territorio totalmente pianegTesto unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali stagiante sulle due rive del Lambro meridionale, ai confini con bilisce che nei comuni come Villanterio, dove si presenta la provincia di Lodi. Dalle statistiche risulta che nel 2010 le una sola lista e un solo candidato, il 50% più uno degli eletfamiglie presenti sul territorio erano 1.394, per un reddito pro capite che mediamente Luciano Garbellini scrive ammontava a 12.878 euro. Il primo cittadino su Facebook: «... per il momento è Massimo Brusoni, nato a Pavia il 5 agosto l'unico progetto "forte" è quello del 1967, laureato e dirigente di banca. Eletto in una lista civica, sindaco dal 2004 al 2009 di cacciare il sindaco. Io parlo solo per si è ripresentato alle ultime comunali nella me, naturalmente, ma non ho la minima "Lista Civica con Te a Villanterio". L'unica idea di quali sono le sue colpe a parte lista che si è presentata nei 12 seggi visto che quella di abitare altrove» da 15 anni, in questo paese della Bassa, non esistono gruppi d'opposizione. Su 2.377 elet-

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Caravaggio

tori deve votare e il numero dei voti validi deve essere pari al 50% più uno perché l'elezione sia valida. Il 77,8% si può tranquillamente considerare una maggioranza bulgara, anche senza altri contendenti. Non per il Comitato di Villanterio. Più che due mandati, un' esperienza da vicesindaco e, ancora prima, come assessore al bilancio per il comitato cittadino conta dove Brusoni dorme. Sposatosi lo scorso anno, adesso risiede a Villanterio, lavora a Treviglio e abita a Caravaggio. Villanterio dista da Caravaggio una cinquantina di chilometri, nemmeno un'ora di strada. "Troppo distante" per il comitato convinto che "questo pendolarismo graverebbe in modo eccessivo sulle casse comunali". Insiste sul fatto che, per conoscere realmente i problemi della cittadinanza e per essere guidato, il paese ha bisogno di qualcuno che abiti sul territorio. In un comune piccolo "il rapporto umano e diretto costituisce un valore aggiunto". Nella replica raccolta dal quotidiano locale "La Provincia pavese" il primo cittadino spiega che "i primi tre anni facevo cento chilometri al giorno, poi ho deciso di prendere una casa d'appoggio nella bergamasca. Ma a Villanterio abitano i miei genitori, il Natale l'ho passato qui, tre volte a settimana sono sul territorio, ogni sabato ricevo in municipio, ho sposato una settantina di coppie. Senza dimenticare le giunte e i Consigli". Ma ad alcuni cittadini non va proprio giù un sindaco che risiede fuori paese. Dal sondaggio aperto su Facebook il Comitato per Villanterio inoltra una formale richiesta di dimissioni a Brusoni. Per il primo cittadino l'ultimo dei pensieri visto che "non sarebbe rispettoso della volontà di coloro che mi hanno eletto". Una vita da pendolare la sua. Vien da chiedersi: ma chi glielo fa fare. "La passione" spiega Brusoni. Per il Comitato c'è un altro nodo da risolvere, le spese di viaggio. "Non ricadono sui cittadini -replica il sindaco -.

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Percepisco un'indennità di 370 euro al mese e non ho, come gli altri consiglieri, alcun rimborso. Bisogna ricordare che ci sono 12 consiglieri comunali, tutti molto attenti, vigili sensori sul territorio". La conferma viene anche dal vice Pietro Geranio secondo cui "il sindaco è molto presente. Il nostro gruppo è molto compatto e insieme lavoriamo bene. In ogni caso siamo disponibili ad un confronto". Almeno per ora, quindi, il sindaco rimane al suo posto. Ma, tornando al sondaggio, qual'è il risultato? Poco indicativo della volontà popolare se si considera che è stato visualizzato da 33 persone (e nemmeno tutti di Villanterio). Nei commenti Paolo Stefano Gandini si interroga: "visualizzato da 18 persone e solo 7 hanno espresso il loro parere, come mai? non siete d'accordo con quello che stiamo facendo?". La risposta di Solo IO è "Paolo, non credo che la gente non sia d' accordo con quello che stiamo facendo, anzi, credo piuttosto che come sempre abbia paura ad esporsi". "Hai ragione Tony, - continua Gandini - io qui ci sono nato e conosco bene tutti, la maggior parte si lamenta, critica, giudica ma però non fa niente, non propone nulla per migliorare la quotidianità del paese". Luciano Garbellini suggerisce: "Sono anch'io concorde con voi, tuttavia per un buon inizio sarebbe necessario avere un minimo di progetto, per il momento l'unico progetto "forte" è quello di cacciare il sindaco. Io parlo solo per me, naturalmente, ma non ho la minima idea di quali sono le sue colpe a parte quella di abitare altrove, quali sono le cose che ha fatto e cosa non ha fatto, e sopratutto cosa vogliamo fare noi". Diversamente dalle elezioni politiche su Facebook si è ancora in tempo a votare, "per chi non lo sapesse - conclude Gandini - il nome del votante resta anonimo, non lo vediamo, nemmeno noi che abbiamo creato il sondaggio".


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«Immobiliare»

MATTONE A BERGAMO PREZZI DELLE CASE GIÙ DELL’8,7% NEL 2012 IL SETTORE NON FRENA LA SUA DISCESA. SECONDO IL REPORT ANNUALE DI IDEALISTA.IT OGGI A BERGAMO, LO STESSO IMMOBILE POTREBBE ESSERE VENDUTO A 2.100 EURO AL MQ (VALORE MEDIO) CONTRO I 2.300 DI UN ANNO FA

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na casa a Bergamo, la stessa e identica casa messa in vendita nel dicembre 2011 potrebbe trovarsi ancora sul mercato con una sostanziale economica- differenza nel confronto tra un anno e l'altro: il prezzo. Un vero affare visto che, per quanto riguarda il capoluogo orobico, il mattone delle case esistenti in dodici mesi ha registrato un calo -mediodel 8,7%. In euro, rispetto ai metri quadrati costruiti (a corpo), dai 2.290 del dicembre 2011 si è scesi in un anno a 2.089. Una differenza quantificabile, secondo i dati dell'ultima rilevazione del portale immobiliare idealista.it, in 200 euro al mq. Diverso, sempre per Bergamo il quadro se si considerano solo gli ultimi tre mesi dello scorso anno dove si è passati dai 2.004 di settembre ai 2.089 di dicembre per una variazione trimestrale del prezzo di richiesta del 4,2%. Un andamento diverso e altalenante ma non si può parlare di inversione di tendenza. Vincenzo De Tommaso dell'ufficio studi idealista.it ne spiega i motivi, partendo dal fatto che il 2012 "è stato un anno difficile per chi ha cercato di vendere casa, come testimonia la brusca frenata delle compravendite che ha prodotto la prima decisa contrazione dei prezzi degli immobili. Quello dei mutui resta un nodo difficilmente districabile a breve termine. Se il meccanismo si inceppa sullo scoglio del rapporto rata/reddito significa che i redditi sono troppo bassi e che i prezzi di mercato sono ancora disallineati". Su un campione di 44.189 annun-

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ci del portale solo 4 dei 39 capoluoghi italiani - quelli per cui è stato possibile monitorare l'andamento dei prezzi nell'arco degli ultimi 12 mesi - chiudono l'anno in terreno positivo: Pescara con l'1,5%, Sassari con lo 0,5%, Siracusa con l'1,3% e Trapani con lo 0,8%. Nel corso del 2012, nelle città capoluogo i prezzi di richiesta

per gli immobili hanno registrato un calo medio nell'ordine del 5% su base nazionale. I cali più marcati a Padova (-16,4%), Modena (-11,1%), Parma (-9,8%), Bergamo e Latina (-8,7%) che scontano maggiormente gli eccessi degli anni passati. Tra le altre città capoluogo prezzi al ribasso anche a Bologna (-5.5%), Catania (-5,4% ) e Firenze (-5,3%). Il mercato della capitale, registra un "taglio" del 6,6%, sensibilmente sopra la media nazio-

nale, mentre Napoli (-1,9%) e Milano (1,0%) oscillano tra alti e bassi, ma mostrano una sostanziale tenuta rispetto al contesto generale. Dal nord al sud Itali sono 9 i centri accomunati da cali sopra la soglia del cinque; 16 le città che registrano ribassi sotto la media, dal 4,9% di Torino e Genova a scendere fino al meno 0,8% di La Spezia. In un anno segnato da compravendite a picco, recessione e tassazione alle stelle nel solo quarto trimestre i ribassi riguardano il 70% delle città capoluogo analizzate. Per la prima volta, su base trimestrale sono aumentate le città in segno negativo rispetto alla passata rilevazione (il 70% contro il 61% del terzo trimestre) e ciò significa che la rincorsa verso il basso si è accentuata a fine 2012. Cosa attendersi per il futuro? "In un contesto conclude De Tommaso - che non lascia intravedere prospettive di rilancio occupazionale e dei redditi, almeno per il 2013, la pressione ricadrà sui proprietari. Proprietari che fino a oggi non hanno avuto fretta di vendere, adesso potrebbero essere indotti a farlo dal momento che il loro patrimonio immobiliare richiede un continuo sforzo economico per essere mantenuto dopo l'Imu e con la prospettiva di nuovi aumenti dovuti alla riclassificazione degli estimi catastali. Ma è certo che sul fronte dei prezzi il margine di trattativa sarà molto ampio, così per chi ha dei risparmi e potrà accedere al credito potrebbe essere l'anno giusto per acquistare a prezzi vantaggiosi".


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L’allarme

L’APPELLO DEL QUARTIERE PER I VECCHI RIUNITI STOP AL RESIDENZIALE

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el bando d'asta degli ormai "vecchi" Ospedali Riuniti si è già detto tutto e il contrario di tutto. Si possono muovere molte critiche per via del prezzo eccessivamente basso a cui l'area viene ceduta al metro quadro, si può ragionare sulla congiuntura economica e "farsene una ragione" se l'immenso spazio disponibile avrà una destinazione ancora oggi ignota. Ma per vederci più chiaro, come era già capitato per l'area Ex

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LA PAURA DEL COMITATO SANTA LUCIA E DEI CITTADINI È CHE GLI OSPEDALI RIUNITI DIVENGANO CONDOMINI AGGRAVANDO UN’AREA GIÀ CONGESTIONATA. MA TUTTO È IN STALLO FINO AL 23 MAGGIO, QUANDO SCADRÀ LA SECONDA ASTA

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Enel, occorre rivolgersi all'avvocato Claudia Lenzini, presidente del Comitato Santa Lucia, che ormai da anni affronta le battaglie contro l'eccesso di cemento subito da una delle zone di più alto prestigio di Bergamo. "Abbiamo già il problema dell'Accademia della Guardia di Finanza, che se ne andrà dal quartiere nel 2015. Sappiamo da fonti certe che l'immobile è già stato venduto e cartolarizzato per mano dell'allora Ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Dopo essere divenuto patrimonio disponibile è stato infatti acquisito dalla Pirelli Real Estate, che potrà farci quello che vuole. Presumibilmente altre case, di cui nessuno ha bisogno, sfruttando le bellissime strutture, anche sportive, che l'Accademia ha al suo interno". E se qualcuno pensasse che il vero problema dell'area vecchio ospedale fosse la mancanza di adeguata vigilanza nell'attesa che la zona venga alienata, con una conseguente poco rassicurante frequentazione, l'avvocato Lenzini non usa mezza termini: "Chi inizia a parlare di una possibilità di degrado della zona vuole solo spostare l'attenzione dai veri problemi che avremo a breve. La parte della città nella quale è inserita la struttura non sarà abbandonata, perché troppo strategica e di pregio. Occorre però far conoscere ai cittadini quali sono i rischi che attualmente corrono con il bando d'asta che si chiuderà il 23 maggio. Noi del Comitato, fino a quella data, abbiamo le mani legate e l'unica cosa che possiamo fare è un'opera di divulgazione". Quali sono i rischi che si corrono?

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"In quattro anni nessun operatore, come tutti sanno, è stato ingolosito dall'area. Nel frattempo il quadro economico è completamente cambiato. Ora come non mai il Comitato e i cittadini pensano che la strada giusta non sia quella della vendita, anche perché non ci sarebbe poi più la volontà di costruire e immaginare qualcosa di bello per la città, anche perché, in ogni caso, l'area mantiene dei vincoli strutturali imprenscindibili". Dunque, quale potrebbe essere una soluzione? "L'azienda ospedaliera ha bisogno dei soldi, che ha già messo a bilancio dalla vendita dell'area. Noi avevamo ragionato con numerosi imprenditori che operano sulla piazza da tempo, una soluzione potrebbe essere affittare l'area a una cordata per un certo numero di anni. La città si garantirebbe una valorizzazione dell'area e la zona non verrebbe trasformata in semplice residenziale e commerciale o peggio ancora frazionata". Se ne riparlerà dunque il 23 maggio, al termine della seconda asta. "Esattamente. Anche se, purtroppo, molta stampa locale ha pubblicizzato l'asta come una continuazione della precedente. Vorrei sottolineare che sono due cose diverse: quella del 2009 era su invito e assegnava 80 punti per la parte economica e 20 per l'architettonica, ora invece si sta solo attendendo il miglior offerente, che è l'unico criterio preso in considerazione".


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Acari & Polvere

PULIZIA, CONTENZIOSO FRA DUSSMANN E SCUOLE CATANESI I DIRIGENTI NON HANNO RICEVUTO I FONDI PREVISTI DAL MIUR PER PAGARE LE FATTURE DELLA MULTINAZIONALE CHE HA RITENUTO OPPORTUNO PROMUOVERE UN’AZIONE GIUDIZIARIA PRESSO IL FORO DI BERGAMO

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coppia lo strano caso del contenzioso per le pulizie nelle scuole catanesi. A riportare il caso è il quotidiano La Sicilia che racconta come decine di istituti catanesi hanno ricevuto decreti ingiuntivi dalla Dussmann service, multinazionale tedesca con base a Capriate San Gervasio, che si è aggiudicata l'appalto per le pulizie nelle scuole siciliane a partire dal 2011, subentrando alla Catania

Multiservizi Spa. Il contenzioso riguarda il primo semestre di avvio della fornitura, da gennaio a giugno 2011. Ognuna delle scuole destinatarie del servizio ha sottoscritto un contratto attuativo con un preciso importo di canone mensile. Nel momento del passaggio del personale addetto alle pulizie tra Multiservizi e Dussmann a Catania si verificarono agitazioni e scioperi, in quanto con la nuova ditta si sarebbero ottenuti ridimensionamenti pesanti nell'orario di lavoro settimanale dei pulitori, con conseguenti restringimenti dei salari, in alcuni casi ridotti al corrispettivo di poche

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ore. Da qui un lungo braccio di ferro tra Dussmann e organizzazioni sindacali, che poi è stato risolto con la mediazione in Prefettura e con l'intervento dell'Ufficio provinciale del lavoro. L'accordo venne rimbalzato sui tavoli ministeriali che, sulla base di quanto definito in Prefettura, accettarono per la provincia di Catania, una lievitazione dell'impegno economico al fine di garantire i livelli occupazionali e gli standard di servizio precedenti. La Dussmann evidentemente ha emesso fatture conseguenti agli accordi ratificati presso il ministero dell'Istruzione. "L'inghippo - rileva il preside Santo Molino - sorge nel momento in cui le scuole si sono ritrovate con contratti che prevedevano ad esempio 10.000 euro mensili e fatture di 30.000 euro mensili. Tra l'altro la comunicazione alle scuole venne fatta a primo semestre 2011 già concluso e senza dotare i bilanci delle scuole delle somme aggiuntive che erano state promesse alla Dussmann". Sorgono adesso diversi problemi, che probabilmente solo il Miur potrà dirimere. Da un lato è necessario accertare l'adempimento, da parte di Dussmann, del mantenimento dei livelli occupazionali promessi, e questa è incombenza che evidentemente ha una portata comunale e provinciale. Occorre poi tenere conto che la multinazionale ha promosso l'azione giudiziaria presso il foro di Bergamo per la maggior parte delle scuole, mentre per altre la competenza sarebbe del foro di Catania. Emerge la necessità che l'Usr assuma una iniziativa di coordinamento nella gestione della problematica, eventualmente tramite l'Usp, anche l'Avvocatura dello Stato di Catania e della provincia lombarda potrebbero avviare opportune intese. Fermo restando che l'ultima parola dovrebbe dirla il Miur che, se ha fatto degli accordi per le pulizie nelle scuole catanesi, dovrebbe rispettarli, evitando di dovere sottoporre gli istituti a vere e proprie "molestie" burocratiche.


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Esedra è il rivoluzionario e completo sistema per serramenti in alluminio facile da applicare e capace di risolvere con stile qualsiasi esigenza architettonica e d’arredo. Prodotti in svariate forme, dimensioni e finiture, i serramenti Esedra sono adatti a tutte le esigenze costruttive residenziali, commerciali e industriali. L’alluminio rende gli infissi Esedra durevoli nel tempo, indeformabili e completamente riciclabili senza alcun danno per l’ambiente. Inoltre le nuove tecnologie applicate al taglio termico e al vetro permettono ad Esedra il raggiungimento di bassissimi valori di trasmittanza permettendo all’utilizzatore un notevole risparmio energetico. La nuova serie HT 54-62 è stata infatti studiata per spingersi al di sotto del valore di trasmittanza 1,6 W/m2 K, parametro di riferimento nazionale per poter usufruire degli sgravi fiscali (contributo del 55%) per le spese sostenute nell’adeguamento della casa in materia di risparmio energetico. La nuova serie HT 54-62 e tutti gli altri sistemi Esedra sono certificati (PERMEABILITÀ DELL’ARIA, TENUTA ALL’ACQUA E RESISTENZA AL CARICO DEL VENTO) e mercati CE (UNI EN 14351-1). L’innovativo sistema HT 54-62 e le altre serie Esedra sono vendute in Italia da Agnelli Metalli di Lallio (BG), e dalle filiali di Rosignano (LI) e Oristano. In Europa dall’Agnelli Metalli Poland di Katowice.


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«Colf»

LAVORO DOMESTICO? L’83% È STRANIERO BERGAMO È LA 14ESIMA PROVINCIA, IN ITALIA PER NUMERO DI LAVORATORI DOMESTICI: SONO 9.716 PARI AL 1,4% DEL TOTALE DEGLI ISCRITTI ALL’INPS L’83,5% DEGLI ADDETTI È DI ORIGINE STRANIERA CON UNA RETRIBUZIONE MEDIA ALL’ANNO DI 6.411 EURO

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emmina, 43 anni, 27 ore di lavoro a settimana per un totale di 35 settimane dichiarate con una retribuzione annua di 6.411 euro è l'identikit del lavoratore domestico straniero. Sebbene rispetto ad altri settori la crisi abbia colpito in maniera moderata il comparto del lavoro domestico, tuttavia si registra una diminuzione del -5,2% tra i lavo-

ratori stranieri tra il 2010 e il 2011. Tale contrazione non sembra riguardare i lavoratori italiani, che registrano invece un aumento del 3,0%. Il lavoro domestico rimane comunque prevalentemente appannaggio della popolazione straniera, che copre l'80,3% della manodopera complessiva impiegato in questo settore. Bergamo è la 14esima provincia, in Italia, per numero di lavoratori domestici: sono 9.716, pari al 1,4% del totale degli iscritti all'Inps. L'83,5% degli addetti è di origine straniera. Roma, Milano e Torino sono sul podio: la capitale, con oltre 109 mila iscritti all'Inps rac-

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coglie il 15,5% dei lavoratori domestici italiani, seguita da Milano (11,7%) e Torino (4,8%). La popolazione dei lavoratori domestici è costituita prevalentemente da donne: le lavoratrici italiane hanno un'età media di 46 anni, mentre le straniere sono più giovani di 3 anni. Mediamente queste ultime lavorano più ore settimanali delle italiane: 27 ore a fronte di 19, ma dichiarano meno settimane: 35 per le straniere e 38 per le italiane. Le lavoratrici straniere ricevono una retribuzione media di 6.411 euro, mentre le italiane percepiscono mediamente 5.153 all'anno. Esiste poi una lieve differenza di reddito tra le lavoratrici comunitarie (1.057 euro) e quelle extracomunitarie (1.102 euro). Rispetto al 2010 la retribuzione delle donne straniere è aumentata del 10 %. La maggioranza (60,2%) degli stranieri impiegati in questo settore provengono dall'Europa. I contribuenti stranieri risultano essere circa 770 mila, di cui il 60,9% è costituito da lavoratori provenienti dall'Europa dell'Est e il 17,6% dall'Asia orientale. I sud americani sono coloro che versano l'ammontare maggiore in termini di contributi (1.188 euro) al contrario dei Nord Africani che invece non arrivano ai 1.000 euro (855). Lombardia e Lazio raccolgono oltre un terzo dei lavoratori domestici presenti sul territorio nazionale, rispettivamente il 20,2% e il 17,2%. L'incidenza maggiore degli stranieri sul totale dei lavoratori domestici si riscontra in Lazio (88,1%), Emilia Romagna (87.8%) e Lombardia (87,5%). La Sardegna, in questo senso, si distingue per essere la regione in cui rimane prevalente l'impiego di lavoratori autoctoni in questo settore: gli stranieri rappresentano solo il 23,7% del totale dei lavoratori domestici. Roma, Milano e Torino si riconfermano le prime tre province per numero di lavoratori domestici: la capitale, con oltre 109 mila iscritti all'Inps raccoglie il 15,5% dei lavoratori domestici italiani, seguita da Milano (11,7%) e Torino (4,8%).


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Fotoincisione 2000


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Photo di Giorgio Chiesa

«Lettere dalla Germania»

I TEDESCHI: «LA NOSTRA RICETTA PER AZ FIBER» ALLO STUDIO IL DOPPIO TURNO, ASSUNZIONI E NUOVE ACQUISIZIONI CE NE PARLA L’AVVOCATO CARSTEN OEHLMANN IL MANAGER CHE SEGUE LA CONTROLLATA BERGAMASCA PER IL GRUPPO DI OLBERNHAU

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osa spinge un gruppo metalmeccanico tedesco a espandersi in Italia? Che tipo di confronto impostare con i sindacati? Qual è la ricetta dei nuovi proprietari per il rilancio? Ce ne parla con un intervento Carsten Oehlmann, avvocato, specialista in diritto tributario e membro del consiglio di amministrazione del Gruppo AZ; la società tedesca ha recentemente acquisito, salvandola dalla delocalizzazione in Romania, la storica Fiber di TreviglioArcene, oggi diventata AZ Fiber. Traduzione in italiano di Karin Wagner e Micaela Taroni. Nel gennaio 2013 verranno firmati tutti i contratti. Indipendentemente da ciò che ancora succederà, questo processo non è più invertibile. Da noi in Germania si dice "la carta è paziente", quello che conta è la sostanza. Allora la sostanza qual è, cosa motiva una azienda familiare di medie dimensioni situata nel cuore della Germania nei pressi di Francoforte sul Meno a rischiare un'acquisizione in una regione del Nord d'Italia che in Germania si conosce a stento dal punto di vista turistico, di cui non si sa cosa le persone pensano e sentono? "Sentire"? Ma poi, i tedeschi, questi mitteleuropei freddi, laboriosi, puntuali ma anche rumorosi e villani, tanto per utilizzare subito diversi pregiudizi, hanno delle emozioni? Fatevi voi stessi un'idea. Quasi esattamente un anno fa ci fu il blocco della produzione alla Fiber di Arcene. Il segnale di allarme risvegliò il settore, i fornitori, i

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clienti e quindi anche l'azienda AZ in Germania. AZ acquistava da una società di distribuzione di Fiber in Svizzera (Kross) responsabile per la fornitura nell'area dell'Europa settentrionale e centrale, controllata dalla stessa proprietaria di Fiber e dalle aziende sorelle in Italia. Si trattava di motori e di piccoli meccanismi da integrare in prodotti propri e da fornire poi ad altre rinomate aziende in Europa. Anche lì si rischiava il blocco delle catene di montaggio a causa della sospensione della produzione di Fiber. Molte centinaia di posti di lavoro erano in pericolo. E perché tutta questa situazione? Perché un'imprenditrice riteneva come ai tempi del vetero-capitalismo di poter semplicemente privare oltre 70 famiglie del loro sostentamento e questo solo perché riteneva che la sede in Romania fosse l'unica possibilità di riempire le sue casse vuote. Tutto è così semplice al giorno d'oggi. In Europa si chiude un'azienda e da qualche altra parte in Europa si riallestisce la stessa azienda "specchio" con forza lavoro più economica dei nuovi paesi candidati all'ingresso nell'Ue e con l'aiuto del perverso sistema di incentivi dell'Unione europea. Si creano nuove strutture artificiali, vecchie strutture, cresciute naturalmente, vengono distrutte. Ma le statistiche sono corrette. Allora abbiamo deciso di andare in Svizzera e di confrontarci direttamente con l'imprenditrice. Dopo 15 minuti il colloquio era terminato, con l'interruzione delle trattative. Il consulente esterno dell'imprenditrice appena coinvolto avviò il secondo giro di


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trattative con la frase: "You're right". Allora capimmo che avremmo raggiunto una soluzione. In Germania ho molto a che fare con il risanamento di aziende in difficoltà (anche banche). Guido un piccolo studio con quattro avvocati nel centro della Germania che si occupa soprattutto di diritto economico e societario. In questo campo si conoscono molti approcci per una soluzione. Ma naturalmente conosco solo nei suoi tratti basilari il sistema giuridico italiano. In qualche modo gli italiani - no, in realtà i Fiorentini! - non hanno inventato solo il sistema contabile e di bilancio ma hanno fornito all'Europa anche un sistema giuridico ben funzionante. Nell'ultimo caso si trattava però dei romani. Confidando che in Italia non potesse essere legale ciò che nel resto d'Europa è illegale abbiamo già dal primo colloquio sviluppato la soluzione che poi avremmo applicato più tardi. In nostra presenza, l'imprenditrice firmò quel giorno stesso le sue dimissioni. Senza quella firma non saremmo ripartiti. In seguito ci incontrammo in segreto a Milano con un dirigente di Fiber. Quando vide il documento, comprendendo che la battaglia dei lavoratori di Fiber aveva una possibilità, a questo eroe vennero le lacrime agli occhi! Più informazioni acquisivamo su Fiber, più ci divenne chiaro che il vero valore dell'azienda erano i suoi collaboratori, questi lavoratori ben preparati con lunga esperienza nella loro attività che, nonostante macchinari obsoleti, realizzavano prodotti tra l'altro di qualità accettabile. Chi al giorno

d'oggi è ancora in grado di farlo? Esistono poche regioni in Europa con storiche sedi di aziende di medie dimensioni, alcune si trovano in Germania, alcune nella Repubblica Ceca, sicuramente anche diverse nel Nord Italia, ma sicuramente non in Romania. Nokia e altre aziende che lì hanno fallito nei loro progetti possono testimoniarlo. Allo stesso modo, dopo la riunificazione della Germania fu creata una sede a Olbernhau dove attualmente sono impiegate 140 persone. Fu scelta quella zona non per le sovvenzioni del governo ma perché lì erano disponibili molti lavoratori ben preparati, tutti senza occupazione. Quando l'azienda fu fondata all'inizio degli anni Novanta vennero assunti quasi esclusivamente lavoratori dell'età di 50 anni in su e apprendisti. Tutti ritenevano che il principale fosse impazzito. Andava infatti tanto di moda prepensionare i collaboratori più anziani: solo la gioventù conta. Ma in altre aziende, con i dipendenti più anziani vanno in pensione anche l'esperienza, la capacità innovatrice dell'azienda, la capacità d'inventiva, tutto ciò che permette ad un'azienda di mantenersi sul lungo periodo sul mercato. Noi non abbiamo fatto così. Negli ultimi dieci anni, dopo l'acquisizione dell'azienda da parte di Dirk Zimmermann, il fatturato dell'azienda familiare è cresciuto da 4 milioni di euro a 30 milioni l'anno. Gli investimenti per i macchinari vengono finanziati principalmente con capitali propri. Numerosi immobili aziendali sono di proprietà della società. Il rating è meglio di quello

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dell'Italia. E di questo siamo orgogliosi. Perché dovremmo indebolire l'azienda con transazioni finanziarie nel patrimonio privato del proprietario? Quindi il denaro guadagnato rimane in azienda. In realtà non è poi così difficile, prima ciò era normale. Quali sono i prossimi passi in programma? Prima di tutto rimane la definitiva regolamentazione contrattuale dell'acquisizione aziendale, rimangono ancora alcune divergenze nel settore del magazzino merci e dei macchinari. Parallelamente vengono attivati notevoli investimenti nel miglioramento dei processi produttivi, in un nuovo sistema di magazzino automatizzato, in nuovi macchinari per aumentare la flessibilità, appena saranno creati i presupposti per farlo. E questo non avviene per ridurre i collaboratori e quindi i costi del personale, come temevano i sindacati, ma per aumentare fatturato e utili. In prospettiva, introdurremo addirittura un sistema a due turni e assumeremo quindi anche nuovo personale. Abbiamo ordini a sufficienza, altri sono in attesa. I direttori commerciali del gruppo AZ sono entusiasti delle nuove possibilità che si aprono grazie ad AZ Fiber srl, il nuovo membro della famiglia E noi continueremo a cercare aziende in Nord Italia adatte al gruppo perché amiamo il Paese e le persone e crediamo nei valori per i quali queste persone vivono. Sono gli stessi valori come li viviamo noi. In ciò si trova il futuro dei nostri paesi, non nelle mani di giocolieri della finanza e di altri

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prestigiatori. Sì, noi siamo emotivi. E il miracolo di Arcene? Non c'è stato, quello se lo sono ampiamente guadagnato i lavoratori. E quello che ho letto sul Giornale di Bergamo, cioè che "la favola è finita" perché alcuni dipendenti hanno scioperato contro il nuovo proprietario, non c'entra niente. Proprio qui in Italia i sindacati devono ancora abituarsi al fatto che l'imprenditore si confronti con loro con simpatia. Ciò non esclude che di quando in quando si ricada in vecchi comportamenti. Ma anche questo è stato nel frattempo ripianato e ci si è accordati su regole, per cui uno sciopero non sarà autorizzato se non vengono rispettate. In Germania questo viene chiamato "obbligo alla pace". E' ora che datori di lavoro e lavoratori si abituino nuovamente ai ruoli che competono loro. Alla AZ Fiber di Arcene erano gli imprenditori che inizialmente dovevano dimostrare che il capitalismo di rapina non corrisponde alla filosofia aziendale del gruppo AZ. E i dipendenti devono ora dimostrare che per un posto di lavoro adeguato e puntualmente retribuito in un ambito aziendale contrattualmente regolato ci si può aspettare che a misure della dirigenza, in singoli casi, non si reagisca con scioperi non autorizzati. Sono sicuro che durerà ancora qualche tempo e che di quando in quando ci saranno passi indietro, affinché i nostri impegni di venir incontro alle maestranze verranno accolte, ma del resto anche Roma non fu costruita in un giorno solo.


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di Lorenzo Riccardi «Radio Shangai»

RICCARDI «SARÀ ANCORA L’ANNO DEL DRAGONE» SEGNALI DI CRESCITA PIÙ FORTI RISPETTO AL 2012 E UN TASSO DI INFLAZIONE SOTTO CONTROLLO

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arà ancora l'anno del Dragone. Per il 2013 le previsioni degli economisti sullo sviluppo della Cina rimangono ottimistiche: il Paese dovrebbe registrare una crescita tra l'8% e l'8,5%, maggiore rispetto al 2012 e con un tasso di inflazione sotto controllo. Come negli anni recenti, gli investimenti esteri contribuiranno con un ruolo decisivo alla crescita del Pil, che negli ultimi anni ha visto la Cina affermarsi come principale economia asiatica. I rapporti commerciali con Pechino si intensificano e le economie dei due Paesi si avvicinano con un flusso crescente di transazioni internazionali. La recente acquisizione del Gruppo Ferretti da parte del gruppo cinese SHIG Weichai ne è la conferma e fa seguito ad una lunga serie di operazioni di M&A che vedono coinvolta la Cina a livello mondiale. Il 75% dell'azienda italiana è stato acquistato dal gruppo Weichai, che ha così assunto il controllo di uno dei leader mondiali nella produzione di yacht; lo stesso destino ha naturalmente visto coinvolta anche Riva, marchio storico entrato nel gruppo Ferretti dal 2000. L'accordo si è inserito in un progetto di ristrutturazione finanziaria reso inevitabile a causa della crisi del 2008. La crescita sostenuta delle vendite di yacht in Oriente ha favorito il deal con i Cinesi, con l'obiettivo di un generale incremento di produzione e profitti che in Italia negli ultimi anni non hanno dato segnali positivi. La nuova classe di milionari cinesi stimola in modo significativo il settore del lusso, che vede la Cina come primo mercato nel biennio 2012-2013 e sembra essere la regione in cui puntare anche per il Gruppo Ferretti e Riva. L'acquisizione del brand del lusso da parte di Shig Weichai, per un costo complessivo di 374 milioni di euro, rappresenta un nuovo trend di investimenti dall'Asia all'Europa e conferma la crescita costante di Pechino. "Uno degli obiettivi strategici del nostro gruppo è di sviluppare il settore degli LA SCHEDA yacht nei prossimi cinque anni" ha dichiarato Tan LORENZO RICCARDI è un dottore commercialista Xuguang, presidente di Shig, a cui ha fatto seguito specializzato in fiscalità internazionale. Vive e lavora Norberto Ferretti, che ha sottolineato come l'accordo a Shanghai, dove si occupa di diritto commerciale e avrà l'obiettivo di sviluppare le sinergie esistenti tra tributario, seguendo gli investimenti stranieri in Cina, India e Sud Est Asiatico. Ricopre il ruolo di sindaco e i due Gruppi, con attenzione particolare ai mercati consigliere per diversi gruppi societari ed è socio dello emergenti e alla Cina, uno dei paesi in cui il settore Studio di consulenza GWA, specializzato in Asia e degli yacht di lusso si sta sviluppando più rapidapaesi emergenti. Ha pubblicato "Guida alla fiscalità di mente, con un grande potenziale di crescita nei prosCina, India e Vietnam" edito da IlSole24Ore ed è responsabile della sezione "Asia" della banca dati onlisimi 5-10 anni. ne "Fisco e Tasse" (Maggioli Editore). DECALOGO PER GLI INVESTIMENTI IN CINA lr@gwa-asia.com 1. Attenzione alla lingua: è l'ostacolo più grande, anche se Shanghai è una megalopoli spesso paragonata a New York, quasi nessuno parla inglese. 2. Attenzione alle barriere culturali: sorrisi, approvazioni e cenni di assenso possono non significare che ci sia un accordo, rendendo la negoziazione complessa e aumentando l'incomprensione della lingua. 3. Studiare l'investimento: è necessario dedicare molto tempo allo studio della normativa locale, delle problematiche fiscali, soprattutto IVA, dazi e imposte sul reddito delle società. 4. affidarsi a professionisti con una formazione internazionale: la formazione di un avvocato o di un dottore commercialista italiano sarà utile per comprendere problematiche legali,

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contabili e amministrative locali poco in linea con l'Italia. 5. Affidarsi a enti e associazioni riconosciute per chi arrivi per la prima volta nel paese. 6. non avere fretta: le tempistiche burocratiche cinesi, frutto del sistema socialista sono ben lontane dalle tempistiche italiane per pratiche notarili, costituzioni di società, aumenti di capitale e altra procedure. 7. Attenzione al mercato: il mercato cinese è molto competitivo e c'è sempre il rischio che qualche locale possa copiare i nuovi prodotti di un imprenditore straniero. 8. Non dare nulla per scontato: in Cina è meglio valutare anticipatamente ogni singolo aspetto, ad esempio gli oggetti sociali delle società sono molto limitati e rigidi e molto spesso, se in Italia si può procedere con un'ampia gamma di attività, in Cina, nello stesso settore, le medesime attività potrebbero essere vietate o di difficile approvazione. 9. Attenzione alla valuta: la Cina è un paese a controllo valutario e le transazioni internazionali sono soggette a rigidi controlli. 10. Attenzione alle specificità locali: infine, è importante evidenziare che in Cina le specificità locali e l'interpretazione dei singoli uffici distrettuali possono determinare variazioni sostanziali nell'applicazione delle norme generali, anche all'interno della stessa municipalità di Shanghai, nei suoi diversi distretti.

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«Orient Express»

LUNAR CAPITAL ENTRA NEI PINCO PALLINO LE DUE SOCIETÀ, ATTRAVERSO UNA NUOVA JOINT VENTURE PUNTANO AD APRIRE UNA CINQUANTINA DI PUNTI DEL BRAND CHILDRENSWEAR IN CINQUE ANNI, IN CINA, HONG KONG GIAPPONE, COREA, MACAU, SINGAPORE E TAIWAN

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l fascino, la magia e la ricchezza dell'oriente seguendo la strada di Marco Polo. E' la direzione de "I Pinco Pallino", società lombarda cresciuta nell'abbigliamento di lusso per i più piccoli, che ha scelto di espandersi proprio in quella direzione. Opera Italia, il fondo che di fatto controlla il gruppo di Entratico ha concluso un accordo con la Lunar Capital per sviluppare e ampliare il

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marchio sia in territorio cinese che in quello che viene chiamato Far East (termine che identifica la parte più orientale della Russia e il Sud-Est asiatico). Lunar Capital è una compagnia con sede in Cina, a Shanghai. Si è fatta un nome per quanto riguarda gli investimenti nelle piccole e medie imprese. I Pinco Pallino rappresenta la prima esperienza europea per questa società cinese, con prospettive molto interessanti. In particolare, la collaborazione sarà utile per istituire una società commerciale nell'ex Impero Celeste e in altre nazioni asiatiche, in primis Taiwan, Hong Kong e Singapore. A Lunar Capital spetterà una quota pari al 51% del totale e verrà controllata mediante un apposito veicolo, supervisionando le attività operative nel mercato continentale a cui si sta facendo riferimento. Inoltre la spa bergamasca sarà interessata da un aumento di capitale riservato, che perfezionerà ulteriormente il piano di espansione ad oriente. Nel 2018, con tutta probabilità, vi saranno un cinquantina di punti vendita del brand, equamente suddivisi tra i monomarca e i corner, interessando altri paesi importanti come il Giappone, la Corea del Sud e Macao. Il lancio ufficiale avrà luogo in occasione del lancio della collezione autunno-inverno relative al 20132014.


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di Livio Casanova

Rinnovabili

L’IDROELETTRICO IN TEMPI RECORD TRE ANNI DI ATTESA PER L’AUTORIZZAZIONE, MENO DI SEI MESI PER LA COSTRUZIONE DELLA NUOVA CENTRALE IN VALBONDIONE REALIZZATA DA UN RAGGRUPPAMENTO DI IMPRESE CON CAPOFILA LA SOCIETÀ BERGAMASCA «RESSOLAR» L’IMPIANTO RENDERÀ ALLA COMUNITÀ 400 MILA EURO L’ANNO

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iù di tre anni per ottenere il nulla osta per la realizzazione di una centrale idroelettrica comunale in prossimità di Maslana, nel comune di Valbondione. Meno di sei mesi dall'inizio dei lavori alla sua messa in funzione. In tempi record sono state realizzate le opere di presa lungo il fiume Serio, la posa delle tubature della condotta forzata e la costruzione dell'edificio che ospita la turbina. Avviato una mese fa, il nuovo impianto a fine aprile funzionerà a pieno regime e avrà una produzione annua di oltre 2 milioni e mezzo di kilowattora. L'energia elettrica, prodotta e immessa nella rete nazionale, garantirà ogni anno alle casse comunali un gettito di 400 mila euro. L'opera è stata realizzata da un raggruppamento di imprese con capofila la società di energia "Ressolar" del gruppo Piccinini, primo gruppo energetico bergamasco presente sul mercato da oltre 60 anni, che si è aggiudicata l'appalto. "La fattiva collaborazione tra l'amministrazione comunale - spiega il presidente Gianluigi Piccinini -, l'assistenza del personale qualificato Enel e la professionalità delle imprese che hanno realizzato l'opera ha permesso addirittura di anticipare i tempi di consegna. Senza subire ritardi. Le imprese che hanno collaborato con Ressolar sono: CMM F.lli Rizzi di Vezza d'Oglio, Inntea di Ponte Nossa, Edilval di Valbondione, realtà che hanno

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apportato un know how integrativo e complementare. Un ottimo esempio di rapporto tra pubblico e privato, quasi un'eccezione con i tempi che corrono". Cosa era previsto nella gara d'appalto per la costruzione della centrale idroelettrica bandita dal comune di Valbondione? "Per il progetto visionato da diverse aziende, anche fuori provincia, ai requisiti necessari per la realizzazione dell'opera veniva richiesto anche la garanzia finanziaria e la copertura economica rilasciata da una banca finanziatrice. La nostra domanda è stata sostenuta da Leasint, la società del gruppo Intesa San Paolo specializzata in leasing finanziario. Ci ha affiancato, offrendo all'amministrazione comunale condizioni particolarmente favorevoli e vantaggiose". Cosa ha permesso alla Ressolar di vincere il bando? "A fini del punteggio, in un appalto dove sono previste molte voci, l'assegnazione finale della commissione non dipende solo dalle credenziali offerte dalla banca. Non si prende in considerazione solo l'ultima riga, il prezzo finale. A determinare un maggior punteggio rispetto alle altre società che partecipano al bando sono una somma di fattori. Diversi sono i


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criteri di attribuzione".

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Gianluigi Piccinini

Quanto tempo ha richiesto la procedura autorizzativa? "L'iter burocratico per lo sfruttamento di un singolo segmento del fiume Serio è stato complesso. L'amministrazione comunale di Valbondione, proprietaria della centrale, ha dovuto attendere moto tempo. Nonostante l'Italia dal punto di vista burocratico sia annodata su stessa, l'assessorato all'ambiente della Provincia di Bergamo nel rispetto delle regole e delle procedure autorizzative ha mostrato uno spirito altamente collaborativo". In quanto tempo è stata realizzata? "I lavori sono iniziati i primi giorni di giugno dello scorso anno e sono terminati nel mese di dicembre, prima di Natale. La presa di prelievo è in località Piccinella, a 1.095 metri, non molto distante dal punto di caduta delle cascate del Serio. La turbina si trova in località Pianlivere, a quota 934 metri, per un dislivello complessivo di 161 metri. Prima della fine dell'anno l'Enel ha allacciato l'impianto. A noi è stata affidata la gestione e la manutenzione ordinaria e straordinaria della centrale per i prossimi vent'anni". Quali difficoltà avete incontrato? "Abbiamo realizzato l'opera in cinque mesi in una zona boschiva, montana e rocciosa e, in parte, nella stagione invernale. In certi tratti anche impervia, accanto alla strada parallela che porta al rifugio Curò. La nuova centrale, inoltre, si trova in una zona con poca richiesta di energia elettrica ma di grande produzione perché siamo in presenza di un bacino imbrifero, idrico e montano molto importante come la diga dl Barbellino. Nonostante la presenza, almeno fino a Torre Boldone, di altre centrali le linee elettriche esistenti sono sottodimensionate per il trasporto in rete dell'energia. La difficoltà maggiore è stata invertire "il senso" del flusso perché l'energia elettrica solitamente viaggia dalle grande centrali termoelettriche ai consumatori finali".

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Cosa regola il business dell'idroelettrico? "A livello di entrate, la forza idrica gioca un ruolo significativo grazie alle attuali politiche di incentivazione del GSE che favoriscono la piccola taglia. La stagione delle rinnovabili ne ha segnato il ritorno in auge, offrendo interessanti prospettive. Al comune di Valbondione il costo per la costruzione del nuovo impianto è di 2 milioni e 300 mila euro. Cedendo l'energia in rete, con i proventi annuali, la cifra verrà ammortizzata in poco più di cinque anni". Ci sono sindaci bergamaschi che parlano di "Far West e di una concorrenza tra ditte che andrebbe meglio regolata". E' proprio così? "Qualsiasi soggetto interessato ad utilizzare tratti di fiume a fini idroelettrici deve considerare, prima di tutto, l'impatto ambientale. Tutti gli impianti idroelettrici sono tenuti al rispetto del deflusso minimo vitale del corso d'acqua per la salvaguardia sia della flora che della fauna. Le società analizzano componenti di roggia o tratti fluviali dimensionabili e presentano domanda. La concorrenza si genera per il fatto che, seppur il nostro territorio sia ricco di fiumi, solo un soggetto può utilizzare la potenzialità di un singolo segmento. Protocollare prima di altre società interessate una richiesta, in provincia o in regione, offre un vantaggio ma l'obiezione dei sindaci è semplicistica. Ad un soggetto che non dimostra di avere competenze tecniche o risorse finanziarie adeguate, pur essendo stato il primo a protocollare la domanda, non viene assegnato lo sfruttamento del tratto di fiume richiesto.

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Tuttavia auspico che il legislatore e Regione Lombardia contribuiscano al riordino di un settore penalizzato da poca chiarezza normativa". Alla luce del recente decreto "Strategia Energetica Nazionale" quali saranno le conseguenze, per la provincia di Bergamo? "Bisogna attendere i decreti attuativi, non ancora emanati, e i nuovi accordi Stato-Regione per avere un quadro complessivo. Sicuramente la semplificazione burocratica favorirebbe le energie rinnovali liberandoci dalla schiavitù e dal mercato dei combustibili fossili". Piccolo e smart. Rispetto agli incentivi sulle fonti rinnovabili dobbiamo immaginarci impianti sempre più piccoli e con un minore impatto sull'ambiente e sulle reti elettriche? "Il nodo rimane lo snellimento e la razionalizzazione delle procedure autorizzative. Gli anni di attesa per una concessione e l'incremento dei costi vanificano l'economicità di qualsiasi investimento. Come Ressolar abbiamo protocollato diverse domande per lo sfruttamento di alcuni canali bergamaschi e lombardi. Stiamo, inoltre, trattando con alcune industrie della valle Seriana e Brembana per il revamping delle loro vecchie centrali. L'augurio è che questi sforzi si possano concretizzare per svincolarci dalla schiavitù del mercato energetico, dominato dai combustibili fossili, per il bene economico delle nostra terra, dell'ambiente e delle generazioni future".


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«A tutto gas»

CIVIDATE AL PIANO ERG CHIEDE 2 MILIONI A CAUSA DI UN CONTENZIOSO CON ENEL RETE GAS IL PICCOLO COMUNE DELLA BASSA BERGAMASCA DEVE FARE I CONTI CON UN SUPER-DEBITO FUORI BILANCIO LA VICENDA POTREBBE RIPETERSI PER ALTRI COMUNI BERGAMASCHI

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osa accomuna Villa D'Almé a Cividate al Piano? Potrebbe essere una domanda del "Bepi Quiss", il gioco a quiz ideato e condotto dal cantautore bergamasco Tiziano Incani. Delle quattro possibilità la risposta esatta sarebbe: "Sforamento del Patto di stabilità". Il motivo? Rimanendo sempre nella cornice del programma televisivo la risposta corretta, per entrambi le amministrazioni, sarebbe per "debito fuori bilancio". Per Villa d'Almè si tratta di un risarcimento di 610 mila euro imposto all'Amministrazione comunale dalla Corte d'appello di Brescia, per un infortunio occorso al cimitero del paese nel 2000. La rateizzazione ha permesso di suddividere la cifra in tre tranche, la prima rata di 320 mila euro pagata a luglio 2012, ed il resto suddiviso nel 2013 e 2014. Ma la differenza tra le due amministrazioni orobiche, oltre al colore politico, è l'entità e i motivi per cui è scaturito il debito. Per Cividate al Piano il motivo è scritto in un lodo arbitrale del 5 aprile 2011, depositato il 29 luglio e protocollato il 20 settembre 2011. Agli abitanti di Villa D'Almé guidati da un'amministrazione leghista, nel blog "Gruppo Grande Cividate", la lista civica presente in consiglio comunale con tre consiglieri esprime solidarietà. "Cari cittadini villesi - si legge in un post datato 23 dicembre 2012-, non dovete assolutamente preoccuparvi. Comprendiamo benissimo la vostra situazione ma guardate noi! La nostra amministrazione sforerà il patto di stabilità di ben duemilioniduecentoventunomila euro, diciamo un po' di più della vostra". Un debito fuori bilancio, nel caso del paesino della Bassa Bergamasca, dovuto ad contenzioso con Enel Rete Gas S.p.A. "La somma spettante a ERG -recita il lodo arbitrale- a titolo di equa indennità per effetto del riscatto anticipato va definitivamente quantificata in 2.167.192,51 euro, oltre interessi legali dalla data di deliberazione del lodo al saldo effettivo". Dal blog "Gruppo Grande Cividate", fatta la tara ai commenti coloriti, si può ricostruire in un post datato 26 ottobre 2011 l'intera vicenda. "In poche parole il sindaco Vescovi, nel 2007, ha preso una decisione appoggiandosi ad un consulente (complimenti per la scelta del consulente): quella di riscattare anticipatamente la rete gas per darla in gestione ad un altro distributore che pagava meglio "l'affitto" della rete al comune". La G.E.I. (Gestione Energetica Impianti S.p.a.) di Crema dal 10 febbraio 2009 inizia a gestire la rete di distribuzione del gas metano di Cividate al Piano. Buone le intenzioni del primo cittadino leghista Luciano Vescovi secondo cui il nuovo contratto avrebbe significato un risparmio per le casse comunali. ""Grazie" al consulente -continua il blog della minoranza- avevano calcolato di indennizzare Enel Gas con 530.068 euro ma Enel non era molto d'accordo e si è andati per vie legali". Con una perizia tecnica di Varna Srl. pagata dall'amministrazione comunale 14.520 euro si quantifica, per l'indennizzo del contratto, una cifra che si aggira intorno ai 530 mila euro "da rimborsare per investimenti netti inerenti alla rete". Di diverso avviso Enel Rete Gas. Si apre un contenzioso tra la società e il comune della bassa bergamasca. "Il grave

errore del nostro Sindaco -lamenta la minoranza - è stato quello di accordarsi con il nuovo gestore prima ancora di conoscere le esatte pretese di ENEL". Tirando le somme "ora si è arrivati alla fine di questo percorso giudiziario, costato secondo una prima ricostruzione circa 150.000 euro (ma potrebbero anche essere di più), in cui l'arbitro ha stabilito che il nostro Comune dovrà dare ad Enel Gas la bellezza di 2.167.192,51 euro, cifra un po' più alta di quello preventivato dall'amministrazione Vescovi". Di conseguenza si accende un mutuo perché "il comune non ha i soldi per pagare e dunque li deve chiedere in prestito alle banche, quindi ecco il motivo del mutuo (2'000'000 di euro a tasso variabile, forse della durata di vent'anni)". Il portale d'informazione indipendente BG Report riporta le motivazioni del sindaco che si giustifica dicendo che: "[...] la rata annuale incassata dal gestore è pari a 150.000 euro che va a coprire i 116.295 euro di rata del mutuo". Nonostante la maggioranza rimarchi la bontà della scelta secondo cui "non si sta rivelando un colpo di testa" per il "Gruppo Grande Cividate" si tratta di "una mazzata economica che peserà per i prossimi decenni sulle prossime amministrazioni e dunque sui cittadini. Accendendo questo mutuo l'amministrazione non rispetterà il patto di stabilità, e ciò avrà ulteriori conseguenze economiche sul comune (ed il comune SIAMO NOI) taglio dei trasferimenti da Roma per circa 148.000 euro". E' previsto che il mancato rispetto del Patto di Stabilità comporti minori stanziamenti dallo Stato. Inoltre l'amministrazione comunale non potrà contrarre un ulteriore mutuo per nuove opere pubbliche e non potrà assumere personale. Stando a quando scritto sempre nell'ottobre del 2011 per l'opposizione "il sindaco vuol far causa al consulente, quando tutti sanno che un consulente "consiglia" e che la responsabilità è solo di chi "decide". Il sindaco vuol continuare la battaglia giudiziaria contro Enel Gas (tanto PAGHIAMO NOI), un colosso dell'energia che ha un esercito di avvocati e che un comune come il nostro se lo mangiano a colazione". Durante il Consiglio comunale del 25 ottobre 2011 il sindaco avrebbe detto che "era una partita a poker, due ore di discussione per uscire con un nulla di fatto… Cioè capisce che a quel punto vale la pena tentarla, anche perché abbiamo comunque l'esempio di Brignano che è riuscito a chiudere il contenzioso circa 20 giorni fa, se non ricordo male, vincendolo. Quindi ci sono delle speranze, poi sarà il buon Dio a decidere". L'ultimo commento del sindaco Vescovi, riportato da Bergamonews, risale al gennaio scorso: "La situazione non è affatto una novità ed è dovuta a lodo arbitrale nel 2010 con la società Enel, per la diffusione di energia in paese. Quindi la questione era nota già da tempo. Ci tengo però a precisare che la cifra esatta dello sforamento sarà resa nota solo tra qualche settimana". Quello di Cividate al Piano potrebbe non essere un caso isolato. Sulla falsa riga della questione che ha visto coinvolto il comune della bassa bergamasca ci potrebbero essere altri comuni orobici alle prese con contenziosi. E sempre nei confronti di Enel Rete Gas.

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di Livio Casanova

«Riscossione fai-da-te»

NON GLI PAGANO GUSTINELLI VUOLE RIPRENDERSELA L’ARCADIA DI MARTINENGO, SPECIALIZZATA IN CAMPI SINTETICI È COINVOLTA NEL FALLIMENTO DEL VECCHIO SAVONA CALCIO PER UN DEBITO DI 60MILA EURO, RISCOSSO IN PARTE, È PRONTA A TORNARE NEL CAPOLUOGO SAVONESE, ARROTOLARE IL TERRENO E RIPORTARSELO A CASA

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eglio giocare a calcio sui fili d'erba vera o sui ciuffi d'erba sintetica? E' il dubbio amletico che anima molte società calcistiche. Meglio l'omogeneo e liscio sintetico o la morbida e naturale erba? Il rischio, per alcune società liguri di calcio, è ritrovarsi a giocare su un campo di patate. Il capoluogo savonese è al centro di una storia bizzarra e quanto mai curiosa: un'impresa bergamasca ha realizzato un campo sintetico nei pressi dello stadio Bagigalupo ma, visto il mancato pagamento della commessa, ora è intenzionata a riprendersi l'erba. "Abbiamo realizzato quel campo - spiega l'ingegner Piero Gustinelli, titolare della Arcadia Srl di Martinengo-, rimettendoci materiale e manodopera, spendendo pure per le trasferte di operai e tecnici. Un intervento da 60 mila euro per il quale abbiamo ricevuto pochi spiccioli. E io a fine mese con cosa li pago gli stipendi ai miei dipendenti? Il mio avvocato si è insinuato nel fallimento del vecchio Savona per scegliere la restituzione del bene: appena il curatore ci darà l'ok, veniamo lì e ci riprendiamo il terreno di gioco. Anche perché quell'appalto aveva la formula del riservato dominio". L'impianto in questione è quello in erba sintetica del campetto "Comparato"

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che grazie ad un finanziamento del Credito Sportivo è stato ristrutturato nel 2011. Secondo la procura, che ha aperto un'indagine nei confronti dell'ex presidente del


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L’ERBA SINTETICA

Savona Andrea Pesce e del suo vice Oggiano, la società avrebbe dirottato i soldi altrove senza pagare l'impresa. Proprio in relazione alle erogazioni pubbliche per la

costruzione di un campo scuola accanto al vecchio Bacigalupo avrebbe, in sostanza, ottenuto dal Credito sportivo un mutuo per 145 mila euro (somma peraltro garantita dal Comune di Savona) senza avere i requisiti per ottenerlo perché la società era in difficoltà. Il campo è stato costruito, ma il debito non è stato ripianato. Stando alla procura, i soldi sono serviti anche a pagare gli stipendi dei calciatori. A saldare il debito è stato chiamato il Comune, poiché accettò di sottoscrivere una fidejussione come gli era stato chiesto dal CdA della società. Il titolare dell'impresa della bassa bergamasca, specializzata nella realizzazione di strutture sportive e campi sintetici, si è già detto disposto a spendere altri soldi per mandare i suoi tecnici al Bacigalupo ad aspirare l'intaso (il fondo in microgranuli che ha la funzione di stabilizzare il filato per rendere l'erba sintetica calpestabile), arrotolare il terreno e riprenderselo. "Se devo fare della beneficenza - commenta Gustinelli - almeno che possa decidere dove". L'Arcadia ci rimetterà almeno 20 mila euro ma per l'impresa bergamasca le possibilità in campo, sinteticamente, sono solo due: o arriva il "cash" o l'erba se la riportano a Martinengo.

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Neve del futuro

LO SCARPONE AD PERSONAM GRAZIE ALL’IDEA DI RICCARDO PAGANINI LA CABRA ENGINEERING HA BREVETTATO LO «SKI BOOT CLA» UN LASER CHE MISURA L’INCLINAZIONE DELLA GAMBA E ADATTA GLI SCARPONI, PER ANDARE PIÙ VELOCI SULLA NEVE

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l campanilismo tra Bergamo e Brescia finisce sotto le scarpe. Anzi, gli scarponi. Da sci. La Cabra Engineering è una società con sede legale a Darfo Boario Terme, in provincia di Brescia, ma quella operativa è nella Bergamasca con lo stabilimento a Rogno. Dallo scorso anno commercializza lo "SKi Boot Cla-Canting Laser Allignment", un strumento laser che regola lo scarpone da sci, in grado di allineare (con precisione millime-

Marcel Hirscher

trica) l'inclinazione del gambaletto con lo scafo dello scarpone. Permettere, più semplicemente, di rilevare gli angoli naturali tra tibia e piede (canting) e riportarli sulla regolazione dello scarpone. Dal principio secondo cui a fare la differenza può essere quel millimetro di inclinazione nasce l'idea di Riccardo Paganini, allenatore e maestro di sci del Tonale, brevettata nel 2011. "Non solo una persona è diversa dall'altra, ma anche la gamba destra di ognuno

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di noi è diversa da quella sinistra - spiega l'ingegner Francesco Cabra, titolare della Cabra Engeneering alla stampa bresciana-. Ski Boot Cla è uno strumento che permette di rilevare, attraverso un sistema laser, la morfologia delle gambe dello sciatore e che applica questa misurazione nel canting, ovvero l'asse perpendicolare del gambaletto rispetto al terreno. Anche una impercettibile inclinazione dello scarpone modifica la direzione dello sci, per correggerla si sprecano energie, mentre aumentano i dolori alle gambe". Profilati in alluminio con l'applicazione, alla base, di un goniometro digitale e due puntatori laser per misurate l'angolo della gamba dell'atleta costituiscono la struttura dell'innovativo strumento di misura. "È possibile regolare l'angolo di canting da dare allo scarpone a seconda del tipo di gara - spiega sempre Cabra -. La macchina è in vendita a 2.100 euro, fino ad ora ne abbiamo vendute una trentina. È uno strumento ideale per negozi specializzati, laboratori, serviceman, skibooters e world cup team". Con la partecipazione alla fiera Ispo, l'esposizione mondiale delle attrezzature sportive di Monaco, del prossimo novembre, la società bresciana punta al "salto commerciale". Marcel Hirscher è stato il primo a crederci. L'angolazione della gamba del campione è più aperta rispetto alla media e l'atleta, due estati fa, si è è sottoposto alle misurazioni dello Ski Boot Cla. Ha regolato sei coppie di scarponi, tre da Slalom e tre da Gigante, secondo le istruzioni operative della Cabra Engeneering. A guidare la società che attualmente occupa 26 dipendenti (collaboratori compresi) con un fatturato che si attesta intorno al milione e mezzo di euro è Francesco Cabra. La Cabra Enginnering si è specializzata nella realizzazione di test, misurazioni numeriche, sviluppa e produce soluzioni per prove di tenuta, realizza prototipi per i settori automotive, aerospaziale, medicale e farmaceutico. Il 5% del fatturato viene realizzato all'estero mentre il restante 95% in Italia ma il nuovo Ski Boot Cla apre nuove opportunità di business.


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L’evento

SUL MONTE PORA

TORNA LA EUROPEAN CUP SABATO 2 FEBBRAIO IL GIGANTE, DOMENICA 3 LO SLALOM LA MANIFESTAZIONE ORGANIZZATA DALLO SCI CLUB RADICI GROUP VUOLE RIEMPIRE LE PISTE DI APPASSIONATI ANCHE NEL 2013

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nche quest'anno torna una delle manifestazioni invernali più attese. Il Monte Pora è infatti fiero di divenire protagonista niente poco di meno che della Coppa Europa di sci alpino. Stiamo parlando dell'evento che si svolgerà sabato 2 e domenica 3 febbraio, quando il comprensorio sciistico orobico farà da scenario alla competizione maschile di sci dedicata a Fausto Radici. INTERNAZIONALE - Un evento, dicevamo, che nel tempo ha saputo ritagliarsi una rilevanza internazionale, gra-

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zie al lavoro di promozione e organizzazione dello Sci Club Radici Group. Una manifestazione che riesce a dare ulteriore lustro alle nostre già amate montagne e che rappresenta un ormai importantissima vetrina per la Coppa del Mondo di sci. ORGANIZZAZIONE - La due giorni ha acquisito notevole importanza proprio perché di anno in anno è cresciuta, tanto nella visibilità quanto nella macchina organizzativa, che ad ogni edizione vede in campo schiere di decine, anzi


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centinaia, di volontari provenienti da diversi club di sci italiani. Il lavoro parte naturalmente dalla sostenibilità economica della manifestazione, e quindi della ricerca degli sponsor e dei partner istituzionali che ogni volta decidono di affiancarsi con entusiasmo e passione all'evento: tra questi i più importanti portano nomi di rilievo, come la FISI Federazione Italiana Sport Invernali -, Regione Lombardia,

FISI Bergamo La FISI Bergamo rappresenta uno dei comitati provinciali più importanti d'Italia sia per il numero dei tesserati (circa 4000) sia per i risultati ad alto livello dei club bergamaschi. Vanta poi numerosi atleti nella varie nazionali e in molte discipline: Sofia Goggia, Michela Azzola, Marta Benzoni, Roberta Midali e Michele Gualazzi nella nazionale di sci alpino, Michela Moioli, Sofia Belingheri e Cristian Belingheri nella nazionale snowboard, Melissa Gorra, Fabio e Renato Pasini nella nazionale fondo, Einar Carrara nel Biathlon, Giorgia Bertoncini per il Freestyle, e tanti altri che non elenchiamo. Poi esiste un grande vivaio di mini atleti, oltre 400 appartenenti ai numerosi sci club della nostra provincia e che gareggiano nel circuito provinciale. Da non dimenticare il sito www.fisibergamo.it, aggiornatissimo con le news, le classifiche, i video e le foto delle gare.

il Comune di Castione della Presolana, la Provincia di Bergamo, Immobiliare Percassi, Ribes e RE-Valuta, IVS Italia, Bracco. COMPETIZIONE - La Coppa Europa, inoltre, costituisce un appuntamento sportivo che proietta gli atleti verso la Coppa del Mondo e le Olimpiadi, proprio perché trattasi di un vero e proprio bacino di giovani ed esperti atleti di fama internazionali, che avvicina gli uni e gli altri all'obbiettivo massimo della stagione. GARA - Sabato 2 febbraio è in programma lo slalom gigante con il Trofeo Assoluto IVS Italia e Trofeo Juniores RIBES - RE Valuta, mentre domenica 3 si disputerà lo slalom speciale con il Trofeo Assoluto Immobiliare Percassi e Trofeo

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Juniores RIBES - RE Valuta. Tutti gli appassionati che ogni anno accorrono numerosi potranno come sempre assistere dal vivo ad un grandissimo spettacolo di agonismo sportivo, vedendo da vicino le stelle dello sci moderno. RADICI - "Sono orgogliosa che ancora una volta questa tappa di Coppa Europa possa rimanere sul nostro territorio, portando con sé grandi campioni - ha affermato Olga Zambaiti Radici, presidente dello Sci Club Radici Group - atleti che già gareggiano e che gareggeranno in futuro nella Coppa del Mondo. La terra bergamasca è laboratorio dello sci professionistico, ha cresciuto e continua a crescere giovani atleti che rappresentano il futuro, una promessa per il nostro "circo bianco". Ed è proprio questo il lavoro, il compito principale di uno sci club: far emergere il talento dei giovani atleti, contribuire alla loro valorizzazione, al loro percorso di crescita trasmettendogli la

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passione e l'amore per lo sport. Amare lo sport significa amare la vita. Voglio rinnovare il mio grazie a tutti coloro che ci hanno permesso di riportare la Coppa Europa al Pora ha poi concluso - a partire dagli sponsor che hanno creduto in noi. Senza il loro supporto non avremmo potuto realizzare un evento di tale portata". 2013 - Dunque, anche quest'anno, lo Sci Club Radici Group è di nuovo pronto ad affrontare la grande sfida. "Questo è per noi il quinto anno consecutivo di Coppa Europa al Pora ha aggiunto Ernesto Borsatti, vice presidente vicario e direttore tecnico dello Sci Club Radici Group - e anche per questa stagione le condizioni meteo non ci hanno di certo facilitato l'organizzazione, già di per sé complessa. Lo sforzo, da parte nostra e da parte di tutti gli sci club bergamaschi che ci supportano durante questo evento sportivo è stato e dovrà essere massimo. Dovremo preparare la pista

con innevamento misto, in gran parte artificiale. Una pista ri-omologata nel dicembre 2010 dalla federazione internazionale e intitolata ufficialmente a Fausto Radici, che anche per

questa stagione si svilupperà su un dislivello di 365 metri per il gigante e di 195 metri per lo slalom".


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Neve

«LIZZOLA SNOW&FUN» SULLE CIME DEL DIVERTIMENTO

LA STAZIONE SCIISTICA HA CAMBIATO MARCIA CON UN’OPERA DI RIQUALIFICAZIONE CONCRETA SIA DAL PUNTO STRUTTURALE, SIA SUL FRONTE DELLA STRATEGIA DI MARKETING PARTICOLARMENTE AGGRESSIVA

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arte dal nome, "Lizzola Snow&Fun", la filosofia di una delle stazioni sciistiche più apprezzate della bergamasca. Perché la sua strategia è molto cambiata, come hanno potuto piacevolmente constatare tutti gli avventori che nelle ultime stagioni vi hanno fatto tappa. Parliamo di numeri importanti, come ci conferma la Responsabile Marketing, Simona Zanchi, uno dei promotori del rilancio. "Al termine delle festività natalizie, il bilancio della stazione sciistica di Lizzola è positivo. Sono state molte le presenze in stazione grazie alle stupende giornate di sole, alle temperature miti e all'ottimo stato delle piste, nonostante le nevicate non abbondanti. Tralasciando l'anomala stagione dell'anno scorso, il confronto fra i primi passaggi di quest'anno con i precedenti (quando la neve era

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scesa copiosa e l'aria di crisi non era così pesante) conferma un andamento positivo: +70% rispetto alla stagione 2009/2010, +25% rispetto alla stagione 2010/2011. Possiamo affermare con orgoglio che i risultati raggiunti confermano che gli investimenti effettuati nell'innevamento programmato (circa 500 mila euro) e nei lavori di miglioramento della stazione hanno avuto un riscontro positivo, coronando gli sforzi fatti anche sul fronte dell'attività promozionale". Cos'è cambiato? "E' cambiata la strategia in generale, perché avevamo bisogno di riqualificarci non solo dal punto di vista dell'immagine ma anche con operazioni concrete dal punto di vista delle infrastrutture".


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Su cosa avete puntato maggiormente? "Abbiamo lavorato parecchio sia sulle piste, con importati investimenti per il miglioramento della stazione, sia sulla promozione, con una particolare attenzione ai giovani, che oltre a sciare vogliono divertirsi sulla neve e alle famiglie che, in questo momento di crisi, hanno meno risorse da dedicare al tempo libero". In cosa si concretizza l'attenzione ai giovani? "Nell'organizzazione di numerosi eventi loro dedicati, nella costruzione di opportunità specifiche, cito ad esempio la promozione per gli studenti universitari, i prezzi particolari per le scolaresche, la convenzione con la giovani card. Da quest'anno abbiamo anche attivato una collaborazione con il CUS Bergamo, con il quale abbiamo organizzato tre giornate sulla neve denominate "CUS SNOW DAYS": il pacchetto comprende skipass giornaliero, pranzo, trasporto e la possibilità di frequentare corsi di sci, snowboard e freestyle; inoltre, per l'ultima giornata, in programma lunedì, 18 marzo, l'animazione di un dj sulle piste". E per le famiglie? "Anche per loro abbiamo organizzato iniziative ad hoc, cito a titolo di esempio Montagne Magiche, l'evento organizzato lo scorso 23 dicembre in collaborazione con la Provincia di Bergamo; abbiamo inoltre attivato numerose opportunità di risparmio che potete trovare sul nostro sito www.lizzolasci.it".

@ Gli eventi principali Gli scorsi sabato 26 e domenica 27 gennaio si sono svolti la Coppa Italia e i Campionati Italiani Assoluti Sprint, ospitati dalla pista di fondo di Valbondione. Grandi atleti della disciplina nordica si sono sfidati per il titolo nazionale. Sabato 2 e domenica 3 febbraio la stazione di Lizzola ospiterà la nazionale italiana di snowboard, in occasione dell’imperdibile Coppa Italia di Snowboard. Sabato, 2 febbraio, a partire dalle ore19.00, slalom parallelo in notturna; domenica 3, febbraio, a partire dalle ore 10.00, slalom parallelo sulla pista Due Baite.

Avete utilizzato strategie di marketing aggressive? "Abbiamo fatto parlare di noi con la campagna di prevendita degli stagionali. Abbiamo lanciato una campagna particolarmente interessate con lo stagionale FORMULAARGENTO a 99,00 e lo stagionale FORMULA ORO a 149,00; quest'ultimo, consente di sciare oltre che nella fascia diurna, come lo stagionale formula argento, anche durante le aperture in notturne del sabato sera, per tutta la stagione invernale. Ma non solo, abbiamo ideato promozioni per target specifici e attivato convenzioni con Enti, aziende e associazioni; inoltre, facciamo largo uso dei nuovi media per comunicare con il nostro pubblico con cui ci piace dialogare e confrontarci sia in stazione, che durante i numerosi eventi ai quali prendiamo parte durante tutto l'anno". Un modo, quindi, per fare conoscere tutte le attrazioni della stazione sciistica di Lizzola. "Certamente, è un modo per far conoscere la stazione e alcune sue strutture che, probabilmente, molti non sapevano nemmeno esistessero. Come ad esempio lo snow park e la pista illuminata aperta tutti i sabato sera, che, tra l'altro, sabato 2 febbraio ospiterà gli atleti della nazionale di snowboard che si sfideranno in uno spettacolare slalom parallelo in notturna".

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MOTORI

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In esclusiva

MOKKA

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IL NUOVO SUV COMPATTO DI CASA OPEL


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na sport utility dalle dimensioni compatte, che ricalca la linea vincente della Opel Corsa esaltandone le qualità. La nuova Mokka è una vettura che potremmo definire strategica, che arricchisce l'offerta della casa automobilistica tedesca in un segmento in crescita del 7%. Si tratta, infatti, di un SUV-B dinamico adatto alla quotidianità, dalle dimensioni compatte ottimali per la città, ma con 5 posti veri in solo 428 cm. Inoltre la sua trazione 4x2 e 4x4 intelligente la rende affidabile anche su tutti i percorsi stradali. Insomma un'auto versatile ed interessante che risponde alle più svariate esigenze di guida.

COMODITÀ Nonostante la lunghezza di soli 4,28 metri la vettura può ospitare comodamente cinque persone adulte e offre un vano bagagli che può arrivare a 1.372 litri

LA NUOVA NATA DELLA CASA TEDESCA È UN’AUTO DINAMICA ADATTA ALLA QUOTIDIANITÀ DALLE DIMENSIONI RIDOTTE PERFETTE PER LA CITTÀ MA CON CINQUE POSTI VERI E LE COMODITÀ DI UN’AMMIRAGLIA

DESIGN - I tratti scolpiti ed eleganti del profilo della Mokka trasmettono immediatamente grinta ed energia. Il suo carattere sportivo è sottolineato dalle linee della carrozzeria, muscolari ed atletiche, ravvivate dal tipico motivo "a lama" Opel sulla fiancata, che sale verso il posteriore integrando il lunotto e il portellone. Sulla Mokka tutto è stato studiato nel dettaglio, dai retrovisori esterni, caratterizzati da dimensioni generose e forme armoniose, alle barre longitudinali sul tetto che, grazie a una geniale soluzione stilistica, contribuiscono all'aspetto elegante e attuale dell'esterno, pur mantenendo il suo spiccato carattere SUV. Accogliente e confortevole, Mokka è un'auto che si sente - e fa sentire chi siede a bordo - perfettamente a proprio agio in qualunque situazione. La parte posteriore è un riuscito mix di funzionalità, praticità e stile, con una soglia di carico ribassata e rivestita di robusto materiale plastico per facilitare le operazioni. La linea del finestrino laterale scorre fluida fino al retro della vettura, sottolineando la dinamicità del suo stile moderno, accentuato anche dallo spoiler, dalla griglia che ottimizza il flusso d'aria nel vano motore e dai deflettori davanti alle ruote posteriori.

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CARATTERE - La sportività è sottolineata dalle linee della carrozzeria, muscolari ed atletiche, ravvivate dal tipico motivo «a lama» Opel sulla fiancata

INTERNI - La nuova nata ha interni accoglienti e luminosi, arredati con gusto ed eleganza per offrire il massimo comfort a guidatore e passeggeri. La qualità si percepisce a vista e al tatto, in ogni dettaglio. La strumentazione è chiara, di immediata lettura. Il cruscotto avvolgente riprende i tratti caratteristici del nuovo linguaggio stilistico Opel aumentando la sensazione di spaziosità dell'intero abitacolo. Tutto è comodo da raggiungere, facile da utilizzare, pensato per rispondere a ogni esigenza. COMFORT - Nonostante la lunghezza di soli 4,28 metri, la vettura può ospitare comodamente cinque persone adulte e offre un vano bagagli che può arrivare fino a 1.372 litri. L'ideale per affrontare ogni viaggio in tutta comodità. A seconda degli

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allestimenti, poi, sono ricavati fino a 19 scomparti diversi, che permettono di tenere sempre pulito e ordinato l'abitacolo. Grazie ai sedili ribaltabili 60:40 che possono aumentare l'area di carico, Mokka garantisce la versatilità necessaria per affrontare qualsiasi esigenza di spazio e trasporto. Può caricare oggetti e bagagli fino a 1.448,9 mm di lunghezza e 897,7 mm di altezza. La cappelliera copribagagliaio regge fino a 40 kg ed è pronta a sparire dietro i sedili posteriori quando non serve. INFOTAINMENT - La radio CD 400 ha un doppio tuner per la ricezione ottimale del canale TMC (Traffic Message Channel). La CD 450, di serie invece sulla versione Ego, dispone di collegamento Bluetooth e presa USB. Il Navi 600 è in grado di calcolare, oltre al percorso più veloce e più breve, il percorso più economico sulla base dei parametri del veicolo. Quest'ultimo ha le stesse caratteristiche audio del CD 450 e dispone di un sistema di navigazione integrato con schermo da 7" e SD Card per la memorizzazione delle mappe e dei punti di interesse. SMART CAR - Rompendo ogni schema, Mokka si presenta come il SUV metropolitano per eccellenza. Le sue dimensioni esterne gli consentono di muoversi con agilità nel traffico cittadino, mentre lo spazio interno garantisce il massimo della comodità a guidatore e passeggeri. Inoltre, l'altezza da terra, sensibilmente superiore a quella delle normali city car, offre a chiunque sieda a bordo una visuale più ampia e profonda. La sospensione anteriore McPherson, quella posteriore a braccio torcente e parallelogramma di Watt, il servosterzo e i sistemi di assistenza alla guida, lavorano in perfetta sincronia per migliorare le prestazioni, ridurre i consumi e trasformare ogni spostamento quotidiano in un'entusiasmante avventura. Disponibile a richiesta, la nuova nata di casa Opel può anche distribuire automaticamente la coppia tra le ruote anteriori e posteriori, per una migliore trazione e maneggevolezza anche nelle situazioni più difficili. MOTORI - Sono tre le motorizzazioni proposte per il momento in Italia. Per quanto riguarda il benzina le scelte sono due: la prima è il motore aspirato 1.6 litri con cambio manuale a cinque velocità da 115 cv (85 kW - 6,5 l/100 km, CO2 153 g/km) con 155 Nm di coppia (a 4.000 giri). Il secondo è il Turbo 1.4 litri da

140 cv (103 kW - 6,4l/100 km, CO2 149 g/km) con trazione integrale di serie, che eroga 200 Nm di coppia (tra 1.850 e 4.900 giri). E' inizialmente disponibile con cambio manuale a sei velocità ed in seguito sarà presente anche una trasmissione automatica a sei rapporti. Sul

fronte gasolio è proposto invece il turbo diesel CDTI 1.7 da 130 cv (96 kW) e 300 Nm di coppia massima (tra 2000 e 2500 giri). Questo propulsore è disponibile con cambio manuale a sei velocità e trazione anteriore o integrale, o automatico a sei rapporti con trazione anteriore.

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In anteprima

COUNTRYMAN JCW LA SETTIMA «BOMBA» DI CASA MINI

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ARRIVATA LA VERSIONE CATTIVA DEL CELEBERRIMO SAV DELLA CASA TEDESCA. GRINTOSA NEL LOOK E NELL’ABBONDANZA DI CAVALLI, NON RINUNCIA AL COMFORT E ALLA SICUREZZA DI GUIDA CON IL SISTEMA ALL4 Testo&Foto di Giorgio Chiesa

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hi ha pensato che alla MINI Countryman mancasse un pizzico di sportività, ora dovrà ricredersi. Gli ingegneri tedeschi hanno infatti ben pensato di realizzare una versione John Cooper Wors dell'ormai celeberrimo SAV, incattivendolo non poco. Grintosa nel look e nell'abbondanza di cavalli, l'ultima nata è la settima di una serie di piccole bombe. LOOK - La veste era massiccia già in origine, ma ora è resa più vistosa da abbinamenti cromatici decisamente appariscenti (sette i colori previsti per la vernice esterna), mentre le modifiche esteriori sono di dettaglio ma sostanziali: spoiler sul paraurti anteriore e sopra il lunotto e, in coda, scudo posteriore ridisegnato che incorpora due minacciosi terminali di scarico. Per completare il quadro sportivo, cerchi ruota da 18 pollici (a richiesta da 19", nel modello in fotografia ospitato alla MINI Lario Bergauto di via Campagnola), impianto frenante potenziato (dischi anteriori da 307 mm e posteriori da 296), barre stabilizzatrici rinforzate, ammortizzatori più rigidi e assetto abbassato di 10 millimetri. All'interno, invece, dai sedi-

LOOK Le modifiche esteriori sono di dettaglio ma sostanziali: spoiler sul paraurti anteriore e sopra il lunotto e, in coda, scudo posteriore ridisegnato li anatomici al battitacco sulle porte, dai pedali dal design specifico alla possibilità di scegliere un divanetto che accoglie tre passeggeri oppure, a richiesta e senza sovrapprezzo, due sedili separati. Sono molti gli elementi caratteristici di questa Countryman John Cooper Works. Così, gli optional sono in pratica quelli della "normale" MINI Countryman, cioè orientati ad aumentare soprattutto il comfort e la praticità, anche con funzioni come il MINI Connected.

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SENSAZIONI - Premuto il pulsante Start, al volante di questa edizione pepata della Countryman, spinta da un "millesei" turbo da 218 cavalli, non aspettatevi un'esperienza di guida "straccia pneumatici". Certo, le prestazioni sono brillanti (dichiarati lo 0-100 km/h in 7 secondi e la velocità massima di 225 km/h), ma è la trazione integrale ALL4 ad influenzare in modo decisivo il comportamento di questa particolare sportiva. In curva, infatti, è molto equilibrata. Si può schiacciare a fondo l'acceleratore, riuscendo a scaricare a terra tutta la potenza disponibile senza che vengano trasmesse reazioni eccessive allo sterzo. MOTORE - È piuttosto pronta nell'inserimento in curva, ha un retrotreno stabile, ottimi anche i freni adatti all'uso sportivo, e non dimentichiamoci l'elettronica che vigila. Il nuovo 4 cilindri a iniezione diretta (di benzina) da 1.6 litri con turbocompressore twin scroll, sa esaltare i cavalli di questa Countryman John Cooper Works, che sono ben 218 contro i 211

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delle altre Mini JCW ora in listino. Con un sound cupo e piacevolmente sportivo, offre cavalli in abbondanza, grande elasticità e una pronta risposta. È ben accoppiato al cambio meccanico a sei marce, ma a richiesta è disponibile l'automatico a sei rapporti con modalità sequenziale e i paddles al volante.

Se, infine, si desidera un po' di sprint in più, è sufficiente premere il tasto Sport sulla console centrale per incrementare la coppia di 20 Nm (da 280 a 300 Nm), velocizzare la risposta di acceleratore e sterzo e cambiare il sound del motore, enfatizzato dai borbottii emessi dagli scarichi in rilascio.

MINI LARIO BERGAUTO Bergamo Via Campagnola, 50 Tel. 035 4212211 www.lariobergauto.mini.it www.mobility.it

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EVENTI

RANGE ROVER E JAGUAR DUE GIOIELLI IN ANTEPRIMA foto di Giorgio Chiesa

È

stata presentata lo scorso venerdì 18 gennaio, con un evento in grande stile all'interno dello showroom Iperauto di via Borgo Palazzo, la nuova Range Rover, edizione 2013. Il SUV britannico si è fatto subito apprezzare dai numerosi invitati per i curatissimi dettagli degli interni ed i particolari che caratterizzano le linee esterne della vettura. Più leggera di ben 420 kg rispetto alla precedente generazione, la nuova Range Rover presenta dimensioni poco inferiori ai 5 metri e permette un utilizzo quotidiano, abbinato al tipico comfort e lusso che caratterizza le Range Rover. La nuova nata propone inizialmente tre varianti motore, due a gasolio ed una a benzina, ma in futuro dovrebbe arrivare anche una variante ibrida. Numerosi rinforzi nel sottoscocca e sulle sospensioni rendono l'auto facilmente utilizzabile in fuoristrada, ma anche performante su strada grazie alla particolare taratura dell'assetto ed ai freni Brembo da 380 mm all'anteriore e da 365 al posteriore. Ma la serata è stata l'occasione per presentare al grande pubblico anche la nuova Jaguar

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XF Sportbrake, che affianca la tanto acclamata berlina sportiva Jaguar e aumenta la sua versatilità e praticità mantenendo al tempo stesso i valori fondamentali del modello, come l'entusiasmante e prestante eleganza, il lusso contemporaneo e un'esperienza di guida dinamica. La XF Sportbrake si basa sui numerosi aggiornamenti apportati al modello 2012 della XF berlina, che presenta un aspetto più incisivo in linea con l'ammiraglia XJ, compresa la nuova e suggestiva tecnologia delle lame luminose nei fari anteriori. La XF Sportbrake è completamente nuova a partire dal montante B fino alla coda, che le dona un'estetica molto diversa, esemplificata attraverso la filante eleganza della linea dei fine-

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strini laterali ed evidenziata dalla sua finitura lucida. L'unione tra il fluente disegno del lunotto posteriore, la linea di cintura alta e la linea del tetto da station wagon conferisce alla XF Sportbrake una postura dinamica e possente. Come corollario della serata, gli ospiti hanno potuto ammirare anche la nuova collezione Breitling, orgogliosamente esposta dalla gioielleria Cornali XX Settembre all'interno dello showroom. Una linea capace di trasmettere un'impressione di potenza. La struttura massiccia spicca grazie alla cassa ultrarobusta, allo spesso vetro zaffiro antiriflessi, alla corona a vite, ai proteggi corone e - nelle versioni cronografo - ai rinforzi dei pulsanti avvitati nell'acciaio.

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EVENTI

PANATHLON BERGAMO, ETICITÀ E SOCIALITÀ IN VAL DI FIEMME foto di Giorgio Chiesa

L’

appuntamento con i Campionati del Mondo di Sci Nordico Trentino Fiemme, in programma dal 20 febbraio al 3 marzo 2013, è stato il tema dell'incontro conviviale promosso dal Panathlon Bergamo in occasione dell'assemblea ordinaria del Club che si è svolta lo scorso giovedì 24 gennaio, sotto la presidenza di Marco Venier, nella sede della SAPS a Lallio. Lo svolgimento in Val di Fiemme della manifestazione iridata di sci nordico, giunta alla 49esima edizione, si lega all'accordo di collaborazione sancito un anno fa

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tra il comitato organizzatore e il Panathlon International, con l'obiettivo di mettere in primo piano gli ideali sportivi di socialità, eticità, disciplina e amicizia che rappresentano il dettato divulgativo del sodalizio. Un'azione di proselitismo dei valori alla base di ogni attività agonistica che il Panathlon porta avanti e appare tanto più necessaria per dare il giusto peso all'impegno profuso da ciascun atleta e valutare in modo corretto e inequivocabile le rispettive prestazioni. A parlare del connubio tra Panathlon e 49esimi Campionati del Mondo di Sci Nordico sono stati chiamati Sandro Pertile - direttore marketing della manifestazione e responsabile dell'accordo di collaborazione tra il Panathlon International e lo stesso Comitato Organizzatore - e Elio Grigoletto, presidente del Panathlon Club di Trento e referente Panathlon International per i Campionati del Mondo di Sci Nordico Trentino Fiemme 2013. Accanto ai relatori sono intervenuti Lorenzo Branzoni - governatore dell'Area 2 Lombardia del Panathlon International - e Gianni Savoldelli, vicepresidente del Comitato Provinciale di Bergamo della FISI.

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EVENTI

LAND ROVER LARIO, UN SAFARI PER LA NUOVA RANGE foto di Giorgio Chiesa

"L

a notte ha mille porte e nella testa c'è una città intera che soffia e che respira che soffre e che ti attira sempre più dentro sempre più al centro sempre più in mezzo fino a che non lo distingui più il confine tra la tua pelle e il cielo tra quello che è a pezzi è quello che è intero la notte ha mille occhi credi di guardare e sei guardato". Sono le parole della canzone Safari di Lorenzo Jovanotti che hanno fatto da sfondo ad una serata magica, andata in scena lo scorso venerdì 25 gennaio. I festeggiamenti iniziati con il capodanno, al Bobadilla Feeling Club di Dalmine, non vogliono infatti finire, anche grazie ai due partner d'eccezione che ormai da diversi anni animano le feste all'interno del celeberrimo locale bergamasco. In compagnia dello Yacht Club Bergamo Città dei Mille e della concessionaria Land Rover Lario di Lecco (con la filiale di Grumello del Monte), tutti gli

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ospiti e gli amici della serata hanno vissuto un vero e proprio safari. Vale a dire, una grande festa dedicata al fascino dell'avventura, alla voglia di nuove scoperte, ai viaggi, ai volti, alle immagini e, perché no, ai ricordi. Una notte arricchita dalla cucina dal vivo, musica, ospiti a sorpresa, divertimento e ricchi premi. In particolare, come perla della nottata, è stata presentata durate il "Safari Party" - così battezzato dell'YCBG - la nuova Range Rover, il neonato gioiello britannico capace di rispettare la tradizione della casa, rappresentando al contempo un notevole passo avanti. Anche se esteticamente le proporzioni e lo stile sono cambiati, infatti, questa quarta generazione di Range Rover è più innovativa di quanto si possa pensare. In primo luogo, a livello tecnico, gli ingegneri inglesi hanno optato per una struttura monoscocca in alluminio che risulta essere il 39% più leggera rispetto a quella dell'attuale modello. In più, molti elementi dello chassis nella parte anteriore ed in quella posteriore sono ora in alluminio. Dettaglio come molti altri di non poco conto, perché rinnovare un modello di gran successo non è mai un'impresa facile. I ritocchi dal punto di vista estetico si possono apprezzare principalmente nel frontale e nella coda, dove possiamo vedere interventi sui paraurti e sui gruppi ottici.

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Nel frontale, in particolare, l'influenza estetica della sorella minore Range Rover Evoque si fa molto evidente. Una tradizione che rivive tanto ammirando la vettura quando godendo della splendida serata che, come sempre, il Gruppo Lario Bergauto ha voluto offrire partecipando agli eventi dell'YCBG e consolidando un lungo rapporto d'amicizia e stima con il suo presidente, il commodoro Giovanni Campi. La nuova nata è ammirabile anche a Milano, con altre due concessionarie Land Rover LARIO - Mi Auto, a est e a nord della città , mentre agli appassionati non può mancare una visita al brand store Land Rover LARIO - Mi Auto di Corso Sempione di prossima apertura.

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