Bergamo Economia

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Master Chef ANCHE LA CUCINA DELLA TV HA SCELTO LE PENTOLE AGNELLI

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MISTER PMI PREGA PER NOI IL GARANTE GIUSEPPE TRIPOLI ALLA PRESENTAZIONE DEL DOCUMENTO PROGRAMMATICO DI «IMPRESE&TERRITORIO»

Giuseppe Tripoli capo dipartimento per l’impresa e l’internazionalizzazione del Ministero dello Sviluppo economico

ASSOCIAZIONI LA COMPAGNIA DELLE OPERE VOLTA PAGINA CON ALBERTO CAPITANIO

«BONGIORNO ANTINFORTUNISTICA» SBARCA NELLE DUE RUOTE E VESTE LA SUPERBIKE CON LA LINEA KAPPA4WORK

RANGE ROVER 2013 FUORISTRADA DI LUSSO UN GIOIELLO INCASTONATO NELLA TRADIZIONE

Rivista mensile - Ogni primo vener dì del mese in edicola al prezzo di 2,50 euro. Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. 70% DCB Bergamo. In caso di mancato recapito restituire al mittente.

MTA DI TOMASONI APRE LE FRONTIERE DEL BUSINESS

MENSILE DI MARZO 2013 - NUMERO 61

Top business


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CONTENUTI marzo 2013

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EDITORIALE

PRENDIAMO NOI LA BARRA DEL TIMONE

IN COPERTINA

di Carlo Quiri

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i eravamo salutati nell’ultimo numero con il profondo nord di Roberto Maroni in copertina e, nel nostro piccolo, per quanto riguarda il Pirellone siamo stati profetici. Verdetto limpido, quello delle Regionali, esattamente l’opposto del quadro indecifrabile che si profila in Parlamento. Ora, la domanda principale è una: che ne sarà di noi, con questa nonmaggioranza uscita dalle urne? Domanda che si può scomporre in vari modi, per esempio: dove arriverà il debito pubblico, balzato al record assoluto (127% del Pil) dalla nascita delle serie storiche nel 1990? Oppure: quanto dovranno tirare la cinghia le famiglie, i cui consumi sono calati del 4% nell’ultimo anno? O ancora: dove troveremo i soldi per pagare questi 14,7 miliardi di tasse in più, stimati dalla Cgia di Mestre per il 2013? Se queste domande fossero rivolte alla Merkel, possiamo tranquillamente anticiparvi la sua risposta: tirate la cinghia, pagate più tasse, rispettate gli impegni, fate i compiti a casa. Esistono altre correnti di pensiero, per esempio uscire dall’euro, congelare metà del debito pubblico, azzerare il budget statale per ripartire da zero, eccetera. Sembrano ipotesi da fine del mondo, in un senso e nell’altro, però dobbiamo aspettarci qualcosa del genere. Non sarà il taglio di qualche Provincia, non basterà la riduzione dei parlamentari a risolvere i nostri problemi, perché il caso è disperato e servono davvero ricette forti. Se non altro, con un gendarme come Beppe Grillo che soffia sul collo, gli altri politici avranno meno spazio per tentare i soliti giochetti. Usciremo dall’euro? Diventeremo una Grecia o un’Islanda? Avremo un Grillo premier? Grillo resterà da solo contro tutti, lasciandoci senza un Governo? In ogni caso, non per questo il mondo avrà fine. E noi, che siamo sopravvissuti a questi ultimi vent’anni di sfacelo, possiamo ancora vendere cara la pelle, affrontando la burrasca a viso aperto.

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CONGIUNTURA

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«VECCHI» RIUNITI

ECONOMIA ATTUALITÀ & POLITICA

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10. 16. 20. 24. 26. 28. 32. 34. 36.

LA CURIOSITÀ Piccola azienda, enormi prodotti PILLOLE DI FINANZA Comprare o non comprare. Quali dubbi nella crisi IN COPERTINA Mister pmi per imprese&territorio Il garante giuseppe tripoli interviene in via torretta «NEW DEAL» «Bergamo smart city and community» Uno sguardo al futuro LARGO BELOTTI Made in Bergamo, torna il segno più «EL PURTAVA I SCARP DE TENNIS» Rinnovo permesso di soggiorno anche con condanna «METÀ MECCANICI» Confindustria BG, non passa la Fiom DOPPIA E TRIPLA FILA I parcheggi selvaggi ai «vecchi» Ospedali Riuniti «FURBETTI» Timbrava il cartellino e andava in giro Condannato ex funzionario CRI «SESSO & DINTORNI» Lui: «Ho la partita di calcetto» Lei: «Vado a cena con le amiche» CRISI & SVILUPPO Diego Macario: «Federmanager, una community»

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MASTER CHEF

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«BERGAMO SMART CITY»

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TOP BUSINESS

ECONOMIA ATTUALITÀ & POLITICA

40. 44. 48. 52. 58. 60.

RUBRICHE

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«CALENDE GRECHE» Alla Cavalleri Ottavio l’incompiuta Jonica ASSOCIAZIONI La Compagnia delle Opere volta pagina con Capitanio TOP BUSINESS Svizzera, Germania, Austria MTA apre le frontiere del business NEVE DEL FUTURO ATP Challenger Bergamo, lo spettacolo del tennis in città WORKWEAR. Kappa4work veste la Superbike SERVICE. Con Autotorino una marcia in più

80. 82.

CHI, DOVE E PERCHÈ. Foto e curiosità

72. 76.

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IN ANTEPRIMA

MOTORI. Nuova Opel Adam, personalità e stile su misura IN ANTEPRIMA Range Rover 2013, un gioiello incastonato nella tradizione DIETRO LA RICETTA Antonio Ghilardi, il Bocuse d’Or visto dall’interno RICETTA VINCENTE. Anche la cucina della Tv ha scelto le Pentole Agnelli MODA. Alessandra Facchinetti direttore di Tod’s donna

66.

EVENTI

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EVENTI

Bergamo Economia Magazine Rivista mensile di economia, attualità, costume e stile (Registrazione al Tribunale di Bergamo nr. 22 del 02/08/2007) Società editrice: Speb S.r.l. Via San Giorgio 6/n 24122 Bergamo Presidente: Baldassare Agnelli Direttore responsabile: Carlo Quiri Concessionaria pubblicità locale: S.P.E.B. S.r.l. Via San Giorgio, 6 - 24122 Bergamo Tel. 035 678812 - Fax 035 678895 Concessionaria pubblicità nazionale: A. Manzoni & C. S.p.A., via Nervesa, 21 Milano. Tel. 02 57494211 Stampatore: Fotoincisione 2000 Albano S. Alessandro (Bg) - Via Spallanzani, 6 Tel. +39 035 4521290 Abbonamenti: Tel. 035 678808 Costo abbonamento: 22 euro per 11 mesi www.bergamoeconomia.it


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LA CURIOSITÀ PICCOLA AZIENDA, ENORMI PRODOTTI

È

curioso che una piccola azienda della Bergamasca, con una quindicina di addetti e un fatturato annuo intorno ai 2 milioni di euro (in ripresa dopo il periodo più critico del 2010), possa operare con i più importanti gruppi internazionali dell'oil & gas e dell'energia, lavorando alcuni dei più grossi prodotti industriali che si fabbrichino in tutto il mondo. L'ultimo pezzo particolare che la Comall Officine Meccaniche di Medolago ha realizzato - racconta Vox Fabbrica News - pesa 80 tonnellate ed è lungo 12 metri. "E' un prototipo di slitta utilizzata per la posa delle tubazioni sottomarine: viene installata su una nave e serve a far "srotolare" le tubazioni che devono essere collocate sul fondo del mare", spiega Evelina Pesavento, giovane manager ed esponente di seconda generazione della famiglia che, negli anni '60, diede vita a questa impresa spe-

Dott. Claudio Rossi

cializzata nelle costruzioni e lavorazioni meccaniche conto terzi. "Di recente abbiamo lavorato una connessione a "Y" per la conduttura di un oleodotto. Il pezzo grezzo pesava 90 tonnellate e, dopo cinque mesi di trattamenti effettuati nella nostra officina, era stato ottimizzato a 30 tonnellate. La particolarità di questa connessione è che ne esistono solo 18 al mondo e, di queste, cinque le abbiamo lavorate noi". Per questo tipo di lavorazioni meccaniche la difficoltà maggiore è il trattamento di alesatura, fresatura e tornitura in profondità e non tutte le officine sono attrezzate per soddisfare questa esigenza. "Noi interveniamo in una piccola ma importante fase del processo produttivo, perché ci occupiamo sia della lavorazione meccanica sia dei controlli e collaudi. Abbiamo investito in formazione, capacità ingegneristica, strumenti e macchinari per dare questo

servizio ai nostri clienti, cioè sia le società meccaniche che poi forniscono i pezzi finiti a gruppi come Ansaldo, Nuovo Pignone, Samsung o General Electric, sia gli ispettori qualità e sicurezza di queste grandi compagnie. Come è arrivata la Comall a questo risultato? "Fino agli anni '90 abbiamo sviluppato la costruzione di macchine per la lavorazione della lamiera. Poi le condizioni del mercato, che hanno visto entrare competitor cinesi e turchi molto aggressivi, insieme a una standardizzazione della tecnologia che rendeva più incidente il costo del personale, abbiamo iniziato a potenziare le lavorazioni meccaniche conto terzi e da quel momento si è aperto un nuovo mercato. Oggi siamo tra i pochi al mondo in grado di svolgere queste lavorazioni, grazie all'evoluzione di un know how meccanico interamente sviluppato all'interno nella nostra officina".

PILLOLE DI FINANZA

COMPRARE O NON COMPRARE QUALI DUBBI NELLA CRISI

I

l comportamento economico degli individui in tema di attitudine all'acquisto, secondo la teoria keiynesiana, trova una parte del proprio fondamento su 3 condizioni da lui stesso definite "domanda di moneta". In sintesi, esse sono: • domanda per il motivo delle transazioni, ovvero per essere in grado di soddisfare i propri bisogni giornalieri di acquisto e di pagamento; • per motivi precauzionali, cioè la riserva destinata a sostenere eventuali spese impreviste e improvvise; • domanda per motivi speculativi, ovvero terza ed ultima esigenza volta essenzialmente a soddisfare atti di investimento e di speculazione, come potrebbe essere l'acquisto di attività finanziarie nella speranza di ottenerne un positivo ritorno economico. Queste tre basilari esigenze vengono, come immaginabile, influenzate in modo

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significativo da una situazione di crisi economica e, questo, condiziona di molto la disponibilità all'acquisto dei consumatori. La crisi attuale ha, infatti, inciso su tutte e tre le componenti, deprimendo la numerosità dei prelievi dal conto corrente per effettuare transazioni, aumentando il margine di incertezza sul futuro costringendo, di consequenza, l'individuo ad incrementare il risparmio e, avendo avuto un effetto altamente depressivo sui valori degli investimenti azionari, immobiliari, etc, ha ridotto drasticamente i benefici da "azioni speculative", rendendo più opportuno e vantaggioso il differimento temporale delle stesse. Di fronte a questo scenario, che solo per dovere di sintesi non tiene conto dell'aspetto fiscale, peraltro non trascurabile, il nostro atteggiamento dinanzi ad una vetrina in cui vediamo esposta una merce "in offerta" di cui sentiamo il bisogno ma che per l'acquisto della quale non disponiamo di risorse

"libere" , non potrà che essere il seguente. Posto che la situazione di "illiquidità" ci costringe a sopportare dei costi, il dubbio se aderire all'offerta potrebbe portarci a chiedere un prestito, pagandone gli interessi, o a rinunciare all'acquisto della stessa con il rischio, pero', di doverla comprare più avanti ad un prezzo non scontato. E' proprio per tentare di far propendere i consumatori verso la prima soluzione che, "ormai", il sistema del commercio vive in un contesto di "saldi" permanente e sempre più "aggressivi". C'è un rischio pero' e, cioè, che continuando di questo passo, anche le inizialmente importanti economie di costo ottenute dagli imprenditori attraverso la globalizzazione possano non bastare più. Bisognerà allora cercare nuovi modelli, non abbassando la guardia: il mercato, se lasciato aperto come ora, tende sempre a perseguire un equilibrio che annulli le posizioni di vantaggio.


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LA VIGNETTA

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DA SINISTRA Giuseppe Tripoli, Giuseppe Guerini e Stefano Maroni

L’esperto

MISTER PMI PER

IL GARANTE GIUSEPPE TRIPOLI PRESENTATE LE LINEE GUIDA PER IL NUOVO ANNO CHE PUNTANO AD UN CONFRONTO CON IL MONDO POLITICO E ISTITUZIONALE PER IL RILANCIO DEL TESSUTO ECONOMICO LOCALE

E

rano presenti tutti i direttori e i presidenti di Imprese&Territorio all'incontro organizzato nella mattinata del 15 febbraio nella sede dell'Associazione Artigiani per presentare il "Documento Programmatico 2013" di Imprese&Territorio, contenente le linee guida suddivise in 4 obiettivi a cui si informeranno le azioni del Comitato unitario delle Associazioni d'Impresa che riunisce dieci Organizzazioni (Associazione Artigiani, Ascom, Apindustria, Cia, Coldiretti,

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La platea

IMPRESE&TERRITORIO INTERVIENE IN VIA TORRETTA Paolo Malvestiti

Beppe Vavassori

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Don Poli

Confcooperative, Confesercenti, CNA, FAI e LIA) in rappresentanza di oltre 80.000 imprese del territorio e 310.000 addetti. Ad introdurre i lavori la relazione del presidente Giuseppe Guerini che ha esordito fotografando innanzitutto il contesto in cui le imprese si trovano ad operare. Partendo dai dati diffusi dalla Camera di Commercio che parlano della chiusura di oltre 1500 imprese nel mese di gennaio, ha così illustrato i risultati di un'analisi condotta sul territorio nazionale e lombardo sotto l'aspetto dell'innovazione e della crescita dei sistemi locali, dell'occupazione, dell'andamento demografico e dei flussi migratori. "Restiamo un territorio che ha capacità di tenuta - ha affermato - ma le criticità cominciano ad intensificarsi. Abbiamo necessità che la nostra rappresentanza accompagni le imprese in questa trasformazione. Per esempio, da qui al 2020 avremo una crescita della popolazione rispetto ad altre aree del Paese per l'apporto della popolazione migrante". Di particolare interesse il rilievo che la produzione di PIL segue gli assi autostradali (e per inciso la A4) e che dunque, con le nuove infrastrutture, la produzione si orienterà verso la bassa pianura. Anche se molti saranno i problemi legati alla mobilità. "Nella nostra area ci sono tantissime aree che non hanno un casello autostradale a meno di mezz'ora. Occorre dunque una riflessione su che tipo di attività economica e imprenditoriale dobbiamo mettere in atto". A presentare il primo punto del "Documento Programmatico" è stato il vicepresidente Giorgio Ambrosioni. "Occorre potenziare il confronto col mondo politico e istituzionale - ha ribadito - in un rapporto autono-

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mo e costruttivo per il rilancio delle politiche del territorio. Imprese&Territorio deve diventare sempre più protagonista della propria realtà territoriale ma anche della vita politica e istituzionale, in un'ottica di assunzione di una moderna responsabilità, per contribuire allo sviluppo del tessuto economico e produttivo, attraverso un progetto di sviluppo locale sostenibile". Questo ruolo politico più importante e propositivo di ampio respiro, passerà attraverso il rilancio del sistema fieristico e la promozione delle infrastrutture (aeroporto e viabilità). Da considerare anche la proposta di Confindustria per un progetto che coinvolga i diversi attori interessati. "È un'occasione importante - ha continuato - per metter in evidenza il potenziale che anche noi come Imprese&Territorio possiamo esprimere, soprattutto in relazione all'indagine che si appresta a fare l'OCSE, che noi e la Camera di Commercio abbiamo fortemente voluto". Quindi il coordinatore dei direttori, Stefano Maroni, ha presentato i successivi tre punti del documento. "Secondo punto fondamentale - ha detto Maroni - sono le relazioni e i rapporti con il sistema camerale, l'Università e gli altri interlocutori. Occorre infatti intensificare l'ascolto delle imprese per intercettare e interpretare i bisogni e individuare gli strumenti per risolverli. A fianco del sistema delle PMI in questi ultimi anni c'è sempre stato l'impegno attivo della Camera di Commercio che ha proposto non un modello basato sulla crescita dimensionale, ma assi strategici per lo sviluppo del territorio quali innovazione, internazionalizzazione e formazione, ossia le più note leve per lo sviluppo d'impresa. Possiamo quindi qualificare la Camera di Commercio come


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partner ideale per aiutare gli imprenditori ad affrontare le noi". Mentre Don Poli ha elogiato l'esperienza significativa sfide. Altra cosa importante è il rapporto con il sistema unidi Imprese&Territorio, "un'intuizione interessante sul panoversitario che ci vede promotori di progetti ad hoc in collarama italiano, antesignana di un futuro dove la dimensione borazione propositiva con l'Università in una logica di concollaborativa sarà fondamentale", Beppe Vavassori ha pretinuità, in merito a processi di innovazione tecnologica, cisato che "è in atto in Imprese&Territorio una riflessione ricerca ed esplorazione di nuovi mercati per le PMI. Infine, interessante in cui dobbiamo muoverci: una grave crisi della da non dimenticare è l'impegno per la valorizzazione del terpolitica, non solo etico morale". "Per uscirne - ha detto - è ritorio a 360 gradi con interventi specifici di marketing terfondamentale che le associazioni di categoria, aggregandoritoriale e turismo che coinvolgano tutti gli interlocutori, per si, si trasformino da soggetto intermedio a soggetto proposiindividuare gli strumenti più adeguati ad aiutare le imprese tivo che contribuisca nell'elaborazione di programmi e proa mantenersi competitive sul mercato". getti. Noi da parecchi anni non abbiamo una vera politica Il terzo punto riguarda il mondo del lavoro. "È necessario industriale. Abbiamo una piattaforma produttiva tra le più continuare il confronto coi sindacati - ha continuato Maroni importanti del mondo ma non c'è capacità di fare rete tra i - volto a formulare accordi mirati ad affrontare i temi della sistemi. Bisogna creare competitività, non del territorio, ma drammatica crisi economica in cui sono costrette ad operadei territori della provincia". Sul tema del lavoro, Vavassori re le imprese, guardando da vicino le dinamiche e i nodi ha detto che "è il problema dei problemi": ci sono i terreni e dello sviluppo locale. Pensiamo a proposte di contrattazione le possibilità per affrontare un discorso di politiche indufinalizzate a aumentare la competitività del territorio, rivisistriali nuovo e in maniera diversa, con sperimentazioni protazione degli accordi territoriali su apprendistato e rafforzavinciali ed obiettivi di flex security. mento degli enti bilaterali. Il sistema della bilateralità berDi seguito l'intervento del presidente della Camera di gamasca, che rappresenta un'eccellenza a livello nazionale, Commercio Paolo Malvestiti ha fotografato l'andamento può diventare laboratorio di sperimentazione per l'elaboraeconomico del tessuto produttivo della provincia, composto zione e l'attuazione di politiche di Welfare, avviando interesda oltre 85 mila imprese attive, il 95% delle quali di piccola santi percorsi in tema di politiche attive e passive del lavoro dimensione, con una media di addetti pari a 4,5 unità (2,5 per e di configurazione e gestione territoriale degli ammortizzai settori dell'artigianato e del commercio). "Il 2012 è stato un tori sociali". anno terribile per famiglie e i consumatori, ma pesantissimo L'ultimo, ma non meno importante punto riguarda l'aspetto per le imprese, che non ha permesso di recuperare le perdidel credito, uno dei problemi più sentiti dalle piccole imprete accumulate tra 2011 e 2012, e che complessivamente si se. "Occorre rinvigorire le relazioni col sistema bancario e chiude con una riduzione della produzione del 4,4% nell'increditizio - ha sottolineato - per creare più agevoli possibilidustria e del 7% nell'artigianato manifatturiero. Nove settotà di accesso al credito ed elaborare politiche organiche attraverso la valorizzazione «Le 1550 imprese che hanno chiuso del sistema dei Consorzi Fidi che in questi anni ha avuto un ruolo importantissimo". a Bergamo sono lo spaccato provinciale Maroni ha anche richiamato un recente sondella realtà nazionale che lo scorso daggio di Imprese&Territorio ideato con lo anno ha visto chiudere 365 mila PMI scopo di chiarire quali sono le maggiori diffiChi vive di mercato interno coltà delle imprese bergamasche sul tema del credito. "Per affrontare queste quattro temaè sempre più in difficoltà» tiche - ha detto - la Consulta dei segretari di Imprese&Territorio si è organizzata in 3 gruppi di lavoro coordinati da alcuni direttori a cui parteciri su 18 registrano variazioni negative. Qualche spiraglio lo pano figure apicali di alto livello che ogni organizzazione intravvedono le aziende che esportano, l'estero e le esportaesprime, per elaborare delle soluzioni e supportare il livello zioni sono la nostra ciambella di salvataggio. Tuttavia per politico". produzione, domanda interna e occupazione il pessimismo è Quindi il presidente Guerini ha presentato il nuovo Comitato prevalente". Tra i problemi dell'economia provinciale la di Indirizzo e Consultazione di Imprese&Territorio, compodebolezza del mercato del lavoro, l'aumento della disoccupasto da Laura Vigano, già preside Facoltà di Economia zione e della cassa integrazione, la provvisorietà dei contratdell'Università di Bergamo, Don Francesco Poli della ti, l'accesso al credito sempre più difficile. Quindi Malvestiti Pastorale del Lavoro della Diocesi di Bergamo, impegnata in ha parlato del ruolo della Camera di Commercio quale "cabiquesti anni sul tema del lavoro, e Beppe Vavassori che, per na di regia dell'economia e casa delle imprese, attenta ai fatlungo tempo direttore di CNA, ha visto nascere tori che possono contribuire allo sviluppo delle imprese, Imprese&Territorio. "È importante che realtà così significaquali internazionalizzarne, formazione e innovazione", ma tive come l'Università e la Diocesi siano coinvolte con anche al turismo, chiave dello sviluppo, e alla valorizzazioImprese&Territorio per dare un contributo ad ampio raggio ne delle tipicità locali in sinergia con le diverse realtà del ter- ha detto Guerini -. Si tratta di un mix di contributi molto ritorio. "Sotto questo aspetto la candidatura di Bergamo a diversi, per dare un ampio respiro alle nostre attività sul terCapitale della cultura per il 2019 è un'opportunità da valoritorio. Un grazie ai tre esperti che hanno accettato di metrizzare come occasione di promozione di sviluppo per le tere in gioco le proprie competenze per lavorare insieme a imprese che si occupano di turismo e per tutto l'indotto".

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In chiusura l'intervento del Capo Dipartimento per l'impresa e l'internazionalizzazione del Ministero dello Sviluppo economico, Giuseppe Tripoli, nel suo ruolo di "garante per le micro piccole e medie imprese" e "Mister PMI". Tripoli è partito dalla necessità di aggregazione sul territorio. "È importante, perché in Italia la realtà della piccola impresa non è isolata, ma, a differenza di altri Paesi, si tratta di imprese che vivono in un forte radicamento con il contesto sociale: istituzioni, banche locali, associazioni, chiesa, mondo del lavoro, scuole. Per ripartire occorre proprio un contesto sociale coeso e coerente tra persone che tra di loro collaborano. L'Italia non è più una realtà isolata e bisogna prendere atto di questo fatto. Il valore delle monete, ad esempio, influenzerà in modo direttissimo la capacità delle nostre imprese di esportare. Il nostro futuro perciò si colloca in Europa. Le realtà piccole com'è l'Italia non possono muoversi con efficacia in solitaria in un mondo in cui le leve sono così robuste". "L'importante però - ha aggiunto - è che l'Europa punti su se stessa. Le 1550 imprese che hanno chiuso a Bergamo sono lo spaccato provinciale della realtà nazionale che lo scorso anno ha visto chiudere 365mila imprese. Si pongono una serie di questioni. La prima domanda è: perché hanno chiuso? Perché si è prosciugato il bacino della domanda interna: chi vive di mercato interno è in difficoltà pazzesca. La seconda domanda è: se si prosciuga il nostro bacino di imprese, quando ci sarà la ripresa, con che cosa l'agganceremo?" Secondo Tripoli dunque l'Europa deve introdurre strumenti di investimento su se stessa per progetti di ricerca, di internazionalizzazione che consentano una ripartenza della domanda interna. Altrimenti sarà più difficile uscirne fuori. "È la terza grande fase economica che viviamo dal dopoguerra. La prima fase è stata la deruralizzazione del dopoguerra, con la crescita delle città, la seconda fase, negli anni 70, è stata la crisi della grande industria, che ha fatto nascere la piccola impresa. Oggi con la terza fase l'estero incide

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profondamente sui contesti locali. Le imprese che possono farcela vanno verso l'estero. È una trasformazione che cambierà radicalmente il nostro sistema imprenditoriale. Ecco perché l'Europa è importante, perché deve consentire che questa trasformazione avvenga. Con investimenti su se stessa, perché se non ci crede l'Europa, chi deve crederci?" Quindi ha parlato dello Small Business Act (pensare prima al piccolo) e dello Statuto delle imprese, varato 1 anno fa, ad opera di alcuni parlamentari. "Sono 2 pivot forti su cui si è agganciato un cambio della politica europea e italiana. Un cambio verso una maggiore attenzione alle PMI. SBA e Statuto - ha continuato - hanno generato una serie di iniziative per ridurre i costi del fare impresa su varie tematiche quali l'energia (che pesa con differenziale del 30% rispetto a francesi e tedeschi) e la semplificazione. Se lo Stato non può darci aiuto almeno ci tolga dei pesi". Altri temi sono quello del peso del fisco che deve essere alleggerito e delle risorse umane. "Oggi c'è un'agenda stabilita per le Pmi consegnata entro il 28 febbraio nelle mani del presidente del Consiglio. Si devono scegliere alcune cose e si devono fare nel più breve periodo". Tripoli ha quindi lanciato un invito alle piccole imprese. "Il mondo che abbiamo descritto è un mondo in cui la piccola impresa che si muove da sola non può farcela. Oggi la Cina ce l'abbiamo qui, così l'india. Se i nostri prodotti hanno capacità di essere presenti in quei mercati non possiamo andare da soli. Il grande invito è quello di mettersi insieme. Lavorare insieme su progetti e programmi condivisi". In ultimo un accenno al nuovo programma europeo sull'imprenditorialità. "Qual è la radice - si è chiesto - perché ci sia una società ricca di piccole imprese? Sono tre temi: educazione all'imprenditorialità, eliminazione delle barriere, attenzione ad alcune categorie particolari su cui la possibilità di crescere è maggiore: donne, giovani e immigrati. Sono le cose da fare e che stiamo facendo. In sintesi serve maggiore attenzione da parte di chi fa le leggi a fare tutto e rapidamente".


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Alessandra Melchioni Negretti segretario generale e spin off dell'Associazione: «Cerchiamo d'individuare ed ottenere i fondi disponibili concessi dall’Unione Europea con un’opera di collegamento tra aziende internazionali del territorio e Istituzioni»

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«New Deal»

«BERGAMO SMART CITY AND COMMUNITY» UNO SGUARDO AL FUTURO LA NEONATA ASSOCIAZIONE - VOLUTA DA COMUNE DI BERGAMO CURIA DIOCESANA, KILOMETRO ROSSO, FASE E FONDAZIONE COMUNITÀ BERGAMASCA - HA COME FINE LO SVILUPPO INTELLIGENTE DELLA CITTÀ DEI MILLE

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osa vuol dire essere una "Smart City"? Questo nuovo termine, derivato dalla globalizzazione, è salito alle cronache specialmente in ambito ambientale. Tuttavia, essere una città intelligente coinvolge in realtà diversi ambiti. Stiamo parlando di una sfida in ambito non solo ecologico, ma anche tecnologico, economico, culturale, turistico e sociale che proprio Bergamo si appresta ad affrontare nei prossimi anni. Gli attori protagonisti? Dal primo di febbraio a dare ufficialmente vita alla nuova Associazione "Bergamo Smart City and Community" sono stati cinque soci guidati dalla lungimiranza: il Comune di Bergamo, la Curia Diocesana, il Kilometro Rosso, FaSe e la Fondazione Comunità Bergamasca. Ne abbiamo parlato con il segretario generale e spin off dell'Associazione, Alessandra Melchioni Negretti, che ci ha illustrato gli scopi dell'intesa e le finalità - a medio e lungo termine - della stessa. "L'Associazione è senza fini di lucro e si propone di formulare proposte e progetti per lo sviluppo intelligente della città e non solo, facilitando il processo di trasformazione tecnologica indispensabile per rendere Bergamo ancora più "smart". Cerchiamo di ottenere i fondi disponibili concessi dall'Unione Europea mettendo in rete multinazionali, aziende del territorio ed Istituzioni utilizzando anche lo strumento del pre-pocurement. Attualmente Bergamo è in endorsement su cinque progetti presentati al Miur sul bando Smart Cities (PON Centro - Nord), il più importante dei quali riguardante la sanità, che vede la nostra città capofila. A lungo termine, invece, ci stiamo muovendo per costruire una nuova visione di città, e promuovere, sotto la governance del Comune di Bergamo, progetti e network per concorrere ai finanziamenti che verranno erogati sul prossimo Programma Europeo "Horizon 2020", che raggrupperà le linee programmatiche della UE in tema Smart City in un unico quadro di riferimento, per facilitare la trasformazione delle nuove cono-

scenze scientifiche in prodotti e servizi innovativi". Cosa è, dunque, una città intelligente? "E' una città che vuole affrontare la sfida imposta da un mondo senza confini in termini di competitività e di sviluppo sostenibile. Una città che punta alla diffusione della conoscenza e della cultura, all'utilizzo della tecnologia, alla creatività, alla libertà e mobilità, alla qualità dell'ambiente naturale. In altre parole, valorizza le migliori risorse del territorio per metterle in rete al servizio della comunità e migliorare in ultima analisi la qualità della vita dei cittadini". Quali sono gli obbiettivi che l'Associazione si propone? "Il trasferimento tecnologico, l'efficientamento energetico, l'info-mobilità, la sanità, gli open data e le tecniche di comunicazione sono fra gli obbiettivi principali di "Bergamo Smart City and Community" che, specificamente, ha come fine quello di promuovere la collaborazione fra il Comune di Bergamo, il tessuto sociale, culturale ed economico-imprenditoriale locale, con il mondo della ricerca, al fine di migliorare la qualità della vita dei cittadini." Come si perseguono e realizzano simili aspettative? "Promuovendo il territorio a livello nazionale ed internazionale attraverso l'eccellenza tecnologica, creando un network di comuni bergamaschi impegnati sugli stessi obiettivi per garantire un ingresso più semplice al mercato e all'innovazione tecnologica. E ancora, sostenendo l'imprenditoria locale e le start-up, mettendo le città - senza alcun isolamento ma stimolando il contatto tra i territori - e la loro sostenibilità al centro di ogni processo innovativo: è questa la strada scelta dai cinque soci fondatori per portare beneficio all'intera comunità bergamasca".

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«Ho scelto BiG TLC perché UNIGAS persegue un modello di crescita centrato sull’utilizzo delle più efficienti e innovative tecnologie come la rete in fibra ottica»

ANTONIO PEZZOTTA Presidente Consiglio di Amministrazione UNIGAS S.r.l.


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BiG TLC l’unico operatore Internet e Voip totalmente made in Bergamo

BiG TLC è: • Fibra ottica, Wireless, xDSL • Banda da 6 Mbps a 1 Gbps • Banda simmetrica • Banda garantita • VoIP • Soluzioni personalizzate • Assistenza tecnica dedicata da Bergamo

www.bigtlc.it


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Largo Belotti

MADE IN BERGAMO TORNA IL SEGNO PIÙ CRESCE DELLO 0,6% NELL’INDUSTRIA E DELL’1,9% NELL’ARTIGIANATO LA PRODUZIONE MANIFATTURIERA NEL QUARTO TRIMESTRE DEL 2012 MA SU BASE ANNUA I DATI RIMANGONO NEGATIVI «NON SIAMO ANCORA DI FRONTE - SECONDO L’ENTE CAMERALE A UNA RIPRESA IN GRADO DI RISOLLEVARE DUREVOLMENTE L’ECONOMIA E DI SOSTENERNE LA CRESCITA»

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l dato più importante dell'indagine congiunturale per Bergamo è senza dubbio la crescita nell'ultimo trimestre dell'anno della produzione manifatturiera nell'industria e nell'artigianato", lo sottolinea il presidente della Camera di Commercio, Paolo

Malvestiti, commentando i dati economici del quarto trimestre 2012 per la provincia di Bergamo. INDUSTRIA. Secondo l'analisi dell'ente camerale dopo cinque trimestri consecutivi in negativo, gli ultimi tre mesi del

2012 vedono spuntare per l'industria bergamasca un dato congiunturale positivo (+0,6%). La distanza dai livelli di un anno fa (-1,1%) si assottiglia significativamente. "Si tratta, - continua il presidente dell'ente camerale - per l'industria, del primo segno positivo dopo cinque tri-

VARIAZIONE ANNUA DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE 2012/2011

Sondrio

-1,7

Mantova

-2,2

Como

-2,2

Cremona

-2,5

Varese

-3,2

Milano

-3,4

Lecco

-3,6

LOMBARDIA

-3,7

Monza

-4,0

Pavia Brescia

-4,4

BERGAMO

-4,4

Lodi

20

-4,2

-5,1

La produzione in media d'anno è scesa a Bergamo del 4,4 per cento. La flessione nelle province industrialmente più rilevanti - Bergamo e Brescia - ha determinato una flessione significativa del dato medio regionale (-3,7%).


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mestri consecutivi negativi. Non possiamo parlare di ripresa - anche perché ben altri sono i numeri necessari a recuperare i livelli perduti in questi anni- ma la caduta del ciclo produttivo si è interrotta. E' possibile che Bergamo, così come la Lombardia, sia riuscita a incrociare la risalita della domanda estera, soprattutto in aree extra europee, e per questa via a superare il punto di minima dell'attuale recessione". Il 2012 è stato un anno pesante per l'industria: la perdita di produzione nell'intero anno è stata del 4,4%. Si chiude con un recupero del ciclo produttivo che, per quanto debole e insufficiente a riassorbire la capacità persa nell'arco degli ultimi 5 anni, avvicina la pro-

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spettiva di una ripresa nel corso del 2013. Siamo in presenza di un primo segnale di miglioramento del ciclo produttivo. Il recupero dei livelli perduti nel "secondo tempo" della recessione (tra il terzo trimestre 2011 e il terzo trimestre 2012) e il riassorbimento almeno parziale della capacità produttiva crollata nel 2008/2009 richiedono un'accelerazione e uno slancio ben più intensi, oltre che un contesto finanziario ed europeo più favorevole. Ma certo la caduta si è fermata e il miglioramento delle prospettive nei settori che beneficiano dell'unica componente dinamica della domanda - quella estera - sta sostenendo una parte significativa della filiera industriale di Bergamo

e dell'intera regione. La svolta del ciclo industriale è confermata dai risultati del fatturato che cresce sensibilmente nel trimestre (+2,1 %) e si attenua (al -0,3%) la distanza rispetto ai livelli di un anno fa. La dinamica congiunturale è positiva anche per le vendite sul mercato interno (+1,4%). Il fatturato estero è in ulteriore crescita (+2%), con risultati importanti soprattutto da parte della meccanica. Minor coerenza con il quadro fin qui descritto si riscontra nel dato provinciale relativo agli ordinativi acquisiti nell'ultima parte dell'anno. L'andamento degli ordini totali, espresso in termini di numero di giorni di produzione equivalenti alle nuove commesse del trimestre, è oscil-

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zionale - sia stato raggiunto, al prezzo di un'espulsione dal mercato delle imprese più deboli, tuttora in corso, e grazie ad un recupero di competitività da parte delle imprese in grado di sfruttare la tenuta del commercio internazionale, soprattutto nell'area extra europea.

lante da diverso tempo per Bergamo e l'ultimo dato ripiega a 44,4 in contrasto con il rialzo avvertibile nel dato medio regionale. Migliore, rispetto alla media regionale, la tenuta dell'occupazione industriale di Bergamo sia nel caso della variazione destagionalizzata che nel dato grezzo. Complessivamente nell'anno 2012, gli addetti delle industrie intervistate sono diminuiti a Bergamo (-1,2 %) più che nella media regionale (-0,9%). Le previsioni delle imprese industriali mostrano timidi segnali di attenuazione

del pessimismo. Per produzione, occupazione e domanda interna le attese negative sono sempre prevalenti ma nell'ultimo trimestre la quota di chi le prevede in calo si riduce lievemente. Per la domanda estera le aspettative di crescita prevalgono su quelle di diminuzione, anche in questo caso con lieve rialzo. E' possibile che il fondo di una recessione - meno intensa del drammatico periodo 2008/2009 ma più influente in negativo sulle aspettative per la sua estenuante continuità con la crisi finanziaria interna-

ARTIGIANATO. Anche l'artigianato manifatturiero è in recupero. La produzione dell'artigianato di Bergamo registra un segno congiunturale positivo (+1,9%) e un'attenuazione della dinamica tendenziale (-3,1%) - risultati che non trovano però riscontro nei più affidabili dati medi regionali, ancora marcatamente negativi -, ma la distanza dai livelli pre-crisi resta irrecuperabile. Si deve anche ricordare che le aziende artigiane manifatturiere si sono ridotte a Bergamo da 9.100 nel 2008 a 7.500 nel 2012. L'andamento del fatturato è negativo nel trimestre (-0,9% dopo il -1% nel terzo trimestre), in relativo recupero nel confronto su base annua (-3,7% dopo il precedente -7,5). Ottima la crescita del fatturato estero delle aziende meccaniche. Gli ordini dall'estero sono per l'artigianato in progresso nel trimestre, grazie soprattutto a meccanica e gomma-plastica, e in recupero gli ordini dal mercato nazionale, specialmente per tessile e alimentare. Gli addetti nel trimestre diminuiscono (-1,5% corrispondente

PRODUZIONE ARTIGIANATO 4° TRIMESTRE 2012 VARIAZIONE

ANNUA

CORRETTA

PER

Pavia

-3,1

Sondrio

-3,1 -3,8

Como -4,9

Monza -5,6

Cremona

-6,0

Lecco

-6,4

Brescia

-6,8

Varese BERGAMO

-7,6

LOMBARDIA

-7,9

Milano

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GIORNI

-1,6

Lodi

Mantova

I

-8,3 -11,0

LAVORATIVI

I risultati dell'artigianato manifatturiero di Bergamo nell'ultimo trimestre sono nettamente migliori rispetto alla media regionale. Nella media dell'anno tuttavia la produzione è calata del 7%, in misura del tutto simile al dato medio lombardo (-7,3%).


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a un tasso destagionalizzato del -0,8%) a saldo di un tasso d'ingresso di 1,7% e di un tasso di uscita del 3,2%. Nell'artigianato manifatturiero l'utilizzo della Cassa Integrazione è in leggero calo. Le aspettative vedono prevalere segnalazioni negative per produzione e domanda interna e, solo meno intense, anche per occupazione e domanda estera. COMMERCIO E SERVIZI. Le difficoltà sul versante occupazionale e la compressione del potere d'acquisto e del reddito disponibile deprimono i consumi. Il commercio al dettaglio continua a risentirne pesantemente: il giro d'affari è ulteriormente calato nel quarto trimestre 2012 (7,4% su base annua), con flessione a due cifre nel non alimentare (-11,6%), variazione negativa e in peggioramento nell'alimentare (-8,1%) e calo del fatturato anche nel commercio non specializzato (-3,3%). Il 55,6% (rispetto al 59,3% nello scorso trimestre) del campione provinciale registra un calo tendenziale degli ordini ai fornitori e il saldo percentuale complessivo si conferma negativo: -48,2% (rispetto al -62,8% nello scorso trimestre). I prezzi sono segnalati in lievissimo aumento nel trimestre sia a Bergamo (+0,1%) che in Lombardia (+0,2%). Per quanto riguarda le prospettive per il trimestre successivo, il saldo tra segnalazioni di segno opposto (aumento-diminuzione) è ancora negativo e in peggioramento sia per il volume d'affari che per l'occupazione. Nell'edilizia il giro d'affari resta molto negativo (-6,7%) anche se non in peggioramento. Nei servizi osserviamo un risultato positivo nell'informatica e telecomunicazioni ma flessioni, in alcuni casi in relativo miglioramento, nei restanti settori. Nel complesso l'insieme del terziario segna una flessione su base annua del 5%, in ridimensionamento rispetto alle più pesanti perdite dei due trimestri precedenti. CONCLUSIONI. Non siamo ancora di fronte ad una ripresa in grado di risollevare durevolmente l'economia e di sostenerne la crescita: i problemi della finanza e la stretta del credito, i vincoli europei sulle politiche fiscali e le prospettive di crescita debole anche nelle aree più dinamiche del mondo frenano l'evoluzione del ciclo economico nazionale e locale. Né possiamo parlare di ripresa finché il mercato del lavoro resta in una situazione critica. Nell'ultimo trimestre del 2012 gli addetti dell'industria registrano un calo contenuto e inferiore alle medie del periodo, ma la Cassa integrazione è tornata a crescere e le piccole imprese (dell'artigianato, dell'edilizia, del commercio e dei servizi) perdono addetti. Il livello complessivo degli occupati in provincia è in calo e l'area della disoccupazione è fortemente cresciuta.

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«El purtava i scarp de tennis»

RINNOVO PERMESSO DI SOGGIORNO ANCHE CON CONDANNA ACCOLTO IL RICORSO DI UN OPERAIO SENEGALESE. PER NEGARE IL RINNOVO NON È SUFFICIENTE UNA CONDANNA A 10 MESI DI CARCERE, MA BISOGNA ACCERTARE L’EFFETTIVA SUSSISTENZA DI COMPORTAMENTI SOCIALMENTE PERICOLOSI

N

on basta una condanna a 10 mesi per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio e per resistenza a pubblico ufficiale per negare il rinnovo di un permesso di soggiorno ad un cittadino straniero. Il caso riguardo un uomo di origine senegalese, 35 anni d'età, che l'estate scorsa sulla base della condanna si è visto negato da parte del questore il rinnovo del permesso di soggiorno. L'operaio immigrato, assistito dall'avvocato Antonio Cesarini, ha presentato ricorso al Tar di Brescia contro la Questura di Bergamo. Inattesa e rivoluzionaria la sentenza del 30 gennaio scorso, che potrebbe creare un precedente, visto che i giudici della seconda sezione, presieduta da Giorgio Calderoni, invece di respingere hanno accolto il ricorso dell'immigrato. La motivazione è squisitamente tecnica. Dispone infatti l'art. 5, comma 5, del d.lgs. 286/1998 che il permesso di soggiorno o il suo rinnovo sono negati quando vengano a mancare i requisiti per l'ingresso e il soggiorno. L'art. 4, comma 3, nel precisare i requisiti richiesti, esclude che possa essere ammesso (tra le altre ipotesi) lo straniero che risulti condannato per alcuni reati tra cui quelli "inerenti...la libertà sessuale" o lo spaccio di stupefacenti o l'induzione alla prostituzione o il favo-

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reggiamento dell'immigrazione clandestina o altri ancora. Per essere ancora più precisi il permesso di soggiorno è revocato, ovvero il rinnovo dello stesso è rifiutato quando vengano a mancare i requisiti richiesti per l'ingresso e il soggiorno nel territorio dello Stato. I requisiti per l'ottenimento del permesso di soggiorno, infatti, sono sempre i

medesimi, sia che si tratti di prima richiesta del permesso che di rinnovo dello stesso; dal che consegue che la condanna per reati inerenti gli stupefacenti, come è ostativa per l'ingresso nel territorio dello Stato e la concessione del permesso di soggiorno, ugualmente preclude la possibilità di ottenere il rinnovo dello stesso. Una garanzia a tutela della sicurezza pubblica e dello Stato. Ma nel caso specifico prende piede una rimeditazione della Corte costituzionale fondata sulla regina nella gerarchia delle leggi, la

Costituzione. Un decreto legge del 2009 stabilisce che "non possono essere ammessi alla procedura di emersione i lavoratori extracomunitari condannati (...)" anche per detenzione di stupefacenti. Il caso è stato applicato dal Tar di Brescia a Mamadiu Marie Samb, che richiama il diritto fondamentale all'uguaglianza davanti alla legge e negare la regolarizzazione dello straniero condannato non lo viola, a patto che la scelta sia "il risultato di un ragionevole e proporzionato bilanciamento degli interessi, soprattutto quando sia suscettibile di incidere sul godimento dei diritti fondamentali". Di cui, ricorda la Consulta, "è titolare anche lo straniero extracomunitario, perché la sua condizione giuridica non deve essere considerata causa di trattamenti diversificati e peggiorativi" e che "le presunzioni assolute violano il principio di uguaglianza se sono arbitrarie e irrazionali, cioè se non rispondono a dati di esperienza generalizzati". Nel caso di rinnovo del permesso di soggiorno richiesto dallo straniero che abbia commesso reati ostativi, l'esistenza di precedenti condanne penali non può essere, di per sé, motivo automatico di diniego ma l'autorità - nella valutazione della pericolosità sociale del soggetto - dovrà tenere debitamente in conto una serie di ulteriori elementi quali la durata del soggiorno in Italia, il radicamento sociale e familiare.


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SEDE DI BERGAMO Via Casalino n. 17 - 24121 Bergamo (BG) Tel. +39 035 211171 - E-mail: sam@sam.it www.sam.it

FILIALE DI BONATE SOTTO Via Papa Giovanni XXIII n. 6 24040 Bonate Sotto (BG) Tel. +39 035 4942224 E-mail: bonate@sam.it

FILIALE DI AMBIVERE Via Dante Alighieri n. 21 24030 Ambivere (BG) Tel. +39 035 4946134 E-mail: ambivere@sam.it

FILIALE DI URGNANO Via Piave n. 113 24059 Urgnano (BG) Tel. +39 035 891669 E-mail: urgnano@sam.it

SUBAGENZIA DI ALZANO LOMBARDO MIRKO BURINI Via Roma n. 7 - 24022 Tel. e Fax +39 035 516515 E-mail: alzano@sam.it

SUBAGENZIA DI GAZZANIGA PEZZOLI UMBERTO WALTER Via Teruzzi n. 6 Tel. +39 035 738401 E-mail: gazzaniga@sam.it

SUBAGENZIA DI COSTA VOLPINO JURI PIETROBONI Via Nazionale n. 259 Tel. +39 035 971054 E-mail: costavolpino@sam.it

SUBAGENZIA DI SELVINO STUDIO RATTI C.so Monte Rosa n. 20 Tel. +39 035 764088 E-mail: selvino@sam.it

SUBAGENZIA DI OLTRE IL COLLE MEDA MARIA LUISA - MAURIZIO PAOLO Via Roma n. 626 Tel. +39 0345 95390 E-mail: oltreilcolle@sam.it


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«Metà meccanici»

CONFINDUSTRIA BG NON PASSA LA FIOM UFFICIALE LA LINEA DURA DI VIA CAMOZZI. IL RAPPORTO 2013 SULLE RELAZIONI SINDACALI METTE NERO SU BIANCO LA SOSPENSIONE DEI RAPPORTI DI SEGRETERIA E LA DISAPPLICAZIONE DEGLI EFFETTI DI TUTTE LE INTESE TERRITORIALI

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ra crollo delle assunzioni, esodo dei precari e crescita degli ammortizzatori sociali, è sempre il braccio di ferro con la Fiom Cgil a contraddistinguere le relazioni sindacali della Confindustria Bergamo, più che mai nido di falchi come vuole la tradizione. Viceversa, le tute blu della Cgil non sono più quelle di una volta e questa evidente difficoltà si moltiplica in maniera esponenziale nella provincia più Cisl d'Italia, la nostra. Una situazione ben descritta dal nuovo Rapporto sulle relazioni industriali, con-

sueto studio di Via Camozzi commissionato alla SRI Bocconi. Nel 2012 sono rimaste operative sia la sospensione dei rapporti di segreteria nei confronti della Fiom, disposta per decisione di Mazzoleni dal 20 luglio 2011; sia la disapplicazione degli effetti di tutte le intese sindacali territoriali; due aspetti scritti nero su bianco, come se queste scelte fossero la cosa più naturale de3l mondo e leggendo il testo della ricerca, sembra di capire che questo orientamento sia dovuto anche a una "valutazione associativa". Fatto sta che la territoriale di Bergamo è una delle poche, o forse l'unica, ad avere dato "integrale applicazione - recita il Rapporto - alle linee d'indirizzo diffuse da Federmeccanica con circolare del 13 dicembre 2011" sulle agibilità sindacali della Fiom, esclusa in quanto non firmataria delle successi-

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ve intese nazionali. Il culmine di questa linea lo si è visto alla Brembo, che ha vietato l'ingresso al segretario provinciale Eugenio Borella e l'ha avuta vinta. Nel senso che una parte dei lavoratori si è spostata fuori dai cancelli, per ascoltare Borella; e che ci sono state 2 ore di sciopero per quattro settimane consecutive, ma ognuno potrà giudicare chi ha vinto e chi ha perso in questa partita. Linea dura, insomma. Se c'è stata qualche apertura, per la Confindustria è dovuto soltanto agli accordi aziendali degli anni scorsi precisa la ricerca - ma questa fase morbida dovrebbe venire superata se la Fiom non dovesse firmare i prossimi accordi aziendali, riproducendo quindi il modello di relazioni vigente Fiat: se non firmi, non esisti. A carte ribaltate, significa che Borella alla Brembo dovrà accettare un accordo del tipo Fim-Uilm, pena la sparizione dalle bacheche. Che il sindacato dei metalmeccanici Cgil sia nell'angolo, lo si vede da altri due elementi: il mancato rinnovo della Rsu alla TenarisDalmine, scadute da anni; e i voti raccolti dalla Fiom nelle votazioni sulla "carta dei diritti", diffusi mercoledì 30 gennaio, da cui emerge come siano pochissime le realtà in cui le schede arrivano al 50% dei lavoratori. Anche qui vanno fatti dei distinguo però, se lo strappo non si ricucirà, automaticamente la Fiom perderà la maggioranza conquistata alla Dalmine, visto che un terzo dei delegati viene assegnato con criteri solidaristici, ma tra i soli sindacati firmatari del CCNL. Quanto alla "Carta dei diritti" della Fiom, alcune fabbriche le hanno tributato un vero e proprio plebiscito: alla Same Deutz Fahr, per esempio, la piattaforma Fim Uilm raccoglie il 10% circa dei consensi su 1.300 addetti. Idem alla Lovato Electric, con 20 dipendenti su 247 che hanno approvato la piattaforma in vigore. Inconvenienti della democrazia, li potrebbe chiamare qualcuno, però mettendosi nei panni della Fiom, più che democrazia sembra un patto leonino. Ce n'è abbastanza per trarne la morale del falco, che non fa mai a metà con nessuno e ha il nido al 70 di via Camozzi. Una cosa però dobbiamo dirla: finora, a differenza della Fiat, nessuna azienda del territorio ha trattenuto i contributi sindacali e i versamenti dei tesserati Fiom continuano regolarmente. Fino a quando, non si sa.


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di Livio Casanova

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Doppia e tripla fila

I PARCHEGGI SELVAGGI AI «VECCHI» OSPEDALI RIUNITI L’ARTE DI ARRANGIARSI TUTTA BERGAMASCA SU FACEBOOK C’È LA COMUNITÀ «DICHIARAZIONE D’AMORE PER IL PARCHEGGIO DEGLI OSPEDALI RIUNITI DI BERGAMO» CON UNA SERIE DI IMMAGINI CHE RACCONTANO «L'ANTROPOLOGIA DEL PARCHEGGIO» ALL’INTERNO DELLA STRUTTURA IN LARGO BAROZZI

G

ià il nome, di per sé, è suggestivo: "Dichiarazione d'Amore per il Parcheggio degli Ospedali Riuniti di Bergamo". Spesso si leggono dichiarazioni d'amore appassionate e incondizionate di mariti nei confronti delle mogli, a volte di persone sposate verso l'amante. Si vedono anche commoventi manifestazioni d'affetto di donne per gli animali domestici ma mai slanci amorosi indirizzati ad un parcheggio. Di cosa si tratta? Di una delle tante comunità nate su Facebook. La particolarità? L'oggetto d'amore: un

parcheggio. Più precisamente il parcheggio interno dei vecchi Riuniti in Largo Barozzi prima del trasloco alla Trucca. In due righe si riassumere il senso della comunità: "Raccolta di fotografie e pensieri che raccontino l'antropologia "parcheggiatoria" di lavoratori, utenti e abusivi degli Ospedali Riuniti di Bergamo". Un album fotografico che testimonia gli usi e i costumi di infermieri, medici ma anche visitatori alle prese con l'annoso e quotidiano problema dei parcheggi. Molti ricorderanno la fatidica sbarra agli ingressi, spartiac-

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que tra due mondi. Fuori, costeggiando le piscine Italcementi, i parcheggi a pagamento dove a farsi concorrenza erano i lavoratori di una cooperativa, per conto dell'ATB, e i parcheggiatori "abusivi". Dentro, all'interno dell'ospedale, l'arte di arrangiarsi e di trovare mille ed una idea per lasciare (gratis) l'auto. Non si può fare a meno di sorridere e di rimanere increduli di fronte a tanta creatività. Proverbiale, dei bergamaschi, è sempre stata l'operosità ma scorrendo le foto non hanno nulla da invidiare all'arte di arrangiarsi dei napoletani. Frequenti e ripetute con qualche variazione sul tema, all'interno dei vecchi Riuniti, scene come quelle illustrate nelle fotografie corredate da laconiche didascalie. Ammirevole l'intento e la missione della comunità: "favorire l'educazione al consumo di suolo pubblico di chi frequenta questa Azienda Ospedaliera". A guardare la foto però, se l'educazione civica è alla base delle regole che regolano i rapporti tra automobilisti, di strada (per rimanere in tema) ne rimane ancora tanta da fare. La prima foto caricata, in ordine di tempo, immortala una Fiat 500 che occupa due posti auto. "Neanche il Direttore Generale" è il commento di Pietro Brambillasca. Tre foto, una accanto all'altra, testimoniano invece la maestria nell'occupare le aree di sosta. Perchè? Sono state "caricate le fotografie pertinenti le abilità di stacco laterale atte a consumare la maggior quantità di suolo possibile!!". Non mancano immagini con auto in doppia fila perché "la doppia fila è un Must", auto parcheggiate all'ingresso di qualche reparto con "la conquista del divieto di sosta" e auto in terza fila "solo perché una quarta non ci sta". Sarcastici i commenti. Grazia Pozzi si domanda "ma quello in mezzo come esce?" riferendosi ad una auto completamente bloccata da due vetture parcheggiate (una davanti e una dietro). Risponde il Brambillasca di cui sopra: "deve chiamare 10 persone, che devono interrompere 10 lavori e aspettare le altre 9 che spostano la macchina per riarrangiare il puzzle... fino alla chiamata dopo". Spazio anche alla testimonianza reale di Mara Cazzaniga che racconta come "A me, illo tempore, è capitato. Ci sono volute 4 telefonate e circa 20 minuti di attesa. Non mi manca affatto!!". Emblematico anche il groviglio di auto in sosta, degno dell'inflessibilità e del rigore morale del solerte vigile Otello Celletti alias Alberto Sordi. E poi, per chiudere, l'appello finale rivolto a tutti: "Pubblicate, anche via cellulare, tutte le fantastiche avventure di parcheggio che vi capita di incontrare nella vostra favolosa esperienza quotidiana al volante dentro l'ospedale... in vista della magnifica e promettente situazione che si prospetta all'impianto della Trucca". Al contrario della profezia dei Maya sulla definitiva distruzione della vita terrena, prevista per la fine 2012, le previsioni della comunità "Dichiarazione d'Amore per il Parcheggio degli Ospedali Riuniti di Bergamo" si sono puntualmente avverate.

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«Furbetti»

TIMBRAVA IL CARTELLINO MA ANDAVA IN GIRO CONDANNATO EX FUNZIONARIO CRI LA GAZZETTA DI PARMA.IT RIPORTA LA VICENDA DI UN ALTO DIRIGENTE DELLA CROCE ROSSA ITALIANA ORIGINARIO DI CLUSONE MA RESIDENTE A COLORNO CHE TIMBRAVA IL CARTELLINO E POI ANDAVA PER NEGOZI CONDANNATO AD 1 ANNO E 6 MESI PER TRUFFA

P

ietro Lefter Ruccio, 67enne di origine bergamasca, è stato condannato a 1 anno e 6 mesi per truffa ai danni della Croce Rossa italiana. Il pm Vicini aveva chiesto 3 anni. L'imputato, ex tenente della Cri militare, fino al 2005 è stato al vertice della Cri provinciale. Poi era subentrata un'altra dirigente che gli aveva dato incarichi come funzionario amministrativo del comitato. Ma lui secondo l'accusa - non li aveva riconosciuti e aveva continuato la "vita" di prima. La vicenda per cui è stato denunciato risale al periodo tra il 2006 e il 2008: l'uomo è accusato di aver timbrato il cartellino alle 9 di mattina e di uscire poi per motivi diversi da quelli di lavoro, con un danno di 37 mila euro allo Stato. Partita la denuncia, i Nas lo avevano seguito per una settimana scoprendo che andava dal fruttivendolo, a comprare il pane, e ad accompagnare la moglie. Sempre con la paletta della Cri e la placca in cuoio con il simbolo del Ministero della Difesa e della Cri. La sua difesa ha sempre sostenuto che essendo qualificato come dirigente andava fuori per lavoro. La Cri si è costituita parte civile in separata sede. E dopo tre anni e mezzo dalla prima udienza nell'ottobre 2009, diversi rinvii per impedimenti dell'imputato e dei difensori, e 14 udienze, è arrivata la condanna a 1 anno e 6 mesi per truffa ai danni della Cri. Condanna sospesa in quanto incensurato e pagamento dei danni, alla parte civile, che si è costituita tramite l'avvocatura di Stato.

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Esedra è il rivoluzionario e completo sistema per serramenti in alluminio facile da applicare e capace di risolvere con stile qualsiasi esigenza architettonica e d’arredo. Prodotti in svariate forme, dimensioni e finiture, i serramenti Esedra sono adatti a tutte le esigenze costruttive residenziali, commerciali e industriali. L’alluminio rende gli infissi Esedra durevoli nel tempo, indeformabili e completamente riciclabili senza alcun danno per l’ambiente. Inoltre le nuove tecnologie applicate al taglio termico e al vetro permettono ad Esedra il raggiungimento di bassissimi valori di trasmittanza permettendo all’utilizzatore un notevole risparmio energetico. La nuova serie HT 54-62 è stata infatti studiata per spingersi al di sotto del valore di trasmittanza 1,6 W/m2 K, parametro di riferimento nazionale per poter usufruire degli sgravi fiscali (contributo del 55%) per le spese sostenute nell’adeguamento della casa in materia di risparmio energetico. La nuova serie HT 54-62 e tutti gli altri sistemi Esedra sono certificati (PERMEABILITÀ DELL’ARIA, TENUTA ALL’ACQUA E RESISTENZA AL CARICO DEL VENTO) e mercati CE (UNI EN 14351-1). L’innovativo sistema HT 54-62 e le altre serie Esedra sono vendute in Italia da Agnelli Metalli di Lallio (BG), e dalle filiali di Rosignano (LI) e Oristano. In Europa dall’Agnelli Metalli Poland di Katowice.


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di Livio Casanova «Sesso & Dintorni»

LUI: «HO LA PARTITA DI CALCETTO» LEI: «VADO A CENA CON LE AMICHE» SONO LE SCUSE DEI BERGAMASCHI IN FATTO DI SCAPPATELLE E TRADIMENTI. LO RIVELA IL SITO WWW.GLEEDEN.COM CHE HA STUDIATO I PRETESTI USATI PER SFUGGIRE A MARITI E MOGLI

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l calcio, inteso come il minerale presente nel latte e nei suoi derivati, fa bene alla formazione della struttura ossea. Il calcio, inteso come la pratica sportiva che coinvolge milioni di appassionati fa male, se non altro all'amore di coppia. Lo aveva già teorizzato parecchi anni fa Rita Pavone, quando scalmanata cantava: "Perché perché la domenica mi lasci sempre sola per andare a vedere la partita di pallone perché perché una volta non ci porti anche me". E insinuava un dubbio amletico: "Chissà, chissà se davvero vai a vedere la tua squadra o se invece tu mi lasci con la scusa del pallone chissà, chissà se mi dici una bugia o la verità". Secondo il sito www.Gleeden.com, il primo dedicato agli incontri extraconiugali con 1.500.000 iscritti in tutto il mondo, la bugia più utilizzata dagli uomini bergamaschi per un incontro con il proprio amante è il calcio. Per la precisione la partita di calcetto con gli amici. E' l'alibi più gettonato dal 39% dei maschietti orobici mentre per il 32% delle donne la scusa più usata è la cenetta con le amiche del cuore. Nel repertorio delle bugie più utilizzate da bergamaschi e bergamasche per tradire il proprio marito o la propria moglie c'è anche l'improvvisa riunione di lavoro o la necessità di prendersi qualche ora per fare un po' di shopping. Il sito che vanta garanzie come "discrezione totale" e "100% di utenti reali", indica Bergamo come la provincia che in percentuale ha registrato il più alto incremento di iscritti. Nonostante Milano sia la provincia lombarda con il più alto numero di iscritti -con 60mila fedifraghi in cerca di avventure mordi e fuggi- in terra orobica le iscrizioni sono quadruplicate nel giro di un anno. Trend confermato negli ultimi due anni, con numeri che la vedono seconda soltanto a Milano. Ma come funziona? L'iscrizione è gratuita per tutti, l'importante è avere più di 18 anni. Basta scegliere un nick e completare il proprio profilo, poi la cac-

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cia può iniziare in base alle proprie esigenze: età, professione, città. E gusti sessuali. Con un clic vengono visualizzati tutti i profili che corrispondono ai criteri selezionati. Per le foto esistono due tipi di album, o "book": uno pubblico con gli scatti per tutti e uno privato, a cui si può accedere solo dopo l'ok dell'utente. Tappa essenziale una volta incontratisi sarà il voto. Ognuno, infatti, potrà decidere se raccomandare o meno il lei o la lui conosciuti, esprimendo un giudizio. Ma una cosa balza subito agli occhi. Se Gleeden è stato pensato per le donne (loro stessi lo definiscono "il paradiso delle signore"), il vero business però si fa grazie agli uomini. E qui i cliché si sprecano. Come nelle discoteche e nei locali più trendy anche su Gleeden le signore godono di un accesso privilegiato. In parole povere: non pagano. Se iscriversi infatti non costa niente, il flirt invece ha un prezzo. Ma solo per i signori, costretti a usare la loro carta di credito (l'anonimato è assicurato) per acquistare bonus da spendere per mandare messaggi e chattare con la potenziale amante. In cambio di un totale anonimato il sito richiede un pagamento che va da un minimo di 7 euro a un massimo di novecento. Il denaro serve per acquistare crediti: non c'è iscrizione, si paga solo per quello che si utilizza e un profilo base gratuito è disponibile per tutti. Con 7 euro si acquistano 15 crediti, quanto basta per inviare e ricevere il primo messaggio privato o conversare in chat per trenta minuti. Tutto per garantire agli utenti un servizio efficiente. Al contrario la donna parla, chatta, stuzzica e

provoca gratis. Al secondo posto per numero di iscrizioni c'è Brescia, "agonistico" il motivo della scappatella. Per nascondere le loro fughe d'amore anche i bresciani, sia uomini che donne, dichiarano che vanno a fare sport: dalla partita al calcetto al jogging, dalla piscina alla palestra. Confrontando queste curiose statistiche emerge che Milano condivide con Como la prevalenza e gli impegni di lavoro come scusa per giustificare le proprie scappatelle. Altra curiosità. Lo stesso sito, qualche tempo fa, aveva chiesto alle donne lombarde perché tradissero il loro marito. Al primo posto, le signore desiderose di una scappatella avevano sottolineato il fatto che si sentivano trascurate (35%); al secondo, la voglia di sentirsi di nuovo giovani (25%), al terzo, per sfuggire alla monotonia di coppia (16%); al quarto, per sesso e pura attrazione fisica (14%) e, al quinto, per punire il partner. All'inizio dell'anno, il sito di incontri extraconiugali ha pubblicato anche la classifica dei segni più predisposti al tradimento. In testa c'è il Sagittario, seguito da Acquario e Gemelli. Agli ultimi posti vi sono Pesci e, fanalino di coda, lo Scorpione. Ma per evitare che si insinui il tarlo del dubbio, più che affidarsi ai segni, è meglio ascoltare la cantante torinese soprannominata 'Pel di carota' per il colore rosso della sua capigliatura quando canta: "ma un giorno ti seguirò perché ho dei dubbi che non mi fan dormir. E se scoprir io potrò che mi vuoi imbrogliar da mamma ritornerò". Più probabile, però, che dalla mamma ci finisca lui dopo essere stato sbattuto fuori di casa.

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di Livio Casanova - foto di Valentina Cozzi Crisi & Sviluppo

MACARIO: «FEDERMANAGER UNA COMMUNITY» I PRIMI TRE PUNTI DEL PROGRAMMA DI DIEGO MACARIO NUOVO PRESIDENTE DI FEDERMANAGER BERGAMO: «SVILUPPO ASSOCIATIVO SUL TERRITORIO SUPPORTO AI DIRIGENTI IN SERVIZIO E/O LICENZIATI E IMPEGNO PER IL RINNOVO CONTRATTUALE». MANAGER TROPPO PAGATI? «È SOLO UN LUOGO COMUNE»

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edermanager come una "community". Per l'organizzazione che rappresenta e tutela, in modo unitario ed esclusivo i dirigenti in servizio e in pensione il nuovo presidente di Federmanager Bergamo, Diego Macario, prefigura un futuro dove possano "confluire le competenze, il pensiero, le professionalità e le risorse che tanto servono al nostro Paese per uscire dal tunnel della crisi e che i dirigenti delle nostre imprese hanno dimostrato nel tempo di possedere". Partendo dalla figura del manager e dal suo radicamento nel tessuto sociale e nel sistema delle imprese bergamasche individua nelle competenze e nella professionalità maturate dai dirigenti una via d'uscita dalla crisi. Quanto è inserita la figura del manager nella realtà bergamasca costituita, per la maggior parte, da piccole e medie imprese? "Premesso che i dirigenti in attività nelle aziende bergamasche sono oltre 1800, c'è da fare un distinguo. Se si tratta di micro o piccole imprese, la figura del dirigente è pressoché assente anche considerando che l'imprenditore svolge una buona parte di questa funzione da solo. Per le medie imprese, Bergamo si colloca in una dimensione evoluta rispetto al mercato italiano. La nostra provincia ha infatti un tasso di industrializzazione che era già radicato agli inizi degli anni Settanta, rispetto invece a realtà come quelle del territorio veneto che hanno raggiunto uno sviluppo più tardi. Questo ha facilitato la diffusione di tale profilo lavorativo". Rispetto al numero di dirigenti ogni cento dipendenti la media nazionale è 0,83: meno di un dirigente ogni cento dipendenti; la Lombardia è all'1,6%. E in provincia di Bergamo? Ci offre un quadro complessivo della realtà

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Bergamasca? "Nelle aziende più strutturate della realtà produttiva della nostra provincia possiamo contare su una buona presenza di figure manageriali: la percentuale di dirigenti è di 2,17 ogni cento dipendenti. Il panorama cambia radicalmente se spostiamo l'attenzione sulle piccole aziende per le quali, spesso, la figura del dirigente è vista, erroneamente, come un di più. E la mancanza di managerialità all'interno delle piccole aziende è spesso accompagnata alla maggiore vulnerabilità delle stesse, soprattutto in periodi di crisi". La crisi ha colpito i manager bergamaschi? "Negli ultimi anni, anche da noi abbiamo assistito ad una graduale riduzione dell'occupazione manageriale. In misura inferiore rispetto ai dati preoccupanti che provengono dalle aree metropolitane, dove le grandi aziende, in particolar modo le multinazionali, hanno messo in atto programmi di ristrutturazione e riorganizzazione, con conseguenti riduzioni di personale, anche a livello dirigenziale". Uomini e donne nella stessa misura? "La crisi non guarda in faccia nessuno. In termini percentuali, di posti di lavoro persi a livello manageriale non vi sono differenze fra donne e uomini". Com'è cambiata la figura del manager durante la crisi? "E' un manager che accetta contratti anche da non dirigente: da quadro o collaborazioni di varia natura. E' una persona che fa della flessibilità la sua bandiera, anche se alcuni imprenditori vedono ancora nel dirigente il rischio certo di un alto costo, senza tener conto invece dell'indiscutibile valore aggiunto che una figura manageriale porta con sé. Ma, come si dice, il diri-


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gente deve "fare di necessità virtù". Sono cambiate le tipologie dei contratti applicati: quanti dirigenti riescono a ricollocarsi mantenendo la stessa qualifica e quanti sono costretti ad accettare posizioni inferiori? "Non molti, purtroppo. Difficilmente si ritrova, soprattutto nel breve periodo, un contratto di lavoro a tempo indeterminato, alle stesse condizioni del precedente. Spesso i colleghi inoccupati accettano di andare a ricoprire una qualifica inferiore alle loro professionalità e questo è purtroppo un spreco di risorse e competenze che il nostro Paese non può più permettersi". E' andato il crisi anche lo stereotipo del dirigente ricco, sicuro e con uno stile di vita molto agiato? "Questo stereotipo esiste solo sulla carta stampata e rimane una grossolana semplificazione della realtà. Se si fa riferimento a retribuzioni medie di circa 90.000 euro lordi annui per i dirigenti di imprese di medie dimensioni, il cui corrispondente valore netto non supera i 50.000 euro, ciò equivale a meno di 4.000 euro mensili. Non credo che un padre di famiglia con moglie e figli a carico, monored-

Diego Macario

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dito, a queste cifre possa ritenersi "ricco"! Inoltre non ha le tutele di altre categorie e nemmeno la possibilità di determinarsi la propria giornata, come i liberi professionisti. In tempi e luoghi differenti (gli Stati Uniti d'America degli anni Ottanta) questo stereotipo si poteva usare a paradigma, ma non qui nella Bergamasca: nei primi due mesi di quest'anno, a fronte della più grande crisi industriale del dopo Guerra, mi pare una sciocchezza".

ta al lumicino. Tornando più specificatamente al ruolo svolto da Federmanager Bergamo per i dirigenti con contenziosi di lavoro, devo dire, con orgoglio, che la direzione del nostro sindacato continua a svolgere un delicato ruolo di assistenza ai Colleghi in difficoltà. Assistenza che molto spesso si conclude con la sottoscrizione di verbali di conciliazione che portano frutti insperati al singolo dirigente, rispetto ad azioni prese da colleghi che si muovono da soli".

Che il management italiano e i dirigenti siano troppi ed eccessivamente pagati è solo un luogo comune? "Esatto. Aggiungo, poi, che il quantum non è mai un indicatore esaustivo. Semmai è la qualità delle persone e la loro capacità di rispondere alle esigenze del mercato e/o delle aziende, che dovrebbe essere al centro della questione. Su questo aspetto, almeno per i giovani dirigenti, la preparazione scolastica è decisamente superiore alle generazioni passate e siamo in presenza di un sub-stratum di dirigente, per così dire, europeizzato: bi o tri lingue, flessibile alla mobilità spaziale, e conscio che oggi ci sei e domani non ci sei per un'azienda …".

Quali sono i primi tre punti del programma di Diego Macario? "Innanzitutto, Federmanager Bergamo deve diventare un punto di riferimento significativo nella vita lavorativa dei nostri iscritti. Ciò significa investire e concentrarsi in tutte le forme utili allo sviluppo associativo in assoluto sul territorio. In secondo luogo, occorre che Federmanager Bergamo fornisca un ulteriore supporto ai Colleghi in servizio e/o licenziati in materia di outplacement. E' fondamentale, poi, che non si perdano mai di vista le tematiche previdenziale e assistenziale del nostro Sindacato, imperniato su un contratto da difendere e salvaguardare. A proposito: a fine anno scadrà il nostro contratto e nelle forme opportune i territori devo farsi sentire: nella tradizione c'è la forza".

Quali sono le caratteristiche che un dirigente d'azienda o un manager deve avere per poter combattere la crisi economica? "Oltre alla fortuna, che resta sempre una componente della vita umana e quindi del dirigente medesimo, perché se l'azienda dove lavora va in crisi non sempre è possibile staccarsene in poco tempo, credo che la capacità di capire e saper prevenire, almeno in parte, il declino delle sorti aziendali sia rilevantissimo. Nessuno può conoscersi meglio di se stesso. Per un dirigente è doveroso interrogarsi rispetto alle proprie (e reali) capacità di ri-collocamento, imprescindibilmente dal momento favorevole o sfavorevole nel quale si vive. Figuriamoci nel pieno di una crisi che toglie ossigeno alle imprese e ne blocca la capacità di investimento. Purtroppo, quando un dirigente si accorge che le cose non vanno bene, spesso è ormai troppo tardi. Infatti i segnali magari c'erano ma lui o lei non avevano nemmeno fiutato la possibilità di finire in situazioni simili. Insomma, occorre essere sempre al passo con i tempi. Mai sedersi sugli allori e aspettare gli eventi. Il dirigente deve governare il cambiamento, non essere governato. Altrimenti prima o poi è lui parte intrinseca del cambiamento, nel senso che viene cambiato proprio lui!" Quali sono le misure e le iniziative concrete messe in campo da Federmanager Bergamo per sostenere i manager in difficoltà, espulsi dalle imprese? "A parte il trattamento di "sostegno al reddito" che viene erogato dalla Gestione Separata del FASI (nell'ambito di quel "Welfare di categoria" che da anni Federmanager sta costruendo, e di cui il territorio, sensibilizzando i suoi associati e non, è parte integrante, facilitandone l'accesso tramite la struttura organizzativa presente nelle nostre sedi territoriali), le risorse sono quelle che sono e il discorso va prevalentemente nelle direzione della prevenzione. Come per le malattie. Meglio prevenire che curare. Formazione e ricollocamento dovrebbero essere la 'A' e la 'Z' di un vocabolario che per un dirigente dovrebbe essere di dimestichezza estrema. Purtroppo, il tempo dedicato alla parte qualitativa della formazione spesso è ridot-

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Qual è l'appello del presidente di Federmanager Bergamo al prossimo Governo? "La scorsa estate, la nostra Federazione, insieme a Manageritalia ed alla nuova CIDA, ha avviato un progetto, denominato Prioritalia, dal quale sono scaturite alcune proposte che sono state presentate alla Politica prima delle elezioni: richiesta di maggiori investimenti in capitale intangibile per costruire la società della Conoscenza; ridare centralità a lavoro, qualità e merito; azioni a favore della produttività, del welfare e della sanità; riforma del fisco; riforma dell'ordinamento della Repubblica e riorganizzazione delle Pubbliche Amministrazioni; azioni a favore dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca". Quale, invece, l'appello del nuovo Presidente di Federmanager Bergamo ai Colleghi? "Non mi piace fare appelli. Mi auguro, al contrario, che nel 21esimo secolo coloro che avessero ancora paura o remore ad iscriversi alla nostra associazione, le fughino. Infatti, mi preme ricordare che anche qualora si sia in presenza di realtà aziendali ove l'iscrizione ad un sindacato, seppur di fascia 'alta', non è visto di buon occhio, non c'è peggior paura della paura che si autogenera dall'aver paura. Se un uomo in generale, e in particolare un dirigente, ha paura di mostrare idee non conformi o non in sintonia con un contesto, verrà alla fine per essere considerato più debole di quello che è. Questo a maggior ragione per una realtà come la nostra di Federmanager, che mira ad essere sempre di più un punto di riferimento dei Colleghi, in servizio e in pensione, che possono trovare nei nostri servizi ciò di cui hanno bisogno, ma soprattutto deve essere vista come una "community". Dobbiamo vincere quella "resistenza" che molti di noi hanno a condividere le proprie esperienze, le proprie difficoltà, i propri progetti: Federmanager Bergamo deve diventare sempre di più "la casa del dirigente bergamasco".


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di Livio Casanova

«Calende greche»

ALLA CAVALLERI OTTAVIO L’INCOMPIUTA JONICA ALL’IMPRESA BERGAMASCA UN APPALTO DA 31 MILIONI DI EURO PER LA «TRASVERSALE DELLE SERRE» PROGETTATA NEL 1966, È UN CANTIERE APERTO DAL 1982

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a buona notizia è che un'impresa bergamasca, la Cavalleri Ottavio SpA di Dalmine, si è aggiudicata un appalto da 31 milioni di euro per realizzare due tratti della strada statale 182, un'arteria di collegamento tra lo Jonio ed il Tirreno calabrese. La cattiva notizia (di cui non ha nessuna colpa l'impresa bergamasca) è racchiusa in un modo di dire. Sulle colline delle Serre, in Calabria, per indicare qualcosa che non arriverà mai si dice: "È come la Trasversale". Il riferimento è proprio alla strada statale 182, la "Trasversale delle Serre". Parte da Soverato, sulla costa Ionica, e dopo 56 km incontra quella Tirrenica. Progettata nel 1966, è un cantiere aperto dal 1982. Rientra nelle grandi opere dell´Anas e, ad oggi, rimane ancora una grande opera. Incompiuta. Buona notizia. Sulla Gazzetta ufficiale del primo febbraio scorso l'Anas ha pubblicato gli esiti relativi a due gare d'ap-

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palto per interventi sulle strade statali 106 "Jonica"e 182 "Trasversale delle Serre". "L'aggiudicazione di queste due importanti gare - ha commentato l'amministratore unico di Anas, Pietro Ciucci - prevede un investimento complessivo pari a 47 milioni di euro e imprimerà un'importante accelerazione nell'esecuzione delle opere". La gara relativa ai lavori di costruzione della "Trasversale delle Serre", aggiudicata all'impresa Cavalleri Ottavio SpA di Dalmine, prevede la progettazione esecutiva e l'esecuzione di due tratti non contigui. Il primo si sviluppa per 5.3 km circa dal nuovo svincolo autostradale posto a circa 2 km dall'esistente svincolo autostradale di Serre al viadotto Scornari, mentre il secondo si estende fra la località Cimbello e il bivio Montecucco per circa 1 km e prevede la realizzazione dei viadotti Cimbello e Migliati, lunghi rispettivamente 230 e 175 metri. I lavori avranno luogo nei comuni di Soriano Calabro, Pizzoni, Sant'Onofrio, Vazzano, Vallelonga e Simbario, in provincia


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di Vibo Valentia. "La gara - ha spiegato Ciucci - è stata aggiudicata in base all'offerta economicamente più vantaggiosa ponderando, oltre al prezzo, anche la riduzione della durata dei lavori nonché il pregio tecnico, le caratteristiche ambientali e il contenimento dei costi di manutenzione e dei consumi energetici dell'opera ultimata". L'appalto comporta un investimento complessivo di circa 31 milioni di euro, comprensivi di 300 mila euro relativi alla progettazione esecutiva. Cattiva notizia. L'ultima inaugurazione di un tratto della "Trasversale delle Serre" risale al 7 dicembre scorso. Nella comunicazione dell'Anas si legge come "l'apertura odierna (7 dicembre 2012, ndr) si è resa possibile a seguito dell'ultimazione dei lavori di costruzione della galleria naturale "Monte Costantino" della lunghezza complessiva di 250 metri e consente di dare continuità agli interventi in corso di

costruzione della nuova sede della "Trasversale delle Serre" che, infatti, risulterà completamente percorribile dal km 0 (in prossimità della località Montecucco del comune di Simbario - provincia di Vibo Valentia) al km 9,580 (svincolo di Torre di Ruggiero - provincia di Catanzaro). Contemporaneamente sono stati eliminati i tratti provvisori di collegamento tra i tronchi stradali della nuova strada statale 182, già in precedenza aperti al transito, e la strada provinciale 151 "Cardinale-Simbario", posizionata a monte della galleria Monte Costantino, con un significativo innalzamento della sicurezza stradale per gli utenti". Il gestore della rete stradale ed autostradale italiana di interesse nazionale riepiloga anche i tratti caratteristici della nuova arteria. "I lavori della nuova strada statale 182, che una volta completata consentirà un collegamento veloce tra la strada statale 106 "Jonica", la strada statale 18 "Tirrena Inferiore" e l'autostrada Salerno-Reggio Calabria, ricadono interamente

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nei territori provinciali di Vibo Valentia e Catanzaro e sono stati suddivisi in cinque tronchi principali, dalla costa tirrenica alla costa jonica. La nuova statale 182 sostituirà il vecchio tracciato che, con caratteristiche costruttive tipiche della viabilità montana, è caratterizzato da accentuata tortuosità, pendenze considerevoli e da una piattaforma di ampiezza limitata e non è in grado di sopportare la maggiore domanda di trasporto". Ma la "Trasversale delle Serre" rientra a pieno titolo nell'Italia incompiuta di viadotti e ferrovie, nel lungo catalogo delle infrastrutture in ritardo. E' il 1966 quando il Comitato regionale per la programmazione economica approva lo schema di Piano di coordinamento per gli interventi pubblici nel Mezzogiorno. Suggerisce "di mettere in cantiere una strada a scorrimento veloce in grado di collegare - attraverso l'altipiano delle Serre- lo Ionio e il Tirreno". Ma da allora è successo di tutto: interruzioni, ritro-

vamenti archeologici, minacce ai cantieri, cave abusive, morti bianche, protocolli di illegalità. Basta ripercorrere la cronistoria fatta dal "Quotidano della Calabria Catanzaro e Crotone". Nel novembre del 2011 il sindaco di Torre Ruggiero, l'avvocato Giuseppe Pitaro, più volte sollecita l'Anas e il prefetto di Catanzaro Antonio Reppucci per avere risposte in merito ai drammatici ritardi nel completamento della "Trasversale delle serre". Senza contare le interrogazioni parlamentari che nel corso degli anni sono state presentate dai deputati locali tra cui quella di Nicodemo Oliverio (Pd) a maggio 2009. "I ritardi di completamento dell'opera in questione - scrive Oliverio - stanno determinando per le Amministrazioni locali interessate, innumerevoli disagi, visto l'importanza che tale arteria rivestirebbe, in virtù soprattutto della scarsa efficienza delle altre infrastrutture, evitando così ricadute economiche altrettanto negative per le stesse realtà territoriali interessate". L'interrogante ribadisce l'importanza del completamento di tale arteria per lo sviluppo, la crescita economica e sociale dell'intera Calabria e per far uscire dall'isolamento i paesi dell'entroterra. Rispondendo al sindaco Pitaro, l'amministra-

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tore unico dell'Anas Ciucci assicura al primo cittadino il completamento dell'opera entro luglio 2012. Quindi, carte alla mano fa un excursus su quella che è stata la travagliata storia tra appalti e sub appalti e problematiche varie per la realizzazione dell'infrastruttura. Appalto dei lavori aggiudicato "all'Ati: Torno Internazionale Spa - Rabbiosi Spa - Sig srl Tecnovese Spa consegnati nel 2006 e la cui conclusione dei lavori era prevista per il 20 gennaio 2008". In corso d'opera si registrano alcuni problemi: l'entrata in crisi economica della Torno internazionale Spa alla quale subentra Impresa Spa concessione del ramo aziendale del 6 novembre 2007. nello stesso anno accadde un grave fatto di sangue: l'uccisione di Antonio Longo, uno dei titolari della Tecnovese spa, che non può continuare ad operare. E la quota dei lavori di esecuzione (10%) viene assorbita da Impresa spa. Inoltre come riporta una nota dell'amministratore delegato dell'Anas nel 2009 vengono allontanati due subappaltatori perché interessati da provvedimenti interdittivi. A ciò si aggiungono anche le tante interferenze lungo quei 21 Km di tracciato oltre alle avverse condizioni meteorologiche. Nonostante tutto il 28 febbraio 2011 l'Anas apre al traffico 8 Km del tronco IV bis mentre il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Altero Matteoli, nel dicembre scorso inaugura due nuovi tratti della strada statale 182 per una lunghezza di oltre 8 km. In linea secondo l'amministratore unico Ciucci, con il programma di ultimazione complessiva fissato per luglio 2012. In merito, poi, alle problematiche dei subappaltatori Ciucci fa presente che "il pagamento dei lavori eseguiti in favore di Impresa spa è condizionato al rilascio delle fatture quietanzate da parte dei subappaltatori autorizzati. Per quanto concerne la produzione del cantiere nell'estate 2011 l'Ati ha rimodulato la propria organizzazione che si è assestata - prosegue Ciucci - sui valori in linea con il crono programma di riferimento pari a circa 2 milioni di euro al mese per cui non si ritiene sussistano le circostanze giuridiche per la revoca dell'appaltatore tenendo anche conto dell'avanzamento del cantiere che all'attualità è pari a circa 120,30 Me (81,50%)". L'Anas, infine, "assicura che seguirà con particolare attenzione l'avanzamento dei lavori e assumerà ogni utile iniziativa al fine di ultimare gli stessi nel più breve tempo possibile". Siamo nel 2013 con un'infrastruttura, la statale 182, attesa da più di quarant'anni. Conclusione. Qualcuno potrebbe obiettare che non sono proprio 47 anni. Anche se l'idea è stata concepita nel 1966, bisogna sottrarne almeno una ventina visto che il primo appalto della "Trasversale delle Serre" è stato aggiudicato nel 1983. Ma si tratta in tutti i casi di 30 anni. E 56 chilometri in 30 anni (confidando che l'opera si concluda nel 2013) significa aver realizzato meno di due chilometri all'anno. Post scriptum. Inaugurando nel marzo del 2010 la Tangenziale Sud di Bergamo nel tratto che da Dalmine va Stezzano, realizzato dalla Cavalleri Ottavio di Dalmine, il presidente della Regione Roberto Formigoni sottolineava come "inaugurare un'infrastruttura in anticipo di 10 giorni sui tempi è una cosa inusuale per un'opera pubblica". Lo stesso dicasi quarant'anni dopo.


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di Livio Casanova

LA COMPAGNIA DELLE OPERE VOLTA PAGINA CON CAPITANIO NEL PROGRAMMA DEL NUOVO PRESIDENTE DELLA CDO DI BERGAMO, ALBERTO CAPITANIO, MAGGIORE ATTENZIONE ALLE IMPRESE E AGLI IMPRENDITORI SUI TEMI DELLA COMPETITIVITÀ DELL’INTERNAZIONALIZZAZIONE, DEL LAVORO E DEL «BUON» CREDITO. ENTRO LA PRIMAVERA IL NUOVO SITO CON UNA RINNOVATA OFFERTA DI CONVENZIONI

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iù vicini alle imprese" è l'impegno di Alberto Capitanio, il nuovo presidente della Compagnia delle Opere di Bergamo. Imprenditore, 49 anni, presidente del Consiglio di Amministrazione di Ciesse Servizi srl e titolare dello studio che porta il suo nome grazie al suo impegno ventennale nel settore fieristico è quotidianamente a diretto contatto con il mondo delle imprese. Ma conosce bene anche l'associazionismo imprenditoriale perché è stato tra i soci fondatori della CdO di Bergamo, della quale ha ricoperto la carica di Vice Presidente dal 1999 al 2004. Il mandato di Capitanio terminerà nell'autunno 2014 "e fino ad allora - ci spiega lui stesso - il mio mandato sarà incentrato a favorire la competitività e l'internazionalizzazione delle imprese, con nuove prospettive commerciali. Affronterò i temi del lavoro e del "buon" credito da garantire a famiglie ed imprese. L'obiettivo è riuscire a rappresentare nel miglior modo possibile e concretamente gli interessi degli imprenditori". Il Consiglio Direttivo l'ha nominata presidente della Compagnia delle Opere di Bergamo di cui, tra l'altro, è stato

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anche fondatore. Un cambio di rotta dovuto all'inchiesta che ha coinvolto i vertici associativi o un tardivo riconoscimento del suo impegno all'interno dell'associazione? "Chi è venuto prima di me ha costruito e reso forte la CdO di Bergamo dedicandosi all'associazione senza risparmio di tempo ed energie. Insieme abbiamo condiviso il percorso fatto in questi anni. Ovviamente ogni presidente ha una sua sensibilità, un particolare temperamento e un suo modo di affrontare i problemi. Il mio sarà sicuramente diverso da quello di quanti mi hanno preceduto, mi sembra un fatto naturale". Rispetto a tutte le responsabilità ancora da accertare che idea si è fatto dell'inchiesta di corruzione che ha coinvolto il suo predecessore? Sono emerse altre responsabilità? "La magistratura sta indagando e prima di dare un giudizio definitivo attendiamo che la giustizia faccia fino in fondo il suo corso. Conosco bene Rossano Breno e posso affermare che in questi anni si è sempre comportato da galantuomo, da persona che non ha mai chiesto né preteso nulla per sé pur dedicandosi tanto all'associazione. Proprio per questo sarei molto prudente nei giudizi".


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Alberto Capitanio

CAPITANIO, IMPRENDITORE NEL SETTORE FIERISTICO Alberto Capitanio opera nel settore della consulenza fieristica dal 1987, organizzando eventi fieristici internazionali dedicati all'artigianato, all'edilizia e allo sviluppo delle Piccole e Medie Imprese. Collabora con enti fieristici ed istituzioni quali Regioni e Camere di Commercio. Ha ricoperto il ruolo di membro effettivo del Comitato Tecnico Consultivo per il settore fieristico presso il Ministero delle Attività Produttive in rappresentanza dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome su nomina della Regione Lombardia. Nel 1996 crea la Ciesse Servizi Srl, per permettere di promuovere e vendere i prodotti di imprese Artigiane e le Piccole e Medie Imprese italiane sui mercati nazionali ed internazionali. Ha ideato, progettato e realizzato alcune delle manifestazioni di maggiore successo nell'articolato e competitivo panorama delle fiere in Lombardia come: EDIL (Bergamo); EXPO dei SAPORI; la FIERA di VARESE. Ha seguito lo start up di AF L'Artigiano In Fiera e ne continua a seguire l'attività di sviluppo commerciale.

E' stata danneggiata l'immagine pubblica della CdO di Bergamo? "Senza dubbio. E' stata danneggiata da comportamenti magari discutibili (se siamo in presenza di reati è tutto da accertare), ma anche dalla superficialità e dall'accanimento con cui la stampa ha trattato i fatti e le persone coinvolte nell'inchiesta. Succede troppo spesso che prima si infligga la gogna mediatica e poi si va a vedere se era il caso di farlo. Una violenza inaccettabile". Perché la CdO viene talvolta vista con diffidenza, con sospetto, viene giudicata "un centro di potere e di affari"? "Me lo sono domandato spesso anch'io: per un limite nostro, sicuramente, ma anche perché il nostro attivismo ha dato fastidio a molti, anche ai veri centri di potere e di affari, cui ha fatto gioco alimentare una certa disinformazione. Sta di fatto che sta a noi migliorare nella comunicazione di ciò che siamo e facciamo, gridare al complotto,

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quand'anche ve ne fosse una qualche ragione, non serve a nulla". E' finita la stagione delle contrapposizioni? Penso alle frecciate e ai distinguo che hanno segnato i rapporti con Imprese & Territorio? " Il rischio a Bergamo non è mai stata la contrapposizione fra idee e visioni anche differenti, ma l'omologazione e l'immobilismo. Ricordo che la stessa Imprese e Territorio è sorta a Bergamo in decisa contrapposizione ad un disegno, allora egemonico, di Confindustria, non certo contro CdO. Ben vengano

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anche le contrapposizioni, dunque, se aiutano a chiarire proposte e a stimolare un dialogo…. Sicuramente oggi le imprese chiedono aiuti e collaborazione e non litigiosità" Quale ruolo gioca la Cdo all'interno della Camera di Commercio di Bergamo? "Quello che ha sempre giocato. Cercare di fare gli interessi degli imprenditori, propri associati e non" Fino a che punto un'organizzazione imprenditoriale può (e deve) difendere e tutelare gli interessi delle imprese?


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gli uffici di Breno"? "Che è un diffamatore. O si fanno nomi e cognomi e si portano prove delle accuse che si muovono, oppure una persona seria dovrebbe tacere. Evidentemente chi ha pronunciato queste falsità non è una persona seria, mentre Breno lo è. Sono assolutamente sicuro che il mio predecessore non ha mai usato il suo ruolo di consigliere di amministrazione della Banca Popolare per creare favoritismi verso gli associati CdO. Non è nel suo stile e i vertici della banca possono testimoniarlo" Possiamo quantificare il pacchetto di voti Ubi della CdO? "Diecimila. Possono bastare? (scherzo ovviamente…)". Nell'assemblea di aprile, in vista del rinnovo dei vertici Ubi Banca, a chi andranno questi i voti? Quali sono le indicazioni dell'attuale presidente? "Cdo non presenta nessuna lista ed è riconoscente al presidente Zanetti per lo straordinario lavoro fatto in tanti anni per rendere grande Banca Popolare di Bergamo e Ubi. Chi proporremo di appoggiare ai nostri associati che sono azionisti di Ubi? La lista che meglio difenderà Bergamo, in particolare il risparmio delle famiglie e il lavoro delle piccole e medie aziende, ossia il tessuto economico profondo della nostra terra. Inviteremo inoltre ad appoggiare la lista che tutelerà la forma cooperativa della banca contro chi sogna di trasformarla in spa per arricchire ulteriormente i ricchi. Ubi è una banca del popolo e tale, secondo noi, deve rimanere. E' una battaglia culturale prima ancora che elettorale e noi la combatteremo prima e dopo il 20 aprile". Secondo il gentlemen's agreement stipulato prima della fusione, sarebbe prevista un'alternanza tra l'anima bresciana e bergamasca alle due presidenze. Anche lei è dello stesso avviso? "Quando si guida una banca di interesse nazionale i campanili dovrebbero lasciar spazio alle competenze. C'è però un dato di cui tener conto (e di cui non si parla abbastanza): la più grande ricchezza di Ubi - lo dicono tutti gli indicatori - si chiama Banca Popolare di Bergamo, ma nel top-management di Ubi ci sono pochissime persone provenienti da questa esperienza di buona gestione. I bergamaschi devono imparare a farsi valere e smetterla di sentirsi inferiori agli altri".

"Fino a rischiare del proprio, su questo non ho dubbi. Oggi difendere un'azienda, aiutarla a svincolarsi dai lacci di una burocrazia asfissiante e ad ottenere credito quando ci sono le condizioni per averlo, è offrire un contributo al benessere di tutta la società. Tutto questo, ovviamente, va fatto nel rispetto delle regole, e così è stato fatto finora, visto che Cdo Bergamo, come associazione, lo ripeterò fino alla noia, non è mai stata coinvolta in nessuna indagine". Cosa risponde a chi accusa la CdO di un "indebito sostegno alle richieste di affidamento pervenute al gruppo Ubi tramite

Se dovesse stilare un'agenda per la Compagnia delle Opere di Bergamo, quali sono in ordine di importanza i primi tre punti? "Aiutare gli imprenditori, valorizzare ciò che di positivo nasce dalla società, offrire sostegno ai più deboli. Entro la primavera presenteremo il nuovo sito della Cdo di Bergamo, con una rinnovata offerta di servizi e di convenzioni con 35 nuovi accordi con partner selezionati. Incontrerò tutti i consiglieri e gli associati. Insieme articoleremo una rete che permetta, a ciascuna azienda, di poter interagire efficacemente con le altre per individuare nuove prospettive commerciali". Tre pregi e tre difetti (sempre se ci sono) di Alberto Capitanio. "Tre pregi: il dinamismo, la voglia di fare, la capacità di ascolto. Tre difetti: sono troppo diplomatico, a volte impulsivo e non sempre riesco ad organizzare bene il mio tempo a discapito, purtroppo, di mia moglie e dei miei tre bellissimi figli".

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Testo&Photo di Giorgio Chiesa

Top business

SVIZZERA, GERMANIA, AUSTRIA MTA APRE LE FRONTIERE DEL BUSINESS L’AGENZIA DI MASSIMILIANO TOMASONI PROPONE UN APPROCCIO DI TIPO OLISTICO ALLE PROBLEMATICHE DELL’INTERNAZIONALIZZAZIONE, SVILUPPANDO I MERCATI IN LINGUA TEDESCA

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arola d'ordine: internazionalizzare. Ma nel modo giusto, con scelte oculate, con professionisti esperti dei mercati che sappiano guidare la piccola e media impresa ad abbattere il muro rappresentato dal localismo. L'obbiettivo? Espandere il business fuori dai propri confini, con strategie globali capaci d'incrementare i fatturati mediante progetti a medio e lungo termine. Si occupa di questo la MTA - Agency di Massimiliano Tomasoni, un'agenzia generale che si propone come partner privilegiato per tutte quelle aziende del settore fashion, sport e work interessate a sviluppare nei mercati esteri opportunità di crescita per il proprio brand. Il modello proposto dalla MTA vede una collaborazione strategica e operativa con l'impresa di riferimento per una commercializzazione "Tailor Made" finalizzata a migliorare le performance dei prodotti e dei marchi sul territorio e sulle specifiche aree che s'intendono andare a colpire. "Ho contribuito a creare un team di qualificati professionisti - ha affermato Massimiliano Tomasoni - che hanno ricoperto cariche a livello direzionale nel settore produttivo, distributivo e retail, sia in Italia sia all'estero, per aziende leader e top brand. Personalmente ho vissuto buona parte della mia vita nella Svizzera tedesca, crescendo a livello professionale fino a ricoprire importanti incarichi a livello dirigenziale e commerciale per grandi aziende. Ho quindi trasferito questa visione d'insieme dei mercati (specialmente quelli di lingua tedesca) nell'attività che ora

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compone il core business della MTA - Agency, proponendo ad aziende specialmente bergamasche - ma anche bresciane e milanesi - d'internazionalizzare il loro prodotto in un mercato che richiede un aiuto esterno per essere penetrato con successo". Incontrate delle resistenze da parte dell'imprenditoria bergamasca quando proponete temi come l'internazionalizzazione? "L'imprenditore bergamasco ha ben chiaro cosa fare da un punto di vista teorico, ma da quello operativo esistono ancora notevoli limiti. Non mi riferisco alle capacitĂ imprenditoriali, ma alla diffidenza in generale, probabilmente anche giustificata dal difficile periodo congiunturale e dalla poca professionalitĂ generale dimostrata da altri operatori del settore. Spesso accade che si pone eccessiva attenzione all'aspetto economico iniziale, vale a dire all'investimento necessario alla partenza di un determinato progetto d'internazionalizzazione, che per sua natura dev'essere d'ampio respiro". Quali sono le tempistiche richieste nella fase di startup? "Si va da un minimo di 12 o 18 mesi, ma naturalmen-

Massimiliano Tomasoni titolare della MTA - Agency (info@mta-agency.it mta-agency.it)

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te dipende dalla complessità del progetto e dagli obbiettivi che si vogliono raggiungere. In ogni caso, la finalità ultima del nostro lavoro è lo sviluppo dell'azienda cliente. Non siamo solo noi ad internazionalizzare, bensì l'intero gruppo (imprenditore, dirigenti, dipendenti) deve essere oculatamente e professionalmente formato a reggere l'impatto con il mercato straniero, anche quando la MTA avrà finito il suo compito. Il cliente deve essere messo nelle condizioni di continuare la sua fase di espansione indipendentemente da tutto".

rimandatari che possono andare a sviluppare il business lontano dai confini nazionali. A tutto questo, si è andato aggiungendosi negli ultimi anni una reputazione che di certo non ci aiuta all'estero. Sembrerà populistico, ma quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo a livello politico ed economico ci ha danneggiati in maniera inverosimile. Fortunatamente, noi della MTA-Agency, riusciamo a superare questi scogli con maggior facilità perché già esperti conoscitori dei mercati, della cultura, degli usi e dei costumi e, perché no, delle persone e dei partner di riferimento".

Quindi, il vostro potremmo definirlo un lavoro anche di formazione? "Certamente contribuiamo a formare tutto il personale e la dirigenza. Ma anche qui, l'obbiettivo è dare una visione d'insieme ed altrettanto reale di questi mercati all'imprenditore locale. Con molta schiettezza, se constatiamo che l'impresa non ha le carte in regola per approcciare un mercato come quello tedesco, preferiamo diffidare l'imprenditore locale nell'addentrarsi in una simile impresa".

Cosa l'ha spinta in quest'avventura imprenditoriale? Non sarebbe più facile lavorare come "manager" in una grande azienda tedesca? "Credo fermamente nel "Made in Italy" e sono altrettanto fermamente convinto che abbia un notevole valore aggiunto. Invece di piangerci addosso, passatemi il gergo, dovremmo imparare ad esportare i nostri prodotti nel modo corretto. Se riuscissimo a farlo, in questo mercato che è divenuto globale nel giro di qualche anno, le nostre PMI potrebbero dire la loro sia in Europa che in tutto il globo. Ci sono dei notevoli vantaggi e numerosi valori che dovremmo importare dai paesi in lingua tedesca: in particolare, esistono leggi diverse per quanto riguarda la tutela del credito. Ma questo è un altro discorso".

Svizzera, Germania e Austria. Voi siete specializzati nei mercati in lingua tedesca, ma quali sono le differenze? "Lo Stato che esula dalle dinamiche ordinarie è la Svizzera, in quanto paese extra CEE. Hanno un'altra economia e, in un certo senso, è come se vivessero in un altro mondo. Per quanto riguarda l'Austria e la Germania, facendo naturalmente parte della Comunità Europea, tutto è più "standardizzato" e simile all'Italia. Il percorso da compiere, tuttavia, è molto duro e irto di difficoltà: solo per fare qualche esempio, bisogna stare molto attenti ad identificare i partner importatori, distributori, le agenzie generali, gli agenti diretti e i plu-

Si parla spesso di Svizzera come di un'isola felice, non c'è il rischio che in questa crisi diventi ben presto il "paese dei balocchi"? "Dal punto di vista commerciale la Svizzera dev'essere vista come la porta che apre i mercati austriaci e tedeschi. Non dimentichiamoci che stiamo parlando di una nazione grande quanto la Lombardia, che conta 6,5 milioni di abitanti e che,

LA VITA DI MASSIMILIANO TOMASONI Nasce 45 anni fa a Bergamo, frequenta le elementari a Castione della Presolana e nel 1977 si trasferisce in Svizzera, a Lucerna, dove continua gli studi in madrelingua tedesca. Prima le medie, poi l'istituto tecnico commerciale con indirizzo commerciale e linguistico. Durante la sua carriera da calciatore s'iscrive ad un master di specializzazione in marketing e commercio. Da lì, inizia la sua esperienza professionale con una grande azienda dove lavora per 9 anni ricoprendo cariche sempre più prestigiose, finché non gli viene affidato il compito di sviluppare il mercato del Ticino. Successivamente, gli viene affidato il compito di aprire il mercato italiano per conto di una famosa azienda austriaca nel comparto bike, la KTM. Propone un modus operandi innovativo (per l'azienda austriaca) basato su agenti plurimandatari già inseriti nei vari settori della filiera. Partendo da zero, sviluppa un indotto che genera 4,8 milioni di euro di fatturato all'anno. Viene poi contattato da alcuni head hunter che gli propongono di distribuire in Italia abbigliamento da lavoro di altissima qualità per conto di una multinazionale svedese che ad oggi fattura 550 milioni di euro all'anno. Si mantiene sempre indipendente, lucido e concreto nel suo lavoro. Rifiuta numerose proposte di lavoro da dipendente per continuare la sua attività da consulente ed esperto di mercati. Numerose le consulenze per prestigiose multinazionali che si affidano a lui per entrare nel mercato italiano. Da qui l'idea di creare MTA per proporre il made in Italy all'estero.

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AZIENDE CHE SI SONO AFFIDATE A MASSIMILIANO TOMASONI MTA AGENCY • STI-Group • Sembella/Recticel • KTM Bikes vom Besten • Kwintet Group • Umdasch Shop System • Anataris Solar GmbH • Blåkläder • Hymer Leichtmetallbau GmbH • E&T Technik Austria • Icewear • W&O Sportdivison/Marc Girardelli • Surfanic


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di certo, non rappresenta la cornucopia per le PMI nostrane. Tuttavia, collocarsi in Svizzera vuol dire inserirsi in un mercato estremamente competitivo e di nicchia, che esige qualità, servizio e serietà ai massimi livelli". Dunque la Svizzera come palestra per entrare in Austria e Germania. Ma questi mercati, agli "stranieri", consentono un margine di errore? "Naturalmente i mercati sono fatti da uomini, e in quanto tali un margine di errore c'è. Non siamo infallibili, qualora ci fosse un problema bisogna saper "mettere la faccia". Ma per tutte quelle imprese che conservano delle buone pratiche in termini di qualità del prodotto, servizio e serietà, mi sento di affermare che non c'è nulla da temere. Anzi, ci sarebbe molto da guadagnare. Anche per questo, tornando alla domanda precedente, abbiamo sempre preferito porci come consulenti esterni: bisogna avere la schiettezza di dire al cliente le cose come stanno. E, qualora ci fossero degli errori, la libertà di comunicarli e correggerli prima ancora d'iniziare un progetto insieme. Il nostro interesse in qualità di MTA è infatti l'interesse della PMI a cui ci rivolgiamo, con cui lavoriamo e con cui ci confrontiamo". Un'azienda in difficoltà può ancora pensare d'internazio-

nalizzare? "In Italia le aziende muoiono anche e soprattutto di credito. Una PMI ha l'obbligo di aprire i mercati in un momento di difficoltà, proprio perché nel nostro paese, purtroppo, nessuno le dà una mano concreta. Se sono sani i principi e valida l'azienda stessa, internazionalizzare in un paese come la Germania è una boccata d'ossigeno in termini di entusiasmo e di portafoglio". Quali sono le caratteristiche che il mercato tedesco invidia a quello italiano? "L'elasticità delle nostre PMI. La loro capacità di sapersi costantemente reinventare, lo spirito e il coraggio del mettersi in gioco nonostante tutto. La loro tutela è data anche dalla rigidità, la nostra fortuna scaturisce invece dalla creatività. Assieme, queste due caratteristiche possono divenire un mix vincente". Cosa si sente di consigliare, oggi, ad un imprenditore bergamasco? "Continuare a puntare su giovani (possibilmente laureati) che hanno "fame", anche con breve esperienza, che hanno voglia di visitare il mondo. Sono loro la vera svolta e l'unico modo per uscire dalla crisi".

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Neve del futuro

ATP CHALLENGER BERGAMO

LO SPETTACOLO DEL TENNIS IN CITTÀ GRANDE SUCCESSO PER L’OTTAVA EDIZIONE DEL TORNEO BERGAMASCO FAIP-PERREL, TORNATO AD ESSERE UNO TRA GLI EVENTI TENNISTICI MAGGIORI DELLA LOMBARDIA, CON UN’ORGANIZZAZIONE SEMPRE PIÙ CONSOLIDATA

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a frase più importante l'ha detta Marco Fermi, direttore del Trofeo Faip-Perrel, durante la conferenza stampa di presentazione. "Sul piano sportivo, la città di Bergamo è famosa per due cose: l'Atalanta e la Foppapedretti di Pallavolo. Ma adesso siamo noti anche per il tennis. Non credo sia un risultato trascurabile". Non lo è affatto, soprat-

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tutto in tempi di crisi, in cui è sempre più difficile mettere in piedi un'attività legata al tempo libero. Invece, il torneo ATP Challenger di Bergamo va avanti da otto anni e ha tutta l'intenzione di proseguire. Il torneo del 2013, appena andato in archivio, è stata l'edizione della consapevolezza. La Olme Sport, comitato organizzatore dell'evento, è ormai perfetta-


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mente in grado di gestire le complessità di un torneo internazionale che richiede uno staff di circa 200 persone, tra professionisti e volontari. ORIGINI - Nel 2006, quando si giocò la prima edizione, gli organizzatori non pensavano che l'avventura sarebbe arrivata ad oggi. Invece il torneo è ancora vivo grazie al supporto di due imprenditori come Gabriele e Giuseppe Magoni, rispettivamente proprietari di Perrel e Faip, i due "title sponsor" che un paio d'anni fa hanno deciso di puntare forte sull'evento, siglando un contratto triennale. Il bello è che l'accordo potrebbe andare avanti e abbracciare il decimo anno di un torneo sempre più importante. Si è visto nella finale del 2013, in cui si sono affrontati il polacco Michal Przysiezny e il tedesco Jan Lennard Struff. Non c'erano italiani in gara (Andreas Seppi, attuale numero 18 del mondo, è l'unico ad aver vinto due edizioni), e c'era la concorrenza della

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partita dell'Atalanta. Nonostante tutto, il PalaNorda si è riempito all'inverosimile e ha ospitato un grande pomeriggio di sport, preceduto dal consueto spettacolo curato da "AnimaVera", collaudato team di animazione, uno

dei tanti fiori all'occhiello di un torneo sempre più amato dalla città e dalla provincia. TERRITORIO - Lo sanno bene ad Alzano Lombardo, dove per il terzo

anno consecutivo hanno ospitato diversi incontri nel locale palasport, moderno ed accogliente. I due Magoni (omonimi ma non parenti) sono persone semplici ma sanno fare bene i conti: dopo essere stati sponsor "minori" per alcune edizioni, si sono resi conto dell'importanza del torneo e hanno deciso di legare il proprio nome al tennis. Non è una partnership di facciata: il rapporto tra sponsor e organizzatori è vivo, reale, continuo. Durante le gare è solito vederli in tribuna, mischiati agli appassionati comuni, a godersi uno spettacolo che avevano contribuito a costruire. Nel corso della settimana, hanno affollato gli impianti di gara circa 18.000 spettatori, cifre impressionanti per un torneo di questa categoria. Oltre al tutto esaurito per la finale, le sessioni serali hanno fatto registrare tanto pubblico, come se la presenza al torneo di tennis fosse un appuntamento imperdibile, quasi uno status, per lo sportivo bergamasco. Di sera venivano gli adulti,

MEGA METAL OPERA NEL SETTORE DEI METALLI NON FERROSI. L’AZIENDA È PRESENTE SUL MERCATO ITALIANO ED EUROPEO CON LE SUE ELEVATE CAPACITÀ FRUTTO DI UN’ESPERIENZA QUARANTENNALE, ARRICCHITE DAL FORTE LEGAME CON UNO DEI PRINCIPALI PRODUTTORI DI RAME A LIVELLO MONDIALE. IL TEAM DEI PROFESSIONISTI GARANTISCE MASSIMA SERIETÀ, APPROFONDITE CONOSCENZE TECNICHE E ATTENTA VALUTAZIONE DI OGNI TIPOLOGIA DEI METALLI NON FERROSI, DALLE LEGHE DI RAME A QUELLE DI ALLUMINIO, PIOMBO E ZINCO.


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INTERNAZIONALI DI TENNIS TROFEO FAIP-PERREL

VIA MONTESANTO, 17 - 24020 RANICA (BG) - TEL. 035.510228/035.513800 - FAX 035.513554 mail: info@faip.it - www.faip.it

RANICA (BG) - TEL. 035.514059 - FAX 035.511029 www.magonispa.it


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mentre le mattine sono state colorate dai ragazzi. Anche quest'anno è stato rinnovato l'accordo con il Provveditorato agli Studi che ha portato al PalaNorda centinaia di ragazzi, sempre più entusiasti e competenti. SPETTACOLO - Come detto, in finale si sono affrontati un polacco e un tedesco: tuttavia, gli Internazionali 2013 saranno ricordati per la splendida cavalcata di Viktor Galovic. L'azzurro di origine croata (si è trasferito in Italia all'età di 6 anni per seguire il padre, che già lavorava a Milano) si è presentato da numero 422 ATP, umile iscritto alle qualificazioni, e ha conquistato una splendida semifinale grazie a un tennis potente, quasi dirompente, che gli ha fatto scalare la bellezza di 85 posizioni, collocandolo al numero 337. La speranza è che Bergamo sia stato il torneo della svolta per il gigante di Nova Gradiska. Non sarebbe una novità, poiché negli anni scorsi sono passati dal PalaNorda

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tanti giocatori che poi avrebbero sfondato nel circuito maggiore (su tutti Jo Wilfriend Tsonga e Alexander Dolgopolov). Una tradizione destinata a durare, anche in virtù della fama di torneo "portafortuna" che Bergamo si è costruito presso i giocatori. Oltre ai giovani di belle speranze, Bergamo ha spesso ospitato giocatori dal grande passato in cerca di riscatto. Dopo Santoro, Johansson, Hrbaty e Clement, quest'anno è stato il turno di Andreas Vinciguerra, svedese di origine italiane, la cui carriera è stata falcidiata dagli infortuni. A quasi 32 anni ha deciso di riprovarci, con il sogno di tornare tra i primi 100 al mondo. Ha conquistato un posto nei quarti, dando ampi segnali di risveglio anche grazie al sostegno del pubblico, che lo ha seguito con simpatia anche durante un match di doppio che si è protratto fin quasi l'una di notte. RICONOSCIMENTI - Il successo del Trofeo Perrel-Faip è stato certifi-

cato anche dalle istituzioni: per la prima volta il Sindaco di Bergamo, Franco Tentorio, ha partecipato alla conferenza stampa di presentazione, sottolineando l'importanza dell'evento nel calendario della città. Ma qual è il segreto di questo torneo? Probabilmente lo staff. Tante persone, ognuna con il suo ruolo, si impegnano al massimo per 10 giorni con un unico scopo: la piena riuscita dell'evento. Pazienza se durante il torneo ci si dimentica della vita privata e ci si dedica interamente a racchette e palline. Gli sforzi settimanali sono ripagati da una grande soddisfazione, sublimata dalla sfilata prima della finale, in cui tutti sono chiamati a raccolta dallo speaker per prendersi l'abbraccio (e il ringraziamento) della gente. Hostess, segreteria, addetti alla transportation, ufficiali di gara e tutti gli altri si fondono in un'unica entità che regala alla città un piccolo gioiello, che nel 2013 è tornato ad essere il torneo di tennis più importante della Lombardia.


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Workwear

KAPPA4WORK VESTE LA SUPERBIKE LA LINEA DA LAVORO DELLA NOTA AZIENDA BERGAMASCA «BONGIORNO ANTINFORTUNISTICA» APPRODA NEL MONDO DELLE DUE RUOTE NEL TEAM GRILLINI DELTAMATIC

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n nome, una garanzia: di qualità, di professionalità e di "made in Italy". Si potrebbe riassumere con queste tre parole la linea da lavoro della Bongiorno Antinfortunistica dedicata al mondo della Superbike, che vestirà nel 2013 gli uomini del Team Grillini Deltamatic e che sarà presente sulla livrea della BMW R1000SS per tutto l'anno. Perché anche quando la sicurezza si fa più estrema, l'azienda bergamasca con sede a Curno si rivela all'altezza delle aspettative. In particolare, stiamo parlando della linea Kappa per il lavoro - Kappa4Work -, nata in seguito ad un accurato studio effettuato da uno staff di persone che, per il periodo di un anno circa, hanno svolto una vasta indagine di mercato sul territorio italiano nell'intento

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di approfondire le esigenze dei lavoratori di età compresa tra i 17 e i 30 anni. In particolare, i risultati ottenuti hanno evidenziato che, qualsiasi settore si prenda in considerazione, le nuove generazioni di lavoratori privilegiano l'immagine e insieme la sicurezza, addirittura calzando scarpe sportive civili invece che calzature da lavoro. "Disegniamo abiti per curare l'immagine nelle aziende - ha detto Marina Bongiorno - perché il "made in Italy" è sempre più richiesto in quanto sinonimo di qualità e valore del prodotto". Come si può combattere la crisi economica che sta attanagliando tutti i settori? "Facendo dei nostri marchi i portabandiera del "made in


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Italy". Dobbiamo rilanciare l'immagine del lavoro italiano, per fare capire che la qualità paga sempre. Ancora oggi un'azienda nazionale, nel mio caso bergamasca, può investire nonostante la pesante congiuntura. E senza la paura che i mercati la puniranno, perché il valore del prodotto è assolutamente fondamentale".

prima volta in Italia un'importante squadra di calcio, la Juventus. La consacrazione mondiale del brand arriva cinque anni dopo, quando alle Olimpiadi di Los Angeles 1984 gli atleti della Nazionale americana indossano Kappa. Ancora oggi il marchio è sponsor a livello mondiale di

Quali sono i valori del marchio Kappa4Work? "Dalle prime considerazioni estetiche sul prodotto è nato il prototipo di una calzatura con un nuovo spirito. Una calzatura che facesse coesistere la bellezza delle linee con la sicurezza dettata dalle leggi in vigore". Come avete fatto a scegliere il marchio? "Abbiamo scelto il marchio più conosciuto tra il campione di persone intervistate ed è emerso, senza alcun dubbio, che 8 persone su 10 hanno scelto "Kappa" come logo più affermato nella moda sportiva. Abbiamo quindi creato delle scarpe capaci di unire l'immagine giovanile alla sicurezza". Cosa vuol dire essere produttori e distributori? "Ci vuole grande organizzazione per riuscire a coniugare questi due aspetti così lontani solitamente nella filiera. Bisogna credere fermamente nel proprio lavoro, curando ogni aspetto nei minimi particolari. Il settore della sicurezza sul lavoro è sicuramente diverso dalla classica vendita di capi d'abbigliamento. In questo campo c'è il dovere di produrre un marchio solido e affidabile, distribuendolo al contempo in tempi rapidi. Tutte doti che negli anni la Bongiorno Antinfortunistica ha dimostrato di avere, superando tutti i competitors". Qual è il legame che unisce Kappa a Kappa4Work? "Il marchio Kappa nasce nel 1978 quando Marco Boglione, giovane direttore commerciale e marketing del Maglificio Calzificio Torinese, convince Maurizio Vitale - amministratore delegato dell'azienda - a istituire una divisione sportiva della già avviata attività Robe di Kappa. Nel 1979 Kappa (allora Robe di Kappa Sport) sponsorizza per la

importanti squadre di calcio, basket, volley, rally, sci, golf, scherma e arti marziali, nonché di numerose federazioni sportive, soprattutto in Italia. Tutta l'esperienza maturata nel mondo dell'abbigliamento sportivo è stata utilizzata per creare una linea dedicata alla gente che lavora, e che lo vuole fare con praticità ma anche con stile. Ed è nato, appunto, il marchio Kappa4Work". La storia imprenditoriale, quindi, non si può ancora imitare. "Due decenni di ricerca sviluppo e innovazione hanno evidenziato risultati eccezionali in termini di sicurezza, design, innovazione. La Bongiorno Antinfortunistica ricopre oggi un ruolo di primissimo piano nel mercato di riferimento, ideando, disegnando e progettando articoli di altissima qualità".

Marina Bongiorno

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«Service»

CON AUTOTORINO UNA MARCIA IN PIÙ SERVICE AUTORIZZATO MERCEDES-BENZ A CURNO UN’OPPORTUNITÀ IN PIÙ PER I CLIENTI DELLA CASA CON LA STELLA A 3 PUNTE

Sandro Ferrari

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a Casa di Stoccarda ha premiato sul campo il Gruppo Autotorino Spa assegnando il mandato nel settore post vendita ad una delle sue sedi migliori, quella bergamasca di Curno. Già concessionario Mercedes-Benz per le provincie di Sondrio, Lecco e Modena, ora è anche officina autorizzata in una piazza importante come quella orobica: "Iniziare questa nuova esperienza è una sfida importante che vogliamo vincere per diventare un vero e proprio punto di riferimento per il marchio Mercedes-Benz nella provincia di Bergamo - ha esordito il responsabile

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post vendita di Autotorino Spa Alessandro Ferrari -. Ritengo infatti che, offrire un servizio al cliente Mercedes-Benz nella nostra assistenza, sia un valore aggiunto per la sede di Curno, anche solo per il prestigio che tale brand garantisce. Nel post vendita abbiamo maturato una valida esperienza sulle vetture della casa tedesca nelle tre filiali di Modena, Sondrio e Lecco. Sfruttando tale background e puntando sulla professionalità dei nostri tecnici, miriamo a offrire un servizio dallo standard qualitativo elevato che soddisfi le aspettative dei clienti bergamaschi e ci consenta di fidelizzarli". Massima attenzione e cura del cliente, un servizio post vendita puntuale, preciso ed efficace in una struttura all'avanguardia, concepita e progettata su quelli che sono i canoni MercedesBenz, sono le premesse migliori per una partnership duratura: "Da noi i clienti sono certi di trovare personale altamente qualificato, Ricambi Originali e un orario modulato sulle loro esigenze. Chi si affida a un tecnico Autotorino può contare su una professionalità garantita da continui e puntuali corsi di aggiornamento. Ogni nostro consulente tecnico, infatti, è stato appositamente selezionato e formato con quelli che sono i nostri valori. Perché Autotorino, da sempre, è un qualcosa in più rispetto al consueto panorama delle concessionarie automobilistiche".


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NUOVA OPEL ADAM PERSONALITÀ E STILE SU MISURA 62


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a guardi e ti rendi subito conto che non si tratta di una semplice citycar. E' lo stile il primo punto di forza di questa splendida vettura, la nuova Opel Adam. L'abbiamo provata per voi guidandola fino a Sotto il Monte, e scattandole qualche fotografie ospiti dello splendido agriturismo Casa Clelia. Subito una premessa: le varie possibilità di personalizzazione di questa vettura possono davvero accontentare tutti. Dai più sportivi a chi cerca un'auto più elegante, restando una vettura tipicamente giovanile (sia per un single che per una coppia) oppure adatta come seconda auto all'interno di una famiglia. La Adam riporta tutti gli elementi stilistici delle ultime Opel, come i fari anteriori ad ala e la cosiddetta "lama" nella parte bassa della fiancata, mixati in 370 cm di originalità, con tratti molto peculiari, come il tetto che sembra "sospeso" sulla carrozzeria.

LA NUOVA NATA È UN CONCENTRATO DI IDEE E TECNOLOGIA UNA CITYCAR NON CONVENZIONALE ALTAMENTE PERSONALIZZABILE DESTINATA A LASCIARE UN’IMPRONTA NEL SEGMENTO A

LINEA - Progettata e realizzata in Germania la nuova Adam è lunga 3.698 mm, larga 1.720 mm (+150 e +100 mm rispetto alla Fiat 500) e sviluppata attorno a un passo di 2.311 mm. Valori che scaturiscono da una profonda rivisitazione ed accorciamento del pianale della Corsa sul quale sono state studiate forme interessanti, in modo particolare per quanto concerne il tetto "sospeso" che fa apparire la zona superiore della vettura virtualmente "scollegata" dalla parte sottostante. Un elemento di stile estremamente "sciccoso" sottolineato dal logo Adam posto esattamente all'interno della "fessura" tra le due porzioni d'auto e da elementi che si riallacciano alle ultime proposte della Casa: parliamo della calandra con i listelli (cromati o colorati) che nascono dal logo Opel e si sviluppano sino alla cornice come un'alta d'aereo o la nervatura che corre dall'alto verso il basso lungo la fiancata per conferire maggior forza al volume anteriore e più leggerezza a quello posteriore. Tra gli elementi di stile più interessanti si fa notare anche la nervatura che "gira" attorno alla maniglia, ma anche lo stile dei gruppi ottici anteriori che al loro interno ospitano un sistema d'illuminazione a LED non solo per le luci diurne ma anche per quelle notturne. ALLESTIMENTI - Jam è il più giovane e colorato, mentre Glam e Slam puntano rispettivamente sull'eleganza e sulla sportività, offrendo una dotazione di accessori più ricca. Numerosissimi i colori disponibili per la parte bassa ed altrettanto variegata la scelta per il tetto: ad impreziosire le combinazioni si presentano diversi set di cerchi in lega, in alcuni casi dotati di interessanti placche colorate intercambiabili su ogni razza che possono viaggiare

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di pari passo, in termini di colorazione, con altri elementi ben in vista come le cover degli specchietti retrovisori (anche quello interno) o il baffo della calandra. DUE PIÙ DUE - I designer Opel non hanno lasciato nulla al caso anche dentro. Adam è stata studiata per ospitare fino a quattro persone combinando design, ergonomia e, anche in questo caso, estrema possibilità di personalizzazione che all'atto pratico si traduce con la possibilità di cambiare "aria" sfruttando ancora il concetto di cover: plancia, pareti del tunnel centrale, pomello del cambio e decine di altri dettagli possono essere scelti nella colorazione che si preferisce nel contesto della personalizzazione offerta dallo specifico allestimento. Tra gli elementi che rendono "premium" l'ambiente ci sono anche l'illuminazione a led della parte bassa dell'abitacolo, il tetto con effetto cielo stellato fino ad oggi visto solo sulle Rolls Royce, il volante riscaldato, ma anche linee direttamente derivate dai modelli superiori. INTELLILINK - Grande spazio, visto che Adam si rivolgerà a utenti giovani ed amanti della tecnologia, anche ad un sistema multimediale estremamente avanzato. Il nuovo IntelliLink è

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stato intelligentemente pensato per sfruttare il potenziale dei più diffusi smartphone (Apple o Android) non solo come terminale telefonico collegato via bluetooth o USB ma anche come vero e proprio fornitore di servizi e di potenza di calcolo per l'utilizzo di app dedicate e condivise tra i due sistemi. Il navigatore, ad esempio, non è più installato direttamente in vettura, ma nel telefono: l'IntelliLink al suo interno fa "semplicemente" funzionare una app che utilizza il GPS e la cartografia contenuta nel telefono per visualizzare sul display da 7" la navigazione utilizzando l'audio per l'indicazione vocale delle svolte. MIRRORING - Opel è la prima ad offrire un sistema di questo genere che, negli step successivi, permetterà di visualizzare le schermate del telefono direttamente sul display: non si tratta di una tecnologia molto lontana, anzi a livello prototipale in Opel già esiste, ma l'immensa quantità di device e di hardware presenti sul mercato rappresenta un limite per la garanzia di compatibilità e funzionamento che devono essere necessariamente garantite. Degna di nota la possibilità di personalizzazione offerta anche in ambito audio: l'Intellilink può essere completato con l'Infinity Sound System da 315 W 8 altoparlanti di cui un subwoofer scatolato da 90 W.


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MOTORI - La nuova segmento A "trendy" tedesca, alla stregua della Smart, è una di quelle vetture che con ogni probabilità non verrà identificata per la motorizzazione utilizzata: forse è anche per questo che, almeno inizialmente, si potrà scegliere tra il 1.2 da 70 CV (115 Nm a 4.000 giri) ed il 1.4 da 87 (130 Nm a 4.000 giri) o 100 CV (130 Nm a 4.000 giri) abbinati ad un cambio manuale a cinque marce. I valori di emissione vanno, nelle versioni dotate di pacchetto EcoFlex, da 118 g/km ai 119 g/km dei motori più potenti, mentre in termini di prestazioni si passa dai 165 km/h e 14,9 secondi per lo 0100 della 1.2 ai 185 km/h e 11,5 secondi della 1.4 da 100 CV, passando per i 176 km/h ed i 12,5 secondi della 87 CV. I consumi combinati vanno dai 5 l/100 km della 1.2 ai 5,1 delle motorizzazioni 1.4. IN CONCLUSIONE - Opel Adam lascerà il segno non solo sul mercato ma anche nel contesto della gamma Opel. La prima vettura della terza fase dell'offensiva Opel è stata pensata per rappresentare un

punto di riferimento in termini di design e di offerta al cliente alla stregua di quanto fatto con Insignia dal 2008 ad oggi. Una sfida indubbiamente interessante, anche per una rete vendita che per la prima volta ha a che fare con un genere di prodotto solitamente assimilabile a Smart o Mini. Quale versione prendere? Difficile

dirlo. Jam offre già molto di serie ma è solo con Glam e Slam che si arriva ad avere una dotazione completa ed in linea con le esigenze dei clienti più giovani. Tutte, in ogni caso, hanno una personalità molto forte, ben definita. D'obbligo l'Intellilink, un vero gioiello.

AZ VEICOLI GROUP CONCESSIONARIA OPEL Bergamo Via per Curnasco, 72 Tel. 035 261092 Email: info@azveicoli.it www.azveicoli.it

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MOTORI

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In anteprima

RANGE ROVER 2013

UN GIOIELLO INCASTONATO NELLA TRADIZIONE 66


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Testo&Foto di Giorgio Chiesa

IL FUORISTRADA DI LUSSO DELLA CASA BRITANNICA SI RINNOVA, SENZA RINUNCIARE ALLE CARTE CHE L’HANNO RESO CELEBRE: DESIGN E COMFORT 67


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l fuoristrada di lusso per eccellenza ha fatto il suo debutto sul mercato, con un carico di innovazioni che segnano una notevole svolta con il suo prestigioso passato. Infatti, anche se esteticamente le proporzioni e lo stile non sono cambiati, questa quarta generazione presenta novità oltre l'immaginazione. In primo luogo, a livello tecnico, gli ingegneri inglesi hanno optato per una struttura monoscocca in alluminio che risulta essere il 39% più leggera rispetto al modello precednete. In più, molti elementi dello chassis nella parte anteriore ed in quella posteriore sono ora in alluminio, garantendo complessivamente un risparmio di peso che su certe versioni arriva addirittura a 420 kg in meno. SCELTE SMART - Questo risparmio in termini di peso fa della Range Rover 2013 un SUV decisamente più performante ed agile rispetto alla vettura che va a sostituire, il tutto unito a consumi ed emissioni nocive ridotti. Un'ulteriore contributo dal punto di vista della riduzione dei consumi e delle emissioni deriva anche dall'eccellente aerodinamica: la nuova Range Rover è, infatti, la più sinuosa mai prodotta dal costruttore britannico. Lunga poco meno di 5 metri, le dimensioni si rivelano quasi identiche a quelle del modello in

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fase di pensionamento. Ma all'interno lo spazio è aumentato, merito del passo di 118 mm. COMFORT - La nuova Range Rover non è solo design rinnovato ed efficienza migliorata: anche dal punto di vista tecnico e meccanico si segnalano importanti passi in avanti. Innanzitutto il nuovo assetto, basato su sospensioni pneumatiche ad aria compressa con schema a ruote indipendenti, permette un comportamento su strada più simile a quello di una normale vettura, con una stabilità in curva migliorata ed un feeling dello sterzo più diretto. Non poteva mancare anche l'innovativo (ed ormai caratteristico del marchio) sistema "Terrain Response" di nuova generazione, che è in grado di analizzare tramite dei sensori il tipo di strada percorsa e di settare i parametri dell'auto in modo da adattarsi nel migliore dei modi. Oltre alla tecnologia, il comportamento in fuoristrada è agevolato dall'altezza da terra aumentata di 18 mm: complessivamente abbiamo un'altezza di 296 mm all'anteriore e 310 mm al posteriore. Interessanti anche le caratteristiche da vera fuoristrada: le ruote hanno un'escursione massima (l'allungamento massimo della sospensione, fondamentale nella guida su fondi accidentati) di 597


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mm e la profondità massima di guado è aumentata di 200 mm, arrivando a quota 900 mm. La capacità di traino è, infine, di 3.500 kg, che si conferma il miglior valore nella categoria. DESIGN - Rinnovare un modello di gran successo non è mai un'impresa facile. Ed i designer lo sanno. In questo caso i ritocchi si sono concentrati principalmente nel frontale e nella coda, dove possiamo vedere interventi sui paraurti e sui gruppi ottici. Nel muso l'influenza estetica della sorella minore Evoque si fa molto evidente. Le proporzioni generali, come già ricordato all'inizio, non sono state mutate: a prima vista si riconosce perfettamente che ci troviamo di fronte ad un Range Rover. Anche gli interni hanno evidentemente subito l'influenza e il successo dalla Evoque: lo stile della plancia è infatti più moderno e razionale, pur senza rinunciare al lusso di materiali e finiture. La console centrale si spoglia di molti pulsanti e comandi superflui, divenendo una più intuitiva console di comando touch screen. MOTORI - La gamma di motori della nuova Range Rover 2013 si compone di tre unità. Si parte con il 5.0 litri LR-V8 Supercharged a benzina, capace di una potenza massima di 510 cavalli tra i 6.000 ed i 6.500 giri al minuto e di una coppia di 625 Nm tra i 2.500 ed i 5.500 giri/minuto. Le prestazioni con questa motorizzazione sono veramente sorprendenti se si pensa al tipo di vettura: pensate che l'accelerazione da 0 a 100 km/h avviene in appena 5,4 secondi, un valore inferiore di 0,8 secondi rispetto al modello precedente, merito delle migliorie aerodinamiche e di peso che abbiamo già citato. I consumi della Range Rover 2013 Supercharged V8 sono calati del 9%, mentre le emissioni di CO2 si attestano su di un valore di 322 g/km. Le motorizzazioni più scelte, almeno nel Vecchio Continente, saranno tuttavia i due diesel. La versione d'accesso è rappresentata dal 3.0 litri TDV6 dotato di ben 600 Nm di coppia a 2.000 rpm e di una potenza di 258 CV. Anche in questo caso il miglioramento dal punto di vista di consumi ed emissioni nocive è notevole: servono 7,5 litri di gasolio per fare 100 km (equivalenti a 13,3 km/l), un valore inferiore del 22% rispetto al modello d'accesso della serie precedente, mentre emette 196 g/km di anidride carbonica. L'ultima motorizzazione disponibile è il 4.4 litri SD-V8 in grado di sviluppare ben 339 cavalli e 700 Nm, questi ultimi disponibili tra i 1.750 ed i 3.000 giri al minuto. I consumi della Range Rover 2013 4.4 SD-V8 sono di 12,9 km/litro e le emissioni di CO2 di 229 g/km. La trasmissione sarà affidata all'immancabile cambio automatico ZF ad otto rapporti.

FUTURO - Ma non finisce qui: il prossimo anno debutterà un'inedita variante ibrida diesel, in grado di vantare consumi ridottissimi (ovviamente sempre considerando il tipo di vettura) di circa 16 km al litro ed emissioni nocive pari a 169 g/km di CO2. Lo schema meccanico prevede il 3.0 litri tur-

bodiesel sei cilindri a V da 286 cavalli di potenza e 560 Nm di coppia, abbinato ad una più compatta unità elettrica da 47 CV e 170 Nm. Grazie ad una potenza complessiva di 333 cavalli, la Range Rover 2013 ibrida sarà in grado si passare da 0 a 100 km/h in 7,4 secondi. In sinergia con un V6 diesel

Iperauto Bergamo Concessionaria per Bergamo e Provincia Via Borgo Palazzo, 205 Tel. 035 292 4211 www.iperautobg.it

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da 286 CV e 560 NM, sprigiona complessivamente 333 CV. Dal punto di vista tecnico il motore elettrico sarĂ posto nell'alloggiamento del cambio, mentre le batterie (dalla capacitĂ di 1.7 kWh) saranno posizionate nella parte inferiore del telaio e protette da un guscio di acciaio, per evitare danni in fuoristrada.

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di Antonio Ghilardi - foto di Giorgio Chiesa

Dietro la ricetta

ANTONIO GHILARDI IL BOCUSE D’OR VISTO DALL’INTERNO LOCHEF BERGAMASCO «INVIATO SPECIALE» A LIONEA METÀ TRA L’ALTA CUCINA E UNA SFILATA DI MODA CONPIATTI UNICI, QUASI IRRIPETIBILI PER TECNICHE PRECISIONE E COLORI

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i trovo a Lione, nella regione francese della RhoneAlpes, una città ricca di cultura gastronomica come potrebbe essere la nostra Parma, è martedì 29 gennaio 2013. sono all'interno del SIRHA, il salone Internazionale della Ristorazione e dell'Hotellerie, come potrebbe essere il Salone del Gusto di Torino oppure il CIBUS nella stessa Parma. Sono le 8,00 ed ha inizio la prima giornata del più grande concorso mondiale di cucina, una grandissima kermesse di stelle e anfitrioni della ristorazione internazionale e il palcoscenico continentale per aspiranti Mozart dei fornelli, è il Bocuse D'Or 2013. Il concorso biennale raggruppa 24 paesi tra una selezione di 56 nazioni e 3 continenti: Europa, Asia e Americhe. Quest'anno 12 rappresentanti europei più una "White Card" all'Italia come paese invitato e 11 paesi del resto del mondo. Per partecipare occorre superare le rispettive selezioni nazionali, successivamente quelle continentali per ritrovarsi qui, ogni due anni, alla finale di Lione. Paul Bocuse, da qui il nome del concorso nato nel 1987, immensa figura della ristorazione francese e mondiale, Chef classe 1926, di Collonges au Mont d'Or a nord di Lione, considerato una dei più grandi cuochi del XX secolo, sicuramente uno dei primi Chef mediatici che hanno

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aperto la strada negli anni 70 e 80 a decine di Business Chef sparsi per il globo. Chi vi scrive queste righe, sono io, Antonio Ghilardi, cuoco da sempre, ristoratore da dieci anni e giornalista part-time, quando la Tessera dei Giornalisti, datata 1993, serve ad accreditarsi a manifestazioni di questo livello. La cosa migliore è che il concorso l'ho vissuto dall'interno, pur non partecipando direttamente alla competizione, questo l'ha fatto il nostro rappresentante Alfio Ghezzi con il supporto di Giancarlo Perbellini suo capitano e tutor della squadra italiana. Ho vissuto il back stage dei cuochi attraverso le innumerevoli e antiche conoscenze di colleghi con i quali avevo condiviso le esperienze di lavoro a Parigi, New York e Milano. Tutti grandi Chef e ristoratori affermati che collaboravano e gestivano direttamente le sorti del concorso, come Daniel Boulud (mio Chef a Le Cinque di New York) o Michel Roth (Chef del Ritz di Parigi ed ex vincitore del Bocuse 1991) e Régis Marcon, Bocuse D'Or nel 1995. Potrei continuare con altri grandi nomi, sconosciuti ai profani del settore, che annoierebbero la maggior parte dei lettori ma vi vorrei trasportare nel vero clima delle giornate trascorse ed immergevi in un mondo di emozioni dettate dal piacere del cibo. Ventiquattro sguardi differenti legati da un


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Antonio Ghilardi

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tema comune a tutti, Filetto di manzo irlandese e Rombo chiodato, espressioni di esperienze, di cultura e tecniche soggettive attraverso diverse interpretazioni con forme, intuizioni e filosofie a volte vicine altre volte opposte, comunque tutte con il fine ultimo di stupire e colorare le emozioni. Come scrivevo qualche riga sopra, l'Italia era "paese Ospite" e, per la prima volta nella storia del concorso, uno Chef italiano è stato invitato come Presidente Onorario. Il suo nome è Enrico Crippa, recentemente insignito delle Tre Stelle della guida Michelin, Chef del ristorante Piazza Duomo ad Alba, e vecchio collega e mio Commis ai pesci quando ero Sous-Chef da Gualtiero Marchesi nel 1988. Chicco al tempo aveva 17 anni ma già bagnava il naso a cuochi molto più anziani di lui. Tornando al punto, il concorso è una sfilata d'alta moda "da mangiare", con piatti unici, quasi irriproducibili per tecnica e precisione e, come l'alta moda è l'apice delle tendenze future, il Pret à porter della gastronomia attingerà ai colori e ai tagli delle prossime stagioni. Tuttavia il buon piazzamento nella competizione è il coordinamento di un progetto iniziato almeno due anni prima della finale con la creazione di un Team operativo, lo Chef, due Commis aiutanti e un Capitano tutor che lavorano in sinergia con una squadra di professionisti tra i quali uno o più foodstylist, dove spesso vengono anche coinvolti architetti per la composizione e la creazione dei vassoi di presentazione, con studi di marketing e comunicazione per l'allestimento di un "portfolio dei piatti" e di un poster rappresentativo del team. La parte organizzativa è affiancata inoltre da un allenamento sistematico e ripetuto, da parte dei cuochi, che inizia mesi e

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Il concorso biennale raggruppa 24 Paesi tra una selezione di 56 nazioni e tre continenti ed è dedicato a Paul Bocuse, immensa figura della ristorazione francese e mondiale

mesi prima dell'evento tendente a riprodurre le condizioni e il timing della finale. Un tempo limite di cinque ore e trenta per la presentazione di un vassoio di portata per dodici persone, per quanto riguarda la carne, che segue il servizio al piatto di dodici porzioni di pesce. Seppur consistente il premio in denaro dei vincitori, rispettivamente di 20.000, 15.000 e 10.000 euro, non giustificherebbe gli sforzi organizzativi ed economici che stanno alla base della partecipazione. Quest'ultima andrebbe invece letta nel valutare la promozione di un Brand e le sue ricadute sui mercati internazionali come fasce di mercato, promuovendo il "Marchio Italia" in paesi dove i marchi trasudano denaro e lavoro. Per il nostro paese, purtroppo e lo dico con profondo rispetto, tutto questo ha il solo risultato di una bella esperienza personale, di un Team encomiabile per l'impegno e le energie profuse, lasciato solo con le proprie limitate risorse e sperduto fra i giganti abituati a fare gruppo. Rimasti schiacciati da nazioni come Norvegia, Danimarca e Svezia di modesta cul-

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tura gastronomica rispetto a quella nostra mediterranea, ma con operatori determinati affiancati da vere e proprie "macchine da guerra culinarie" sotto il profilo delle strutture e degli investimenti e con supporti istituzionali di alto livello. Chi non legge questi "dettagli" rischia l'isolamento per una cecità istituzionale francamente poco comprensibile. Un dato: la squadra danese aveva un budget di almeno duecentomila euro e altre nazioni seguivano a ruota con sponsor, supporter istituzionali quali associazioni di categoria a carattere nazionale e il patrocinio del Ministero dell'agricoltura. Alla premiazione, oltre al folkloristico e goliardico tifo da stadio da parte di tutte le nazioni partecipanti, era presente anche il Principe della Casa Reale svedese, l'ambasciatore Giapponese e, per la Francia, un Ministro rappresentante personale del Presidente della Repubblica. È pur vero che siamo in Francia e la nostra cucina è quella maggiormente concorrenziale ma le Griffe ci sono ed essere presenti significa valorizzare un simbolo e crederci. Se nel mondo della pasticceria si è riusciti a creare un sistema tecnico-didattico performante a livello mondiale questo non è stato creato nel mondo della cucina. La mia introduzione iniziale ripeteva volutamente una frase che diceva: "…come potrebbe essere…" perché le città e le manifestazioni sono spesso equivalenti, interessanti e ben organizzate anche in Italia (vedi il recente SIGEP a Rimini) ma sognerei che questo paese possa credere ancora che il motore che smuove le cose sia la passione e la necessità per i giovani di riconoscersi in modelli con forti motivazioni forse cosi si potrebbe scorgere anche il futuro di sviluppo al di la del proprio naso, peccato che lo si debba spesso vedere fuori da questa Italia perché qui, ora ci si sente soli. Il concorso quest'anno è stato preceduto dalla prima edizione del "World Cuisine Summit", svoltasi dal centro congressi della Citè di Lione, lunedì 28 gennaio. È stata una grande concentrazione del Gotha della ristorazione mondiale, da Alain Ducasse a Daniel Boulud di New York, da Joel Robuchon al nostro Gennaro Esposito, dalla Nuova Cucina dei paesi baltici con lo slogan "Better food for Better life" a rappresentanti dell'Intellighenzia mondiale nel campo della grande distribuzione, gli amministratori delegati europei di Mc Donald, Metro, Mc Cain e Danone. Di qualità anche la rappresentanza di opinion leader e professionisti come l'architetto Philippe Starck e giornalisti del settore enogastronomico, fra i tanti nomi anche il nostro Carlo Petrini, fondatore del movimento Slow Food. Una giornata di dibattiti, confronti e approfondimenti, sul presente e soprattutto sul futuro non del "pianeta ristorazione" ma la consapevolezza di un possibile percorso per contribuire a donare un senso etico alla ristorazione, fatta con il rispetto per l'equilibrio tra uomo e natura, per la sostenibilità di un pianeta e per una qualità di vita migliore, una profonda riflessione sui movimenti futuri dell'alimentazione commerciale a livello planetario. Un tema complesso e articolato non certo risolvibile in un giorno, ma comunque molto interessante e ben organizzato. Le due giornate le ho trascorse tra amici e colleghi italiani e

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francesi in un mix di doveri istituzionali dove irreprensibili Chef in giacche inamidate e stremati assaggiatori con inflessibili tempistiche di gara, rinascevano al termine dei loro doveri concorsuali attraverso degustazioni di vini prelibati, succulenti scaloppe di foiegras spadellato a coppe di Champagne alzate in brindisi per rinnovare la nostra ritrovata e antica amicizia. Al altri l'onere della pura cronaca del concorso (prima la Francia, seconda la Danimarca, terzo il Giappone) a me il gusto di vivere e condividere, due giorni di grande euforia gastronomica.

LA CARRIERA DI ANTONIO GHILARDI Nasce ad Alzano Lombardo in provincia di Bergamo nel 1963, Antonio Ghilardi si è diplomato con la Maturità Alberghiera all'Istituto Professionale di S.Pellegrino Terme ed è uno Chef di cucina specializzatosi in nuove tecnologie per la ristorazione. E' uno dei pochi italiani che può trarre le sue conoscenze da esperienze avute in grandi ristoranti all'estero, tre grandi nomi nel suo curriculum: quello del ristorante "Le Cirque" di New York, quello del "Lucas Carton" di Parigi con il grande Alain Senderens e, a Milano, con Gualtiero Marchesi. Quest'ultimo, negli anni, ha scelto tra i suoi più affezionati e amati ex collaboratori un numero di dodici Chef che lui chiama affettuosamente i suoi "discepoli" (Carlo Cracco, Davide Oldani, Enrico Crippa, Pietro Leeman, Andrea Berton) tra cui spicca anche Antonio Ghilardi. Tuttavia, proprio Ghilardi, prima di frequentare le grandi realtà mondiali della ristorazione, ha lavorato per lunghi anni in ristoranti e in grandi alberghi italiani dove si è potuto formare una personalità culinaria che lo caratterizza per la versatilità e la conoscenza della cucina regionale italiana. Attualmente è proprietario, con la moglie, del ristorante Papillon a Torre Boldone e consulente di cucina per alcuni albergatori di prestigio. Organizza frequentemente corsi di cucina per professionisti e dimostrazioni pratiche in occasione di importanti fiere o convegni.

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di Maurizio Di Dio Ricetta vincente

ANCHE LA CUCINA DELLA TV HA SCELTO LE PENTOLE AGNELLI LA STORICA AZIENDA BERGAMASCA CHE PRODUCE PENTOLE DAL 1907, «SFILA» SUL PICCOLO SCHERMO CON TRE NUOVE DIVERSE COLLEZIONI DEDICATE ALLA CASA

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Bruno Barbieri

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ei palinsesti televisivi e radiofonici la cucina è ormai del prodotto, che viene realizzato come cent'anni fa lavorantra i protagonisti indiscussi. E l'azienda Pentole do a freddo il materiale, in modo da rispondere alle richieste Agnelli, con la naturale vocazione a produrre pentoe ai desideri dei fruitori più esigenti. Un modello di lavorale in grado di soddisfare anche gli chef più esigenti - con i zione, quello della nota azienda Pentole Agnelli, che unisce suoi strumenti di cottura - contribuisce già da parecchi anni tradizione e modernità, ricerca e tecnologia, cura dei particoa soddisfare l'importante ventaglio di trasmissioni e fiction di lari e professionalità e non deborda mai nell'approssimaziocarattere gastronomico in onda sui vari canali tv e anche sul ne, nel semplicismo e nelle mode, ma sa sempre adattare la web. Tant'è che da parecchio tempo la casa di Produzione sua produzione di pentole alle esigenze del tempo che muta, Magnolia, per tutti i suoi format e le fiction che parlano di rifiutando di produrre novità solo per la novità. Curate in cucina, ha scelto la collaborazione ed i prodotti della storica ogni minimo dettaglio, le nuove collezioni di Pentole Agnelli azienda bergamasca. Pentole, quelle della storica azienda dedicate alla casa, rispondono quindi a tutti i migliori requibergamasca Baldassare Agnelli, con capacità prestazionali di siti specifici di qualità dei materiali e degli antiaderenti, conindiscusso prestigio protagoniste da sempre nella ristorazioduttività termica, maneggevolezza, conformità alle leggi ed ne professionale, ed oggi, inoltre, grazie alle nuove "colleai caratteri produttivi dell'eco-sostenibilità. zioni" studiate appositamente per la casa, in forma assai più Con le nuove collezioni Pentole Agnelli lancia un importanintensa, anche per il retail. Strumenti di cottura dal konw te segno di apertura al mondo consumer con linee di pentole houw professionale, idonee a facilitare la preparazione di specifiche e dunque non più un'eccellenza produttiva rivolta qualsiasi piatto e ricetta e a prestarsi per esemplari sfide tra le mura domestiche. Un La Collezione Lady Chef protagonista importante segno di apertura al mondo concon Benedetta Parodi nel programma sumer con linee di pentole specifiche e dunLa 7 «I menu di Benedetta» que non più un'eccellenza rivolta solo all'alta le senior Chef con Alessandro Borghese ristorazione professionale. Si chiamano Mr Chef, Senior Chef e Lady Chef, le Pentole nel nuovo format «Ale contro Tutti» Agnelli dedicate al casalingo: tutte seguono su sky e su Cielo, le Mr. Chef spopolano la stessa filosofia di produzione delle pentole nel format Master Chef Italia professionali Baldassare Agnelli ancora oggi contraddistinte dalla lavorazione artigianale

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solo all'alta ristorazione professionale. Le Pentole Agnelli della Collezione Lady Chef le vediamo protagoniste tutti i giorni con Benedetta Parodi, la regina dei fornelli nel programma di La 7 "I menu di Benedetta", mentre le senior Chef sono state affidate alle mani esperte dell'anfitrione Alessandro Borghese nel nuovo format "Ale contro Tutti" su sky e su Cielo, mentre, dal 13 dicembre scorso, la collezione Mr. Chef è protagonista del fortunato format Master Chef Italia, con la sfida dei Talenti in cucina in onda su Sky tutti i giovedÏ sera e replicata a primavera in chiaro sulla rete televisiva Cielo.

Con le nuove linee dedicate al retail Pentole Agnelli entra quindi anche attraverso la Tv nelle case di tutti noi e in quelle degli appassionati gourmet, nella convinzione che il successo di una ricetta non dipende solo dalla fantasia e dal talento ma anche dalla profonda conoscenza degli ingredienti e dei recipienti piĂš adatti alla loro cottura.

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Moda

ALESSANDRA FACCHINETTI

DIRETTORE CREATIVO DI TOD’S DONNA

IL NOTO BRAND NOMINA LA STILISTA BERGAMASCA E FIGLIA D’ARTE CREATIVE DIRECTOR DELLA LINEA DONNA, UN PRESTIGIOSO INCARICO PER TENERE IN ALTO IL MADE IN ITALY NEL MONDO

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lessandra Facchinetti è la nuova Creative Director delle collezioni donna del marchio di Tod's. Nata a Bergamo nel 1972, Alessandra Facchinetti studia arte, scultura e architettura, per poi dedicarsi alla moda, diplomandosi all'Istituto Marangoni di Milano. La sua estetica trasversale e la sua cultura internazionale la portano a intraprendere esperienze diverse in alcune delle case di moda più prestigiose, tra cui il Gruppo Prada, dove debutta nel 1994 come designer e coordinatore del brand MiuMiu; Gucci, dove entra nel 2000 come Design Director del ready-to-wear donna; Moncler per cui lancia, nel 2006, Gamme Rouge; la maison Valentino, che la chiama nel 2008, per seguire prêt-à-porter e Haute Couture; fino al lancio, nel 2010, del suo primo progetto personale, "Uniqueness", che rappresenta un esperimento di moda no season, esclusivamente online. Alessandra Facchinetti ha dichiarato: "Come stilista italiana sono molto onorata di assumere un incarico così importante, per un marchio che - con massima qualità e raffinatezza - contribuisce a tenere alto il prestigio del Made in Italy nel mondo." Diego Della Valle, presidente del Gruppo Tod's, afferma: "Alessandra Facchinetti è una donna di grande talento e la sua passione per i dettagli e per la ricerca di materiali e lavorazioni permettono sofisticati passaggi di lusso artigianale e la rendono perfetta per il nostro marchio, da sempre attentissimo alla qualità e al Made in Italy."

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EVENTI

FEDRA, LA BORSA ICONA DI TIZIANA FAUSTI foto di Giorgio Chiesa

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è chi racconta la storia di famiglia affidandola a un diario, chi la raccoglie nelle pagine di un libro, chi la trasforma nella sceneggiatura di un film. Tiziana Fausti, che è cresciuta annusando l'odore delle pelli e della colla tra la fabbrica e il negozio dei genitori, l'ha narrata in una borsa. Nata dai ricordi di quelle lunghe giornate trascorse in campagna con il padre e da quel mondo dell'equitazione che frequenta fin da bambina, come hanno poi fatto le sue figlie, la borsa presentata a Milano lo scorso sabato 23 febbraio, capiente, rivela la sua ispirazione hunting con piccoli dettagli significativi. Come l'infilatura a mano di una fettuccia nel bordo esterno, che reinterpreta particolari delle capezzine sulla fronte del cavallo. Manici lunghi, da spalla e da braccia, ma anche la tracolla interna che rielabora le cartucciere per portarla a bandoliera. Sfoderata, tranne che per alcuni pellami, come sfoderata era la prima borsa in cuoio realizzata dalla famiglia. Perché c'è un po' la storia della pelletteria del dopoguerra nel lavoro di questa coppia: lui, nato per caso a Varese, visto che gli altri Fausti vivevano a Washington D.C. Lei, Fedra Filippi, toscana, si era trasferita a Milano e lavorava per le famose Pirovano. Matrimonio nel giorno della liberazione, il 25 aprile 1945, e trasferimento a Bergamo, dove esperienza e competenza si fondono in un modo nuovo

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d'intendere il negozio. Nascono così la Valigeria Fausti, poi Valnova, dedicata alle borse di avanguardia. Erano gli anni in cui Francesco Fausti se ne andava a Varese, allora nota per la valigeria, e tornava con il furgone carico di bauli e valigie. Intanto si andava affermando il "gusto Parma" con i marchi che sarebbero diventati celebri. Tiziana Fausti è cresciuta in questa atmosfera ottimista e sperimentale, collaborando con i genitori finché il 12 maggio 1979 apre il suo primo negozio. Piccolissimo, 16 mq, dove il primo giorno guadagna 500 mila lire. Ogni numero bene inciso nella memoria. Poi, come si dice, da cosa nasce cosa: la grande boutique, il negozio di accessori (China Red) e quello, sempre dedicato agli accessori, che sta per aprire a Lugano. Perché questo è il suo mondo, al quale aggiunge oggi la sua borsa icona, Fedra, che sarà numerata e timbrata come sigillo di personalità e qualità. A dimostrazione della grandissima cura con cui questa borsa, disponibile in 18 cromie diverse, è creata, impiegando pellami dalle lavorazioni pregiate. Basta pensare che la limited edition in coccodrillo è realizzata con pelli di cocco Louisiana, appartenenti all'archivio di casa da oltre trent'anni.

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EVENTI

«GLITTER NIGHT», AL LAVILLA È IN GRANDE GIORNO DELLA PACEMAN foto di Giorgio Chiesa

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on la serata di venerdì primo marzo la concessionaria ufficiale MINI Lario Bergauto ha firmato l'ennesimo appuntamento all'insegna del divertimento e della solidarietà. All'interno del Lavilla - l'esclusivo, primo ed unico dj bar in Brianza - è andata in scena la movimentata "Glitter Night", organizzata dal distretto di Lecco dei Rotaract. La kermesse modaiola è iniziata in seconda serata con uno splendido buffet, anche se per la gioia degli ospiti lo showroom bergamasco di via Campagnola ha deciso di dedicare a tutti gli invitati una splendida sorpresa. Stiamo parlando della presentazione in anteprima la Paceman, un nuovo modello che entra a pieno titolo nella scuderia MINI. Ma con tutta l'emozione di guida di una Sports Activity Coupé: atletica, elegante e con un taglio innegabilmente urbano. Progettata con stile innegabile, le caratteristiche principali della neonata sono un'eccellente guidabilità e la possibilità di scegliere tra quattro potenti motori e un'infinità di soluzioni per la personalizzazione degli interni e degli esterni. Una vera e propria "urban car" dunque, con anche la possibilità di fare accomodare altri due amici nei sedili posteriori, perché la città vuole sempre una buona compagnia.

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EVENTI

CLUB AMICI DELL’ATALANTA TRE ANNI DI «SOLO DEA» foto di Mara Salerno

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o scorso martedì 26 febbraio si è svolta alla Saps di Lallio - il concept restaurant della Pentole Agnelli - la terza cena annuale del Club Amici dell'Atalanta "Solo Dea" di Bergamo. Presenti, tra gli altri, i giocatori nerazzurri Stefano Lucchini e Luca Cigarini, accompagnati dalla responsabile della comunicazione dell'Atalanta Elisa Persico. Tra i partecipanti anche il giornalista Elio Corbani, l'assessore del Comune di Bergamo Danilo Minuti e il presidente del Centro Coordinamento del Club Amici dell'Atalanta Marino Lazzarini. Il club cittadino, che conta oltre 300 iscritti e che dal 2011, anno dell'inaugurazione, è particolarmente attivo nell'organizzazione di trasferte al seguito della squadra orobica, nel corso della serata ha anche premiato alcuni club della provincia per il loro prezioso contributo nella diffusione della passione per i colori atalantini. I premiati sono stati il club di Malpaga, quello di Parre e quello di Valgandino. Un riconoscimento è stato inoltre consegnato anche ai ragazzi del forum Adèss Adòss.

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EVENTI

«LOMBARDIA RONDE CUP» CON AUTOTORINO UNA PARTNERSHIP PER CANCRO PRIMO AIUTO

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l trofeo "Lombardia Ronde Cup", il challenge automobilistico nato con il preciso intento di promuovere e valorizzare le competizioni su strada che si disputano nella nostra regione e i piloti che le seguono, ha stretto un'importante partnership con Cancro Primo Aiuto e il Gruppo Autotorino Spa. Sport, motori e solidarietà andranno quindi a braccetto sostenendo la Onlus del presidente Flavio Ferrari che, negli ultimi anni, si è distinta nel campo dell'assistenza sociale e socio sanitaria a favore degli ammalati di cancro. Questa la novità emersa dalla presentazione ufficiale tenutasi mercoledì 20 febbraio scorso nella suggestiva sede bergamasca di Autotorino a Curno, cui hanno preso parte i patron del circuito Maurizio Acerboni e Massimo Moscardi, il numero uno di Cancro Primo Aiuto Flavio Ferrari, il padrone di casa e vicepresidente di Cancro Primo Aiuto Plinio Vanini e il direttore generale degli Ospedali Riuniti di Bergamo, Carlo Nicora. Per la cronaca, al Trofeo Cancro Primo Aiuto Autotorino potranno ambire piloti e copiloti che avranno versato un contributo minimo all'Associazione Cancro Primo Aiuto per sostenere il "Progetto Parrucche". Il primo classificato vincerà un importante buono sconto valido sull'acquisto di veicoli nuovi in qualsiasi Concessionaria Autotorino e molti altri sono i premi i palio.

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EVENTI

IN CASA LAZZARINI E ATALANTA È GIÀ ARIA DI PASQUA foto di Giorgio Chiesa

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i respira aria pasquale e di festa in casa Lazzarini e in casa Atalanta. Lo si è visto lo scorso martedì 26 febbraio, quando sono stati mostrati - all'interno della società del Gruppo Lazzarini, la Dolber di Orio al Serio -, i nuovi gadget della società nerazzurra prodotti proprio dalla celebre azienda bergamasca. Uova, colombe, cioccolatini e caramelle, anche in formato maxi e con all'interno regali rigorosamente ufficiali e griffati col marchio della squadra orobica. Marino Lazzarini ha però mostrato alla stampa e all'ospite d'onore, il difensore atalantino Matteo Contini, non solo i prodotti finiti, ma anche tutto il processo di nascita delle caramelle e dei dolciumi. Si è partiti dunque dalla fase iniziale dove è stato spiegato lo "smistamento" della materia prima, fino ad arrivare alla lavorazione e allo "stoccaggio" rigorosamente in stanze sterili e climatizzate. Una realtà industriale che nasce nel 1980 proprio per iniziativa della famiglia Lazzarini, leader della commercializzazione di prodotti dolciari nella provincia di Bergamo.

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EVENTI

LARIO BERGAUTO E HAPPY FIT «CHAPEAU» AL DIVERTIMENTO foto di Giorgio Chiesa

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oda, divertimento, fitness, mondanità e uno stile glamour a far da ciliegina sulla torta. Una partnership suggellata per la seconda volta lo scorso venerdì 15 febbraio, tra la concessionaria MINI Lario Bergauto, la nuova e moderna palestra Happy Fit ed il famoso Chapeau Sensation Club, la location scelta per un evento che sta diventando tappa fissa e obbligata per la movida bergamasca. Una serata che ha saputo ricreare un mix vincente di vitalità e classe, gli stessi valori che da sempre accompagnano il marchio MINI e lo showroom di via Campagnola. Per l'occasione, infatti, proprio la Lario Bergauto ha deciso di rendere omaggio a tutti i presenti esponendo la frizzante MINI Cooper Roadster, che non ha certamente mancato di attrarre le attenzioni dei numerosissimi ospiti presenti. Come chicca della serata è stata anche data la possibilità di prenotare alcuni test drive che, per il piacere di tutti, si sono tenuti nelle giornate immediatamente successive all'appuntamento mondano. Il divertimento, come di consueto, si è prolungato per tutta la notte grazie all'atmosfera che ha reso famoso il locale del Centro Galassia, ideato e diretto da Mirko Consonni, Ilario Casali e Manuel Barbieri (foto a lato)

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